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Monetazione sveva in Italia


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Ciao, appesantito dal pranzo di Natale vi mostro un denaro di Enrico VI che, a proposito degli studi di azaad, ha un diametro di 14 mm con diametro interno di 7 mm. Purtroppo non riesco a dirvi il peso al momento...

@@joeenjoy Dovrebbe trattarsi del mezzo denaro MEC14 -484- D'Andrea n° 43. Io ne ho uno del peso di 0,32 gr.

A giudicare dalle promozioni e sai caratteri, io credo si tratti di un denaro e non di un mezzo. Per fugare ogni dubbio, se per cortesia puoi dieci anche il peso. Sei sicuro di aver misurato bene i cerchi?

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Si cerchi misurati bene DE 14 mm DI 7 mm. Peso 0,86 g che direi fuga ogni dubbio ma ci consegna un denaro di ridotte dimensioni con alto peso. Un po' anomalo... È possibile si tratti di una variante di denaro?

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Supporter

In questo post aggiungo informazioni sul diametro complessivo della moneta e su quello interno al variare degli anni.

Anche questo grafico si limita agli anni di Enrico VI e Federico II in cui ho più statistica. 

Sugli svevi successivi ho poche monete e considero poco rilevanti statisticamente le informazioni che si potrebbero desumere.

Al contrario su Enrico VI e Federico II, sebbene il numero di monete per tipologia sia in molti casi insufficiente, permette comunque di trarre qualche considerazione.

Ho diviso le varie emissioni in 4 gruppi principali:

1)Tipologie emesse sotto Enrico VI;

2) Tipologie emesse nel periodo della minorità di Federico e periodo in cui fu assente dalla sicilia (1198-1220);

3) Tipologie emesse dopo il ritorno di Federico in Sicilia e l'inizio del riordino dello stato;

4) Tipologie emesse dopo la riforma della monetazione con l'introduzione dell'augustale;

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Modificato da azaad
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Supporter

Sembrerebbe che le monete emesse sotto il regno di Enrico, e i primi anni di Federico II abbiano diametro complessivo generalmente più piccolo di quello che si avrà dopo il 1221. In questi primi anni anche il diametro interno varia fortemente con l'emissione, segno che quantomeno in questo periodo i denari non erano standardizzati. 

La standardizzazione sembra comparire a partire dal 1220: i denari diventano più larghi, con una media intorno ai 18 mm, mentre il diametro interno sembra fissarsi intorno ai 9-10 mm. A partire dal 1236 il diametro interno diventa praticamente fisso intorno ai 9.5 mm, segno che di fatto l'emissione era totalmente standardizzata, cosa importantissima per garantire la distinguibilità tra i denari e le sue frazioni che probabilmente, nei primi periodi in certi casi poteva andare incontro ad interpretazioni e contestazioni. 

Attendo con ansia i vostri pareri, anche e soprattutto metodologici. 

accetto con piacere qualche idea su analisi statistica da poter fare sui campioni in mio possesso. Se qualcun altro ha piacere a darmi una mano con la statistica il suo contributo è ben accetto (chiaramente per contributo si intende informazioni su qualche decina di esemplari). 

Modificato da azaad
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Supporter

Approfitto di questo post per rispondere a @@joeenjoy. Spero di non stare inserendo troppa carne sul fuoco.

joeenjoy Aveva inserito al post 359 la foto di un quarto di tercenario anomalo di Enrico VI, di peso sopra la norma e apparentemente non in argento.

Io ho parlato di variante per cui con questo post cercherò di dare qualche base alla mia affermazione.

Nella foto di sotto ho fotografato una frazione di Dirhem di Guglielmo II, un quarto di tercenario di Tancredi, e poi 2 quarti di tercenario per Enrico VI, uno di peso normale in mistura d'argento, ed uno di peso anomalo apparentemente in rame.

LA prima considerazione da fare è che paiono tutti lo stesso nominale (o comunque monete di valore equivalente, forse la frazione di Dirhem di Guglielmo divenne il quarto di tercenario dopo la sua riforma, ma questa è un'altra storia).

Appare evidente inoltre il graduale peggioramento dell'argento contenuto nelle monete.

Concentrandosi sugli esemplari di Enrico VI sembra evidente come la prima sia in lega d'argento mentre nella seconda l'argento si può solo immaginare. La differenza di peso tra i due esemplari è principalmente dovuta al differente spessore. 

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Modificato da azaad
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Supporter

In questa foto la differenza di spessore tra i due esemplari di Enrico VI.

Aggiungo infine il peso dei 4 esemplari inseriti:

 

Frazione di Dirhem Guglielmo II: 0.43

Quarto di tercenario Tancredi: 0.77

Quarto di tercenario Enrico VI mistura: 0.41

Quarto di tercenario Enrico VI rame: 1.12

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Modificato da azaad
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  • demonetis ha rimosso questo topic da quelli importanti
  • 2 anni dopo...
Supporter

Mai visto in vita mia in un'asta.

Presumo R5. In larga parte della bibliografia compare il solo disegno.

Modificato da azaad
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10 ore fa, azaad dice:

Mai visto in vita mia in un'asta.

Presumo R5. In larga parte della bibliografia compare il solo disegno.

 

Da catalogo: R4, "Questa moneta di biglione al titolo di 250% d'argento è stata coniata a Brindisi verso il 1195 o 1196. Ritengo sia una delle monete più rare degli Svevi. Fin ora si conoscono solo due esemplari, uno facente parte della collezione del Re Vittorio Emanuele III e l'altra si trova al museo comunale di Palermo.

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21 ore fa, Artax dice:

Che grado di rarità ha?

 

C’è anche Napoli tra le zecche attive, con tanto di privilegio…

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Supporter
15 ore fa, Artax dice:

Da catalogo: R4, "Questa moneta di biglione al titolo di 250% d'argento è stata coniata a Brindisi verso il 1195 o 1196. Ritengo sia una delle monete più rare degli Svevi. Fin ora si conoscono solo due esemplari, uno facente parte della collezione del Re Vittorio Emanuele III e l'altra si trova al museo comunale di Palermo.

 

Ecco, questa informazione mi mancava. 

Grazie. Diciamo che posso permettermi di farla mancare nella mia collezione di monete sveve :)

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Supporter
4 ore fa, mero mixtoque imperio dice:

C’è anche Napoli tra le zecche attive, con tanto di privilegio…

 

Tra avere il privilegio di zecca ed emettere realmente moneta ne corre.

E' comunque certamente condizione necessaria, ma purtroppo non sufficiente per dire che la zecca fosse attiva.

 

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6 ore fa, azaad dice:

Tra avere il privilegio di zecca ed emettere realmente moneta ne corre.

E' comunque certamente condizione necessaria, ma purtroppo non sufficiente per dire che la zecca fosse attiva.

 

 

Oltre a moneta sveva, produce molta moneta forestiera, fatto documentato da molte fonti.

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  • 1 anno dopo...

Ben trovati! È passato un bel po' di tempo da quando è iniziata questa discussione ma i concetti espressi rimangono e rimangono solidi. Vi scrivo perché mi ha incuriosito questo denaro AP di Enrico VI. È segnalato un cuneo al 4° quarto della croce. Ma io non sono interessato al presunto segno, bensì a qualcosa di più interessante. Notate nulla?

IMG_20240106_000201.jpg

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Ciao @Fidelio. Grazie per aver stimolato questa discussione. Denaro interessante. Ci provo; così a prima vista oltre al segno ben descritto, ne scorgo un’altro tra la A e la T che non ricordo di aver visto in altri esemplari, ma probabilmente mi sbaglio. Inoltre le stelle sono meno definite del solito, ma questo potrebbe essere dovuto all’usura, che potrebbe anche spiegare il basso peso per un denaro. Potrebbero essere utili anche i diametri del cerchio interno e del cerchio esterno.  

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:) Noto anche io i due cunei tra la lettera A. Uno di essi normalmente fa parte della R, ma l'altro successivo alla A lo trovo anomalo e non fa parte del carattere della T. Cosa ne pensate?

IMG_20240106_000401.jpg

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Il 6/1/2024 alle 00:15, Fidelio dice:

Ben trovati! È passato un bel po' di tempo da quando è iniziata questa discussione ma i concetti espressi rimangono e rimangono solidi. Vi scrivo perché mi ha incuriosito questo denaro AP di Enrico VI. È segnalato un cuneo al 4° quarto della croce. Ma io non sono interessato al presunto segno, bensì a qualcosa di più interessante. Notate nulla?

IMG_20240106_000201.jpg

 

Purtroppo, se i concetti rimangono ‘solidi’ (non penso proprio) lo dobbiamo non solo a chi ha interesse a mantenere le proprie sballate posizioni, di cui nei vari convegni ci si vanta ancora🤦🏽, ma anche a lei che evidentemente non ha ricercato in tutti i sensi. 
Però è un buon brodo nel quale cuocete da qualche annetto! (Secoli?)

Buon anno!

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Hem...Cosa dovrei risponderLe? Il problema sono le varianti? Le sciocche anomalie? Il divertimento nel vedere fantasiosi segni nelle nuvole? Mi dica? Vuole che chiunque debba accedere ad Archivi di Stato e reperire documentazione superstite e fortuita che dichiari argomenti inediti? Magari qualche nuova Zecca non ancora censita? Perché non domanda al Ministero italiano qualcosa...Magari suggerisca loro di avviare scavi massicci ovunque per svelarci realmente quali sono le circolazioni monetarie dei nostri territori...Maghi, magie e caccia alle streghe. Apra un nuovo Topic e ci illustri nuove strade. Lei, che nemmeno conosco...Prego. :)

Modificato da Fidelio
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Il 6/1/2024 alle 22:52, Fidelio dice:

:) Noto anche io i due cunei tra la lettera A. Uno di essi normalmente fa parte della R, ma l'altro successivo alla A lo trovo anomalo e non fa parte del carattere della T. Cosa ne pensate?

IMG_20240106_000401.jpg

 

A me sembrano segni di abbreviazione. Ipotizzo che l’incisore, verosimilmente analfabeta, abbia inserito quei segni senza rendersi conto che la leggenda è incisa per esteso e perciò non li richiede.

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