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Due euro con errore di conio
Oppiano ha risposto a un topic di asiamerli inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Ho corretto il titolo. -
Vaticano 2024
MERCURIO691 ha risposto a un topic di naga inviato in Euro Monete da collezione Italiane e delle altre Zecche Europee.
Il signor magistrato?? La figura più orripilante ed offensiva che si sono inventati 🤣🤣🤣🤣🤣 -
Marifle si è registrato sul forum
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Due euro con errore di conio
santone ha risposto a un topic di asiamerli inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
2 euro -
Busta commemorativa norvegese/italiana 50° anniversario 2GM e CIOMR
Regium ha aggiunto un nuovo link in Filatelia e Storia Postale
Ecco infine la terza: una sorta di folder della commemorazione dei 50 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Credo sia norvegese, ma c'è anche un francobollo in italiano della delegazione al congresso del Interallied Confederation of Medical Reserve Officers. Chi sono i personaggi rappresentati su questi francobolli? Il francobollo "italiano" è stato forse emesso dalla NATO? Il folder presenta poi una banda nera (forse una calamita?) nella sezione interna. Qualcuno sa di cosa si tratta? Grazie ancora a chi risponderà Una buona serata a tutti Regium -
Due euro con errore di conio
asiamerli ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Salve chiedo aiuto per capire quanto possa valere questa moneta guardandola attentamente mi son resa conto che ha piu di un errore di conio la scritta grazie è praticamente piu lettere son attaccate al cerchio che è presente sopra e sotto alle due persone con la maschera è diverso e presente sempre un cerchio staccato ma diverso dalla moneta normale, grazie in anticipo a chi mi aiuta. -
Il museo degli orrori
caravelle82 ha risposto a un topic di caravelle82 inviato in La piazzetta del numismatico
Ottimo👻 -
500 lire possibile errore di conio?
Pontetto ha risposto a un topic di atomo inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Buonasera. No. È solo un tipico difetto di queste monete -
Il quiz degli identificatori di monete
caravelle82 ha risposto a un topic di Meleto inviato in Agorà
Piú ne stanno meglio é per il 31 dicembre 🙃 -
Savoia
savoiardo ha risposto a un topic di vwgolf inviato in Monete e Medaglie dei Savoia prima dell'unità d'Italia
Si... Il fatto è che per Amedeo VII la parte femminile mi ricorda quella canzone popolare e mi viene sempre in mente "Bona sua mari.. Bona la figlia e la mugliera..." Bona di Borbone una, Bona di Berry la moglie, Bona la figlia... Se non si rischiasse di essere additato come maschilista direi che era un bel periodo! Comunque il Cudazzo ora lo ha spostato ad Amedeo VII... a parte tutto... -
Filippo III - Mezzo ducato con torre sotto al busto.
Releo ha risposto a un topic di Oppiano inviato in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia
A conferma di quanto sopra esposto, pubblico la foto di un mezzo ducato di Filippo III (da catalogo). L'ho appena acquistato nell'ultima asta Nomisma e l'ho acquistato solo perché nella data non tutto mi è chiaro: 1609 oppure 1669? Non mi è ancora pervenuto ed avrei voluto aspettare di averlo fra le mani, ma, vista la circostanza... Vedremo poi cosa sarà. -
Ciotole, cosa si compra con un €uro? da gennaio 2018
Meleto ha risposto a un topic di nikita_ inviato in Monete Estere
Aimé niente anche lì purtroppo... Devo aspettare Verona mi sa per fare il pieno di monete e banconote ultracentenarie mi sa!! -
Sesterzio A.Pio
Antonino1951 ha risposto a un topic di Antonino1951 inviato in Monete Romane Imperiali
Allora non tanto raro anche se si conoscono pochi esemplari arrivati a noi -
atomo si è registrato sul forum
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Ecco la seconda busta: è la busta di una lettera spedita dalla Germania nel 1942. Qui ci sono diversi timbri particolari di cui ne ho riconosciuto solo uno, ma comunque interessante: il propagandistico "TACI - OGNI NOTIZIA GIOVA AL NEMICO". Anche qui ogni notizia su francobollo, annulli e timbri sarà graditissima Grazie e un cordiale saluto Regium
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500 lire possibile errore di conio?
atomo ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
ho notato che il centro è più piccolo. è un errore di conio? -
Se ti riferisci all'esemplare Wessex proprio perché decentrato c'era sul conio ma non è stata impressa e non si vede 🙂. Per quanto concerne i conii di martello sono evidentemente diversi anche se secondo me della stessa tipologia. ANTONIO
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Genova città etrusca Da cosa derivi il nome di Genova è ancora una questione controversa. Gli scrittori di lingua greca la citano come Genua. Gli studi moderni di glottologia fanno derivare l’appellativo dall’indoeuropeo g(h)enu “bocca”, acquisito nella lingua celto-ligure parlata nella Liguria dell’età del ferro, con riferimento alla posizione geografica. Il nome fu in seguito probabilmente fatto proprio dagli Etruschi insediati sulla collina di Castello e reso in etrusco con il vocabolo “kainua” “città nuova”, che rientra in un gruppo di nomi etruschi di città come Mantua-Mantova. Genova, già piccolo insediamento tribale ligure, nasce dunque come città etrusca : un grande centro commerciale (emporium) attorno ad un tempio dedicato ad una divinità protettrice. L’esistenza sulla collina di Castello di uno o più luoghi di culto è suggerita da alcuni graffiti, con iscrizioni, come le parole “ais” (dio) e “al” (dono), dunque un luogo dove si facevano offerte alla divinità, e da un’iscrizione incisa su un ciottolone in serpentino lavorato per essere infisso verticalmente in un supporto, che riporta il nome dell’autore della dedica, un certo Nemetie di origine celto-ligure. La divinità venerata sarebbe Sur(i)/Soranus, oggetto di culto in Etruria e nel Lazio, con un importante santuario nell’emporio di Pyrgi da dove provengono molti reperti ritrovati in loco. Oltre alle merci, gli etruschi portano anche la scrittura, come dimostrano le iscrizioni rinvenute negli scavi, redatte infatti in lingua e caratteri etruschi. L’ortografia segue le norme dell’Etruria settentrionale. Fin dalle sue origini Genova appare legata alle vicende del porto, creato in uno degli approdi più favorevoli e protetti dell’arco costiero ligure, lungo le rotte battute dalle navi mercantili, etrusche e greche. Le rotte sottocosta, già utilizzate fin dal Neolitico, come dimostrano i rinvenimenti di ossidiana da Lipari nelle grotte del Finalese e, con maggiore frequenza a partire dal VII secolo a.C., come documentano i materiali di importazione marittima rinvenuti negli scavi dei centri della Liguria orientale, offrivano protezione dai violenti venti di scirocco e libeccio che tuttora, in alcuni periodi dell’anno, rendono pericolosa la navigazione. Le alture dell’entroterra di Genova risultano già frequentate nella Preistoria. Tali presenze dimostrano la vitalità di percorsi di crinale intensamente frequentati, sia per la caccia, sia, più tardi, per lo sfruttamento delle risorse dei boschi, la pastorizia e l’agricoltura. In occasione dei lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo in piazza della Vittoria è stato individuato a circa 12,5 metri sotto il piano stradale, un livello di frequentazione che conteneva un frammento di legno lavorato, datato, con analisi radiocarboniche, al Neolitico. La scoperta ha suggerito l’ipotesi dell’esistenza di una palafitta presso la foce del torrente Bisagno, zona allora paludosa ed anche oggi segnata da frequenti allagamenti. Maggiori informazioni restituisce un insediamento individuato nel cantiere della metropolitana in piazza Brignole, rimasta fuori del centro abitato fino alla costruzione della settima cinta muraria del 1626 e rimasta campagna fino ai grandi interventi urbanistici ottocenteschi. Durante i lavori di costruzione sono stati raccolti alla profondità di circa 5 m dal piano di calpestio materiali che risalgono ad un periodo tra il 3000 e il 2000 a.C.o (età del Rame/Bronzo Antico) e alla prima età del Ferro. Una grande struttura muraria in pietre a secco, della lunghezza di circa 12 metri che delimita un ampio spazio con tracce di focolari. Dunque alla fine dell’età del Bronzo e nella prima età del Ferro lungo l’arco costiero fra il capo del Promontorio e la penisola del Molo sorgevano piccoli nuclei abitati, di cui restano solo pochi frammenti di ceramica e di intonaco cotto, raccolti nel cantiere della metropolitana di Principe e nell’area del Portofranco. Ma le prime consistenti tracce archeologiche di frequentazione dei luoghi ( frammenti di anfore vinarie etrusche) sono state identificate nella zona del porto antico, materiali databili tra la fine del VII e la fine del VI secolo a.C., che costituiscono la prova dell’utilizzo come approdo, da parte di mercanti stranieri, del tratto di costa che divenne più tardi il porto medievale. Situato al centro dell’arco ligure, all’inizio l’approdo svolgeva probabilmente funzioni di scalo tecnico, per l’abbondanza di acqua potabile e combustibile, la presenza di una spiaggia riparata su cui tirare in secca le imbarcazioni (che a quel tempo navigavano solo di giorno) e la protezione della penisoletta del Molo in caso di burrasca. Il complesso dei materiali dei livelli della fine del VII e VI secolo di Portofranco mostra una notevole varietà di provenienze e costituisce una sorta di repertorio delle merci commerciate lungo le coste tirreniche, con una netta maggioranza di oggetti provenienti dall’Etruria costiera (vasellame in bucchero, recipienti da cucina e da dispensa e anfore vinarie. Un numero consistente di materiali proveniva da Caere (Cerveteri), importante città etrusca, vicina al Tevere e al territorio dei Latini, che dalla fine del VII secolo esportava a Nord (attraverso il porto di Genova) i prodotti della sua ricca agricoltura. Genova dunque nasce già come è oggi, il porto della pianura padana e oltre questa, attraverso i passi alpini, la via principale per il nord Europa per le merci provenienti dal Mediterraneo. Già da allora venivano utilizzati percorsi lungo la Val Polcevera in seguito ricalcati dal tracciato romano della via Postumia e oggi dalle moderne autostrade. Grande importanza aveva il commercio di ambra e di schiavi che arrivavano da nord tramite i Celti. In cambio gli Etruschi fornivano soprattutto il vino accompagnato dagli oggetti necessari per il suo consumo: vasi in bucchero, ceramiche dipinte e recipienti in metallo. Tra la fine del VII e i primi decenni del VI secolo a.C. ebbe inizio anche un commercio con la Gallia, dove nel 600 a.C. era stata fondata in territorio ligure la colonia greca di Marsiglia. Ma Genova riserva altre sorprese. Nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione di un pozzo per la metropolitana nella Spianata dell’Acquasola è stata messa in luce, a 14 metri di profondità dal piano di calpestio, parte della base di un grande tumulo sepolcrale che si ritiene simile a quelli di Cerveteri, che misurava in origine circa 15 metri di diametro ed era circondato da un muro di sostegno. All’interno del tumulo sono stati rinvenuti i resti di alcune tombe a incinerazione, costituite da quattro lastrine di pietra infisse verticalmente per delimitare uno spazio quadrangolare entro cui doveva essere deposto il corredo. La struttura monumentale della tomba e le sue dimensioni suggeriscono che fosse destinata ad un personaggio importante, la cui sepoltura doveva trovarsi in posizione centrale, attorniata da altre, forse di parenti stretti. I corredi ritrovati conservano frammenti di bucchero di produzione etrusco meridionale, di alcune coppette, due piccoli perni in bronzo attribuibili ad un gancio di cinturone e due fibule in bronzo, oggetti provenienti da siti tra Lazio e Campania frequentati da mercanti etruschi. Il ritrovamento nella tomba dei resti di una donna di circa trent’anni che dagli oggetti di ornamento dovrebbe aver indossato un costume tipico dell’area campano laziale hanno fatto pensare che allora fosse già in atto a Genova una politica di scambi e alleanze suggellate da matrimoni. Dunque una nobildonna etrusca del sud andata in sposa a un ricco genovese forse di etnia ligure a stringere un patto di alleanza finalizzato al commercio. Alla fine del VI secolo a.C. risalgono le prime tracce di frequentazione del colle di Castello, uno sperone roccioso sul crinale che si prolunga fino alla penisola del Molo (vicino agli attuali Magazzini del sale e a Porta Siberia), che offriva una buona visibilità sull’intero arco costiero, da Portofino fino a Capo Mele. Le buche per palo e per i focolari ritrovati nell’area del convento di San Silvestro, fanno pensare a capanne in legno, probabilmente con copertura di paglia o stoppie. Anche due edifici in pietra sono attribuibili a questa prima fase di vita dell’oppidum, come il sito fu più tardi definito dagli storici di età romana: il primo era un recinto monumentale, con un’apertura delimitata da pilastri, costruito accuratamente in blocchetti di pietra disposti in filari regolari. Il vasellame ritrovato era in netta maggioranza importato. Si tratta prevalentemente di recipienti da cucina proveniente da vari centri dell’Etruria, mentre fra le ceramiche fini da mensa sono attestati vasi di fabbricazione attica a figure nere e figure rosse. Essendo un grande emporio, Genova etrusca commerciava, come si è visto, anche con i Greci della attuale Francia meridionale e in particolare di Massilia (Marsiglia). La realizzazione di un centro stabile a Genova sembra rispondere, ad un’esigenza di mercato. La convergenza sul porto di una rete di percorsi di crinale e di fondovalle in corrispondenza di valichi, che collegavano la città ai territori padani, e la posizione costiera in un punto centrale del golfo ligure facevano della città una cerniera tra Etruschi, Greci di Marsiglia, Celti e Liguri dell’interno. Nel V secolo Genova era già un importante centro portuale che riceveva derrate alimentari e prodotti artigianali da tutto il Mediterraneo, in parte utilizzandoli direttamente, in parte smistandoli verso il Piemonte meridionale e i siti costieri della Liguria centrale. Insomma “l’emporio dei Liguri” di cui parla Strabone. Nel corso della prima metà del V secolo l’abitato sulla collina di Castello si ingrandisce. Nell’oppidum trovavano posto anche officine per la lavorazione dei metalli, principalmente del ferro, come dimostrano le abbondanti scorie di lavorazione e un resto di forno fusorio, Tracce che testimoniano della presenza di artigiani provenienti dall’Etruria, all’epoca all’avanguardia nella siderurgia. Qualcuno ha ipotizzato la presenza di esperti etruschi che esploravano l’entroterra alla ricerca di giacimenti da sfruttare. Sono stati rinvenuti anche ovili, pollai e recinti per animali. Lo studio delle ossa documenta la presenza oltre che di animali allevati per l’alimentazione, anche di cani e cavalli. Circa alla metà del V secolo l’oppidum fu circondato da una poderosa cinta muraria di circa due metri di spessore. Nel tratto occupato nel medioevo dal palazzo del Vescovo sono stati ritrovati i resti di una torre quadrangolare che permetteva il controllo dell’intero arco portuale e di un vasto braccio di mare che a Ponente arrivava fino a Capo Noli. All’estremità nord, nell’area ora occupata dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie la nuova, si apriva una porta che costituiva l’accesso all’oppidum per chi proveniva dal porto. Lo spazio interno era pavimentato in ciottoli, mentre all’esterno del muro una rampa gradinata di pietre sovrapposte, in discesa è stata interpretata come ciò che resta della antica via che dai moli saliva alla città posta sulla cima del colle. Come tutti i centri etruschi la città dei vivi era circondata da quella dei defunti. La necropoli preromana si estendeva sulle colline di Santo Stefano e Sant’Andrea, separate dal corso del torrente Rivotorbido. Gli oggetti di corredo più antichi risalgono al primo quarto del V secolo a.C., cioè a circa due generazioni dopo la fondazione dell’oppidum, ma nel corso dei lavori in piazza Dante, nel 1910, furono raccolti anche alcuni frammenti di vasi etruschi a figure nere del VI secolo a.C. che fanno supporre che le tombe più antiche siano andate distrutte nel corso dei secoli. La forma delle sepolture, radicalmente differente da quella a cassa in lastre di pietra, adottata invariabilmente presso le popolazioni Liguri dall’VIII secolo a.C., è tipica dell’Etruria settentrionale interna e padana, e dimostra come questo tipo di sepolcro sia stato introdotto a Genova dagli immigrati Etruschi. Ciascuna tomba ospitava uno o più defunti, legati da rapporti famigliari. La composizione dei corredi rispecchia un benessere diffuso. Dunque, fin dai suoi primi secoli Genova fu una città ricca, ma anche un centro multietnico proprio per la frequentazione di mercanti provenienti da ogni zona del Mediterraneo e dell’Europa. La città non aveva una composizione etnica omogenea, ma formata di genti provenienti da aree diverse, portatrici quindi di differenti culture, tuttavia proprio da ciò che è stato ritrovato appare chiaro che sono gli Etruschi l’etnia dominante. Essi introducono la metallurgia, controllano l’emporio, introducono la scrittura, influenzano fortemente culti e rituali funerari, la cerimonialità collettiva (corredi da vino), le tecniche artigianali ed edilizie. I nomi di persona documentati a Genova, talvolta abbreviati o suggeriti dalle sole iniziali, graffiti con uno strumento appuntito sulle pareti o sul fondo di vasi di uso quotidiano per segnalarne il possessore, sono in maggioranza etruschi. Gli etruschi soprattutto controllavano il commercio. Dall’area di Golasecca proveniva la donna di alto rango sepolta in una delle tombe della necropoli insieme a un ricco apparato di gioielli fra cui spiccano una elaborata collana di ambra con pendenti intagliati a forma di stivaletto o vaso. La presenza di una ricca e probabilmente donna straniera sepolta a Genova rappresenta un’ulteriore conferma dell’uso di cementare alleanze commerciali medianti matrimoni. I gioielli della tomba, indicano anche strette connessioni con i centri dell’Etruria padana dove operavano botteghe orafe che producevano fibule in metalli preziosi e raffinate collane e pendagli intagliati nell’ambra importata dal Mar Baltico attraverso i Celti. Molti altri elementi di collana in ambra sono stati rinvenuti nella necropoli e nell’abitato, insieme ad altri oggetti di importazione come alcune raffinate fusaiole in pasta di vetro prodotte principalmente fra Veneto e Slovenia e diffuse specialmente in sepolture nel Veneto, in Etruria padana e nel Piceno. Ma Genova era anche un importante luogo di reclutamento e imbarco di soldati mercenari. Lo testimonia l’elevato ritrovamento di armi e complementi di abbigliamento militare prodotti in tutto il Mediterraneo, un elemento in contrasto con l’immagine di una società dedita prevalentemente al commercio e all’artigianato e dunque sostanzialmente pacifica. Questo ha fatto pensare non alla presenza di una forte guarnigione a protezione della città e del porto, ma al possibile ruolo di Genova come porto di imbarco e reclutamento di truppe mercenarie. Le fonti storiche sono infatti ricche di testimonianze sull’impiego di mercenari liguri e celti, specialmente da parte dei Cartaginesi e dei Greci. di Giorgio Amico http://storiaminuta.altervista.org/genova-citta-etrusca/
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Buonasera a tutti, girovagando per un mercatino mi sono imbattuto in un banchetto con un centinaio di buste a poco prezzo. Mosso dalla curiosità (alimentata dalla lettura di questa sezione 😁) mi sono messo a spulciarle e ho trovato tre buste che mi sono sembrate interessanti. Ve le propongo per avere qualche delucidazione filatelica. La prima, come da oggetto, è una busta (teoricamente) FDC della Repubblica Araba Unita. Teoricamente perché non ho trovato notizie di una commemorazione in tale data (la fondazione dovrebbe essere avvenuta il 1 febbraio 1958 (come scritto anche sui francobolli), ma la data commemorata dalla busta è il 22 marzo 1958. Qualcuno sa a cosa faccia riferimento? Mi piace lo stemma con le bandiere di Siria e quella (co-ufficiale) dell'Egitto. Presumo che i due personaggi al centro siano i due presidenti. Su internet ho trovato solo due siti (di cui uno era la baia) e per entrambi era stata venduta (non solo proposta) a 85 e a 68 euro... Non credo li valga, ma in ogni caso è stato un acquisto interessante sulla storia di quel periodo. I francobolli dovrebbero infatti essere comuni, ma sono comunque molto belli, rappresentanti le due nazioni unite. Ogni osservazione è gradita. Posterò a breve anche gli altri due acquisti Saluti Regium
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Una 120 Grana 1855 fatto a medaglia?!
santone ha risposto a un topic di favaldar inviato in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia
Ne avevo visto uno simile anni fa', normale piastra incastonata , un gioiello artigianale -
5 lire ( scudo ) 1859 zecca di Genova, VEII° Regno di Sardegna - variante senza punto dopo SARD
santone ha risposto a un topic di Alan Sinclair inviato in Monete e Medaglie dei Savoia prima dell'unità d'Italia
Concordo -
5 lire ( scudo ) 1859 zecca di Genova, VEII° Regno di Sardegna - variante senza punto dopo SARD
Alan Sinclair ha risposto a un topic di Alan Sinclair inviato in Monete e Medaglie dei Savoia prima dell'unità d'Italia
E mi sembra più che giusto, saggio e professionale. -
5 lire ( scudo ) 1859 zecca di Genova, VEII° Regno di Sardegna - variante senza punto dopo SARD
santone ha risposto a un topic di Alan Sinclair inviato in Monete e Medaglie dei Savoia prima dell'unità d'Italia
Buona, era solo perché ,per una mia abitudine controllo sempre il contorno -
un altro bronzo di Arpi ...
Oppiano ha risposto a un topic di joannes carolus inviato in Monete greche: Sicilia e Magna Grecia
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1€ Portugal 2002
NoNmi4PPLICO ha risposto a un topic di Emiliamagnano inviato in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Le strisce sono le zigrinature del contorno, e quella del 2002 esiste con 3 segmenti da 28 oppure 29 "strisce". Siccome siti come Numista, danno quella da 28 come più rara rispetto a quella da 29, è nata la leggenda della moneta rara. Nel caso specifico la decentratura e ininfluente e la storia del contorno è una variante che si trova comunque facilmente, quindi vale 1 euro, come già detto. -
Filippo III - Mezzo ducato con torre sotto al busto.
Oppiano ha risposto a un topic di Oppiano inviato in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia
Ciao @Releo, mi fa piacere leggerti. Tranquillo che conosco bene la tua impostazione. La monetazione del Vicereale è vasta e piene di “insidie” di varia natura, nel senso che, a fronte di un medesimo tondello, si possono avere sfariegati esemplari similari. Basta leggere il CNI per rendersi conto di una (minima) parte. Ma senza disturbare il CNI, basta leggere le discussioni in questa sezione. Di fronte a questa situazione, diciamo che sono stati presi come punti di riferimento degli elementi essenziali intorno ai quali poi far girare il tutto. Anche perché bisogna sempre partire da un quadro ben delineato. Il bello in questa monetazione e’ che non si è mai sicuro di …”arrivare”, differentemente da altre monetazioni. Senza poi contare che, nostro malgrado, spesse volte si è privi di un solido supporto bibliografico o comunque di documentazione dell’epoca solida. Circostanza che, in alcuni casi, ci porta a fare delle ipotesi, delle congetture che non sempre si “baciano” con il pensiero di altre persone. Ma è proprio questo il bello! - Oggi
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un altro bronzo di Arpi ...
joannes carolus ha risposto a un topic di joannes carolus inviato in Monete greche: Sicilia e Magna Grecia
Ricerca infruttosa sul web ... sai dirmi dove posso acquistarlo ? Grazie, un cordiale saluto Giancarlo
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