Vai al contenuto

Tutte le attività

Questo elenco si aggiorna automaticamente

  1. Ultima ora
  2. Oppiano

    Valore numismatico moneta tosata

    Sposto nella sezione corretta.
  3. Pierluigi 1965

    200 lire (prova) con impronta in incuso.

    Non credo di aver parlato di variante; per quanto riguarda la cosi detta " mezza luna sotto il collo " in incuso, non ha nulla a che vedere con i tondelli fallati ma si tratta del primo stadio di rottura del conio che porterà successivamente alla "mezza luna sotto il collo" nel cosi detto con "eccesso di metallo". Se cosi fosse si spiega tutto e purtroppo a discapito della tiratura.
  4. Oppiano

    Valutazione attuale

    In attesa, sposto nella sezione corretta.
  5. Oppiano

    BUG dimensioni foto

    Sposto nella sezione corretta.
  6. Oppiano

    BUG INSERIME IMMAGINI

    Sposto nella sezione corretta.
  7. In attesa, sposto nella sezione corretta.
  8. Oppiano

    Sterline oro 1840

    Sposto nella sezione corretta.
  9. Alan Sinclair

    500 lire

    Il ritratto di Madame Letizia Savonitto in questa riproduzione è proprio brutto, fa persino paura 🙂
  10. PostOffice

    Antichi Stati Italiani, Parma

    Hai la descrizione del venditore.. ? Qui fapetri ti può dire di più sicuramente. Gli faccio un gentile tag @fapetri2001.. vediamo.. ...sugli antichi italiani ha più esperienza di me.
  11. PostOffice

    Francobolli

    E su questo la vedo li parzialmente..
  12. caravelle82

    500 lire

    La solita riproduzione che si acquista online.
  13. PostOffice

    Francobolli

    Ovviamente è più piccola nel francobollo.. ... C'è qualche macchia nel dietro del francobollo alla stessa altezza di quello che credo sia la filigrana..??
  14. Panda13

    Francobolli

    Bo, non saprei:l Mi fido della vostra esperienza Grazie.
  15. apollonia

    Gettone Corriere e Secolo

    Il gettone di Saturno è schedato da Paolo Pitotto Per mandare questo messaggio ho dovuto chiudere e riaprire il collegamento con il forum. Prima non si caricava la figura. apollonia
  16. PostOffice

    Francobolli

    Questa "potrebbe" essere la filigrana..
  17. NoNmi4PPLICO

    500 lire

    Non è buona è una riproduzione.
  18. Moneta autentica senza ombra di dubbio
  19. petronius arbiter

    500 lire

    Le foto non sono il massimo, ma solo a me il ritratto di Donna Letizia sembra inguardabile, con quell'occhio spalancato? E poi monete così non si "trovano" petronius
  20. apollonia

    Immagini

    Il problema si è presentato dopo aver inviato il messaggio precedente (sistema bloccato in loop). Per inviare questo messaggio ho dovuto chiudere e ricollegarmi al sito. Può darsi che si verfichi anche dopo l'invio del presente messaggio. apollonia
  21. Oppiano

    500 lire

    “Apparentemente” la “moneta” dovrebbe rappresentare: 500 Lire Caravelle "Bandiere Rovesciate" 1957. Hai trovato dove?
  22. apollonia

    Immagini

    Ho notato che il problema si ripresenta (schermo in bianco, sistema in loop) se l'attività è stata sospesa per qualche tempo, mentre non c'è se si chiude e poi si riapre il collegamento al forum. Faccio notare che mi collego al forum da PC. apollonia
  23. petronius arbiter

    moneta da 1 euro croata 2023

    @Getro, c'è qualche motivo per cui pensavi che questa moneta potesse presentare un errore? petronius
  24. Oppiano

    500 lire

    Per stavolta, le posto io le foto (un po’ sfocate). Dovresti postare però anche una foto del contorno che dovrebbe recare in rilievo il millesimo e la scritta REPVBBLICA ITALIANA tra stellette.
  25. Oggi
  26. L. Licinio Lucullo

    Storia di Roma e delle sue monete

    LA RIFORMA MONETARIA DI AUGUSTO Nel rinnovare lo Stato, Augusto operò anche una radicale riforma del sistema monetario; convenzionalmente, la comparsa delle sue “nuove” emissioni segna la fine della monetazione repubblicana. Gli ultimi (in ordine cronologico) aurei, denarî e quinarî censiti da Crawford come “repubblicani” sono datati al 31 a.C. La riforma augustea perseguiva chiaramente due scopi: dimostrare la maggior efficienza del nuovo regime (rispetto al sistema oligarchico) e privare gli antagonisti politici di uno strumento di propaganda. Al fine di mostrare l’efficienza del suo sistema politico, Augusto agì in due direzioni, volendo al contempo rimediare alla carenza di “spiccioli” che affliggeva l’impero e migliorare l’estetica delle monete. Fu avviata quindi una produzione stabile di monete di tutti i valori, aurei e mezzi aurei (in oro), denarî e quinarî (in argento), sesterzî e dupondî (in oricalco[1]), assi, semissi e quadranti (in bronzo); furono rafforzate le zecche provinciali e alcune di esse (prima fra tutte Lugudunum) furono elevate al rango di zecche imperiali (distaccate rispetto a quella di Roma, ma incaricate di produrre le stesse monete). Sul piano estetico, le monete cominciarono a presentare tondelli ben circolari, disegni centrati meglio e immagini curate, chiare e semplici (senza la sovrabbondanza di scritte che aveva reso illegibili alcune produzioni tardo repubblicane); sugli esemplari in altissima conservazione, inoltre, si può constatare che il fondo venne attentamente levigato, per far risaltare e rendere più suggestive le immagini stesse. Erano le monete più belle mai coniate a Roma. Uno strumento così forte di propaganda fu quindi sottratto all’iniziativa dei singoli: furono vietate le emissioni imperatoriali e la scelta dell’iconografia venne riservata al Senato e all’imperatore; il primo, in particolare, si interessò dei pezzi in bronzo e oricalco (che pertanto, a partire da questa data, riportano sempre la sigla SC), il secondo di quelli in argento e oro. L'estetica fu così posta al servizio della politica, per rafforzare nella pubblica opinione la sensazione di un clima di pace, sicurezza, ordine e prosperità. Paul Zanker, storico e archeologo, ha osservato in proposito che mediante “il potere delle immagini” l’imperatore alimentò “un mito capace … di produrre per intere generazioni la certezza di vivere nel migliore degli Stati possibili e nella pienezza dei tempi”. _________________________ L’osservazione della prima monetazione imperiale consente di capire meglio - per contrasto - quella tardo repubblicana: ciò che Augusto “aggiunse” (la produzione di spiccioli, la cura dell’estetica, etc.) è qualcosa di cui egli aveva percepito la carenza; parallelamente, ciò che egli “tolse”, ossia in primo luogo la facoltà, per i singoli, di scegliere le iconografie, è qualcosa di cui aveva apprezzato il potere destabilizzante. Nel mondo moderno, la scelta della grafica del denaro è divenuta un accessorio, al massimo una curiosità da collezionisti; nell’antica Roma, invece, era uno strumento potentissimo, l’unico capace di far arrivare una determinata immagine nelle mani della moltitudine dei cittadini. L’iniziativa di Augusto si capisce meglio se si considera che egli avocò a sé stesso anche un altro importante privilegio, il trionfo (da allora in poi, solo i membri della famiglia imperiale poterono celebrarlo); la finalità è la medesima: privare gli esponenti dell’aristocrazia di uno strumento attraverso cui mettersi in mostra davanti al popolo, evitando così che maturi in loro la tentazione di sovvertire il potere costituito. Questo tipo di strumento erano diventate le monete, alla fine della Repubblica. _________________________ Fra le tante monete di Augusto, alcune sono interessanti anche perché sono collegate a eventi avvenuti o comunque iniziati alla fine della Repubblica. Il denario RIC I 253 ad esempio, datato al 32-29 a.C., reca al dritto il busto di Venere, dea protettrice del padre adottivo di Augusto, al rovescio l’immagine dell’imperatore stesso, in abiti militari, con il braccio alzato: si tratta dell’adlocutio, il discorso che ogni comandante militare faceva alle sue truppe per infervorarle prima della battaglia, e specificamente di una adlocutio che egli fece durante la campagna contro Antonio, probabilmente quella stessa che precedette la battaglia di Azio. Il denario RIC I 266, datato al 29 a.C., reca al dritto il ritratto di Augusto, al rovescio l’immagine della Curia Iulia, la nuova sede del Senato voluta da Giulio Cesare ma inaugurata appunto nel 29. La ricchezza dei dettagli è incredibile: l’edificio risulta preceduto da un portico in stile ionico e sormontato da tre statue, Vittoria (riconoscibile per le ali), con in mano il globo, e altre due figure, con in mano una lancia e un parazonium (una piccola spada), voltate verso di essa. Il timpano era decorato con i bassorilievi di una figura seduta in mezzo ad animali e sull’architrave compariva la dedica IMP. CAESAR. È raffigurata persino la porta di bronzo. Si noti l’uso di imperator come praenomen, riferito a Cesare (la dedica è a lui, che aveva avviato la costruzione, non ad Augusto), che sembra confermare come egli avesse effettivamente avviato questa prassi. L’edificio è tuttora integro e, grazie a questo denario, sappiamo che la sua struttura è rimasta inalterata (salvo il comprensibile fatto che sulla moneta ne era stato ingigantito il timpano); anche il portone in bronzo si è conservato, sebbene sia stato trasferito all’ingresso della chiesa di San Giovanni in Laterano. Il quinario RIC I 276, riporta, oltre al consueto ritratto, l’immagine di una Vittoria in piedi su una cista mistica, circondata da serpenti. La didascalia del dritto, CAESAR e IMP VII, consente di datare l’emissione al 26 a.C., quando Augusto fu acclamato imperator per la settima volta. Più interessante è la legenda sul rovescio: ASIA RECEPTA (“Asia riconquistata”); sappiamo infatti che Augusto volle chiudere lo stato di belligeranza con i Parti mediante accordi diplomatici (nel 20 a.C. essi restituiranno anche le aquile legionarie sottratto all’esercito di Crasso) e se ne vantò come se fosse stato un successo militare. In questo senso, la dea in piedi sulla cista (simbolo dell’Oriente) è una metafora della vittoria romana in Asia. NOTE [1] Il peso dei sesterzî fu fissato in un’oncia, ossia circa 27 g. È per questa ragione che molti autori sospettano che anche le monete di peso superiori ai 20 g che li precedettero (come quelle dei due figli di Pompeo), soprattutto se in oricalco (come quelle di Cesare e di Ottaviano), potessero già essere sesterzî. ILLUSTRAZIONI 29 a.C., denario RIC I 266 29 a.C., denario RIC I 266. La Curia Iulia, oggi 26 a.C., quinario RIC I 276.
  27. donato11

    Vaticano 2024

    Ogni commento è superfluo ...
  1. Mostra più attività
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.