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Hatria col buco


g.aulisio

Risposte migliori

A titolo di curiosità, una bioncia di Hatria che non ha nulla di eccezionale, se non il fatto di essere particolarmente mal riuscita.

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Il fatto che la colata non abbia completamente riempito la matrice è piuttosto comune in queste classi, ne sia un esempio questo pezzo illustrato dall'Haeberlin che mostra un profilo praticamente identico...

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Haeberlin, n.56 (gallo a d.), g. 60,20

L'elemento veramente curioso è che la moneta è... cava.

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L'aria che fuoriusciva dalla matrice durante la colata ha tracciato una cavità trasversalmente alla moneta, lungo l'asse dei canali di fusione, cavità che in corrispondenza del centro della moneta, e quindi nella zona di maggior rilievo, tende ad allargarsi.

Qualcosa ha impedito all'aria di defluire completamente lasciando il posto al bronzo: forse lo stesso raffreddamento repentino del metallo, introdotto nella matrice ad una tempertura troppo poco discosta da quella di fusione, ha prima bloccato lo svuotamento della matrice e quindi "fossilizzato" la situazione.

Ciò che un po' stupisce è che il pezzo, invece di tornare immediatamente nel crogiuolo come sarebbe da aspettarsi, sia stato messo in circolazione e che, nonostante le fattezze poco rassicuranti, abbia apparentemente circolato non poco, quanto meno a giudicare dallo stato d'usura.

Ma probabilmente almeno una spiegazione c'è, e ha a che vedere con l'eterno dilemma tra forma e sostanza: nonostante tutti i malanni, il riempimento incompleto della matrice, la cavità che lo attraversa da parte a parte e lo stato di usura, il peso superstite della moneta è di g.56,35 : del tutto accettabile considerando che gli 82 pezzi recensiti dall'Haeberlin spaziano tra gli 83 e i 45,03, con una media attorno ai 65 grammi (ma nella media l'autore non computa altri 16 pezzi, con pesi compresi tra i g.57,48 e i g.42,60).

Livello tecnico produttivo approssimativo, consapevolezza da parte del produttore dei propri limiti tecnici, utilizzatori poco schizzinosi e probabilmente abituati alla pesa del bronzo durante le transazioni: queste le riflessioni che il povero galletto senza coda può indurre.

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Dimenticavo il peso teorico della biuncia: calcolato su di un asse di g.371.83, si attesterebbe a g.74,37 .

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  • 4 settimane dopo...

Direi che nella sostanza...il produttore si sia assicurato semplicemente che il peso sia nei limiti della tolleranza.

E credo che il consumatore/utilizzatore non abbia badato a queste differenze.

Io però faccio una deduzione differente dal ragionamento e dai dati che hai magistralmente esposto.

La differenza ponderale degli esemplari rinvenuti(non sempre fotografati e quindi dei quali non sempre è rilevabile il loro effettivo stato) induce a credere che le monete siano state accettate ex lege e non ex pondo.

Il decadimento ponderale doveva essere già in atto, ma ciò non ha pregiudicato il loro utilizzo, nè tanto meno un mutamento nominale.

Quanto all'asse teorico medio-alto adriatico, dovrebbe essere di 379 gr., quindi con una bioncia "a scendere" di 75,80 gr.

Cambia poco nella sostanza.

Quanto alla datazione, molto controversa, io sono favorevole all'ipotesi precoloniale(se non ricordo male 289 a.C.), con un'emissione in un periodo molto ristretto dall'arrivo dei romani alla fondazione della colonia appunto. Non superiore a una decina di anni.

Vincenzo.

Modificato da Vincenzo
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Io però faccio una deduzione differente [...]

La differenza ponderale degli esemplari rinvenuti(non sempre fotografati e quindi dei quali non sempre è rilevabile il loro effettivo stato) induce a credere che le monete siano state accettate ex lege e non ex pondo.

Finalmente :)!

Lo scopo di questo (sfortunato) post era per l'appunto quello di introdurre questo elemento di dibattito, celato (forse troppo) nelle conclusioni e nella provocazione della "pesa",

Il tema tende ad investire gran parte della produzione di aes grave italico, e in qualche modo ne determina l'interpretazione da un punto di vista economico e monetario, prima che numismatico: ex lege o ex pondo?

Siamo di fronte a qualcosa che pur avendo perduto il suo "valore d'uso" (anche in virtù del tenore di Pb crescente) viene comunque per qulache motivo ancora scambiato a peso (magari per le transazioni più importanti), oppure siamo già nel pieno di un'economia monetaria in cui la moneta (appunto) ha già assunto una funzione di elemento neutro, con un "valore di scambio" definito a priori?

O siamo in un momento di passaggio, con tutte le contraddizioni del caso?

Anche quello della datazione è un bel tema, pure questo comune ad altre serie.

Non tanto la datazione in sè, quanto il senso dell'emissione: emissione autonoma, effettuata prima della colonizzazione romana o emissione in qualche modo legata all'insediamento della colonia?

Due bei quesiti.

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