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BVRNVM, ascesa, sviluppo e caduta


Illyricum65

Risposte migliori

Ciao,

in questi giorni di primi freddi invernali... quali migliore occasione di ripensare alle ferie estive?

Io, quest’estate, in quanto Illyricum… ho trascorso le ferie in Dalmazia.

Una terra calda, assolata, con splendido mare e coste ma anche con tanta storia. In uno degli itinerari scelti (su base naturalistica-storica ;) ) mi sono recato a visitare il sito di una antica città romana. Di seguito ne posto alcune foto e la storia. Mi piace proporla non solo per mostrare alcune monete romane trovate in loco (ed ecco l’aggancio alla Sezione) ed esposte nel piccolo ma curato museo locale ma anche e soprattutto come esempio emblematico delle fortune e della caduta e abbandono di una insediamento della Provincia dell’Impero.

Comunque, redendomi conto che si tratta di un argomento un po’ :offtopic: , dopo alcuni giorni di visione sposterò questa presentazione nella Sezione Storia/Archeologia che forse è più consona ma, ripeto, volevo presentare a quanti ne fossero interessati in Sezione, la Storia di questo sito che copre nel suo excursus storico tutta la durata dell’Impero e come esempio dell’evoluzione, declino e abbandono subito da molti insediamenti dell’epoca romana.

Il sito visitato è quello di

BURNUM

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Si trova a monte (e vi fa a parte) del Parco Nazionale del Krka, un ampio canjon scavato da un fiume noto soprattutto per le cascate che crea nel suo decorso e per l’ambiente naturalistico, tanto da essere stato dichiarato Parco Nazionale dal 1985.

In antico questa ampia spaccatura orografica costituiva un ostacolo insormontabile alla viabilità e i romani costruirono una città alla foce del fiume, nella zona dell’attuale Skrdin (Scardona) per presidiarne l’accesso a mare.

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Foto di parte del bacino orografico (zona delle cascate) del Krka e a destra, il canjon all'altezza dell'abitato romano.

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Laddove il decorso fluviale del Titius Flumen e il canjon erano meno ampi, si trovava il confine tra i Burnistae, tribù locale di origine Liburnica e i Delmatae, tribù bellicosa. I primi fondarono quindi un insediamento fortificato a controllo del guado sul fiume. Quando i Romani cominciarono ad espandersi nel territorio costruirono un forte ausiliario con compiti di vigilanza sul guado e sul crocevia viario costituito dall’incontro tra le strade che percorrevano la fascia costiera e quelle che si dirigevano verso l’interno e quindi, la Pannonia. L’insediamento romano era collegato a quello dei locali con un ponte che attraversava il fiume in fondo al profondo burrone che qui origina. Siamo nel periodo delle guerre di Ottaviano in Illyria (circa 35-33 a.C.)(in questo periodo vengono fondate Pola e Iader cioè Zara). Dopo la Rivolta dalmato-pannonica (dal 6 al 9 d.C.), descritta dagli storici latini “la più grande guerra dopo le Guerre Puniche” e che implicò un grosso invio di legionari, tra la fine del regno di Augusto e il principio di quello di Tiberio fu costruito un Castrum Legionario a rinforzo che accolse la XI Legio. Questa legione, assieme alla VII Legio, rifiutò di partecipare alla rivolta del Governatore Provinciale di Dalmazia L. Arruntius Scribonianus che si sollevò contro l’Imperatore Claudio. La lealtà fu premiata concedendo alla legione il titolo di CLAVDIA PIA FIDELIS, con la costruzione di un anfiteatro e con lavori di rinnovamento del Castrum. Vespasiano inviò in loco una nuova legione, la III FLAVIA FELIX nel 70 d.C. e che espanse l’anfiteatro.

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Stele dedicatoria a nome di Vespasiano e il suo busto (moderno) esposto nel Museo.

Nell’86 fu rimpiazzata dalla VIII AVGVSTA che contribuì a rinnovare edifici e il campus.

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Stele funebre di militare e insegna della Legio IX, dove militò, esposte nel Museo.

Modificato da Illyricum65
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In seguito la Dalmatia fu proclamata Provincia Inermis e le forze militari in Dalmazia furono costituite da non più da legioni ma da truppe di fanteria e di cavalleria ausiliaria e il campo (castellum) a Burnum di queste ultime è stato recentemente identificato. Nel frattempo crebbe un abitato civile attorno alla struttura militare: arrivarono coloni, veterani e ben presto fu necessaria la costruzione di un acquedotto lungo 33 km, oltre a vari templi, officine, etc… per dare servizi sia ai militari sia alla canabae che comprendeva anche commercianti e liberti provenienti dalla penisola italica oltre alle famiglie dei soldati di stanza. Nel II secolo venne eletta a municipium. Molti monumenti funerari sono stati rinvenuti lungo le strade nei pressi dell’insediamento.

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Ara funeraria.

Plinio il Vecchio (N.H. 3, 139) nel I secolo non descrive Burnum come una città ma nel 118 come detto ricevette questo titolo dall’Imperatore Adriano ed inserita nell’elenco ufficiale delle città. Patrono ne era Hercules. Il forte legionario divenne nel tempo parte integrante della città. Fu costruita una Basilica e Templi dedicati a Mitra e Cybele. Nel corso del II secolo Burnum divenne la stazione dei beneficiarii, ufficiali trasferiti da unità militari e assegnati allo staff del Governatore della Provincia con compiti di sovraintendere all’ ordine, la pace e allo stato delle vie di transito.

L’ultima menzione di Burnum risale al 536/537, durante la guerra Ostrogota/Bizantina e probabilmente fu distrutta e quindi abbandonata proprio durante questo evento bellico. Probabilmente in età medioevale l’aera fu occupata da una chiesa, tanto che il toponimo odierno è quello di Suplja crkva (= chiesa in rovina) o Supljaja (= rovine).

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Il sito è noto dal 1800 ma solo nel 1912 cominciò ad essere indagato dal Austrian Archaeological Institute. Nel 1973 e 1974 ci furono nuovi scavi dallo stesso istituto assieme con il Museo di Zara. Dal 2003 il sito è indagato dal Museo di Drnis, dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Zara e dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna con contributi anche dal Ministero della Cultura Croata. Grazie ai sondaggi non distruttivi svolti con foto aeree, Georadar e Magnetometro dall’Università di Bologna è aumentato il livello di conoscenza della struttura dell’insediamento.

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Questa è una foto di una zona indagata con magnetometro rielaboratra in ambiente GIS con visibili le strutture nascoste dalla vegetazione e dai sedimenti. Grazie a queste indagini non invasive i saggi sono eseguiti in maniera sistematica, avendo una buona aspettativa su quanto è lecito aspettarsi come risultato.

Approfitto dell’occasione per parlarvi di una di queste metodologie non-invasive che non conoscevo ed ho avuto modo di scoprire poco tempo fa: il cosiddetto LiDAR (Light Detection and Ranging; o Laser Imaging Detection and Ranging), ovvero l’utilizzo di una sorta di laser che consente di “tagliare” ad esempio lo strato vegetativo e quindi di “leggere” nel terreno le eventuali sotto-strutture. E i suoi utilizzi possono essere molteplici…

Senza entrare troppo nel dettaglio del funzionamento tecnico posto questo esempio che illustra come il sistema si basi sull’utilizzo di un fascio laser e sul “ribalzo” letto dai satelliti:

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Questi sono alcuni esempi di utilizzo in campo geologico e archeologico:

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Mappa dei rilievi geologici al netto della vegetazione

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Mappa di insediamento archeologico occultato dalla vegetazione(sn) ed evidenziato (dx)

Tutto ciò è molto importante perché l’area non presenta evidenze chiare di superficie tranne due strutture che vedremo successivamente: gli Archi e l’Anfiteatro.

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Questa è la cartina che evidenzia le strutture identificate:

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  1. Acquedotto
  2. Anfiteatro
  3. Cimitero
  4. Campo di esercitazione
  5. Campo legionario
  6. Canabae
  7. Fiume Krka (Titius Flumen)
  8. Campo ausiliare
  9. Strada a Promona
  10. Strada a Scardona
  11. Strada a Sidona
  12. Strada per le montagne dei Ditiones (e quindi alla Pannonia)
  13. Insediamento delle popolazioni autoctone

Ed ecco le evidenze archeologiche visibili in superficie:

Gli Archi (Basilica)

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Si tratta di ciò che rimane in piedi della Basilica Romana e un vecchio disegno dello stesso del 1774. E' chiaro che l’arco maggiore è crollato.

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E la ricostruzione virtuale dell’elevato in 3D.

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Questa piantina riporta l’area della Basilica: in grigio quella precedentemente occupata dal castrum, in grigio più scuro alcune trincee archeologiche e in tratteggio l’area della Basilica stessa.

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L'anfiteatro

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Ricostruzione e foto dell’anfiteatro prima degli interventi di restauro/consolidamento, durante i lavori e al termine degli stessi. L’ultima foto ci consente di valutare quanto sia visibile attualmente dell’antica città nel settore, escludendo il teatro: nulla!

Attualmente il teatro come detto è stato restaurato e laddove risultava deficitario è stata compiuta l’anastilosi. Francamente adesso ha un aspetto “fresco”, quasi “nuovo” e può piacere o meno; d’altra parte viene utilizzato per svolgervi manifestazioni a sfondo storico e a scopo turistico.

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Dettaglio delle murature.

Per chi ne fosse interessato, questi sono i risultati della campagna 2006:

http://www.lapetlab....Rel_croazia.pdf

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Ed ora un pochi di manufatti...

Ars bellica

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Elmo legionario del Primo Impero.

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Coltello e cuspide a punta quadrata.

Vita di ogni giorno...

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Stringile.

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Un simpulum, quell’utensile che tante volte abbiamo visto rappresentato sulle monete romane come su questo denario di Vespasiano.

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Un tininnabulum ovvero un campanello. E un pendente con testa femminile.

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Dall’area dell’anfiteatro una maschera da attore.

Ceramiche

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Vasellame ceramico d’uso comune.

Vetri

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Bicchiere e tazza vitrei.

Infine, ma non ultima, la parte sulle monete, che forse colpiranno i più. La maggior parte delle foto le ha scattate mia figlia (9 anni) per cui stilisticamente non son perfette… ma onore al suo impegno (spontaneo, non mediato da papà!!). E a ben guardare… quella peggiore, con le monete riportanti il famoso “S C”… l’ho fatta io! :D Brava Elisa!

Monete

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Quinarii (Ottaviano), denario legionario (Marco Antonio), aureo di Augusto. Dietro, se ben ricordo, un antoniniano del III secolo.

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Alcuni bronzi grosso modulo di primi anni dell’Impero.

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Un denario di Nerone (suberato), due bronzi grosso modulo.

Modificato da Illyricum65
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Una manciata di quadranti…

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Alcune delle monete viste sopra in dettaglio.

Infine ancora una breve considerazione. Il Museo che raccoglie i materiali provenienti da Burnum è in fase di crescita, raccogliendo i manufatti delle varie ultime campagne di scavo. E’ un po’ difficile da trovare, seguendo una vecchia strada bianca e delle indicazioni non troppo chiare. Si arriva ad una casa colonica, completamente restaurata all’interno… e si apre un piccolo paradiso.

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Gli scorci degli interni.

Bene, spero di avervi dato un po’ di svago, nel contempo di avere attirato la vostra attenzione e chissà, stimolato qualche vostro intervento...

Ciao

Illyricum

:)

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Grazie Illyricum per questa interessante carrellata. La Dalmazia e' una terra magnifica che mi piacerebbe visitare piu' a fondo, l'anno scorso ho visitato Zara e l'interessante museo archeologico ma tutto il territorio e' carico di testimonianze e sono proprio i piccoli centri come questo che andrebbero scoperti. Complimenti all'amministrazione locale che ha creato il piccolo museo in loco che sembra davvero una piccola gemma.

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Ciao Cliff,

e grazie per l'apprezzamento dimostrato.

l'anno scorso ho visitato Zara e l'interessante museo archeologico

Molto bello, rinnovato, luminoso, con ampi spazi e con la possibilità di collegarsi alla rete wireless ed avere una guida "elettronica" all'esposizione. La parte neolitica è splendida (Danilo Hwar è una emanazione delle culture classiche della Grecia), così come quella protostorica (oggetti in ambra, decorazioni, armi e testimonianze di contatti con la Grecia e con l'ambiente apulo). Anche la parte post-romana/bizantina/paleoslava è godibile. Purtroppo quando ci son stato io la Sezione romana era chiusa per restauri... :(

Prossimamente posterò una discussione nella Sezione Storria/archeologia dedicata a Zara e al Museo.

Complimenti all'amministrazione locale che ha creato il piccolo museo in loco che sembra davvero una piccola gemma.

Non so se abbiano attinto a fondi europei... ma queste due realtà testimonia anche quanto venga investito in termini finanziari per la Cultura e per il Turismo. la prima vista come traino per il secondo. E viceversa. Che differenza con altri lidii ... :( ...

E va notato anche che cambiamento di mentalità ci sia stato in pochi anni: una volta veniva privilegiato l'aspetto legato alle radici croate (e prima paleo-slave) del territorio, tralasciando le attestazioni di epoca romane, scomode per qualcuno. Va ricordato che nell'entroterra del zaratino, nella regione della Krajina, ebbe sviluppo il Regno Croato. E veniva privilegiato questo aspetto.

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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DE GREGE EPICURI

Hai ragione, io sono stato da quelle parti ripetutamente molti anni fa, e tutto quello che era romano (e quindi in qualche modo di origine italica...) non era ne' ben visto, ne' valorizzato; non parliamo poi dei monumenti veneziani. Unica eccezione forse il Palazzo di Diocleziano a Spalato, che comunque mi era parso...un po' incasinato. Credo di aver visto anche qualcosa di antico a Nin (Nona), e' possibile?

Bello e molto interessante il tuo resoconto su questo piccolo centro.

Modificato da gpittini
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Ciao,

Nin (Nona) è stata una importante città romana sita poco a nord di Zadar (Zara).

Cito Wiky:

... quando i Romani conquistarono la Dalmazia, la città divenne conosciuta col nome di Aenona e fu dotata di un foro, un anfiteatro, un acquedotto e un tempio che all'epoca era il più grande in terra dalmata. Apprezzati dai romani erano i fanghi curativi che si trovavano nei pressi della città.

So che ci sono resti romani in zona, ma non ci sono stato.

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Resti del Tempio Romano di Aenona.

Ciao e grazie

Illyricum

:)

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... come da progetto iniziale, sposto la presente discussione nella Sezione che forse le compete di più, ovvero quella di "Storia ed archeologia" dell'amico Flavio.

Spero di catturare il vostro interesse...

Ciao

Illyricum

:)

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Grazie :) all'amico Illyricum per aver spostato in questa sezione la "recensione" della Sua splendida visita estiva...e complimenti...una fortezza legionaria che nemmeno sapevo fosse visitabile (e non poi così lontana) e che ospitò un bel pò di legioni e di reparti ausiliari, tra quest'ultimi, pare, la Cohors III Alpinorum equitata.

Devo assolutamente metterla nell'elenco delle future visite; credo che, con un altro paio di vite (delle quali una almeno con il patrimonio di PdP), dovrei riuscire a completare il programma delle gite turistico-storiche che vorrei effettuare :P .

Non male il museo, l'elmo varrebbe da solo la visita (a proposito, per caso è noto in che contesto sia stato ritrovato).

P.S. : Legio IIII Flavia Felix.....come sono pignoooooooooolo :spiteful: ....

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Ciao Flavio,

ti ... "sento" con piacere! E mi fa piacere che sia stato gradito questo "inserimento"... quando avrò tempo per dedicarmi con calma metterò qualche foto di Zara e il suo Museo.

Il bello è che, a parte gli archi e ora che è restaurato, l'anfiteatro non si ha proprio la sensazione di essere sul sito di un'antica città. 4-500 anni di vita cittadina trascorsa in questo sito eppure in superficie ti pare di essere in una semplice campagna, con arbusti bassi, qualche albero e muretti divisori. In superficie qua e là solo qualche pezzo di terracotta che può esser scambiato per minuti pezzi di laterizi e invece sono frammenti di anfore e vasellame.

L'elmo non so deve sia stato trovato. Forse nei pressi della fortezza legionaria ...

Chiedo ammenda per la IIII (o IV, come si trova su taluni testi) Flavia Felix... retrocessa a III.;)

Ciao

Illyricum

:)

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Complimenti,Zara città molto cara alla mia famiglia dato che il mio babbo era distaccato da quelle parti negli anni '30 militarmente parlando, e con piacere noto che in quel museo hai potuto fare le foto,dato che io all'Alcazar di Toledo nel tentativo di fotografare tutto quello che era Romanvum ci mancava poco e mi ammanettavano stessa cosa al Prado,invece al British Museum fui buttato fuori perchè non volevo uscire più...dopo 10 ore di girare per le sale.Saluti al forvm da Marcello.

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