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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/09/10 in Risposte

  1. Sitratta di un ritrovamento arrivato direttamente dai tempi del Lombardo Veneto, questa monetina giaceva sotto una pedana lignea recentemente rimossa per restauri nella chiesa che da anni frequento. Certamente non è il ritrovamento del secolo, ma per me ha un grande valore nella sfera emozionale. Probabilmente è caduta al sagrestano dell'epoca ed è andata ad infilarsi nella fessura della pedana per rimanervi indisturbata 150 anni o più, fino a ieri. La cosa affascinante è che probabilmente questa monetina non ha passato mani aldifuori del periodo in cui era in corso, quindi a mio avviso rappresenta come un tramite fra noi e chi l'ha data in offerta forse durante una messa tanti anni fa facendo il medesimo gesto che negli anni è immutato. Si tratta di un centesimo del 1822 del Lombardo Veneto, naturalmente fortemente ossidato, non so se tenerlo così oppure pulirlo, eventualmente cosa mi consigliate per rimuovere l'ossido? Mi è stato detto di immergerla nell'aceto...
    1 punto
  2. Mi sono aggiudicato questo bel sesterzio , a voi i pareri :)
    1 punto
  3. Buon pomeriggio. Proseguendo nell'illustrazione dei riferimenti, mette conto citare quanto riportato nel volume "Stato e Collezionismo Indagine sulla Numismatica" del nostro elledi che, a pagina 517, tratta la vicenda della moneta in argomento. Nel testo, che riprende le tesi del Marchisio, si citano le carte d'archivio già riportate nella scheda del catalogo de Lamoneta e si conferma che la battitura della moneta avvenne nel 1867 anzichè nel 1864. Nessuno degli Autori citati, peraltro, fornisce alcuna spiegazione circa l'utilizzo di un millesimo diverso da quello di effettiva coniazione delle monete. Quadro normativo. La normativa di riferimento è innanzitutto da individuarsi nella legge fondamentale monetaria del Regno d'Italia nr. 788 del 1862 nonchè, come riportato da Gigante e Montenegro, nel Regio Decreto nr. 16 del 1861 con il quale si stabiliva l'impronta delle monete d'oro e d'argento. Poichè la coniazione avvenne nel 1867 (dai dati ufficiali non risulta infatti alcuna coniazione di monete d'oro da Lire 50 prima di tale anno), deve ritenenrsi vincolante anche il contenuto normativo della prima Convenzione Monetaria Latina, stipulata il 23.12.1865 e ratificata dal Parlamento del Regno d'Italia con la Legge 21.7.1866 nr. 3087 (quindi pienamente in vigore ed efficace nel 1867). Ai sensi dell'art. 10 della suddetta convenzione: "Il millesimo di fabbricazione sarà d'ora in avanti inscittto sulle monete d'oro e d'argento, coniate dai quattro Stati". Considerazioni critiche. Sulla base di quanto finora esposto, proviamo a svolgere qualche riflessione sulla battitura di questa misteriosa moneta. I dati ufficiali provenienti dalle relazioni dei Ministeri competenti escludono che nell'anno 1864 vennero coniate monete da lire 50 in oro. Un contingente di 103 pezzi, per complessive Lire 5.150 (L. 50 x 103 = L. 5.150) risulta invece emesso nel 1867. Secondo il Marchisio, la coniazione sarebbe avvenuta il 9.1.1867 mentre il giorno successivo sarebbe stato emesso il decreto di emissione. Tale circostanza, in mancanza della visione dei relativi documenti, risulta quanto meno incongrua per i seguenti motivi: nessun decreto di emissione si rendeva necessario adottare stante l'indicato quadro normativo di riferimento, che già prevedeva la libera battitura, a richiesta dei privati e/o dello Stato, delle monete da L. 50. D'altro canto, il decreto che cita il Marchisio (e che però non si trova) costituirebbe un unicum se consideriamo che la monetazione aurea, una volta istituita e disciplinata da appositi provvedimenti, non richiedeva l'adozione di altri decreti che autorizzassero la battitura dei singoli "millesimi". Un'altra anomalia è costituita dal fatto che, sempre secondo il Marchisio, questo fantomatico decreto di emissione sarebbe intervenuto il giorno successivo a quello della data di fabbricazione delle monete. Cioè prima si sarebbero fabbricate le monete e poi (il giorno dopo) sarebbe intervenuto il decreto di emissione. Circostanza questa quanto meno singolare, avuto riguardo al fatto che quando si procede alla coniazione ufficiale si deve fare necessario riferimento ad un provvedimento autorizzativo già in essere e non certamente ad uno ancora da emanarsi. L'ultima "stranezza" è quella del millesimo di coniazione. Perchè mai, dovendo per giunta rispettare una Legge che obbligava la zecca a riportare sulla moneta l'anno di fabbricazione, si coniarono nel 1867 monete recanti il millesimo di tre anni più vecchio? Considerato che i conii delle impronte dovevano già essere allestiti sulla base di quanto stabilito dal Regio Decreto nr. 16 del 1861, il punzone relativo al millesimo non doveva certamente rappresentare un ostacolo tecnico di particolare difficoltà, avuto riguardo anche al fatto che per l'incisione dell'anno di coniazione si utilizzava in genere un punzone recante le prime tre cifre dell'anno (es.: 186.) e si aggiungeva, di anno in anno, la quarta ed ultima cifra, che andava così a comporre il millesimo specifico. Un'altra curiosità è quella (questa volta di natura non tecnica ma commerciale) della notevole rarità della moneta in argomento, classificata comunemente come R4 e ritenuta oggi esistente in una dozzina di esemplari (Gigante 2010) o "circa 13 esemplari" (D. Luppino, pag. 517 op. citata). Sebbene 103 esemplari siano tutt'altro che un numero rilevante, tuttavia mi sembra un tantino "strano" che a distanza di un secolo e mezzo se ne possano censire solo una dozzina di esemplari. Che fine hanno fatto tutti gli altri? Pensare ad una rifusione di monete certamente non destinate alla circolazione (quand'anche, sulla carta, lo fossero) mi pare un'ipotesi poco realistica. Prima di venire alle conclusioni, richiamerei un ultimo aspetto della vicenda, che è quello che corrobora la tesi del Marchisio e dei suoi seguaci; seppure "per esclusione" e non certo per riscontri obbiettivi, la tesi dell'Autore ha pregio a causa dell'assoluta mancanza di esemplari da Lire 50 con millesimo 1867. In realtà è forse questo dato, più che gli altri riscontri documentali (allo stato, non reperibili) che fonda, per dirla con il Libro di Domenico Luppino "l'opinione corrente del mondo numismatico" sulla genesi di questa misteriosa moneta. Conclusioni. Ancora una volta gli appassionati di monetazione moderna devono compiere un atto di fede e cioè devono, rinnengando i dati normativi e le relazioni ufficiali su cui sono soliti studiare, accettare una versione numismatica completamente disgiunta dall'ufficialità e dalle regole ferree (ma forse sono ferree solo sulla carta....) delle coniazioni contemporanee. In questo senso, il "caso" della moneta che abbiamo esaminato è emblematico e, per quanto mi riguarda, continua a lasciarmi perplesso. Chi sapeva avrebbe potuto lasciarci qualche spiegazione in più, non limitandosi a dare per scontati fatti e circostanze che oggi appaiono in gran parte senza spiegazione (ma chissà perchè all'epoca non hanno suscitato almeno curiosità ...). Purtroppo così non è stato e oggi diventa molto difficile, se non impossibile, fare luce su questi misteri. Che ne pensate? Saluti. Michele
    1 punto
  4. Luke ha già spiegato bene come stanno le cose, ma non voglio levarmi il piacere di dire la mia... :D E' da un bel pezzo che non compro Cronaca Numismatica, ma mi spiace davvero che si esprimano simili concetti che non stanno nè in cielo nè in terra: CN è una rivista di numismatica, quindi dovrebbe essere un po' "scientifica" su faccende simili e non agire come un tabloid di partito. Al contrario di quanto affermato, questo scenario non è probabile che si verifichi (figuriamoci "inevitabile"... abbiamo la sfera di cristallo?), almeno non a breve o medio termine tenendo conto che nulla è eterno. Ricordiamo che l'UE (generalizzo, ma teniamo presente che il "governo" dell'UE di oggi sono i capi di governo dei suoi stati) ha già varato un piano per il salvataggio di eventuali stati in difficoltà che ha a disposizione la bellezza di 720 miliardi, cifra con cui non mi pare proprio si possa parlare di mancanza di risorse per affrontare ulteriori casi-Grecia, che ha anche fermato la non indifferente speculazione organizzata contro l'Euro. Casi-Grecia che ad ogni modo non si verificheranno ancora, perchè quello greco è il più diastroso che avevamo: sappiamo che l'Irlanda non se la passa bene ma la sua situazione è ben lungi dall'essere paragonabile a quella ellenica e ora abbiamo e stiamo mettendo in piedi (decisioni importanti sono state appena prese all'ECOFIN/eurogruppo di ieri) ulteriori strumenti. Il sistema non è ancora perfetto, certo, ma la lezione di questa crisi l'abbiamo imparata e adesso le cose stanno in modo diverso. Ma particolarmente sconcertante è: "Non si può vessare la popolazione, i servizi, i salari, semplicemente per rimanere ancorati ad una moneta ed a un concetto ideologico di un'economia unitaria." Possiamo essere d'accordo o meno sul modo con cui si reagisce al problema (ricordiamo che anche chi non ha l'euro è stato costretto in diverse misure a "vessare" la popolazione, perchè il discorso va ben al di là della semplice questione valuta) ma è assurdo pensare che l'economia unitaria sia una pura questione ideologica. Il processo d'integrazione europea non è nato ieri pomeriggio: i suoi membri, pur con tutte le differenze che vogliamo in termini di efficienza della struttura economica interna, formano una zona integrata da decenni e hanno un'interdipendenza molto forte fra loro. Per rendersene conto basta anche solo guardare per ogni singolo stato UE quanto pesa in percentuale il commercio con il resto dell'UE sul totale degli scambi... mi pare che la cosa sia talmente ovvia da non rendere necessari esempi. L'Euro è entrambe le cose che hai descritto: sia una moneta le cui implicazioni vanno ben oltre quella strettamente economico-monetaria sia uno strumento per rafforzare la posizione finanziaria dell'UE rispetto al resto del mondo, nonchè (e soprattutto) uno strumento per mettere ordine "in casa nostra". Dunque se da una parte hai pefettamente ragione sul concetto fondamentale che è necessario avere rigidi criteri d'ingresso, e non solo nell'unione monetaria ma anche nell'UE stessa, d'altra parte l'UE non è e non deve divenatre un "club" dove chiunque può entrare ed uscire a piacere, dove quando uno è in difficoltà basta dargli un bel calcio in culo e abbandonarlo al suo destino. Questo renderebbe l'UE non un sistema che pur fra mille difficoltà cerca di evolvere in un'unione seria ma un circo, una pura e semplice farsa, sarebbe la fine de facto del processo d'integrazione europea. Quello che dobbiamo fare è imparare dai nostri errori, senza sognare di scaricarli con facili quanto letali escamotage: in poche parole, basta con gli allargamenti indiscriminati dettati dal puro interesse lobbistico. Poi le conseguenze sono quelle che abbiamo visto.
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  5. E' un ciondolo inglese che comunemente veniva appeso alla catena dell'orologio da tasca. Sullo scudo poteva essere inciso il monogramma di chi lo possedeva, o altro. Ne ho acquistato uno simile a Londra anni or sono, e ce l'ho ancora. Se ne trovano tanti nelle gioiellerie che vendono anche monili d'epoca, oppure a Portobello, ma si possono trovare anche in Italia in cui sono stati importati.
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  6. Qui trovi qualcosa in più: http://it.wikipedia....i/Lira_italiana Comunque Napoleone anche se francese può essere chiamato il padre della lira e del tricolore! anche questi link non sono male: http://www.radiomarc...lira/index.html http://www.numismati..._della_lira.htm http://digilander.li...ria%20lira.html http://www.facebook....gid=56682907577 http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/29/Parte_Carlomagno_romanzo_della_lira_co_0_01122911019.shtml
    1 punto
  7. mi associo al bb saluti :rolleyes: :rolleyes: traspadano
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  8. spero che queste siano migliore ? il peso 4,55 cm 1,7 circa per adesso di piu non posso dirti ! :rolleyes: un salutone ciao traspadano http://img683.imageshack.us/img683/4346/dsc01515a.jpg http://img694.imageshack.us/img694/524/dsc01521hf.jpg
    1 punto
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