Vai al contenuto
IGNORED

le contraffazioni e i falsi dal 1500 al 1800


Risposte migliori

apro questa discussione perche` ci sono in giro molte discussioni interessanti sul tema ma che dopo un po si perdono.

quindi usiamo questo thread per approfondire l argomento.

i falsi d epoca sono monete fatte da soggetti o zecche in modo da copiare fedelmente una moneta emessa da uno stato.

di solito son emessi in lega a titolo minore o in metallo diverso per lucrare la differenza

le contraffazioni sono monete emesse da entita` legali con diritto di zecca che assomigliano ma non copiano in tutto monete di altri stati.

molto spesso si differenziano per la legenda ma non per il soggetto della moneta.

in italia grazie agli studi del 1800 ripresi poi dal CNI si son identificate contraffazioni di varie zecche secondarie come frinco passerano o desana in piemonte oppure castiglione delle stiviere , solferino , rodigo , gazoldo degli ippoliti nei territori gonzagheschi intorno a mantova.

manca pero` tutta la letteratura legata alle zecche estere che all epoca in europa erano piu` di 200.

si pensa che le contraffazioni venissero immesse in circolazione da mercanti viaggiatori.

vi lascio la parola e spero che vogliate contribuire alla discussione.

dopo attacco un po di link a falsi d epoca e contraffazioni varie

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


In realta' qualcosa il Gamberini di Scarfea ha scritto sull' argomento.... :

Nella quarta parte tomo primo della sua opera piu' nota sono trattate le principali imitazioni e contraffazioni italiane e straniere di monete di zecche estere medioevali e moderne della Svizzera , Francia , Paesi Bassi , Ungheria e Polonia

Mentre nel tomo secondo : Boemia , Transilvania , Germania e S.R.I , Gran Bretagna , Brabante, Fiandra, Lorena , Spagna, Portogallo , Crociate , Oriente

p.s grazie Niko per la segnalazione delle aste di questo venditore molto vicino a te

Ho notato una sua moneta ancora mancante alla mia collezione.......

Modificato da piergi00
Link al commento
Condividi su altri siti


apro questa discussione perche` ci sono in giro molte discussioni interessanti sul tema ma che dopo un po si perdono.

quindi usiamo questo thread per approfondire l argomento.

i falsi d epoca sono monete fatte da soggetti o zecche in modo da copiare fedelmente una moneta emessa da uno stato.

di solito son emessi in lega a titolo minore o in metallo diverso per lucrare la differenza

le contraffazioni sono monete emesse da entita` legali con diritto di zecca che assomigliano ma non copiano in tutto monete di altri stati.

molto spesso si differenziano per la legenda ma non per il soggetto della moneta.

in italia grazie agli studi del 1800 ripresi poi dal CNI si son identificate contraffazioni di varie zecche secondarie come frinco passerano o desana in piemonte oppure castiglione delle stiviere , solferino , rodigo , gazoldo degli ippoliti nei territori gonzagheschi intorno a mantova.

manca pero` tutta la letteratura legata alle zecche estere che all epoca in europa erano piu` di 200.

si pensa che le contraffazioni venissero immesse in circolazione da mercanti viaggiatori.

vi lascio la parola e spero che vogliate contribuire alla discussione.

dopo attacco un po di link a falsi d epoca e contraffazioni varie

Il tema che proponi è estremamente interessante (per me, almeno) e complesso. Proprio questa sua complessità richiede da un lato molta prudenza nell'affrontare le sue molteplici sfumature, dall'altro uno spirito critico non indifferente per evitare di cadere nella trappola del qualunquismo.

Studi sul settore ce ne sono molti di più di quello che si possa pensare, anche se al mondo collezionistico la maggior parte di essi possono sfuggire. Immagino quasi tutti abbiano una discreta dimestichezza col Gamberini di Scarféa, che almeno nel contesto italiano ha avuto il merito di essere il primo a trattare l'argomento in una maniera che potremmo definire enciclopedica. Tuttavia la sua opera, se ha il primato dell'originalità, alla luce delle conoscenze attuali ha molti limiti e soprattutto molti errori, sia nella descrizione dei pezzi che nell'individuazione dei prototipi, che come tali pongono interrogativi sulla fruibilità dell'opera per determinati ragionamenti. C'è molto di più.

Nel 2002 a Martigny si è tenuto un convegno di livello internazionale di due giorni dedicato proprio alle contraffazioni, i cui atti sono stati pubblicati anni fa. Le ricerche di Lorenzo Bellesia hanno fatto un po' d'ordine sulle emissioni emiliane, in Svizzera ci sono le ricerche di Kunzmann e prima di lui del Martin (più metodiche, ma essendo vecchie di almeno trent'anni richiedono una lettura prudente) e le analisi dei ripostigli a cura dell'Inventar der Fundmuenzen der Schweiz. In Germania ci sono svariati articoli sulla crisi del Kipper und Wipper del 1622 che fu alla base di un fenomeno speculativo molto intenso. Per il mondo delle colonie genovesi Oberlander-Tarnoveanu ha di recente pubblicato un saggio. Senza contare poi ricerche specifiche su un determinato nominale: il gros tournois, l'agontano, ... E via discorrendo.

Insomma, la bibliografia è ricchissima, ma essendo molto frastagliata e scritta in diverse lingue può essere di difficile fruizione. Ciò non autorizza a ignorarla né a semplificarla in un solo testo.

Io ci terrei a rimarcare un aspetto di base, fondamentale per comprendere il fenomeno e per lo meno parlare una lingua comune, ma che nel post di rick2 è presentato impropriamente.

Bisogna distinguere con precisione tra imitazioni, contraffazioni e falsi. Di riflesso, bisogna distinguere tra zecche che hanno coniato imitazioni, zecche che hanno coniato contraffazioni e zecche che hanno coniato falsi.

Il testo di riferimento per questo aspetto è il voluminoso "Le zecche italiane fino all'Unità" di Lucia Travaini.

Un falso è una moneta coniata da una zecca clandestina, ossia da una zecca non ufficiale, cioé non autorizzata alla coniazione tramite uno specifico diploma imperiale o papale.

Una contraffazione è invece una moneta coniata da una zecca ufficiale, quindi legata ad un'autorità ben precisa che, forte di un'autorizzazione, emetteva monete con una tipologia molto simile a quela di uno stato maggiore, di ampia diffusione, modificando semmai qualche piccolo dettaglio nel blasone, nelle legende, ... in modo tale che le insegne o i nomi dell'autorità emittente fossero facilmente confondibili dagli utilizzatori. Il lucro consisteva nel fatto che queste monete avevano un intrinseco inferiore ai prototipi, ma il loro valore nominale era il medesimo di quello della moneta copiata.

Non parliamo mai di zecche minori/maggiori, perché le zecche "minori" hanno coniato anche monete genuine e quelle "maggiori" becere contraffazioni.

Faccio un esempio molto semplice. Molti conosceranno la cosiddetta "parpagliola della Provvidenza" di Filippo II di Milano. Fu una dei principali divisionali milanesi tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Ebbene, di questa moneta furono coniati sia falsi che contraffazioni. Falsi furono coniati dalla zecca clandestina di Cittiglio, nell'attuale provincia di Varese. La zecca non era ufficiale, ma si trovava in un'abitazione privata. Contraffazioni furono invece coniate ad esempio a Mantova, che tutto mi sembra fuorché una zecca "minore".

Definizioni di imitazioni, contraffazioni, falsi, moneta di ispirazione sono state fornire di recente in una nuova formulazione aggiornata (non necessariamente univoca), che potremo magari condividere se questa discussione prenderà la giusta piega critica.

Sulle modalità di immissione in circolazione, sui rapporti tra "monete prototipo" e contraffazioni/falsi si è scritto molto a sproposito, quasi sempre senza tenere conto dei fattori macro-economici e di dati oggettivi dei ripostigli. Se si riuscisse a ragionare oggettivamente su questi punti la discussione potrebbe sì riuscire a fare un certo ordine.

E.

  • Mi piace 5
  • Grazie 1
Link al commento
Condividi su altri siti


bene vedo che la discussione sta prendendo il verso giusto

vi attacco un po di mie monete

giulio per il levante di cesare d este e virginia de medici (modena 1598-1615)

peso 6.5 grammi (6.7 per un originale)

legenda errata e caratteri tipo greco mi fan pensare ad un imitazione di qualche isola greca

per quanto ne so e` un inedito e non si conoscono altri falsi di questa moneta , il CNI descrive una moneta con legende errate alla numero 14

post-8662-0-24882300-1332152956_thumb.jp

Link al commento
Condividi su altri siti


altra

i falsi son conosciuti per questa monetazione ma poco studiati.

visto il nominale basso c e` anche da chiedersi se ci facessero soldi, oppure se questi "falsi" fossero monete d emergenza

post-8662-0-05529600-1332153219_thumb.jp

post-8662-0-91104900-1332153225_thumb.jp

Link al commento
Condividi su altri siti


contraffazione del 16maravedi spagnolo del 1663

da notare il busto a sinistra invece che a destra

cio si deve al fatto che la pena per i falsificatori era proporzionale alla somiglianza del falso all originale

post-8662-0-95007100-1332153603_thumb.jp

post-8662-0-14482700-1332153612_thumb.jp

Link al commento
Condividi su altri siti


questa invece e` fenomenale

e` un ducatone belga del 1600

il peso e` esatto e` fatta con anima di lega (immagiono rame e piombo) e rivestita con una lamina d argento,

il risultato e` una moneta dello stesso peso e dello stesso volume di una moneta originale (uno dei problemi dei falsificatori era quello di ottenere lo stesso peso specifico di un metallo nobile)

vista la tecnica molto sofisticata per me questo e` un falso prodotto in una qualche zecca ufficiale

ne avevamo parlato qui

http://www.lamoneta....uno-spettacolo/

post-8662-0-21420000-1332153843_thumb.jp

Link al commento
Condividi su altri siti


Molto interessante. Io per ora continuerei sul discorso delle contraffazioni, che sembra già abbastanza vasto.

Non mi è chiara una cosa però, Eligio: tu hai usato "contraffazione" e "imitazione" come termini differenti, ma non riesco a trovare la differenza tra i due. Alla fine, una contraffazione è l'imitazione di una moneta emessa da uno stato la cui moneta è più forte e ben voluta dagli altri Paesi.

Sbaglio? (il tema è interessante ma le mie conoscenze sono alquanto scarse, chiedo scusa)

Saluti,

N.

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

Buona serata

ringrazio eligio delle "dritte". Indubbiamente è un discorso molto complesso; non sono poi molti i pezzi contraffatti che sono arrivati fino a noi ed anche i collezionisti non sono così diffusi.

Talvolta veniamo in contatto con monete contraffatte, alcune assolutamente riconoscibili come tali, altre volte ben più raffinate e difficili da valutare; soprattutto se sono monetine piccole e usurate (vedi i torneselli di rick).

Circa la bibliografia, vuoi perchè frastagliata, anche quella è da "scoprire"...e bene ha fatto eligio ad evidenziare che, comunque, è ricca.

Saluti

Luciano

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

Molto interessante. Io per ora continuerei sul discorso delle contraffazioni, che sembra già abbastanza vasto.

Non mi è chiara una cosa però, Eligio: tu hai usato "contraffazione" e "imitazione" come termini differenti, ma non riesco a trovare la differenza tra i due. Alla fine, una contraffazione è l'imitazione di una moneta emessa da uno stato la cui moneta è più forte e ben voluta dagli altri Paesi.

Sbaglio? (il tema è interessante ma le mie conoscenze sono alquanto scarse, chiedo scusa)

Saluti,

N.

Ciao niko

sulla moneta contraffatta, credo, non ci siano problemi interpretativi; la stessa accezione del termine indica il conio di una moneta per frodare sul titolo, sul peso, sfruttando l'immagine di una moneta buona e accreditata.

Sulla moneta imitata, invece, non c'è l'uso fraudolento delle legende o dell'intrinseco. E' una moneta ufficiale emessa da uno stato che ha tutti i diritti per farlo e che trova spazio nell'elenco delle valute riconosciute; ha un suo corso legale e delle proprie caratteristiche.

Ti faccio l'esempio dei ducati d'oro emessi dai Cavalieri di Malta; imiltavano l'iconografia del ducato veneziano, ma le legende erano completamente diverse; soprattutto riportavano chiaramente il nome del Gran Maestro regnante.

Saluti

Luciano

Link al commento
Condividi su altri siti


Molto interessante. Io per ora continuerei sul discorso delle contraffazioni, che sembra già abbastanza vasto.

Non mi è chiara una cosa però, Eligio: tu hai usato "contraffazione" e "imitazione" come termini differenti, ma non riesco a trovare la differenza tra i due. Alla fine, una contraffazione è l'imitazione di una moneta emessa da uno stato la cui moneta è più forte e ben voluta dagli altri Paesi.

Sbaglio? (il tema è interessante ma le mie conoscenze sono alquanto scarse, chiedo scusa)

Saluti,

N.

Ciao niko

sulla moneta contraffatta, credo, non ci siano problemi interpretativi; la stessa accezione del termine indica il conio di una moneta per frodare sul titolo, sul peso, sfruttando l'immagine di una moneta buona e accreditata.

Sulla moneta imitata, invece, non c'è l'uso fraudolento delle legende o dell'intrinseco. E' una moneta ufficiale emessa da uno stato che ha tutti i diritti per farlo e che trova spazio nell'elenco delle valute riconosciute; ha un suo corso legale e delle proprie caratteristiche.

Ti faccio l'esempio dei ducati d'oro emessi dai Cavalieri di Malta; imiltavano l'iconografia del ducato veneziano, ma le legende erano completamente diverse; soprattutto riportavano chiaramente il nome del Gran Maestro regnante.

Saluti

Luciano

Ciao Niko, la tua domanda dà l'idea della complessità del problema e delle ambiguità interpretative.

Ti suggerisco di controllare sul volume "La moneta in Monferrato tra Medioevo ed Età Moderna" le definizioni che William R. Day jr. e Giorgio Fea danno di imitazione/contraffazione. Noterai come ci siano sfumature tra definizioni per il termine "contraffazione". Fea inoltre fa un discorso molto ampio sul concetto di falsifiazione coinvolgendo anche l'età contemporanea.

Ora non ho il libro con me, appena lo recupero provvedo a condividere con tutti il contenuto, sempre che qualcun altro non mi preceda.

Luciano fa un esempio coerente. Ducati e fiorini, per restare su nominali di ampissima diffusione, erano sia imitati, che contraffatti, che falsificati. Come classifichi il rarissimo fiorino di Milano: imitazione o contraffazione? E quello altrettanto raro di Chivasso? E invece quello di Cortemilia? E i fiorini di mastro Adamo, di dantesca memoria?

Io ti propongo un esempio sulle monete sabaude, che certamente conosci bene: il bianco da 4 soldi di Emanuele Filiberto di Savoia. In Monferrato fu emessa una moneta con la medesima tipologia, anch'essa denominata bianco: da un lato lo scudo dei Gonzaga-Paleologo, dall'altro una croce fiorata che ricorda quella mauriziana del pezzo sabaudo. A colpo d'occhio, due monete che si possono facilmente confondere. Se controlli sui documenti le caratteristiche intrinseche scopri che questi due nominali avevano lo stesso titolo e lo stesso peso, e dunque lo stesso contenuto di argento. Ne segue quindi una parità di valore intrinseco. Su queste basi puoi parlare di moneta di imitazione.

Una tipologia simile fu emessa anche a Masserano. Non abbiamo documenti che ne specifichino le caratteristiche intrinseche, ma la sua menzione in diversi provvedimenti di bando lascia pensare che la moneta fosse coniata a un titolo inferiore di quelle monferrine e sabaude. Quindi, la frode stava nell'immetterla in circolazione allo stesso valore nominale delle altre, pur avendo un contenuto di metallo prezioso inferiore. In questo caso si deve parlare di contraffazione: la tipologia qui era volutamente ricercata per confondere l'utilizzatore.

Ciao.

E.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Come promesso, ecco un passo del saggio di William R. Day jr. (I fiorini piemontesi nel Trecento. Il fiorino del Marchese Teodoro I Paleologo di Monferrato (1306-1338) nel contesto regionale, italiano ed europeo).

Per quanto riguarda la distinzione nella terminologia tra ‘imitazione’ e ‘contraffazione’, per questo articolo, si definisce un’imitazione una moneta che segue fedelmente i disegni di tutti e due dei tipi dell’originale – nel caso delle imitazioni del fiorino il giglio sul diritto e l’immagine di San Giovanni Battista in piedi sul rovescio – ma che identifica nelle leggende l’autorità emittente e/o il luogo di emissione. Le imitazioni sono di solito battute ad un buon standard anche se talvolta leggermente inferiore rispetto a quello del prototipo. Alcuni numismatici preferiscono descrivere monete di questo genere come ‘imitazioni firmate’ (signed imitations) per distinguerle non soltanto dalle contraffazioni ossia ‘imitazioni fallaci’ (deceptive imitations) ma anche da altre imitazioni di buon standard che non siano ovviamente fraudolente sebbene non identifichino né l’autorità emittente né il luogo di emissione, come per esempio alcune imitazioni del ducato veneziano battute nel Mediterraneo orientale. [...] Gli ibridi in effetti costituiscono una sotto-categoria delle imitazioni firmate. Queste monete usano come modello soltanto uno dei tipi dell’originale e sostituiscono l’altro con un tipo proprio, come per esempio alcuni fiorini savoiardi del Conte Amedeo VII (1383-1391) con il disegno araldico sul diritto e la solita immagine di San Giovanni sul rovescio. [...]Contraffazioni sono imitazioni fallaci di una moneta contemporanea che mantengono gli stessi tipi e le stesse leggende ma alterano o il contenuto intrinseco o il peso (e spesso tutti e due), diminuendolo in modo tale da ottenere un profitto da ciascuna moneta.

E.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


E i fiorini di mastro Adamo, di dantesca memoria?

E.

Sui fiorini di Mastro Adamo c'è questa discussione dalla quale si possono ricavare altri spunti relativi ai falsi:

Mastro Adamo era un falsario poichè i suoi fiorini erano di lega inferiore ( tre carati di mondiglia....)

Link al commento
Condividi su altri siti

... e la contraffazione (deceptive imitation) di Besso Ferrero Fieschi per Masserano.

E.

Col il rovescio ruotato di 45° in senso antiorario si percepisce di più la somiglianza.

post-2102-0-45814700-1332319373_thumb.jp

Link al commento
Condividi su altri siti


Una imitazione interessante, soprattutto perchè le ragioni non sono chiare.

Si può ipotizzare che, transitando per la transilvania e dintorni i prodotti in arrivo dalla via della seta, e interessando questi prodotti alle città delle Fiandre, si sia pensato di pagarli con monete ben conosciute in loco.

Il primo è un ducato di peso e titolo conformi agli originali coniato nella provincia di Overijssel ( se ne conoscono anche di Gelderland ma sono molto più rari)

post-8209-0-87932700-1332333228_thumb.jp

il secondo è l'originale :

post-8209-0-27442000-1332333280_thumb.jp

Link al commento
Condividi su altri siti

Una imitazione interessante, soprattutto perchè le ragioni non sono chiare.

Si può ipotizzare che, transitando per la transilvania e dintorni i prodotti in arrivo dalla via della seta, e interessando questi prodotti alle città delle Fiandre, si sia pensato di pagarli con monete ben conosciute in loco.

Il primo è un ducato di peso e titolo conformi agli originali coniato nella provincia di Overijssel ( se ne conoscono anche di Gelderland ma sono molto più rari)

post-8209-0-87932700-1332333228_thumb.jp

il secondo è l'originale :

post-8209-0-27442000-1332333280_thumb.jp

Sui ducati d'oro ungheresi e olandesi emessi tra fine Cinquecento e la prima metà del Seicento ci sarebbe da fare un discorso a parte.

La moneta d'oro di questo periodo in generale deve essere trattata diversamente rispetto ad esempio al bianco da quattro soldi di cui ho parlato prima.

La circolazione di questi esemplari era ampissima, i confini nazionani per essi non esistevano e le tipologie dei vari ducati d'oro emessi per tutta Europa a ben guardare si rincorrono tra loro. Anche solo definire il prototipo, in questi casi, è complicatissimo. Sono frequenti i ducati "ibridi", ossia che uniscono il dritto di un esemplare e il rovescio di un'altra. Legare la loro diffusione ad una determinata via commerciale può non essere del tutto corretto, perché le evidenze dei documenti parlano di una circolazione abbastanza uniforme. Un esercizio più utile sarebbe quello di individuare la cronologia di determinati tipi ed esaminare la diffusione del loro impiego da parte delle altre zecche. Vi posso assicurare che questo esame, non semplice per via dell'enormità dei materiali che occorre esaminare, riserva interessanti sorprese...

Se prendi ad esempio le gride milanesi del primo Seicento trovi elencate decine e decine di queste specie monetarie. Quella dell'8 gennaio 1637, in particolare, ti fornisce un elenco dei pezzi con una descrizione anche piuttosto dettagliata. Ebbene, potrai riconoscere pezzi tedeschi, svizzere, ungheresi, transilvani, boemi, prussiani, fiamminghi, olandesi, ... Questo perché alla fine le monete circolavano ovunque, per lo più a peso. Un altro esempio sono le tariffe fiamminghe. Se poi sei fortunato e ne trovi una copia con le glosse d'epoca puoi apprezzare la sensibilità mercantile sul titolo o sull'uso effettivo in un determinato luogo. Inoltre, ti permette di comprendere come alle volte tra un ducato e l'altro ci potessero essere differenze importanti nel contenuto di metallo prezioso, con conseguente differenza nel valore nominale.

Ciò non toglie che in mezzo a queste monete ci fossero contraffazioni importanti, anche in Italia, sebbene in area italiana le tipologia in oro furono contraffatte meno. Maccagno Inferiore e Castiglione delle Stiviere emisero diversi ongari di tipo fiammingo, ma fu un fenomeno piuttosto contenuto se lo paragoniamo alla loro produzione di monete in mistura, decisamente più lucrativa e di di più facile realizzazione (non dimentichiamo che l'oro non è sempre stato abbondandissimo in circolazione, specie nel ventennio a cavallo del 1600). Sulla coniazione di ongari in Italia rimando ad un testo di Bellesia (Inquadramento della produzione di ongari nelle zecche emiliane tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600, «Schweizer Münzblätter», XLV (1995), pp. 8-13).

Come vedete, c'è da impazzire. O da divertirsi, dipende dai punti di vista naturalmente.

E.

Link al commento
Condividi su altri siti


E i fiorini di mastro Adamo, di dantesca memoria?

E.

Sui fiorini di Mastro Adamo c'è questa discussione dalla quale si possono ricavare altri spunti relativi ai falsi:

http://www.lamoneta....__fromsearch__1

Mastro Adamo era un falsario poichè i suoi fiorini erano di lega inferiore ( tre carati di mondiglia....)

Era un falsario soprattutto perché non lavorava in una zecca ufficiale.

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.