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Prego: chi volesse può farlo tranquillamente contattandoli via email, che trovate nel link su contatti...
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Vaticano 2025
Romolo75 ha risposto a un topic di intermundia inviato in Euro Monete da collezione Italiane e delle altre Zecche Europee.
Hanno messo l'immagine della divisionale 2025 con il link al negozio sulla home page......... poi vai al negozio e non c'è nulla...... a questo punto penso che siano proprio improvvisati e senza speranza -
Ondehroad si è registrato sul forum -
A proposito di annulli pubblicitari
PostOffice ha risposto a un topic di AngeloCF inviato in Filatelia e Storia Postale
Benché tutti molto belli e non comuni questo annullo della Rinascente del 1924 e' particolare e sicuramente piu' raro degli altri, mi ha colpito per il termine "Bonetteria", pensavo ad un errore ma invece sembrerebbero essere calzature e prodotti attinenti. Non dimentichiamo poi che il nome "Rinascente" fu dato da Gabriele D'Annunzio ai suddetti grandi magazzini. -
Avrelivs ha iniziato a seguire Medioevale con corona
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Medioevale con corona
Avrelivs ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Buongiorno a tutti. Chiedo il vostro aiuto per identificare questo pezzo: Materiale: mistura Peso: 0.28g Diametro: 15mm Da un lato leggo: [CROCE] IOhA .... Vedo una corona entro cerchio perlinato Dall'altro lato, in legenda vedo solo una A. Al centro una croce entro un cerchio Grazie mille a chi mi potrà dare una mano a risolvere l'enigma. A presto -
Mezzo tornese 1849
sulinus ha risposto a un topic di sulinus inviato in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia
Ciao, nemmeno io li seguivo prima,ma sai l'appetito vien mangiando 😁 Ciao e grazie, no non è frattura e non è cancro del bronzo,almeno ho provato e non sfarina -
1/12 scudo (5 sol) di Luigi XIV?
Carlo. ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Buongiorno, chiedo aiuto per confermare o meno l'identificazione di questa moneta, che mi sembra essere un dodicesimo di scudo (5 sol) di Luigi XIV tosato, vista la dimensione di 15 mm invece di 19-20 mm e il peso di 1,63 grammi. dal catalogo del forum, penso potrebbe essere uno tra i primi due dell'elenco o il quinto. https://numismatica-francese.collectorsonline.org/cat/FR-112S grazie a chi vorrà contribuire Carlo. -
Nuovissimo e-shop della Zecca di Cipro
pandino ha risposto a un topic di mauro53 inviato in Altre discussioni relative alle monete in Euro
Leggere il thread ch ti ha linkato, ed eventualmente porre lì le tue domande no? -
Francobolli da identificare
PostOffice ha risposto a un topic di AngeloCF inviato in Filatelia e Storia Postale
Il primo in alto 1 scellino verde nell' immagine l' uccello lira, è un Francobollo emesso dagli anni 30 agli anni 40 e 60 del novecento, si differenziano dalla dentellatura e filigrana. Hanno diverse varianti sono emissioni da studiare che potrebbero dare soddisfazioni. Stesso discorso vale per il 6 dime kookaburra e il 4 dime verde koala e il 1/2 dime Orange canguro. Il Francobollo da 5e1/2 dime blu ardesia con l' emu nell' immagine e' dell' emissione del 1942 fino al 1968. Su i due lati i quattro fiori che si vedono sono le orchidee dette "the Great Sun orchid" e sono le prime orchidee a comparire su dei francobolli australiani. Tutti appartengono a quelle belle emissioni australiane che partono dagli anni 30 sino agli anni 60, piene di varianti e sorprese, vanno studiate e controllate con attenzione filigrane, dentellature e immagini. Sono considerati Francobolli classici australiani. Complimenti per averli conservati da quando eri piccolo. -
Martedì 25/11/2025 alle ore 20:45 - Al CCNM Milano: Conferenza di Andrea Costantini "Le oselle del doge Francesco Morosini il Peloponnesiaco"
Parpajola ha risposto a un topic di Parpajola inviato in Segnalazione mostre, convegni, incontri e altro
Altre immagini della serata Volevamo ringraziare Andrea Costantini per la sua disponibilità e bravura nell'esporre i concetti non solo numismatici ma anche storici di questo valoroso condottiero. Un ringraziamento anche a tutte le persone che in questo anno ci hanno seguito, in presenza o da remoto, con interesse le nostre conferenze...ci impegneremo per il prossimo anno con un calendario di conferenze sempre di ottimo livello coinvolgendo relatori accademici ed amanti della numismatica. -
Eruzione del Vesuvio del 79 d.C., si ritorna all’ipotesi 24 agosto: «Plinio il Giovane non sbagliò»
marco1972 ha aggiunto un nuovo link in Rassegna Stampa
di Gimmo Cuomo Gli archeologi riuniti a Pompei perplessi sullo spostamento a ottobre Una simulazione dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Alla fine sembra che Plinio il Giovane avesse ragione. Pompei fu sepolta dalla cenere e dai lapilli eruttati dal Vesuvio il 24 agosto del 79 dopo Cristo. A questa conclusione, con qualche non irrilevante distinguo, sono giunti gli archeologi e i ricercatori che hanno animato il convegno internazionale sulla datazione dell’eruzione del vulcano, organizzato dall’Archeoclub d’Italia e dal Parco archeologico di Pompei. Due giorni di confronto su una questione che sembrava ormai superata dopo il ritrovamento, nel 2018, all’interno del sito archeologico, di una iscrizione effettuata con il carboncino sulla parete di una domus . L’anonimo pompeiano aveva fissato sul muro la data del 17 ottobre. Più in particolare scrisse: «Il sedicesimo giorno prima delle calende di novembre egli si diede al cibo senza misura». Anche se l’anno non era specificato, si disse che, per sua natura, l’iscrizione non avrebbe resistito nel tempo, per cui si desunse che era stata effettuata proprio nel 79 dopo Cristo, quindi pochi giorni prima dell’evento catastrofico. Tanto bastò per spostare la data dell’eruzione dal 24 agosto, indicata nella celebre lettera di Plinio allo storico Tacito, al 24 ottobre. Secondo questa tesi l’errore non sarebbe stato commesso dal magistrato e scrittore romano, che ha rievocato la morte dello zio Plinio il Vecchio durante il cataclisma, quanto da un copista medioevale che avrebbe riportato per errore una data sbagliata. La teoria dell’eruzione in autunno fu sostenuta dall’allora direttore del Parco archeologico Massimo Osanna e trovò condivisioni all’interno della comunità scientifica anche in considerazione di alcune prove archeologiche consistenti nel rinvenimento nel sito di frutti di stagione come le mele granate, di tracce di mosto all’interno delle anfore, di bracieri. L'iscrizione trovata a Pompei che aveva fatto ipotizzare il cambio di data dell'eruzione Nel convegno si è sostenuto da più parti la necessità di arrivare a una soluzione più meditata. Tra i più convinti sostenitori della data del 24 agosto, l’archeologa Helga Di Giuseppe. «L’eruzione — ha spiegato — era d’autunno per quei tempi, questo è certo, era il 24 agosto. «L'eruzione era d'autunno, questo è certo - ha spiegato - ed era il 24 agosto». Una data ritenuta autunnale per quei tempi. «Come ci ha raccontato Plinio il Giovane - prosegue - nella lettera a Tacito inviata poco meno di 30 anni dopo la catastrofe. È davvero difficile pensare che Plinio si sia sbagliato». Per la studiosa sarebbero da scartare gli indizi che porterebbero alla data del 24 ottobre. E cioè, «la moneta mal letta, l’iscrizione a carboncino che non indica l’eruzione in quanto priva di elementi datanti e durevole nel tempo (poteva essere stata scritta anni prima come un esperimento effettuato dal parco ha dimostrato). Le due circostanze di tempo sarebbero, insomma, compatibili. Duemila anni fa, la fine di agosto era considerata autunno a tutti gli effetti. Del resto, il direttore del Parco Gabriel Zuchtrigel è stato molto chiaro a riguardo. «La data dell’eruzione di Pompei — ha ricordato all’inizio del convegno — non è secondaria ed è importante anche come un fatto di memoria, come oggi noi ricordiamo le date sia di tragedie, di stragi, sia di momenti gioiosi, di liberazione, di unità. Così dobbiamo anche considerare il mondo antico, dal quale abbiamo relativamente poche date, ma quelle che abbiamo le dobbiamo studiare e analizzare bene perché sono un fatto appunto di memoria collettiva. Innanzitutto, bisogna chiarirsi sulle premesse di un dibattito e credo che è un po’ come le regole del gioco. Prima di giocare e vedere chi la vince bisogna stabilire secondo quali regole noi stiamo giocando e le regole sicuramente dovrebbero essere che abbiamo una tradizione abbastanza univoca e chiara, coerente, che è quella degli autori antichi che parlano del 24 agosto ma anche dell’autunno che per i romani iniziava già intorno all’8-10 agosto. Quindi è un dato coerente, non c’è una contraddizione. Ora potrebbe sempre essere una data sbagliata però bisognerebbe avere degli argomenti molto forti per spostarla». Questione risolta dunque? Per nulla, ancora apertissima. Eruzione del Vesuvio del 79 d.C., si ritorna all’ipotesi 24 agosto: «Plinio il Giovane non sbagliò» | Corriere.it - Oggi
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Parthicus
L. Licinio Lucullo ha risposto a un topic di L. Licinio Lucullo inviato in Monete Romane Repubblicane
Queste vicende sono ancora più strabilianti, se si tiene conto della storia personale di Ventidio. Originario di Ausculum (Ascoli Piceno), Figlio di un comandante italico del bellum sociale, alla morte del padre fu fatto prigioniero a portato Roma dove, in tenerissima età (forse aveva solo un anno), fu fatto sfliare in braccio alla madre come preda bellica durante il trionfo di Pompeo Strabone. Restò quindi nell’Urbe, dove crebbe in una situazione di estrema indigenza, lavorando duramente per guadagnarsi da vivere. Sappiamo da Cicerone che faceva l’umilissimo mestiere del mulattiere. Siccome, da mulattiere appunto, fu incaricato di portare approvvigionamenti all’esercito, venne notato da Giulio Cesare, che aveva un particolare acume nell’individuare le persone capaci e decise di affidargli compiti di combattimento, avendo apprezzato l’operosità e la determinazione. Partecipò così al bellum Gallicum come tribuno militare e in Gallia conobbe un altro disperato di cui Cesare aveva intuito e valorizzato le doti militari, Marco Antonio; i due impararono ad apprezzarsi. Tornato a Roma potè, grazie al suo curriculum militare, proporsi al popolo che lo elesse tribuno della plebe. Nel 44 a.C., quando fu ucciso Cesare, era pretore; nel 43 a.C. Antonio lo fece nominare consul suffectus al posto di Quinto Pedio, morto prematuramente. Sappiamo da Aulo Gellio che il popolo commentò “È avvenuto un prodigio incredibile e recente: colui che accudiva i muli è stato nominato console”. Da poverissimo figlio di un nemico, era giunto al consolato; da ornamento del trionfo altrui, era giunto a celebrare il proprio trionfo. -
Orodicarta ha iniziato a seguire botticelli
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Buon giorno, secondo me è uno SPL. Oltre allo strappetto già segnalato, ci sono alcune pieghe verticali e mi pare che le due centrali abbiano segnato un po' il disegno al fronte, in corrispondenza della firma del cassiere e della B di Banca d'Italia. Un bel biglietto, con una bella carta che non ha perso la sua consistenza, come si può vedere dai rilievi della filigrana, ma purtroppo non privo di difetti minori.
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Non e' il caso di comunicarlo alla casa d'aste?
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Piccola curiosità
PostOffice ha risposto a un topic di dareios it inviato in Filatelia e Storia Postale
Il 16.3.25 come da tabella tariffaria il costo aumenta da 30c a 40c, (sei giorni dopo la tua cartolina postale del 10.3.25), infatti nella cartolina postale del 21.4.25 abbiamo un'integrazione del 10c rosso Leoni all' affrancatura. Le tariffe postali negli anni 1924-25 appartengono ad un periodo tempestoso. Furono gli anni in cui l’inflazione toccò uno dei suoi massimi, e, anche per spedire una lettera, il costo aumentò sino ad una cifra che fu poi raggiunta di nuovo solo alla fine del 1943. L’anno esaminato si divide in due periodi tariffari. Nel primo, dal 1 gennaio 1924 al 15 marzo 1925 (ma tutte le tariffe ricordate erano già in vigore dal 1 gennaio 1923), spedire una lettera costava 50c a porto e con 1 lira si poteva richiedere anche il diritto di raccomandazione. L’espresso scontava 60c (oltre, ovviamente, ai 50c della lettera semplice). Costo dimezzato, ma non per i diritti accessori, per le lettere all’interno del distretto (per intenderci, città per città… e immediati dintorni). Stampe e cartoline con sola firma pagavano 10c , aumentati a 15c per le cartoline in distretto o con cinque parole (anni in cui i postelegrafonici dovevano contare le parole, oggi non si mettono neanche più gli annulli ! ). Con 20c s’inviava un biglietto da visita, mentre, con 25c si poteva spedire una fattura o si scriveva ad un militare e con 30c infine, si poteva scrivere quanto si voleva su una cartolina e farla recapitare in tutta l’Italia. -
Nuovissimo e-shop della Zecca di Cipro
francus ha risposto a un topic di mauro53 inviato in Altre discussioni relative alle monete in Euro
Grazie, si sa quando si dovrebbe effettuare questo cambio? E anche le caratteristiche delle nuove banconote sono note (ad esempio: carta tradizionale o polimero?) Immagino che per un certo periodo le banconote coesisteranno. Si prevede che si debba andarle a cambiare in banca o le ritireranno man mano dalla circolazione? -
Parthicus
L. Licinio Lucullo ha risposto a un topic di L. Licinio Lucullo inviato in Monete Romane Repubblicane
Nel 40 a.C. i Parti, approfittando della debolezza di Roma, dissanguata dalle guerre civili e lacerata dalle divisioni conseguenti alla morte di Cesare, invasero le province orientali e dilagarono attraverso la penisola anatolica sino al mare Egeo. Li guidava un traditore, Quinto Labieno, figlio di quel Tito Labieno che, sebbene descritto da Plutarco come “amico tra i più intimi e luogotenente di Cesare, che aveva lottato al suo fianco con grande coraggio durante tutte le guerre in Gallia”, aveva abbandonato il suo comandante per schierarsi prima con Pompeo Magno, poi i suoi figli. Quinto Labieno aveva anche guadagnato alla causa partica le truppe lasciate a presidio della Siria, consentendo così anche l’occupazione di quella provincia. I Parti gli avevano affidato il comando del proprio esercito, ossia quella stessa cavalleria che solo tre anni prima aveva annientato le legioni di Crasso nella devastante battaglia di Carre; per questo, quando emise un proprio denario fece apporre al dritto il suo ritratto, al rovescio un cavallo partico con arco e faretra appesi alla sella. Ciò che colpisce di questa moneta è la legenda, ove egli si definiva PARTHICVS: questi cognomina infatti venivano assegnati a chi debellava un nemico (come nei casi di “Africano”, “Emiliano”, “Asiageno”, “Turino”), non certo a chi si vendeva a lui. Non solo Labieno era un traditore, non solo si vantava di essere un traditore, ma derideva la tradizione guerriera dell’Urbe. Nel 39 a.C. sbarcò nella provincia d’Asia Publio Ventidio Basso, generale incaricato da Marco Antonio di ricacciare i Parti fuori dai confini dei territori romani, con 11 legioni di veterani. Per finanziare la sua campagna militare egli emise allora l’altro dei denari illustrati, che reca al dritto il ritratto di Antonio stesso, al rovescio l’immagine di Giove stante con lo scettro in mano e la propria firma, P.VENTIDI PONT.IMP. Ventidio venne a contato con l’esercito nemico in Cilicia, presso il Monte Tauro (una delle cime della catena che porta lo stesso nome), e lo sconfisse duramente, uccidendo il traditore Quinto Labieno. La sua cavalleria, mandata poi in avanscoperta, si imbatté in un altro contingente partico ai confini della Siria, presso il Monte Amano (attuali Monti Nur, ai confini tra Turchia e Siria); stava per essere sopraffatta, quando sopraggiunse Ventidio stesso con le legioni infliggendo ai Parti una nuova, cocente sconfitta. I Parti si ritirarono allora dalla Siria, ove Ventidio fece acquartierare le sue truppe per trascorrere l’ormai incipiente inverno. Nella primavera del 38 a.C. Pacoro, re dei Parti, decise di reagire duramente contro Ventidio. Predispose un contingente molto numeroso dei temutissimi arcieri a cavallo, gli stessi che nel 53 a.C. avevano fatto strage delle legioni di Crasso, e degli altrettanto feroci catafratti, reparti di cavalleria corazzata capaci di travolgere e scompaginare le fila della fanteria, e ne assunse personalmente il comando. Partì dal suo regno in primavera; Ventidio, informato dalle sue spie degli spostamenti di truppe nemiche e necessitato a riunire le sue legioni (sparse nei diversi accampamenti invernali) prima di poterle affrontare, riuscì, con un’efficace attività di controinformazione, a far pervenire a Pacoro false indicazioni di un’incipiente imboscata romana, convincendolo a intraprendere un percorso più lungo del necessario. I Parti raggiunsero così i Romani solo il 9 giugno, anniversario della battaglia di Carre, e li trovarono trincerati dietro le proprie fortificazioni sulle pendici del Monte Gindaro (nell’attuale Siria settentrionale), paralizzati dalla paura. Decisero quindi di attaccarli e gli arcieri a cavallo si gettarono contro di loro, seppure in salita; avrebbero rinovellato le epiche gesta compiute 15 anni prima. Era una trappola. Al momento opportuno le porte degli accampamenti romani si aprirono e i legionari eruppero correndo - in discesa - contro la cavalleria nemica, armi in pugno. La manovra riuscì alla perfezione; presi alla sprovvista, i cavalieri non ebbero il tempo di colpirli, né di manovrare in ritirata; presi da panico si sbandarono, ostacolandosi a vicenda, galoppando gli uni contro gli altri. Molti non sopravvissero ai gladi dei Romani e agli zoccoli dei commilitoni, gli altri tornarono verso la posizione del loro re. Nella loro travolgente marcia, le legioni raggiunsero così il nerbo dell’esercito partico dove i catafratti, che erano rimasti in attesa alla base del pendio (non potevano caricare in salita, con il peso delle loro corazze), si strinsero in una formidabile formazione difensiva con al centro il re e la guardia reale: un muro di metallo, contro cui i legionari si sarebbero sicuramente schiantati. Ma i legionari non li raggiunsero. Si fermarono e li circondarono, fuori dalla portata degli archi dei pochi arcieri rimasti, A questo punto, dagli accampamenti romani sovrastanti cominciarono a volare le pietre e le glandae plumbae (“ghiande di piombo”) scagliate dai frombolieri greci e cretesi che Ventidio aveva arruolato e portato seco proprio attendendo quell’occasione. Velocissimi, i proiettili cominciarono a tempestare cavalli e cavalieri, ancor più efficaci in quanto arrivavano da postazioni sopraelevate, ferendo gli animali e disarcionando gli uomini; circondati dalle legioni, i Parti non sapevano come reagire. Quando fu il momento, la pioggia di pietra e metallo si interruppe all’improvviso e le legioni, levato un alto grido, si gettarono da tutti i lati contro le fila dei Parti, ormai miseramente scompaginate e composte per lo più da cavalieri appiedati, impacciati nei movimenti. L’attacco romano mirò direttamente contro la guardia reale; malgrado la sua accanita resistenza alla fine essa dovette soccombere e, quando un centurione levò alta la testa del re morto, le poche sacche di resistenza partica si sbandarono definitivamente. Chi aveva ancora un cavallo fuggì nella direzione del ponte sull’Eufrate, deciso a tornare in patria; ma le soprese di Ventidio non erano ancora finite: la cavalleria romana era stata tenuta in attesa proprio in previsione di una fuga in quella direzione e sbarrò la strada ai Parti, impedendo loro di guadagnare la salvezza. Nello stesso giorno in cui i Parti avevano sconfitto le legioni di Crasso uccidendo il triumviro, i Romani avevano debellato i cavalieri di Pacoro uccidendo il re. Ventidio, tornato a Roma, il 27 novembre del 38 a.C. celebrò il trionfo. Come disse Plutarco, “Ventidio è l'unico generale romano che ad oggi abbia celebrato un trionfo sui Parti”. Lui, se lo avesse voluto, avrebbe potuto fregiarsi del cognomen Parthicus, che Labieno aveva infangato. -
40 a.C., denario RRC 524/2 39 a.C., denario RRC 531/1. Queste due monete, oggi rarissime, nono solo ricordano i protagonisti di una stessa vicenda, ma raccontano anche due modi differenti, due poli opposti di interpretare l’ “essere Romano” alla fine della Repubblica, mentre le guerre civili laceravano la Repubblica.
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6 kreuzer 1684 Leopoldo I
Carlo. ha risposto a un topic di Carlo. inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
i ponderali sembrerebbero anche corretti, 2,97 grammi per 25 mm. ho dota una primissima pulita alla moneta e sembrerebbe, nella piegatura al verso, emergere dell'argento. -
A proposito di annulli pubblicitari
PostOffice ha risposto a un topic di AngeloCF inviato in Filatelia e Storia Postale
Certo, .. sarebbe una collezione tematica eccezionalmente bella. Gli annulli nitidi sono ovviamente più interessanti, ma vorrei puntualizzare che anche gli annulli meno nitidi ma leggibili e visibili non sono da tralasciare. Questo e' ancora oggi un collezionismo di nicchia ma ho buone speranze per il futuro. Ricordo che le targhette sono veramente molte, gli unici cataloghi che le elencano sono l'Ornaghi e il Bartolomasi per l' Italia, sono cataloghi non piu' editi quasi introvabili, l' ultima edizione dell' Ornaghi è del 1974 credo, e del Bartolomasi meta' anni sessanta, quindi anche i valori di catalogo sono obsoleti, esistono poi delle pubblicazioni dell'A.N.C.A.I Associazione Nazionale Collezionisti Annullamenti Italiani, ma sono solo per i soci. Quando un collezionismo è di nicchia diventa difficile anche trovare testi di riferimento attuali, ecco perché quando si trovano i cataloghi vanno acquistati.. anche se vecchi danno comunque un riferimento sulla rarità.. poi il valore con un pochino di esperienza viene contestualizzato al presente. -
Richiesta identificazione e possibile difetto di conio - 1 Shilling 1960
SicilianoMagnoGreco ha risposto a un topic di Alessandro16 inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Buongiorno, concordo con l'ipotesi di @nikita_. Non credo che sia un difetto di coniatura. -
A proposito di annulli pubblicitari
dareios it ha risposto a un topic di AngeloCF inviato in Filatelia e Storia Postale
Anche io non pensavo ce ne fossero tante. Sono anche belle, adatte per una collezione tematica. -
Piccola curiosità
dareios it ha risposto a un topic di dareios it inviato in Filatelia e Storia Postale
Grazie Marco, queste due cartoline si trovano dunque a cavallo della data dell'aumento della tariffa postale. Ma tu guarda! -
Dal 26% al 12,5%? Le ipotesi sulla nuova imposta per l’oro da investimento
MatteoCaruso ha risposto a un topic di danielo93 inviato in Questioni legali sulla numismatica
Nulla è ancora confermato, ma se la misura permettesse davvero di rivalutare il proprio oro da investimento al 12,5% invece di pagare il 26% sui guadagni futuri, potrebbe essere un buon affare per chiunque avesse già pianificato di vendere a un certo punto. Il vantaggio maggiore sarebbe per chi non ha i documenti di acquisto. Al momento, vengono colpiti dall'intero 26% sull'intero importo di vendita, il che è brutale. Poter pagare un'imposta fissa inferiore per azzerare la base di costo risolverebbe un grosso problema per loro. -
5000 Lire Repubbliche Marinare
torpedo ha risposto a un topic di cipa inviato in Cartamoneta e Scripofilia
E' una banconota molto bella, piace molto anche a me, peccato che nel tuo esemplare siano presenti quelle macchie deturpanti, che ne rovinano a mio parere l'aspetto generale, ma l'importante ovviamente è che piaccia a te🙂.
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