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Cataloghi aste Monete/Medaglie Papali


TIBERIVS

Risposte migliori

Prendendo spunto dalla bella idea della sezione “Regno d’Italia approfondimenti”, vorrei proporre anche per la monetazione/medaglistica papale la compilazione di un elenco di cataloghi d’Asta delle collezioni importanti relative alla monetazione/medaglistica papale, posseduti dagli Utenti del Forum, ottima anche l’idea di inserire le scannerizzazioni delle copertine dei Cataloghi citati.

Inizierei con quelli che possiedo:

Tkalec Ag – Importante collezione di medaglie papali in oro – 26/10/2007

Numismatica Ars Classica – 37 – Milano (medaglie papali) – 17/01/2007

Varesi “Alma Roma” ( moneta papali d’argento)- 14/10/200

Numismatica Ars Classica – 16 – 28/10/1999

Numismatica Ars Classica – 14 – 09/10/1998

Leu 68 – 22/10/1996

Varesi – 16 – 22/10/1992

Montenapoleone 10 – 27/11/1990

Leu 36 - 7/05/1985

Montenapoleone 4 – 28/02/1984

Montenapoleone 1 24/02/1982

Kunst und Munzen 21 – 14/05/1980

Finarte – 21/05/1970

Collezione del dott.Giovanni Bizzarri Monete e medaglie dei Romani Pontefici – M Ratto – Milano - 1966

Monete e medaglie dei Romani Pontefici – M Ratto Milano – 1962

Monnaies ed Médaille Papales – Coll W.J.R.Dreesman – Schulman Amsterdam - 1956

Monete di Zecche Italiane – Importante serie longobarda e papale – Ratto – Milano -1956

Coll.già del Prof Signorelli IV Parte _ Monete e medaglie papali – Santamaria – Roma 1954

Monete e medaglie Papali – Coll. Dell’ing. M.G. – Santamaria – Roma - 1950

Monete dei Romani pontefici – Santamaria - Roma – 1942

Monete Pontificie e zecche italiane – Coll. Butta - Santamaria – Roma – 1939

Monnaies et Medailles des Papes-Collection personelle de S.E. le Cardinal Dubois Arc.de Paris – 1934

Monete e medaglie dei Romani Pontefici – Santamaria – Roma - 1934

Monete Papali – parte III – Zecche Minori, Marche,Lazio,Umbria,Abruzzo,Venasino – R Ratto Milano – 1933

Monete papali – Parte II – Zecche dell’Emilia, Bologna, Ferrara, Parma, Piacenza, Reggio, Ravenna – R.Ratto - Milano – 1933

Monete Papali – Parte I – Zecca di Roma – R. Ratto – Milano -1933

Ex Banca Italiana di Sconto Parte II - Collezione già appar.te ad ill.casata rom. Monete Papali. – Santamaria – Roma -1928

Collezione Ruchat - parte III - Monete dei Romani Pontefici – Santamaria – Roma – 1922

Monnaies Papales et de la Maison de Savoie-Collections Philippe de Ferrari La Renotière – Florange e Ciani -1922

Monnaies des Papes-Collezione Vidal Quadras y Ramòn - Paris – 1914

Collezione di monete pontificie del marchese Luigi Paolucci de' Calboli Piazza – O.Vitalini– Roma 1896

Tra l’altro è il mio 2 millesimo messaggio!!

Saluti a tutti

TIBERIVS

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Sarebbe anche un'ottima idea che i cataloghi d'Asta in questione potessero costituire, con il loro nome ed eventualmente una breve recensione del materiale presentato o dell'origine della collezione in vendita, una sezione a parte della raccolta di Cataloghi nel nostro Forum.

Una sorta di "Catalogo dei Cataloghi" ;)

Modificato da Giov60
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Le aggiungo da Munzen und Medaillen Basel 16 novembre 1962 "Monnaies Papales - Deutsche Munzen - Des Mittelaters und der Neuzeit" Collection d'un Amateur Suisse, Ier partie. alias Collezione Dolivo. Sono 168 monete dal Senato Romano a Clemente XII di grande interesse. La seconda parte delle monete pontificie è nella vendita successiva del 1963. Merita

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Non è contemplata ne in questa lista ne in quella di Numa Numa & Pistacoppi la vendita della Collezione Commendator Ing. Scipione BONFILI -Monete e medaglie di PIO IX - P. & P. Santamaria Roma il 6.12.1920. sono 212 lotti solo di Pio IX con IV Tavole. Sebbene limita al solo Pio IX è per questo pontefice la collezione più completa apparsa sul Mercato.

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Ottime integrazioni Picchio.

La Dolivo è un must (ma non solamente per le papali..)

A questo proposito si pone il dilemma se aggiungere o meno le altre "grandi" che possono vantare importanti nuclei papali

(Magnaguti, Ruchat, Gavazzi, Fassio, Gnecchi etc.) che chiaramente pur non essendo specializzate in monete papali possono vantare dei nuclei che , a volte, non sfigurano certo con il confronto di quelle specializzate nella Santa Sede.

Mi viene in mente che pochi anni fa la Munezen und Medaillen ha fatto una bella vendita di papali, in conservazione non eccelsa, ma abbastanza interessante (adesso non ricordo i riferimenti esatti però).

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I riferimenti sono Collezione Klaus Bronny - Munzen des Kirchenstaates - Aukion 26, Basel 27. maggio 2008. 1409 lotti.

E' vero, Numa Numa, non erano di grande conservazione, in compenso sono state esitate delle grandissime rarità, ancora rimpiango il grosso del possesso di Clemente XII con il ritratto e dato per unico nel Muntoni ... sigh ed avevo fatto una offerta che era 5 volte tanto il prezzo di aggiudicazione, solo che per un mistero bufo non è stata battuta da chi mi rappresentava in sala. Amen è una ragione più che valida per proseguire il mio cammino collezionistico di Clemente XII, la pianterò li il giorno che la ritrovo, ed è abbastanza facile riconoscerla dato che ne manca un pezzo al tondello.

Magnaguti, Ruchat, Gnecchi sicuramente offrirono una selezione di monete papali degna di una raccolta specializzata. La collezione Fassio per la parte pontificia confesso la mia ignoranza ma non ho idea di che fine abbia fatto, mentre le monete di zecche italiane furono acquistate da un noto commerciante di Milano. Aggiungerei per l'800 la collezione Curatolo in questo novero di grandi collezioni "non specializzate"

Potrebbe essere uno spunto di discussione su cosa si intente per importante collezione ....

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Coll. Bronny, si, grazie Picchio

Conservazioni in genere miste ma grande e bello insieme , uno dei più interessanti, per le papali, in questi ultimi anni.

Interessante lo spunto che sollevi, cosa si intenda per "grande " collezione.

Temo che solleveremmo un "vespaio" se adottassimo criteri troppo rigidi (diversi proprietari di grandi collezioni, o almeno che reputano tali magari frequentano il forum.. :D ). D'altro canto se è facile giudicare per il passato , più difficile risulta guardare con sufficiente obiettività il presente o il passato recente.

Per il passato vendite delle note case d'asta (Santamaria, Ratto, Sangiorgi, Sambon, Canessa, Baranowski, tanto per parlare soprattutto di collezioni italiane e case d'asta nostrane, ma potremmo citare egualmente Hamburger, Helbing, Hess, Leu, Bourgey, Vinchon, Schulmann,et.c etc. etc.) che siano state nominative , generalmente vengono considerate alla stregua di collezioni importanti.

Vero è che poi vi sono collezioni super importanti quali la Magnaguti, Gnecchi, Ruchat, etc. che offron una tale ricchezza di materiale da risulatre "universali" (parlo sempre per la monetazione italiana/papale s'intende).

Per altre vale la specializzazione , ricordo un'eccezionale vendita di Oselle di Ratto, la recente Este-Milano per le zecche lombarde. la Spahr per la Sicilia e le zecche meridionali, e si potrebbe èroseguire con decine e decine di esempi. Tutte queste rappresentano delle collezioni "vere", intendo fatte con notevole competenza specialistica, con studio, soprattutto con amore e passione dove in fondo l'elemento economico , necessario per l'acquisizione dei pezzi, pur necessario e importante , ha forse rivestito il ruolo minore nell'insieme dei parametri richiesti per formare insiemi di tale qualità e rilevanza.

Tra questi ingredienti che contribuiscono a formare la rilevanza di una collezione ,oltre un filo logico conduttore (una collezione non necessariamente deve essere estesa il più possibile e onnicomprensiva, collezioni importanti possono essere anche composte di relativamente pochi pezzi ma avere una propria logica e ovviamente un'alta qualità e/o rarità), la presenza di pezzi importanti, chiave di una serie, è certamente uno degli elementi più importanti.

L'Avv. Grossi, noto (e anche discusso) colelzionista, affascinante conversatore e assai navigato nelle cose numismatiche, una volta, ad un convegno, mi disse,

caro... si ricordi sempre che l'importanza di una collezione è fatta soprattutto dal numero di monete importante che essa può vantare.

Ero un ragazzo e non ho mai fatto affari con Grossi ma ricordo questa conversazione con molto piacere.

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I riferimenti sono Collezione Klaus Bronny - Munzen des Kirchenstaates - Aukion 26, Basel 27. maggio 2008. 1409 lotti.

E' vero, Numa Numa, non erano di grande conservazione, in compenso sono state esitate delle grandissime rarità, ancora rimpiango il grosso del possesso di Clemente XII con il ritratto e dato per unico nel Muntoni ... sigh ed avevo fatto una offerta che era 5 volte tanto il prezzo di aggiudicazione, solo che per un mistero bufo non è stata battuta da chi mi rappresentava in sala. Amen è una ragione più che valida per proseguire il mio cammino collezionistico di Clemente XII, la pianterò li il giorno che la ritrovo, ed è abbastanza facile riconoscerla dato che ne manca un pezzo al tondello.

...

Potrebbe essere uno spunto di discussione su cosa si intente per importante collezione ....

La collezione Bronny personalmente la ritengo una collezione importante, l'esempio di una raccolta organica di monete "vissute", senza profusione di pezzi "ad effetto", come le quadruple, ma con tante varianti e rarità tra i 1400 lotti proposti. Molte di queste furono anche apprezzate, altre meno come il giulio del possesso che citi, del quale ho ritrovato in rete l'immagine:

http://www.mcsearch.info/ext_image.html?id=110355

Finì a 540 euro, ti auguro di ritrovarla se veramente unica...;)

Ciao, RCAMIL.

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CiaO Gufetto

l'Avv Grossi era originario e risiedeva a Modena

La sua passiobe numismatica rasentava l'ossessione, per le monete si poteva chiamarlo , senza disturbarlo, anche alle tre di notte (parole sue ;) )

La sua collezione, formata dagli anni 50 in poi è stata una delle più vaste in assoluto per la monetazione italiana.

La sua presenza alle aste era , negli anni '80 e '90 una costante. Si siedeva sempre in prima fila e batteva spessissimo. Per me che ero alle prime armi era diventato un vero spauracchio perché ovviamente dotato di mezzi che io mi potevo solo sognare.

Poi diventammo amici, o meglio ci divertivamo paralndo di monete e di mercato incontrandoci in qualche convegno.

Grossi è stato l'artefice della collezione della BAM (Banca Agricola Mantovano) , di monete di Mantova , riuscendo a convincere gli eredi del conte Magnaguti a cedere la colelzione alla Banca che ha istituito un'apposita fndazione e che si può ammirare oggi, nella sua interezza presso la sede della BAM.

Purtroppo ci ha lasciato pochi anni fa. Un necrologio in memoria fu pubblicato sulla RIN.

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Scusa numa numa, forse non si tratta della stessa persona...

per caso si tratta dell' Avv. Grossi Pier Luigi ?

Ricordo una sua rovente polemica su PN del 2001 proprio sulle modalità di cessione della collezione Magnaguti, ma forse non si tratta della stessa persona.

x Gufetto: se è lui da qualche parte su PN o CN ne lessi anche un ampio necrologio in occasione della "dipartita" ma andrebbe cercato....

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Scusa numa numa, forse non si tratta della stessa persona...

per caso si tratta dell' Avv. Grossi Pier Luigi ?

Ricordo una sua rovente polemica su PN del 2001 proprio sulle modalità di cessione della collezione Magnaguti, ma forse non si tratta della stessa persona.

x Gufetto: se è lui da qualche parte su PN o CN ne lessi anche un ampio necrologio in occasione della "dipartita" ma andrebbe cercato....

Purtroppo si ci fu una "rovente" e credo ahimé giustificata polemica.

Ciò non toglie che comunque fu lui l'artefice della cessione della collezione dagli eredi alla banCA . Diversamente forse la collezione sarebbe stat un giorno dispersa (per la gioia di collezionisti ma anche con la dispersione di un insieme che per la sua rappresentatività e il suo valore non esito a definire di interesse nazionale, vero Paolino ?)

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Non è facile sostenere quando una collezione, oggi, è veramente importante e per chi...tranne nei casi di palese ovvietà.

Il criterio indicato dal compianto Avv. Grossi è sicuramente assorbente: avere monete importanti in collezione. Per solito, l'importanza è legata alla rarità. Rammentiamo che una moneta può essere considerata particolarmente rara anche quando è difficile da trovarsi in alta conservazione. Evidenzio infine che è importante la collezione che ha anche monete di riconosciuto fascino e pregio artistico.

Può essere importante un compendio di 100 monete integre, scelte con ottimo occhio e cultura, in conservazione elevata, strizzando l'occhio alla rarità od alla difficoltà di reperimento sul mercato.

Per converso, potrebbe non essere importante una collezione di 1000...e più pezzi, sistematicamente curata anche con attenzione alle varianti. Formata nell'arco di una vita...ma dove sono state collocate monete (solite...) per lo più in media conservazione...e dove il collezionista è stato oculato e molto attento a non spendere le dovute cifre per le monete molto rare e/o di ottima conservazione...cioè importanti...anche se economicamente se lo sarebbe potuto consentire nei tempi lunghi...(stiamo descrivendo ciò che di solito avviene... ;)).

E' probabile che un collezionista degli ultimi venti/trenta anni, esperto e di ottima formazione (di buone ma non grandi possibilità economiche...) seguendo il primo criterio sopra indicato, possa aver raccolto una compendio numismatico tale da meritare una pubblicazione ad hoc, da parte di una primaria Casa, al momento della eventuale dispersione. Sicuramente con soddisfazione anche economica...e gloria pressoché imperitura.

Probabilmente entrambi i due collezionisti ...potrebbero aver speso più o meno gli stessi soldi, per approssimazione può valere il rapporto di uno a 10. (Spl. contro BB - raro contro comune)

Pur sommessamente e con il massimo rispetto per entrambi...mi permetto di dubitare che la collezione da 1.000 pezzi, "oculatamente" formata, potrebbe ricevere le stesse attenzioni e/o soddisfazioni, da parte dell'ambiente, al momento dell'eventuale dispersione.

Dire poi...quale dei due collezionisti...possa essersi divertito di più...è valutazione opinabile e del tutto soggettiva...sicuramente rientrerebbe nell'ambito di un'altra discussione.

Probabilmente si saranno divertiti entrambi nel formare la collezione...quello meno parsimonioso e più attento all'importanza degli oggetti, sicuramente si divertirà di più alla fine.

P.S.

Per onestà debbo ipotizzare che quanto sopra può valere per le collezioni già formate...diciamo dagli anni settanta/ottanta agli inizi del secondo millennio.

Oggi, attesa la costante ipervalutazione delle monete belle e rare (che a volte è esponenziale), potrebbe non essere altrettanto possibile.

Complimenti e belle soddisfazioni per chi lo ha fatto.

Sempre sommessamente è da ritenere che Numa numa potrebbe festeggiare la cosa indicendo una festa tra Lamonetiani...con relativo ottimo rinfresco, degno di tale intenditore. :)

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Purtroppo si ci fu una "rovente" e credo ahimé giustificata polemica.

Ciò non toglie che comunque fu lui l'artefice della cessione della collezione dagli eredi alla banCA . Diversamente forse la collezione sarebbe stat un giorno dispersa (per la gioia di collezionisti ma anche con la dispersione di un insieme che per la sua rappresentatività e il suo valore non esito a definire di interesse nazionale, vero Paolino ?)

La collezione era cmq vincolata dallo stato sin da primi anni '70, se ricordo bene, quindi non avrebbe potuto essere dispersa. Grossi ne ha curato la vendita e soprattutto la catalogazione, anche se su questo secondo aspetto voci di corridoio maligne dicono cose che su questo forum non si possono dire.

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Purtroppo si ci fu una "rovente" e credo ahimé giustificata polemica.

Ciò non toglie che comunque fu lui l'artefice della cessione della collezione dagli eredi alla banCA . Diversamente forse la collezione sarebbe stat un giorno dispersa (per la gioia di collezionisti ma anche con la dispersione di un insieme che per la sua rappresentatività e il suo valore non esito a definire di interesse nazionale, vero Paolino ?)

La collezione era cmq vincolata dallo stato sin da primi anni '70, se ricordo bene, quindi non avrebbe potuto essere dispersa. Grossi ne ha curato la vendita e soprattutto la catalogazione, anche se su questo secondo aspetto voci di corridoio maligne dicono cose che su questo forum non si possono dire.

Si corretto.

Diciamo che senza l'intervento di Grossi molto probabilmente la collezione sarebbe rimasta "invisibile" (primo perche ancora degli eredi e lo Stato non credo avesse le risorse per acquisirla; secondo perché se fosse stata eventualmente acquisita è probabile sarebbe rimasta invisibile depositata chissà dove).

In effetti la collezione continua ad essere vincolata però con l'acquisizione da parte della BAM lo Stato ha ritenuto di non esercitare il diritto di prelazione , quindi la collezione è a tutti gli effetti di proprietà della BAM che ha investito molto per valorizzarla al meglio rendendola fruibile a studiosi, e appassionati e al pubblico in genere.

Che tutto questo sia costato "qualcosa" risulta anche a me anche se non sono mai riuscito ad approfondire. So che l'avv. Grossi non era più personaggio gradito presso la BAM negli ultimi tempi.

Va comunque dato merito alla BAM di aver salvaguardato l'integralità della raccolta Magnaguti di Monete e Medaglie di Mantova e soptrattutto di avrela resa accessibile (cui si aggiunse più tardi anche la Casero con una successiva acquisizione da parte della BAM).

Magari altre collezioni italiane private, oggetto di lasciti, o anche pubbliche , venissero messe a disposizione e valorizzate (esiste una magnifica opera in VIII volumi edita dalla banca) quanto la ex Magnaguti

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Devo correggerti, la Casero arrivò prima della Magnaguti, tanto che già nel 1990 la BAM pubblicò la prima parte della collezione sul catalogo redatto da Giuseppe Margini e Rita Castagna. Probabile che a quel tempo le trattative per l'acquisto della collezione Magnaguti fossero già avanzate e che anche l'acquisto del nucleo di monete appartenute precedentemente a Giulio Superti Furga fosse legato ad un progetto globale già in divenire e che si concretizzò nella sua completezza attorno alla metà degli anni '90.

Naturalmente sono in prima fila tra quelli che ritengono meritoria questa opera della fondazione BAM, al quale va il ringraziamento di tutti gli appassionati di monete gonzaghesche. Peccato solo che il nome BAM ormai esista solo legato alla fondazione, visto che come banca è stata ormai completamente assorbita dalla MPS, ma questo è un altro discorso :D

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Devo correggerti, la Casero arrivò prima della Magnaguti, tanto che già nel 1990 la BAM pubblicò la prima parte della collezione sul catalogo redatto da Giuseppe Margini e Rita Castagna. Probabile che a quel tempo le trattative per l'acquisto della collezione Magnaguti fossero già avanzate e che anche l'acquisto del nucleo di monete appartenute precedentemente a Giulio Superti Furga fosse legato ad un progetto globale già in divenire e che si concretizzò nella sua completezza attorno alla metà degli anni '90.

Naturalmente sono in prima fila tra quelli che ritengono meritoria questa opera della fondazione BAM, al quale va il ringraziamento di tutti gli appassionati di monete gonzaghesche. Peccato solo che il nome BAM ormai esista solo legato alla fondazione, visto che come banca è stata ormai completamente assorbita dalla MPS, ma questo è un altro discorso :D

Non ero sicuro di cosa fosse stato acquistato per prima, se la Casero o la Magnaguti.

Invece sei sicuro che tutto il nucleo della Superti Furga conflui nella Fondazioen BAM, è possibile che alcuni esemplari, importanti siano confluiti sul mercato o ceduti privatamente ?

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Non tutto il nucleo della Superti Furga è confluito nella BAM, varie monete furono vendute a trattativa privata, non so se fossero doppie.

Infatti. Grazie Picchio. Non credo fossero solo doppioni, vi erano sicuramente anche esemplari piuttosto rari credo ceduti a trattativa privata.

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Ho conosciuto solo di sfuggita l'avvocato Grossi e devo dire che mi faceva un npo' soggezione parlare con lui (le pochissime volte che l'ho fatto). Ne avevo sentito parlare e raccontare soprattutto da amici collezionisti "vecchi del mestiere". Numa, immagino che tu conosca la vicenda della moneta di Massimiliano d'Austria acquistata dall'avvocato Grossi in una mitica asta degli anni '80 (???) per 144 milioni... Perchè non la racconti??? Lo farei io stesso, ma la conosco troppo per sommi capi... Ricordo che quando me la raccontarono anni fa, riportando le parole del diretto interessato, la cosa mi fece ridere non poco... Non di scherno, sia chiaro, ma proprio per come le cose erano state romanzate. :D

Modificato da aemilianus253
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Ho conosciuto solo di sfuggita l'avvocato Grossi e devo dire che mi faceva un npo' soggezione parlare con lui (le pochissime volte che l'ho fatto). Ne avevo sentito parlare e raccontare soprattutto da amici collezionisti "vecchi del mestiere". Numa, immagino che tu conosca la vicenda della moneta di Massimiliano d'Austria acquistata dall'avvocato Grossi in una mitica asta degli anni '80 (???) per 144 milioni... Perchè non la racconti??? Lo farei io stesso, ma la conosco troppo per sommi capi... Ricordo che quando me la raccontarono anni fa, riportando le parole del diretto interessato, la cosa mi fece ridere non poco... Non di scherno, sia chiaro, ma proprio per come le cose erano state romanzate. :D

Caro Aemilianus,

quel pezzo un doppio ducato, unico, battuto da Massimiliano d'Austria per mOdena rimase per lungo tempo la moneta più cara di zecca italiana

passata sul mercato. Fu aggiudicata a 250.000 franchi svizzeri, venduta in un'asta del Credito Svizzero se non ricordo male.

L'avv. Grossi mi raccontò che quella moneta era per lui il suo canto del cigno. In effetti dopo il mitico acquisto la sua inestinguibile sete sembrò placarsi almeno un poco.

La moneta è un pezzo eccezionale, come doppio resta ad oggi unico (non c'è neanche nella ex-Reale che però dovrebbe avere il ducato), mentre esistono alcuni esemplari del ducato, pure rarissimo (passato in asta Montenapoleone a metà degli anni '80). Il ritratto dell'imperatore asburgico è di una potenza e finezza di esecuzione da poter essere paragonato ad una scultura. In effetti Massimiliano ha goduto sempre di eccezionali artisti che lo ritraevano. La zecca di Hall ci ha lasciato dei guldiner ad opera di Ulrich Ursenthaler che sono pezzi di una fattura straordinaria. Anche Gian Marco Cavalli ha eseguito dei viertelguldiner di eccellente fattura per il sovrano.

Questi sono i fatti, poi di racconti e romanzi ne sono stati fatti tanti e non li conosco neanche tutti.

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L'avv. Grossi mi raccontò che quella moneta era per lui il suo canto del cigno. In effetti dopo il mitico acquisto la sua inestinguibile sete sembrò placarsi almeno un poco.

Effettivamente per quasi mezz'ora non acquistò monete !

Credo che su Pierluigi Grossi si potrebbe scrivere un libro ed ancora non avremmo detto nulla della sua passione, voracità e costante voglia di sapere, spere numismatico. Tutti coloro che hanno conosciuto l'Avvocato potrebbero scrivere di piccoli sipari di vita numismatica. Ricordo di lui molte cose, agli inizi non avevo un gran feeling, mi portava via le monete di sotto al naso e qusto mi infastidiva, e non di poco. Col tempo siamo entrati di reciproco rispetto, e nonostante un discreto gap genrazionale, abbiamo passato dei piacevoli momenti assime. Pierluigi era unico nel suo genere, una voglia smodata del possesso della moneta e del sapere, sapere tutto della moneta. In studio da lui si viveva solo della luce che entrava dalla finestra, una lampadina era una spesa inutile, quindi a volte si finiva al buoi di chiachcierare; viaggiava in treno, in seconda classe, solo perchè la terza era stata abolita dalle ferrovie dello stato, magari nella borsa aveva monete per decine di milioni di lire. I vestiti usati sino allo stremo, eppure mantenevano una loro eleganza. Sembrava, parlando con ui, che tutto cio che non fosse finalizzato all'acquisto di monete era ... tempo e denari buttati. Ogni tanto gli scappava qualche frase in dialetto... che davanto al mio stupore, subito traduceva. Chiamando mi per nome, diceva... mi son venduto i campi per le monete !.

Ah che fenomeno ... aveva deciso che dovevo comprare una moneta da Lui, perchè solo io potevo capirla (grende imbonitore di animi), quando ci fu il passaggio dalla lira all'euro mantenne la stessa cifra di cessione, limitandosi a convertire le lire in euro ! Era già un prezzo impraticabile in lire, figurarsi in euro !!. Eppure le poche monete che ho avuto modo di acquistare da questo collezionista anomalo, o commerciante ancora più anomalo, sono eccezionali.

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Caro Aemilianus,

quel pezzo un doppio ducato, unico, battuto da Massimiliano d'Austria per mOdena rimase per lungo tempo la moneta più cara di zecca italiana

passata sul mercato. Fu aggiudicata a 250.000 franchi svizzeri, venduta in un'asta del Credito Svizzero se non ricordo male.

L'avv. Grossi mi raccontò che quella moneta era per lui il suo canto del cigno. In effetti dopo il mitico acquisto la sua inestinguibile sete sembrò placarsi almeno un poco.

La moneta è un pezzo eccezionale, come doppio resta ad oggi unico (non c'è neanche nella ex-Reale che però dovrebbe avere il ducato), mentre esistono alcuni esemplari del ducato, pure rarissimo (passato in asta Montenapoleone a metà degli anni '80). Il ritratto dell'imperatore asburgico è di una potenza e finezza di esecuzione da poter essere paragonato ad una scultura. In effetti Massimiliano ha goduto sempre di eccezionali artisti che lo ritraevano. La zecca di Hall ci ha lasciato dei guldiner ad opera di Ulrich Ursenthaler che sono pezzi di una fattura straordinaria. Anche Gian Marco Cavalli ha eseguito dei viertelguldiner di eccellente fattura per il sovrano.

Questi sono i fatti, poi di racconti e romanzi ne sono stati fatti tanti e non li conosco neanche tutti.

Grazie caro Numa per aver ricordato il fatto in questione. Preciso che di romanzato c'era nel mio ricordo solo il modo esuberante con il quale l'avvocato raccontò il fatto, il tutto riportatomi da un amico. Se non sbaglio quella eccezionale moneta fu da lui acquistata in asta contro il Museo di Vienna. Giusto???

Modificato da aemilianus253
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