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IGNORED

Un problema di etica


picchio

Risposte migliori

Molte volte mi sono domandato quali siano gli obblighi morali di un commerciante di monete o numsmatico nella trattativa commerciale; quanto sia lecito pagare una moneta in rapporto al valore commerciale della medesima ed a quanto sia opportuno venderla senza approffittare della buona fede altrui.

Non sono pratico della materia, ricordo solo, e forse a torto che mi dissero che per un commerciante non era etico acquistare una moneta a meno del 60% del valore comunemente ritenuto tale per la stessa moneta. In buona sostanza una moneta stimata 100 euro il commerciante non dovrebbe pagarla meno di 60. Non so se questo sia vero, oppure frutto di una mia fantasia. Non ricordo invece nulla quanto al ricarico da applicare alla moneta.

Questo, dato che verrebbe in teoria proposta a persone competenti, dovrebbe essere l'acquirente stesso a poterne giudicare il reale valore, e quindi decidere se procedere o meno all'acquisto. Molte volte in asta si vedono cifre folli per monete che in un differente contesto con ogni probabilità spunterebbero meno della metà. Si sa che l'asta è fortemente emotiva e ciò porta ad una manifestazione di esaltazione personale, che talvolta si paga cara e salata. Detto questo, parteciparvi è un atto di assoluta liberalità, e chi vi partecipa è generalmente una persona competente, che conscia della propria follia non esita a pagare 2 ciò che vale 1.

Il problema mi è nato ieri, mentre in aereo ho sbirciato sulla copia de La Stampa che il mio vicino stava leggendo. Sono rimasto così impressionato che alla fine mi sono fatto dale la pagina pubblicitaria che promuoveva l'acquisto di due marenghi per celebrare il 150mo dell'unità d'Italia.

Ho letto e riletto tre o quattro volte l'annuncio e sono rimasto costernato di come si possa fare della numismatica un perfetto mezzo per carpire la buonafede altrui e trarre vantaggio dalla rivalutazione dell'oro e da un evento storico ed irripetibile un eccellente mezzo di profitto.

L'annuncio è di una Azienda ben nota in Italia ed all'estero con numerosi dipendenti ed interessi in più o meno tutte le propaggini del collezionismo d'arte.

In poche parole viene pubblicizzata la vendita di due marenghi per 925 euro, senza spese aggiuntive per la spedizione ed anche in comode rate mensili. Il prezzo rimane tale, fatto salvo l'adeguamento del prezzo di vendita sull'agio dell'oro; evidentemente devono essere piuttosto stretti con il margine.

La pubblicità è ingannevole (e sono pienamente responsabile di ciò che scrivo), vengono pubblicate due monete una da 20 lire 1853 Genova in conservazione BB di V.E. II Regno di Sardegna datata 1853 ed un 10 lire 1863 Torino in BB, chiamando tutte e due le monete "marenghi". Non viene specificato l'anno, la zecca, e la conservazione della moneta che verrà fornita al momento dell'acquisto. Le due monete vengono garantite autentiche e "Conservate in perfetto stato di conservazione" e questa è la frase più sibillina; cosa significa : CONSERVATE IN PERFETTO STATO DI CONSERVAZIONE ? chiaramente tutto corredato di un elegante cofanetto.

Ammesso e non concesso che siano effettivamente le monete illustrate a venire vendute; una stima di 200 euro per il 20 lire e di 120 euro per il 10 lire sarebbe fin tanto generosa. A questo aggiungo ben 10 euro per il certificato ed altrettanti 10 ... ma anche 20 euro per l'elegante cofanetto in plastica telata o raso. In tutto non arriviamo a 350 euro.

E' giusto guadagnare, ci sono spese di comunicazione, marketing, costi fissi etc. etc..

Considerato che opera dal 1890 devono essere ben bravi, 50% di utile lordo: arriviamo a 525 / 550 euro.

Gli altri 400 euro chiesti per l'incredibile dittico sono al limite ed oltre del carpire la buona fede altrui.

E' vero che nessuno è obbligato all'acquisto dell'incredibile dittico ... ma questo tipo di comunicazione non fa che danneggiare la numismatica. Mi auguro solo che chi acquista il dittico non abbia mai bisogno di rientrare in possesso del proprio denaro, o sperare che l'oro varrà 5.000 $ l'oncia

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Caro picchio

Purtroppo hai letto bene. La stessa azienda compare più volte la settimana sul canale satellitare 947 offrendo ogni genere di monete a prezzi superiori a volte del 100-150% rispetto al Montenegro, già ottimista nelle valutazioni. Questa azienda da un lato ha il merito di contribuire alla diffusione della nostra comune passione ma e' innegabile che chieda prezzi assurdi.

M

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...chi decide di rivolgersi ad aziende di questa portata lo fa a suo rischio e pericolo...chi compra monete lo decide in tutta libertà...un pò come chi compra libri, aspirapolveri e così vià...salvo accorgersi solo dopo di aver fatto un pessimo affare!!!

...putroppo bisognerebbe avere almeno una idea di ciò che si compra e quale è il reale prezzo di mercato...

renato

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Buonasera, la nota casa a cui fa riferimento non è nuova ad "affari" del genere, ogni tanto si vedono promozioni assurde in televisione oppure sui giornali. Non ho idea se legalmente si possa fare qualcosa, ma se Lei dice che è pubblicità ingannevole quella che ha visto penso proprio di si.

Probabilmente la percentuale che un commerciante paga è minore di quella da Lei citata, penso si aggiri a non più del 50%, forse anche meno.

Ma dipende dai commercianti anche e...dalla situazione. Se un commerciante rileva una collezione intera probabilmente pagherà in percentuale al valore anche meno di quella citata forse, ma questo è comprensibile, dovrà tenere la maggior parte delle monete ferme per qualche anno, aspettandone la vendita, quindi sarà come tenere fermo il proprio denaro.

Se comprerà poche monete forse la percentuale sarà maggiore...forse :D :D , l'etica professionale è molto personale, c'è chi la sente molto :), chi di meno e chi non la sente affatto...

Buona serata, Giò :)

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Awards

Se la pubblicità è ingannevole, come in questo caso, la si deve denunciare all'Autorità per la Concorrenza eil Mercato che ha giurisdizione anche sui casi di pubblicità ingannevole e ha potere sanzionatorio (tra l'altro spesso e bene applicato) in materia.

usiamo le istituzioni quando funzionano ..

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Caro Picchio, comprendo benissimo il tuo punto di vista che, in buona parte, faccio mio. Sono contrario a tutte quelle forme di vendita che fanno credere ciò che non é o ciò che non é dato sapere. Le famose (o famigerate ?) medaglie del millennio, le ricordate ? All'epoca alcuni bancari, per aumentarne le vendite, fecero credere che si trattasse di un ottimo investimento….

Nella pubblicità che hai visto si fa riferimento al "perfetto stato di conservazione" che, per gli addetti ai lavori, ha certamente un significato diverso da quello che la maggior parte della gente "comune" gli può attribuire. Ed é questo - mi pare di capire - che crea i maggiori "pruriti" in noi, o sbaglio ?

Il diritto di decidere autonomamente dei propri soldi e di come spenderli (o buttarli) deve però valere tanto per chi compra all'asta quanto per quelli che si fidano senza riserve di ciò viene scritto o detto in certe pubblicità.

Chi partecipa ad un'asta compie un gesto di assoluta libertà ? Verissimo, ma altrettanto possiamo affermare per quanti effettuano i loro acquisti mediante canali differenti: nessuno punta loro la pistola.

Il "reale valore" di una moneta, poi, a mio avviso non esiste.

Ricorderò sempre quando, all'asta della Collezione Rocca, un noto collezionista (del quale ho disperso da pochi mesi la raccolta) si aggiudicò un comunissimo 2 lire "impero" ad oltre 400mila lire quando poteva trovarlo in qualche convegno ad un decimo o forse meno. Si alzò dalla sedia e, sorridendomi, disse: mi mancava…..

Un gesto di conscia follia, come dici tu, che mi fece abbozzare un sorriso.

Ma se fosse stata quella ditta a porre in vendita il 2 Lire a tale cifra non avremmo forse gridato allo scandalo ?

Sia chiaro che non voglio fare il difensore del diavolo: come ho scritto all'inizio del mio (breve ??? he he he) intervento anche io non condivido certe proposte, ma più nella forma che nella sostanza.

Credo però vi sia una buona componente di colpa anche da parte di chi acquista. Quanti danno il giusto valore ai loro soldi, prima di aprire il portafogli, si documentano.

O almeno dovrebbero farlo…. wink.gif

Modificato da Alberto Varesi
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  • ADMIN
Staff

Il diritto di decidere autonomamente dei propri soldi e di come spenderli (o buttarli) deve però valere tanto per chi compra all'asta quanto per quelli che si fidano senza riserve di ciò viene scritto o detto in certe pubblicità.

Il meccanismo è però diverso. Un conto è il collezionista che decide deliberatamente di assegnare un plusvalore esagerato al bene che decide di acquistare e un conto è la persona che "va in fiducia".

In generale il collezionismo è comprare pagandolo caro ciò che tecnicamente vale molto di meno. Buona parte dei forumisti colleziona monete fuori corso, di fatto. Però è quasi sempre una scelta consapevole.

Chi si rivolge a queste aziende per buona parte o non è un collezionista consapevole oppure non è neanche un collezionista e punta all'investimento. In entrambi i casi, sfruttando la fama (B) oppure una certa aura di ufficialità (parentele con zecca di stato), l'acquirente mal ripone la propria fiducia.

Poi immagino che ci sia anche il collezionista che vuole tutto e subito allora da questo punto di vista l'azienda in questione è perfetta (basta pagare) e in passato la definii il "postalmarket della numismatica" proprio pensando a questo.

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be ma dai su, gia' adesso con il prezzo attuale dell'oro stiamo a 350€..... e se appunto arriva a 5000$ l'oncia sai che guadagno ?..... mah....

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Questo è il Mondo come gira in questo momento. C'è chi acquista dei " falsi " dichiarati a 1120 euro (le aste con le monete in ZINC) :blink: almeno quella ditta offre all'ignorante di turno un qualcosa originale,vero. :rolleyes:

Modificato da favaldar
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Molte volte mi sono domandato quali siano gli obblighi morali di un commerciante di monete o numsmatico nella trattativa commerciale; quanto sia lecito pagare una moneta in rapporto al valore commerciale della medesima ed a quanto sia opportuno venderla senza approffittare della buona fede altrui.

...........

La cosa divertente di questa Ditta è che nelle vendite del dettaglio i prezzi sono secondo me esageratamente alti mentre quando propone le aste (stò parlando solo per quanto attiene la numismatica) le basi di partenza sono tra le più basse.

Cioè adotta due tecniche di mercato opposte. Da un alto cerca di dare un plusvalore alle monete in vendita caricandole di emotività (150 anni, bene rifugio, evento speciale, etc...) quando le vende al dettaglio dall'altro quasi le svilisce quando le mette in asta probabilmente per attirare più compratori e/o per far vedere impressionanti percentuali di rialzo.

Modificato da Gianivy
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certo....alle aste aste si parte da cifre mooolto piu' basse...anche molto piu' basse del reale valore----tanto in questo caso le monete sono dei conferenti !!!

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parlo chiaramente delle aste di "questa ditta".....non certo di altre aste fatte da case d'asta , che io , reputo piu' serie...come ad esempio Varesi, Inasta, Nomisma ..e altre...

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Io credo che i collezionisti staranno alla larga da quell'offerta. Noi che conosciamo le valutazioni di quelle monete non ci rivolgeremo certamente a loro. Credo che ci "cascherà" soltanto chi non conosce il "nostro mondo". Per quanto riguarda l'entità del ricarico che un commerciante dovrebbe applicare l'unica regola è quella del mercato: domanda e offerta. E' vero...ci sarebbe un'altra regola, molto cara a Kant, quella delle "legge morale dentro di noi" ma questa è un'altra storia.

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Se la pubblicità è ingannevole, come in questo caso, la si deve denunciare all'Autorità per la Concorrenza eil Mercato che ha giurisdizione anche sui casi di pubblicità ingannevole e ha potere sanzionatorio (tra l'altro spesso e bene applicato) in materia.

usiamo le istituzioni quando funzionano ..

Io conosco metodi più efficaci: "Striscia la Notizia" e "Le Iene". ;)

Però anche il buon Jerry Scotti non scherza! :(

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@rorey36

certo l'argomento è già stato trattato più volte, ma è bene non dimenticare.

@alberto varesi

Al c'è una differenza fondamentale: chi partecipa ad un'asta di monete ha di per se cultura numismatica, in 30 anni di aste non ho mai visto nessuno in sala comprare .... perchè passava di li , oddio una eccezione la ricordo: un'asta di A. Weil a Cannes, tenuta in un garage o poco più su strada, quando una peripatetica è entrata ed ha battuto (c'era abituata) sei o sette lotti prima che chiamassero la gendarmeria.

In questo caso l'annuncio si rivolge agli "investitori" fuori dal settore numsmatico con informazioni non chiare e corrette.

@numa numa

Lei ha ragione, e non escludo di farmi dare un parere. Non ho nulla di personale contro questa casa d'aste, ho comprato in passato e no nescludo di farlo in futuro, ma questa comunicazione reca danno agli acquirenti.

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Due amici si incontrano

a) Mostra il giornale. " Hai visto questo? Tu che te ne intendi ..Le compro?

b) No, lascia perdere Non valgono nemmeno la metà di quello che chiedono.

a) Però c'è la garanzia . E che bella confezione...

b) Vai in via.....c'è un negozio di un Numismatico. E' affidabile e competente. Chiedi le due monete e vedrai che puoi comprarne cinque e avanzi anche qualcosa ..

a) Ma mi da la garanzia ?

b) Se gliela chiedi. Ti sigilla le monete con cartellino descrittivo.

a) Beh, però questi del giornale sono conosciuti in tutta Italia. Anni e anni di esperienza nel settore.....

b) Fai come ti pare. Io non le compro certamente.

Io non le compro, voi non le comprate.

Ma i nonni che vogliono fare un regalo al nipotino(,qualcosa che resti e si rivaluti negli anni, moneta storica , ottimamente conservata, bla,bla,bla..)?

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Chi partecipa ad un'asta compie un gesto di assoluta libertà ? Verissimo, ma altrettanto possiamo affermare per quanti effettuano i loro acquisti mediante canali differenti: nessuno punta loro la pistola.

Credo che il discorso sia molto diverso... se vai in un bar e chiedi un succo di frutta perchè hai sete, sei in grado di confrontare il prezzo di quel succo di frutta con quello degli altri che hai già bevuto e di metterlo in relazione con il bisogno che hai di quel succo di frutta... se nello stesso bar, si reca un bambino di 5 anni che non ha mai comprato da solo un succo di frutta e non riesce a metterlo in relazione con niente, il barista puo chiedergli 10 €... il bambino gli pagherà quello che chiede; certo, se vogliamo la cosa è lecita giuridicamente (e forse nemmeno giuridicamente), ma moralmente quel barista si è comportato molto molto male.

Saluti,

Magdi

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Awards

Vero, magdi, ma qui non parliamo di bambini di 5 anni.....

Secondo me Magdi ha ragione, nel nostro campo l'età non conta, si può essere ventenni ed avere già alle spalle sei anni di esperienza numismatica oppure essere settantenni ed avere un solo anno di esperienza numismatica. Prima era stato fatto il classico (purtroppo reale) esempio del nonno che desidera acquistare un regalo proficuo al nipote, in questo caso il nonno ottuagenario è numismaticamente timido ed immaturo ed è proprio la vittima preferita di questi volponi mediatici.

A mio parere questa gente va combattuta con le stesse armi mediatiche; se commettono una truffa in tv allora devono essere smascherati in tv e non certo essere denunciati alla procura della repubblica, perchè sappiamo bene tutti la fine occultata e lenta che fanno queste denunce con la lentezza burocratica che abbiamo in Italia.

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Chi ha visto i numerosi siparietti televisvi dei due venditori di questa nota ditta torinese (venditori che io chiamo "il gatto e la volpe"), si sarà reso conto di un altro dettaglio molto subdolo che viene costantemente citato nelle loro televendite: che il mercato è pieno di falsi, che loro, e solo loro, garantiscono con certificati kilometrici le monete vendute, che sono pronti a ricomprarle in ogni momento (il che è vero, ma non specificano a che percentuale rispetto alla vendita), e dulcis in fundo, di diffidare quando vengono proposte monete o francobolli a prezzi che appaiono convenienti (ma sarebbe meglio dire a prezzi decisamente più bassi dei loro), perchè quasi sicuramente si tratta di falsi. in pratica accalappiano il collezionista "casalingo" (inteso come quello che non frequenta l'ambiente tenendosi così informato) con un sottile terrorismo psicologico. "Compra da noi, che solo noi ti garantiamo ciò che vendiamo, e per di più te lo vendiamo in una confezione elegantissima e piena di lustrini". Qualcuno non ci crederà, ma ti fanno dei giri di parole così convicenti che per un attimo quasi sei tentato a credergli.....

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Anche io quoto Magdi, non si tratta di bambini di cinque anni, daccordo mà, il classico esempio del nonno rende bene l'idea di come si fa

fregare le persone estranee ed alcuni tipi di contesti, sia in numismatica che in altri settori, interessi o hobby.

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Non trascendiamo. Nessuna truffa è stata commessa. In libero mercato ognuno fa il prezzo che ritiene opportuno. Chi vuole comprare compra. Nessuno costringe chicchessia ad acquistare qualcosa. I più esperti riusciranno ad acquistare l'oggetto desiderato ad un prezzo molto più vantaggioso rispetto a chi non ha maturato tale esperienza.

Questa è una legge non scritta che vale per tutti i campi, non certo solo per la numismatica. Mi sembra che non ci sia nulla di male. Anzi, complimenti al venditore di turno che attraverso un'efficace campagna pubblicitaria ha ottenuto risultati economici apprezzabili.

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Sono d'accordo:

In un libero mercato ognuno fa quello che meglio crede

chi vuole comprare compra e nessuno è costretto a farlo,

e spende i propri soldi come preferisce,

gli esperti (in qualsiasi campo e/o settore) quasi sempre compreranno a prezzi più vantaggiosi

e rivenderanno a prezzi più alti a chi non ha maturato esperienza o non ne ha assolutamente.

Ma siccome al mondo non sono tutti esperti in qualche cosa o in un un particolare settore,

oltre un certo limite a casa mia si chiama fregare la gente.

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