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    Storia di Roma e delle sue monete

    LA RESTAURAZIONE OLIGARCHICA Trascorsi due anni in Grecia per riorganizzare le forze, nell’83 a.C. Silla si imbarcò per l’Italia con 5 legioni, deciso a combattere contro il governo dei populares; sbarcò a Brindisi, impossessandosi subito del controllo della città. La guerra civile era iniziata. Il suo esercito era piccolo ma formato da legionari esperti, fedeli e disciplinati; furono persino disposti a prestare giuramento di fedeltà a Silla e a partecipare con un piccolo contributo alle spese di guerra. Silla fu in grado di controllare strettamente la marcia delle sue legioni e riuscì pertanto non solo a vincere gli scontri contro gli eserciti nemici, ma anche a ingraziarsi il favore di molte popolazioni e persino a convincere parte delle truppe dei populares a disertare e unirsi a lui. Molti esponenti dell’aristocrazia si unirono a lui, fra cui Quinto Cecilio Metello Pio, Marco Licinio Crasso (ricchissimo esponente di una potente gens plebea) e, soprattutto, Gneo Pompeo, il figlio di appena 23 anni di Gneo Pompeo Strabone, che portò con sé tre ottime legioni composte dai veterani del padre. Con queste forze, Silla sbaragliò facilmente le legioni schierate ad attenderlo e risalì la penisola. Per l’82 a.C. il popolo elesse consoli Papirio Carbone e Gaio Mario (detto il Giovane), figlio dell’omonimo; Quinto Sertorio fu inviato in Spagna per effettuare nuovi reclutamenti. Si ricorse a misure straordinarie per accumulare le risorse necessarie a finanziare la guerra: venne anche sottratto l'oro e l'argento raccolto nei templi di Roma. L’esercito sillano sconfisse però quello consolare e i due consoli si asseragliarono in città fortificate: Mario a Praeneste (attuale Palestrina), Carbone a Chiusi. Silla, che inizialmente assediava Mario, decise di spostarsi verso Chiusi, allontanandosi così da Roma. Sopraggiungeva un esercito composto da 70.000 Sanniti e Lucani, decisi a dar manforte ai populares; saputo della manovra Silla, decisero di puntare direttamente contro Roma e si accamparono a Porta Collina (porta delle mura serviane, tra le attuali via XX Settembre e via Salandra). Ponzio Telesino, comandante sannita, arringò i suoi uomini dicendo che Roma stava per essere distrutta, i “raptores italicae libertatis” (predatori dell’italica libertà) stavano per essere annientati e, a tal fine, era necessario distruggere il "bosco" ove si rifugiavano i "lupi" romani. Ma Silla non intendeva lasciare Roma alla mercé di questi rivoltosi: capito il suo errore, fece fare marcia indietro al suo esercito e tornò verso l’Urbe a tappe forzate. Arrivò nel primo pomeriggio del 1° novembre 82, schierò le sue truppe presso il tempio di Venere Ericina (vicino all'odierna Porta Pia) e, benché fossero esauste, diede l’ordine di attaccare. L’ala destra del suo esercito, comandata da Crasso, dopo un duro scontro prevalse sui nemici e li mise in fuga, inseguendoli sino ad Antumnae (attuale Monte Antenne, all’estremità del parco di Villa Ada); sull’ala sinistra, invece, la situazione era critica: i Sanniti pressavano i Romani costringendoli ad arretrare. Per evitare la disfatta, Silla fece chiudere le porte della città, onde evitare che i suoi abbandonassero la battaglia; cavalcò poi in prima fila, rischiando anche di essere ucciso dalle lance dei nemici. Lo scontro durò tutta la notte ma, alle prime luci del 2 novembre, i Romani avevano vinto. Roma era salva. I populares erano stati sconfitti; Gaio Mario il Giovane si suicidò, Carbone fuggì. Silla assunse il cognomen Felix, che significa "fortunato perché benvoluto dagli dei". _________________ Lo scontro titanico fra populares e optimates, seppur foriero di tragedie, ha ispirato in quegli anni bellissime testimonianze monetarie; tuttavia non è sempre oggi facile distinguere a quale fazione inneggiassero i monetarî Uno dei consoli in carica nell’83 a.C. era Gaio Norbano, il cui cognomen attestava una provenienza da Norba (attuale Norma, vicino a Latina); un suo omonimo, verosimilmente suo figlio, il denario, RRC 357/1 che raffigura al dritto la testa di Venere e, al rovescio, quattro oggetti: l’acrostolio[1] (ossia la porzione anteriore delle grosse navi, quindi un simbolo di navigazione), il fascio littorio (simbolo dell’imperium), il caduceo (attributo di Mercurio, quindi simbolo dei viaggi e del commercio) e una spiga di grano. Si tratta della rievocazione di un’impresa compiuta dal console nell’88, quando - pretore in Sicilia durante il bellum sociale - organizzò una flotta per portare cibo a Reggio, assediata dagli insorti; ma è anche, come ha evidenziato Amisano, un’allusione agli elementi che alimentano il potere militare: il dominio sul mare, la politica e la capacità di approvvigionare le truppe. Altro bel denario (serrato) è RRC 362/1, firmato nell’82 da Gaius Mamilius Limetanus (forse figlio dell’omonimo, tribuno della plebe nel 109). Al dritto rappresenta Mercurio, con il caduceo sulle spalle; al rovescio Ulisse, travestito da vecchio mendicante, nel momento in cui viene riconosciuto dal suo anziano e fidato cane, Argo. Amisano ha osservato che non si può non vedere in Ulisse, raffigurato dopo che è sbarcato a Itaca e prima che uccida i Proci, un’analogia con la venuta di Silla in Italia per uccidere i traditori: un chiaro sostegno agli optimates. Ulteriore interessante emissione dell’82 è il denario RRC 363/1, firmato da L. CENSOR, forse padre omonimo del Lucius Marcius Censorinus che sarà console nel 39 a.C. Al dritto è raffigurato Apollo, al rovescio invece il satiro Marsia[2] davanti a una colonna sormontata da una statua della Vittoria[3]. Ancorché Crawford non concordi, il richiamo di Marsia sembra inneggiare alla libertà dei popoli italici[4] (anche grazie all’assonanza fra il suo nome e quello dei Marsi, popolazione che fu protagonista del bellum sociale) e, quindi, alla fazione dei populares. _________________ Silla fece uccidere molti suoi oppositori (fra cui Gratidiano); determinato a restaurare lo Stato aristocratico, riesumò una magistratura non più utilizzata da oltre un secolo, la dittatura, stravolgendone senso e funzione: si fece infatti nominare dittatore a tempo indeterminato (in origine, la dittatura aveva durata solo semestrale) con lo scopo dichiarato di rifondare la repubblica (rei publicae costituendae; la dittatura era invece nata per assicurare la conduzione di campagne militari). Attuò, quindi, una serie di riforme legislative tese a mettere il controllo del governo nelle mani del Senato e, parallelamente, togliere potere ai tribuni della plebe. Intuì il potenziale di Cesare (che negli ultimi anni, era stato molto vicino all’altro suo zio acquisito, Gaio Mario) e, per allontanarlo dai populares, gli ordinò di ripudiare la figlia di Cinna; Cesare tuttavia si rifiutò, sfidandone l’ira. Silla meditò allora di farlo uccidere; desistette per le pressioni di molti aristocratici, amici comuni, ma li avvertì che “Cesari multos Marios inesse”, “dentro Cesare ci sono molti Mario”. Fu un personaggio complesso: religioso ma dissacrante, tradizionalista ma innovatore, crudele ma rispettoso della legge, severo ma votato alla salvezza dello Stato anziché all’arricchimento personale. Era noto per la sua ironia: nominò Metello Pio pontifex maximus gettando il popolo nello sconforto, perché quegli era balbuziente e, quindi, durante i riti religiosi doveva ripetere per un numero estenuante di volte le preghiere (che, nella mentalità romana, necessitavano di essere pronunciate in modo esatto, per risultare efficaci). _________________ Nel frattempo Sertorio, che si trovava in Spagna, rifiutava di deporre le armi e raccolse attorno a sé non solo i populares in fuga da Roma, ma anche molte popolazioni iberiche; alla fine dell’82, si mosse contro di lui un esercito al comando del proconsole Annio Lusco che, prima di passare i Pirenei, si fermò a Massalia. A Massalia provenzale uno dei comandanti sillani, Gaio Valerio Flacco[5], emise un interessante denario, RRC 365/1. La moneta reca, al rovescio, la legenda C. VAL. FLA - IMPERAT - EX. S. 😄 non solo quindi il titolo di imperator, ma anche la precisazione che la coniazione avveniva (seppur fuori dal territorio nazionale) “ex senatus consulto”, su mandato del Senato. L’iconografia inneggia al successo militare: al dritto è infatti rappresentata la Vittoria, ma è la raffigurazione al rovescio a risultare particolare: un’aquila legionaria montata su asta con, ai lati, altri due stendardi militari: a sinistra quello degli hastati (come si desume da una piccola lettera H alla base delle insegne), a destra quello dei principes (con lettera P). Questa simbologia, che richiama l’immagine delle legioni in marcia (delle quali, da lontano, si dovevano appunto intravedere l’aquila e gli stendardi), introdotta qui per la prima volta, riscosse grande successo: sarà infatti ripetuta spesso, durante sia la repubblica sia l’impero. Lo scontro fra Lusco e Sertorio avvenne nell’81 a.C.; sconfitto, il generale ribelle dovette scappare in Africa. Quello stesso anno un poco noto monetiere, Aulo Postumio Albino, emise un denario serrato, RRC 372/2, che reca al dritto la personificazione dell’Hispania (identificata da una didascalia), al rovescio un magistrato in toga in piedi tra un’aquila legionaria e un fascio littorio: evidentemente egli voleva ricordare (in un momento in cui la Spagna era tornata “agli onori della cronaca”) che il suo antenato Lucio Postumio Albino, pretore nel 180 a.C., aveva combattuto con successo in quella stessa terra. La scena al rovescio è particolarmente interessante: per Crawford si tratta di una mera allusione al potere militare e politico (aquila e fascio), ma potrebbe invece rappresentare una leva (cioè, la chiamata dei cittadini per arruolarli), occasione durante la quale il magistrato cum imperium (e fornito, quindi, del fascio) si recava a Campo Marzio, vi piantava l’insegna legionaria e faceva chiamare e registrare le reclute. _________________ In Italia, Pompeo aveva dimostrato, malgrado la giovanissima età, grandi doti di coraggio, energia e abilità militare. Silla lo incaricò allora di cacciare i populares dalla Sicilia e dall’Africa, ove essi potevano affamare il popolo di Roma bloccando i rifornimenti di grano. Il giovane condottiero portò a termine celermente il suo compito: già alla fine dell’82 a.C. si impadronì della Sicilia, dove fece giustiziare Papirio Carbone; passò poi in Africa ove ottenne una serie di successi strepitosi vincendo sia i populares sia il re di Numidia, loro alleato. _________________ Per l’80 a.C. furono eletti consoli Metello Pio e Silla. Quest’ultimo fece coniare un aureo, RRC 381/1 che tradisce il suo carattere irriverente e sottilmente ironico: la moneta infatti raffigura al dritto la dea Roma, al rovescio una statua; non viola quindi il divieto di rappresentare persone in vita. Peccato che la statua sia, verosimilmente, quella che era stata collocata nel Foro, che a sua volta raffigurava … Silla stesso. Quello stesso anno Silla ordinò a Pompeo (che ancora stazionava in Africa) di congedare le sue legioni e tornare in Italia da privato cittadino; Pompeo riunì i soldati e finse che essi stessi non volessero abbandonarlo; anzi, lo acclamarono Magnus, come il grande Alessandro, e tale epiteto divenne il suo cognomen. Il giovane sbarcò allora in Italia con tutto l’esercito e chiese a Silla di concedergli il trionfo; quando quegli glielo negò, rispose sfrontatamente “sono più numerose le persone che adorano il sole al suo nascere di quelle che lo adorano al suo declinare”. Silla, sorpreso da tanta audacia, acconsentì, ma da allora non gli assegnò altri incarichi. Sempre nell’80 un liberto di Silla accusò ingiustamente di parricidio (uccisione del padre) un giovane, sicuro che nessuno ne avrebbe preso le difese in tribunale, temendo l’eventuale vendetta di Silla stesso; invece non solo un giovane avvocato (tale Marco Tullio di Arpino, che aveva ereditato il cognomen dispregiativo di “cece” da un suo parente con un’escrescenza sul naso) accettò di difenderlo, ma vinse anche la causa e, da allora, il suo cognomen - Cicero, in Latino - cominciò a essere famoso. Forse Silla capì, da questi episodî, che stava perdendo il controllo sull’aristocrazia; forse invece, da uomo di Stato, ritenne di aver esaurito il suo compito di rifondare la repubblica; fatto sta che nel 79 a.C., stupendo tutti, depose la dittatura e si ritirò a vita privata, accettando persino le ingiurie e le minacce dei cittadini che lo vedevano passare. Morì, di malattia, l’anno successivo. _________________ Metello Pio, terminato il consolato, nel 79 a.C. fu inviato da proconsole a governare l’Hispania. Contemporaneamente, tuttavia, le popolazioni autoctone convinsero Sertorio (che nel frattempo, in Africa, aveva riorganizzato e accresciuto il proprio esercito) a tornare, ammirandone le doti di statista saggio ed equilibrato. Abilissimo militare, in breve tempo Sertorio sconfisse le legioni e si impadronì del controllo dell’Hispania Ulterior, facendone una repubblica secessionista sotto il suo governo. Metello, anch’egli abile militare, capì che la strategia migliore da usare contro di lui consisteva nel logorarlo in una lunga guerra di attrito; si arroccò allora nell’Hispania Citerior, senza affrontare le truppe sertoriane in grosse battaglie campali. Per il 78 a.C. furono eletti consoli Quinto Lutazio Catulo (figlio dell’omonimo che aveva combattuto ai Campi Raudii), vicino agli optimates, e Marco Emilio Lepido, che in passato si era tenuto equidistante tra le due fazioni, ma dopo la morte di Silla si schierò con sempre maggior fervore a favore dei populares. All’epoca erano in corso i lavori di ricostruzione dell'antico tempio di Giove Ottimo Massimo, accidentalmente bruciato nell'83, che Silla aveva affidato proprio a Catulo, ordinandogli che fosse ricostruito ancora più maestoso. Nell’anno in cui Catulo fu console, allora, un ignoto monetario allora, Marco Volteio, volle nostalgicamente ricordare su una sua moneta (RRC 385/1 che al dritto reca il ritratto di Giove) il tempio com'era stato in origine: dorico, tetrastilo, con l’immagine di un fulmine sul frontone e i tre portoni che davano accesso alle statue della triade capitolina. Terminato il consolato, nel 77 a.C. Lepido si fece promotore in Etruria di una nuova ribellione contro Roma, aiutato da un suo accolito, Marco Giunio Bruto. Quest'ultimo vantava di discendere da Bruto, primo console della repubblica, ed era sposato con una donna bellissima, Servilia[6], che invece vantava di discendere da Ahala; avevano avuto un figlio, chiamato anch'egli Marco Giunio Bruto, che quindi poteva dirsi erede morale di entrambi quei grandi eroi del passato. In realtà Servilia era anche amante di un altro uomo, il quale quindi si domandava se il giovane Bruto potesse essere figlio suo: Gaio Giulio Cesare. Il Senato, intimorito dalla sedizione di Lepido e Bruto, incaricò Pompeo (benché, all'epoca, privato cittadino) di difendere Roma. Il giovane comandante accorse, sconfisse e uccise sia Lepido sia Bruto; dopo di ciò pretese però, e ottenne, l'onore di essere inviato a schiacciare anche la ribellione di Sertorio. Fu così che alla fine del 77 Pompeo Magno, forte di un esercito di 30.000 uomini, partì alla volta dell'Hispania. Sertorio si rivelò, tuttavia, un compito troppo grande per il giovane e avventato condottiero: lo sconfisse pesantemente due volte. Nella seconda battaglia, nel 76 a.C., Pompeo fu salvato solo dal tempestivo intervento delle legioni di Metello: da allora in poi si adeguò alla sua strategia attendista e rimase con lui, nella penisola iberica, a combattere una guerra di logoramento. Malgrado questi insuccessi militari, o forse proprio per risvegliare l’orgoglio guerriero dei Romani, il questore Gneo Lentulo (forse, lo stesso che sarà console nel 56 a.C.), 76-75 a.C. celebrò la gloria e la potenza di Roma su un altro bel denario, RRC 393/1. La moneta infatti al dritto rappresenta il Genio del Popolo Romano (individuato dalla didascalia G.P.R), personificazione dello spirito fiero, risoluto e indomito degli abitanti dell'Urbe, mentre al rovescio inneggia al dominio che Roma deve esercitare sul mondo intero, attraverso rappresentato da uno scettro (dominio sulla terra) e un timone (dominio sul mare) attorno a un globo. Anche questa è un’emissione imperatoriale ma autorizzata dal Senato, come attesta la legenda EX S.C. La realtà era però molto diversa da quella auspicata da Lentulo: il controllo militare di Roma si andava disgregando. Mentre Sertorio continuava a governare indisturbato l’occidente, i pirati infestavano i mari e nel 75 a.C. rapirono lo stesso Cesare[7]. Nel 74 Mitridate, raccolto un esercito imponente, mosse di nuovo guerra alla repubblica, conquistando l’oriente (vd. pag. 68). Infine, nel 73 un gladiatore, ex soldato di Roma, soprannominato Spartaco (si ignora il suo vero nome), causò una ribellione generalizzata degli schiavi in Italia e seminò morte e distruzione per tutta la penisola, sconfiggendo i numerosi eserciti mandati contro di lui. Il mondo romano sembrò a un passo dall'implodere: Sertorio tentò di coalizzare le minacce, cercando di stipulare un’alleanza con Mitridate e con i pirati e meditando di trovare un'intesa anche con Spartaco. Poi, finalmente, la fortuna tornò benevola. Nel 72 a.C. Sertorio fu tradito e ucciso da uno dei suoi collaboratori, esasperati dalla lunga guerra di attrito; persa la sua carismatica guida, gli eserciti ispanici furono sbaragliati da quelli romani. Spartaco tentò di impossessarsi della Sicilia, accordandosi con i pirati per traghettare il suo esercito, ma il perfido governatore dell’isola, il propretore Gaio Licinio Verre, convinse i pirati stessi a tradirlo. Braccato attraverso la penisola dall'esercito di Crasso, cui il Senato aveva affidato il compito di soffocare la rivolta, fu infine definitivamente sconfitto nel 71, probabilmente in Campania. Gli ultimi schiavi ribelli, fuggiti verso nord, furono raggiunti e sconfitti da Pompeo, che tornava vittorioso dall'Hispania. Restava in corso la guerra contro Mitridate. _________________ Silla fece emettere gli ultimi bronzi “regolari” della repubblica, gli assi RRC 368/1, datati 82 a.C.: negli anni successivi, a causa del caos delle guerre civili, la coniazione delle monete di bronzo verrà interrotta per oltre 40 anni, riprenderà poi saltuariamente e tornerà normale solo con Augusto. Esistono però alcuni minuscoli assi di peso bassissimo (tra 2 e 6 grammi); mentre alcuni sono di fattura chiaramente imitativa, gli altri appaiono di stile chiaramente ufficiale. Il primo gruppo rientra nella cosiddetta “pseudo-monetazione pompeiana”[8], fenomeno sviluppatosi in Lazio e Campania per sopperire alla mancanza di “spiccioli”. Il secondo gruppo è invece un’emissione governativa ufficiale, ma è difficile spiegarne il peso così basso. La maggior parte degli studiosi ritiene che si tratti di emissioni fatte alla fine del III secolo in area magnogreca (Luceria per Crawford, che le classifica RRC 97/28 e 99/10, Canusium - odierna Canosa - per McCabe) dove la popolazione era disponibile, per tradizione, ad accettare monete fiduciarie[9]. La Notte suggerisce invece che ci sia stata, nel corso del I secolo a.C., anche una “riduzione quartonciale” (con un peso medio teorico per l’asse di 6 scrupoli, pari a circa 6,8 g, e pesi reali ulteriormente ridotti): questa ipotesi sembra più lineare e trova conferme in ambito provinciale (ove furono emessi assi di 2-5 g, come quello raffigurato a pag. 60). È possibile, quindi, che queste monetine siano gli assi emessi nel periodo in esame. NOTE [1] Su un’altra versione del medesimo denario, l’acrostolio manca. [2] Secondo la leggenda, Marsia fu fatto uccidere da Apollo, geloso del fatto che la sua musica fosse apprezzata più di quella del dio. [3] Dovrebbe trattarsi di un riferimento al porto di Ostia (che secondo la tradizione fu fondato da Ancus Marcius, mitico progenitore della gens Marcia), ove era appunto presente una colonna di questo tipo. [4] Marsia era figlio di Liber, dio della libertà presso molte popolazioni italiche, e pertanto diverse città dell’Italia ne esponevano la statua quale simbolo di libertà e di giustizia (quella di Roma era nel Foro). [5] Fratello di Lucio (sostituto di Mario nel consolato dell’86 a.C.) aveva governato le province dell’Hispania Citerior e Ulterior (dal 92 all’87) e della Gallia Cisalpina e Narbonese (forse contemporaneamente), ove era stato acclamato imperator. [6] Figlia di una sorella di Marco Livio Druso e sorella di una moglie di Lucullo. [7] L’episodio è famoso: Cesare sollecitò i pirati a chiedere un riscatto molto alto, chiarendo che lui era un personaggio importante, ma li minacciò anche che sarebbe tornato a trucidarli. Il riscatto fu pagato, Cesare fu liberato, e tornò a trucidarli. [8] Così chiamate perché molte sono state rinvenute a Pompei, ma il fenomeno era molto più vasto. Queste monete sono state catalogate da Stannard Provisional catalogue of Pompeian pseudo-mint del 2010. [9] Si dicono “fiduciarie” le monete (come le attuali) il cui valore è fissato in modo autoritativo dallo Stato, e non corrisponde minimamente a quello - molto inferiore - del materiale che le compone (metallo o addirittura, oggi giorno, carta). ILLUSTRAZIONI Resti delle mura serviane a via Salandra a Roma. La battaglia di Porta Collina fu combattuta qui vicino. 83 a.C., denario RRC 357/1
  4. Di recente apparizione sul noto sito, questo bel falso d'epoca ottenuto per coniazione di un Tornesi 10 del 1825 di Francesco I . Molto rari i falsi d'epoca coniati di questa tipologia, questo personalmente è il primo che mi capita di vedere...ne conosco un esemplare ottenuto per fusione...molto ben realizzato, in Collezione dell'Amico @ferdinandoII. Peso molto calante dovuto a tondello sottile, taglio liscio.
  5. Buona sera, un aiuto per classificare correttamente la seguente monetina: Mm. 14 e 1,47 grammi. Grazie infinite per eventuali risposte.
  6. Buonasera, io la terrei. Saluti Alberto
  7. Alan Sinclair

    Monete rubate

    @Gordonacci, purtroppo anche a me un paio di mesi fa, sono sparite una raccomandata ed una assicurata. Se ne discusse molto brevemente anche qui nel Forum. Il fatto è che quando ti tocca personalmente, allora ci si pensa su come difendersi da queste situazioni. Fatto denuncia, risolto zero.
  8. Alan Sinclair

    Addio a Bolaffi

    Un nome importante, R.I.P. condoglianze.
  9. Roberto1907

    Monaco 2025

    Esattamente, però oggi è magicamente arrivata, lanciata in giardino senza neanche citofonare.
  10. Luca1984

    SANMARINO 2026

    Che poi io non sono un amante delle Proof in generale ma ammetto che alcune( Monaco ad esempio) son meravigliose. Ma a me questa reverse proof fa veramente schifo . La proof normale no , ma la reverse mi pare una monetina finta. Stile quelle buffonate ridipinte che poi , a essere fiscali, sarebbero anche fuorilegge perché manomesse. Anche se le fa la zecca, ma questo sarebbe un discorso lunghissimo. Mi pare troppo marcata, al limite del pacchiano la versione reverse proof. A voi piacciono a tutti ragazzi?
  11. Tutto è bene ciò che finisce bene.🍻
  12. macs

    Vaticano 2025

    Esattamente!
  13. Ale75

    Ae 2 ?

    Prego figurati 🙂
  14. Pino 66

    Ae 2 ?

    Catalogata come Ric. 123 Lione per Magnenzio. Grazie @Ale75
  15. macs

    Curiosità nella lingua italiana: aforismi, battute, aneddoti, ecc.

    Ma ci vuole parecchio allenamento! Io, dopo decenni di utilizzo della tastiera, utilizzo solo 3, a volte 4, dita ma sono sufficientemente veloce...sicuramente meno di chi le utilizza tutte, però.
  16. Luca1984

    Vaticano 2025

    E’ per questo che secondo me la rivoluzione era necessaria. Quantomeno i morti da 10 anni(voglio sperare) non avranno piu’ assegnazioni. Non era per togliere una sorta di “giusta prelazione” ai vecchi iscritti. Purche’ non sia prelazione per speculazione. Se in toto o quantomeno in parte aggiusteranno questo gia’ sarebbe tanto. Probabilmente piu’ di questo e’ pure difficile/impossibile fare. Tanto piu’ nel 2025 con (volendo) mille modi per creare altri account. Ma quantomeno ci impazziranno per farlo(almeno mi auguro). Prima era facile come rubare le caramelle a un bambino. Io capisco eh, nel senso che io ragiono da appassionato e da amante del mondo numismatico. A me piacerebbe tutti avessimo cio’ che vogliamo al prezzo giusto. Tutti noi veri collezionisti e non speculatori. Ovviamente capisco anche il punto di vista dei rivenditori. Ma vorrei si arrivasse a un ounto, e non si superasse. Un punto dove entrambe le parti fossero “contente” E’ un’ utopia lo so e me ne rendo conto.
  17. Oggi
  18. Simone¹⁸⁰⁸

    Denaro Carlo I d'Angiò

    Ragazzi se qualcuno riesce ad aiutare lo ringrazio molto!
  19. macs

    Vaticano 2025

    Semplice, 1 solo pezzo a testa. Se parliamo di collezionisti, che senso ha l'acquisto di doppioni? E' anche per questo che hanno rivoluzionato il sistema, privati con assegnazioni multiple senz'altro alimentano la speculazione. Si potrebbe obiettare che "una la tengo e una la regalo" ma sarebbe facilmente risolvibile tramite una seconda registrazione a nome di altra persona "avente diritto" (come suppongo che più di qualcuno abbia fatto). Ma dove sta scritto che il 24 cominceranno le vendite? Forse quello sarà solamente il giorno in cui sarà online il nuovo sito ma le vendite vere e proprie potrebbero effettivamente iniziare dopo qualche giorno/settimana....mese 🤷‍♂️ consentendoci, nel frattempo, di familiarizzare con le emissioni.
  20. Rimane sempre il discorso : e se riservano le vendite ai soli commercianti? Pensa a quanto le potrebbero girare a noi se ora senza reverse le divisionali ci costao170 € per chi non abita a san Marino
  21. Gapox

    Affrancature d'emergenza?

    La data è giusta e direi autentica perché archiviata pochi giorni dopo da un'ente...il mio dubbio era se usata in emergenza perché non avevano francobolli visto essere cartolina in posta aerea. Più di così non riesco per questioni di privacy ma dovrebbe bastare...non ha sovrastampe
  22. Salve, segnalo : Michael VIII between Nicaea and Constantinople – His Coinage Alberto D’Andrea, Andrea Torno Ginnasi Pur trattando un argomento abbastanza noto e studiato quale la monetazione di Michele VIII, il libro presenta alcune novità in quanto propone nuove tesi e teorie per la catalogazione delle prime monete emesse appena salito al potere, quando ancora regnava sull’Impero di Nicea. Grazie infatti alle monete appare di recente sul mercato, è stato possibile ricostruire la fase iniziale del suo lungo regno. 100 pagine a colori, formato foglio A4 € 35,00
  23. Hello , Just to clarify . As I mentioned it , this object was found near a Roman site and not in the protected area itself . Searching with a metaldetector is permitted in The Netherlands to a depth of 30 cm , provited you have permission of the landowner. Searching on a area designated as archaeological sites is prohibeted.This find does not fall under that category regarding the find spot. Regards , Ajax . ( member of the Archaeological Group of Heemkundekring Bergh . Numismatic expert : BVW - Forum )
  24. macs

    Monaco 2025

    BRT, giusto?
  25. modulo_largo

    Denario Vitellio

    Ah perfetto allora, con pazienza a quella cifra un denario migliore lo trovi
  26. Lorenzo999Lorenzo

    Denario Vitellio

    Grazie mille, ad ogni modo conosco bene il meccanismo delle aste, sono un offerente... abituale
  27. Rocco68

    Monete d’oro di ogni epoca e tipologia

    Eccola con la 1768 e 1769
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