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Palazzo Venezia: che tristezza


tartachiara

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Vado controcorrente, e dico che la colpa di questa chiusura non sta nell'esiguo numero dei custodi ma nella pessima organizzazione dei siti turistici.

Sono da poco tornato da Vienna, e pochi giorni prima ero a Venezia. Bene, mai così tanto ho visto la differenza tra l'organizzazione italiana e quella europea.

Il palazzo imperiale di Vienna, tanto per citarne uno, non ha nelle sue sale praticamente nessun "guardiano", tutto è gestito da telecamere e altoparlanti. Certo, i custodi ci sono, ma pochi giusto per intervenire la dove le telecamere individuino motivi per farlo, per il resto le stanze sono prive di mastini. Questo permette di vedere un percorso fatto di 70 camere, solo per quello che riguarda un giro.

In Italia siamo all'età della pietra, con ancora un nugolo di custodi per ogni camera, il più delle volte con il solo compito di stare seduti a guardare i turisti ed impedirgli di fare foto.

Se Palazzo Venezia fosse organizzato come un qualsiasi museo estero, i 4 custodi sarebbero più che sufficienti per tenere aperto tutto il percorso di visita.

Altro capitolo i costi di ingresso ai musei, in Italia veramente esorbitanti. Il Palazzo ducale di Venezia costa minimo 16euro a persona, se uno vuole l'audioguida solo altri euro in più, meglio lasciare perdere l'idea della visita guidata. A Vienna il palazzo imperiale costa 10euro, compresa l'audioguida in qualsiasi lingua, il percorso guirdato in italiano 3 euro in più. Poi ci domandiamo come mai in Italia tanti musei sono vuoti.....

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"Ho lavorato per quasi un anno a Palazzo Venezia nel 2003 come "collaboratore esterno" della Soprintendenza. Era l'esempio della malagestione, del fancazzismo, dell'incompetenza, con impiegati che passavano la giornata tra caffè al bar, lettura del giornale e via dicendo. Gente di uffici con compiti in teoria importanti che non aveva neanche il diploma. La realizzazione concreta di tutti i peggiori luoghi comuni sugli statali fannulloni, letteralmente."

Ho avuto modo di frequentare per alcuni mesi e con una certa assiduità, una biblioteca statale.

La sensazione che ne ho tratto è innanzitutto quella di una generale demotivazione dei Dipendenti, pochi dei quali davvero competenti e collaborativi (ma, ripeto, tutti estremamente demotivati) ed una moltitudine di personaggi che, mi sono chiesto più volte durante i miei accessi alla struttura, che ci facessero e, sopratutto come potessero essere arrivati in una biblioteca.

Più di una volta, per pagare pochi euro per le fotocopie che riuscivo a richiedere per ogni accesso (avevo proposto alla responsabile di lasciare un deposito di 100 euro, da cui sottrarre, progressivamente, i costi delle fotocopie, ma mi è stato detto che non era possibile perchè le fotocopie del giorno si pagavano sempre al momento...) ho dovuto perdere del tempo prezioso. Così accadeva che tra la richiesta per l'autorizzazione alle fotocopie (che andava vidimata preliminarmente non da una persona qualunque, ma da un certo Responsabile che non sempre era prontamente reperibile e che non era, naturalmente, quello da cui poi le fotocopie si pagavano) e l'attesa in altro ufficio per la compilazione della quietanza di pagamento, che in genere non superava mai i 5/6 euro alla volta, si perdeva anche oltre mezz'ora.

Più di una volta, non avendo l'ufficio il resto (e naturalmente neppure un P.O.S.), questuavo fra gli astanti il cambio di uno o di due euro in centesimi, perchè le quitanze avevano sempre importi come 4 euro e 27 centesimi o 5 euro e 39 centesimi (mai una volta che la cifra fosse tonda!).

Alla fine proponevo io il pagamento arrotondato per eccesso ai 50 centesimi ma la cassiera non sempre era d'accordo......

Dopo qualche tempo, la cassiera (che ormai mi conosceva) mi ha fatto anche un "credito" di circa 2 euro per mancanza di cambio (e di "astanti" a cui chiedere...) che le ho poi consegnato la volta successiva....

La mia conclusione è che sebbene la struttura che ho frequentato fosse, astrattamente, una struttura "moderna", la mentalità di chi vi lavora sia ancora di stampo "ottocentesco", con tutte le conseguenza che ciò comporta.

Sul piano umano è naturale che col tempo e con la reiterata frequentazione, si instauri con taluno anche un buon rapporto (e questo, alla fine mi ha agevolato nelle ricerche), ma è l'organizzazione di base che sa di "muffa" e di burocrazia retrograda.

Non vedo perchè certe strutture, come Musei, Biblioteche, ecc. non possano essere gestite da privati, in base a capitolati ben precisi che stabiliscano oneri ed obblighi severi per i gestori e ritorni economici per lo Stato.

D'altra parte, ad eccezione dei giochi d'azzardo, sapete dirmi che cosa lo Stato italiano è in grado di gestire

con criteri di produttività ed economicità?

Saluti.

Michele

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Non vedo perchè certe strutture, come Musei, Biblioteche, ecc. non possano essere gestite da privati, in base a capitolati ben precisi che stabiliscano oneri ed obblighi severi per i gestori e ritorni economici per lo Stato.

Ritorni economici per lo stato da una biblioteca, e deve guadagnarci anche il privato gestore? Con l'amore per la lettura che ci contraddistingue la vedo dura...

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"Ritorni economici per lo stato da una biblioteca, e deve guadagnarci anche il privato gestore? Con l'amore per la lettura che ci contraddistingue la vedo dura..."

Beh, non è certo dalla sola fruizione dei libri che mi attenderei dei ritorni economici.

Queste strutture andrebbero "svecchiate" ed utilizzate anche per eventi a pagamento (affitto delle sale per convegni, riunioni, incontri ecc,) dotandole di caffetterie e di rivendite di souvenir, nè più e nè meno come accade per le altre analoghe strutture di tipo europeo.

Inoltre, nello specifico, la biblioteca che ho frequentato è dotata di un laboratorio per la digitalizzaione e per il restauro dei libri. Non so se questi servizi possano essere vantaggiosamente offerti anche all'esterno....forse non sarebbe male pensarci.

Per non parlare della possibilità di inserire la struttura nei circuiti turistico-culturali della città, dal momento che in essa sono custoditi preziosi manoscritti ed incunaboli che però sono off limit per chiunque non sia autorizzato.

Mi chiedo se anche la visione guidata di questo prezioso materiale, con personale parlante magari anche qualche lingua straniera (che non guasterebbe...), non possa rappresentare un interessante "percorso culturale" al pari di quelli più classici e abituali.

Ma sono normalmente tutte opzioni che al solo pronunciarle, provocano uno strano effetto "eversivo" agli occhi degli addetti ai lavori.....non rimane quindi che adattarsi ad un sistema che non sembra affatto intenzionato a rinnovarsi.

Mi domando se quando si parla di valorizzare queste strutture lo si fa pensando a quello che è stato e viene fatto in Europa (e negli States) oppure ai nostri modelli tradizionali neo-bizantini.

In questo secondo caso, temo che sarà molto difficile cambiare sia la mentalità degli operatori che la "produttività" (in senso lato) e la fruibilità delle strutture medesime.

Saluti.

Michele

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L'inverno scorso sono stata alla Biblioteca del Senato per fare delle ricerche su una moneta molto particolare, ho chiesto l'autorizzazione per fare delle foto, che poi avrei utilizzato per un articolo, ho anche detto il nome della rivista visto che ero già d'accordo con il direttore della stessa.

L'autorizzazione mi è stata data dopo un paio di giorni, quando sono tornata per continuare le ricerche, senza alcun problema.

Ho frequentato la Biblioteca per 2-3 giorni e sono stati tutti gentilissimi.

Non ho trovato quello che mi serviva purtroppo, ma ho fatto foto di tutti i decreti legge per la coniazione di monete emessi negli anni che mi interessavano, li ho anche postati nella discussione apposita qui sul Forum.

La settimana scorsa mi è arrivata una mail dalla Biblioteca dove mi richiedevano le 2 copie dell'articolo che mi ero impegnata a dare.

Ho risposto ringraziandoli per l'attenzione ed ho spiegato che non avendo trovato quello che mi era necessario per scrivere l'articolo...non lo avevo ancora finito, visto che non avevo avuto più occasione di andare all'Archivio di Stato per continuare le mie ricerche.

Ho anche assicurato che avrei portato le due copie non appena finito e pubblicato il mio articolo.

Sinceramente mi sono stupita, favorevolmente, di tanta solerzia...ma ne sono stata contenta, evidentemente qualcuno che lavora bene c'è...Giò

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Ciao Giò.

"Sinceramente mi sono stupita, favorevolmente, di tanta solerzia...ma ne sono stata contenta, evidentemente qualcuno che lavora bene c'è."

Beh,....stai anche parlando della Biblioteca del Senato della Repubblica......non di una biblioteca statale qualsiasi.

Che ci sia qualcuno che lavora bene non è in discussione......è la mentalità dell'ambiente statale che andrebbe innanzitutto "modernizzata"...anche nell'interesse di chi ha voglia di lavorare ed ha le competenze professionali per fare bene il proprio mestiere.

Poi ogni realtà ha le sue peculiarità: ho ad esempio notato che in biblioteche più piccole, con meno personale, dottori, timbri e firme, (e magari due persone che fanno tutto), il lavoro è risultato molto più rapido e proficuo.

Spesso dipende dall'organizzazione e dalla motivazione del personale.....dove regna il tipico "scazzo" statale (o parastatale) è difficile che il servizio all'utenza funzioni proficuamente.....per carità. qualcosa si fa, ma si potrebbe fare molto di più in tempi nettamente più brevi.

Avrei da raccontare anche degli episodi tutto sommato "naif", come quello dell'impiegato relegato (da solo) in un grande scantinato semi buio, dove la biblioteca che ho frequentato custodisce la maggior parte dei propri testi da consultazione. Una volta sono andato a trovarlo, per accelerare la visione di una G.U.che mi interessava e ho trovato una situazione che mi ha ricordato quella del soldato giapponese abbandonato in un'isola deserta del Pacifico e che non sapeva che la guerra era finita da anni.

In questo enorme scantinato, nella semi oscurità, con un fotocopiatore non funzianante così come molti tubi del neon, il personaggio in questione si muoveva con grande disinvoltura fra le scaffalature ricolme di libri, confidandomi che nessuno dei suoi colleghi lo avrebbe mai sostituito in quella scabrosa mansione, anche perchè il posto era considerato insalubre (e devo ammettere che non aveva tutti i torti a sostenerlo).

Per fotocopiare 3 pagine di un decreto, non potendolo fare sul posto, mi ha chiesto un documento in deposito e mi ha indirizzato al più vicino fotocopiatore con il volume che conteneva la G.U. che mi interessava (solo 4 Km. da lì...meno male che ero andato in macchina, anche perchè il volume che conteneva la Gazzetta pesava oltre 5 kg...).

Comunque alla fine ce l'ho fatta .........e gli ho portato anche un caffè.......

Altro che biblioteca del Senato..........

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62
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Come dice giustamente Michele e' la mentalita' di chi gestisce che deve cambiare.

Faccio un piccolo esempio, legato alla mia citta': il castello visconteo.

Questo splendido edificio del XIV secolo viene mantenuto in buone condizioni e, alcune sale, concesse per mostre di vario tipo.

Pare persino che una piccola ala sia dedicata ai piu' piccini, i quali possono tenerci le loro feste.

Tanto di cappello, peccato che per eventi come quelli da noi tenuti (aste) non si riesca ad ottenere manco uno sgabuzzino, perche' si tratta di eventi di natura commerciale.............

Preferiscono prendere qualche decina di euro per feste dove immagino il ce...o che gli lasceranno da pulire, piuttosto che qualche migliaio per un evento che porta decine di persone in citta': persone che pagherebbero per treni, pullman, taxi, posteggi, bar, ristoranti, negozi ecc. Ecc.

Insomma, persone che farebbero girare l'economia.

Modificato da Alberto Varesi
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Ciao Alberto.

"Insomma, persone che farebbero girare l'economia"

Già, appunto. E' che molte di queste strutture sono considerate alla stregua di "santuari", che più rimangono chiusi e meglio è.

Poi, magari, li aprono al pubblico un giorno all'anno per una manifestazione (tipo quella dei "Monumenti aperti") e vieni a sapere che c'era una fila di due ore per entrare. Ma che senso ha tenerli aperti per un solo giorno?

D'altra parte ci sono sempre quelli che invece riescono ad entrare quando vogliono e magari ci organizzano anche il rinfresco per il loro addio al celibato.....

Comunque hanno voglia di parlare di razionalizzazione, di tagli, di spending rewiev e compagnai bella......se non cambia la mentalità della gestione dei beni culturali pubblici, se non si "sburocratizza" l'ambiente, non credo che assisteremo a sostanziali miglioramenti.

Saluti

M.

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Concordo, in certi ambienti è normale avere agevolazioni, ed anche week-end gratuiti, solo perchè si fa parte di un dato "Ufficio"...

Effettivamente certe abitudini dovrebbero cessare del tutto, se si vuole efficienza negli uffici pubblici, e non solo, si dovrebbe ricominciare daccapo e riorganizzare tutto, semplificando veramente le procedure burocratiche. Fin'ora sono stati fatti vari tentativi per eliminare la burocrazia con l'unico risultato di complicare le cose sempre di più. Giò :mega_shok:

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Quello che manca ancora in Italia, salvo poche eccezioni, è la "capacità gestionale economica" di una struttura pubblica, come ad esempio un castello o una biblioteca.

In primo luogo serve ridurre la spaventosa burocrazia che complica inutilmente la vita di chi vuole visitare o studiare, e anche snellire il personale, che deve essere motivato.

Per i miei studi ho da tempo rinunciato, salvo rarissime occasioni, a usufruire della biblioteca nazionale di Roma o della biblioteca di Palazzo Venezia per usare invece quella dell'Istituto Germanico di Archeologia, che presenta la tipica efficienza tedesca. E' vero che per accedere serve una tessera e servono dei requisiti per averla (nel mio caso è stato sufficiente che avevo pubblicato qualcosa e ho pure regalato qualche copia), ma è l'unica dove puoi tranquillamente e anche con l'auto di un buon motore di ricerca su internet cercare il volume che ti interessa, prenderlo da solo e andare in una delle varie stanze per studiare oppure andare alla fotocopiatrice (e ora è disponibile pure uno scanner collegabile con una chiavetta personale) dove puoi fotocopiare sempre da soli utilizzando una apposita scheda prepagata (da acquistare sul posto) con la quale scaricare man mano il costo (modesto) delle fotocopie che fai.... Ci sono controlli molto severi, ma anche molto discreti e con il giusto personale.

Il colmo dell'ironia è che invece non posso accedere alla biblioteca numismatica del Museo Nazionale Romano (fra l'altro rifornita della ricca biblioteca del compianto prof. Panvini Rosati), in quanto riservata esclusivamente a universitari e docenti..... (mentre invece non ho problemi a consultare una biblioteca e anche fotocopiare direttamente alla Facoltà di lettere all'Università....).

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Vado controcorrente, e dico che la colpa di questa chiusura non sta nell'esiguo numero dei custodi ma nella pessima organizzazione dei siti turistici.

Sono da poco tornato da Vienna, e pochi giorni prima ero a Venezia. Bene, mai così tanto ho visto la differenza tra l'organizzazione italiana e quella europea.

Il palazzo imperiale di Vienna, tanto per citarne uno, non ha nelle sue sale praticamente nessun "guardiano", tutto è gestito da telecamere e altoparlanti. Certo, i custodi ci sono, ma pochi giusto per intervenire la dove le telecamere individuino motivi per farlo, per il resto le stanze sono prive di mastini. Questo permette di vedere un percorso fatto di 70 camere, solo per quello che riguarda un giro.

In Italia siamo all'età della pietra, con ancora un nugolo di custodi per ogni camera, il più delle volte con il solo compito di stare seduti a guardare i turisti ed impedirgli di fare foto.

Se Palazzo Venezia fosse organizzato come un qualsiasi museo estero, i 4 custodi sarebbero più che sufficienti per tenere aperto tutto il percorso di visita.

Altro capitolo i costi di ingresso ai musei, in Italia veramente esorbitanti. Il Palazzo ducale di Venezia costa minimo 16euro a persona, se uno vuole l'audioguida solo altri euro in più, meglio lasciare perdere l'idea della visita guidata. A Vienna il palazzo imperiale costa 10euro, compresa l'audioguida in qualsiasi lingua, il percorso guirdato in italiano 3 euro in più. Poi ci domandiamo come mai in Italia tanti musei sono vuoti.....

La repubblica delle banane, trallallero trallallà

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