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Saluzzo .... bello come un testone


Risposte migliori

In realtà il testone di Ludovico II di Marchese di Saluzzo, Signore di Busca, Carmagnola, di Dogliani, Val di Moira, di Racconigi il testone lo ha battuto. non l'ho mai visto e per quanto giovane dubito avrò mai occasione di vederlo. Il CNI cita due referenza, la prima ripresa da un disegno delle tavole della collezione Roggiero di Saluzzo, ed il secondo nella collezione di SM (CNI II, 58, 27). Poi ha coniato dei cornuti rarissimi, il grosso altrettanto raro e finalmente qualcosa di "collezionabile" e reperibile.

Il cavallotto aveva valore di 3 grossi e fu battuto in buon numero ed in buon argento. Ci sono numerosissime varianti, a testimonianza della massiccia emissione; vanno ad una borchia sul berretto, una croce trifogliata, oppure una tebea devozionale a San Costantino; infine le sigle di zecca L e F.

A discapito della grande emissione a noi esemplari in conservazione splendida non ne sono giunti tanti; quindi è il tipico caso di una moneta rara che diventa rarissima se cercata in elevata conservazione.

Marchesi di Saluzzo

Ludovico II di Saluzzo (1475-1504)

Cavallotto, battuto a Carmagnola Argento gr. 3,748 diametro mm 27,96

D/ ‡•LVDOVICVS• M SA – LVTIARVM• busto corazzato a destra con berretto.

Rv: •S – ANCT' : CONSTANTIVS •• : •• San Costanzo, con vessillo, a cavallo verso destra.

Taglio liscio ↓ molto rara in questa conservazione.

Biaggi 566 MIR 126 CNI 67 var Ravegnani Morosini 10

Asta Negrini 3 del 14.3.1996 n. 211

I puristi troveranno 1000 ed un difetto alla moneta, dal tondello fratturato ai margini, al metallo non perfettamente omogeneo, tondello irregolare ... ma la cosa importante è il tratto lo stile, ed in questo la moneta è cerrtamente fuori dal comune.

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Eccola, finalmente la vedo...

Più che lo stile, bellissimo, ne apprezzo molto la grande eleganza del conio.

I tratti perfezionati fin nei minimi particolari, si vedono persino il morso del cavallo e le decorazioni della sella, rendono questa moneta affascinante e direi quasi ammaliante...

Anche il ritratto è ricco di particolari, basta guardare con attenzione i capelli, in alcuni punti addirittura "arricciolati" quasi.

L'unica pecca che trovo a questa moneta è la troppa veridicità del ritratto, almeno credo, non ne ho mai visti altri, ma non penso che se il Marchese fosse stato più bello si sarebbe di certo fatto ritrarre così... :)

Se posso chiedere...vorrei sapere se i 6 globetti hanno quella disposizione per un significato particolare ed anche se la posizione del Cavaliere, che vedo leggermente prono, ne ha una.

Complimenti Picchio, è veramente una bellissima moneta. Grazie in anticipo. Giò :)

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generalmente i globetti o cunei servono a determinare l'ordine di zecca, chi era incaricato alle pile per la coniazione, sostanzialmente riconoscere l'artefice del lavoro di zecca in caso di contestazioni.

Si tratta del famoso "ritratto critico rinascimentale" che ha fatto grande, immensa, la nostra iconografia rinascimentale.

Di Ludovico II di Saluzzo non ci restano moltissime notizie certe, sebbene avesse un rilievo affatto provinciale. Si sa che ebeb due consorti, Giovanna di Monferrato e poi nel 1492 Margherita di Foix, succedette al padre Ludovico I nel 1475 e gli succedette il figlio di seconde nozze Antonio, alla sua morte. Sicuramente abile ed intelligente, tanto che riuscì a preservare integro il suo dominio, ambito dai maggiori casati di Piemonte (Savoia) di Francia con Luigi XII e la sinistra vicinanza con il Monferrato ne facevano appetibile a Carlo I.

Nella moneta, "ogni minimo particolare appare ben dosato e trattato con interesse, equilibrato ... naturale e nervosa l'ondulazione dei capelli, ponderato e sicuro il profilo che sfiora il caricaturale nella riproduzione del grande naso appuntio, senza per altro minimamente cadervi."

Io vedo un uomo severo, che ben rappresenta il suo tempo, un tempo di che lluminato guarda al futuro. Si il naso potrebbe eccedere, ma così non è, da piena visione di un uomo nobile tanto magro quanto robusto. Se guarda la produzione al di la delle alpi dello stesso periodo ... la differenza salta all'occhio.

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generalmente i globetti o cunei servono a determinare l'ordine di zecca, chi era incaricato alle pile per la coniazione, sostanzialmente riconoscere l'artefice del lavoro di zecca in caso di contestazioni.

Si tratta del famoso "ritratto critico rinascimentale" che ha fatto grande, immensa, la nostra iconografia rinascimentale.

Di Ludovico II di Saluzzo non ci restano moltissime notizie certe, sebbene avesse un rilievo affatto provinciale. Si sa che ebeb due consorti, Giovanna di Monferrato e poi nel 1492 Margherita di Foix, succedette al padre Ludovico I nel 1475 e gli succedette il figlio di seconde nozze Antonio, alla sua morte. Sicuramente abile ed intelligente, tanto che riuscì a preservare integro il suo dominio, ambito dai maggiori casati di Piemonte (Savoia) di Francia con Luigi XII e la sinistra vicinanza con il Monferrato ne facevano appetibile a Carlo I.

Nella moneta, "ogni minimo particolare appare ben dosato e trattato con interesse, equilibrato ... naturale e nervosa l'ondulazione dei capelli, ponderato e sicuro il profilo che sfiora il caricaturale nella riproduzione del grande naso appuntio, senza per altro minimamente cadervi."

Io vedo un uomo severo, che ben rappresenta il suo tempo, un tempo di che lluminato guarda al futuro. Si il naso potrebbe eccedere, ma così non è, da piena visione di un uomo nobile tanto magro quanto robusto. Se guarda la produzione al di la delle alpi dello stesso periodo ... la differenza salta all'occhio.

Cercherò qualche moneta per fare un confronto, la ringrazio per le informazioni complete ed interessanti.

Penso anche io che sia stato un uomo capace ed intelligente, l'espressione dei suoi occhi, abilmente ripresa, me lo fa pensare.

Grazie ancora, Giò :)

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Eccola, finalmente la vedo...

Più che lo stile, bellissimo, ne apprezzo molto la grande eleganza del conio.

I tratti perfezionati fin nei minimi particolari, si vedono persino il morso del cavallo e le decorazioni della sella, rendono questa moneta affascinante e direi quasi ammaliante...

Anche il ritratto è ricco di particolari, basta guardare con attenzione i capelli, in alcuni punti addirittura "arricciolati" quasi.

L'unica pecca che trovo a questa moneta è la troppa veridicità del ritratto, almeno credo, non ne ho mai visti altri, ma non penso che se il Marchese fosse stato più bello si sarebbe di certo fatto ritrarre così... :)

Se posso chiedere...vorrei sapere se i 6 globetti hanno quella disposizione per un significato particolare ed anche se la posizione del Cavaliere, che vedo leggermente prono, ne ha una.

Complimenti Picchio, è veramente una bellissima moneta. Grazie in anticipo. Giò :)

troppa ?!

ma Gio' con queste monete siamo nel pieno del realismo, anzi direi 'naturalimo'del ritratto rinascimentale che rappresenta il signore con tutti i suoi difetti fisici e ci restituisce un ritratto fisiognomico ovvero con i tratti del carattere del personaggio raffigurato.

In precedenza, epoca medioevale, i ritratti o meglio le raffigurazioni erano di stile convenzionale (ovvero rappresentavano la carica - la sovranita , il re con la corona - ma non esprimevano ancora ne il profilo reale del personaggio raffigurato, i suoi tratti, ne tantomeno le qualita morali del carattere.

Con il Rinascimento cambia tutto, esplode il ritratto ''ál naturalle"", cosi che abbiamo Borso d-Este che sui ducati si fa ritrarre pingue e con il doppio mento, Francesco Sforza grasso e calvo, un Carlo V giovane fiero e sicuro di se.

Questo periodo dura pochssimo dalla meta del XV sino ai primi decenni del XVI secolo. e lo stile della ritrattistica muta anche sotto uno stesso sovrano/signore. I primi ritratti di Clemente VII sono naturali e realistici, le raffigurazioni della maturita', pur splendide (pensiamo al doppio carlino del Cellini) presentano gia dei tratti idealizzati.

Tale fenomeno e tanto piu evidente nella produzione monetale di Carlo V (parlo delle zecceh italiane) ove i ritratto della maturita del grande monarca non hanno piu nulla di umano ma sembrano delle statue , i suoi tratti sono idealizzati immabili , celebrativi, lo spirito e il fuoco che animava i suoi tratti giovanili e sparito .

Nelel epoche successive il ritratto non abbandonera piu la produzione monetale di qualunque Paese (anche quelli arabi presentano dei ritratti addirittura !) . Avremo dei ritratti manieristici, barocchi , neoclassici, romantici, etc. opere a volte stupende (pensiamo solo alle guineas inglesi con i fondi frosted ) ma la purezza e la naturalita dell-epoca rinascimentale, con la centralita dell'Úomo, resteranno rappresentazioni straordinarie.

Grazie Picchio per il bellissimo pezzo, ti dimostri profondo conoscitore di queste semi-conosciute zecche piemontesi tra l-altro ..

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:D :D Numa Numa...era ironica la mia frase...tanto per sottolineare la "prepotenza" del ritratto... :lol: .

Comunque, dato che non conosco bene il periodo tutte queste informazioni che mi date per me sono oro colato...di queste monete non ne ho mai avute in mano, quindi non le ho mai studiate...

Non ho il tempo per studiare tutto e mi concentro su quelle che posso toccare e studiare "dal vivo", magari in futuro me ne capiterà qualcuna...(magari) :rolleyes:

Ciao, Giò :)

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Buon giorno Numa Numa,

Carmagnola ha prodotto magnifiche monete, se può essere considerata minore per produzione e diffusione della monete quivi emesse, sotto il profilo meramente artistico non ha nulla da invidiare a Milano, Reggio, Roma, o Napoli oppure la monetazione dei Duchi di Savoia.

Ringrazio per i complimenti che gradisco e fanno sempre piacere (sarebbe sciocco se così non fosse). Sapere che gli sforzi di interessare il forum e di accattivarne l'interesse per monete che vadano oltre il liberty ed il Regno sono apprezzati, da sempre nuovi spunti di discussione che trattino la moneta come oggetto d'arte e non il mero fine commerciale (qualità / prezzo).

Se la discussione è ... bello come un testone, il periodo dalla seconda metà del '500 sino alla prima parte del Regno di Carlo V ha prodotto in Italia, il meglio, di quanto la moneta abbia espresso nell'evo moderno. Lei ha citato tre "piedra angular" del nostro rinascimento, il millantato mecenatismo di Borso d'Este cui si deve la commissione della celeberrima Bibbia; Clemente VII che sopportò l'ultima caduta di Roma fondamento di Santa Romana Chiesa, ed il suo "assediante" Carlo V Imperatore del Sacro Romano Impero, che avrebbe dovuto difenderla, con il quale si conclude il periodo d'oro del ritratto rinascimentale.

Nel mio piccolo colleziono il periodo dagli inizi del XIV secolo sino al 1555 data d'abdicazione dell'Imperatore, da li in poi; come dice mia figlia, "diventano tutti belli !".

Borso d'Este, le monete sono rare con ritratto ed anche senza, ma ne esite una rara dove abbiamo la rappresentazione di Borso d'Este alla "veneziana", un grosso per Ferrara che ci riconduce alla maniera dei ducati per la Serenissima Repubblica, con il Santo Patrono a sinistra ed il reggente a destra. Per Venezia il doge è genuflesso innanzi al Santo, si tratta pur sempre di una Repubblica oligarchica e l'atto di devozione al Santo che rappresenta la Repubblica è dovuto. In questo caso Borso d'Este è in piedi, San Giorgio in armatura, assai ben dettagliata con tanto di cotta larga, schiaccia e trafigge il drago. Sul vessillo, come per Venezia, VS (su cui vi sono più interpretazioni) che ricordano DVX.

Come fatto notare da Numa Numa il ritratto, per quanto miniaturizzato di Borso, è critico, veritiero, con i suoi difetti, il naso fortemente pronunciato, il doppio mento e arrotondato nelle forme. Chi ne fa le spese nella plasticità della composizione è il drago, per nulla inquietante e poco più di una lucertola, d'altro canto il tutto è incentrato sulla figura di Borso che occupa la parte principale e dove cade l'occhio sulla moneta ... come si dice in parole povere :"articolo quinto, chi mette il grano ha vinto" e dato che le pagava lui ...

Non è un testone ma che spettacolo di moneta sarebbe stata su un diametro di 3 e passa cm ?!

Ducato di Modena Ferrara e Reggio Borso d'Este (1550-1471)

Grosso per Ferrara

Argento gr. 1,34

D/ S GEORGI BORSIV'•DVX San Giorgio in armatura e cotta, stante a destra e, Borso d'Este, con lunghe vesti drappeggiate e col berretto, a sinistra, riceve a due mani o un vessillo, su cui si legge VS (da interpretarsi), conficcato nelle fauci del drago, schiacciato ai piedi del Santo.

Biaggi 761 MIR 244 CNI 18

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Buon giorno Numa Numa,

Carmagnola ha prodotto magnifiche monete, se può essere considerata minore per produzione e diffusione della monete quivi emesse, sotto il profilo meramente artistico non ha nulla da invidiare a Milano, Reggio, Roma, o Napoli oppure la monetazione dei Duchi di Savoia.

verissimo

Ringrazio per i complimenti che gradisco e fanno sempre piacere (sarebbe sciocco se così non fosse). Sapere che gli sforzi di interessare il forum e di accattivarne l'interesse per monete che vadano oltre il liberty ed il Regno sono apprezzati, da sempre nuovi spunti di discussione che trattino la moneta come oggetto d'arte e non il mero fine commerciale (qualità / prezzo).

:rofl:

Se la discussione è ... bello come un testone, il periodo dalla seconda metà del '500 sino alla prima parte del Regno di Carlo V ha prodotto in Italia, il meglio, di quanto la moneta abbia espresso nell'evo moderno. Lei ha citato tre "piedra angular" del nostro rinascimento, il millantato mecenatismo di Borso d'Este cui si deve la commissione della celeberrima Bibbia; Clemente VII che sopportò l'ultima caduta di Roma fondamento di Santa Romana Chiesa, ed il suo "assediante" Carlo V Imperatore del Sacro Romano Impero, che avrebbe dovuto difenderla, con il quale si conclude il periodo d'oro del ritratto rinascimentale.

Nel mio piccolo colleziono il periodo dagli inizi del XIV secolo sino al 1555 data d'abdicazione dell'Imperatore, da li in poi; come dice mia figlia, "diventano tutti belli !".

Quattrocento

Borso d'Este, le monete sono rare con ritratto ed anche senza, ma ne esite una rara dove abbiamo la rappresentazione di Borso d'Este alla "veneziana", un grosso per Ferrara che ci riconduce alla maniera dei ducati per la Serenissima Repubblica, con il Santo Patrono a sinistra ed il reggente a destra. Per Venezia il doge è genuflesso innanzi al Santo, si tratta pur sempre di una Repubblica oligarchica e l'atto di devozione al Santo che rappresenta la Repubblica è dovuto. In questo caso Borso d'Este è in piedi, San Giorgio in armatura, assai ben dettagliata con tanto di cotta larga, schiaccia e trafigge il drago. Sul vessillo, come per Venezia, VS (su cui vi sono più interpretazioni) che ricordano DVX.

Come fatto notare da Numa Numa il ritratto, per quanto miniaturizzato di Borso, è critico, veritiero, con i suoi difetti, il naso fortemente pronunciato, il doppio mento e arrotondato nelle forme. Chi ne fa le spese nella plasticità della composizione è il drago, per nulla inquietante e poco più di una lucertola, d'altro canto il tutto è incentrato sulla figura di Borso che occupa la parte principale e dove cade l'occhio sulla moneta ... come si dice in parole povere :"articolo quinto, chi mette il grano ha vinto" e dato che le pagava lui ...

Non è un testone ma che spettacolo di moneta sarebbe stata su un diametro di 3 e passa cm ?!

Ducato di Modena Ferrara e Reggio Borso d'Este (1550-1471)

Grosso per Ferrara

Argento gr. 1,34

D/ S GEORGI BORSIV'•DVX San Giorgio in armatura e cotta, stante a destra e, Borso d'Este, con lunghe vesti drappeggiate e col berretto, a sinistra, riceve a due mani o un vessillo, su cui si legge VS (da interpretarsi), conficcato nelle fauci del drago, schiacciato ai piedi del Santo.

Biaggi 761 MIR 244 CNI 18

moneta molto rara e estremamente interessante da un punto di vista iconografico

il ritratto di Borso si distingue notevolmente dalle rappresentazioni piu convenzionali cui venne relegata la figura del Doge (inginocchiato ) per evitare di poterne distinguere le fattezze dove che Niccolo Tron (1399-1473) aveva osato introdurre una moneta con il proprio ritratto (condannata dal Gran Consiglio della Seerenissima : "i dittatori se metton in moneta non li cavi de Republica ..."").

MOlto interessante anche la ricca veste di Borso, ricca e sfarzosa, il suo caratteristico copricapo . Il nostro era estremamente vanitoso e non mancava mai di sfoggiare gioielli preziosissimi come una grossa perla a goccia che appuntava sul berretto , qui troppo piccolo per poter riportare questo dettaglio, visibile invece nel ritratto del ducato

anche se chiaramente le fattezze del volto risentono della dimensione dell-incisione e dello spessore del tondello (gli incisori greci ci avrebbero dato un miraclo ma qui i pur bravissimi rinascimentali dovevano fare i contoi con il medio a disposizione..) . Esemplare iconograficamente interessantissimo, complimenti Picchio

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Ecco due tavole relative alla Monetazione di Ludovico II di Saluzzo tratte dallo scritto di O.Roggiero : La Zecca dei Marchesi di Saluzzo da Studi Saluzzesi Biblioteca della Societa' storica Subalpina Pinerolo 1901

Il Testone e' collocato al N.4

p.s. Complimenti Picchio per l' esemplare di cavallotto sicuramente di buon argento e modulo tondo

Il busto e' rivolto a sinistra

post-116-0-62639700-1343826796_thumb.jpg

post-116-0-21858400-1343826805_thumb.jpg

Modificato da piergi00
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complimenti Pier

una vera primizie bibliogrfica

l-opera del Roggiero e non solo ottima

ma anche poco conosciuta e rara da reperirsi

chiaramente non poteva sfuggire ad un bibliofilo, nonche Piemotese doc come te :)

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In realtà il testone di Ludovico II di Marchese di Saluzzo, Signore di Busca, Carmagnola, di Dogliani, Val di Moira, di Racconigi il testone lo ha battuto. non l'ho mai visto e per quanto giovane dubito avrò mai occasione di vederlo. Il CNI cita due referenza, la prima ripresa da un disegno delle tavole della collezione Roggiero di Saluzzo, ed il secondo nella collezione di SM (CNI II, 58, 27). Poi ha coniato dei cornuti rarissimi, il grosso altrettanto raro e finalmente qualcosa di "collezionabile" e reperibile.

Il cavallotto aveva valore di 3 grossi e fu battuto in buon numero ed in buon argento. Ci sono numerosissime varianti, a testimonianza della massiccia emissione; vanno ad una borchia sul berretto, una croce trifogliata, oppure una tebea devozionale a San Costantino; infine le sigle di zecca L e F.

A discapito della grande emissione a noi esemplari in conservazione splendida non ne sono giunti tanti; quindi è il tipico caso di una moneta rara che diventa rarissima se cercata in elevata conservazione.

Marchesi di Saluzzo

Ludovico II di Saluzzo (1475-1504)

Cavallotto, battuto a Carmagnola Argento gr. 3,748 diametro mm 27,96

D/ ‡•LVDOVICVS• M SA – LVTIARVM• busto corazzato a destra con berretto.

Rv: •S – ANCT' : CONSTANTIVS •• : •• San Costanzo, con vessillo, a cavallo verso destra.

Taglio liscio ↓ molto rara in questa conservazione.

Biaggi 566 MIR 126 CNI 67 var Ravegnani Morosini 10

Asta Negrini 3 del 14.3.1996 n. 211

I puristi troveranno 1000 ed un difetto alla moneta, dal tondello fratturato ai margini, al metallo non perfettamente omogeneo, tondello irregolare ... ma la cosa importante è il tratto lo stile, ed in questo la moneta è cerrtamente fuori dal comune.

Veramente bella moneta.

Personalmente a me piace per il bel ritratto e per la freschezza di conio.

Ancora complimenti.

Stefano

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p.s. Complimenti Picchio per l' esemplare di cavallotto sicuramente di buon argento e modulo tondo

Il busto e' rivolto a sinistra

Assolutamente corretto, è a sinistra,

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p.s. Complimenti Picchio per l' esemplare di cavallotto sicuramente di buon argento e modulo tondo

Il busto e' rivolto a sinistra

Assolutamente corretto, è a sinistra,

ma picchio

ovviamente al fatto che ha scritto 1500...:)

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errore di sbaglio. Andrebbe riletto meglio ciò che si scrive, grazie.

Posterò un'altra moneta, dei tre sovrani che ha citato per farmi perdonare, ... domani.

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Salve.

Alcune notizie biografiche su Ludovico II, Marchese di Saluzzo, si possono trovare anche su Wikipedia. La cosa più interessante è che, tra il 1503 e il 1504, anno della sua morte, fu impegnato dal sovrano francese Luigi XII nella guerra contro gli Spagnoli per il controllo del Regno di Napoli e il re stesso lo nominò Vicerè di Napoli per suo conto.

Modificato da Caio Ottavio
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errore di sbaglio. Andrebbe riletto meglio ciò che si scrive, grazie.

Posterò un'altra moneta, dei tre sovrani che ha citato per farmi perdonare, ... domani.

Caro Picchio

qui si attende impazienti..gli ozi estivi conciliano memorie della Rinascenza

(chissa'magari anche per non pensare al tedioso presente con la Fornero che finalmente anche lei si e'accorta che l-Italia sta pregiudicando la crescita futura - se continuiamo a pensare solo al brevissimo e non investire in infrstrutture materiali come immateriali, cultura e ricerca che sono due veri motori della crescita ma quanti pochi l-hanno capito.. cosa ci possiamo aspettare ?)

almeno ci consoliamo pensando alle meraviglie del passato :)

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E domani è già qua …

Spesso ci si domanda quali monete colpissero l’attenzione dei grandi numismatici del passato, Magnaguti, Gavazzi, Zoppola, Signorelli, Beraud, Fassio, Dosi, Dolivo, Sanromè, Ruggero, Martinori … solo per citare poche ma da tutti conosciute collezioni.

Queste collezioni si sono disperse frammentate e polverizzate in una miriade di nuove avventure, sia per vendita pubblica e sia per trattativa privata, costituendo l’eccellenza di nuove raccolte.

Personalmente quando mi imbatto in queste provenienze “abbocco all’amo” e mi faccio intortare sonoramente, acquistando le “reliquie” a prezzi d’amatore e non più di mercato. Poi, tutto contento del danno arrecato al portafogli, vado a prendermi il catalogo originale della vendita e ci metto un segnalibro; così ben mi ricordo di essere riuscito a recuperare una moneta della vendita. In tanti sono convinti che una moneta valga per quel che è, ricordo una frase scritta sul forum di chi si riconosceva come collezionista di monete e non certo di cartellini, e che mai avrebbe pagato un centesimo in più del valore di mercato, la moneta, per averne il cartellino.

Io credo proprio di essere all’opposto, a mio giudizio le provenienze, i cartellini, i cataloghi e qualsiasi aneddoto sulla moneta la rendono più pregiata. Non mi sono sbagliato, provate a vendere in USA una moneta senza “storia”, oggi si tratta di monete classiche, un domani … chissà. Ho tenuto quanta più documentazione possibile per reperire i passaggi delle monete che man mano, fortunatamente acquisto. Alberto Varesi … mi teme, sa che per ogni moneta sarà per lui uno stress procurarmi i cartellini originali del collezionista, eventuali passaggi in asta, ho il sospetto che preferirebbe dedicassi le mie attenzioni a qualche suo concorrente; anzi già che sei a Pavia, ed hai completato il catalogo della vendita 61, e ci leggerai sei avvisato per la magnifica collezione del “Cavaliere”, conservali !.

Dopo tutto questo pistolotto, l’ottimo Numa Numa si domanderà se manterrò fede alla mia promessa e … non lo faccio J, o meglio non lo faccio con Clemente VII, lo sostituisco con una moneta che probabilmente apprezza di più, ed anche in questo caso presenta un ritratto vivo, per nulla idealizzato, credo ci sia poco da aggiungere sulla personalità espressa nell’incisione; e per l’appunto ci arriva da una delle grandi collezioni, disperse, del passato.

Stato Pontificio

Giulio II (Giuliano Della Rovere di Albissola Savona) 1503-1513

Giulio sd Roma Argento grammi 3,803 diametro o 27,30 milllimetri

D/ (fronda) IVLIVS ° II ° PONTIFEX ° MAXIMVS ° busto a destra con piviale e grande fibbia, in cerchio lineare. Rv: LVMINARIA ° VERAE ° FIDEI (tridente) San Pietro e San Paolo abbracciati. Taglio liscio ↑

Muntoni 24 var, CNI 47

Ex Collezione Conte Alessandro Magnaguti ENH XI; P & P Santamaria Roma 1956, n. 89 per £. 25.000

.... dimenticavo ... bello come un testone

Modificato da picchio
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Egregio Picchio, beato Lei che può permettersi certe chicche...

A proposito di cartellini... Anch'io apprezzo molto (come tanti, non creda il contrario) il pedigree delle monete che acquisto, ma nessuno mai mi ha venduto una moneta con il cartellino della precedente collezione. Ho qualche moneta di vecchia asta: Ratto, Santamaria, Montenapoleone, ma non ho mai visto un cartellino originale (del collezionista intendo). Non saprei se sia stata sfortuna o altro, i vecchi proprietari potrebbero aver annotato gli acquisti su un registro limitandosi ad assegnare alle monete un numeretto (c'è chi lo fa)...

Ma del giulio di Giulio II Lei ha anche il cartellino di mano del Magnaguti?

Modificato da BiondoFlavio82
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Non ho il cartellino del Conte Magnaguti, credo che siano stati requisiti da Santamaria ai tempi e messi nel dimenticatoio, ma è solo una mia supposizione. Il giulio, per quanto inverosimile è stato pagato una cifra ben al di sotto del suo valore, ogni tanto capita. Ho il cartellino di chi ha acquistato la moneta in seconda mano, in francese negli anni'70 (ed è questa la ragione del buon affare) con i riferimenti alla vendita ENH. Ho la fortuna di viaggiare parecchio per lavoro, mi prendo sempre mezza giornata per i "comodi miei" se sono in zone numismatiche; la moneta era presso un commerciante che da poco ne ha rilevato l'attività e stock, e non aveva dato particolare importanza alla moneta.

I cartellini solitamente non accompagnano la vendita delle monete nelle aste; gelosie, riservatezza e probabilmente altre ragioni che ignoro fanno si che restino per un po' di tempo presso la casa d'aste prima di esssere buttati. Terminata l'asta, a seconda di quel che mi sono aggiudicato faccio richiesta. Se il cartellino è disponibile solitamente me lo danno. Non sempre il collezionista da moneta e cartellino, ma quando questo accade, ad oggi non ho mai avuto problemi ad averli, soprattutto se sono collezioni dismesse.

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aprezzo apprezzo caro Picchio

il ritratto del Della Rovere, di eccezionale espressivita'appunto si puo dire che esprima al meglio questa fisionomica, anzi qui direi fisiognomica (anche se con un ritratto simile non si e- stati forse lusinghieri con il papa :D ) che caratterizza l-epoca rinascimentale.

Pochi sono i papi con ritratti dell-epoca rinascimentale: Sisto IV, Giulio II, Leone X, Adriano VI, Clemente VII, Paolo III (anche se qui vale quanto detto per Carlo V). I papi si affacciano tardi su questa prospettiva eppure che incisioni, che espressioni..

Vorrei sottolineare , eppoi mi taccio, ancora solo il particolare del rovescio. Tutti siamo attratti dal profilo nobile del diritto, ma guardate che finezza ed espressivita le due figure sul rovescio sono due ritratti perfetti anche loro pur nel medio minuscolo (quindi da apprezzare ancor piu la maestria dell-incisore). I papi ci avevano regalato gia dei profili simili prima che comparisse il primo vero ritratto sul doppio giulio di Sisto IV.

A chiosa confermo in toto quanto sostenuto dall-amico Piccho, la ricerca della proveninenza, la storia numismatica di una moneta e- assolutamente interessante e fondamentale, essa passa ''ánche' per il cartellino che puo aggiungere notazioni preziose da parte dei recedenti proprietari, ma soprattutto sono le sue provenienze passate a costruire un qualcosa in piu che distingue la moneta e che giustamente il mercato ha cominciato a valorizzare sempre piu.

Complimenti!

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Clemente VII per Modena ... senza barba e senza un pezzo di tondello, in compenso vanta magnifiche striature sul volto e graffiti al rovescio ... detto questo il ritratto è stato inciso probabilmente da una mano "importante" e la trovo di maggior fascino al tipo barbuto ... anche se ben sappiamo che quella è stata certamente incisa da una mano importante !!

Stato Pontificio Clemente VII (Giulio de’ Medici) 1523-1534

Giulio non datato (precedente al 1527) battuto a Modena

Argento grammi 3,997 diametro 27,77mm

D/ CLEMENS•VII PONT•MAX• busto del Pontefice a sinistra con piviale fiorato e grande fibbia

Rv: •MVTIN - ENSES • stemma semiovale con foglie in cimasa, sormontato da chiavi decussate e triregno, ai lati, in basso, a sinistra armetta Mons. Salviati ed a destra stemma di Modena

Taglio liscio ↑

Rarità: Molto rara

Conservazione: molto bella / quasi bellissima (mancanza di metallo al tondello, graffi al volto al diritto e leggeri graffiti al rovescio)

Riferimenti: Muntoni 112 CNI 12

ex Ars et Nummus Milano, 6.12.1955 fuori listino per £. 45.000

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Moneta particolare questa, interessante l'espressione del Papa, se posso dirlo...che non sembra un Papa.

Forse perchè è senza copricapo, credo sia il primo che vedo a capo nudo, a meno che non abbia la papalina consunta...

Però l'espressione dei suoi occhi resta molto particolare, direi dolce ed anche vacua, che va in totale contrasto con l'espressione di Giulio II sulla moneta postata in precedenza, dura e ...quasi cattiva. :)

Belle monete, grazie Picchio. Giò

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