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I simboli del potere


Arka

Risposte migliori

Chiunque si avvicini alla monetazione bizantina scopre ben presto che l'iconografia imperiale è ricchissima di vesti e di accessori. Mi chiedevo se con l'aiuto dei più esperti possiamo stilare un elenco dei smboli del potere dando anche qualche breve notizia in merito.

Per iniziare vorrei porre l'attenzione sull'akakia, ovvero il sacchetto di cenere che spesso gli imperatori tengono in una mano. L'akakia veniva consegnata al nuovo imperatore nel giorno della sua incoronazione e aveva lo scopo di ricordargli che anche lui era mortale.

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Supporter

Chiunque si avvicini alla monetazione bizantina scopre ben presto che l'iconografia imperiale è ricchissima di vesti e di accessori. Mi chiedevo se con l'aiuto dei più esperti possiamo stilare un elenco dei smboli del potere dando anche qualche breve notizia in merito.

Per iniziare vorrei porre l'attenzione sull'akakia, ovvero il sacchetto di cenere che spesso gli imperatori tengono in una mano. L'akakia veniva consegnata al nuovo imperatore nel giorno della sua incoronazione e aveva lo scopo di ricordargli che anche lui era mortale.

Questo è interessante....

Oltre al "memento mori" citato da Arka, adottato in epoche anche più antiche come antidoto alla superbia, quali altri segni esteriori e iconografici ci sono in epoca bizantina?

Saluti

luciano

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Tutta la cultura del tempo fu prodiga di rappresentazioni materiali che dovevano riflettere l'immagine prestigiosa dell'imperatore. Cosi' anche nelle monete soprattutto d'oro , particolare cura era posta nella rappresentazione della figura imperiale che doveva servire ad esaltarne il potere ,ecco quindi raffigurazioni oltre degli abiti adorni , dello scettro cruciforme o globo crucigero, fibule per fermare il mantello, ricavate da monete d'oro ( come si evince dalle testimonianze delle fonti letterarie e iconografiche, es. mosaici parietali di S.Vitale e S.Apollinare in Classe di Ravenna). Sono state rinvenute cinture composte da monete d'oro raffiguranti Teodosio II° , Giustino, Giustiniano. Insomma l'ostentazione del proprio rango è una tipologia della cultura dell'epoca.

Modificato da profausto
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Quello che dice Profausto è verissimo. Ma quello che volevo capire, magari grazie a qualche nostro forumista, è il significato dei simboli. Capire per esempio perchè il globo come rappresentazione del potere (la croce fu aggiunta in un secondo momento)...

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Posto un appunto di ,Wikipedia dove si evince il significato del globo crucigero. che puo' servire per ampliare la discussione

http://it.wikipedia....Globo_crucigero

http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Globus_cruciger_on_coins

sono rappresentati 38 Files di monete con globo crucigero

Modificato da profausto
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Supporter

Buon pomeriggio

:( Malauguratamente questa discussione si è arenata; credo anche troppo presto, perchè sono convinto che ci sarebbe da dire molto.

Non vorrei che i cultori della monetazione bizantina siano ieratici ed ermetici come le immagini che compaiono sulle monete (ma non solo su quelle) :)

Se sgombriamo il campo da croci, scettri, globi cruciferi e tutti questi simboli della maestà dell'imperatore che sono - credo - deducibili da tutti, quali altri simboli "parlanti" possiamo rilevare nelle monete bizantine?

Arka ha accennato al sacchetto di cenere che doveva rappresentare il "memento mori" che doveva stigmatizzare la fine ultima dell'uomo, anche quello che pur detenendo un potere, alla fine dei suoi giorni sarebbe tornato ad essere cenere come tutti gli Uomini.

Altri simboli? Beh nei mosaici e nei quadri si possono certamente vedere e distinguere più cose che in una moneta; come ad esempio i paludamenti dell'imperatore e la sua famiglia, gli unici a potersi permettere di avere manti e tuniche di porpora.

Diademi, fibule e spille che, poste sulla spalla, tenevano il mantello ed erano tempestate di pietre e, soprattutto, perle; fili di perle che scendevano a lato del diadema e queste si possono rilevare anche dalle monete. Ritengo quindi che le perle fossero un elemento distintivo del potere e dell'imperatore.

Spesso nella mano dell'imperatore o di colui che è ad esso associato, c'è un libro (vangelo?) oppure una pergamena (sacre scritture?), altre volte una coppa o un bacile (ha a che fare con il Santo Graal?) tutte rappresentazioni che riguardano il Sacro e che sono associate all'imperatore....

C'è qualche amico che ci può raccontare qualche cosa di più riguardo alle immagini bizantine monetate?

Saluti

Luciano

Modificato da 417sonia
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Anche a me piacerebbe sapere di più... Speravo che la cosa fosse più semplice, ma mi toccherà studiare di più. Se ho novità le scriverò. Penso (e spero) che lo faranno anche gli altri ''ermetici''...

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Visto che non è stato sviscerato il quesito posto da Arka

proverò ad elencare scvhematicamente alcuni elementi della veste e apparato imperiale (bizantino) come appaiono nelle monete.

Innzitutto la "veste imperiale<" è elemento essenziale dell'affermazione del potere e della funzione svolta dall'imperatore.

Ciascun elemento della veste e dei simboli che l'accompagnavano avevano un ruolo preciso nel descrivere le funzioni del potere imperiale:

militare, legislativo, divino ricoperte dall'imperqatore.

Tanto è vero che vi era un Eidikos o maestro del guardaroba imperiale come funzionario specifico preposto a questo compito.

Esaminiamo i vari elementi che compongono tale rappresentazione :

Chlamys : veste imperiale, mutuata da quella indossata dai consoli romani nell'ambito delle loro funzioni. Veniva data all'imperatore nel giorno dell'incoronazione e veniva indossata come simbolo di rango e di autorità imperiale. Era un mantello semicircolare chiuso ad una spalla da una fibula (ne abbiamo moltissime evidenze nelle rappresentazioni degli imperatori bizantini sia sulle monete sia in bassorilievi, mosaaici, etc.)

Loros o Pallium : stola, toga romana decorata con gioielli che venivano cuciti nella veste dandole prestigio e ricchezza

in un follis di Michele II e Teofilo vediamo Michele che indossa la Chlamys e il figlio Teofilo che indossa il Loros, rappresentando insieme, questi due indumenti, il potere politico e quello religioso che si fondevano insieme nella personalità imperiale

Nel periodo post-iconoclasta il loros era venuto a simbolizzare la manifestazione di Cristo sulla terra e indossandolo l'i mperatore alludeva al diritto ricevuto dalla divinità per governare il regno terreno

Himation : lungo mantello rettangolare , simile anch'esso ad una toga , indossato sopra il chitone, veniva detto anche Paludamentum e rappresentava u mantello militare utilizzato nelle cerimonie pubbliche dando all'imperatore l'immagine di dominus mundi

sakkos era una sottoveste nera che simboleggiava il mistero della personalità imperiale

paragauda era la fascia con pesanti intarsi in oro che l'imperatore indossava, spesso incrociata, sul petto simbolo di ricchezza e ostentazione

Simboli del potere :

globo crucigero e scettro : simboleggiavano il potere terreno dell'imperatore e la sua autorità a regnare

mappa un foulard in pratica che veniva utilizzato dall'imperatore per segnalare l'inizio dei giochi

pendilia i due cordoncini che pendevano dalla corona dell'imperatore conferendole un aspetto di maggiore sacralità e ostentazione

akakia il sacchetto con le ceneri che l'imperatore riceveva il giorno della sua investitura e che doveva rammentargli la sua natura terrena invitandolo a non dimenticarsene mai

Infine ricorderei anche il Maphorion che compare in molte monete bizantine , una tunica con cappuccio indossata dalla Vergine e che compare su miliaresia e anche tetartera.

La veste dell'imperatore era rigorosamente rossa, porpora, essendo simbolo di grandissima distinzione e il colore riservato al solo imperatore.

Per maggiori approfondimenti segnalo :

George Galavaris "The Symbolism of the Imperial Costume as Displayed on Byzantine Coins" ANS Museum Notes VIII, 1958, NY

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Supporter

Buona giornata

Grazie numa, leggevo che all'origine i Dogi veneziani erano insigniti di varie "dignità" bizantine, tra le quali "spatario", tant'è che nelle processioni il Doge si faceva precedere da uno scudiero con la spada, segno esteriore di tale dignità bizantina....un retaggio, al pari dello scranno e dell'ombrello.

Anche questi possono considerarsi quindi quali elementi "bizantini"?

Saluti

Luciano

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Buona giornata

Grazie numa, leggevo che all'origine i Dogi veneziani erano insigniti di varie "dignità" bizantine, tra le quali "spatario", tant'è che nelle processioni il Doge si faceva precedere da uno scudiero con la spada, segno esteriore di tale dignità bizantina....un retaggio, al pari dello scranno e dell'ombrello.

Anche questi possono considerarsi quindi quali elementi "bizantini"?

Saluti

Luciano

Certamente lo scranno, o sedia regale, o trono ha avuto un ruolo importante nel cerimoniale di Bisanzio e ne vediamo raffigurazioni anche sulle monete..

L'ombrello o PARASOLE (in sanscrito chattra) è un simbolo, molto potente di dignità regale, soprattutto nelle culture orientali, per rappresentare il

simbolo della dignità regale e indicare il potere spirituale. Simbolo del potere e della regalità. In altre culture antiche , come quella buddhista Il parasole simboleggia la compassione e la protezione di tutti gli esseri senzienti dal dolore, dalle malattie, dai veleni mentali e dall’ignoranza.

Rare sono le rapprewsentazioni sulle monete dell'ombrello, sovente invece il capo del re, mai lasciato scoperto ma sempre cinto da corona con pendilia, viene fatto oggetto di particolare attenzione e spesso la Vergine o il Cristo accanto all'imperatore lo proteggono con la loro mano alzata sul suo capo.

In alcuni casi abbiamo anche una mano, la manus dei che appare, da sola, a proteggere la testa dell'imperatore.

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Sfogliando un catalogo mi sono guardato un solido di Giustino II, nella mano destra tiene un globo con sopra una Vittoria Alata (spero di non sbagliarmi).La personificazione della vittoria veniva figurata attraverso l' immagine della Vittoria Alata.Spesso ne rappresentava la vittoria ad una guerra, ma non solo, anche in gare atletiche e in competizioni di ogni genere.

Ciao.

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  • 3 settimane dopo...

Guardando l'iconografia imperiale ho notato che a partire da Foca i ritratti cominciano ad avere la barba, che con Costante II diventa addirittura l'elemento predominante. Mi chiedo quanto significato possa avere questo elemento nella simbologia del potere bizantino...

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Non ho riscontri diretti ma l'uso dell'imperatore di portare la barba mi fa venire subito in mente l'iconografia di Cristo. D'altra parte l'imperatore altri non era che il vicario di Cristo in terra per gli affari temporali. E i religiosi ortodossi hanno l'obbligo di portare la barba...

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  • 4 mesi dopo...

Durante le ferie ho potuto approfondire l'argomento. In uno dei post precedenti Sonia417 ha parlato di porpora. Efettivamente la porpora spettava solo al Basileus e al re di Persia. La cosa più curiosa è che la porpora non era usata solo per i mantelli ma anche per le calzature. I calzari di porpora erano uno dei più significativi ornamenti del Basileus. Costantino XI, nell'ultima lotta disperata per la difesa di Costantinopoli, si spoglia di tutti i simboli del potere tranne i calzari di porpora...

Arka

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I calzari (oggi più prosaicamente scarpe) di colore porpora erano una prerogativa anche delle alte Gerarchie della Chiesa, compreso il Pontefice. Giovanni Paolo II le sostituì con normali scarpe di colore marrone, ma Benedetto XVI credo le abbia reintrodotte... Questo proviene da un "retaggio antico", da un tempo in cui il Romano Pontefice era anche un sovrano temporale? Era una maniera per evidenziare la contrapposizione di poteri esistente tra Roma e Bisanzio? Il significato dei calzari porpora sembrerebbe comunque evidenziare una posizione di potere, di supremazia (sia essa di carattere politico, quanto religioso...)

Ovviamente oggi la motivazione dei calzari porpora del Pontefice viene riportata al colore rosso del sangue del Salvatore, al colore del martirio di San Pietro primo Pontefice della Chiesa e martire... però il colore rosso non è porpora

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Supporter

Credo che le calzassero anche altri sovrani, almeno quelli che si rifacevano al simbolismo bizantino.

Le usavano senza dubbio anche i dogi veneziani, anche se taluni libri le identificano anche con il rosso o il bruno, sia di pelle sia di stoffa.

Il Manin durante la cerimonia della sensa le aveva rosse, di panno, con ricami in oro.

Saluti

Luciano

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Possiamo aggiungere a quanto già detto che con gli imperatori bizantini i ritratti monetali sono essenzialmente frontali, se questo da una parte non permette rappresentazioni precise e veritiere ,d'altra parte gli imperatori da Foca in avanti vengono rappresentati con barbe, spesso molto evidenti, e capelli ; in un certo senso il ritratto veniva volutamente caratterizzato e impreziosito, di certo anche tutto questo faceva parte di una strategia di voler mandare un certo messaggio ai propri sudditi.

Rimanendo sempre con Foca con quella barba a linee triangolari, la folta capigliatura, gli occhi decisi e che ti scrutano minacciosi dalla centralità del suo volto possono portare in chi usa e vede queste immagini un sentimento di certo di rispetto ,ma forse direi anche di timore : di certo un degno rappresentante del potere e dell'autorità

Quindi si potrebbe dire che a parte le simbologie presentate prime e i simboli cristiani della croce ed altri, anche l'iconografia bizantina ha le sue caratterizzazioni e non è esente dal mandare messaggi e segnali agli utilizzatori.

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Un altro dei simboli del potere è la veste. Questa nei primi secoli dell'Impero d'Oriente era di tre tipi: la veste militare, la veste consolare e la veste civile. Ognune con le sue caratteristiche. Nella monetazione ritroviamo le prime due. La veste militare comprendeva un elmo con la corona di perle, una corazza e un mantello (che spesso manca sulle monete). Nelle mani dell'Imperatore si vedono una lancia e uno scudo.

La veste consolare prevedeva la trabea, che nel caso dell'Imperatore era tempestata di gemme, e la mappa (di cui si è già parlato) che era il drappo che il console lanciava all'inizio delle corse all'ippodromo.

La veste civile, infine, può essere ammirata nel mosaico di S. Vitale a Ravenna in cui Giustiniano indossa appunto la ricca veste civile.

Arka

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  • 2 settimane dopo...

...Altri simboli? Beh nei mosaici e nei quadri si possono certamente vedere e distinguere più cose che in una moneta; come ad esempio i paludamenti dell'imperatore e la sua famiglia, gli unici a potersi permettere di avere manti e tuniche di porpora...

La monetazione bizantina nel periodo tra l'ascesa al trono dell'imperatore Anastasio e la fine del VI secolo, segue sostanzialmente le caratteristiche della moneta romana del IV-V secolo. Nella tipologia monetaria, però, si avverte un sottile mutamento: rimangono, cioè, dominanti le figure dell'imperatore e della Vittoria, ma avviene in esse una trasformazione in quanto queste due figure si sacralizzano. L'imperatore perde il suo carattere di capo militare e la Vittoria si trasforma nell'angelo cristiano. Questa trasformazione mira all'intento di esaltazione della figura dell'imperatore che la moneta bizantina eredita dalla moneta romana. Tale intento, in ambito bizantino, rimane limitato soprattutto alla moneta d'oro. Esso è meno presente nella moneta d'argento e quasi nullo in quella in bronzo; tale scelta è condizionata dalla nuova concezione della persona dell'imperatore. Il solido è la moneta dei grandi commerci ed è quindi destinata a circolare anche al di fuori dei confini dell'Impero diffondendo così, ovunque, l'immagine dell'imperatore.

Dal V secolo in poi si ritrovano: la riduzione del numero dei tipi monetari e l'introduzione progressiva di elementi cristiani, l'effigie dell'imperatore si riduce sempre di più a pochi elementi come barba e baffi e scompaiono anche i titoli imperiali. L'effigie imperiale assume così un valore simbolico ed è riconoscibile dagli attributi. Progressivamente, poi, scompaiono anche i temi pagani.

E' in tale contesto generale che la moneta bizantina risulta permeata di simboli sui quali è davvero curioso poter riflettere e ricercare grazie a questa discussione molto bella.

La porpora è in effetti un segno distintivo della suprema dignità dell'imperatore e questo non solo in ambito bizantino, ma in tutto il mondo antico. Nell'antica Roma l'uso della porpora era sottoposto a leggi molto severe che punivano con la pena capitale chi osava vestire di porpora pur non appartenendo alla famiglia imperiale.

Essa era preziosa soprattutto perchè estremamente cara: era necessario uccidere 12000 conchiglie per ottenere 2 grammi di colore. Plinio il Vecchio scrive che la porpora più preziosa era quella che presentava una sfumatura di rosso intenso. Il rosso era sola una delle possibili tonalità della porpora e tali sfumature variavano in base alla mescolanza dei diversi molluschi utilizzati, dalle condizioni di luce alle quali i preparati venivano esposti ed agli agenti riducenti.

I colori risultanti includevano il blu ed il porpora scuro. Per Vitruvio la porpora cambia colore in base ai luoghi di produzione e si adegua al corso del sole: ad Est e ad Ovest si trova una sfumatura di violetto, a Nord è scura mentre a Sud è rossa.

A Bisanzio la porpora era prerogativa esclusiva dell'imperatore e della sua famiglia; tale caratteristica aveva un carattere non solo di preziosismo, ma soprattutto sacro. Il libro dell'Esodo recita: "Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri che esprimano gloria e maestà [...] gli artigiani più esperti [...] faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione [...] essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso".

Anche il labaro che si vede nelle monete era di porpora ed indicava la presenza dell'imperatore nell'esercito e dove c'era la porpora, a Bisanzio, lì c'era l'imperatore: i suoi abiti erano colorati di porpora e tessuti con seta della più preziosa. La porpora, nell'antichità, veniva anche considerato il colore non solo più bello, ma anche il più stabile al punto che si riteneva fosse incorruttibile. Tale credenza proveniva dalla storia di Alessandro Magno in quanto si raccontava che quando si impossessò di Susa nel 331 a. C., la capitale di Dario, vi trovò una fortuna di vesti tinte di porpora. Esse erano lì conservate da oltre 180 anni ed i loro colori erano belli come quelli del primo giorno.

Sulle monete non possiamo apprezzare questo colore fantastico del mondo antico, ma è presente perchè il colore venuto dal mare tingeva le vesti che vestono gli imperatori che vediamo incisi.

Enrico :)

Modificato da minerva
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...un elmo con la corona di perle...

Le perle sono un'altra "mania" degli antichi e sono ricche di rimandi simbolici.

Per Plinio il Vecchio, la perla è la prima e più preziosa di tutte le cose. Riferisce che le più pregiate provengono dall'India e dal Mar Rosso; la loro dimensione ed il loro colore dipenderebbero dalla rugiada che entra nella conchiglia e dalle condizioni del tempo. Nell'antichità si riteneva, infatti, che la perla veniva a prodursi quando l'ostrica, nelle prime ore del mattino, emergeva dal mare per aprire le valve ed assorbire così la rugiada celeste, i raggi del sole, della luna e delle stelle. La perla veniva a formarsi, quindi, alla luce degli astri superiori.

Plinio, Tacito, Ammiano Marcellino, Eliano e Svetonio ricordano la corazza fatta di perle che Giulio Cesare dedicò a Venere Genitrice. Lollia Paolina invece, la moglie di Caligola, amava acconciarsi di gioielli fatti di smeraldi e perle, alternati. Cleopatra possedeva le due perle più grandi che mai si fossero vedute e ne fece sciogliere una in un vaso d'aceto per poterla bere durante una cena e vincere una scommessa fatta con Antonio. A detta di Plino, Cleopatra ha speso 10 milioni di sesterzi solo per quella cena. Una delle due perle si salvò dalle follie di Cleopatra e finì tagliata in due metà ad ornare le orecchie dell'effigie di Venere nel Pantheon a Roma.

La perla quindi è la cosa più preziosa e come tale possiede la dignità sufficiente per ornare l'imperatore, essa è poi simbolo non solo di preziosità, virtù e purezza, ma anche di perfezione grazie alla sua forma sferica e di potere visto che gli antichi ritenevano che le perle non si formassero solo con la rugiada ed i raggi dei luminari del cielo, ma anche dai fulmini che venivano racchiusi nella conchiglia qualora essa veniva ad essere colpita quando risaliva dal mare. In particolare nella cultura bizantina, scrive Paolo Silenziario che le perle hanno i poteri della seduzione e del ringiovanimento.

Modificato da minerva
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