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Marinus mon


tremissis

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Marinus mon è una moneta della serie anonima del Regno Longobardo. Ne hanno parlato sia Bernareggi che Arslan (i cui lavori sono presenti nel suo interessante sito). La sua caratteristica è che al posto del nome dell'imperatore Maurizio Tiberio porta la legenda Marinus mon, che viene normalmente interpretata come Marinus monetarius. Si tratterebbe, quindi, di un magistrato monetario o di un responsabile di zecca. A dicembre scopriremo la nuova ipotesi...

Arka

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Marinus mon è una moneta della serie anonima del Regno Longobardo. Ne hanno parlato sia Bernareggi che Arslan (i cui lavori sono presenti nel suo interessante sito). La sua caratteristica è che al posto del nome dell'imperatore Maurizio Tiberio porta la legenda Marinus mon, che viene normalmente interpretata come Marinus monetarius. Si tratterebbe, quindi, di un magistrato monetario o di un responsabile di zecca. A dicembre scopriremo la nuova ipotesi...

Arka

grazie mille, chiederò anche ad Arslan di parlarmene.

saluti R.

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Le uniche cose che so di questa moneta sono le informazioni reperibili sul MEC I dove Grierson attribuisce la presenza del nome del monetario a una "temporanea influenza dei Franchi" (immagino che la moneta sia attribuita ai Longobardi sulla base della fattura e delle caratteristiche). In effetti i tipi con il monetario sono comuni nella serie aurea "nazionale" merovingia, però non mi ricordo di interventi diretti in Italia da parte dei Franchi tra la spedizione di Teodeberto al tempo della guerra greco-gotica e la prima epoca carolingia. C'è qualche evento in mezzo che può giustificare un'influenza così diretta?

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Ho letto l'articolo ieri sera, sinceramente mi sembra una tesi affascinante ma molto ardita. Non voglio tuttavia anticiparvi il contenuto. Credo che ne riparleremo.

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Nel frattempo lancio una domanda. Nelle monete anonime il personaggio rappresentato è un basileus del Impero Romano d'Oriente. Quando si trasformerà nel ritratto del re dei Longobardi cambierà di poco l'aspetto. Quindi la figura rappresentata veniva associata ad un sovrano. Se l'ipotesi dell'articolo fosse vera, è così che voleva essere rappresentato papa Martino già nel VII secolo?

Arka

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Buonasera.

L’articolo è disponibile online sul sito di Panorama Numismatico:

http://www.panorama-...-longobardi.pdf

Nell’arco di 180 anni illustri studiosi e numismatici all’inizio della diatriba hanno dichiarato che MM volesse dire ROTARI e, ultimamente, che MM fosse MAVRITIVS scritto male.

Mi pare che questo articolo proponga interessanti considerazioni stilistiche e storiche a sostegno di un’ipotesi, giusta o sbagliata che sia.

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L'ipotesi o è giusta, e allora va presa in considerazione, o è sbagliata, e allora non ha alcun valore. Intanto mi piacerebbe sentire qualche parere sulla domanda che ho fatto nel post 14...

Arka

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Ma io non credo proprio all'ipotesi dell'articolo.......quindi non saprei dirti se un papa avesse avuto piacere nell'essere ritratto così.

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Nel frattempo lancio una domanda. Nelle monete anonime il personaggio rappresentato è un basileus del Impero Romano d'Oriente. Quando si trasformerà nel ritratto del re dei Longobardi cambierà di poco l'aspetto. Quindi la figura rappresentata veniva associata ad un sovrano. Se l'ipotesi dell'articolo fosse vera, è così che voleva essere rappresentato papa Martino già nel VII secolo?

Arka

Ho letto l'articolo su PN e sinceramente trovo l'ipotesi dell'identificatizione di Marinus con papa Martino I affascinante ma forse un po' ardita.

Qualche considerazione sul contesto evocato dall'articolo:

1. I longobardi non avevano quel legame cosi forte con il papato come invece poi lo ebbero i Franchi (Carlo Magno in primis)

2. Una coniazione a nome di un papa su una moneta longobarda resterebbe un unicum non piu' esperito successivamente né minimamente richiamato nella monetazione longobarda del secolo e mezzo successivo (inclusa quella di Benevento)

3. ma soprattutto come si concilierebbe questa emissione attribuita al papa Martino I (649-655) con la ben piu' consistente emissione di siliquae papali-bizantine coeve (da Costante II 641-668 a Costantino V 741-755) fino in pratica al papato di Zaccaria che precede le primissime emissioni dei denari papali iniziati sotto Adriano I sulla metrologia franca abbandonando quella bizantina utilizzata per secoli.

4. Infine tutte le emissioni papali del primo periodo venivano connotate o da monogrammi o dal titolo (papa, pape, etc.) perché utilizzare la dicitura 'MON', per questa supposta emissione dell'autorità papale, che nessun papa ha mai piu' utilizzato , mentre, e lo riporta lo stesso articolo di PN , essa si confaceva assai bene al magistrato, anche ecclesiastico, ^monetario ?

Riprendendo infine le osservazioni di Arka, ancora due considerazioni:

1. per le emissioni longobarde abbiamo, successivamente a quelle dei primi secoli, dei ritratti molto diversi, molto realistici che presumibilmente ritraevano i sovrani longobardi responsabili per l'emissione, in alcune coniazioni rarissime di Aistolfo per Ravenna e di Ratchis (ambedue con ritratti frontali).

2. i ritratti stereotipati delle emissioni di Maurizio Tiberio e di epoche di poco successive sono ritratti di genere rappresentanti l'autorità imperiale, nessun ritratto di papa quindi. Anche le siliquae papali-bizantine riportano il ritratto del sovrano bizantino. Solo con i denari avremo dei ritratti che normalmente dovrebbero rappresentare San Pietro ma vi è evidenza che in alcuni casi possa rappresentare il pontefice stesso (con tanto di mitria) anche se naturalmente sono ritratti molto semplici e in nessun caso fisiognomici.

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Ringrazio Numa Numa per l'intervento che condivido in pieno. Un'altra considerazione che mi è venuta in mente è che la moneta longobarda con il bordo rialzato fu coniata nella zecca di Pavia o, secondo altre teorie, comunque nella parte settentrionale del Regno dei Longobardi. Il papa raramente si spostava da Roma e quindi come poteva gestire una zecca...

Arka

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Ringrazio Numa Numa per l'intervento che condivido in pieno. Un'altra considerazione che mi è venuta in mente è che la moneta longobarda con il bordo rialzato fu coniata nella zecca di Pavia o, secondo altre teorie, comunque nella parte settentrionale del Regno dei Longobardi. Il papa raramente si spostava da Roma e quindi come poteva gestire una zecca...

Arka

giusto. Non ci sono altre emissioni simili riconducibili nel periodo alla zecca di Roma, né è pensabile ipotizzare un'emissione a nome del papa in una zecca del nord.

Infine ho visto menzionato il San Michele nell'articolo su PN. Volevo chiarire che il culto di San Michele arcangelo e la sua scelta a protettore del popolo longobardo (per questo appare sulle monete) ha origini antichissime legate al santuario di devozione edificato sul Gargano nel V secolo. Non vedrei pero' alcun legame tra il San Michele e i pontefici dell'epoca cui ci riferiamo (il San Michele infatti non compare in nessun antiquiore pontificio, né tanto meno nelle siliquae)

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Sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto sopra. Ipotesi affascinante ma difficile da sostenere dal pnto di vista storico. I rapporti tra longobardi e papato furono sempre piuttosto difficili, tanto che il papa si appoggiò prima ai bizantini poi ai franchi ma sempre contro i longobardi. Difficile pensare che nel momento in cui questi ultimi iniziavano il processo che li avrebbe condotti a una monetazione nazionale, decidessero di sostituire l'autorità imperiale con il nome di chi nel periodo in oggetto era ancora politicamente poco più che un funzionario bizantino, e oltre tutto generalmente ostile. Questo non toglie che l'influenza franca che dovrebbe aver dato origine a questa moneta rimane difficile da identificare.

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