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Ponte Carrega


dizzeta

Risposte migliori

Oggi sono triste ...

Mi è giunta notizia che vogliono demolire il "mio" ponte, l'unico rimasto a Genova sul Bisagno del Settecento (l'altro, il più famoso, quello di Sant'Agata, fu spazzato via dall'alluvione del 1970).

Vero che c'è un "piano di Sicurezza" del Comune da anni studiato e redatto da "scienziati" e che le alluvioni, in quel punto, sono pericolose ma, dico io, ci sono altri modi (scolmatori) che possono essere studiati alla bisogna senza distruggere il passato!

Già l'avevano ridotto ...e ora ...

Ero allegro e mi è passata tutta l'allegria ..... sorry

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...concludo, ho chiesto e mi hanno risposto:

"Devi essere pragmatico! E' un porte mastodontico per essere "solo pedonale" ed è raro vederci passare un pedone perchè non collega nulla di importante."

Ed io ho risposto:

"Certo, lo so. Ma pensa al Colosseo o ai Fori Romani, è tutto rotto! Pensa a quante auto ci starebbero posteggiate e Roma avrebbe tanto bisogno di posteggi..."

Esito:

"Quel ponte non interessa a nessuno! E qui non siamo a Roma!"

E io (... almeno l'ultima parola lasciatemela):

"Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole. E più non dimandare."

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Scusa dizzeta,

voglio sperare che la risposta ti sia stata fornita da un giornalista locale, da un semplice opinionista e non da un'istituzione locale o peggio ancora da organi preposti alla tutela del patrimonio culturale e artistico italiano.

Se così fosse, ti pregherei, di scrivermi(anche in pv) chi ti ha fornito questa scellerata risposta.

Ti ringrazio.

Vincenzo.

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ciao diz...buonadomenica..distrugere un ponte costa guasi come costruirne uno nuovo..... :crazy: .!!..questo e monumentale....e a resistuto a piu di una fiumara...... :o ..

piutosto costruirne uno a cantu...e piu giudicoso....cosi teneranno il vecchio ponte... :acute: ....ma saper spendere piu soldi per la destruzione in quel periodo,non ci he piu senzo....!!!! :o

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ciao, è una decisione che si inquadra in un progetto più ampio, che prevede di edificare l'ennesimo centro commerciale al posto della fatiscente e già demolita struttura italcementi dall'altra estremità del ponte.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/03/03/bisagno-cinque-ponti-da-abbattere-per-il.html

E' la classica tattica della quarantennale amministrazione comunale. lasciare andare in degrado gli immobili, così vengono comprati a prezzo di rudere dagli amici degli amici e una volta "recuperato" il degrado, il valore immobiliare si decuplica. Il bilancio reale del comune è una voragine che tentano di nascondere con questi trucchetti contabili.

E' stato lo stesso con la casa di Paganini.

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Scusa dizzeta,

voglio sperare che la risposta ti sia stata fornita da un giornalista locale, da un semplice opinionista e non da un'istituzione locale o peggio ancora da organi preposti alla tutela del patrimonio culturale e artistico italiano.

Se così fosse, ti pregherei, di scrivermi(anche in pv) chi ti ha fornito questa scellerata risposta.

Ti ringrazio.

Vincenzo.

"Organi preposti alla tutela del patrimonio culturale" genovesi, certo che no, anzi ho avuto più volte a che fare con loro e li ho trovati giustamente severi e competenti ed è stato un vero piacere discutere con loro e in ogni occasione che ho avuto sono stato soddisfatto della loro posizione.

Pertanto ho ancora un po' di fiducia in loro sul salvataggio di questo gioiello.

Poi c'è da dire che un po' di sollevazione popolare c'è (poco, poco ma ....tosta) e, se interessa, posso riferirvene gli sviluppi.

Come dice bene Bavastro c'è un progetto ampio e discussioni che sono durate anni e anni, non sono certo io che posso giudicare la "soluzione finale", certo però che nessuno mi può impedire di essere triste in questo momento e vedere che decisioni saranno prese.

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Tanto per farmi un po’ del male …e anche a chi di voi è appassionato di queste “cose”

(e per allargare un po’ la “canoscenza” dantesca) vi dirò, a modo mio con i termini di cui sono capace, di qualche aneddoto su questo ponte sfortunato perché un po’ c’entra nella storia non scritta dell’Italia tutta e non solo genovese.

Fu costruito negli ultimi decenni del 1700 su richiesta degli abitanti della zona per attraversare il Bisagno con i carri pesanti che avevano difficoltà ad usare il guado utilizzato fino ad allora.

Fu un protagonista sconosciuto della Storia d’Italia per l’episodio clamoroso dell’”assedio di Genova del 1800, quando in assenza di Napoleone l’Italia si sente tradita e accoglie come “veri” liberatori gli eserciti della seconda coalizione anti-francese del 1799 (astro-russi del Suvoroff e poi gli austriaci del Melas), crollano di schianto le varie Repubbliche democratiche, dalla Cisalpina alla Partenopea, e crolla la dominazione francese in Piemonte: non la Repubblica Ligure, non per virtù sua, sia chiaro, ma perché su Genova ripiega l’esercito francese per l’estrema resistenza, in attesa di rinforzi. Per queste circostanze Genova resta l’unico angolo della penisola in cui si attesta la democrazia; e diventa un simbolo, una bandiera, quando in essa convergono alcuni personaggi dalle più disparate terre italiane (Ugo Foscolo, Cesare Paribelli, il Ceroni, il Fantuzzi e tanti altri) che nella difesa occasionale di Genova sentono di difendere, essi italiani di tutte le regioni, un ideale comune che non sarà più solo la “libertà” contro i singoli tiranni locali, sotto la grande ala francese, ma di tutta l’Italia contro tutti gli stranieri. Ecco perché l’assedio di Genova è un’altissima pagina di storia che non appartiene solo ai genovesi ma a tutti gli Italiani.

Dopo che la battaglia di Novi del 15 agosto 1799 ha spinto i francesi verso Genova ormai gli assedianti, il 10 febbraio 1800, si sono presentati orami sotto le mura e il nizzardo Andrea Massena dirige l’ultima resistenza (con infinite sofferenze e fame della popolazione, in quella primavera, e l’abnegazione generosa delle forse francesi, genovesi e dei volontari italiani) e quella resistenza ad oltranza permise di fatto la marcia travolgente di Napoleone e con la successiva battaglia di Marengo, fu possibile capovolgere la situazione e stabilire le sorti dell’Europa per il successivo quindicennio.

I libri di storia ci raccontano della resa al ponte sul Polcevera il 4 giugno, a soli 10 giorni dalla battaglia risolutiva del 14, quando l’assediante aveva già l’ordine di levare l’assedio, ma nessuno ricorda che la situazione era uguale nella valle contigua e le stesse battaglie si sono combattute anche sul Ponte Carrega (che anche lui non ha ceduto) e Massena con i suoi erano sia di là (Polcevera) che di qua (Bisagno).

Nessuno lo ricorda ma Ponte Carrega è stato anche questo ed su di lui si è versato sangue italiano … poi nel 1907 l’hanno dimezzato per migliorare la viabilità cittadina….

Io non sono uno storico e non so spiegare questi fatti ma dal semplice leggerli mi è venuta la “pelle d’oca”.

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In una vista a volo d'uccello della città del 1640 è ben visibile.

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Grazie, Fra, ma non è quello, il Ponte Carrega è dietro quella collina che vedi sullo sfondo, quello che hai segnato è troppo vicino al Sant'Agata, che è il primo che si vede.

Infine l'anno di costruzione è certo: ultimo decennio del 1700.

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se si era tanti anni prima,nel periodo 75-85,penso non ci era problemi a distrugierlo. :mellow: ....ma ora,e un altra musica,chi sono molte associazione,e giente bene in testa per metersi di traverso ne un progetto del genere,ora la giente e piu concensiosa di questi testimoni del passato...... :mellow: .

io,abitante di aiaccio,ho visto distrugierre gli ultimi fortificazione delle muraglie genovese che incerclavano il borgho.....dove chi era un lavatoggiu usato al epoqua dagli abbitanti. :( ...visione sempre in memoria...delle donne vestite di nero che portavanno a lavare roba.... :( ancora oggi,sento le lamantazione della giente,perche,testimoni non ci ne piu....allora????? :)

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A liquidare la repubblica ligure, però, ci pensò lo stesso Napoleone, violando tutti gli accordi presi con il governo locale. Era il periodo più oscuro della storia napoleonica... quello dell'abbattimento della repubblica in Francia, della reintroduzione della schiavitù nelle colonie, della svendita degli ideali e delle conquiste rivoluzionarie.

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anche per me il ponte segnato da fra non è il Carrega. Penso sia il sant'Agata che iniziava da Porta romana e si univa alla via "aurelia".

Il primo che si vede credo sia il Ponte Pila, che partiva da Porta Pila e arrivava alla collina di Albaro (all'epoca Comune autonomo). Una Porta spostata, come altre, visibile sopra la stazione FS, ma si parla di rispostarla.

p.s. dimenticavo, il Ponte Pila non esiste più.

Modificato da bavastro
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anche per me il ponte segnato da fra non è il Carrega. Penso sia il sant'Agata che iniziava da Porta romana e si univa alla via "aurelia".

Il primo che si vede credo sia il Ponte Pila, che partiva da Porta Pila e arrivava alla collina di Albaro (all'epoca Comune autonomo). Una Porta spostata, come altre, visibile sopra la stazione FS, ma si parla di rispostarla.

p.s. dimenticavo, il Ponte Pila non esiste più.

Hai ragione. A proposito di cose che non ci sono più... o perlomeno, che non si vedono più.

Uno scorcio di Genova mozzafiato ormai perduto...

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Oggi sono triste ...

Mi è giunta notizia che vogliono demolire il "mio" ponte, l'unico rimasto a Genova sul Bisagno del Settecento (l'altro, il più famoso, quello di Sant'Agata, fu spazzato via dall'alluvione del 1970).

Vero che c'è un "piano di Sicurezza" del Comune da anni studiato e redatto da "scienziati" e che le alluvioni, in quel punto, sono pericolose ma, dico io, ci sono altri modi (scolmatori) che possono essere studiati alla bisogna senza distruggere il passato!

Già l'avevano ridotto ...e ora ...

Ero allegro e mi è passata tutta l'allegria ..... sorry

Certo che se confronti le 2 foto capisci perche` ci son le alluvioni !

se noti il letto del fiume e` stato dimezzato

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per rick2, il letto del "fiume" era tre volte quello di ora. Il Bisagno era pieno di orti e da qui è nato il termine "andare dal besagnino" a comprare frutta e verdura. Quindi lo Stadio di Marassi è stato costruito sopra il letto. Il topònimo Marassi se ricordo bene deriva da, marc asc, luogo di acque paludose.

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