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Aureo dei Sicelioti


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Colgo l'occasione dell'asta Nomos 5, che proporrà la seguente moneta assolutamente inedita:

http://www.sixbid.com/nav.php?p=viewlot&sid=461&lot=119

post-7204-0-25468400-1316185310_thumb.jp

Tralascio per amor patrio l'accenno che era una moneta tenuta da anni in una collezione privata, soprattutto per giustificare come sia comparsa solo ora e in un periodo di restrizioni sull'importazione di monete siceliote.

Si tratterebbe di un inedito assoluto e il suo peso, 2,07 g, indicherebbe che è la metà dell'unica altra moneta d'oro nota per i Sicelioti, una comunità che si era asserragliata a Morgantina contro i Romani, nel 213-212 a.C..

Infatti in precedenza era nota solo il dracma in oro, del peso di 4,3 g (a me noto in almeno 4 esemplari):

post-7204-0-77384800-1316186027_thumb.jp

La stessa comunità dei Sicelioti ha coinato anche in argento, e sono noti almeno 4 nominali: 12 litre (testa Zeus/Fulmine), 8 litre (testa Persefone/Quadriga), 4 litre (testa Persefone/Biga), 2 litre (testa Zeus/cavaliere).

Puer essendo apparentemente ben fatta, la moneta suscita in me alcuni dubbi.

Al diritto il simbolo fulmine appare piuttosto sciatto e non somiglia all'accurato fulmine della moneta in argento di 12 litre e inoltre il circolo presenta un andamento molto irregolare e non si vedono bene i puntini (molti falsi cadono nella trappola del bordo di puntini, dove i puntini stessi non appaiono bene definiti, ma come "scivolati"....).

Al rovescio l'etnico SIKELIOTAN in greco appare scritto piuttosto male e si sovrappone alla linea di esergo sulla quale poggia la civetta e questa linea addirittura un poco continua anche oltre il bordo lineare. Il tutto è privo di armonia, che si coglie invece bene sulle altre emissioni, molto curate.

Con l'occasione vorrei richiamare l'attenzione anche sul riferimento del curatore del catalogo alla moneta d'oro di Panormos (cfr SNG ANS 576), con testa di Atena/Civetta e monogramma formato da pi e alpha, del peso di circa 0,5 g. Per la verità Head aveva preferito l'attribuzione a Tauromenion, attribuzione che era stata accolta da Campana nella sua monografia su Tauromenion, pag. 113 n. 19.

Un mio amico inglese ha voluto richiamare l'attenzione sulla stretta somiglianza di questa monetina d'oro di Tauromenion (o Panormos) con analoghe monetine d'oro dello stesso peso di Tarentum (N.H. 991 con monogramma NK, pari a 1/16 di statere tarentino). Egli reputa che il monogramma pi alpha, per la verità piuttosto diffuso anche in Italia, possa costituire l'abbreviazione del nome APOL, che figura su un'altra emissione tarentina d'oro dello stesso gruppo (H.N. 992). Quindi anche queste monetine in passato attribuite a Panormos sarebbero in realtà tarentine. In questa ottica anche l'altra emissione definita panormitana (cfr. SNG ANS 577, con Apollo /Lira e peso 0,34 g) sarebbe in realtà tarentina e corrisponderebbe a 1/24 statere tarentino.

La scienza numismatica è affascinante, ma anche molto complessa e mi auguro vivamente che altri esperti possano esaminare da vicino questo inedito dei Sicelioti per esprimere il loro giudizio. Purtroppo non possiamo dimenticare il famoso aureo inedito di Stiela su Triton VI/2003, n. 104, ormai unanimemente condannato come falso.

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  • 3 settimane dopo...

Stilisticamente e per quanto concerne l'analisi dell'iconografia monetale, temo che tu abbia ragione.

Resterebbe il fatto che, l'esame diretto dell'oggetto dovrebbe essere non sostituibile con l'esame dell'immagine in foto.

P.S.

che altro dire?

;)

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Posso solo dirti che Alan Walker, della Nomos, ha recepito le mie riserve e mi ha promesso che sottoporrà la moneta ad ulteriori esami da parte di altri esperti, anche se mi ha accennato che aveva superato un primo esame a Londra, dove stava la moneta (ma non so chi l'ha realmente esaminata).

Staremo a vedere.... anche se personalmente ho qualche perplessità di una definitiva risposta di fronte ai notevoli interessi economici dietro la numismatica classica....

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  • 3 anni dopo...

Riprendo questa vecchia disussione dal momento che ancora Nomos aveva appena presentato nella sua prossima asta (n. 10) un secondo esemplare (lotto n. 9, g. 2,07):

 

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The Sikeliotes, c. 214-213 BC. 25 Litrai (Gold, 12mm, 2.07g 12), Morgantina. Head of Athena to right, wearing crested Corinthian helmet; behind neck, two pellets; to left, thunderbolt. Rev. ΣΙΚΕΛΙΩΤΑΝ Owl with closed wings standing to right, head facing front; to left, monogram of ΤΙΣ (or ΗΣ). Nomos 5, 25 October 2011, 119 (same dies, otherwise unpublished). The second and finest known example. A coin of great interest and significance. A few very minor marks and somewhat roughly struck, otherwise, good extremely fine.

From an English collection.
For the coinage of the Sikeliotes at Morgantina, see Morgantina Studies II, pp. 31-34. This coin, which has been in private hands for many years, is particularly interesting. The Sikeliotes struck coins in Morgantina shortly before the city's capture and sack by the Romans; they were emergency issues minted to pay for military needs. Obviously, after the overwhelming victory of the Romans, all of those coins would have been withdrawn from circulation: the gold would have been re-used for the Romans' own Mars/Eagle gold pieces, of which some very rare issues were produced in Sicily. The types used for this coin were probably taken from the scarce silver fractions struck by Hieron II: the 1 1/4 litrai with Artemis and an owl (as SNG ANS 906), and the litron (or triple chalkous) with Athena and a value mark (as SNG ANS 907). However, they are also exactly the same as the types used for some extremely rare gold fractions (c. 0.56 g) struck in Panormos c. 280-275 (as SNG ANS 576; SNG Lloyd 1671 and Weber 1736). This return to a type produced over two generations earlier is inexplicable and may well call the date of the issue attributed to Panormos into question. The monogram found on the present piece, and on other issues of the Sikeliotes has yet to be satisfactorily explained.  

 

La stima era 20.000 CHF. Peccato che nel sito di Nomos questo lotto figura ora ritirato.

 

Non posso fare a meno di rilevare che a proposito del primo esemplare avevo espresso serie perplessità sull'autenticità dell'inedito.

Come scritto in precedenza, avevo scritto alla Nomos, la quale mi aveva promesso che avrebbe sottoposto la moneta a ulteriori verifiche. Non ho più avuto risposta.

 

Ora hanno presentato un nuovo esemplare, di simile conservazione e con diversa centratura (anche se, a ben vedere, mi sembra di cogliere rilievi meno netti e più "soffici" rispetto sl primo esemplare, specie nella capigliatura di Atena), e salta fuori che hanno dovuto ritirarlo....

Evidentemente i miei dubbi (anche se relativi al primo esemplare) non erano così campati in aria, anche se non conosco il reale retroscena. Non è escluso che il secondo esemplare sia frutto di una copiatura del primo, che quindi sarebbe autentico, ma continuo ad avere i miei dubbi....

In ogni caso un ennesimo casino che non agevola gli studi di numismatica siceliota....

Modificato da acraf
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Ben detto Alberto...

Un ennesimo casino che non fa bene alla numismatica , quella degli studi, dell'approfondimento , quella che ama conoscere .. e che sempre piu ' rischia di farsi confondere e disturbare nel suo gia' difficile compito da interessi venali che purtroppo fanno grande danno.

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Ho avuto nel frattempo uno scambio di corrispondenza con il responsabile sia di Nomos (Mr. Walker) sia, successivamente, di Roma Numismatics (Mr. Beale), permettendomi di avere un quadro più chiaro della situazione riguardante la moneta d’oro da 25 litre dei Sicelioti. Comprendo di sollevare un argomento piuttosto delicato, ma è sempre meglio dare informazioni corrette, anche se sgradevoli.

 

Walker ha confermato che l’esemplare in Nomos 5 è decisamente autentico, dopo accurato esame dal vivo, anche al microscopio. Le superfici e tutti i dettagli erano corretti.

Successivamente erano comparsi due nuovi esemplari, che si differenziavano da quello originale e che sono risultati essere due falsi.

 

Il primo falso circolava già in Sicilia nel marzo 2014 e fu proposto a Londra, presso Roma Numismatics nel maggio 2014. Dopo accurato esame dal vivo, Mr. Beale si era accorto che era una copia derivata dall’esemplare di Nomos 5/2011. In particolare aveva visto:

- assenza totale di linee di espansione del metallo coniato, che erano invece presenti nell’esemplare Nomos 5/2011 (in parte visibili anche sulla foto);

- mancanza di genuina brillantezza anche in aree protette;

- generale debolezza di alcuni dettagli, specie sul bordo del rovescio;

- inspiegabile debolezza di altri dettagli, specie il fulmine (con punto centrale più piccolo) e la ciocca di capelli.

Quindi questo falso fu respinto e non accettato per la vendita in asta.

 

Il secondo falso, di simile qualità, era poi quello consegnato a Zurigo, a Nomos per l’asta n. 10. Walker non era ancora a conoscenza del falso fatto vedere a Roma Numismatics e in un primo momento era convinto della sua autenticità. A seguito di segnalazioni e per contatto con Mr. Beale, egli ha ripreso l’esame della moneta, riconoscendo che si trattava di un falso, “fratello” del falso precedente. Particolarmente evidente il dettaglio della capigliatura di Atena e del fulmine a sinistra.

 

Per correttezza riporto qui sotto i tre esemplari (e ringrazio la disponibilità dei due responsabili).

 

post-7204-0-78558100-1430260300_thumb.jp

da Nomos 5/2011, n. 119 - autentico

 

post-7204-0-80056900-1430260317_thumb.jp

Esemplare proposto a Roma Numismatics nel 2014 – falso

 

post-7204-0-42195800-1430260332_thumb.jp

Esemplare Nomos 10/2015, n. 9 – falso

 

Purtroppo è la solita storia che quando in Sicilia viene rinvenuto un esemplare nuovo e importante, si provvede subito a creare delle buone copie false, con piccole variazioni nella centratura. Purtroppo talvolta si rende necessario un buon esame dal vivo per capire la falsità (controllando bene i fondi del metallo e i rilievi, specie nelle zone periferiche, vicino al bordo).

Talvolta è magari uno stesso personaggio che smercia sia il pezzo autentico sia i falsi (ricordo uno che anni fa dava il pezzo autentico alla Hurter della Bank Leu e copie false a NFA, CNG, Gorny….).

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Ottima analisi Alberto

Purtroppo la cupidigia di certi personaggi procura un grave danno con questa promiscuità' tra vero e falso

Quello che sorprende un po' e' la leggerezza con la wiale certe monete vengano accolte nel circuito commerciale

D'accordo che oggi, con i livelli di sofisticazione raggiunti non e' compito facile ma il primo filtro, quello del commercio dovrebbe funzionare meglio, come una volta, e bloccare tali pezzi.

Anzi direi di piu' si dovrebbero denunciare le presenze di tali monete in modo da alzare l'allerta e renderle invalide per il circuito commerciale, solo cosi si potrebbe sperare di far abortire certi imbrogli

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Il tipo che ha duplicato l'originale perche' avra' prima dato in vendita l'originale rispetto ai falsi ?

Se avesse fatto il contrario forse avrebbe venduto tutte e tre le monete.

Altra questione: sembrerebbe che tutta la vicenda mostri che la moneta originale sia stata trovata da poco in sicilia e qunque per la legge italiana apparterrebbe allo stato italiano.

Se la compra un italiano e lo stato italiano lo sa rischia la confisca ?

Si sa se le tre monete sono state date alle case d'asta dalla stessa persona ?

Modificato da coinzh
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In effetti la vicenda mi ha un pò incuriosito in quanto in genere si immette sul mercato prima il falso e solo dopo il pezzo autentico.

Mi sembra evidente che questo aureo inedito sia una scoperta recente. Sono stati pubblicati studi approfonditi sulla monetazione dei Sicelioti (e in generale anche della zecca di Morgantina) e nessuno aveva sentore di questo nuovo nominale.

Ergo, la prima moneta, quella originale, doveva essere stata scoperta non molto prima della sua vendita.

Solo che, come rimarcato più sopra da Numa, non si è fatto i conti con la cupidigia delle persone. Hanno voluto creare dei duplicati (falsi) per continuare a incassare denaro. Mi sa che non sono riusciti in questo caso.

Non ho conferme, ma pare che tutte e tre le monete d'oro erano state portate da una stessa persona....

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Ciao.

 

"Non ho conferme, ma pare che tutte e tre le monete d'oro erano state portate da una stessa persona...."

 

E se così fosse, la circostanza sarebbe alquanto singolare, tanto più se dovessimo dare fede alla provenienza delle monete "from an english collection".

 

Insomma, data la comune provenienza, dovremmo credere che il collezionista abbia acquisito (simultaneamente?) una moneta autentica e due false.

 

Dopodichè, avrebbe dato all'asta dapprima l'inedito autentico e, in un secondo momento le due monete false (fra l'altro affidandole a Case d'asta diverse....).

 

Interessante poi la considerazione di Alberto riportata nel post n. 11, secondo la quale: "Mi sembra evidente che questo aureo inedito sia una scoperta recente".

 

Ricordo che per un altro inedito "italiano", esitato in un'asta sanmarinese di qualche anno fa, le nostre autorità si mossero subito e sequestrarono la moneta.

 

In questo caso, invece, mi pare che non sia stata prestata molta attenzione.

 

Mah. Certe "dinamiche" numismatiche lasciano davvero smarriti.....forse sarebbe il caso di abbattere finalmente certi veli di ipocrisia che hanno la consistenza di un certo tonno che si tagliava con un grissino....

 

La credibilità del collezionismo (e del mercato) può risultare gravemente compromessa da episodi poco convincnti come questi e viene in salita poi lamentarsi se le nostre Autorità assumono atteggiamentici generalizzati di diffidenza verso la nostra componente.

 

Sperando che "l'english collector" non se ne abbia troppo a male..... :crazy: ...ma non credo....diciamo che mi piacerebbe conoscerlo questo "english collector"....

 

Saluti.

M.

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Il mio sospetto e' che il collezionista inglese non sia mai esistito. Altre volte ho visto spacciare una provenienza falsa per archeologia da commercianti.

A venezia un produttore di vetri veneziani mi raccontava cinque anni fa che non pubblica foto delle sue ultime creazioni per evitare che vetrai falsari lo copino subito, cosa che regolarmente avviene ma lui cerca di arginare il fenomeno non pubblicando foto. Sembrano fenomeni che avvengono in diverse parti d'italia.

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Nel 2011 , in asta importante , compare una " moneta assolutamente inedita " ( post 1 ) giudicata allora meritevole di approfondita attenzione , dalla stessa Casa d'Aste annunciata e mai comunicata .

 

Ora , nel 2015 , la stessa Casa d'Aste , propone ,di quella moneta , un secondo esemplare , che poi ritira dalla vendita .

 

Si ha anche notizia che un terzo esemplare era nel frattempo stato proposto lo scorso anno 2014 ad altra Casa d'Aste , che ne ha ricusata la vendita .

 

Controlli incrociati , purtroppo successivi , portano a valutare falsi gli esemplari 2014 e 2015 , confermando  la genuinità dell'esemplare 2011 .

 

Forumers notano la stranezza della comparsa sul mercato , degli esemplari falsi , successivamente all'esemplare originale .

 

Nella fuliggine di tale vicenda , speriamo non accada, come da buona prassi ricordata , che , dopo tre esemplari ,  l'esemplare originale debba ancora comparire 

Modificato da VALTERI
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"Il mio sospetto e' che il collezionista inglese non sia mai esistito...."

 

Posso fare mio il Tuo sospetto?

 

Se così fosse, sarebbe molto grave...perché si dovrebbe concludere che per ben tre volte l'origine dichiarata delle monete esitate sia.....fasulla.

 

E ciò è tanto più grave se le monete in questione sono degli "inediti"  (autentici o falsi che siano...alla fine, se ci poniamo sul piano della loro provenienza,...la cosa non fa differenza).

 

M.

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Spero non troppo OT:

Una moneta in oro e' piu' difficile da dichiarare falsa o riconoscere come falsa rispetto una in argento ?

Io ho questa impressione, un commerciante pero' mi disse che per lui e' piu' facile riconoscere i falsi d'oro rispetto quelli d'argento.

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e non potrebbe essere che il falsario abbia acquistato da Nomos la prima moneta nel 2011 per fare i falsi (usciti nel 2014) e che l'originale sia ancora con se?

Modificato da dux-sab
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e non potrebbe essere che il falsario abbia aquistato la prima moneta nel 2011 per fare i falsi (usciti nel 2014) e che l'originale sia ancora con se?

 

Ho già accennato che molto spesso, quando in Sicilia viene trovata una moneta importante o per conservazione o per rarità o, meglio ancora, per ambedue gli elementi, essa viene conferita a un falsario del posto (e ce ne sono di diversi...) che allestisce normalmente due o tre copie (in genere non di più nel caso di monete molto rare o inedite, anche per non ingenerare troppi sospetti). In genere non è il collezionista che chiama il falsario (non ha alcun interesse), ma è il trafficante che ha messo le mani sulla moneta per lucrare, appunto per stupida cupidigia, facendo copie false.

Anche negli anni '70 e '80 si faceva tale pratica, anche se non così assiduamente come adesso. Quando vicino Lentini venne trovato, quasi 30 anni fa, un importante ripostiglio contenente diversi esemplari di tetradrammi di Leontinoi con "testa bagnata" in ottimo stato di conservazione, subito fu attivato almeno un falsario per ricavare copie false, di discreta qualità.

Lo stesso accadde quando vicino Morgantina furono trovate diverse monete da 8 litre dei Sicelioti, con testa velata di Persefone, anche queste in ottimo stato di conservazione, e subito furono preparate diverse copie false.

Il famoso trafficante Vincenzo Cammarata ne era a conoscenza e poté subito capire le sottili differenze tra i pezzi autentici e quelli falsi. Famosa fu una cena a Zurigo (e parliamo di oltre 30 anni fa), dove i grandi commercianti svizzeri, del calibro di Cahn e Mildenberg, ancora non capivano la presenza di falsi di queste monete. Sorse una scommessa e Cammarata si fece dare un pezzo da lui reputato autentico e uno che aveva riconosciuto come falso. Spiegò le differenze e, con un gesto teatrale, spezzò in due la moneta falsa anche per meglio mostrare le differenze metallografiche. Tutti rimasero annichiliti....

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Diversi anni dopo sul Bulletin of Counterfeits, vol. 23/1, 1998, fu pubblicato un confronto tra un esemplare falso (8a, peso g. 6,85) e un esemplare autentico (8b, Leu 72/1998, 94  g. 6,83):

 

post-7204-0-01216300-1430434554_thumb.jp

 

Non ho al momento buone foto digitali di esemplari falsi e autentici di questa emissione. In ogni caso serve un attento confronto e anche in questo caso i falsi si distinguono per minori rilievi e assenza di tracce di vera coniazione sulla superficie del metallo.

 

Non è proprio corretto che sia più facile riconoscere falsi d'oro da quelli d'argento. In genere si presta maggiore attenzione alle monete d'oro....

Modificato da acraf
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Ho già accennato che molto spesso, quando in Sicilia viene trovata una moneta importante o per conservazione o per rarità o, meglio ancora, per ambedue gli elementi, essa viene conferita a un falsario del posto (e ce ne sono di diversi...) che allestisce normalmente due o tre copie (in genere non di più nel caso di monete molto rare o inedite, anche per non ingenerare troppi sospetti). In genere non è il collezionista che chiama il falsario (non ha alcun interesse), ma è il trafficante che ha messo le mani sulla moneta per lucrare, appunto per stupida cupidigia, facendo copie false.

Anche negli anni '70 e '80 si faceva tale pratica, anche se non così assiduamente come adesso. Quando vicino Lentini venne trovato, quasi 30 anni fa, un importante ripostiglio contenente diversi esemplari di tetradrammi di Leontinoi con "testa bagnata" in ottimo stato di conservazione, subito fu attivato almeno un falsario per ricavare copie false, di discreta qualità.

Lo stesso accadde quando vicino Morgantina furono trovate diverse monete da 8 litre dei Sicelioti, con testa velata di Persefone, anche queste in ottimo stato di conservazione, e subito furono preparate diverse copie false.

Il famoso trafficante Vincenzo Cammarata ne era a conoscenza e poté subito capire le sottili differenze tra i pezzi autentici e quelli falsi. Famosa fu una cena a Zurigo (e parliamo di oltre 30 anni fa), dove i grandi commercianti svizzeri, del calibro di Cahn e Mildenberg, ancora non capivano la presenza di falsi di queste monete. Sorse una scommessa e Cammarata si fece dare un pezzo da lui reputato autentico e uno che aveva riconosciuto come falso. Spiegò le differenze e, con un gesto teatrale, spezzò in due la moneta falsa anche per meglio mostrare le differenze metallografiche. Tutti rimasero annichiliti....

Cammarata un discusso ma grande personaggio

Uno dei migliori conoscitori in assoluto della monetazione siciliana

Dalle eccelse vette artistiche alle nefandezze di certi patetici personaggi che per soldi osano 'lordare' con le loro miserevoli riproduzioni la meravigliosa arte incisoria siciliana

Per quanto si sforzino questi signori e le loro produzioni riescano tecnicamente perfette non riusciranno mai a raggiungere l'afflato che un bell'originale sa trasmettere mentre alle perfette loro riproduzioni manca la vita, manca l'anima come abbiamo visto in decine di esempi compresi i famosi deka di Agrigento, raddoppiati di numero e tutti ben piazzati in collezioni private che probabilmente non sanno di detenere le discutibili sorelle del pezzo Weiss..

Modificato da numa numa
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Mi rimangono forti dubbi sulla successione dei seguenti eventi ipotizzati:

 

1. L'inedito originale (sempre che lo sia...) sarebbe venuto alla luce di recente;

 

2. Chi lo ha avuto si sarebbe premurato di farne realizzare subito alcune copie, secondo una certa consuetudine che ha dei precedenti consolidati;

 

3. Nonostante l'esecuzione delle copie, costui avrebbe però preferito porre in asta dapprima l'inedito autentico e, solo in un secondo momento e presso una casa d'aste diversa, la copia; Perchè questa scelta?

 

4. le monete provengono da un'anonima collezione inglese;

 

Rileggendomi i primi posts della discussione, noto come Alberto fosse molto perplesso anche sull'autenticità della prima moneta.

 

Mi chiedo, a questo punto se l'ipotesi più credibile, anche alla luce degli eventi riportati e secondo logica, possa essere quella che tutte le monete, compresa la prima, siano, in realtà, dei falsi?

 

Saluti.

M.

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Se avessimo a disposizione un antico fabbricante di monete antiche che lo faceva per mestiere e gli dessimo l'oro, l'argento e il bronzo con cui fabbricare i propri strumenti di lavoro ed egli coniasse delle monete nella stessa identica in cui le coniava 2500 anni fa si riuscirebbe a distinguere le monete coniate oggi da quelle antiche ?

Ci sarebbero delle differenze nel metallo rimasto nella terra per 2500 anni e nell'usura delle monete in quanto quelle nuove non sono state usate ma poi che differenze ci sarebbero ? Nessuna suppongo.

E allora perche' e' cosi' difficile fabbricare oggi per i falsari delle monete non riconoscibili come falsi ?

Se lo facessero con strumenti simili a quelli che si usavano 2500 anni fa le monete risultanti non sarebbero dei falsi solo distinguibili come tali solo per usura, invecchiamento nella terra e stile ma non per altri dettagli diversi che non si hanno con presse idrauliche come le righe di dilatazione del metallo che si formano durante la coniazione antica ?

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Se avessimo a disposizione un antico fabbricante di monete antiche che lo faceva per mestiere e gli dessimo l'oro, l'argento e il bronzo con cui fabbricare i propri strumenti di lavoro ed egli coniasse delle monete nella stessa identica in cui le coniava 2500 anni fa si riuscirebbe a distinguere le monete coniate oggi da quelle antiche ?

Ci sarebbero delle differenze nel metallo rimasto nella terra per 2500 anni e nell'usura delle monete in quanto quelle nuove non sono state usate ma poi che differenze ci sarebbero ? Nessuna suppongo.

E allora perche' e' cosi' difficile fabbricare oggi per i falsari delle monete non riconoscibili come falsi ?

Se lo facessero con strumenti simili a quelli che si usavano 2500 anni fa le monete risultanti non sarebbero dei falsi solo distinguibili come tali solo per usura, invecchiamento nella terra e stile ma non per altri dettagli diversi che non si hanno con presse idrauliche come le righe di dilatazione del metallo che si formano durante la coniazione antica ?

 

Onestamente non ti so rispondere, ma credo che sia principalmente un problema di tempi e costi. Fondamentalmente bastano poche ore per creare un punzone partendo da un buon calco di moneta originale. Con la pressa idraulica (oppure con la solita vecchia tecnica di fusione) si risparmia non poco tempo e con risultati sufficientemente decenti, almeno per fare fessi buona parte dei collezionisti (e dei commercianti stessi).

In ogni caso è una domanda da girare a un provetto falsario, ma temo che si guarderà bene dal rispondere.....

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Mi rimangono forti dubbi sulla successione dei seguenti eventi ipotizzati:

 

1. L'inedito originale (sempre che lo sia...) sarebbe venuto alla luce di recente;

 

2. Chi lo ha avuto si sarebbe premurato di farne realizzare subito alcune copie, secondo una certa consuetudine che ha dei precedenti consolidati;

 

3. Nonostante l'esecuzione delle copie, costui avrebbe però preferito porre in asta dapprima l'inedito autentico e, solo in un secondo momento e presso una casa d'aste diversa, la copia; Perchè questa scelta?

 

4. le monete provengono da un'anonima collezione inglese;

 

Rileggendomi i primi posts della discussione, noto come Alberto fosse molto perplesso anche sull'autenticità della prima moneta.

 

Mi chiedo, a questo punto se l'ipotesi più credibile, anche alla luce degli eventi riportati e secondo logica, possa essere quella che tutte le monete, compresa la prima, siano, in realtà, dei falsi?

 

Saluti.

M.

 

Hai colto il nocciolo del problema ed è il motivo per cui ho cercato di ricostruire con maggiori dettagli possibili la vicenda dei tre aurei, anche nella sua tempistica. 

La domanda fondamentale è perché il conferente ha deciso di dare prima il pezzo autentico (o comunque con buoni requisiti di autenticità) e solo dopo i due falsi? Forse aveva puntato un pò troppo sull'ignoranza dei commercianti. In ogni caso ha atteso almeno tre anni prima di ripresentare i pezzi nuovi, evidentemente sperando che non si facesse un immediato confronto dal vivo con la moneta precedente. E stava quasi riuscendo con Nomos, che infatti aveva accettato la moneta per l'asta n. 10 ma non aveva fatto i conti con la possibilità di scambi di informazioni da parte di un commerciante collega (anche se di altro paese) che aveva già visto un pezzo simile e l'aveva condannato, senza pubblicità.

Chiaramente il conferente ha commesso un errore per eccessiva sicumera e cupidigia....

In ogni caso appare evidente che la storia della "vecchia collezione inglese" non sta in piedi....

Ma soprattutto restano gli interrogativi sulla reale validità di questo inedito nella monetazione dei Sicelioti, con tutte le gravi conseguenze sugli aspetti scientifici (e non solo quelli)...

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A me sembra anche strano che il siciliano abbia dato una moneta autentica e una falsa copiata dalla autentica alla stessa casa d'asta. Avesse dato due monete entrambe false alla casa ok ma darne una falsa e una autentica alla stessa casa d'asta mi sembra strano perche' la casa d'asta fa i confronti tra le due monete che ha visto dal vivo e fotografato anche se effettivamente la casa d'asta ha messo in catalogo la moneta falsa, dunque non si e' accorta che era falsa.

Una possibile spiegazione potrebbe essere che questo siciliano da molte monete a quella casa che si fida di lui, ma e' una spiegazione speculativa.

Modificato da coinzh
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