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Cronache di un Archeologo, L'emozione di uno scavo


Mirko8710

Risposte migliori

Salve a tutti. :hi:

Quest'anno è stato un anno piuttosto intenso per me. Numerosi esami e numerose passioni, hanno fatto sì che nei trascorsi 7 mesi io non mi sia fermato per mezzo secondo.

Avevo alcune priorità, come la laurea per esempio, ma una fra tutte era la partecipazione alla campagna di scavo 2011 del sito di Montereggi, nel Comune di Capraia e Limite, in provincia di Firenze. L'ho fatto e per farlo ho quasi rischiato di non laurearmi ma ne è sicuramente valsa la pena...ma andiamo con ordine.

MONTEREGGI, UNA CITTA' ETRUSCA SULL'ARNO

Presentazione del sito, contesto.

Montereggi, è situato su di un pianoro situato nel Comune di Capraia e Limite, al confine con la cittadina di Montelupo Fiorentino, in provincia di Firenze.

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Mappa

Questo pianoro, si affaccia su tutta la vallata dell'Arno.

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Panorama

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Veduta del pianoro

Montereggi ha una cronologia che va dall'Età del Bronzo Finale, con alcuni rinvenimenti sporadici, ad una prima frequentazione nel VI sec. a.C. e ad una seconda frequentazione e probabilmente ultima (etruschi parlando) riferibile al III sec. a.C..

Viene scavato dagli anni '70, coordinato dall'Archeologo Fausto Berti e nel corso degli anni, ha riservato moltissime sorprese.

Abbiamo distinto il cardo e il decumano massimo che dividono il pianoro in quattro parti, una parte abitata, una parte adibita al culto con una probabile struttura templare, un'agorà e un luogo non ancora ben identificato.

L'abitazione, riferibile, appunto, al terzo secolo, è composta da molti vani e doveva ricoprire una superficie di più di 400 metri quadri, con la possibilità anche di un secondo piano.

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Casa di Montereggi

La particolarità di questa abitazione è che ha una pianta sovrapponibile con le piante abitative dell'abitato etrusco di Marzabotto, nell'Appennino Emiliano.

A poche centinaia di metri di distanza, sono state trovate anche tracce di un possibile porto sull'Arno, testimoniando l'importanza di Montereggi come snodo per le comunicazioni esterne ed interne ed è per questo che in questi anni sta diventando un punto di riferimento per lo studio della vita degli etruschi.

Carino da pensare è come Capraia, la cittadina sottostante, sia chiamata, da molto tempo, la città dei canottieri e oggi, forse, possiamo immaginare da dove deriva questa tradizione riferita alla navigazione...

La struttura templare, invece, viene riconosciuta grazie a delle mura che vanno a formare un rettangolo con annesso pronao di fronte. Abbiamo trovato alcune delle "sacche" ove poggiavano le colonne ma il tutto risulta di difficile comprensione per la molteplicità delle strutture sovrapposte (almeno due).

Ma lasciate adesso che vi racconti cosa è accaduto negli ultimi due anni.....................

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Anno 2010

Come oramai faccio da anni, i mesi di Settembre/Ottobre li dedico alla campagna di scavo di Montereggi.
Con mia somma sorpresa, al mio arrivo, mi dicono che sarà ripreso lo scavo della cisterna dell'abitazione, che già in passato era stata scavata, ma per motivi di sicurezza fu necessario sospendere il tutto. Grazie alla caparbietà di una persona a me cara, che si preoccuperà di mettere tutto in sicurezza, visti i suoi trascorsi come speleologo e titolare di una cooperativa archeologica, è stato, invece, possibile finire di scavare la cisterna.
Tutti eravamo felici di questa cosa, sapevamo che poteva darci molto (al suo interno già erano state tirate fuori numerose ceramiche ricostruibili interamente) e l'eventuale urlo di gioia si faceva attendere tutti i giorni.
Io, dalla mia, provavo anche un po' d'invidia verso questo caro amico, perché volevo entrarci anche io, la mia passione e la mia, forse, spregiudicatezza, mi portavano spesso durante la giornata ad osservarlo, immaginandomici anche io, al suo interno.
La cisterna, visibile nella foto sottostante, ha un diametro di 1,70m ed è risultata profonda 7,70m. Per i primi 2 metri ha una ghiera in pietra, riferibile probabilmente allo stesso periodo etrusco, dopodiché è scavata nell'arenaria.

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Cisterna


Ebbene, una mattina, mi reco alla cisterna, per riposarmi un po', spicconare per 3 ore filate mi aveva diciamo, stancato... :D
Con un pizzico di sospetto, vedo il nostro caro "nonno" dello scavo, ossia uno dei fondatori del Gruppo Archeologico di Montelupo Fiorentino che aveva un'aria emozionata.
Mi viene comunicato che in fondo al pozzo, stava spuntando il viso di una "signora"... :o
La notizia piano piano si espande sullo scavo (non volevamo divulgarla per non far sospendere i lavori agli altri ragazzi :D) e tutti circondiamo la cisterna, in attesa di riportare alla luce quella che sarà poi una metopa; probabilmente una vecchia decorazione, del vecchio tempio, inserita nella cisterna per consacrarla.
La metopa poggiava su un lettino di sassolini bianchi di mare e sopra aveva un sasso a protezione, che però ha fatto sì che la metopa si dividesse in quattro parti.
Ed eccola qua, in tutto il suo splendore, dopo il suo restauro. Le dimensioni sono 40x40; la donna è velata, con orecchini e collana e spunta da delle foglie di acanto; una pigna sulla sinistra. Artemide? Ricordiamo che vicino c'è la cittadina etrusca di Artimino, così chiamata per il culto della Dea...

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Metopa

Il ritrovamento destò un forte stupore fra di noi, c'era un mix di eccitazione e contentezza difficilmente equiparabile, ma non sapevo, che da li ad un anno, avrei potuto provarlo sulla mia pelle...

La campagna di scavo procede senza soste, il ritrovamento non ci ferma, ma anzi, ci incentiva a continuare il nostro pignolo scavo stratigrafico; nessuna buca, nessun muro, nessuna fossa di fondazione verrà risparmiata da foto e cartellini e per questo dobbiamo dare merito ad un altro archeologo che ci segue più costantemente che porta con se una delle più grandi capacità di comprensione degli strati che io abbia mai visto.

Finito il primo turno (due settimane), arrivano i nuovi e decidiamo di pulire tutti insieme il sito, per dargli una sistemata. Togliamo le erbacce, spazziamo le mura, togliamo gli aghi di pino da terra ed arriviamo persino a togliere le foglie secche che intasavano una parte in disparte dello scavo.
Ebbene, quest'ultima azione, portò ad una scoperta che tutt'oggi porta con se un alone di mistero. Nessuno fino ad allora aveva fatto caso alla posizione di alcune pietre, con evidente forma circolare.

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Pozzo

Iniziamo a pulire per bene, facciamo tutte le foto del caso e iniziamo a scavare. Pare una struttura circolare, tutti gridano al pozzo, ma l'esperienza dei nostri "capi" dice che probabilmente sarà un granaio.
Il diametro è di 70cm e ben presto, continuando a scendere, la situazione si fa sempre più sospetta; siamo a 2 metri e ancora non c'è niente che ci testimoni un granaio (di norma dopo il metro si dovrebbero allargare a campana).
Alcuni si rifiutano, altri hanno proprio paura, altri non ci entrano proprio, io, in disparte, mi propongo: non ho paura, sono robusto ma esile ed ho tutte le intenzioni di entrare li sotto... :lol:

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Primi metri scavati insieme al mio caro amico Tom, probabilmente l'unico australiano al mondo ad aver scavato un pozzo etrusco.

Aiutati da un'impalcatura con carrucola iniziamo a tirare su le prime "paiole" di terra, ma sin da subito la situazione è molto chiara. Siamo di fronte ad un enorme tappo di massi.
Macigni che a fatica entravano dall'imboccatura rendevano la giornata lavorativa uno sforzo immane e sopratutto richiedevano l'uscita dal pozzo ogni qualvolta dovevamo tirare fuori i sassi, per sicurezza.

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Uno dei macigni

I metri continuavano a salire e la scala, lunga 5 metri, stava diventando inutile.

Continuavano i giorni e io non la smettevo, avevo voglia, volevo continuare, tutte le mattine alle 8 entravo li dentro, uscivo un'ora per pranzo e poi fino alle 18 a scavare, in attesa che quel malefico "tappo" finisse e mi regalasse qualcosa in seguito ai miei sforzi.
Quando la scala inizia a finire, le mie paure si fanno avanti, avevo paura che il ragazzo che aveva scavato l'altro pozzo si facesse avanti e lo farà, ma non per sostituirmi, ma per insegnarmi con un corso intensivo, come si scende e si sale con le corde, lui è severo, e probabilmente questo è servito a rendermi chiara la situazione: "non dovevo più scherzare, adesso dovevo stare attento e badare a me stesso per primo".
I suoi consigli mi giungono come una forza impetuosa e mi spingono ad accettare (e lui voleva farmi accettare) di proseguire l'incarico.
Inizio a scendere con le corde e dopo svariate prove arrivo ad un'ottimizzazione della discesa e della risalita; lui comunque vigilava su di me come un angelo, provvisto di imbracature e corda di sicurezza sempre al mio fianco.

Passano dunque 2 settimane, il pozzo si sta allargando, arriviamo al metro e venti, adesso scavare è più semplice, prima ci entravo a fatica, lo sogno la notte e non capisco cosa possa essere vista la continua estrazione di macigni, misti a tegole e basta!
Ci sono giorni che vorrei piangere, a fine serata sei stressato, sei li dentro, chiuso, senza una misera soddisfazione, nessun elemento di ceramica, nessuna testimonianza di frequentazione, di uso; i nervi a tratti cedono e vorresti urlare, non ti resta che cantare... :)

Gli ultimi giorni, alcune rivelazioni: troviamo una "canaletta" incastonata nella ghiera del pozzo (che continuava inesorabilmente ad essere perfetta e a regola d'arte), testimonianza di un qualcosa che doveva "cadere" all'interno del pozzo, da fuori, tramite una qualche specie di imboccatura...e troviamo anche una lastra in pietra da pavimentazione che va ad integrarne un'altra ritrovata ad un metro di profondità. Il nostro sospetto di essere di fronte ad un tappo creato nel solito momento era finalmente realtà.

Con nostro sommo dispiacere, inizia la stagione delle piogge e dobbiamo abbandonare, in attesa di riprendere puntualmente l'anno dopo.

La delusione è tanta e i 10 mesi che ci separano sono i più lunghi che abbia mai passato, in attesa di rientrare li dentro.

Perché sapete, li dentro si sta bene, ad un certo punto ti isoli dalla realtà quotidiana, sei da solo, pensi a te stesso, riesci a conoscerti più di quanto già ti conoscessi e la vena poetica di essere dentro ad una struttura di 2000 anni, mai riaperta prima di te, non è indifferente. Il pozzo per me diventa una filosofia di vita, l'isolamento per settimane dalla civiltà rude e moderna del nostro tempo, là sotto, io, i sassi e le tegole...

Il resoconto, a fine campagna fu: 7 tonnellate di pietre, quasi una tonnellata di tegole e 3 misere carrette di terra, in 8,70m di profondità.

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Foto dal basso

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Foto dall'alto (quel brutto ceffo, sì, sono io)

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Visuale "The Ring"

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Spazio riservato al 2012...

Voi se avete dubbi e domande...io sono qua... :D Ah, se volete esporvi in congetture, fate pure.

Grazie per l'attenzione e per la lungaggine... :D

Anteprima del video per provare l'ebrezza dell'interno del pozzo :D

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Perdonatemi se vi ho annoiato con questo racconto...

Stai scherzando, spero :D

E' fantastico, sia il ritrovamento che il modo in cui lo hai raccontato...complimenti vivissimi :clapping:

petronius :)

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bel mestiere passionnante........ :hi: .........non sono tanto pratico leggere litaliano,ma da quel che ho capito e molto passionnante..... :)

il modo di narare del piu esplicativo......complimenti...... :)

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Supporter

Buona serata

complimenti davvero; da giovane era il mio sogno...ora mi accontento di leggere chi ne scrive ;)

bella ed emozionante avventura.

luciano

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BELLISSIMO!!!

A parte qualche attacco di claustrofobia nel leggerti, devo ammettere che deve essere stata un'esperienza memorabile.

Io ho avuto la fortuna di partecipare a delle campagne di scavo come volontario (e quando arriva giugno...:P) e devo ammettere che quello che si prova è stupendo.

Grazie per averci reso partecipi e aspettiamo di leggere l'epilogo.

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Grazie, grazie a tutti! E' stato un piacere condividere con voi quest'esperienza e ripeto, se avete curiosità o domande da fare, fatele... :)

Caro Fedafa, claustrofobia? E' un paragrafo che mi sono lasciato per l'epilogo... ;) ma non mancheranno le sorprese.

Comunque, giusto per la cronaca, passati gli 8 metri è stato necessario inserire un tubo per il ricambio dell'aria. La ventola sputava fuori aria del pozzo che veniva comunque rifornito di continuo dall'imboccatura...e respiravo aria buona... :D

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Grazie, grazie a tutti! E' stato un piacere condividere con voi quest'esperienza e ripeto, se avete curiosità o domande da fare, fatele... :)

Grazie a Te, Mirko, di voler condividere con noi le meravigliose avventure della Tua Professione.

Un paio di (banali) domandine.

Lessi tempo addietro un articolo sul parco archeologico di Montereggi che indicava una frequentazione stanziale del sito da parte degli Etruschi (oltre alle precedenti evidenze preistoriche) a partire dal V secolo a.C. fino alla meta del I secolo a.C. (in pratica con "l'inglobamento" da parte della civiltà romana).

E' corretto quanto sopra ?

Il Tuo riferimento al VI secolo a.C. individua una prima frequentazione etrusca non stanziale oppure effettivamente i primi insediamenti nel sito sono evidenziabili a tale data ?

Parto dal presupposto che il sito archeologico da Voi scavato sia parte del parco archeologico...ma è così ?

Il sito fu del tutto abbandonato oppure sono rilevabili evidenze archeologiche di frequentazioni successive ?

A proposito : non fu da quelle parti che si svolse, nel 405 (o 406) d.C., la battaglia tra gli invasori barbari guidati da Radagaiso e l'esercito romano (altrettanto barbarizzato) di Stilicone ?

Peccato che l'archeologia dei campi di battaglia sia così difficoltosa e, spesso, trascurata.

Modificato da Flavio
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Grazie Flavio! Vediamo se riesco a rispondere a qualche domandina...

Lessi tempo addietro un articolo sul parco archeologico di Montereggi che indicava una frequentazione stanziale del sito da parte degli Etruschi (oltre alle precedenti evidenze preistoriche) a partire dal V secolo a.C. fino alla meta del I secolo a.C. (in pratica con "l'inglobamento" da parte della civiltà romana).
E' corretto quanto sopra ?
Il Tuo riferimento al VI secolo a.C. individua una prima frequentazione etrusca non stanziale oppure effettivamente i primi insediamenti nel sito sono evidenziabili a tale data ?


Allora, la questione della datazione è piuttosto complessa; l'impianto urbanistico, la frequentazione stanziale è definita per il III sec.. La lastra, è datata al III sec. e il "pozzo" più piccolo idem.
Il riferimento a fine VI inizi V viene fatto grazie alle strutture in posto. Purtroppo l'abitazione fu scavata con criteri non molto adeguati e dunque di essa c'è rimasto poco, dati parlando (anche se è ancora da finire), ma il tempio adiacente, invece, con le sue strutture sovrapposte ci ricorda questa doppia frequentazione. Il nuovo tempio, infatti, viene datato grazie alla ceramica al III sec.
Un forte elemento riferibile al V è stato anche il ritrovamento della kylix attica quattro anni fa.

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In sostanza, pensiamo che anche a fine VI e inizi V ci sia stata una frequentazione a sfondo abitativo.

Parto dal presupposto che il sito archeologico da Voi scavato sia parte del parco archeologico...ma è così ?


Il sito da noi scavato è il parco archeologico! :) C'è da dire che Montereggi è appunto, un pianoro, probabilmente interamente terrazzato, terrazze sulle quali poggiavano abitazioni; testimonianze in tal senso le abbiamo avute 3 anni fa a seguito di uno scavo più a valle.

Il sito fu del tutto abbandonato oppure sono rilevabili evidenze archeologiche di frequentazioni successive ?


Sì, hai ragione, ho tralasciato molto i contorni, hai fatto bene a chiedere queste cose.
Sì, Montereggi testimonia una lieve frequentazione romana, che però non ha dato nessun riferimento importante e questo lo vediamo anche da alcune ceramiche ritrovate nella cisterna (inevitabilmente in uso sino al Medioevo) e poi nel Medioevo, appunto, nel quale assistiamo alla creazione di alcune "canalette" riverse nella cisterna e ad una fase d'uso, sempre della cisterna. Ceramiche del periodo medievale, infatti, sono state trovate al suo interno, insieme ad un olifante, BELLISSIMO e che suona, non del tutto databile.

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A proposito : non fu da quelle parti che si svolse, nel 405 d.C., la battaglia tra gli invasori barbari guidati da Radagaiso e l'esercito romano (altrettanto barbarizzato) di Stilicone ?
Peccato che l'archeologia dei campi di battaglia sia così difficoltosa e, spesso, trascurata.


Questo, sinceramente, non lo so. Non ho mai sentito di questo fatto, ma mi informerò...

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Il sogno della mia vita era fare l'archeologo, proprio per vivere le emozioni che tu ci hai sapientemente raccontato. Mentre leggevo ti ho invidiato molto (in senso buono però). Comunque anche io mi sono preso una piccola soddisfazione, quella di vedere mio figlio alcuni mesi addietro, laureato con 110 e lode in Archeologia e Culture Antiche. Peccato però che stiamo in Italia. Un paese ricco, ma povero di risorse, incapace di valorizzare il nostro patrimonio storico e artistico. Io che abito a poca distanza da Pompei, Paestum, Velia e tantissimi siti minori, ho dovuto vedere mio figlio... emigrato in Inghilterra per lavoro! Scusami Mirko per lo sfogo, che non c'entra niente con la tua discussione.

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Ciao Mirko, grazie per le Tue risposte e perdona se "rompo" ponendoTi qualche altra domanda.

Il riferimento a fine VI inizi V viene fatto grazie alle strutture in posto. Purtroppo l'abitazione fu scavata con criteri non molto adeguati e dunque di essa c'è rimasto poco, dati parlando (anche se è ancora da finire), ma il tempio adiacente, invece, con le sue strutture sovrapposte ci ricorda questa doppia frequentazione. Il nuovo tempio, infatti, viene datato grazie alla ceramica al III sec.

Un forte elemento riferibile al V è stato anche il ritrovamento della kylix attica quattro anni fa.

In sostanza, pensiamo che anche a fine VI e inizi V ci sia stata una frequentazione a sfondo abitativo.

L'ipotesi della frequentazione tra VI e V secolo deriva dunque dall'esame delle strutture in posto ?

In tal caso su quali evidenze è basata ?

Oppure il riferimento al V secolo è solo al momento dovuto al ritrovamento della kylix (ma è sufficiente ad ipotizzare allora un insediamento stabile) ?

Il sito da noi scavato è il parco archeologico! :)

Splendido.

Quando leggo di un "parco archeologico" m'illumino sempre.

Speriamo che gli scavi possano continuare e che il parco risulti sempre fruibile e, magari, dotato, se non lo è già, anche di un percorso di visita con tanto di cartellonistica esplicativa.

Che non faccia la fine del parco delle "100 fattorie" in quel di Lucca, iniziativa curata agli esordi, con tanto di sito internet alquanto dettagliato, ma che tuttavia versa, a meno che qualcosa non sia stato fatto di recente, in abbandono.

Sì, hai ragione, ho tralasciato molto i contorni, hai fatto bene a chiedere queste cose. Sì, Montereggi testimonia una lieve frequentazione romana, che però non ha dato nessun riferimento importante e questo lo vediamo anche da alcune ceramiche ritrovate nella cisterna (inevitabilmente in uso sino al Medioevo) e poi nel Medioevo, appunto, nel quale assistiamo alla creazione di alcune "canalette" riverse nella cisterna e ad una fase d'uso, sempre della cisterna. Ceramiche del periodo medievale, infatti, sono state trovate al suo interno, insieme ad un olifante, BELLISSIMO e che suona, non del tutto databile.

Meraviglioso l'olifante.

Quindi una frequentazione sporadica in epoca romana ma non un riutilizzo del tessuto abitativo ?

Nessuna "villa rustica" presso il sito o negli immediati dintorni ?

Per quanto alla battaglia di Fiesole

http://www.regione.t..._in_toscana.pdf , alla pagina 39.

Pare che in quel di Montereggi ci abbia "lasciato la testa" il capo barbaro Radagaiso in persona.

Da quelle parti le leggende dicono che sia sepolto lo stesso Radagaiso, oltre a buona parte dei suoi caduti (in qualche fossa comune) ed ovviamente, non può mai mancare in una buona leggenda, un bel tesoro (il bottino delle razzie barbariche).

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Peccato però che stiamo in Italia. Un paese ricco, ma povero di risorse, incapace di valorizzare il nostro patrimonio storico e artistico. Io che abito a poca distanza da Pompei, Paestum, Velia e tantissimi siti minori, ho dovuto vedere mio figlio... emigrato in Inghilterra per lavoro! Scusami Mirko per lo sfogo, che non c'entra niente con la tua discussione.

Hai ragione! Tantissima ragione! Io, per ora, sono "legato" qua, ma se occorrerà emigrerò anche io verso posti che "daranno"...ma, se mi si presenterà l'occasione di poter lavorare, pagato, per la storia della nostra Italia, sarò ben fiero di farlo!

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Ciao Mirko, grazie per le Tue risposte e perdona se "rompo" ponendoTi qualche altra domanda.

Io, veramente, avevo chiesto di fare domande... :D

L'ipotesi della frequentazione tra VI e V secolo deriva dunque dall'esame delle strutture in posto ?

In tal caso su quali evidenze è basata ?

Oppure il riferimento al V secolo è solo al momento dovuto al ritrovamento della kylix (ma è sufficiente ad ipotizzare allora un insediamento stabile) ?

L'ipotesi di una frequentazione tra VI e V, è dovuta non solo alla kylix, che da sola sicuramente non basterebbe, ma anche dalla sovrapposizione di strutture più antiche rispetto a quelle del III secolo, sopratutto riguardo al tempio. L'analisi estetica della base delle mura, risulta essere differente rispetto a quella delle strutture precedenti, decisamente più grossolane. Anche reperti ceramici attici, al di là della kylix, che è bella perché quasi intera, testimoniano questa frequentazione.

Purtroppo, ripeto, l'abitazione deve essere studiata più a fondo...e per adesso non può darci molto...

Splendido.

Quando leggo di un "parco archeologico" m'illumino sempre.

Speriamo che gli scavi possano continuare e che il parco risulti sempre fruibile e, magari, dotato, se non lo è già, anche di un percorso di visita con tanto di cartellonistica esplicativa.

Che non faccia la fine del parco delle "100 fattorie" in quel di Lucca, iniziativa curata agli esordi, con tanto di sito internet alquanto dettagliato, ma che tuttavia versa, a meno che qualcosa non sia stato fatto di recente, in abbandono.

Il parco è fruibile da oramai un anno. Si attraversa proprio il decumano e reti separano le aree in corso di scavo. Ci sono pannelli sin dal parcheggio che porta alla cima del pianoro, anche se, numerose incursioni "poco oneste" (ci hanno rubato gli attrezzi scassinando la baracca e distrutto varie volte le reti) hanno toccato anche questi.

Se poi turisti fortunati arrivano sullo scavo mentre è in corso una campagna, meglio per loro, visto che si beccano anche la guida gratis... :D

Meraviglioso l'olifante.

Quindi una frequentazione sporadica in epoca romana ma non un riutilizzo del tessuto abitativo ?

Nessuna "villa rustica" presso il sito o negli immediati dintorni ?

No, al momento non esiste nessuna evidenza di abitazione nei dintorni di Montereggi. Per l'epoca medievale, pare più un'area adibita a coltivazioni.

A questo punto, viste le tue domande, è bene fare alcune precisazioni.

L'area di Montelupo Fiorentino è ricchissima di siti archeologici nei dintorni.

A 800m in linea d'aria, ci sono il sito di Bibbiani, Bronzo Antico, la Tomba dell'Uovo, ossia quella che sembra essere la necropoli di Montereggi, nella quale è stato trovato un sasso ovale con due lettere vicino a due probabili tumuli (scavati ma niente hanno restituito) e la Villa dell'oratorio, riferibile al IV, V sec. d.C.

Più lontano, a 7km in linea d'aria, c'è la Villa del Vergigno, una villa Romana riferibile al periodo augusteo.

Di questi siti non so dirvi molto, non avendo mai scavato in nessuno di essi, o perlomeno, ci vorrebbero molte altre discussioni, ma non avendone la padronanza preferisco evitare...

C'è da capire le attinenze fra i siti in questione...Bibbiani, Montereggi e l'Oratorio sono le uniche scavate al momento.

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Per quanto alla battaglia di Fiesole

http://www.regione.t..._in_toscana.pdf , alla pagina 39.

Pare che in quel di Montereggi ci abbia "lasciato la testa" il capo barbaro Radagaiso in persona.

Da quelle parti le leggende dicono che sia sepolto lo stesso Radagaiso, oltre a buona parte dei suoi caduti (in qualche fossa comune) ed ovviamente, non può mai mancare in una buona leggenda, un bel tesoro (il bottino delle razzie barbariche).

Lo leggerò più tardi, grazie mille! Pare interessantissimo.

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ciao Mirko

complimenti per il racconto

ti posso chiedere esattamente in cosa ti sei laureato perchè quello che fai mi ha sempre affascinato e visto che fra qualche tempo (salvo imprevisti) devo scegliere mi piacerebbe capire meglio le differenze e sbocchi dei diversi corsi di laurea dato che su internet non ho trovato molto

grazie

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Salve Mirko, bellissimo resoconto, non posso fare altro che ringraziarti per averlo condiviso con tutti noi. :yahoo:

Curiosamente appresi la notizia qualche tempo fa da un piccolo articolo pubblicato su un quotidiano e poi scrissi da parte questo commento:

<<All'interno delle sepolture etrusche venivano inserite piccole quantità di bevande e di cibi che sarebbero stati utilizzati dal defunto nell'aldilà. Inoltre, prima di inserire la salma nella tomba i partecipanti al rito funebre offrivano un banchetto: mangiavano e bevevano presso la tomba e poi rompevano alcune suppellettili e le gettavano all'interno. Era un'usanza che apparteneva alla ritualità. Un'usanza molto antica che risaliva a tempi remotissimi e praticata presso le maggiori popolazioni che si affacciavano sul bacino del Mediterraneo, primi tra tutti i Greci. Anche questi ultimi, infatti, accompagnavano il defunto con offerte di bevande e cibi e usavano frantumare parte dei recipienti per riporli come offerta votiva nella tomba. Di norma tutti i cadaveri erano lavati, unti con essenze profumate e inseriti in sudari dopo l'esposizione per il compianto. Sembra che il rito sia stato eseguito alla perfezione. Per quanto riguarda il modello della tomba gli Etruschi ne usavano un tipo definito a "pozzo". Questi pozzi erano utilizzati in epoca tarda (III-II sec. a.C.) e scendevano nel terreno fino a dieci metri di profondità. La forma del pozzo può essere cilindrica o rettangolare al cui termine si trova l'ambiente dove veniva depositato il defunto e il corredo. >>

Nel vedere le foto dei vasi ricomposti direi che si trattano di vasellame da mensa per versare il vino, forse di uso quotidiano e vedo che mancano, seppur pochi, pezzi: infatti, la caratteristica di questi oggetti che venivano rotti dopo i banchetti funebri presso le tombe era che spesso i frammenti non venivano posizionati tutti nello stesso luogo e per questo alla fine manca sempre qualche pezzo quando vengono rinvenuti.

Modificato da Caio Ottavio
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Grande Mirko!

Splendida comunicazione :D… dalla quale trasuda chiaramente tutta l’emozione che ti ha accompagnato durante questo scavo e anche la grande Passione che ti ha spinto intraprendere la Professione che hai scelto.

Di per sé uno scavo archeologico dà sempre emozione: trovare testimonianze lasciate da persone così distanti nel tempo da noi a me dà un senso di infrangere una sorta di sacralità, di spezzare una sorta di “istantanea” che ha congelato un momento o un atto. E mi fa pensare: “questo XXXXX ha aspettato per XXXX anni che arrivassi io a raccoglierla…” (si, lo so, non dovrei avere il “culto dell’oggetto” ma questo rappresenta pur sempre un uomo che l’ha creato o utilizzato o semplicemente… perduto). Un senso impalpabile di destino già scritto, una sensazione che avevi un appuntamento con il Fato.

Grazie anche ad un grande amico che anche lui è riuscito, come te, a farne un lavoro della sua grande passione, ho avuto la fortuna di collaborare a qualche scavo, perlopiù del Neolitico Antico e le soddisfazioni, pur da “profano” non son mancate: ho visto (e disegnato) carrellate di selci, pietre levigate, vasi, idoletti fittili, fossati…

Grazie a lui ho potuto contribuire ad esempio allo scavo di una sepoltura di una bambina (5 anni) del Neolitico Antico, con il suo corredo di vasi e di conchiglie marine gettate sulle spoglie.

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Come dicevo prima, al di là dell’aspetto cultuale, la cristallizzazione del gesto di due genitori, così distanti da noi da un punto di vista temporale eppure così vicini umanamente a noi.

Ho avuto la fortuna di poter camminare in una grotta a galleria cosparsa di ossa fossili di plantigrad, dei resti delle loro prede e di vedere scheletri di Ursus Speleus in connessione completa distesi nel loro letargo mortale, in quanto l'ingresso della cavità dove svernavano aveva subito il crollo della parte vestibolare, bloccandoli al suo interno…

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Con altri compagni ho potuto contribuire a recuperare in una piccola grotticella, con al centro un cumulo di ossa animali (?!) quattro vasi dell’età del bronzo pressoché completamente ricostruiti e rimasti lì,in mezzo al’argilla, ad aspettare che qualcuno li raccogliesse e li riportasse in luce…

Tornando al tuo testo, devo confessarti che, sebbene abbia avuto qualche esperienza speleologica giovanile… calarmi per 9 metri in un pozzo stretto mi avrebbe dato qualche problema, seppure roso dalla curiosità che mi avrebbe spinto a scavare, per capire cosa e dove avevano deposto coloro i quali avevano creato quest’opera.

Il ritrovamento del Fondatore comunque deve averti ripagato in pieno del tuo impegno e forse il Fato ti attende per elargirti un altro dono (se ho ben capito, sotto l’ultimo strato di pietre sembra ci sia un altro a ceramiche).

Di solito queste tombe a pozzo sono a deposizione singola o possono essere multiple ovvero pluristratigrafiche?

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Urca ragazzi, mi fa piacere avervi coinvolto...vediamo se rispondo a tutti.

ciao Mirko

complimenti per il racconto

ti posso chiedere esattamente in cosa ti sei laureato perchè quello che fai mi ha sempre affascinato e visto che fra qualche tempo (salvo imprevisti) devo scegliere mi piacerebbe capire meglio le differenze e sbocchi dei diversi corsi di laurea dato che su internet non ho trovato molto

grazie

Mi sono laureato in Scienze dei Beni Archeologici con tesi in Preistoria. Sono un preistorico a tutti gli effetti, ma ho un amore innato per la cultura classica.

Il suddetto corso non esiste più dalle mie parti, soppiantato da Scienze dei Beni Culturali.

E' una professione che se gli dai il tuo cuore ti ripagherà sempre, in un modo o nell'altro...

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