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IGNORED

Quieto.


Caio Ottavio

Risposte migliori

CENNI STORICO-BIOGRAFICI.

Salve a tutti.

Con questa piccola discussione vorrei presentarvi oggi un altro usurpatore vissuto nella seconda metà del travagliato III secolo d.C. Il suo nome completo era Tito Fulvio Giunio Quieto e apparteneva alla nota stirpe dei Macriani. Il padre Fulvio Macriano (anche detto Macriano Maggiore per distinguerlo dall'omonimo figlio Macriano Minore) ebbe un importante incarico durante il Regno di Valeriano, padre dell'imperatore Gallieno e legittimo governante di Roma nel periodo in cui si svolsero gli eventi. Sembra che sposò una nobildonna di chiare origini il cui nome, probabilmente, era Giunia. Appartenente all'ordine equestre, fu, infatti, prima rationibus Augusti, cioè persecutore dei cristiani in Egitto per conto di Valeriano, e poi procurator arcae et praepositus annonae in expeditione Persica, custode delle casse dell'esercito durante la spedizione romana in Orienete contro i Persiani. Alla morte dell'imperatore, che aveva lasciato suo figlio in Occidente a contrastare le azioni militari delle tribù germaniche (come gli Alamanni) contro i confini dell'Impero, Macriano si ritrovò praticamente padrone del campo. In questa occasione (260 d.C.) nominò i suoi due figli, Macriano il Giovane e Quieto, Augusti. Gli storici, però, non sono tutti concordi in merito al ruolo ricoperto da Quieto, il protagonista della nostra discussione, prima della sua salita al trono. La poco sicura "Historia Augusta" afferma che Quieto fu nominato tribunus militum nell'esercito di Valeriano, ma non se ne ha la certezza. Quieto e Macriano il Giovane mantennero il potere in Oriente per diversi motivi:

1) la lontananza di Gallieno, che era impegnato a respingere la seria minaccia barbara;

2) la piena disponibilità da parte di Macriano il Vecchio del tesoro dell'esercito;

3) l'esercito, lontano da casa e in pieno territorio nemico, ebbe come unico punto di riferimento la figura di Macriano che disponeva del denaro necessario per provvedere alla loro paga.

Con quello che restava dell'esercito imperiale, un cospicuo numero di monete e l'appoggio del Prefetto del Pretorio Ballista, i Macriani ressero le sorti della romanità in Oriente almeno fino al 261 d.C. Infatti, Gallieno costituiva un pericolo per il governo di questi usurpatori che si vedevano costantemente minacciati dal governo centrale di Roma che, dopotutto, poteva intervenire in qualsiasi momento per sedare la loro ribellione. Gallieno era un abile generale e un comandante famoso tra le sue truppe e i Macriani volevano tutelarsi per evitare di essere messi fuori dallo scenario politico in modo improvviso e più tragico. Così, nominati consoli, su consiglio del padre, Quieto rimase a presidiare l'Oriente con Ballista mentre i due Macriani partirono a capo delle truppe per attaccare gli uomini fedeli a Gallieno di stanza in Tracia. In questa Provincia furono sonoramente sconfitti da un generale dell'imperatore a nome Aureolo che colse i legionari ribelli al confine tra Tracia e Illiria. I Macriani, ritiratisi, speravano di rimettere insieme ciò che rimaneva del loro esercito per sferrare l'attacco decisivo contro Aureolo che, in effetti, costituiva l'unico ostacolo che si frapponeva tra loro e le Province occidentali. Fallirono miseramente nel proprio intento: i legionari, scontenti nel servire condottieri così inetti e umiliati dalla sconfitta subita, si rivelarono insubordinati dando vita a vari focolai di rivolta che portarono ad una grande sommossa culminata con l'assassinio dei due Macriani. Intanto, Quieto non aveva saputo mantere unite le varie Province orientali, incluso l'Egitto, su cui potevano contare non solo per approvvigionare le proprie truppe, ma anche per tagliare le rotte di rifornimento a Roma e a Gallieno, mettendolo, così, in difficoltà. Purtroppo l'acume di Quieto non arrivò a tanto e i suoi seguaci lo abbandonarono passando al partito filo-imperiale condotto da Odenato di Palmira (Tadmor). Quieto fu infine costretto a riparare ad Emesa con il suo Prefetto del Pretorio Ballista che, in un momento di grande delicatezza e difficoltà come questo, prontamente istigherà soldati e civili della roccaforte che lo uccisero. Ballista fu nominato imperatore ma per poco: fu sconfitto e trucidato nella stessa Emesa dal fedele Odenato che aveva inseguito i facinorosi in rotta e aveva messo sotto assedio la città in cui si erano rifugiati, riuscendo alla fine,almeno per ora, a salvare il potere di Gallieno in Oriente.

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Ciao Caio Ottavio e complimenti. Trovo che la discussione sia veramente interessante ed esposta in modo molto esauriente, da vero storico.

Bravissimo! :clapping: :clapping: :good:

Spero di leggerne presto altre, perchè quelle che ho letto sono tutte bellissime. Soprattutto quando sono sotto forma di romanzo. :)

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LE MONETE.

Le emissioni a nome di Quieto si inquadrano prevalentemente in due zecche: Antiochia, la principale città dell'Oriente in questo periodo e probabile sede della corte dei Macriani, e Samosata. Le sue monete, come quelle di suo fratello Macriano il Giovane, celebrano i consueti temi della vittoria, dell'esercito e tendono ad annunciare implicitamente l'arrivo di tempi migliori sotto i nuovi regnanti. Il ritratto monetale di Quieto presenta tratti alquanto giovanili: il capo minuto cinto dalla corona (radiata o laureata che sia), un naso dritto e quasi appuntito, accompagnato da occhi grandi, bocca piccola e capelli ben curati e tenuti corti. Allo stesso modo il collo si presenta esile e fragile circondato dal consueto paludamentum, indumento tipico dell'iconografia del tempo. Nonstante alcune di esse presentino uno stile un po' rozzo e approssimativo, altre sembrano di buona fattura, frutto di uno o più incisori dalla bravura notevole.

1) AR Antoninianus, zecca di Antiochia, emesso intono al 260-261 d.C.

Al D/ IMP C FVL QVIETVS P F AVG, busto radiato e drappeggiato a destra;

Al R/ AEQVITAS AVGG, la Personificazione dell'Equità stante a sinistra regge una bilancia e una cornucopia.

Rif.: RIC 2; C.1.

Peso: 4.12 gr.

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2) Antoniniano in biglione emesso intorno al 260-261 d.C. dalla zecca di Antiochia.

Al D/ IMP C FVL QVIETVS PF AVG, busto radiato e drappeggiato a destra.

Al R/ APOLINI CONSERVA, Apollo stante a sinistra con manto sulle spalle regge un ramo d'alloro e si appoggia ad una lira. Stella nel campo a sinistra.

Rif.: RIC 3.

Peso: 4.22 gr.

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3) AR Antoninianus emesso intorno al 260 d.C. forse dalla zecca di Samosata.

Al R/ IMP C FVL QVIETUS P F AVG, busto radiato e drappeggiato visto da dietro.

Al R/ INDVLGENTIAE AVG, la Personificazione dell'Indulgentia assisa verso sinistra, regge una patera e uno scettro. Nel campo a sinistra una stella.

Rif.: RIC 5; C. 6.

Peso: 4.24 gr.

Diametro: 21 mm.

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4) AE Antoniniano della zeccha di Antiochia emesso intorno al 260-261 d.C.

Al D/ IMP C FVL QVIETUS P F AVG, busto radiato, corazzato e drappeggiato a destra.

Al R/ IOVI CONSERVATORI, Giove assiso verso sinistra protende in avanti una patera e regge uno scettro.

Rif.: RIC 6; C. 8.

Peso: 3.50 gr.

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5) AE Antoniniano emesso nel 260-261 d.C. dalla zecca di Antiochia.

Al D/ IMP C FVL QVIETVS AVG, busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra.

Al R/ ROMAE AETERNAE, la Personificazione di Roma assisa verso sinistra su uno scudo, regge un simulacro della Vittoria e una lancia. Nel campo a sinistra una stella.

Rif.: RIC 9; C. 11.

Peso: 4.05 gr.

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6) AR Antoniniano della zecca di Antiochia emesso intorno al 260 d.C.

Al D/ IMP C FVL QVIETVS PF AVG, busto radiato e drappeggiato a destra.

Al R/ SOL INVICTO, il Sole stante a sinistra alza un braccio in alto verso sinistra e regge un globo. Nessun segno nel campo. (Ma esistono esemplari della stessa tipologia con una stella sulla sinistra).

Rif.: RIC 10; Sear 3098; C. 12.

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7) AR Antoniniano emesso ad Antiochia nel 260-261 d.C.

Al D/ IMP C FVL QVIETVS PF AVG, busto radiato e drappeggiato a destra.

Al R/ SPES PVBLICA, la Personificazione della Spes stante a sinistra regge un fiore con una mano e con la'ltra un lembo del suo vestito.

Rif.: RIC 11; RSC14a; C. 14.

Peso: 2.67 gr.

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8) AE Asse della zecca di Antiochia o Samosata. Emesso intorno al 260-261 d.C.

Al D/ IMP C FVL QVIETVS P F AVG, busto laureato, drappeggiato e corazzato a destra.

Al R/ AEQVTAS AVGG, la Personificazione dell'Equità stante a sinistra regge una bilancia e una cornucopia.

Rif.: RIC 13; Cohen 2.

Peso: 10.71 gr.

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9) AE 22 mm della zecca di Nicea in Bitinia.

Al D/ legenda in caratteri greci TI FOUL IOU KUHTOC CEB, testa radiata, drappeggiata e corazzata a destra.

Al R/ ARICTWN MEG, sempre in greco, su due righe, sopra la raffigurazione della città fortificata di Nicea. NIKAIE/WN in esergo.

Rif.: BMC 160; RecGen 873.

Peso: 6.94 gr.

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... con il suo Prefetto del Pretorio Ballista che, in un momento di grande delicatezza e difficoltà come questo, prontamente istigherà soldati e civili della roccaforte che lo uccisero. Ballista fu nominato imperatore ma per poco: fu sconfitto e trucidato nella stessa Emesa dal fedele Odenato che aveva inseguito i facinorosi in rotta e aveva messo sotto assedio la città in cui si erano rifugiati, riuscendo alla fine,almeno per ora, a salvare il potere di Gallieno in Oriente.

Un sincero e sentito grazie, Caio Ottavio, per questo tuo formidabile e prezioso lavoro. :)

Non è affatto facile trovare notizie così dettagliate su un personaggio dell'antichità come Quieto ed averle a disposizione in una discussione così interessante e bella da leggere, corredata poi di una raccolta di monete tanto esemplare, è un'opportunità conoscitiva che va a favore di tutti e ti dà grande merito. :)

Una piccola curiosità che ho trovato, mosso dalla curiosità che il tuo scritto mi ha motivato, è che Ballista si chiamava Callisto ma gli era stato dato quell'appellativo dal nome di un modello molto potente di catapulta. Come si dice: un nome un programma :D

Enrico :)

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Tra l'altro, questa particolare vicenda è stata recentemente romanzata: di solito non leggo romanzi storici, ma questo non è poi malaccio.

Alcune di queste monete di Quieto sono decisamente ben fatte, specie se consideriamo che era un usurpatore....alcune "ufficiali" di Gallieno che ho visto risultano - almeno dalle foto - qualitativamente meno curate. Ma mi pare che accada lo stesso anche per l'altro usurpatore dell'epoca, Postumo: le più belle mi sembrano proprio le sue.

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Modificato da Druso Galerio
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Salve. Grazie a tutti per i vostri essenziali contributi, in particolare a Minerva, come sempre preciso e puntuale ha saputo chiarire una questione sul vero nome di Balista sconosciuta ai più: davvero interessante; a Cometronio, di cui ho letto il post con vero piacere; e a Druso Galerio per la sua segnalazione. :)

Il libro indicato da Druso è il terzo di una serie di romanzi storici scritti da Sidebottom e incentrati sulla figura di Balista che viene, però, presentata sotto una forma "eroica" e ambientato su uno sfondo storico reale, in quanto ho avuto modo di leggere tutti e tre i libri. :)

Grazie ancora a tutti: è sempre bello leggere i vostri post. :D

P.S.: Ti ringrazio Minerva per avermi segnalato la catalogazione del Cohen: in questa discussione, quando c'erano, ho potuto inserirle proprio grazie alla tua indicazione. :)

Modificato da Caio Ottavio
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Complimenti per questo, ennesimo, bel lavoro di ricerca, specialmente su un usurpatore di cui si trovano notizie piuttosto frammentarie.

Il libro indicato da Druso è il terzo di una serie di romanzi storici scritti da Sidebottom e incentrati sulla figura di Balista che viene, però, presentata sotto una forma "eroica" e ambientato su uno sfondo storico reale, in quanto ho avuto modo di leggere tutti e tre i libri. :)

Anch'io... Sidebottom pone Ballista veramente sotto una luce eroica, e gli attribuisce (tra l'altro) la responsabilità della morte di Massimino il Trace, oltre a quella di Quieto...

Giusto per discorrere, riguardo ad alcune "notizie" riportate nella trilogia, ad esempio il ruolo fondamentale di Macriano il Vecchio e di Quieto nella cattura di Valeriano da parte dei Sassanidi, sembrerebbero piuttosto plausibili, cosa ne pensi?

Ciao, Exergus

Modificato da Exergus
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Salve Exergus.

Grazie per i complimenti. :) In merito ai personaggi dei romanzi di Sidebottom posso dire che, secondo me, il ruolo di Macriano il Vecchio è stato reso in modo abbastanza veritiero: in fin dei conti, se non avesse acquistato tutta quella fiducia e quell'importanza presso la corte di Valeriano non avrebbe potuto accedere a ruoli fondamentali come quello che ricoprì durante la campagna contro i Parti. Grazie, poi, alle disponibilità economiche derivanti dal suo incarico riuscì ad ottenere quello spessore che lo portò al comando di un esercito gravemente piagato e, oltretutto, allo sbando. Quindi, Macriano il Vecchio ricopre nel romanzo una posizione favorevolmente importante grazie alla quale riuscì a nominare Augusti i suoi due figli con l'appoggio delle truppe che egli stesso pagava. Sul presunto fatto che Macriano fosse zoppo non sono riuscito a trovare conferme storiografiche attendibili.

La vicenda di Valeriano, invece, mi è parsa ben costruita, oltre che fedele agli avvenimenti storici. Quindi, molto più plausibile, storicamente parlando, rispetto alle vicende che hanno avuto per protagonista il Prefetto del Pretorio Balista che sono sicure solo in parte.

Mi fa piacere che mi abbia posto queste domande, anche perchè il libro in questione mi è piaciuto.

Grazie ancora Exergus. :)

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Michael Grant (1984), nel libro: Gli Imperatori Romani: storia e segreti, Newton & Compton Editori, Roma (2003), conferma i problemi che Macriano aveva nel camminare. Enrico :)

Modificato da minerva
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Grazie mille Minerva per la tua importante segnalazione: quindi, in base a ciò, posso dire che Sidebottom ha ricalcato fedelmente anche questo aspetto della figura storica di Macriano il Vecchio.

Grazie ancora Minerva. :)

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