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La monetazione tra 1858 ed il 1861


Risposte migliori

Quando iniziai a collezionare monete decimali, impropriamente chiamate, mi interessai principalmente a tre periodi risorgimentali che hanno portato all'unità d'Italia.

Il primo periodo va dalla caduta dell'astro napoleonico sino a moti del 1821. E' un momento travagliato della storia Patria e frequentemente ignorato nelle discussioni e celebrazioni, eppure ha gettato le basi allo spirito ed agli ideali di nazione.

I moti insurrezionali del 1848 e 1849, le nuove repubbliche e gli stati costituiti, ovvero il Risorgimento.

Dalla II guerra d'indipendenza porta all'unità d'Italia, 1859-1861 e per alcuni stati come Lombardo Veneto e papato sino all'annessione al Regno d'Italia.

Avrei preferito collezionare a tappeto il Pagani ... ma lascio questa impresa ai musei, fondazioni e grandi collezionisti.

Tutto sommato non sono moltissimi anni e per quanto ardua come impresa gli scogli non sono tantissimi (sicuramente la zecca di Bologna), in alcuni casi è stato ben più arduo trovare le monete che pagarle.

Considerato il 150esimo dell’Unità d’Italia e le non poche polemiche che hanno animato il sito in questi giorni, ho piacere di postare alcune monete che testimoniano lo stato dell’arte 150 anni fa in Italia, giusto all’alba del movimento che in soli 3 anni portò lo Stato Italiano a formarsi.

Sia chiaro che, il mio breve excursus è puramente artistico-numismatico, senza voler entrare nel merito delle ragioni storiche, e di guerra civile (il processo non è stato indolore, con migliaia di morti).

I vari regni che costituivano l’Italia nel 1859, oltre a parlare lingue diverse o dialetti, scrivevano lingue differenti, latino, tedesco e poco, anzi davvero poco italiano.

Partiamo da Milano, il primo scoglio per l’unità d’Italia, senza la presa di Milano sarebbe stato impossibile ampliare l’influenza di Casa Savoia sul resto della penisola; ed Milano si batteva questa moneta

Regno Lombardo-Veneto Francesco Giuseppe I (1848-1866)

Tallero della Lega 1859 Milano Argento g.18,501 diametro 33,08

D/ FRANZ JOSEPH I.V.G.G.KAISER V.OESTERREICH M testa laureata a destra, sotto al collo M

Rv. EIN VEREINSTHALER - XXX EIN PFUND FEIN - 1859, aquila bicipite coronata con lo stemma asburgico al centro, tiene tra gli artigli spada e scettro

T/ MIT VEREINTEN KRAEFTEN in incuso (A) ↑ pezzi coniati 861.309

Conservazione: Splendida moneta rara

Pagani 223 , Davenport 21

Invito tutti a postare i propri esemplari battuti in questo periodo per continuare la nostra panoramica.

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ciao picchio, mi hai letto nel pensiero.

Proprio ieri pensavo ad un post di questo genere, per commemorare in modo numismaico i 150 anni, solo che pensavo a un discorso allargato ai Paesi Europei. Devo recuperare le foto. A più tardi.

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Awards

Bavastro, limitavo al periodo italiano solo perchè quello conosco ma considerato il ruolo giocato da Austria, Prussia, Francia, Inghilterra, non sarebbe improprio allargare il pannel di ricerca.

Grazie per la collaborazione.

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Hanno battuto moneta i Savoia nel periodo Regno di Sardegna, i Plebisciti di Bologna e FIrenze, Regno d'Italia

Regno Lombardo veneto per Milano e Venezia

Granducato di Toscana

Il governo provvisorio di Firenze

Ducato di Parma e Piacenza nel 1858 (è un po una forzatura ma la leggenda è in italiano ... )

Stato Pontificio con Pio IX

Regno delle Due Sicilie con i sovrani Ferdinando II e Francesco II.

Non mi viene in mente altro.

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Ottima proposta.

Una domanda: postare tutte le zecche dell'Impero Austriaco o solo quelle Italiane?

All'inizio era questa la collezione che volevo portare avanti ma cambiai idea per vari motivi,uno di questi era la difficile reperibilità delle quotazioni,rarità e conservazione delle zecche straniere su cataloghi Italiani. Adesso sarebbe diverso! :rolleyes:

Non ho mai capito,forse per motivo di spazio e di spesa,perché non vengono riportate, dal momento che,credo,siano circolate regolarmente su tutto il territorio Imperiale dall'Austria all'Italia,all'Ungheria,d'altronde in legenda su tette è riportato LOMB ET VEN

Cercherò le foto e le monete che mi sono rimaste

Inizio con la più piccola e di metallo "povero". (Con i furti di rame oggi.........)

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Mezzo Soldo Austriaco o Mezzo Kreuzer o Mezzo Carantano o 5/10 di Kreuzer.

zecca di Venezia: V

Anno: 1860

Rame:........

D/: K.K.OESTERREICHISCHE SCHEIDEMUNZE ( MONETA SPICCIOLA). Aquila bicipite coronata e con lo stemma d'Austria

R/: nel centro valore 5-10,(data) e segno di zecca racchiusi in due rami di quercia legati in basso da un fiocco.

Peso: gr.1,66

Diametro: mm.16,5

Contorno: liscio

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In alta conservazione sono una piccola chicca artistica!!!!!

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Modificato da favaldar
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Credo che nei cataloghi sia logico riportare le monete batutte nelle zecche nazionali e non quelle che avevano libera circolazione, altrimenti per quanto rignarda il lombardo veneto la serie sarebbe assai molto più corposa. Credo l'unica eccezione sia la monetazione batutta a Vienna (A) con le insegne del Lombardo Veneto.

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Fiorino del 1861 per Francesco Giuseppe imperatore d'Austria e re del Lombardo -Veneto

KM # 2219

contorno liscio con leggenda in incuso VIRIBVS VNITIS alternata a ornati con stellette

D

busto a destra primo tipo - FRANZ . IOS . D - G - AUSTRIAE IMPERATOR, in basso segno di zecca A (Vienna)

R

blasone sovrapposto ad aquila bicipite coronata, circondato da collana dell'Ordine del Toson d'oro, in basso il valore

- GAL . LOD . ILL . REX A . A (data) HUNG . BOH . LOMB . ET VEN

post-680-0-35118500-1297775951_thumb.jpg

post-680-0-17153000-1297775966_thumb.jpg

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Awards

Credo che nei cataloghi sia logico riportare le monete batutte nelle zecche nazionali e non quelle che avevano libera circolazione, altrimenti per quanto rignarda il lombardo veneto la serie sarebbe assai molto più corposa. Credo l'unica eccezione sia la monetazione batutta a Vienna (A) con le insegne del Lombardo Veneto.

Con l'insegne LOMB ET VEN dal 57 al 66 sul Fiorino ci sono della zecche A-B-E-M-V,infatti tedesci e austriaci riportono,sui loro cataloghi,tutte queste zecche

1/4 di Fiorino o 1/4 di Gulden

(2°tipo)

Zecca: B - Kremniz (Ungheria)

Anno: 1860

Argento 520%

Peso gr.5,35 Diametro mm.23,0

D/: FRANC.IOS.I.D.G.AVSTRIAE IMPERATOR

Testa lauereata a destra sotto segna di zecca

R/: HVNG.BOH.LOMB.ET.VEN. GAL.LOD.ILL.REX A.A. e data. Al centro Aquila bicipite con stemma d'Austria,sotto 1_4 FL

Contorno: VIRIBVS VNITIS tra ornati e stellette in incuso

post-25-0-65619200-1297788363_thumb.jpg

Modificato da favaldar
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Non ho mai capito,forse per motivo di spazio e di spesa,perché non vengono riportate, dal momento che,credo,siano circolate regolarmente su tutto il territorio Imperiale dall'Austria all'Italia,all'Ungheria,d'altronde in legenda su tette è riportato LOMB ET VEN

Beh, i nostri prezzari più in voga sono titolati "moneta italiane..." (ecc ecc), e direi che fiorini, talleri e così via dell'impero austriaco non sono certamente da considerarsi monete italiane (parlo di quelli coniati nelle zecche imperiali non italiane), anche se avevano corso legale nel lombardo veneto. Oggi 1 Euro finlandese ha corso legale in italia, ma non è una moneta italiana. Diciamo che è una scelta, che tuttavia ha una sua logica ben precisa, così come è logico inserire le monete con legende italiane destinate alla circolazione nel solo Lombardo Veneto anche se queste venivano coniate in zecche straniere (vedi il soldo coniato a Vienna e a Kremnitz).

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Dopo il breve excursurs sulla monetazione del Lombardo Veneto, il secondo grande stato che si sarebbe opposto all'unificazione del territorio era certamente lo Stato Pontificio che batteva moneta in oro, argento, rame, a Bologna ed a Roma. Di seguito una delle ultime produzioni monetali di Bologna prima dei plebisciti ed annessione al regno d'Italia.

Stato Pontificio Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti) 1846-1870

2,50 Scudi 1859 Anno XIII Bologna

Oro grammi 4,325 diametro 18,84 mm

D/ PIVS• IX• PON• - MAX• AN• XIII• busto del pontefice a sinistra con mozzetta e stola

Rv. SCVDI / 2.50 / 1859 tra rami di ulivo incrociati e legati alla base; all'esergo B ribattuto su R T / rigato ↓

Conservazione Splendida, moneta rara.

Ex Asta Montenapoleone 10 n. 579 del 28/11/90

Pagani 266 , Friedberg 274

pezzi coniati 66.306 mancante alla collezione Curatolo

Questo esemplare presenta la B sovrascritta alla R di Roma.

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La monetazione in argento segue per filo e per segno quella in oro, con il busto del pontefice a sinistra (cosa che non accade nella monetazione di Casa Savoia nello stesso periodo dove abbia il busto a sinistra per l'oro e destra per l'argento),ed al rovescio il valore tra due rami di alloro con bacche, e segno di zecca in basso.

Stato Pontificio Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti) 1846-1870

20 Baiocchi 1860 A. XV Roma Argento gr. 5,714 mm 24,62

D/ PIVS IX PONT - MAX AN XV busto a sinistra del Pontefice con mozzetta e stola, sotto al busto VOIGT

Rv. 20 / BAIOCCHI / 1860 / tra due rami di olivo legati in basso; all'esergo R

T / rigato ↓

Conservazione Splendida, moneta molto comune.

Pagani 417 CNI 156

Ex Numismatica Crippa Milano 7/9/91 £ 70.000

pezzi coniati 3.556.177 Splendida nella collezione Curatolo in lotto

A differenza della monetazione aurea, il 20 baiochci riporta la firma dell'incisore VOIGT

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Promotori dell'unità nazionale sono i Savoia. Tralasciando il quadro storico, che richiederebbe ben altro tempo per un seppur minimo approfondomento, mi limito ad una rapida visione dei dei pochi nominali battuti da Vittorio Emanuele II, con il titolo di Re di Sardegna, tra il 1859 e 1861; infatti come noto a tutti nel 1861 assistiamo al passaggio della monetazione per il regno di Sardegna con legenda in latino al Regno d'Italia con legenda in Italiano (sicuramente scelta per dare un reale senso di unità monetaria e nazionale). L'oro presenta il 20 lire ed 1l 10 lire, mentre per l'argento si va dallo scudo da 5 lire al 50 centesimi, non è presente monetazione in rame, per altro utilizzata per le due zecce plebiscitarie di Firenze e Bologna.

Personalmente giudico la monetazione per il Regno di Sargegna più affascinante e curata di quella adottata per il Regno d'Italia, ed il 5 lire tra queste, la mia favorita.

Non sono monete comuni, i 5 lire, quelli emessi tra il 1859 ed il 1861, non vi era grande disponibilità di argento e le guerra era alle porte, ed infatti non compaiono con la stessa frequenza di altri anni precedentemente emessi.

Regno di Sardegna Vittorio Emanuele II (1849-1861)

5 Lire 1859 Torino Argento g. 25,048 diametro 37,09

D/ VICTORIVS EMMANVEL II• D• G• REX SARD• CYP• ET HIER• testa nuda a destra; sotto, FERRARIS e 1859

Rv. DVX SAB• GENVAE ET MONTISF• PRINC• PED• &, Stemma coronato ed ornato del collare dell'Annunziata tra rami d'alloro; sotto, B testina d' aquila L• 5

T/ ❀ FERT ❀ nodo ❀ FERT ❀ nodo ❀ FERT (B) ↓ pezzi coniati 11.925

Pagani 388, MIR 1057s, CNI 59, Davenport 137

Conservazione Splendida, moneta molto rara.

Questo esemplare si è patinato in maniera anomala, con sfumature iridescinti al diritto, parte esposta all'ossigeno e rimanendo bluastra al rovescio a contatto con il floccato.

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Discussione davvero interessante che continuerò a seguire :) già, ho notato pure io che nei cataloghi di monete italiane non sono contemplate quelle coniate all'estero ma regolarmente circolanti nel Lombardo-Veneto... sarebbe comunque una lacuna da colmare.

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Credo che sia d'obbligo una linea guida, Tm_NPZ.

Le faccio un esempio; durante il periodo napoleonico Roma, Torino e Genova erano zecche dell'impero francese, al pari di Parigi, Lione, La Rochelle, o Bordeaux etc. etc, Ginevra, o Utrecht in Olanda. Quindi dato che tutta questa monetazione aveva libera circolazione in Italia ed equiparata alla monetazione del Regno d'Italia, sarebbe da inserire nei nostri cataloghi. E' una tale massa di estrazioni che sarebbe già un catalogo a parte solo questo.

Merita studi approfonditi, che per altro stanno facendo in Francia con non poche difficoltà, ove questa monetazione è assai curata e dove le zecche di Genova, Torino e Roma sono considerate facenti parte dell'Impero. Considerarle zecche francesi le tre sopraindicate, da parte dei francesi ha un senso storico, di aggiungere ai nostri cataloghi le zecche disclocate in Francia, Svizzera, ed Olanda, è storicamente meno corretto.

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Le zecche del Regno di Sardegna negli anni di transizione all'unità erano tre, Torino, Genova e dal 1859 anche la zecca di Milano, infatti, al terminedel conflitto franco piemonese contro l'impero asburgico e della seconda guerra di indipendenza (26 aprile 1859 - 12 luglio 1859), la Lombardia fu annessa al regno di Sardegna e Milano, capitale del Lombardo Veneto divenne una zecca Sabauda. Nei pochi anni che hanno preceduto all'unità d'Italia, Milano ha battuto moneta da 20 lire, 10 lire, 1 lira e centesimi 50.

Regno di Sardegna Vittorio Emanuele II (1849-1861)

20 Lire 1860 Milano Oro grammi 6,433 diametro 21,32mm

D/ VICTORIVS EMMANVEL II D. G. REX SARD. CYP. ET HIER, testa nuda a sinistra con barba e baffi, sotto al collo F. - 1860

Rv. DVX SAB. GENVAE ET - MONTISF. PRINC. PED. & scudo Savoia coronato e cinto del Collare dell'Annunziata tra due rami di alloro, in basso a sinistra M. L. 20 .

T/ rigato ↓

Conservazione Splendida, moneta comune

Ex Asta Montenapoleone 8 n. 729 11/5/88

Pagani 357, CNI 66, Friedberg 1148. pezzi coniati 22.663

La zecca di Milano iniziò a battere moneta per il Regno di Sardegna già nel mese di agosto del 1859.

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.il 90% lo fanno le fotografie ... ma apprezzo comunque, e sentitamente ringrazio.

Grande antagonista del Regno di Sardegna, e dove si svolsero gli scontri più sanguinosi, è il Regno di Napoli. La dinastia di Borbone vi governa con alterne fortune da decenni ed oltre ad essere florido è armato e ben difeso. Tipologicamente le monete di Napoli non si discostano più di tanta quelle battute a Roma ed a Torino. Stereotipate e tardo ottocentesche, con il ritratto del sovrano al diritto ( in questo caso a destra per l'argento) e lo stemma, scarno e lineare al rovescio. Una moneta artisticamente povera, essenzilae nel tratto e nella rappresentazione. Non ha fronzoli, non vi sono i soliti rami di alloro con bacche a corona dello stemma araldico. Così scevro di dettagli da essere omessa anche la firma dell'incisore. Al D/ l'effige del sovrano appare leggermente appesantito ma ben proporzionato nel campo, sebbene un'immagine leggermente più grande avrebbe dato magigor importanza alla monetazione. Sono tempi difficili anche per Ferdinando II e i maestosi 30 ducati e le sue frazioni non sono più battuti dal 1856. Ai giorni nostri la storia cambia in un mese, allora richiedeva più tempo ma che ci fose un processo in atto non era mistero per nessuno. La Pace di Zurigo del novembre del 1859 delinea un nuovo volto all'Italia e non sembra poter avere diverso epilogo se non in uno scontro diretto in Campania. Tralascio l'annosa questione della spedizione dei mille, anche in questo caso non è la sede più appropriata il nostro forum e mi limito alle notre care monete di Napoli.

Mancando l'oro si parte dall'argento ed a Napoli si batteva la piastra da 120 grana.

Regno delle Due Sicilie Ferdinando II Borbone (1831-1859)

Piastra da 120 grana 1859 Napoli Argento gr. 27,483 diametro 37,03

D/ FERDINANDVS II• – DEI GRATIA REX testa adulta a destra; sotto 1859

Rv. (d) SIC• ET HIER• - REGNI VTR• stemma coronato con 10 palle nell'arma di Portogallo, sotto G• 120

T/ giglio PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS in incuso (B) ↓

Conservazione bello splendido, moneta non comune

Asta Montenapoleone 6 n. 836 28/2/85 (? non sono certo sia questo l'esemplare Montenapoleone o un secondo acquistato)

Pagani 225 , CNI 356, Pannuti Riccio 88, Davenport 175

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C'è una monetazionedell'ottocento che crea alcuni problemi ai puristi del Regno, collezionarla si o non collezionarla, il dilemma. Solitamente si tende a non fare rientrare la monetazione plebiscitaria nel Regno d'Italia, probabilmente a ragione. E' la monetazione di transizione dal Regno di Sardegna allo stato unito; con i plebisciti le popolazioni di Emilia e Toscana si uniscono allo Stato Sabaudo; anche in questo caso esiste un revisionismo storico accaldato sul valore del voto plebiscitario, non è certo questa la sede adatta per una discussione storica.

Bhe, l'unico commento che mi viene scrivendo questa piccola memoria numismamatica è il pensiero incompiuto: Abbiamo fatto l'Italia ed ora facciamo gli ITALIANI, diciamo che siamo in corso d'opera :).

Or bene Parma e Modena si erano già espresse all'annessione dei propri territori allo Stato Sardo, ma non la dotta Bologna che 11-12 marzo 1860 indice il voto plebiscitario per scegliere fra l'annessione alla monarchia di Vittorio Emanuele II oppure costituire un Regno separato. Il 18 marzo l'Emilia è dichiarata parte integrante del Regno di Sardegna. Quindi in questo caso le monete battute a Bologna con tale data ... sono una sorta di ibrido storico premonitore, oppure sono state battute nel 1860 con data 1859.

Prendiamo una ad esempio:

Regno di Sardegna Vittorio Emanuele II Re Eletto (1859-1861)

5 Lire 1859 Bologna Argento gr 24,908 diametro 36,83

D/ VITTORIO - EMANUELE II, testa nuda a destra, sotto al collo FERRARIS, allesergo 1859

Rv. DIO PROTEGGE - L ITALIA, scudo coronato semplice di Savoia raccolto nel collare dellAnnunziata pendente tra due rami di alloro. Allesergo L 5 , lungo lorlo destro BOLOGNA in caratteri minuti

T/ rigato ↓ 6.566

Conservazione bello splendido. Moneta molto rara.

Pagani 432, MIR 1063a, CNI 1, Davenport 138

Stilisticamente è ancorata alla monetazione del Regno di Sardegna con il collo del monarca allungato, la barba sottile; innovativa la legenda in italiano, primo elemento di rottura con il passato e regionalismo ligure-piemonetese, per la prima volta si parla italiano sulle monete di casa Savoia, si ampia il progetto di Nazione con questa moneta. Lo stesso richiamo lo abbiamo al rovescio, DIO PROTEGGE L'ITALIA, già in auge nel regno d'Italia napoleonico, qui riproposto e con ben chiari i progetti unitari.

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Sempre a Bologna è stata battuta moneta per 159 esemplari in oro da 20 lire 1860 e da 10 lire 1860, comunemente denominata Regie Provincie per la legenda. Il 20 lire 1860 Bologna è una delle monete più rare dell'800 e di conseguenza anche delle più costose, recentemente da NGSA un esemplare è stato aggiudicato a 150.000 chf, cifra che gravata di diritti e dazi sfiora i 190.000 chf, che non sono bruscoli. Ricordo che il primo step di prezzo fu in un'asta di Negrini una quindicina di anni orsono superando i 100.000.000 di lire, poi da li un leggero ma costante crescendo sino alle ultime aggiudicazioni. Le monete non hanno mai circolato e sono state coniate per ostentazione, deve essere fondo a specchio con la testa sabbiata, solo per questi esemplari è giustificabile un tale esborso. Esistono esemplari accidentalmente entrati in circolazione, avendo la moneta totale ed effettivo titolo di acquisto. Diversamente il 10 lire 1860, ha avuto tiraruta ben superiore per 1.145 esemplari, ha pochissime differenze rispetto al conio del 20 lire, ed anch'esso è stato battuto nel 1861 ... diciamo a cose fatte, praticamente ad unità d'Italia quasi conseguita. Ho visto astucci con entrambi i pezzi in fondo a specchio (in realta con i conii a nuovo e di primissima battitura, non con i tondelli preparati). Porei dire che se per il 20 lire la supposta conservazione eccezionale è la norma, per il 10 lire rientra nelle eccezioni essendo queste monete entrate in circolazione, duvuto anche al fatto di una certa carenza del "mezzo marengo" sul mercato.

Regno di Sardegna Vittorio Emanuele II Re Eletto (1859-1861)

10 Lire 1860 Bologna Oro

D/ VITTORIO - EMANUELE II - 1860 testa nuda a sinistra, sotto alla base del collo D.B.

Rv. REGIE PROVINCIE DELL' EMILIA, rami di lauro incrociati e legati alla base, sotto B. Nel campo LIRE - 10 T/ rigato ↓ 1.145

Pagani 431, MIR 1062a, Friedberg 257

I conii sono di Donnino Bentelli incisore che operò lungamente in Emilia.

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I plebisciti non investirono solo l'Emilia ma interessarono anche il Granducato di Toscana, ove da tempo governava un ramo cadetto della famiglia imperiale degli Asburgo. Leopoldo II dopo i primi anni di governo illuminato, man mano che l'espansionismo sabaudo aumentava sulla penisola, la sua reazione era sempre più corcitiva nei confronti della popolazione.

fece abolire lo Statuto nel 1852 e la Guardia Civica. La Toscana venne occupata militarmente da truppe austriache coadiuvato da un esercito toscano, per un costo eccessivo per le entrate che Firenze poteva sostenere. Livorno da sempre la città più insofferente nei confronti degi austriaci, insorse. Gli austriaci non ebbero la minima esitazione reprimendo la rivolta che costò centinaia di morti. La situazione era tale nello stato che Leopoldo II introdusse nuovamente la pena di morte. Il distacco dai propri sudditi era incolmabile, ed a nulla valse la dichiarazione di neutralità nelle operazione di guerra del 1859 tra franco-piemontesi e l'Austria. Rispettando il volere del suo popolo e non avendo altra scelta se non spargere sangue decise di abbandonare Firenze il 27 aprile. In carrozza passando per la porta di Boboli prese la strada per Bologna, senza lasciare alcuna disposizione e con il poco bagaglio che la carrozza poteva trasportare. Non fu una fuga, semplicemente prese atto della fine della sua sovranità, ed i fiorentini non inveirono ne maledissero, anzi al passaggio della carrozza vi fu commozione per la partenza del Granduca. Leopoldo II abdicò il 21 luglio dall'esilio viennese. Tornò in Italia, per triste destino alla vigilia della breccia di porta Pia, e morì a Roma il 28 gennaio 1870. La sua salma è stata strasportata chiesa dei Capuccini a Vienna.

Gran Ducato di Toscana Leopoldo II (1824-1859)

Francescone da 10 Paoli 1859 Firenze Argento g. 27,298 mm 41,14

D/ LEOPOLDVS II• D•G• P•I•A•P•R• H• ET B•A•A•MAGN• DVX ETR• testa barbuta adulta a destra, sotto al collo NIDERöST.

Rv. SVCEPTOR - NOSTER DEVS , nel campo stemma rettangolare sormontato da corona, inquartato e caricato dello stemma coronato dei Lorena, tutto su croce di Santo Stefano. Pendente il Collare del Toson d’oro con due onorificenze, sotto PISIS - 1859

T/ QUATTRO FIORINI DIECI PAOLI tra foglie di lauro in rilievo

Conservazione bello splendido, moneta molto comune.

Pagani 119 CNI 120 Galeotti 5 Curatolo 1500 (fdc-) Davenport 160

.

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Personaggio di grande rilievo nell'unità nazionale è sicuramente Bettino Ricasoli (Firenze, 9 marzo 1809 – Castello di Brolio, 23 ottobre 1880), a lui si deve il delicato passaggio della Toscana da Granducato a parte costituente nel Regno di Sardegna. Alla partenza di Leopoldo II dalla capitale il destino di quelle terre era segnato, ciò che ancora non era scritto quendo vi sarebbe stata l'annessione ed in quali termini. Faccio presente che se esiste un movimento revisionista per il Regno delle Due Sicilie non da meno è quello Toscano, che per l'appunto impugna il voto plebiscitario e la schiacciante maggioranza che ebbe il si allo spogliodelle schede.

Tornando al Barone Ricasoli, uomo di grande cultura, religioso e morigerato (riuscì a salvare il patrimonio di famiglia, o quel che ne restava con una attentissima politica di taglio dei costi e oculatezza nelle spese), era attivista politico sin dalla giovane età, nel 1847 fondò in Firenze "La Patria" che già ai tempi auspicava all'unità nazionale.

Nell'aprile del 1859 l'appena costituito Governo Provvisorio di Toscana lo nomina Ministro dell'Interno ed assunse, dopo l'armistizio di Villafranca, il potere centrale. Nel 1859 Ricasoli mette le basi le il giornale "La Nazione" che come "La Patria" faceva dell'unità d'Italia la principale tematica.

Sempre nel 1859 Ricasoli ebbe un ruolo determinante nella fondazione del nuovo giornale La Nazione che appunto poneva la tematica nazionale al centro del proprio interesse. Con l'Unità ebbe importanti incarichi governativi, successe a Cavour come primo ministro e si curò soprattutto di ripianare i difficilissimi rapporti con la Santa Sede.

Vi allego una medaglia molto rara e di grande importanza storica. Si tratta al verso del progetto o piedfort del fiorino del 1859, trasformato in medaglia nel 1859. Di questa esiste un piedfort liscio al rovescio.

La medaglia è in argento.

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