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Gapox e i suoi dubbi
PostOffice ha risposto a un topic di Gapox inviato in Filatelia e Storia Postale
Quello che hai mostrato è tutto materiale STRA-collezionabile. -
Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
Antonino1951 ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Salve Paxcaesar,se mi è permesso di dire la mia,quando si chiedeva il prezzo forse era per fare un raffronto qualità prezzo senza secondi fini.l'utente penso sia confuso dal troppo bello,al bulinato ,al canceroso etc etc,senza polemicaNino -
Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
Pxacaesar ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Ed allora cerca di essere meno criptico quando intervieni in una discussione. Visto che siamo in due ad averci come dici tu fatto un film... ANTONIO -
Gerusalemme, scoperta moneta ebraica risalente alla vigilia della caduta del Secondo Tempio
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Altre monete antiche fino al medioevo
Gerusalemme, scoperta rara moneta ebraica risalente alla vigilia della caduta del Secondo Tempio A Gerusalemme è stata rinvenuta durante gli scavi al Davidson Center una moneta di bronzo coniata nel 69 d.C., l’anno prima della distruzione del Secondo Tempio. La scritta “Per la Redenzione di Sion” incisa sul recto testimonia la fede e la resistenza degli Ebrei durante la Grande Rivolta contro Roma. Una rara moneta in bronzo, risalente a oltre 1.950 anni fa, è stata recentemente rinvenuta durante gli scavi archeologici in corso nel Giardino Archeologico di Gerusalemme – Davidson Center. Il reperto, eccezionalmente raro, risale al quarto anno della Grande Rivolta ebraica contro l’Impero romano, il 69 d.C., esattamente un anno prima della distruzione del Secondo Tempio, avvenuta nel 70. A rendere ancora più significativo il ritrovamento è l’iscrizione incisa in antico alfabeto ebraico sul recto della moneta: “Per la Redenzione di Sion”. Una formula potente, sintesi del sentimento collettivo del popolo ebraico in quegli anni drammatici, quando la ribellione contro il dominio romano aveva ormai raggiunto il suo culmine e il destino della città santa si faceva sempre più incerto. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi dell’angolo sud-occidentale del Monte del Tempio, un’area particolarmente sensibile dal punto di vista archeologico e religioso, già teatro in passato di importanti scoperte. L’intervento rientra nella sesta campagna di scavi condotta sotto la direzione degli archeologi Yuval Baruch, Filip Vukosavović ed Esther Rakow-Mellet, per conto dell’Autorità Israeliana per le Antichità, in collaborazione con la Città di David e la Società per la Ricostruzione e lo Sviluppo del Quartiere Ebraico. Si tratta di un rinvenimento che conferma il controllo esercitato dai ribelli ebrei sulla città fino alle fasi finali del conflitto. La possibilità di coniare moneta propria, in un periodo di forte tensione bellica e politica, indica la presenza di strutture organizzate e di una leadership determinata a mantenere vive le istituzioni, anche simboliche, di una nazione sotto assedio. La moneta ritrovata a Gerusalemme Esther Rakow-Mellet, archeologa dell’Autorità Israeliana per le Antichità, dichiara: “Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto un dono inatteso: Yaniv David Levy, il nostro esperto di numismatica, ha trovato una moneta ricoperta di terra. Già allora sospettavamo che potesse trattarsi di un esemplare raro. Abbiamo accolto con impazienza il suo ritorno dal laboratorio, e si è rivelata un vero e proprio saluto da parte dei ribelli ebrei del quarto anno della Grande Rivolta”. Yaniv David Levy, ricercatore e curatore del dipartimento numismatico dell’Autorità Israeliana per le Antichità, spiega: “La moneta è in bronzo e in buone condizioni. Sul dritto si vede un calice e, attorno, la scritta in antico ebraico ‘LeGe’ulat Zion’ – ‘Per la Redenzione di Sion’. Sul retro sono raffigurati un lulav (ramo di palma usato durante la festa di Sukkot) e due etrog (cedri). Il retro reca l’iscrizione ‘Anno Quattro’ che indica il quarto anno dalla rivolta e ci permette di datare la moneta tra il mese ebraico di Nissan (marzo-aprile) del 69 d.C. e il mese di Adar (febbraio-marzo) del 70. Queste monete si distinguono da quelle degli anni precedenti per dimensioni e peso maggiori, e per la sostituzione dell’iscrizione ‘Per la Libertà (Herut) di Sion’ con ‘Per la Redenzione di Sion’”. Secondo gli studiosi, le monete del quarto anno furono probabilmente coniate a Gerusalemme sotto la guida di Shimon Bar Giora , uno dei principali comandanti della fase finale della rivolta. Sono considerati relativamente rari, a causa delle difficoltà logistiche e produttive dei ribelli verso la fine del conflitto. La maggior parte di queste monete è stata rinvenuta a Gerusalemme o nelle sue vicinanze. Gli scavi, che continuano a restituire materiali e architetture di valore eccezionale, sono sostenuti economicamente dallo Shalem Project e dalla Fondazione Città di David, realtà impegnate nella valorizzazione del patrimonio archeologico ebraico e nella promozione della ricerca storica in Israele. L’antica moneta sarà esposta al pubblico per la prima volta nel corso delle visite guidate estive presso il Campus Nazionale Jay e Jeanie Schottenstein per l’Archeologia di Israele, a Gerusalemme. L’occasione offrirà ai visitatori la possibilità di osservare da vicino un oggetto unico, carico di significati religiosi e storici, che contribuisce in modo determinante alla comprensione degli ultimi anni del Secondo Tempio e della resistenza ebraica contro Roma. Il ritrovamento si inserisce inoltre nel contesto delle commemorazioni legate al Tisha B’Av, giornata di lutto ebraica dedicata alla distruzione del Primo e del Secondo Tempio. Sabato 8 agosto, nella Città di David, si terrà infatti l’evento annuale “Come si frantumano le pietre”, organizzato proprio in coincidenza con questa ricorrenza. Il programma prevede la lettura pubblica del Rotolo delle Lamentazioni, che si svolgerà accanto ai resti descritti nel testo, offrendo così un collegamento diretto tra il passato biblico e la memoria collettiva contemporanea. Il direttore degli scavi per conto dell’Autorità Israeliana per le Antichità, Yuval Baruch, che studia questo sito da oltre 25 anni, commenta: “L’iscrizione ‘Per la Redenzione di Sion’, che sostituisce la precedente ‘Per la Libertà di Sion’, segnala un cambiamento profondo nell’identità e nell’umore dei ribelli. A circa sei mesi dalla caduta di Gerusalemme, avvenuta il 9 di Av (Tisha B’Av, agosto 70 d.C.), lo spirito passò dall’euforia alla speranza di un miracolo, attraverso il simbolismo dei ‘quattro specie’ (lulav ed etrog) usati per evocare la festa di Sukkot ei pellegrinaggi al Tempio”. Conclude Esther Rakow-Mellet: “Duemila anni dopo la sua coniazione, troviamo questa commovente testimonianza proprio a pochi giorni dal Tisha B’Av. Non credo esista simbolo più potente di questo”. https://www.finestresullarte.info/archeologia/gerusalemme-scoperta-rara-moneta-bronzo-caduta-secondo-tempio -
Cavallo Filippo IV confronto Iconografico
gennydbmoney ha risposto a un topic di Litra68 inviato in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia
Buongiorno a tutti, interessante discussione, peccato che non abbia avuto seguito, sicuramente il motivo principale potrebbe essere la scarsa reperibilità di esemplari di questa monetina e soprattutto in stato di conservazione da poter permettere di esaminarla bene... Anch'io mi sono chiesto diverse volte se anche questa minuscola monetina sia stata in qualche modo segnata dai coniatori ma ,come detto prima,la conservazione tipica di questa tipologia monetale non permette un' accurata e precisa lettura della stessa... Comunque vorrei contribuire postando due dei miei esemplari, ovviamente quelli che si "leggono" meglio... Il primo è un' esemplare del tipo che reputo con ritratto del Re più maturo e quindi catalogato al n°147 del Magliocca Viceregno... Peso 0,74 grammi, diametro 16 millimetri... -
Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
vickydog ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Non si è insinuato quel che affermi. Ti stai facendo un film. -
errore mio nel digitare 14 mm, scusatemi
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hai ragione ,mi ero focalizzato a capire il rovescio,forse essendo molto consumata chissà.richiediamo foto migliori e dati ponderali precisi
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Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
Pxacaesar ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Ciao a tutti 🙂. Da neofita mi sento tirato in ballo dalle ennesime considerazioni che puntualmente in molte discussioni vengono fuori e che sono per me in antitesi ed in contrasto tra loro. A volte si demonizzano i vari canali di vendita su piattaforme on line che non sarebbero sicuri, che non danno garanzie, e chi più ne ha più ne metta ...consigliandoci solo case d'asta e venditori che hanno negozi fisici ecc. Ora si mette in discussione un venditore professionale presso il quale @Rufiliusha effettuato il suo acquisto con tutto quello che la discussione ha dipanato. Ma noi queste benedette monete da chi le dobbiamo acquistare? La realtà è una ed una sola! Riuscire quanto prima a farsi una cultura Numismatica che ci permette quantomeno di capire cosa abbiamo d'avanti e che ci consenta una volta visionato dal vivo la moneta decidere cosa fare. Purtroppo gli inconvenienti ci possono essere sempre, indipendentemente da dove e da chi si compra ( sia ben chiaro, io non ho mai criticato nessuna categoria di venditori, mai...e nemmeno in questa occasione. Tutti possono sbagliare, chi non fa non sbaglia. Ed io non credo mai che si faccia volontariamente per fregare qualcuno, mi rifiuto di pensarlo soprattutto quando si parla di venditori professionali sia italiani che stranieri compresi i tantissimi che operano sulle varie piattaforme di vendita da tanti anni con competenza e professionalità) 🙂 ANTONIO -
Ciao @Antonino1951,la stavo guardando ma una domanda...non è troppo poco 3 grammi scarsi per una moneta di 24mm?
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Salve,è un bronzetto greco molto usurato,al dritto dovrebbe esserci una parte anteriore di cavallo e al rovescio un Kalathos.postala nel settore riconoscimenti e Ale 75 te la classifica appena la vede
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Alex79 ha iniziato a seguire Andamento prezzi mercato numismatico.
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Andamento prezzi mercato numismatico.
Alex79 ha aggiunto un nuovo link in La piazzetta del numismatico
Buongiorno. Parto da presupposto che è da pochi mesi che seguo ed ho iniziato a collezionare monete. Chiedo a chi è da più tempo in questo fantastico ambito, come stanno andando le quotazioni e le valutazioni . Mi sembra di capire che la forbice fra quelle in conservazione alta e bassa si stia sempre più allargando. Ma ero interessato a capire se per esempio monete del regno dieci anni fa si compravano a prezzi in linea con quelle di oggi, al di là delle mere quotazioni riportate sui cataloghi del passato da confrontare con quelli di oggi. Non è un discorso speculativo , ma solo per farmi una idea dell' andamento dei prezzi. Ringrazio anticipatamente chi vorrà partecipare alla discussione con un suo contributo. -
Votiva devozionale in argento
biby ha risposto a un topic di biby inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Si si non mi importa del valore economico me la terrò, poi magari un giorno chissà che il collezionismo delle votive si evolve e magari boh chissà grazie mille -
Roma, emerse strutture di età romana e medievale dal cantiere della stazione Venezia della linea Metro C
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Rassegna Stampa
Roma, emerse strutture di età romana e medievale dal cantiere della stazione Venezia della linea Metro C Nel cantiere per la costruzione della stazione di Piazza Venezia della linea Metro C a Roma sono emerse strutture di età romana e medievale. Nel cantiere per la costruzione della stazione di Piazza Venezia della linea Metro C a Roma, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Speciale di Roma, sono emerse strutture di età romana e medioevale. “Ancora una volta la costruzione di una stazione della metropolitana ci fa riscoprire il passato della nostra città”, spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. “È nel sontuoso palinsesto di varie epoche che torna sotto i nostri occhi e dovrà essere valorizzato al meglio nella futura stazione che risiede il grande fascino di questo scavo, che la Soprintendenza sta conducendo all’interno dei lavori per la realizzazione della Linea C, commissionati da Roma Metropolitane, per conto di Roma Capitale e realizzati dalla società Metro C, guidata da Webuild e Vianini Lavori”. Sono emerse testimonianze di un complesso a più piani risalente al periodo tardo repubblicano e primo imperiale, probabilmente con funzione abitativa e commerciale, la cui tipologia andrebbe ricondotta alle insulae, ovvero le residenze per le classi popolari della Roma di età imperiale. Le strutture romane si trovavano a ridosso dell’inizio della antica via Flaminia, di cui è stato rinvenuto il tracciato di epoca medioevale: in questa fase la strada non si presenta più fatta di basoli, che probabilmente si trovano a un livello più basso, ma di vari strati di terra battuta, che nel tempo venivano sovrapposti quando il precedente si era deteriorato. Al Medioevo risalgono alcune calcare, le semplici fornaci utilizzate per trasformare il marmo in calce viva, collocate anche queste sul limitare della Flaminia per facilitare il trasporto dei blocchi di minerale. Cantiere dall’alto Cantiere dall’alto Cantiere dall’alto Secondo la responsabile scientifica dello scavo, l’archeologa della Soprintendenza Marta Baumgartner: “Il rinvenimento di strutture abitative di epoca romana rappresenta una straordinaria occasione di conoscenza della topografia storica del centro di Roma. Questi resti, riconducibili a edifici residenziali di età imperiale, contribuiscono ad arricchire il quadro urbanistico dell’area inserendo i grandi monumenti conosciuti nel tessuto abitativo”. Tutte le costruzioni che si sono succedute nelle varie epoche, compresi i palazzi moderni abbattuti per l’allargamento di Piazza Venezia tra Ottocento e Novecento, hanno inglobato le strutture precedenti creando un insieme di complessa interpretazione. Solo la prosecuzione dello scavo, l’analisi e lo studio dei reperti consentirà di avere un quadro completo dei ritrovamenti anche per la loro futura ricollocazione. Cantiere in Piazza Venezia Fornaci medievali Percorrenza via Flaminia medievale https://www.finestresullarte.info/archeologia/roma-emerse-strutture-eta-romana-e-medievale-da-cantiere-stazione-venezia-linea-metro-c -
Questo era un mio ragionamento eh😅 Siccome ho appurato che nelle RICEVUTE DI RITORNO ad esempio, vi é scritto il n° del modulo e sotto da un'altra parte la tiratura, pensavo che anche qui, essendoci stampato mod 26, di trovar da qualche parte una eventuale tiratura ( certo, se fosse anche questo il caso😅). Magari in questi moduli non possiamo sapere questa info eh o magari ci sono manuali appositi... Aspettiamo info tecniche😁
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Scoperti ad Orvieto reperti etruschi e monete romane
ARES III ha risposto a un topic di torpedo inviato in Storia ed archeologia
Archeologi al lavoro nell'area della chiesa altomedievale Cortesia Associazione Campo della Fiera Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Quarto giorno Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Oggi, partendo dalla rupe di Orvieto, ho raggiunto l’area di scavo, a piedi. C’è un motivo preciso, che mi ha spinto a farlo: ho voluto ripercorrere la strada descritta dallo storico Procopio di Cesarea in La guerra gotica, dato che mi soffermerò sui rinvenimenti di età altomedievale e medievale avvenuti e che stanno avvenendo nell’area di Campo della Fiera. L’autore ebbe modo di osservare da vicino la rupe essendo al seguito di Belisario, generale dell’imperatore Giustiniano, che riuscì a strapparla ai Goti dopo un assedio. Scrive Procopio: «Su quella altura gli Antichi costruirono una città senza mura né fornita di altra difesa, dato che parve loro quel luogo inespugnabile per natura. Infatti a quella conduce una sola strada tra le rupi». Veduta dall'alto della chiesa nella fase altomedievale. Cortesia Associazione Campo della Fiera Quella (allora) unica via di accesso è divenuta attualmente Via Filippeschi, che si unisce a Via della Cava e termina con Porta Maggiore. Da lì, in 30 minuti, ho raggiunto l’area di scavo. I lavori relativi alla fase post-classica sono coordinati da Danilo Leone, docente di Metodologia e tecnica della ricerca archeologica presso l’Università di Foggia. La fase post-classica che le campagne di scavo hanno restituito è di interesse notevole e suggerisce una linea ininterrotta di frequentazione dell’area sino al Seicento. Vediamo il quadro restituito: si parte da un punto di grande crisi, la lussuosa domus, che aveva ospitato il «praetor Etruriae», risulta abbandonata e crollata nella seconda metà del IV secolo d.C. Nei suoi spazi, durante il secolo successivo, s’insediò una ristretta comunità contadina: buche di palo per apprestamenti con tetti di paglia danneggiarono i pavimenti mosaicati. Nel corso del VI (è il secolo in cui Procopio raggiunse la rupe nel quadro della Guerra gotica) il quadro iniziò a mutare: la domus venne liberata dalle macerie, che ancora la occupavano, e la grande aula, che era stata riservata ai «publica consilia», fu trasformata in una chiesa con nuovi pavimenti musivi (fine VI-inizi VII secolo). Intorno ad essa si sviluppò un cimitero restato in funzione sino al Duecento: in due/tre tombe sono stati rinvenuti oggetti di uso quotidiano che rinviano alla cultura longobarda. Nella campagna di scavo in corso sono state individuate dieci nuove tombe. Veduta dall'alto della chiesa e del convento di San Pietro in Vetere. Cortesia Associazione Campo della Fiera Una piena ripresa della vita nella zona si ebbe, comunque, più tardi e si può seguire attraverso le fasi edilizie della chiesa, sulla quale s’intervenne nell’VIII e IX secolo d.C. Nel 1211 si ha la prima citazione dell’esistenza di una chiesa denominata San Pietro in Vetere, l’intitolazione con quella specifica «in Vetere» fa intuire che si era consapevoli della frequentazione assidua della zona in precedenza. Nel 1226, nell’anno della morte di San Francesco, vi giunsero tra i dodici e i quindici frati francescani, tra i quali era Ambrogio da Massa, destinato a divenire beato: la sua comunità e gli abitanti di Orvieto, che, nel frattempo, era divenuto un florido Comune, lo avrebbero voluto santo. Ai francescani si deve una nuova chiesa, che venne edificata sui resti di quella altomedievale, e un convento; nel 1260 ad essi subentrarono i Servi di Maria, che vi rimasero sino al 1265. Entrambi gli Ordini si trasferirono in città e costruirono loro chiese. La peste del 1348, che investì Orvieto con particolare durezza, venne avvertita anche dagli uomini e dalle donne che vivevano nell’area ai piedi della rupe. La peste venne superata, seppure con difficoltà: la chiesa di San Pietro in Vetere continuò a funzionare seppure ridimensionata, il convento fu demolito. L’area intorno divenne sede di fiere periodiche per tutto il Quattrocento, il Cinquecento e il Seicento. Da qui il toponimo di Campo della Fiera. Ipotesi ricostruttiva della chiesa e delle infrastrutture del mercato nel XV-XVI secolo (disegno M. Sbrancia). Cortesia Associazione Campo della Fiera In una pianta del Catasto Tiroli (1764) l’area risulta ormai terreno agricolo e solo la presenza della chiesa, probabilmente diruta, viene segnalata. Ė l’ultima testimonianza prima del ritrovamento dei suoi resti, grazie alla ricerca archeologica. Resta da dire di una scoperta eccezionale avvenuta negli anni scorsi: lo scavo di un pozzo, profondo più di 11 metri, ha restituito reperti che vanno dalla metà del Duecento sino al Seicento. In particolare ceramiche, tra cui ben mille brocche che conservano le decorazioni e i colori intensi degli smalti. Vi è stato effettuato anche un rinvenimento singolare: una incisione in bronzo con la raffigurazione di Filippo IV il Bello, re di Francia. Essa è stata ritrovata spezzata in quattro parti all’interno del pozzo, come se qualcuno se ne volesse liberare. Tra le ipotesi avanzate da Luca Becchetti (Archivio Apostolico Vaticano), vi è quella che la sua distruzione potrebbe essere collegata a una possibile damnatio memoriae in relazione alla posizione ostile assunta dal sovrano contro i Cavalieri Templari, che erano presenti nel territorio orvietano. Incisione in bronzo di Filippo IV il Bello. Cortesia Associazione Campo della Fiera https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Quarto-giorno Donario monumentale (metà III sec.a.C.). Cortesia Associazione Campo della Fiera Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Quinto (e ultimo) giorno Una settimana di lavoro nell’area archeologica di Campo della Fiera si sta concludendo. Arrivato sullo scavo, ho camminato sino a un donario monumentale che si trova di fronte al tempio A e risulta in asse con esso. Su di esso originariamente erano infisse, con ogni probabilità, statue in bronzo. Spicca nell’area archeologica, ma la sua rilevanza non è soltanto visiva. L’archeologa Alba Frascarelli lo ha collegato agli interventi che il console Marco Fulvio Flacco fece realizzare a Roma, nell’area di Sant’Omobono, di fronte ai templi di Fortuna e Mater Matuta, per celebrare il suo trionfo. Lì sono state rinvenute anche due iscrizioni seppure frammentarie, incise su altrettanti donari rettilinei, nelle quali il console rammenta la conquista della città. Se l’ipotesi avanzata da Frascarelli fosse da seguire e appare probabile (una tesi diversa è espressa da Daniel P. Diffendale), ci troveremmo di fronte a uno dei primi interventi al Fanum Voltumnae dopo la conquista di Velzna (Orvieto), da parte del corpo di spedizione guidato al console romano. Non si trattò, come ho già scritto, solo di un assedio conclusosi a favore dell’assediante, ma di un intervento che previde la rifondazione della città altrove, seppure non a grande distanza. Un intervento così duro trova una spiegazione con la volontà romana di vendicare l’uccisione di uno dei consoli dell’anno precedente avvenuto durante l’assedio, ma soprattutto con la data dello scontro: 264 a.C. Edificio F lungo la Via Sacra. Cortesia Associazione Campo della Fiera Non è una data qualsiasi nella storia di Roma: è l’inizio della prima guerra punica. I Romani con la durissima repressione intesero inviare un messaggio alle altre città etrusche, che erano entrate nella loro orbita da pochi anni. Non avrebbero dovuto rivoltarsi mentre Roma era impegnata nello scontro per il controllo del Mediterraneo occidentale, altrimenti avrebbero rischiato di subire lo stesso trattamento. Il santuario federale (il Fanum Voltumnae) non venne risparmiato per il motivo che il messaggio arrivasse a tutti e con chiarezza. Per la sua rilevanza anche politica, dallo scavo di Campo della Fiera si passa rapidamente agli accadimenti più significativi della storia antica. Un’altra testimonianza degli anni immediatamente successivi all’intervento di Roma è stata portata alla luce nelle scorse campagne di scavo: si tratta di un’officina di ceramisti che si era insediata alle spalle del tempio B, il più monumentale tra quelli scoperti sinora e abbandonato in coincidenza degli scontri. Lo scavo stratigrafico ha indicato che la bottega s’impiantò sul posto solo pochi anni dopo i combattimenti, anche prima della metà del III secolo a.C. Possiamo ipotizzare che tra i suoi clienti vi fossero quegli uomini e quelle donne che ripresero a frequentare il santuario, dove il tempio A era restato in funzione. Archeologi al lavoro lungo la Via Sacra. Cortesia Associazione Campo della Fiera A un personaggio di primo piano nella politica romana e a un ceramista, si dovrebbe la prima ripresa della zona seppure con intenti e prospettive distanti e diverse. Un’altra area dove ancora stamani si stava lavorando è quella attorno agli edifici E e F, affacciati direttamente sulla Via Sacra e accanto al tempio C. Essi accoglievano altari monumentali, di cui sono stati recuperati alcuni resti, tra i quali due protomi angolari di ariete e una lastra con protome di leone. Gli altari vennero smembrati e rovesciati senza alcuna forma di rispetto per la loro sacralità. Quando si è trascorsa una settimana su uno scavo per cercare di documentarlo, occorre ricordare chi lo ha reso possibile e le persone con le quali si è tentato di dare le prime interpretazioni di quello che si andava riportando alla luce; «a caldo», si dice (un modo di dire che risulta particolarmente appropriato in queste giornate di agosto): Simonetta Stopponi, che lo dirige, Danilo Leone, che segue da vicino le fasi post-classiche, Silvia Simonetti e Serena Bramucci, le responsabili di area. https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Quinto-e-ultimo-giorno -
Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
modulo_largo ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Sono d'accordo con chi mi ha preceduto, nel senso che se hai pagato poco hai fatto bene ( o se te ne sei innamorato) , se hai pagato troppo puoi correggere il tiro con i prossimi acquisti, magari chiedendo consigli prima , ma in definitiva deve piacere soprattutto a te.. -
Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
Pxacaesar ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Ciao, forse per come intendi tu il collezionismo ed è comprensibile 🙂. Ci sono altri, tra cui io, che collezionano monete dal modesto valore commerciale percui pagarla pochi euro in più o in meno e non avendo come finalità la rivendita delle stesse cambia assolutamente niente. Quindi c'è poco da capire...o la nostra "categoria" di collezionisti e da considerarsi di serie C? Quindi vivete e lasciate vivere 🙂. ANTONIO -
Scoperti ad Orvieto reperti etruschi e monete romane
ARES III ha risposto a un topic di torpedo inviato in Storia ed archeologia
Le archeologhe Simonetta Stopponi (al centro), Laura M. Michetti e Claudia Carlucci sull'area di scavo Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Secondo giorno Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Leggere Tito Livio sul cantiere di scavo del Fanum Voltumnae è suggestivo. Lo storico, vissuto in età augustea, ricorda infatti il santuario, in più occasioni, nella sua opera Ab Urbe condita libri, pur non fornendone una localizzazione precisa. Dal suo racconto apprendiamo che, nelle riunioni che vi si svolgevano, gli Etruschi eleggevano una figura comune a tutti (lo storico romano lo chiama «sacerdos») sulle cui caratteristiche e i poteri esercitati vorremmo sapere di più, e assumevano decisioni politiche e militari per fronteggiare le sfide del loro tempo. Ad esempio, in una riunione, che possiamo immaginare drammatica, decisero di non intervenire a sostegno di Veio, che era assediata e stava per cadere in mano romana. Nell’assemblea, i Falisci e i Capenati, evidentemente stretti alleati e in tale qualità presenti all’incontro, chiesero che s’intervenisse militarmente, ma si decise di non farlo concedendo solo l’invio di eventuali volontari. Veio fu la prima città-stato etrusca a cadere in mano romana nel 396 a.C. e dall’esito di quello scontro si fa iniziare la lunga, progressiva romanizzazione dell’Etruria. Le assemblee, svolgendosi negli spazi di un santuario, avevano un preminente carattere religioso, ma erano anche occasioni di mercato e Tito Livio afferma che i Romani apprendevano, in prima battuta, le decisioni assunte proprio ascoltando i racconti dei mercanti che vi avevano preso parte e che forse, in taluni casi, non erano solo venditori ciarlieri. Vi si svolgevano anche ludi solenni e sempre Tito Livio ricorda un’occasione in cui un personaggio di spicco proveniente da Veio (che i Veienti elessero poi re, nei drammatici frangenti appena ricordati) aveva ritirato improvvisamente i propri attori per protesta contro una decisione a lui contraria dei rappresentanti delle altre città-stato mentre i ludi erano nel pieno svolgimento. Lo sdegno suscitato dalla sua azione è tra i motivi che lo storico indica per spiegare la debole solidarietà dimostrata verso Veio. Siamo tra i resti di quell’area dove tutti questi avvenimenti sono accaduti. Oggi l’attenzione si è concentrata su un rinvenimento delle ultime settimane e i responsabili dello scavo ne hanno discusso insieme a due ospiti: Laura M. Michetti, che insegna Etruscologia all’Università «La Sapienza» di Roma e dirige lo scavo di un altro importante santuario etrusco, vale a dire Pyrgi, e Claudia Carlucci, direttrice del Polo Museale della Sapienza. Subito a nord del tempio A (quello restato in funzione per l’intera durata del santuario) gli archeologi hanno riportato alla luce un edificio articolato, di cui va compresa la destinazione d’uso e la stessa planimetria resta da definire. La pavimentazione in cementizio decorato risulta del tutto simile a quella di un rifacimento del pavimento del tempio A. Entrambi i pavimenti risultano databili tra l’80 e il 50 a.C. Ė una datazione, se verrà confermata nel prosieguo delle ricerche, che riveste un interesse particolare, in quanto suggerisce ristrutturazioni nell’area del santuario già decenni prima dell’età augustea, quando, nel quadro generale di un recupero delle antiche tradizioni, vennero fatti interventi significativi e già osservati. Sono iniziati anche nuovi interventi su una strada basolata, rinvenuta durante le campagne di scavo degli anni scorsi per un tratto lungo 60 metri circa, che collegava il santuario con il lago di Bolsena. La direttrice saliva all’altopiano dell’Alfina attraverso una «tagliata» di epoca etrusca, nota come Sasso Tagliato. La carreggiata è dotata di canalette per il convogliamento delle acque e presenta un restringimento in corrispondenza del recinto sacro del tempio A, evidentemente per rispettarlo. La strada è segnata dai solchi dei carri che l’hanno percorsa. La parte meridionale della strada è fiancheggiata da una fontana monumentale. I reperti recuperati consentono di datarne la realizzazione nella prima metà del III secolo a.C. e di comprendere che rimase in funzione a lungo anche in piena età romana. Una novità delle ultime ore: la strada si ricongiungeva con la Via Sacra e forse nella stessa zona va riconosciuto un nuovo ingresso al santuario in epoca romana: in quella fase la maggior parte dei frequentatori proveniva dall’area di Bolsena e non più dalla rupe di Orvieto e dai suoi dintorni. Veduta dell'area di scavo tra la Via Sacra e la strada verso il lago di Bolsena. Cortesia Associazione Campo della Fiera Veduta dei resti della via che dal Fanum Voltumnae portava verso il lago di Bolsena https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Secondo-giorno Restauratrice al lavoro intorno a una fornace di epoca etrusca. Cortesia Associazione Campo della Fiera Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Terzo giorno Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Stamani sono arrivato sullo scavo con un autobus: vi sono alcune corse di due linee urbane che, da Orvieto centro, come da altri quartieri della città, arrivano nei pressi, poi si deve proseguire a piedi per 300 metri circa. Mi sono chiesto il motivo per cui l’ho fatto mentre raggiungevo l’area archeologica: volevo dimostrare a me stesso che il quotidiano, il nostro presente, non è così lontano dal passato. Le due dimensioni possono incontrarsi, in una qualche misura, convivere. Un archeologo ha bisogno ogni tanto di verificare tale consapevolezza acquisita negli anni di formazione, di sentirsi rassicurato sulle scelte di fondo della sua vita, mi verrebbe da scrivere. Sono arrivato a destinazione: oggi sullo scavo sono presenti anche alcuni restauratori che, ottenuta l’autorizzazione da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, consolideranno e poi asporteranno una fornace etrusca per assicurarne la conservazione. La fornace dovrebbe divenire visibile in seguito negli spazi del costituendo Museo della Tradizione Ceramica, che sta nascendo a Orvieto e avrà sede all’interno di Palazzo Simoncelli in Piazza del Popolo. Essa era stata impiantata nell’area dove era sorto il monumentale tempio B, andato distrutto durante gli scontri che portarono alla conquista romana di Velzna nel 264 a.C., che va considerato (avendo previsto la distruzione della città e la deportazione degli abitanti) uno degli interventi più duri effettuati da Roma nella penisola italiana. Combattimenti a ridosso dell’edificio sacro e anche al suo interno sono testimoniati dalle numerose ghiande missili (i proiettili del tempo) rinvenute. La fornace va messa in relazione con una bottega di ceramisti che produsse prevalentemente vasi in ceramica a vernice nera e acroma, rimanendo attiva da poco dopo l’evento bellico sino agli inizi del II secolo a.C. Archeologa al lavoro nella zona del possibile nuovo ingresso al santuario in epoca romana. Cortesia Associazione Campo della Fiera Il Fanum Voltumnae, quello che è stato il santuario federale degli Etruschi, è caratterizzato infatti da una fase di epoca romana rilevante. Questo era emerso già in maniera significativa nelle precedenti campagne di scavo, ma in questi giorni il quadro si sta modificando e arricchendo. Ho accennato già ieri che la Via Sacra e la strada che dal santuario portava alla nuova città, voluta dai Romani, in prossimità del lago di Bolsena, sembrano incontrarsi tra loro in un punto diverso da quello che si ipotizzava. Inoltre, nella zona del loro incrocio, dovrebbe essere stato individuato un ingresso al santuario diverso da quello di epoca etrusca e realizzato in età sillana. Qui sta seguendo i lavori l’archeologa Sara Simonetti. Un accesso differente comporta, come è facile immaginare, un cambiamento profondo nella fruizione dell’area, ma che resta in funzione da prima degli interventi di ristrutturazione di epoca augustea ben conosciuti e coerenti con la politica di recupero delle antiche tradizioni portata avanti da Augusto e dal suo consigliere Mecenate, etrusco di origine e discendente da una gens aristocratica di Arezzo. Fornace etrusca in attività dalla metà del III agli inizi del II secolo a.C. Cortesia Associazione Campo della Fiera A proposito della sponda volsiniese del lago di Bolsena, non va dimenticato che la presenza etrusca vi era già significativa e che lì si trovavano forse gli interessi di una delle famiglie aristocratiche che avevano chiesto inizialmente l’intervento di Roma per essere rimesse al potere, pur non potendo prevedere un esito così disastroso. La testimonianza di una fase romana precedente agli anni di Augusto è stata recuperata anche in un’altra zona dell’area di scavo, sulla quale ci soffermeremo in maniera dettagliata nei prossimi giorni. Qui sono state rinvenute ben 120 tombe che vanno dalla seconda metà del VI al XIII secolo d.C. e quindi ben lontane cronologicamente dalle testimonianze etrusche e romane. Ma gli archeologi medievali, coordinati da Danilo Leone (Università di Foggia), nello scavarle si sono resi conto che alcune hanno tagliato strati che possono essere datati al II-I secolo a.C. In particolare, hanno intercettato, in successione, dal basso, una platea con lastre in tufo di epoca etrusca, un pavimento in cementizio con motivo a stuoia del II secolo a.C. e un altro pavimento in cementizio degli anni di Silla. Di nuovo segni d’interventi anteriori all’epoca augustea e sempre meno lontani dagli eventi del 264 a.C., a suggerire che il santuario risentì sicuramente e in maniera pesante dello sconvolgente mutamento politico, istituzionale e sociale, ma riuscì a sopravvivere al vento della storia che lo aveva attraversato. Riuscirà, come vedremo, a farlo anche quando sopraggiungeranno mutamenti ancora più profondi con la fine del mondo classico e della religione pagana. Una platea con lastre in tufo di epoca etrusca e, al di sopra, pavimenti di II e I secolo a.C. Cortesia Associazione Campo della Fiera Voltumnae • Terzo giorno |Giuseppe M. Della Fina https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Terzo-giorno -
Scoperti ad Orvieto reperti etruschi e monete romane
ARES III ha risposto a un topic di torpedo inviato in Storia ed archeologia
Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Introduzione Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Avremo la possibilità di seguire da vicino una campagna di scavo, di condividere per un’intera settimana (da lunedì 4 a sabato 9 agosto) le giornate di lavoro con gli archeologi. L’impegno (si scava, ogni giorno, dalle 6 alle 14), l’entusiasmo contagioso, i reperti rinvenuti. Si tratta, oltretutto, dello scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, il Fanum Voltumnae: la sede religiosa e politica della Lega etrusca, l’organismo che venne istituito per cercare di superare la suddivisione per città-stato indipendenti e gli interessi particolari di ognuna. Le fonti antiche non forniscono l’ubicazione del sito, al punto che esso è stato cercato in luoghi diversi dell’Etruria anche molto lontani tra loro. Una serie d’indizi spingeva comunque verso Orvieto, che, in epoca etrusca, era denominata Velzna, mentre Volsinii era la denominazione della città in lingua latina. Ecco i principali: la notizia, riportata dal grammatico latino Sesto Pompeo Festo, che, nel tempio di Vertumno (vale a dire Voltumna) a Roma, era raffigurato Marco Fulvio Flacco, il console vincitore di Velzna, nel 264 a.C., in veste di trionfatore; alcuni versi del poeta Properzio (IV, 2, 3-4) dove viene fatto dire a Vertumno che non rimpiangeva di avere abbandonato i focolari di Volsinii, con un chiaro riferimento al rito dell’«evocatio»; il numero delle statue di bronzo, pari a duemila, portate via da Velzna sconfitta nella testimonianza di Metrodoro di Scepsi riportata da Plinio nella Naturalis Historia (XXXIV, 16, 34), che induce a ipotizzare la presenza di un santuario d’importanza notevole nelle immediate vicinanze. Infine il Rescritto di Spello, con la decisione dell’imperatore Costantino, presa tra il 333 e il 337 d.C., di consentire agli Umbri di non recarsi più «aput Volsinios» per celebrare la loro festa religiosa come avveniva sulla base di un’antica tradizione, che sembra riallacciarsi alle riunioni che si tenevano presso il Fanum Voltumnae e ricordate da Tito Livio. Volsinii a quel tempo non si trovava più da secoli sulla rupe di Orvieto, ma a ridosso del lago di Bolsena dopo che i suoi abitanti, in conseguenza della rovinosa sconfitta del 264 a.C., vi erano stati trasferiti in maniera forzosa. Nel testo si dice infatti “presso” e non “in” Volsinii: la città nuova e quella vecchia distavano 17 chilometri circa tra loro, il Fanum Voltumnae anche meno. Sulla base di queste indizi e di una serie di rinvenimenti avvenuti durante l’Ottocento, l’archeologa Simonetta Stopponi ha iniziato le ricerche, ai piedi della rupe di Orvieto, nell’area di Campo della Fiera. Era il 2000 e da allora le campagne di scavo sono andate avanti con regolarità coinvolgendo prima l’Università di Macerata, poi quella di Perugia (Stopponi ha insegnato in entrambe) e, più di recente, l’Università di Foggia. Nel frattempo è sorta l’Associazione Campo della Fiera. Le indagini archeologiche hanno riportato alla luce un’area che si estende per cinque ettari, ma le prospezioni geomagnetiche consentono d’ipotizzare una superficie di circa 20 ettari e forse di più. Un altro elemento da sottolineare è la lunga durata dell’area indagata: dal VI secolo a.C. al XVII secolo d.C. Provo a riepilogare le scoperte principali effettuate sinora: la Via Sacra del santuario, larga oltre 10 metri, lungo la quale s’incontrano il tempio A, dove il culto continuò anche in epoca romana. Quindi il tempio C, dedicato a una divinità matronale forse Minerva, e affiancato da due costruzioni denominate E e F, che accoglievano altari monumentali. E, ancora, il tempio B, eretto su un’ampia terrazza, che domina l’area e ornato da portici e vasche; costruito alla fine del VI secolo a.C., fu distrutto nel 264 a.C. e poi abbandonato. Ben testimoniata è la fase romana: in epoca augustea venne costruita, a ridosso del recinto del tempio A, una lussuosa domus, probabilmente la sede del «praetor Etruriae». La residenza era dotata di due impianti termali: uno costruito alla fine del I secolo a.C., l’altro edificato negli anni dell’imperatore Adriano. Non è ancora sufficiente, gli archeologi hanno riportato alla luce i resti della Chiesa di San Pietro in Vetere, costruita tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo d.C., impiantati su un precedente edificio sacro cristiano caro a una piccola comunità. Che cosa ci attende nella campagna di scavo in corso? Tombe rinvenute del saggio H. Campagna di scavo 2025 https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Introduzione Archeologi al lavoro nell'area prossima al Tempio A Cortesia Associazione Campo della Fiera Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Primo giorno Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Sono arrivato in località Campo della Fiera, ai piedi della rupe di Orvieto, e ho raggiunto gli archeologi che stanno riportando alla luce il Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi, con la direzione di Simonetta Stopponi. Sullo scavo è una giornata importante: inizia oggi il secondo turno che vede protagonisti giovani archeologi e archeologhe diversi/e rispetto a coloro che hanno animato il primo turno, iniziato il 7 luglio, ed appena concluso. L’atmosfera è simile a quella di un primo giorno di scuola: piacere d’incontrare colleghi con i quali si è scavato in anni precedenti, o che si conoscono per ricerche portate avanti insieme, o tramite i social, o attraverso le pubblicazioni. Inoltre curiosità e attesa per ciò che avverrà. Il sogno, come sempre, di fare una scoperta rilevante, di cui si parli a lungo, e magari di esserne i protagonisti diretti, pur sapendo bene che uno scavo stratigrafico è importante di per sé. Stamani sullo scavo erano presenti anche Francesca Valentini, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, e Luca Pulcinelli, funzionario archeologo della stessa Soprintendenza, per portare la vicinanza del Ministero della Cultura. Stopponi e i suoi collaboratori più stretti, nei giorni scorsi, dopo una valutazione attenta, avevano stabilito l’area dove intervenire. Si tornerà a scavare, ad esempio, a ridosso degli edifici E e F che accoglievano alcuni altari monumentali. Al momento ne sono stati portati alla luce sei. Con le nuove ricerche si vuole verificare la possibilità di rinvenire i resti di altri. Va segnalato che i due edifici sono in connessione con la Via Sacra e risultano contemporanei alla sua prima fase. La loro costruzione può essere datata agli inizi del V secolo a.C., mentre il vicino tempio C, di tipo greco con colonne che circondavano pronao e cella, sorse intorno al 510 a.C. Sono interventi realizzati negli anni di Porsenna, il personaggio più noto della storia etrusca, che deve avere avuto un ruolo di primo piano nella valorizzazione e monumentalizzazione del Fanum Voltumnae in linea con la sua visione politica, che tendeva (per quanto possibile) ad avere una visione unitaria, o, almeno, d’insieme degli interessi politici ed economici delle diverse città-stato etrusche. Un progetto, va detto, che non venne compreso a pieno nelle sue potenzialità. Prima di entrare nelle dinamiche dello scavo, va ricordato chi era Voltumna, la divinità alla quale il santuario era dedicato. In proposito occorre rammentare che la denominazione ci è nota da testimonianze letterarie ed epigrafiche latine, insieme a quella di Vertumnus: sono i due gradi di integrazione della stessa divinità etrusca nel «pantheon» latino. La prima denominazione, trasmessaci esclusivamente da Tito Livio, può essere considerata una sorta di trascrizione dall’etrusco derivata dalla tradizione annalistica, che era ben presente allo storico. Per comprendere a pieno la valenza di Voltumna occorre andare a rileggere un saggio degli anni Ottanta del Novecento dell’etruscologo Mauro Cristofani, che ha illuminato questa figura divina sulla quale si era dibattuto a lungo. Voltumna, nella sua interpretazione, va considerato un epiteto di Tinia, il dio etrusco equivalente allo Zeus greco e allo Iuppiter latino, e ciò spiega bene l’affermazione di Varrone che lo definisce «deus Etruriae princeps». Come pure che il santuario federale sia stato dedicato a lui. Sul successivo culto nel mondo romano interessante è la lettura del saggio Il dio elegante, Vertumno e la religione romana di Maurizio Bettini (Einaudi), che dedica notevole attenzione a un’elegia di Properzio (IV, 2), dove il poeta fa affermare alla divinità: «Io sono etrusco ed etrusca è la mia origine, né mi pento / di aver abbandonato i focolari di Volsinii durante la battaglia». A Velzna (Volsinii, in lingua latina), al 264 a.C., al Fanum Voltumnae si torna. https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Primo-giorno -
Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
skubydu ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Esatto, poi non chiesto chi è il venditore o quanto esattamente L ha pagata. Te L ho chiesto perché volevo capire, visto che fate sempre riferimento al fatto che siete inesperti e ne capite poco di monetazione, se almeno acquistate con una certa logica. L aspetto economico in una collezione è molto importante, un bravo collezionista lo è anche se acquista bene. -
20 Lire Littore
santone ha risposto a un topic di albertoronchi1 inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Falsissima - Oggi
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Traiano - Sesterzio Armenia e Mesopotamia
Cinna74 ha risposto a un topic di Rufilius inviato in Monete Romane Imperiali
Non seguo queste monetazione ma il mio consiglio dopo aver letto il tread è: riportala al venditore. Non vedo il motivo di tenere una moneta con il cancro e doversi avventurare in restauri. Se il venditore è serio la riprenderà. -
E dove la rintracci la tiratura grazie al mod.26?
Lamoneta.it
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