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Grado di rarità = a che numero di esemplari noti ?


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Se non sbaglio non si è mai posta nel forum la questione della

corrispondenza fra i vari gradi di rarità ed il numero di esemplari noti.

Esempio a "R" corrispondono fino a 500 esemplari noti ?

ed a "RRRR" massimo una ventina ?

ed il "NC" ?, il "RR" ed il "RRR" ?

Grato a tutti coloro che vorranno intervenire nella discussione magari

portando anche riferimenti bibliografici.

Rhoss.

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La rarità di una moneta non dipenda dagli eseplari conosciuti o coniati, anche, ma dipende anche dalle sue apparizioni in un asta, dalla demonetizzazione che ha subito (se l'ha subita) insomma... non è solo un fattore. Se una moneta molto rara comincia a vedersi spesso nelle aste, da R2 potrebbe scendere a R o NC... non sò se mi spiego...

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Se non sbaglio non si è mai posta nel forum la questione della

corrispondenza fra i vari gradi di rarità ed il numero di esemplari noti.

Esempio a "R" corrispondono fino a 500 esemplari noti ?

ed a "RRRR" massimo una ventina ?

ed il "NC" ?, il "RR" ed il "RRR" ?

Grato a tutti coloro che vorranno intervenire nella discussione magari

portando anche riferimenti bibliografici.

Rhoss.

che io sappia la R " non dice " 500 esemplari.. come la R2 non dice 20....come dice ggpp , dipende dalle tirature, dai ritiri e sopratutto dalle apparizioni

poi una moneta potrebbe essere NC in stato cons. MB e R5 in FDC.

massikx

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Oltre a quanto già detto, aggiungo che la rarità è un parametro commerciale, più che numismatico, e in quanto tale fortemente influenzata dal mercato. Ad esempio, qualsiasi R del regno d'Italia sarebbe considerato C in qualsiasi tipo di monetazione preunitaria, viceversa un C del, poniamo, ducato di Mantova sarebbe almeno un R2 se rapportato alle rarità in vigore per il regno. Ma anche all'interno di una stessa monetazione esistono differenze simili: basti ad esempio osservare le rarità poste sulle monete di VE III coniate per i collezionisti, viene affibbiato il grado di rarità R o R2 a moneta con tiratura 500 pezzi, poi magari vediamo la stessa rarità su monete di ben più semplice reperibilità. Il fatto si spiega con la scarsa richiesta su questo tipo di monete, per cui anche 500 pezzi sono sufficienti per rendere la moneta di abbastanza semplice reperibilità sul mercato. In ogni caso non è possibile assegnare un rapporto diretto tra numero di pezzi conosciuti e gradi di rarità.

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Oltre a quanto già detto, aggiungo che la rarità è un parametro commerciale, più che numismatico...

Tanto è vero che, a parità di moneta, non è difficile imbattersi in valutazioni del grado di rarità con differenze anche notevoli tra:

- cataloghi diversi

- edizioni successive del medesimo catalogo

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Come al solito, difficile aggiungere qualcosa a Paolino. Farei soltanto rilevare che in molti casi i registri delle zecche hanno una attendibilità inversamente proporzionale all'epoca della monetazione emessa. Ciò e' naturale e trova numerosi esempi. Carlo Alberto : 100 lire 1836 Genova, dai registri della zecca 703 esemplari. E invece e' tra le date più comuni di questa serie! Sempre stesso sovrano : 50 lire 1833 Genova, dai registri della zecca 92 esemplari, più rara del 50 lire 1864?? E invece appare in quasi tutte le aste importanti, tanto che e' considerata R3, e forse generosamente!

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E per le monete classiche che sono tutte diverse?? cosa significa rarità???

Parametro inafferrabile e poco utile, se non come strumento di vendita commerciale.

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la rarità di una moneta,indipendentemente dalla tirature,"dovrebbe" essere proporzionata alla reperibilità della stessa sul mercato numismatico,dico "dovrebbe" perchè,come dice paolino,è diventato più un fattore commerciale che oggettivo,infatti è vero che molte monete di V.E.III°sono presenti in tutte le aste,i listini,convegni,mercatini e vengono ancora classificate come NC,R e anche R2...

Modificato da gennydbmoney
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La rarità della moneta non dipende solo da questo, se una moneta è conosciuta in 100 esemplari ma sono tutti in collezione e solo 3 sono liberi per il mercato, quella è un R5... poi la reperibilità non è l' unico fattore, ci sono monete che hanno circolato molto e sono comunissime (CC) in MB e sono R3 in FDC.... varia a seconda della moneta e del lavoro che ha svolto...

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Awards

  • 3 settimane dopo...

e la cartamoneta ?

prendiamo in considerazione le lire.... la banconota 50000lire bernini 2 tipo da catalogo e' considerata CC con un valore in fds di 60euro, ma puo' essere restituita alla banca d italia fino a febbraio 2012, potrebbe diventare NC.

oppure una banconota fuori corso gia' da venti anni con 140 milioni di esemplari e considerata da l catalogo CC, ci potrebbe essere la possibilita' che oggi sia R perche' le banche ne hanno ritirate molte?... e se fosse cosi' i gradi di rarita ' sui cataloghi sarebbero indicativi ...

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Oltre a quanto già detto, aggiungo che la rarità è un parametro commerciale, più che numismatico, e in quanto tale fortemente influenzata dal mercato. Ad esempio, qualsiasi R del regno d'Italia sarebbe considerato C in qualsiasi tipo di monetazione preunitaria, viceversa un C del, poniamo, ducato di Mantova sarebbe almeno un R2 se rapportato alle rarità in vigore per il regno. Ma anche all'interno di una stessa monetazione esistono differenze simili: basti ad esempio osservare le rarità poste sulle monete di VE III coniate per i collezionisti, viene affibbiato il grado di rarità R o R2 a moneta con tiratura 500 pezzi, poi magari vediamo la stessa rarità su monete di ben più semplice reperibilità. Il fatto si spiega con la scarsa richiesta su questo tipo di monete, per cui anche 500 pezzi sono sufficienti per rendere la moneta di abbastanza semplice reperibilità sul mercato. In ogni caso non è possibile assegnare un rapporto diretto tra numero di pezzi conosciuti e gradi di rarità.

la rarità di una moneta,indipendentemente dalla tirature,"dovrebbe" essere proporzionata alla reperibilità della stessa sul mercato numismatico,dico "dovrebbe" perchè,come dice paolino,è diventato più un fattore commerciale che oggettivo,infatti è vero che molte monete di V.E.III°sono presenti in tutte le aste,i listini,convegni,mercatini e vengono ancora classificate come NC,R e anche R2...

Scusa genny, ma non sono d'accordo con quello che affermi tu.

Se è vero quanto dice Paolino, cioè che la rarità è commisurata al numero di collezionisti: 100 pezzi per il regno su una moneta ordinaria, cioè non emessa per collezionisti ma per la circolazione, sono pochissimi (faccio l'esempio del 5 lire del 1901 e del 20 lire 1927 ANNO V), per una moneta di Ancona saranno pochi, ma non certo pochissimi, perchè in proporzione ci sono più esemplari disponibili per quel mercato che non si satura, essendoci meno collezionisti (perlopiù regionali) e quindi meno richiesta

su questo punto mi trovate d'accordo

quello su cui non mi trovo d'accordo è la tua affermazione successiva: molte monete di V.E.III°sono presenti in tutte le aste,i listini,convegni,mercatini e vengono ancora classificate come NC,R e anche R2.... Una moneta che, classificata R3, appare in un anno 2/3 anche 4 volte non significa che sia diventata più comune tutto d'un botto!!! Questo perchè:

- Alcune monete sono sempre le stesse che girano di asta in asta (ovviamente con relativo sovrapprezzo)

- Determinati centellinamenti (esempio un collezionista/erede che divide per esempio 5 pezzi immettendo 1 moneta importante per asta) vengono subito assorbiti dal mercato;

- Potrebbe essere un caso fortuito: la moneta R3 è apparsa per 3 volte di seguito in 3 aste nel 2010, ma poi per 10 anni non si vedrà più!

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Se non sbaglio non si è mai posta nel forum la questione della

corrispondenza fra i vari gradi di rarità ed il numero di esemplari noti.

Esempio a "R" corrispondono fino a 500 esemplari noti ?

ed a "RRRR" massimo una ventina ?

ed il "NC" ?, il "RR" ed il "RRR" ?

Grato a tutti coloro che vorranno intervenire nella discussione magari

portando anche riferimenti bibliografici.

Rhoss.

Su ebay sembra che spesso la classificazione di rarità sia fatta secodo altri criteri, ad esempio sulla sua reperibi8lità sul mercato.

Tra l'altro volevo approfittare per chiedere se ri possono considerare rare più della valutazione di catalogo quelle monete che sul mercato non si trovano ma che secondo i cataloghi sono solo NC o R

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Oltre a quanto già detto, aggiungo che la rarità è un parametro commerciale, più che numismatico, e in quanto tale fortemente influenzata dal mercato. Ad esempio, qualsiasi R del regno d'Italia sarebbe considerato C in qualsiasi tipo di monetazione preunitaria, viceversa un C del, poniamo, ducato di Mantova sarebbe almeno un R2 se rapportato alle rarità in vigore per il regno. Ma anche all'interno di una stessa monetazione esistono differenze simili: basti ad esempio osservare le rarità poste sulle monete di VE III coniate per i collezionisti, viene affibbiato il grado di rarità R o R2 a moneta con tiratura 500 pezzi, poi magari vediamo la stessa rarità su monete di ben più semplice reperibilità. Il fatto si spiega con la scarsa richiesta su questo tipo di monete, per cui anche 500 pezzi sono sufficienti per rendere la moneta di abbastanza semplice reperibilità sul mercato. In ogni caso non è possibile assegnare un rapporto diretto tra numero di pezzi conosciuti e gradi di rarità.

la rarità di una moneta,indipendentemente dalla tirature,"dovrebbe" essere proporzionata alla reperibilità della stessa sul mercato numismatico,dico "dovrebbe" perchè,come dice paolino,è diventato più un fattore commerciale che oggettivo,infatti è vero che molte monete di V.E.III°sono presenti in tutte le aste,i listini,convegni,mercatini e vengono ancora classificate come NC,R e anche R2...

Scusa genny, ma non sono d'accordo con quello che affermi tu.

Se è vero quanto dice Paolino, cioè che la rarità è commisurata al numero di collezionisti: 100 pezzi per il regno su una moneta ordinaria, cioè non emessa per collezionisti ma per la circolazione, sono pochissimi (faccio l'esempio del 5 lire del 1901 e del 20 lire 1927 ANNO V), per una moneta di Ancona saranno pochi, ma non certo pochissimi, perchè in proporzione ci sono più esemplari disponibili per quel mercato che non si satura, essendoci meno collezionisti (perlopiù regionali) e quindi meno richiesta

su questo punto mi trovate d'accordo

quello su cui non mi trovo d'accordo è la tua affermazione successiva: molte monete di V.E.III°sono presenti in tutte le aste,i listini,convegni,mercatini e vengono ancora classificate come NC,R e anche R2.... Una moneta che, classificata R3, appare in un anno 2/3 anche 4 volte non significa che sia diventata più comune tutto d'un botto!!! Questo perchè:

- Alcune monete sono sempre le stesse che girano di asta in asta (ovviamente con relativo sovrapprezzo)

- Determinati centellinamenti (esempio un collezionista/erede che divide per esempio 5 pezzi immettendo 1 moneta importante per asta) vengono subito assorbiti dal mercato;

- Potrebbe essere un caso fortuito: la moneta R3 è apparsa per 3 volte di seguito in 3 aste nel 2010, ma poi per 10 anni non si vedrà più!

ciao elmetto,sono d'accordo sui tuoi ultimi passaggi,quello che volevo dire io e che alcune monete di V.E.III°come ad esempio 20 centesimi impero del 36 o il cappellone del 28 vengono considerate dai cataloghi,e non da me,rispettivamente R2 e NC quando poi sono presenti in tutte le aste, listini,convegni ecc.e spesso anche più di un esemplare alla volta,e questo non succede ogni 10 anni ma tutti gli anni,anzi,tutti i mesi....

Modificato da gennydbmoney
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ciao elmetto,sono d'accordo sui tuoi ultimi passaggi,quello che volevo dire io e che alcune monete di V.E.III°come ad esempio 20 centesimi impero del 36 o il cappellone del 28 vengono considerate dai cataloghi,e non da me,rispettivamente R2 e NC quando poi sono presenti in tutte le aste, listini,convegni ecc.e spesso anche più di un esemplare alla volta,e questo non succede ogni 10 anni ma tutti gli anni,anzi,tutti i mesi....

Sul Cappellone, posso darti pienamente ragione: è una moneta comune. Costa un pò più del littore del '27 perchè :

( a ) è unico millesimo, quindi fa tipologia a se, quindi è l'unica moneta a rientrare sia in collezione per chi fa regno completo sia per chi colleziona la tipologica

( b ) seppur di alta tiratura (oltre 3 milioni di pezzi) è stata certamente demonetizzata, ma più importante la tesaurizzazione da parte di collezionisti di altre monetazioni e nostalgici del fascismo (per il motto ivi riportatovi), nonchè appassionati di storia. E' stata esportata anche all'estero

esistono molti falsi anche per tali cause

sul 20 centesimi del '36 beh... credo che la rarità sia effettivamente giusta. Questa moneta tra gli spiccioli era più difficile da ritrovare rispetto a un 2 lire del '27. Poco meno della 2 lire del '42. Per cui direi che, pur comparendo sempre alle aste in ingenti quantità, si desume che siano sempre gli stessi esemplari a girare (sono pur sempre 117.000 pezzi coniati). In più, mettici che fa parte della serie del '36 impero in nichel, unica per la sua tipologia, essendo successivamente solo in acmonital (ed è effettivamente piu rara da trovare rispetto agli altri tagli del '36)

E' una moneta che è stata largamente tesaurizzata a suo tempo. Lo noti dalle tirature basse, ma dalla bassa valutazione economica per un FDC (appena 550 euro contro i 1.500 del 2 cent del 1907 o dei 4.000 euro per la lira del 1905 o 4.400€ del 2 lire del '27): è facile reperirlo, basta pagare, come per il 2 lire del '58!!! Difficile è chi l'abbia trovato a suo tempo in circolazione, ecco perchè giustificata la rarità elevata col prezzo contenuto ;) ;)

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  • 3 settimane dopo...

La rarità riportata dai cataloghi è indicativa della "rarità di presenza sul mercato numismatico in tutte le conservazioni (MB fino a FDC)" dipendente, come avete detto, dalla tiratura, tesaurizzazione, presenza alle aste etc. Questa rarità è "in toto", cioè per tutti i gradi di conservazione. Ovviamente una FDC è più rara di una MB ma, sempre nei cataloghi, questa maggiore rarità è esplicitata da un valore maggiore r non s un nuovo livello di rarità esplicito per la FDC.

Modificato da dommga63
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