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IGNORED

medio bronzo di zecca sarda


mariesu

Risposte migliori

Salve amici,

vorrei aprire una discussione sulla serie monetale del cosiddetto “Sardus Pater”, i noti medi bronzi dell’età romana, di zecca sarda, che pare abbiano circolato soltanto in Sardegna. Di questa interessante e per certi versi affascinante tipologia sarebbe interessante discutere sulla data di emissione, l’area circoscritta dei ritrovamenti, la localizzazione della sede emittente e i vari tipi di stilizzazione delle impronte.

V’invito, inoltre, nel caso abbiate qualche esemplare in collezione, o nel caso ne incrociate nei vari siti numismatici, a postarlo.

L’esemplare che posto è pubblicato nel mio libro sulla monetazione vandalica, e fa parte della mia umile raccolta.

D/ IIIVS… - • PR.; testa nuda di Azio Balbo a s. R/ .A…AT..; testa del Dio Sardus a d.; coronata di penne, dietro la nuca, punta di lancia.

Ø mm. 21; gr. 2,02.

N.B. lo stile delle impronte è tipicamente barbarico, alcune lettere sono retrograde.

Un caro saluto,

Mariesu

Modificato da mariesu
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Si tratta sicuramente di una emissione che andrebbe esaminata più a fondo.

Intanto avverto che in passato una discussione aveva già preso in considerazione l'emissione di "Sardus Pater": vedasi "Shardana e Sardus Pater" nella sezione "Monete Romane Provinciali".

Poi prenderemo le giuste mosse..... per un prosieguo della discussione....

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La discussione che dice acraf è questa:

ricordo un'altra discussione iniziata da me sulla monetazione sarda ma non riesco a trovarla...

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Intanto provo a spendere alcune parole su questa emissione, in pratica traducendo dal Roman Provincial Coinage (RPC), vol. I, p. 163-164.

L'emissione con Sardus Pater è curata da M. Atius Balbuse viene trovata soprattutto nella Sardegna sud-occidentale e i principali riferimenti bibliografici (numismatici) sono, oltre ai vari Sylloges:

C. Albizzati, Due questioni di numismatica sardo-romana, Annali della Facoltà di Lettere della R. Università di Cagliari, I-II, 1928, p. 5-7;

M. Grant, From Imperium to Auctoritas, 1946, rist. 1969, p. 150-152;

E. Birocchi, La monetazione romana-sarda, Archivio Storico Sardo, 1954, p. 19-38;

R. Pera, Monete con Sardus Pater nelle collezioni civiche genovesi, L'Africa romana (Atti del XIV Convegno di Studi, Sassari 7-10 dicembre 2000), p. 2307-2316;

SNG Sassari, I. Sicilia-Numidia, Milano 1994 (dove esistono tre esemplari nel Museo Archeologico "G.A. Sanna")

Qusta emissione probabilmente risale al secondo trimvirato. Il monetario, M. Atius Balbus, è storicamente sconosciuto, ma probabilmente era il governatore provinciale della Sardegna, dopo l'occupazione dell'isola nel 38 a.C.

Al diritto abbiamo la leggenda M ATIVS BALBVS PR, e testa del governatore a sinistra. Le lettere finali PR sono state decifrate dal Grant come P(atronus) R(eipublicae) in quanto fondatore di Uselis. Solo su pochi esemplari si nota un puntino tra P e R, mentre manca nella maggior parte degli esemplari noti, per cui la lettura di Grant viene ora considerata improbabile. Resta ancora in piedi l'ipotesi che la zecca di questa moneta sia Uselis (attuale Usellus, a 25 km dal Golfo di Oristano), che fu una Colonia Iulia Augusta, ma probabilmente era municipium sotto Ottaviano e quindi con diritto di battere moneta.

Questa moneta presenta un'ampia varietà stilistica ed esistono esemplari di stile molto barbarico e di peso basso.

Probabilmente erano dei semissi di piede semunciale.

Il RPC cita 51 esemplari, ai quali bisogna aggiungere i tre esemplari di Sassari (citati nel Supplemento I di RPC) e gli esemplari di Genova.

Il sito CoinArchives riporta 17 esemplari. Il più bello è quello di Tkalec, che qui posto, aggiudicato a 1450 CHF

post-7204-0-03502400-1297794662_thumb.jp

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Quello che posto è uno dei pochissimi esemplari noti di stile abbastanza buono, sicuramente paragonabile ai coni dell'epoca di Ottaviano, mentre la quasi totalità dei "Sardus Pater" che ho avuto occasione di vedere hanno le impronte rozze e approssimative, secondo me è su questo che dobbiamo concentrare maggiormente le nostre ricerche.

Quelli di conio rozzo potrebbero essere stati battuti in una zecca itinerante al seguito di qualche contingente militare di colonizzazione, per cui, i coni sono stati incisi frettolosamente da maestranze maldestre e poco qualificate. Per quanto riguarda invece i coni di stile tipicamente barbarico, che hanno alcune lettere retrograde e spesso inserite a casaccio, si possono formulare tante ipotesi. La nostra isola ha subito parecchie invasioni, tra le quali, quella dei goti, che durò circa due anni, e fu circoscritta a pochi lembi di territorio; e quella dei Vandali, andata a "buon fine" e protrattasi per oltre settant'anni. Potrebbe sembrare strano, dopo cinque secoli dalle prime emissioni (quelle degli esemplari di stile fine) e in pieno cristianesimo, che nella monetazione sarda persistessero ancora rappresentazioni di divinità pagane ma, al riguardo, è utile ricordare la nota missiva di Gregorio Magno (590-604 d. C.), in cui, il papa cercava di convincere il capo dei barbaricini, il dux Ospitone, perché persuadesse il suo popolo ad abbandonare l'idolatria. Pertanto non escluderei la possibilità che a emettere le monete in questione possa essere stato proprio il dux Ospitone o, anche, solo per fare un altro esempio, quei Maurusi (V-VI secolo) di cui parla anche Procopio, stanziati nel meridione dell'isola a presidio delle miniere, territorio chiamato ancora oggi "Maurreddia" e "Maurreddus" i suoi abitanti.

A presto,

G.L.

post-5876-0-87592100-1297883002_thumb.jp

Modificato da mariesu
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In effetti la differenza stilistica è considerevole. Peso e modulo di questo esemplare? in rapporto agli altri? così su due piedi, pur non essendo addentro a tale misteriosa monetazione, stento a credere che una emissione così curata stilisticamente sia successiva alle altre.

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Purtroppo non ho il peso e il diametro della moneta, anni fa mi diede la scansione un conoscente che a sua volta aveva acquisito l’immagine da un volumetto sulla storia della Sardegna, in cui, appunto, non erano indicati i dati ponderali; in ogni caso, oltre al buon livello qualitativo, dalla foto si può intuire che è di modulo largo e, per deduzione, anche il peso dovrebbe essere superiore alla media del tipo, presumibilmente, intorno ai dodici grammi.

Se riesco a recuperare un po’ di tempo, domani nè posto un’altra simile.

Forse mi sono spiegato male, ma non credo di aver scritto che l’emissione della serie in oggetto sia successiva a quella di conio barbarico, il contrario.

Nè posto una di tipo barbarico.

post-5876-0-01463200-1297942915_thumb.jp

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Intanto provo a spendere alcune parole su questa emissione, in pratica traducendo dal Roman Provincial Coinage (RPC), vol. I, p. 163-164.

L'emissione con Sardus Pater è curata da M. Atius Balbuse viene trovata soprattutto nella Sardegna sud-occidentale e i principali riferimenti bibliografici (numismatici) sono, oltre ai vari Sylloges:

C. Albizzati, Due questioni di numismatica sardo-romana, Annali della Facoltà di Lettere della R. Università di Cagliari, I-II, 1928, p. 5-7;

M. Grant, From Imperium to Auctoritas, 1946, rist. 1969, p. 150-152;

E. Birocchi, La monetazione romana-sarda, Archivio Storico Sardo, 1954, p. 19-38;

R. Pera, Monete con Sardus Pater nelle collezioni civiche genovesi, L'Africa romana (Atti del XIV Convegno di Studi, Sassari 7-10 dicembre 2000), p. 2307-2316;

SNG Sassari, I. Sicilia-Numidia, Milano 1994 (dove esistono tre esemplari nel Museo Archeologico "G.A. Sanna")

Qusta emissione probabilmente risale al secondo trimvirato. Il monetario, M. Atius Balbus, è storicamente sconosciuto, ma probabilmente era il governatore provinciale della Sardegna, dopo l'occupazione dell'isola nel 38 a.C.

Al diritto abbiamo la leggenda M ATIVS BALBVS PR, e testa del governatore a sinistra. Le lettere finali PR sono state decifrate dal Grant come P(atronus) R(eipublicae) in quanto fondatore di Uselis. Solo su pochi esemplari si nota un puntino tra P e R, mentre manca nella maggior parte degli esemplari noti, per cui la lettura di Grant viene ora considerata improbabile. Resta ancora in piedi l'ipotesi che la zecca di questa moneta sia Uselis (attuale Usellus, a 25 km dal Golfo di Oristano), che fu una Colonia Iulia Augusta, ma probabilmente era municipium sotto Ottaviano e quindi con diritto di battere moneta.

Questa moneta presenta un'ampia varietà stilistica ed esistono esemplari di stile molto barbarico e di peso basso.

Probabilmente erano dei semissi di piede semunciale.

Il RPC cita 51 esemplari, ai quali bisogna aggiungere i tre esemplari di Sassari (citati nel Supplemento I di RPC) e gli esemplari di Genova.

Il sito CoinArchives riporta 17 esemplari. Il più bello è quello di Tkalec, che qui posto, aggiudicato a 1450 CHF

post-7204-0-03502400-1297794662_thumb.jp

Come altre volte, ho provato a cercare i "Sardus Pater" su CoinArchives, ma non mi da più di tre

esemplari, tu riesci a visualizzarne 17 ?

Grazie, per il prezioso contributo.....!

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Purtroppo si tratta del sito CoinArchives Pro, che è a pagamento e richiede una password.

Quello che posso fare è intanto allegare la ricerca in formato pdf e puoi vedere gli esemplari ivi illustrati.

Se hai bisogno di immagini di determinati esemplari (molti si ritrovano nel sito acsearch.info, che è gratuito), puoi farmi un fischio, specificando gli estremi.

Sardus Pater CoinArchivesPro.pdf

Mi incuriosisce molto la tua ipotesi di una ripresa al tempo del dux Ospitone, alcuni secoli dopo.

Questa ipotesi è interessante ma dovrebbe essere confortata almeno da dati archeologici e cioè presenza di monete "barbariche" con Sardus Pater non troppo consunti in contesti del tardo impero romano.

Comunque non dimentichiamo che i Vandali notoriamente riutilizzarono monete romane imperiali, anche del I secolo d.C., apponendo graffiti per ritariffare in nummi, a dimostrazione che comunque, almeno a livello locale, le monete di bronzo circolarono molto a lungo per cui anche un barbaricino come Ospitone poteva bene conoscere monete locali emesse molto prima, per essere in qualche modo "ricopiate"......

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Purtroppo si tratta del sito CoinArchives Pro, che è a pagamento e richiede una password.

Quello che posso fare è intanto allegare la ricerca in formato pdf e puoi vedere gli esemplari ivi illustrati.

Se hai bisogno di immagini di determinati esemplari (molti si ritrovano nel sito acsearch.info, che è gratuito), puoi farmi un fischio, specificando gli estremi.

Sardus Pater CoinArchivesPro.pdf

Mi incuriosisce molto la tua ipotesi di una ripresa al tempo del dux Ospitone, alcuni secoli dopo.

Questa ipotesi è interessante ma dovrebbe essere confortata almeno da dati archeologici e cioè presenza di monete "barbariche" con Sardus Pater non troppo consunti in contesti del tardo impero romano.

Comunque non dimentichiamo che i Vandali notoriamente riutilizzarono monete romane imperiali, anche del I secolo d.C., apponendo graffiti per ritariffare in nummi, a dimostrazione che comunque, almeno a livello locale, le monete di bronzo circolarono molto a lungo per cui anche un barbaricino come Ospitone poteva bene conoscere monete locali emesse molto prima, per essere in qualche modo "ricopiate"......

Perciò anche tu condividi l'ipotesi che i grandi e medi bronzi romani, grafiti rispettivamente con i numerali LXIII, e XLII (nummi), siano stati prodotti e reintegrati nella circolazione dai Vandali. L'attribuzione è ostica e assai discussa tra gli studiosi, alcuni, credono che si tratti di « monetazione suppletiva» ostrogota di area italica, un'altra teoria ne colloca l'emissione in nord Africa nel periodo immediatamente successivo la riconquista bizantina (533); teorie che disapprovo in toto, perché (ma non solo)sia nel sistema monetale goto che in quello bizantino mancano completamente numerali corrispondenti.

Al riguardo t'informo che a breve (presumibilmente a fine aprile) sarà pubblicata la riedizione, aggiornata, del mio libro "La Monetazione Vandalica in Sardegna", emissione e circolazione, in cui, ancora con più convinzione continuo a sostenere la paternità Vandala dell'emissione dei bronzi contromarcati.

Per quanto riguarda il "Sardus Pater" (naturalmente non ho visto con i miei occhi, per cui, riporto quanto mi è stato raccontato), un'esemplare di stile e fabbrica tipicamente barbarico di soli gr 1,50, è stato rinvenuto con un solido di Giustiniano.

Pertanto anche l'ipotesi Ospitone merita di essere approfondita seriamente; e non è così strampalata, come potrebbe sembrare, neppure quella vandala.

a presto

Modificato da mariesu
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Ti ringrazio per l'informazione. Anch'io protendo per l'attribuzione ai Vandali dei bronzi contromarcati con i segni di valore dei Nummi, ma non sono un esperto di tale periodo.

Tienimi informato della disponibilità e reperibilità della riedizione del tuo volume sui Vandali in Sardegna, che reputo molto interessante.

Ciao

acraf

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