Vai al contenuto
IGNORED

zecca papale di Roma


Maffeo

Risposte migliori

Una domanda che mi sono posto sovente è quanda la zecca papale di Roma introdusse per la prima volta macchinari per la produzione di monete. Tuttavia, non ne sono mai riuscito scoprire una discussione documentata.

Il problema emerge in modo particolare per le prime piastre, emesse da Sisto V.

Nel corso degli anni ho maneggiato parecchi esemplari di questi pezzi; alcuni avevano il tondello ondulato in forma concave - in tal modo da far pensare all'impiego di macchinari pesanti per la lora produzione; altri esemplari mostravano chiare tracce di doppia battitura - in tal modo da far pensare ad una produzione per battitura a mano. Ma forse le due cose non sono incompatibili...

Qualche mostro di erudizione potrebbe iluminarci in merito?

Grazie :)

Link al commento
Condividi su altri siti


Bel post Maffeo :)

Dati certi sul'introduzione di macchinari quali presse a bilanciere o altro nella zecca di Roma non ne ho al momento, ma dando uno sguardo alle varie coniazioni del periodo da te citato mi sembra di poter ipotizzare che cambi significativi, a livello "visivo", perlomeno per gli argenti, si verifichi attorno alla parte terminale del lungo pontificato di Urbano VIII.

Mentre, come tu stesso citi le piastre di Sisto V appaiono in alcuni casi di ottima fattura ed in altri con qualche difetto tipico della coniazione a martello (su tutti i salti di conio e le ribattitture), se osservi le coniazioni dei tagli inferiori, questi risultano ancora assai imperfetti, sia per la forma del tondello sia per i salti di conio che sono quasi la regola.

Su queste monete il salto di "qualità" con tondelli regolari e immagini precise si ha solo con Urbano VIII, con alcune coniazioni attorno agli anni di pontificato XV-XX, e poi con regolarità a partire dai pontefici successivi.

Possibile quindi un utilizzo di macchinari applicato già in precedenza per le sole piastre, e solo in seguito esteso agli altri nominali ?? :huh:

Forse, ma in realtà credo che sulle piastre fosse solamente la maggiore cura, o specializzazione degli addetti, a dare migliori risultati rispetto ai tagli minori :) .

Però, come già detto, è solo una rapida raccolta di impressioni personali, al momento non supportate da risontri :rolleyes:

In ogni caso, un indizio importante per capire con ragionevole certezza la tecnologia di coniazione utilizzata è osservare gli assi di diritto e rovescio, per le battitura a martello sono pressochè casuali, mentre per le coniazioni meccaniche, con i coni fissi rispettano regole ben precise ;) .

Ma in mancanza di piastre di Sisto V da toccare e rigirare tra le mani lascio la verifica ai più fortunati :P

Ciao, RCAMIL ;)

Link al commento
Condividi su altri siti


Beh, l'invenzione del bilanciere normalmente viene ascritta a Nicolas Driot nel 1641. Certamente un tipo di bilanciere fu introdotto nella zecca di Roma nel pontificato di Maffeo - si vede, ad esempio, dai testoni che all'inizio del pontificato fanno veramente schifo (dal punto di vista technico) ma che sono quasi perfetti dalla seconda metà in poi.

Ma forse ci fu qualche tipo di torchio o pressa a vite in uso anche prima per la coniazione di monete di grande modulo, tali le piastre di Sisto V.

Questo è un aspetto della storia della monetazione papale che rimane ancora tutto da scoprire. Forse intraprenderò una piccola ricerca in merito quando andrò in pensione :lol: - la documentazione della Camera Apostolica è ancora conservata nell'AS di Roma (nel vecchio edificio della Sapienza)....

Qalcuno avrebbe forse qualche notizia sull'introduzione di macchinari in altre zecche italiane?

Link al commento
Condividi su altri siti


Forse potrebbero esserti di spunto un paio di articoli, autore Giuseppe Giannantonj, sulla zecca di Bologna nella seconda metà del Seicento apparsi cu Cronaca Numismatica nel Febbraio e Marzo 1995; in particolare il secondo ha titolo "Dalla battitura a mano alle presse a bilancere"; ho dato una rapida scorsa e mi semnbra ci sia anche qualche notiziola su Roma.

Link al commento
Condividi su altri siti


Possibile quindi un utilizzo di macchinari applicato già in precedenza per le sole piastre, e solo in seguito esteso agli altri nominali ??  :huh:

92294[/snapback]

Questa mi sembra un'ipotesi non solo possibile ma anche probabile. Posso portarti a supporto un esempio certo tratto dalla monetazione britannica: l'utilizzo della pressa a vapore fu introdotto in Gran Bretagna sotto Re Giorgio III alla fine del '700. Inizialmente furono coniate con questa tecnica (e NON dalla Royal Mint, ma da una zecca privata a Birmingham) alcune monete in rame di grande modulo (i cosiddetti cartwheel pennies). Negli anni successivi, una volta verificata la qualità della coniazioni, i macchinari furono adottati dalla Royal Mint e la tecnica fu estesa progressivamente a tutti i tagli. Non vedo perchè una cosa simile non possa essere accaduta anche negli Stati Pontifici, anche visto che i pontefici non erano esattamente degli entusiasti del progresso tecnologico <_<

Ciao, P. :)

Link al commento
Condividi su altri siti


Difatti, per rimanere in Inghilterra, durante il regno di Elisabetta I 1556-1603 furono introdotti dei macchinari per la conianze di monete (i cosidetti "milled coins"), che nel corso del regno furono poi abbandonati per ritornare alla battitura con martello - non ne so la ragione. :(

Link al commento
Condividi su altri siti


"Coins of exceedingly fine workmanship were produced in a screw press introduced by Eloye Mestrelle, a French moneyer, in 1561. With parts of the machinery powered by a horse-drawn mill, the coins produced came to be known as "mill money". Despite the superior quality of the coins produced, the machinery was slow and inefficient compared to striking by hand. Mestrelle's dismissal was engineered in 1572 and six years later he was hanged for counterfeiting." (Seaby)

Altra cosa: l'introduzione di nuovi macchinari ha spesso creato grossi contrasti, non solo in Inghilterra in questo caso e poi successivamente, ma anche in praticamente tutte le altre zecche ed è anche comprensibile considerando che andava in qualche modo a "ledere" delle abitudini di una casta, quale si può considerare a tutti gli effetti quella delle maestranze di una zecca dell'epoca.

Maffeo hai trovato gli articoli che indicavo? Li ho poi riletti e forse ti possono dare molte risposte, anche per la zecca di Roma.

Riguardo l'introduzione della pressa a vapore il discorso è abbastanza diverso e più interessante perchè riguarda anche la rivoluzione industriale inglese nel suo insieme; penso che cercando "Matthew Boulton" su un motore di ricerca si possa trovare abbastanza, non sto a riportare qui tutta la storia...

Aggiungo solo la moneta...

Link al commento
Condividi su altri siti


Aggiungo solo la moneta...

92962[/snapback]

...detta "cartwheel penny" cioè "penny a ruota di carro" per il suo bordo molto largo, che doveva servire a proteggere meglio dall'usura le figure nel campo. Di questo tipo furono emessi nel 1797 i tagli da 1 penny e da 2 pence, quest'ultima una delle monete più pesanti mai emesse per la circolazione in tempi moderni (2 once, 56.7 grammi!) e per questo, abbastanza ovviamente, piuttosto impopolare!

Ciao, P. :)

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.