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IGNORED

Cos'è veramente il FDC?


Dimitrios

Risposte migliori

Prendendo spunto da una discussione “Asta Maison Palombo”

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=9382&hl=

dove si è arrivato al punto di parlare di conservazioni e più in particolare della fatidica conservazione “Fior Di Conio” ho pensato di iniziare una nuova discussione per non postare ulteriori interventi Off Topic nella discussione originale.Inoltre penso che l’argomento è abbastanza importante e merita una discussione a parte.

Si tratterebbe però a questo punto di aprire una delle solite discussioni filosofiche sul concetto di FdC e cerco di spiegarmi un pò meglio: dobbiamo considerare FdC la moneta esente da QUALSIASI difetto, anche piccolo o tale da essere visibile con lente di ingrandimento, oppure possiamo far rientrare in questa classificazione anche le monete con quei segnetti che taluno chiama "da contatto"?

L'WC parla di "Uncirculated grades" quando non sono visibili segni di consumo o maneggiamento anche sotto 30 ingrandimenti, ma ammette che possano essere presenti "bag marks".

Gigante, Gadoury ed altri ammettono che possano essere presenti per il FdC i segni di contatto dovuti al processo di coniazione, escludono solo il consumo.

In fin dei conti già all'atto della coniazione le monete cadevano l'una sulle altre, venivano insacchettate od impilate, spesso maneggiate per controlli di peso e conformità, ecc... (stiamo ovviamente parlando di monete coniate per la circolazione, quelle Proof seguivano e seguono un trattamento diverso sia per il metodo di coniazione che per il trattamento successivo).

Personalmente le considererei FdC anche con queste piccole imperfezioni, anche se ovviamente quelle esenti avranno un valore diverso.

Rientrano nel FdC in definitiva anche le monete non ben centrate o con difetti di conio; chiaramente il loro valore non può essere lo stesso di quelle perfette.

Nota finale: non vorrei però a questo punto entrare in discussioni sull'interpretazione del FdC data in certi listini e cataloghi, in cui compare FdC "con grosso colpo" o "grosso graffio"; quello non è FdC e basta.

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Sicuramente è un argomento trattato più volte nel passato ma rimane sempre attuale e senza risposta definitiva.

Non ho molto da aggiungere alle tue osservazioni che in linea generale mi trovano d’accordo.

Tutti, me compreso, concordano che il FDC ammette la presenza di piccole imperfezioni, come piccoli graffietti o colpetti non deturpanti, a condizione che siano dovuti solo al processo della coniazione e non alla circolazione. L’importante è che queste imperfezioni siano di numero esiguo e che non disturbino in modo pesante l’aspetto “non circolato” della moneta. Naturalmente non sono assolutamente ammessi i segni di usura.In poche parole i rilievi devono essere perfetti. Non sono neppure ammessi pesanti colpi sul bordo dovuti a cadute o urti.

Come hai detto anche tu però, monete che sono essenti di qualsiasi difetto, sono più apprezzabili e hanno giustamente una quotazione ancora maggiore specie per monete che sono solitamente coniate con particolari difetti di conio (vedi per esempio certi marenghi di Napoleone con il bordo deturpato).

Personalmente, nella mia ricerca di monete FDC, seguo criteri diversi a secondo della moneta che cerco di trovare.Faccio un esempio:

Sono diversi i standard di qualità che aspetto da un marengo di Umberto I e da un marengo di Gioacchino Napoleone Murat. Il primo è un marengo che si trova facilmente in condizione praticamente perfette e se si cerca in FDC, non possa essere tollerato il minimo difetto. Diverso il discorso per il secondo marengo dove i difetti di conio sono la regola anche per gli esemplari non circolati.

Un argomento da parte sono poi le interpretazioni riguardo la valutazione e la caratterizzazione del FDC da parte di certi commercianti. Con grande dispiacere si nota spesso poca rigidità, fino al punto di sentire espressioni come il “FDC commerciale” inaccettabili da qualsiasi collezionista che si rispetta.

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Ineffetti la definizioen di FDC meriterebbe Fior di Poemi dal che è incerta e dibattuta :D Anche su altri forum si è cercati di arrivare a una conclusione univoca, ma senza troppa fortuna. Forse la metodologia americana, sia pure molto complicata da mettere in pratica (molto spesso si vedono preizie made in USA alquanto discutibili), è quella che affronta più seriamente il problema. In Italia IMHo si tende a lasciare margien di manovra e di dubbio soprattutto per favorire il commerciante. Inutile sottolineare come la stessa moneta, venduta da privato a commerciante sia un qFDC, per poi tornare magicamente FDC una volta che il commerciante la rimetterà in vendita. Il FDC cosiddetto commerciale dovrebbe indicare appunto il FDC che presenti quelle piccole imperfezioni dovute al processo di coniatura. Quello però che mi sono sempre chiesto, è come cavolo sia verificabile se un colpetto o un segnetto sono stati provocati dalla caduta della moneta sulle altre, piuttosto che da un evneto successivo (magari la moneta messa in una sacchetto assime ad altre per un giorno). Insomma, finchè qualcuno non si deciderà a mettere ordine nel settore, penso che ognuno continuerà a valutare i FDC/qFDC secondo il proprio personale metodo di giudizio...

Io personalmente grossi problemi non me ne sono ancora posti, perchè di FDC in collezione ne ho veramente pochi (anche perchè sono sempre molto severo con le mie monete, e declasso a qFDC anche pezzi che magari da altri verrebbero considerati FDC commerciali) :(

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Sono diversi i standard di qualità che aspetto da un marengo di Umberto I e da un marengo di Gioacchino Napoleone Murat. Il primo è un marengo che si trova facilmente in condizione praticamente perfette e se si cerca in FDC, non possa essere tollerato il minimo difetto. Diverso il discorso per il secondo marengo dove i difetti di conio sono la regola anche per gli esemplari non circolati.

su questa affermazione non sono d'accordo. Fior di conio vuol dire il meglio che si possa ottenere da quel determinato processo di coniazione. Quindi monete sfregiate o rovinate già in fase di produzione non possono certo essere fior di conio. Le monete della zecca di Napoli, frequentemente afflitte da sfregi già in fase di produzione, non possono essere fior di conio. Vorrà dire che per quel tipo di moneta, marengo di Murat o piastra, il FDC lo si incontra più raramente, o quasi mai. Ma non vuol dire che per quel genere di monete devi differenziare la valutazione della conservazione. Secondo me il parametro per giudicare il FDc deve essere lo stesso per un denario della repubblica di Roma come per le divisionali dell'Euro: monete con segni, colpetti graffi o a qualsiasi titolo lesioni superficiali non possono essere ascritte al FDC. Se poi di denari FDC ce ne sono solo tre o quattro, questo è un altro paio di maniche.

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La questione di fondo rimane sempre "cosa si intende per FdC ?".

1) Moneta perfettamente centrata, perfettamente impressa con tutti i rilievi, nessun difetto di tondello o dei punzoni del conio, nessun segnetto, ecc... qualsiasi sia l'epoca, decadracma di Siracusa o denario romano o follis o sterlina inglese o piastra papale o Due Sicilie del '700-'800 o FdC della Repubblica.

2) Moneta, sempre di qualsivoglia periodo, ma che pur con tutti i difetti riscontrabili, e magari vari e di diverso "peso" deturpante, ma dovuti solo alla tecnica dell'epoca, non presenti comunque segni di "consumo" cioè dovuti alla circolazione.

Stando al significato che darei a FdC, cioè "come appena uscita dalla zecca" anche la seconda ipotesi corrisponderebbe a FdC.

Cambia ovviamente il valore della moneta; per alcuni periodi ho visto monete in conservazione Spl o meno forse preferibili al FdC (le Due Sicilie con i loro graffioni da conio e difetti di tondello ne sono un esempio parlando fra quelle che conosco un pò di più).

Diamo per scontato che una moneta che presenta segni di usura non sia FdC.

Caius esclude che la moneta sia FdC se ha difetti già dovuti alla coniazione anche se poi non ha mai circolato, io preferirei dire che FdC lo è ma con dei difetti particolari, in genere caratteristici del periodo e tipo, ma che ovviamente ne determinano il valore (e che di conseguenza, per certi periodi, può anche essere inferiore a monete circolate ma con meno difetti).

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Sono diversi i standard di qualità che aspetto da un marengo di Umberto I e da un marengo di Gioacchino Napoleone Murat. Il primo è un marengo che si trova facilmente in condizione praticamente perfette e se si cerca in FDC, non possa essere tollerato il minimo difetto. Diverso il discorso per il secondo marengo dove i difetti di conio sono la regola anche per gli esemplari non circolati.

su questa affermazione non sono d'accordo. Fior di conio vuol dire il meglio che si possa ottenere da quel determinato processo di coniazione. Quindi monete sfregiate o rovinate già in fase di produzione non possono certo essere fior di conio. Le monete della zecca di Napoli, frequentemente afflitte da sfregi già in fase di produzione, non possono essere fior di conio. Vorrà dire che per quel tipo di moneta, marengo di Murat o piastra, il FDC lo si incontra più raramente, o quasi mai. Ma non vuol dire che per quel genere di monete devi differenziare la valutazione della conservazione. Secondo me il parametro per giudicare il FDc deve essere lo stesso per un denario della repubblica di Roma come per le divisionali dell'Euro: monete con segni, colpetti graffi o a qualsiasi titolo lesioni superficiali non possono essere ascritte al FDC. Se poi di denari FDC ce ne sono solo tre o quattro, questo è un altro paio di maniche.

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questi due post rappresentano due punti di vista diversi.

Mi pare di capire che per Dimitrios per FDC si intenda "la moneta nello stato di conservazione migliore possibile per la moneta stessa", e quindi un valore relativo (FDC per quella moneta)

Per Caius invece FDC è un valore assoluto (FDC e basta).

Sono due idee diverse, entrambe circostanziate.

Personalmente sono più vicino a Dimitrios, perchè IMHO applicare un criterio assoluto ad oggetti così diversi tra di loro (una moneta celtica e un 2 euro delle Olimpiadi) può essere fuorviante. :rolleyes: :rolleyes:

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applicare un criterio assoluto ad oggetti così diversi tra di loro (una moneta celtica e un 2 euro delle Olimpiadi) può essere  fuorviante. :rolleyes:  :rolleyes:

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Sono pienamente d'accordo con questa affermazione di mmon. Teniamo presente che questa terminologia è nata in relazione alla monetazione classica (coniazione manuale), non a caso Fior Di Conio fa pensare più alla qualità del processo di coniazione che allo stato di conservazione della moneta. Successivamente questa terminologia è stata estesa alla coniazione moderna e contemporanea (coniazione a macchina, standardizzata) generando una certa ambiguità. In questo senso la classificazione americana è più rigorosa quando parla di Mint State (stato di zecca) intendendo con questo indiscutibilmente le condizioni in cui la moneta è uscita dalla zecca, inclusi gli eventuali difetti. Applicando lo stesso criterio alla terminologia nostrana, se ne dovrebbe dedurre che una moneta può essere FDC anche se presenta difetti, purchè questi siano stati generati nel corso del processo di coniazione e non successivamente.

Ciao, P. :)

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Anch'io sono d'accordo con Paleologo, ho sempre ritenuto che i vari gradi FdC SPL ecc. vadano rapportati alla moneta che abbiamo davanti, e alla sua epoca.

Sicuramente questa mia convinzione può servire a certi commercianti per meglio propagandare la loro merce, infatti ci sono dei venditori secondo i quali le loro monete sono tutte FdC, per definizione. Ma qui siamo alle prese con un problema di onestà intellettuale e morale, non di gradazione.

Io personalmente non sono mai stato un gran fanatico del FdC, spesso mi sembra uno slogan ripetitivo piuttosto che la definizione dello stato di conservazione della moneta.

Cerco in genere monete in buone condizioni, poi chiaramente col tempo ho imparato a giudicare meglio, ma se trovo il tanto sperticato FdC tanto meglio, sennò apprezzo la moneta anche per i segni che il tempo ha lasciato su di essa.

Non c'è mai una moneta uguale all'altra.

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Le scale di valutazione , secondo me vanno adeguate alla monetazione presa in considerazione .

Non si puo' applicare un criterio univoco e oggettivo a monete di diverse epoche , create con tecnologie assai diverse

In questa ottica e' evidente che anche l' uso del termine FDC va inteso in senso relativo e talvolta abolito .

Che senso ha valutare FDC ,con il medesimo criterio, un sesterzio di Nerone e un 500 Lire Caravelle ?

Mi spiego con un esempio a me vicino , nella monetazione savoia non decimale ha poco senso considerare il FDC (a tal riguardo i maggiori cataloghi valutano solo le conservazioni MB,BB,SPL) , naturalmente il quarto grado e' preso in esame nella monetazione decimale moderna

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su questa affermazione non sono d'accordo. Fior di conio vuol dire il meglio che si possa ottenere da quel determinato processo di coniazione. Quindi monete sfregiate o rovinate già in fase di produzione non possono certo essere fior di conio. Le monete della zecca di Napoli, frequentemente afflitte da sfregi già in fase di produzione, non possono essere fior di conio. Vorrà dire che per quel tipo di moneta, marengo di Murat o piastra, il FDC lo si incontra più raramente, o quasi mai. Ma non vuol dire che per quel genere di monete devi differenziare la valutazione della conservazione. Secondo me il parametro per giudicare il FDc deve essere lo stesso per un denario della repubblica di Roma come per le divisionali dell'Euro: monete con segni, colpetti graffi o a qualsiasi titolo lesioni superficiali non possono essere ascritte al FDC. Se poi di denari FDC ce ne sono solo tre o quattro, questo è un altro paio di maniche.

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perdonami la durezza ma apprezza la franchezza e non avertela a male, ma questo discorso che fai è campato in aria: rimanendo nella zona euro tanti si ritrovano le divisionali della grecia, del vaticano, di san marino con graffi, DITATE, (per ora non so ma credo anche colpi al bordo), e altri difetti. Siccome sulla serie c'è scritto bene SERIE DIVISIONALE FIOR DI CONIO, allora ti stanno vendendo un prodotto che non è quello descritto, quindi come tale va denunciato alle autorita?!

il discorso lo puoi applicare alle monete sciolte e molto relativamente, cito una grande frase storica:

la perfezione non esiste

e con questo concludo

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perdonami la durezza ma apprezza la franchezza e non avertela a male, ma questo discorso che fai è campato in aria: rimanendo nella zona euro tanti si ritrovano le divisionali della grecia, del vaticano, di san marino con graffi, DITATE, (per ora non so ma credo anche colpi al bordo), e altri difetti. Siccome sulla serie c'è scritto bene SERIE DIVISIONALE FIOR DI CONIO, allora ti stanno vendendo un prodotto che non è quello descritto, quindi come tale va denunciato alle autorita?!

il discorso lo puoi applicare alle monete sciolte e molto relativamente, cito una grande frase storica:

la perfezione non esiste

e con questo concludo

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... :o Se ti sei fatto rifilare divisionali con graffi, ditate e colpi, sappi che le monete di cui sei in possesso NON sono fiordiconio, checchè ne dica la zecca. Se si ammette tutto ciò, allora tutto è fior di conio, tra un po' anche l'ammaccatura sul bordo, tanto è caduta quando era nella zecca.

E anche l'affermazione che il FDC non sia ammissibile per le monete classiche non è vera. Monete perfette ci sono anche nella monetazione classica solo che sono rarissime. In genere si preferisce usare il termine SUP, di qualità superiore. però ricordo che proprio varesi l'anno scorso mise in asta due denari di caracalla da lui giudicati FDC (senza se e senza ma) che sono volati a 700 euro (che per un denarietto di Caracalla è una cifra spaventosa). Quindi esistono, anche se sono rari. Anche le piastre borboniche esistono FDC e sono forse più rare delle monete classiche. Ma non per questo dobbiamo considerare FDC ciò che FDC non è.

Tuttavia non dobbiamo farci ingannare dai commercianti. Il vizio di ricondurre tutto al FDC è una fregatura per il collezionista: comprerà a prezzi alti, ma quando poi dovrà rivendere, i commercianti faranno notare i difetti e deprezzeranno la moneta. Secondo me un po' di rispetto per la parola FDC ci vuole.

Modificato da caiuspliniussecundus
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Caius, forse Quraysh ha un pò esagerato nei toni, ma ti posso confermare che nelle monete contemporanee, trovare un vero Fior Di Conio (secondo i parametri che intendi tu) in una divisionale o in un rotolino di zecca, non dico che sia difficile come trovarlo per una moneta antica, ma poco ci passa... ho visionato rotolini su rotolini (oltre che divisionali) di Euromonete del Belgio, beh,avessi trovato un pezzo perfetto... e anche gli altri paesi non sono da meno...

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D'accordo con Newton, non è una questione di vita o di morte... ed in definitiva mi sembra che in forma diversa stiamo dicendo sostanzialmente tutti le stesse cose; si tratta semplicemente di definire il FdC come legato al NON CONSUMO oppure anche ALLA PERFEZIONE della moneta.

Non entrerei in merito alle qualifiche assegnate da listini e cataloghi d'asta, è un discorso legato al commercio, diverso molto spesso da quello che stiamo facendo.

Cataloghi come il Gigante nelle ultime edizioni riportano ad esempio valutazioni BB/Spl/FdC legate a certi tipici difetti standard del tipo in considerazione ammettendo un premio, anche forte e legato al tipo di moneta, per quei pezzi che non presentano questi difetti.

Può essere un approccio, non certo l'unico; anche il concetto di Caius può essere valido, basta intendersi ed a questo punto la stima della conservazione comprenderè anche eventuali difetti originari della moneta stessa, non quindi solo a quanto dovuto all'usura.

In entrambe i casi comunque che sia un FdC "con graffi di conio" od un mBB "per graffi di conio" la sostanza della valutazione economica non dovrebbe cambiare.

Allo stato attuale delle cose, per le monete diciamo fino a circa metà dell'800 almeno, mi sembra che l'unico sistema sia una valutazione "a vista"; ognuno ha oltretutto i propri parametri per giudicare un certo tipo di difetto eventualmente presente e qunato incida sul tipo specifico di moneta.

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Dovremmo però cercare in qualche modo di tutelarci e di tutelare i nostri risparmi investiti in beni numismatici. Se non c'è una gradazione rigorosa, è tutto a svantaggio nostro. Più rigorosa ed articolata è la gradazione, maggiori tutele abbiamo al momento di rivendere. Leggete un po' gli articoli di Gigante su CN: si sta battendo per togliere i mezzi punti e le mezze conservazioni: così hai BB SPL e FDC. In questo modo tutto quello che i comemrcianti vendono è automaticamente FDC. Noi possiamo solo smenarci. Ma perché gli americani hanno una scala così complessa di valutazione ?? perché sono stupidi ? non credo proprio. Noi però donbbiamo pensare che abbiamo come controparte dei commercianti che cercano comunque di avere un guadagno dalle compravendite e dove una incorretta e generosa classificazione della moneta va solo a loro vantaggio

sic est.

Caius

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Certo che quello del FDC è un bel problema ma credo che da un po di tempo siano tutti più rigidi nell'attribuzione delle conservazioni, specie per quanto riguarda il FDC.

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Certo che quello del FDC è un bel problema ma credo che da un po di tempo siano tutti più rigidi nell'attribuzione delle conservazioni, specie per quanto riguarda il FDC.

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e perchè?

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Ma finche non verranno regolamentati i parametri di riconoscimento di un FDC in modo che sia per tutti uguale, e sarà lasciato escusivamente il giudizio al perito non si troverà una soluzione sicura.

Una portrebbe essere l'attribbuzione, come già si fà per il BB di un "+" o un "-" e cosi si potrà avere una valutazione, visto l'importanza e il costo di queste monete, di un FDC- o FDC o FDC+ senza imperfezioni di coniatura e in questo modo il collezionista potrà effettuare in piena tranquillità il suo acquisto.

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Lungi da me l'intenzione di entrare nella discussione, lascio comunque il mio modesto e lapidario parere:

FDC è un mito inventato dai numismatici.

E' una chimera!

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Ben detto Apostata72...

FDC e' il 90% delle monete offerte da un catalogo e il 10% delle monete comprate dai collezionisti di quel 90%.....

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Dai messaggi precedenti mi pare ovvio che ci sono sostanzialmente 2 scuole di pensiero:

1 – quella che intende il FDC come la moneta non circolata, senza segni di usura, dove però sono ammessi minimi difetti casuali dovuti alla coniazione o difetti precisi dovuti a specifiche imperfezioni del conio usato.

2 – e quella che intende il FDC come la moneta perfetta dove non viene ammesso nessun difetto acquisito durante il processo di coniazione e neppure quelli tipici di una coniazione specifica

(3) - Se vogliamo possiamo aggiungere una terza categoria che suppone che il FDC non esiste proprio!)

Riguardo le mia opinione e per non essere ripetitivo, dico solo che quoto in pieno le osservazioni fatte da Giuseppe. Penso che con i suoi messaggi ha azzeccato e commentato in modo completo e chiaro la questione di fondo:

Si tratta semplicemente di definire il FdC come legato al NON CONSUMO oppure anche ALLA PERFEZIONE della moneta.

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Questa discussione potrebbe sembrare oziosa, e invece non lo è, perchè ha un risvolto molto pratico: su questo argomento si basano le valutazioni di chi compra e di chi vende, e ciascuno tira l'acqua al suo mulino.

Tutti noi abbiamo comprato o venduto un'auto: lo stesso oggetto, visto dalle due parti, è "pari al nuovo" oppure "mediocre.

Ricordo quella vecchia storiella "Per chi è questa fettona di torta? E' per te. E' per me questa fettina?".

Ma finche non verranno regolamentati i parametri di riconoscimento di un FDC in modo che sia per tutti uguale, e sarà lasciato escusivamente il giudizio al perito non si troverà una soluzione sicura.

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Secondo me per quanto si espandano le categorie gli oggetti come le monete resistono ad ogni tentativo di classificazione univoca.

A parte baggianate varie (visto su ebay: moneta in ottime condizioni: qSPL/SPL+; forse SPL sarebbe stato una sana media), l'unica difesa è la valutazione personale, che non sarà comunque mai condivisa da un futuro acquirente.

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Questa discussione potrebbe sembrare oziosa, e invece non lo è, perchè ha un risvolto molto pratico: su questo argomento si basano le valutazioni di chi compra e di chi vende, e ciascuno tira l'acqua al suo mulino.

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è proprio questo il fatto. Poi si dice che le collezioni non rendono, se non rendono è per l'incapacità del mercato di valutare se stesso. Certo che se lasciamo ai commercianti libertà di classificare la conservazione a loro modo senza regole, compriamo a 1000 e poi rivendiamo a 10. Per questo, a tutela del consumatore, sarebbe necessaria una classificazione rigorosa e dettagliata delle conservazioni superiori, quelle per cui si spendono le migliaia di euro, da SPL in su.

Il fatto che si permeta a chi vende di fare affermazioni del tipi "FDC commerciale", "FDC con graffi, con colpetti" riduce la parola FDC al semplice concetto di moneta ben conservata, non di più, allora vuol dire che non e BB. E' un guscio senza significati.

Altra possibilità: troviamo un'altro temrine per le monete perfette. Oppure reinventiamo una classificazione con altre parole così partiamo tutti da zero. Secondo me quelal americana va bene, ci tutela, tant'è che i commercianti non la usano......

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Questa discussione potrebbe sembrare oziosa, e invece non lo è, perchè ha un risvolto molto pratico: su questo argomento si basano le valutazioni di chi compra e di chi vende, e ciascuno tira l'acqua al suo mulino.

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è proprio questo il fatto. Poi si dice che le collezioni non rendono, se non rendono è per l'incapacità del mercato di valutare se stesso. Certo che se lasciamo ai commercianti libertà di classificare la conservazione a loro modo senza regole, compriamo a 1000 e poi rivendiamo a 10. Per questo, a tutela del consumatore, sarebbe necessaria una classificazione rigorosa e dettagliata delle conservazioni superiori, quelle per cui si spendono le migliaia di euro, da SPL in su.

Il fatto che si permeta a chi vende di fare affermazioni del tipi "FDC commerciale", "FDC con graffi, con colpetti" riduce la parola FDC al semplice concetto di moneta ben conservata, non di più, allora vuol dire che non e BB. E' un guscio senza significati.

Altra possibilità: troviamo un'altro temrine per le monete perfette. Oppure reinventiamo una classificazione con altre parole così partiamo tutti da zero. Secondo me quelal americana va bene, ci tutela, tant'è che i commercianti non la usano......

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Una nuova idea, per la classificazione di queste monete, può partire anche da questo forum, magari facendo noi una tabella per giudicare le monete di volta in volta.

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Altra possibilità: troviamo un'altro temrine per le monete perfette. Oppure reinventiamo una classificazione con altre parole così partiamo tutti da zero. Secondo me quelal americana va bene, ci tutela, tant'è che i commercianti non la usano......

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esiste già un termine, alcuni lo usano altri no, e lo si usa specie per monete valutate parecchio: 'fdc conservazione eccezionale'

questo perchè è facile trovare una moneta dal rotolo, ma non lo è trovarla perfetta

secondo me invece il fdc rosso e il fdc per i cent è una azione commerciale: come fa una moneta il rame a diventare marrone se non viene maneggiato? al massimo con l'ossidazione diventa dal color rame vivo a rame rosso; secondo me le moneta fdc se sono marroni sono circolate e non sono fdc, secondo voi invece?

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moneta fdc se sono marroni sono circolate e non sono fdc

Su questo ho qualche dubbio nel senso che dipende da dove sono state conservate; ad esempio le grondaie oggi sono di rame, al momento della messa in posa sono rosse, dopo qualche mese sono brune, ed in alcuni casi verdi (come tanti bei tetti nordici rivestiti in rame). Alcune zecche oggi fanno un trattmento apposito sul rame per migliorarne la resistenza all'ossidazione ma su tempi lunghi l'effetto dell'aria (ossigeno, umidità, solfuri, ecc...) ha il suo effetto, come per altri versi sull'argento, ecc... e la plastica in cui talvolta si conservano queste monete può avere effetti anche peggiori.

I rilievi invece devono rimanere intatti, per un FdC.

Si può trovare qualche pezzo ancora "rosso" o "quasi rosso" dell'800 ma fate attenzione che non sia un pezzo pulito e ripatinato, magari per effetto del tempo stesso, senza necessariamente intervento "chimico"; in genere il rosso è un pò diverso ma non tanto facile a volte da distinguere.

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