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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/21/13 in Risposte
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Facciamo l'esempio delle Mute, monete da nominali 20 soldi (= 1 lira) emesse dal Regno di Sardegna alla fine del '700. Dopo il 1815 in Piemonte erano tariffate a 8 soldi (=40 cent.), che corrispondeva al valore di fino contenuto, ma intorno al 1840 i pezzi che circolavano (dopo 45 anni) erano talmente consunti che vennero quasi per intero ritirati, anche perché ormai la gente li rifiutava. Ci furono quindi incettatori che li pagavano, a peso, sui 35-36 cent.: portarono le Mute a Reggio e Modena e furono tariffate agli originari 40 centesimi, con guadagni milionari. E qua circolarono ancora una ventina d'anni, in che condizioni è facile immaginare. Altra «invasione» nel 1858: lo Stato Pontificio ridusse il titolo dei 5-10-20 baiocchi da 900 a 800, aumentandone però il peso, ma non in misura proporzionale, bensì riducendo il fino di circa il 7%. Per alcuni mesi venne invece fatto credere (al popolo minuto) che i nuovi baiocchi valevano come i vecchi, e la tariffa ufficiale si adeguò dopo un certo lasso di tempo. Anche in questo periodo alcuni speculatori guadagnarono milioni. Inspiegabilmente Francesco IV (†1846) non ebbe nemmeno in progetto di coniare moneta. Suo figlio Francesco V invece si rese conto di questa necessità sempre più impellente di coniare moneta buona che, come scopa salutare, spazzasse via la pietosa circolazione monetaria del periodo. Un primo progetto risale al 1848, ma i noti avvenimenti lo fecero scendere dalla scala delle priorità. Verso il 1855 si decise di fare seriamente, ma ci si rese conto che i macchinari della zecca di Modena avevano - i più recenti - oltre 70 anni e andavano interamente sostituiti con spesa non indifferente, oltre all'assunzione del personale di Zecca. Si prese contatto allora con la zecca di Milano, ma questa era impegnata a preparare coni e macchinari per la nuova riforma monetaria decisa dall'Austria; ci si rivolse allora a Bologna, allo Stato Pontificio, e il Voigt (incisore per Pio IX) preparò i coni. Si scelse un sistema analogo all'austriaco, sia per affinità politica che per motivi economici, essendo il Lombardo-Veneto la piazza con la quale gli scambi erano maggiori. Quindi monometallismo argenteo, monete da 5, 2, 1 lira da 25, 10 e 5 grammi di argento 900, monete da 50, 20, 10 cent. in mistura e monete da 5, 2, 1 cent. in rame. Era prevista la coniazione di due monete d'oro da 8 e 4 grammi (Ducato e Doppio Ducato), ma senza indicazione di valore e che avrebbero corso al prezzo corrente dell'oro. Finalmente tutto era pronto e il 19 febbraio 1859 il Duca firmò il decreto che autorizzava la coniazione e stabiliva le caratteristiche. Un mese dopo cominciavano però i preparativi per quella che sarebbe stata la II Guerra d'Indipendenza, e ancora una volta le priorità furono altre. L'11 giugno il Duca abbandonava il Ducato.4 punti
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Si applico' nel Ducato una curiosa variante della legge di Gresham: in linea di massima la moneta cattiva scacciò la buona, quindi scomparirono in breve le monete d'argento di Napoleone dalle 2 lire in giu' (rimasero scudi e marenghi, ma che non erano utilizzati per pagamenti minuti), ma nemmeno ebbero successo le monete di puro rame, coniate da Stati limitrofi (Milano e Bologna/Roma): ci fu un'indigestione delle monete di biglione, delle quali era assai difficile dare una valutazione precisa, specie da logore, e che si prestavano quindi ad "invasioni" ad opera di speculatori che le incettavano negli Stati di origine, dove erano ormai neglette, e le portavano nella piazza di Modena e Reggio dove c'era "fame" di circolante in quanto la zecca era ferma dai tempi di Ercole III. Non si poteva invece speculare sul rame, in quanto la circolazione era fiduciaria, e nessuno - per tali monete - avrebbe pagato più del nominale. Circolavano anche monete d'argento, ma non piu' spendibili negli Stati di origine perche' consunte oltre la tolleranza, forate o tosate, anche qua tendendo ad avvicinarsi ad una valore nominale che non possedevano più. Gia' a partire dal 1840 si cominciò a parlare di "lira abusiva", che valeva il 12% in meno della "Lira italiana", detta "tariffale", ed era in sostanza il disaggio di cambio per il fatto che le monete in cui si esprimeva erano monete "sottopeso". Si innescarono contenziosi a non finire perché chi si era indebitato in tariffale voleva pagare in abusivo, e questa confusione nocque soprattutto ai commercianti che ricevevano pagamenti in abusivo (con monete logore e dal titolo basso) e dovevano invece pagare i grossisti in tariffale e con monete buone. La cosa si trascino' anche dopo l'Unita' d'Italia, fino al 1862.3 punti
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ciao a tutti.... sono stato un po' assente dal forum per problemi vari... ora voglio rimediare... e come posso fare se non GASARMI un pochino con questi 2 ritrovamenti nell'ultimo periodo? Per quanto riguarda il 10 cent ringrazio molto mia sorella che ha brillantemente controllato... GRAZIE E GRANDE.... Taglio: 1 € Nazione: MONACO Anno: 2001 Tiratura: 971.100 Condizione: BB Città: Pinasca (TO) Taglio: 10 cent Nazione: MONACO Anno: 2003 Tiratura: 100.800 Condizione: BB Città: Pinasca (TO)3 punti
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32° Raduno Numismatico di Torino + Mostra sui Falsi Come ogni anno anche per il 2013 è previsto il consueto raduno numismatico a Torino. Quest'anno, oltre all'area destinata alla parte commerciale, ci sarà una sezione dedicata all'aspetto culturale dove verrà allestita una piccola esposizione. L'argomento sarà: "la falsificazione delle monete dall'antichità ai tempi moderni: gli aspetti economici e tecnologici, l'inganno delle patine, gli strumenti per contrastare il fenomeno." Tra sabato 23 e domenica 24 marzo saranno presentati alcuni di esemplari che testimoniano la falsificazione dai tempi antichi ai tempi moderni mentre, durante la mattina del Sabato 23, sarà proposto un interessante ciclo di conferenze sull'argomento. ________________________________________________________________________________ Ciclo Conferenze - Di seguito riporto i temi trattati ed i nomi dei relatori (Sala Marconi): "Archime-De: esempi di applicazione per identificare suberati ed analizzare la svalutazione del denario nell'era repubblicana" – Ing. Pierluigi De Bernardi Archime-De e' un dispositivo di semplice e veloce utilizzo per misurare il peso specifico delle monete. Tramite il peso specifico si puo' ricavare la purezza delle leghe in metallo prezioso (oro, argento, elettro). Si mostrera' il dispositivo ed il principio di funzionamento. Quinti si analizzera' in particolare la sua applicazione alla monetazione argentea romana repubblicana, per lo studio della svalutazione durante gli anni della guerra sociale e per identificare i denari suberati. “Lo studio e l'analisi visiva delle monete per individuare, anche attraverso le immagini, i possibili falsi.” – LaMoneta.it e Ass. Culturale Phalantos Grazie alle nuove tecnologie la produzione dei falsi ha raggiunto dei livelli molto allarmanti mettendo molto spesso in seria difficoltà anche i massimi esperti del settore. Contemporaneamente però anche le contromisure si sono evolute e, ancora una volta grazie ad internet, è possibile oggi smascherare molti tra i falsi più insidiosi. “Il delitto della falsa moneta nel mondo antico, medievale e moderno: delle pene e dei castighi” – prof. Fiorenzo Catalli La falsificazione nasce contemporaneamente con la moneta; nei secoli gli uomini hanno tentato di difendersi dal fenomeno così come i falsificatori hanno sempre cercato di migliorare la tecnica della falsificazione per poter continuare ad ingannare i primi. In tutto questo, come hanno agito i governi e come si sono difesi? Il Professore F. Catalli, attuale direttore della Sezione Numismatica del Museo Archeologico di Firenze, passerà in rassegna le principali contromisure repressive della frode monetaria dall’età romana repubblica a tutta la fase medievale e parzialmente moderna. I falsi, tra letteratura e realtà – dott. Filippo Fornari Filippo Fornari è collezionista e autore del recente thriller a sfondo numismatico ”La Signora degli Inferi”, incentrato sulle indagini, condotte dai carabinieri del Reparto TPC, su una serie di omicidi legati a un presunto traffico di false monete greche. Nel suo intervento racconta come la realtà, in tema di contraffazioni e di mercato numismatico, gareggi con la fantasia nel dare luogo a vicende che nulla hanno da invidiare alla trama di un libro giallo "La crisi economica e i beni rifugio" - prof. Roberto Panizza. Ieri come oggi, l’argomento sulla bocca di tutti è certamente quello della crisi che colpisce le economie in ogni parte del mondo. Questo cambiamento improvviso viene visto generalmente come una situazione di emergenza ed è proprio in questo contesto che si inserisce il “bene di rifugio”. Panizza è docente di Economia Internazionale presso l’Università di Torino. Filippo Fornari e De Bernardi siederanno poi all'esterno al banco LaMoneta dove potranno incontrare i lettori (il primo) e collezionisti/curiosi/studiosi il secondo. _______________________________________________________________________________ Iniziativa "Ricordati di ME": Durante i due giorni di convegno sarà inoltre proposta una nuova iniziativa che speriamo possa sensibilizzare e in qualche modo contribuire a migliorare il problema della documentazione valida per il "lecito acquisto delle monete". L'iniziativa si chiamerà "Ricordati di ME", ed è concepita per andare ad arricchire la documentazione che il commerciante fornisce insieme alla moneta per attestarne la lecita provenienza/autenticità, fornendo per ciascuna moneta acquistata in quella sede un promemoria di acquisto. Tale iniziativa dovrebbe favorire la vendita (ma anche lo scambio tra privati) trasparente delle monete durante il convegno; l'acquirente dovrebbe avere una tutela maggiore ritrovandosi per le mani un documento di tracciabilità dell'acquisto mentre il commerciante dovrebbe in questo modo attrarre a se un maggior numero di acquirenti. L'iniziativa e la fornitura del "promemoria" su carta è gratuita. Per avere maggiori dettagli sull'iniziativa inserisco di seguito un modulo di esempio e la spiegazione dell'iniziativa in dettaglio: Presentazione Ricordati di ME.pdf CA0001es.pdf Tutti i commercianti che parteciperanno al convegno e intendono aderire possono contattarmi via MP Sono graditi pareri e consigli sull'iniziativa naturalmente!! ______________________________________________________________________________ Altre iniziative: Durante il Sabato 23 Marzo sarà presente come ospite il famoso disegnatore Francesco Corni (www.francescocorni.com) che presenterà il suo ultimo capolavoro "ATLANTE CISALPINO LE CITTA’ ROMANE DEL NORD ITALIA" interamente disegnato ed illustrato dall'autore. (per gli utenti di LaMoneta è previsto uno sconto sul prezzo di copertina). _______________________________________________________________________________ INFO: Sabato 23 marzo: apertura del convegno alle ore 9.00 per il pubblico, orario continuato fino alle ore 18.00; Domenica 24 marzo: apertura del convegno alle ore 9.00, chiusura alle ore 14.00. Organizzazione Sezione Commerciale: Associazione numismatica taurinense, C.so V.Emanuele II, 65 (TO) tel. 011.5621930 fax 011.544856 Organizzazione Sezione Culturale: Ass. Culturale Phalantos e LaMoneta.it (contattare centurioneamico) DOVE SI TROVA: -Indirizzo: Jolly Hotel Ambasciatori Corso Vittorio Emanuele II, 104 10121 Torino (TO) - Per ulteriori informazioni sull'Hotel visita il sito: www.jollyhotels.it2 punti
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Salve a tutti! Ho una richiesta particolare. Sto allestendo il mio studio e vorrei porre sulle pareti 5 gigantografie di 5 giganti della numismatica. Theodor Mommsen; Ernst Justus Haeberlin; Lorenzina Cesano; Laura Breglia; Attilio Stazio, uno dei miei Maestri. Purtroppo sono riuscito, stranamente, a trovare immagini solo del primo e dell'ultimo. Degli altri niente. Qualcuno ha qualche suggerimento di come e dove reperirle? Vi ringrazio. Vincenzo.2 punti
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.... :blush: :blush: .... non penso che tra i doveri vi sia quello di incensare anche i carciofini!!! :rofl: :rofl: :rofl: :rofl:2 punti
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Stavo quasi per darti un punto Daniele, a questo punto però mi tiro indietro :blum: ,però proseguo e butto li' il prossimo punto che tratterà della risposta dei pisani che ovviamente non avevano digerito quanto successo e questo sarà.... FIRENZE ( RIFREDI ), 1363 Lasciamo parlare subito una cronaca senese che poi citerò : "feciero loro sforzo quanto poterono e chavalchorono in sultereno dè Fiorentini, sempre ardendo e bruciando in fine alle porti di Fiorenza. E quando furo gionti è Pisani chò la giente presso a Florenza a mezo miglio, è Pisani s'achanporo, e ine stetteno tre dì. E mentre ch'è Pisani vi steteno a chanpo, vi fecero chorire tre pali presso alle porti di Fiorenza. E' l primo palio fu quello a chavallo : e'l sichondo fu quello a piedi e 'l terzo quello che chorseno le putane e meritrici. E chorsi che furo si baterono la moneta in sulle porti, choniata d'un Aquila cho 'l Leone ( simbolo i marcoro le porti chò la dei Guelfi ) sotto a' piedi e furo fiorini e grossi chò l'Aquila cho 'l Leone sotto i piedi. Poi fatto questo fecero enchontra alle porti di Fiorenza un paio di forche e si v'inpicharo suso tre asini per magio dispetto. E ancho inazi che si partisero, molti Pisani feciero la loro arte presso la porta di Fiorenza. E poi inazi che si partisero si marcoro le porti chò la 'npronta, che avevano batuta la moneta, ch'era un'aquila chor uno leone sotto è piedi. E poi quando ebeno fatti molti marchi nella detta porta si partirono è Pisani chò loro esrcito e tornoro a Pisa ". Il luogo esatto dell'evento è identificato dal Villani a Rifredi, siamo nel 1363, a nord-ovest di Firenze e il Villani aggiunge scherzosamente e per maggior oltraggio che i tre somari ricevettero il nome di tre cittadini fiorentini. Giuseppe Ruggero nel 1907 pubblica un tipo appartenente al Re d'Italia, ora a Roma al Museo Nazionale, sostiene che l'aquila ha sotto di sè un animale, che però non sembra in realtà essere un leone. L'emissione di Rifredi dovrebbe essere la moneta pisana con l'aquila coronata con un leone sotto, nei dubbi di tale coniazione aggiungiamo però che il Grierson sostiene comunque : " sembra più probabile che tali monete siano state effettivamente battute, ma non siano state ancora ritrovate ". Ci ritornero' anche dicendo quello che è scritto sul CNI, lasciandovi a questi dubbi passo alla Bibliografia. BIBLIOGRAFIA : Cronaca Senese, ed. A.Lisini e F. Iacometti, nella nuova edizione di Muratori, Rer. Ital. Script., XVI, VI, Bologna, 1931-33,158 Croniche, XI, 63, ed. Trieste, II, 392 G. Ruggero, Monete battute in campo dai Fiorentini e dai Pisani, in RIN XX, 1907,403-406 CNI XI, 345, n.1, tav. XXII,52 punti
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E' meglio che la tieni nel caso dovessi andare in Thailandia, oppure usala per il carrello del supermercato, rifilarla a qualcuno per un 2 euro non è la cosa più corretta............ Con me ci provano almeno 50 volte ogni estate a rifilarmi delle patacche così, mi accorgo pure di quando uno lo vuol fare apposta, non sono belle figure, sono cose che ti dicono quanto valga una persona.......2 euro2 punti
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Mi fa piacere che si sia ripresa questa interessante discussione. Queste coniazioni per dispetto sono molto interessanti perchè dimostrano il "potere della moneta" e quale onta doveva essere all'epoca subire una coniazione del genere nel proprio territorio. Vorrei aggiungere due righe su Riglione ed il grosso con la volpe tratte dall'articolo a firma di Tino Marra (che se non erro era lo pseudonimo del compianto MarioTraina) e pubblicato su Cronaca Filatelica n°78 (settembre 1983) "Una volpe rovesciata ma dal pelo prezioso", poi ripubblicato in "Dieci anni di Monete" del Traina. Oltre ad analizzare alcuni passaggi (e ottimi realizzi) del grosso in questione, il Marra/Traina analizza la volpe, particolare che contraddistingue questa coniazione. Cito testualmente: "Perchè la volpe rovesciata? A sciogliere il mistero, dopo tante chiacchiere e supposizioni, anche le più stravaganti, fu nientedimeno che padre Dante, il grande Alighieri. Il quale nel canto XIV del Purgatorio canta o, meglio, fa cantare a Guido del Duca, descrivendo il corso dell'Arno:< Le volpi sì piene di frode / che non temono ingegno che le occùpi>. Dove il riferimento ai pisani appare scontato. Infatti proprio la volpe era il simbolo di Pisa così come l'aquila era il simbolo dell'Impero. Proprio come la volpe i pisani erano noti ed arcinoti per la loro astuzia e la loro sveltezza". L'articolo segue poi con la vendetta dei pisani e la coniazione a Rifredi del fiorino pisano... ma qui mi fermo non anticipando nulla, in attesa che si parli anche di quest'altra zecca. Aggiungo l'ingrandimento del particolare del grosso da cui spero si possa vedere la volpe che si trova tra le gambe del santo (l'immagine è tratta dall'articolo sopra citato).2 punti
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... mi sembra strano che la paga fosse di 4 reali al giorno.... mi risulta che in quel periodo prendessero di meno, almeno nei conti in lire piemontesi... scrivo ciò che srive Romeo in "Vive le Roy de Sardaigne, regiment d'ordonnance national piemont 1793/1800" , una pubblicazione che parla appunto del Reggimento Piemonte.... "... Il soldato riceveva 18 soldi giornalieri, pagati in contanti, in tre rate (decadi): esattamente il primo, l'undicesimo ed il ventunesimo giorno del mese. Con questa cifra il soldato doveva provvedere al vitto ed a eventuali extra come tabacco,vino ed altri beni superflui. Lo statocontribuiva corrispondendo a sua volta : letto,legna per riscaldarsi ed una razione di pane pari a circa 700/800 gr giornalieri...." sempre da quella fonte trascrivo il prezzo di alcuni oggetti di uso comune... pane soldi 3 denari 4 per libbra (3etti e 1/2 circa) vino soldi 8 per pinta (1,36 litri circa) uova soldi 1 denari 2 cadauno lardo soldi 8 la libbra sale soldi 4 la libbra farina frumento soldi 2 denari 6 la libbra farina di meliga soldi 1 la libbra Olio soldi 7 denari 6 per oncia (circa 30 gr) ... questo è un esempio di cosa costavano le cose allora....2 punti
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Concordo con Francesco... E la prova del nove la faccio io con un altro riferimento di passaggio d'asta dal noto sito, sempre in merito ad un 50 cent. "leoni" 1925 liscio, slabbato MS66, che mi aggiudicai per 125€... Ognuno ha un proprio metro di giudizio (e di spesa), che possa essere giusto o sbagliato, poi è un altro paio di maniche, ma metteteci i fattori emozionali a cui faceva riferimenti il buon @@vwgolf, e di probabile (in)esperienza. Un saluto a tutti2 punti
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inizio a postare le monete di side in un thread unico 1) AE13 3secolo BC athena e melograno ? 2) AE18 Nerone , athena che avanza a sinistra 3) Ae20 Adrianao , athena che avanza a sinistra 4) Ae33 Philipp II , athena con albero d olivo come al solito considerazioni storiche valutazioni valore dell epoca son benvenute dopo posto il resto1 punto
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Salve a tutti, volevo mostrarvi l' ultima arrivata in collezione ; i fondi sono lucidi, quasi come se fossero a specchio, le foto la penalizzano. Che ne pensate? :)1 punto
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Giorni fà sono venuto in possesso di questa bellissima medaglia coniata a Milano dalla Johnson, essa misura mm. 34,5 x 28,5 (suddette dimensioni riguardano il solo tondello, escluso l'appiccagnolo), da alcune ricerche risulta che Francesco Saverio Maria Bianchi era nominato l'Apostolo di Napoli, vissuto a cavallo tra il '700 e l'800, insegnò all'università di Napoli dal 1778, fu anche confessore del re Carlo Emanuele IV di Savoia e della moglie Maria Clotilde. Personaggio dal grande carisma e rispettabilissimo, venne beatificato da leone XIII nel 1893, volevo chiedere a voi esperti se la medaglia potrebbe essere stata coniata nel 1893 per suddetto avvenimento, confermate? Volevo inoltre chiedervi se avete un riferimento all'opera di Rodolfo Martini e se una simile era presente nella collezione Tam, sapete dirmi anche se rara? Grazie mille ed anticipatamente a chiunque vorrà rispondermi. Ultimamente mi sto dedicando alle medaglie devozionali dell'Italia Meridionale, questa in allegato venne coniata a Milano negli stabilimenti Johnson ma il santo effigiato è napoletanissimo, quindi la tengo ....... :angel: . Di seguito la biografia tratta da Wikipedia. "Francesco Saverio Maria Bianchi, detto l'Apostolo di Napoli (Arpino, 2 dicembre 1743 – Napoli, 31 gennaio 1815), è stato un sacerdote italiano dell'ordine dei Chierici Regolari di San Paolo, direttore spirituale di numerosi illustri personaggi del suo tempo: papa Pio XII lo ha proclamato santo nel 1951. BiografiaNato ad Arpino nel 1743, venne educato nel locale "Collegio dei Santi Carlo e Filippo" dei padri Barnabiti. Intraprese gli studi giuridici a Napoli ma, vinta la resistenza dei genitori, volle farsi sacerdote e nel 1762 entrò nell’Ordine dei Barnabiti. Fece il suo Noviziato a Zagarolo, nel Collegio annesso alla Chiesa della SS.ma Annunziata, professando i voti il 27 dicembre 1763. Proseguì gli studia a Macerata, poi a Roma e infine a Napoli, dove fu ordinato sacerdote nel 1767. Insegnò nel Collegio di Arpino per circa due anni e fu poi inviato al "Collegio San Carlo" di Napoli, dove insegnò filosofia e matematica. La sua vasta cultura gli permise di ricoprire incarichi via via più importanti. Dal 1778 venne chiamato ad insegnare nell'Università di Napoli e l'anno seguente divenne socio della Reale Accademia di Scienze e Lettere. L'intensa attività nell'ambito culturale non gli impedì però di vivere in sintonia con la sua vocazione religiosa. Continuò sempre a svolgere importanti incarichi nella sua Congregazione e a farsi promotore di opere di carità, tanto da essere molto stimato nella capitale partenopea. Con il trascorrere degli anni la sua vocazione si orientò verso il misticismo. I suoi biografi fanno iniziare questo periodo a partire dalla Pentecoste del 1800, quando si trovò in estasi davanti al Santissimo Sacramento. La sua fama di santità crebbe anche per la coraggiosa sopportazione di un male misterioso alle gambe che lo costrinse su una poltrona negli ultimi tredici anni di vita. Fu confessore di Carlo Emanuele IV di Savoia, di sua moglie Maria Clotilde e di numerosi cardinali e vescovi. Da lui traggono consigli spirituali santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe e tanti altri. La sua fama lo portò ad essere chiamato "santo" e "Apostolo di Napoli" mentre era ancora in vita e si disse che un suo gesto di benedizione avesse fermato la lava del Vesuvio durante le eruzioni di 1804 e 1805. Negli ultimi tre anni il suo male si aggravò, le sue gambe si riempirono di piaghe fino ad impedirgli ogni movimento. Morì il 31 gennaio 1815. Papa Leone XIII lo beatificò il 22 gennaio 1893 e papa Pio XII lo canonizzò il 21 ottobre 1951. Le sue spoglie sono conservate nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio a Napoli. Memoria liturgica il 31 gennaio.""1 punto
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l etiopia e` l unico paese della regione che e` cattolico da sempre in realta` anche in egitto ci sono i copti ma sono la minoranza per me son pendenti , forse 1800-19001 punto
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Anche questo non è male. Impero Asburgico Leopoldo I - 1658-1705 XV kreuzer1 punto
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Monete molto belle Linda, veramente complimenti. Mi piace questo bel colore che hanno.. io non ce la faccio a collezionare monete così! Ho il terrore di rovinarle anche solo col pensiero !!1 punto
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come al solito bella ha anche una bella patina che ricorda la patina spagnola che si forma sulle monete romane trovate in spagna patina che si forma in terreni poveri di acqua1 punto
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Prendila con le molle... Sembrerebbe un 3 cagliaresi per Filippo III coniato a Cagliari, ma non trovo corrispondenza con la legenda (o con quello che si vede della legenda). Non vorrei si trattasse di uno dei falsi d'epoca di questa moneta...1 punto
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scusate...ma il problema dove stà che non lo capisco?? la moneta è autentica e a prescindere se è bella o brutta se piace o meno se la comprereste o meno...il venditore ha applicato il prezzo pieno di catalogo...il compratore (magari uno di quelli che prende alla lettera ciò che dice il catalogo come fosse una bibbia) ha accettato...chiuso...non c'è niente da discutere a mio avviso...ognuno spende i soldi come meglio crede anche io se mi pagassero 400 euro per una moneta che vale al massimo poche decine di euro la cederei al volo senza neanche starci tanto a pensare...non facciamo i moralisti ;)1 punto
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La metto io, così facciamo prima, credo le carichi dal cellulare, il formato è strano. Ciao, Giò1 punto
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Posto gli ultimi ritrovamenti.... Taglio: 2€ Nazione: Spagna Anno: 2005 Tiratura: 3.947.077 Condizioni: BB Città: Conegliano (TV) Taglio: 2€ Nazione: Austria Anno: 2004 Tiratura: 2.500.000 Condizioni: BB Città: Conegliano (TV) Taglio: 2€ cc Nazione: Slovenia Anno: 2011 Tiratura: 971.000 Condizioni: BB Città: Conegliano (TV) Taglio: 50 cent Nazione: Vaticano Anno: 2010 Tiratura: 2.190.704 Condizioni: SPL Città: Conegliano (TV) Taglio: 50 cent Nazione: Vaticano Anno: 2012 Tiratura: 1.604.690 Condizioni: qFDC Città: Conegliano (TV) Taglio: 50 cent Nazione: Irlanda Anno: 2008 Tiratura: 1.122.371 Condizioni: SPL Città: Conegliano (TV) Taglio: 10 cent Nazione: Lussemburgo Anno: 2007 Tiratura: 5.000.000 Condizioni: SPL Città: Conegliano (TV) Taglio: 5 cent Nazione: Grecia - F Anno: 2002 Tiratura: 90.000.000 Condizioni: BB Città: Conegliano (TV)1 punto
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Mi dispiace moltissimo, sei un punto di riferimento qui sul forum e soprattutto il cercatore di euro per eccellenza. Spero che potrai tornare ogni tanto a trovarci.1 punto
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bella medaglia credo si riferisca alla battaglia di alfonso I°del portogallo contro la propria madre primo passo verso l'indipendenza del portogallo dalla dominazione di castiglia e leon papa alessandro III fu il primo nel 1179 a riconoscerlo re del portogallo di seguito una monetina piu vecchia di un secolo del suo sucessore dinis 1279-13251 punto
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@@alessandro1970 Spero che tu intenda sospendere................ Non ci conosciamo di persona ma per me sarebbe come perdere un amico. Ti Auguro ogni bene Alessandro Spero a Presto Ciao Marco1 punto
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poi se devi sempre rispondere così in modo polemico a chi ti da una mano (anche magari in tono scherzoso) poi a lungo andare troverai poche persone disposte ad aiutarti1 punto
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In appendice al summenzionato articolo vi è un'appendice (senza firma ma del Traina) che riguarda il simbolo di zecca (catene) presente su questo grosso. A voi i commenti.1 punto
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ci sono degli autobus che si fermano vicino all'ente fiera, li è zona industrale e la fermata c'è, lavoravo a pochi metri dalle fiere http://www.tempi.piacenza.it/trasporto_pubblico/orari/invernale/OnginaInvernale2012_2013.pdf questa è la linea che si ferma come scritta sull'autobus devi cercare quello che indica Casteldardo o busseto linea E56 dalla stazione per andare all'ente fiera pag 65 http://www.tempi.piacenza.it/trasporto_pubblico/orari/invernale/guidaseta2012-2013.pdf1 punto
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A mio avviso si tratta di un campione di una medaglia e il numero di serie al retro lo conferma. Negli ultimi dieci anni sono apparsi sul mercato molti magazzini e rimanenze di storiche fabbriche di medaglie. Ho visto lotti di lamierini, prove di conio, medaglie da patinare, solo dritti o solo rovesci. Se prende ad esempio l'opuscolo del cmapionario della Nelli di firenze che ha coniato fino alla seconda guerra mondiale troverà diverse medaglie come la sua, generiche con in alto nella pagina la dicitura 'medaglie premio'. saluti1 punto
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Salve, è possibile creare un catalogo online di banconote italiane come esiste gia per le monete? Maurizio.1 punto
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Ciao, Aspetto il prossimo lavoro, magari incentrato su armi ed armature. ... gli elmi che ho fotografato almeno invoglieranno Illyricum nell'aprire un'altra discussione e così continuare ad affascinarci con notizie interessanti e di non facile reperibilità. Ci penserò, non prometto niente ma le appunto tra i "progetti Forum". A tal proposito bolle qualcosa in pentola con altri utenti e forse dovrò finalizzare il (poco rispetto all'auspicato) tempo libero in questo progetto. Al momento ancora "TOP SECRET" ma in via di formulazione... Ciao e ancora grazie Illyricum :)1 punto
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Salve Non ho trovato il topo in questo 'serraglio' e così provvedo con una mia mia dramma di Alessandro Magno.. Macedonian Kingdom, Alexander III AR Drachm (4,31 g). Lampsakos mint, struck 310-301 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin headdress / ALEXANDROU, Zeus seated left, holding eagle and sceptre; mouse in left field. Price 1427 - Müller 654. apollonia1 punto
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A prescindere dal fatto che immettere denaro circolante aiuti l'economia o meno (potremmo aprire un dibattito ma non è questa la sede), il fatto che secondo te l'iniezione di denaro possa avvenire sia da una zecca riconosciuta sia da una zecca privata (un falsario) dimostra che non hai la più pallida idea di come funzioni un sistema economico. PS: temo comunque che tutti questi messaggi non possano convincerti perchè da come scrivi sei uno di quei complottisti del signoraggio che Grillo anni fa capeggiava (oggi si è dovuto rivedere pure lui, come abbiamo potuto notare).1 punto
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Pensala come vuoi, ma , visto che il tuo punto di vista l'hai già espresso in più interventi , sinceramente io preferirei che non continui a ripetere i tuoi ragionamenti . io rimango esterrefatto di quello che scrivi ma io preferisco scrivere e leggere argomenti inerenti alla numismatica.1 punto
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Qualche utente mi ha chiesto di continuare e concludere la discussione, ci provo col prossimo caso, che sembra più evidente perchè le monete ci sono effettivamente. PISA ( RIGLIONE ), 1363 L'episodio in questione rientra ancora tra le continuate lotte tra Pisani e Fiorentini ; Piero da Farnese, abile soldato fiorentino conduce una spedizione nel pisano che risulta alla fine vittoriosa. Siamo nel maggio del 1363, successivamente il Farnese, che evidentemente ci aveva preso gusto ritorna e rioccupa il teritorio pisano. Matteo Villani lo racconta così : " ciò fatto, il capitano a Rignone ( la moderna Riglione ) e allo Spedaluzzo ( moderno Spedaletto ), fè battere moneta dell'oro e d'argento e di quattrini : in quella d'argento sotto i piè di San Giovanni sta una volpe a rovescio". Simone della Tosa in una cronaca del XIV secolo ci fornisce addirittura le date dell'emissione aggiungendo " vi fece battere la moneta del Comune di Firenze, ciò furono fiorini e grossi, e dodicini, con una volpe sotto i piedi del San Giovanni." In questo caso abbiamo la registrazione della zecca con i pagamenti fatti per la preparazione di coni speciali marcati con una volpe affiche' le truppe fiorentine potessero battere moneta. Grierson ritiene che i coni fossero quelli usati per battere le normali coniazioni, perchè probabilmente la zecca non voleva esssere troppo coinvolta in queste emissioni. Le monete identificate e pervenute sono grossi guelfi che erano le monete del tempo in argento. L'emissione fiorentina del 1363 e quella speciale di Riglione portano il segno di Nicolò di Zucchero che nel semestre del 1363 era incaricato per la monetazione d'argento. L'emissione di Riglione avrebbero una volpe, capovolta e forse morta, sotti i piedi del santo, moneta che Grierson riproduce con immagini, ma estremamente rara. Il significato della volpe fu oggetto di interpretazioni da parte di diversi storici, tra le altri, la volpe morta potrebbe rappresentare i Pisani sconfitti, o come lo stesso Dante allude si potrebbe riferire" alle volpi pisane ", espressione usata dai fiorentini per indicare gli odiati vicini, o versione meno accreditata un particolare delle armi del Farnese. L'Orsini a tal proposito fa notare che lo scudo sulla tomba di Piero da Farnese nel Duomo mostri nella parte alta una volpe morta capovolta. Bibliografia : 1) Orsini I., Storia delle monete della Repubblica Fiorentina, Firenze, 1760 2) Ed. D.M. Manni, in Chronichette antiche, Firenze, 1733 3) Historia Florentina, VIII, a. 1363, ed. E. Santini e C. de Pierro, nella edizione di Muratori, Rer. Ital. Script., XIX, 3, Città di Castello, 1914-26, 202 4) Historie Florentine, XII, ed. F. Ranelli, III, Firenze, 1847, 118-1191 punto
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Certo è che se nelle prossime aste verranno proposti pezzi come questo battuto nella Stack’s Bowers and Ponterio di gennaio a 1.200 USD, il prezzo della stima quando quello di base era 720 USD, sarà dura aggiudicarsi qualcosa alla base o giù di lì. MACEDONIA. Kingdom of Macedon. Alexander III The Great (336-323 B.C). AR Tetradrachm (17.17 gms), Rhodes Mint, ca. 201-190 B.C. Price-2509. Head of Herakles wearing lion's scalp right; Reverse: Zeus seated left holding scepter and extending eagle, rose on "PO" to left, monogram below throne. Well centered on broad planchet. Lustrous. NEARLY MINT STATE. apollonia1 punto
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Esatto, anche per me è stato lo stesso, quando si apre l'album e vedo tutte quelle monete accumulate nel tempo mi sale un senso di fierezza :lollarge: credo che questa fierezza sia un sentimento che tutti i collezionisti provino almeno una volta nella vita.1 punto
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Passando all’ambito numismatico il discorso si fa, come al solito, molto complesso, con ipotesi divergenti non solo sulla cronologia ma anche sulla pertinenza e significato etnico-politico delle due differenti monetazioni, fusa e coniata. La logica suggerisce che la serie monetale fusa nacque per diretto impulso di Roma (secondo un’opinione che oggi è comunque condivisa dalla critica specialistica, specialmente ad opera di Ercolani Cocchi), ma al contempo deve essere ricondotta al novero delle varie iniziative civili promosse dalla comunità latino-italica stanziata sul posto prima della fondazione della colonia. Abbiamo già visto come nel quindicennio che precedette l’ufficiale deduzione di Ariminum il centro si era già dotato di stabili abitazioni e forse anche di officine ceramiche e quindi poteva dotarsi anche delle attrezzature per l’emissione di aes grave: monete fuse ancora anonime ma chiaramente connotate nella loro appartenenza geopolitica, grazie all’effige del Gallo apposta sul diritto e ai simboli marinari dei rovesci, tali da assecondare gli interessi economici dei Romani in questo settore litoraneo dell’ager Gallicus ormai sottomesso. Una riserva che fu avanzata era di tipo cronologico, ipotizzando, come fa il Gorini (e anche il Braccesi), che la serie fusa doveva essere per forza posteriore al 264 a.C., dopo la deduzione della colonia. La loro opinione era che le deboli testimonianze archeologiche connesse alla fase precoloniale facevano pensare che mancasse un vero centro abitato organizzato e quindi ancora privo di un’autorità politica e di una dimensione statale tali da consentire di produrre moneta. In realtà il Gorini stranamente non considera i dati offerti dagli scavi a palazzo Massani, che hanno evidenziato una chiara stratigrafia. I depositi terrosi che si riferiscono al periodo 268-265 a.C. hanno restituito due litre romano-campane (emesse prima del 269-268 a.C.), due bronzetti di Neapolis databili dal 270 a.C. e un teruncius ariminese fuso di 115 g (è interessante osservare che nel vicino Museo di Ravenna sono conservati molti esemplari di bronzo provenienti dalla Campania, soprattutto Neapolis, rivelando frequenti flussi provenienti dall’Italia meridionale ancora in una fase precedente il diretto interessamento romano). Solo strati superiori, che vanno dalla seconda metà del III secolo alla metà del II secolo a.C., senza ulteriore possibilità di ulteriore definizione, hanno restituito monete romane. Le più antiche monete fuse romane trovate a Rimini sono desumibile solo da dati bibliografici sembrano essere della serie pesante di Apollo/Apollo, mentre è attestato il rinvenimento negli scavi sotto le cantine del palazzo Pugliesi di un quadrante della serie Roma/Roma (Cr. 21/4, 269-266 a.C.) abbinato intenzionalmente a un biunx di Ariminum: il contesto, seppure da scavi vecchi (di fine ottocento), è stato inquadrato all’inizio della colonia latina. Il piede ponderale di Ariminum è di circa 380 g e appare in linea con quella di Hatria (fondata nel 289 a.C. !!!) e dei Vestini. Di contro Firmum (colonia fondata nel 264 a.C.) appare seguire un piede diverso, apparentemente la libbra di 272 g e quindi una libbra già più “romana” e forse anche una suddivisione di tipo duodecimale (anche se sono pochi pezzi noti per poter ricostruire con più sicurezza il relativo piede monetale). L’utilizzazione di un simile piede ponderale, a circolazione locale, indica che i Romani si adeguarono alla particolare realtà del territorio, secondo un processo comunque già attestato anche per i fenomeni monetali dell’Italia meridionale. “Si trattava di una moneta ad uso limitato, locale, con prevalente carattere di riserva di valore, strumento di grossi pagamenti, possibilmente in connessione a pagamenti alla truppa, spartizioni di bottino, assegnazioni di capitali, mentre solo i nominali minori rivestirono probabilmente una effettiva funzione di scambio, che ne consentì una più lunga sopravvivenza” (Ercolani Cocchi, 2004). Che significato dare alla testa di Gallo sulle monete fuse? Se ipotizziamo una emissione fatta localmente da genti prevalentemente latine e umbre, su input romano, circa 15 anni prima della deduzione coloniale, vediamo che si era all’indomani della storica battaglia del Sentino e rapida colonizzazione di Hatria (che usò però l’etnico HAT) e tale avamposto, che già iniziava a dotarsi di stabili infrastrutture e abitazioni, utilizzò l’effige del Gallo per “scegliere un emblema in grado di sintetizzare un avvenimento di forte impatto psicologico, sottolineando la forza bellicosa e la pericolosità del nemico sconfitto, suggerendo contemporaneamente l’opportunità, derivante dal perdurare della minaccia, di proseguire l’espansione nell’Italia Settentrionale. Lo stesso genere di messaggio che, sottolineando gli aspetti di ferocia e aggressività del nemico sconfitto, esalta la capacità del vincitore, verrà affidato ai tipi delle emissioni di denari prodotte fra il 48 e il 46 a.C. per ricordare le vittorie di Cesare in Gallia. I tipi del rovescio dei nominali minori, con la loro tematica marittima: delfino, conchiglia, prua di nave, rientrano invece in una tipologia ricorrente anche per i nominali minori di altre serie di aes grave, che doveva ampliarne l’accettabilità, anche in vista della maggiore possibilità di effettiva circolazione, la tematica marittima si rivelava inoltre perfettamente aderente all’area dell’emissione” (Ercolani Cocchi, 2004). L’assenza dell’etnico sulle fuse di Ariminum depone ulteriormente a favore dell’ipotesi che siano un’emissione anteriore alla deduzione della colonia. L’origine del peso di ca. 380 g, come già scritto in precedenti posts, risale forse al V secolo a.C. per la presenza di pesi ponderali in pietra a Marzabotto, ma che appartiene probabilmente a substrati della fase villanoviana, come dimostra la stessa diffusione adriatica. Appare evidente che le unità ponderali, legate allo scambio metallico a peso, tendono a sopravvivere a lungo, anche per questi esemplari che sono fusi sulla base del pieno peso e quindi senza un plus valore. Per rispondere a Vincenzo, appare chiaro che siamo ancora in una fase in cui la moneta romana ancora non si era diffusa ed era ancora allo stadio di “romano-campane” per la parte coniata e di assi librali che, guarda caso arrivavano anche a quasi 400 grammi, anche se la media ponderale appare più bassa, come nel caso della serie Apollo/Apollo (Cr. 18, correttamente attribuita dal Crawford al 275-270 a.C., anno più anno meno…..). Domani affronterò il problema della serie coniata, per certi versi più complesso… (continua)1 punto
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esatto c e` il diritto di prelazione e lo stato o un ente di diritto pubblico ha la facolta di comprare il pezzo o il ripostiglio al prezzo di mercato cosa che facilita` l emersione dei ritrovamenti questo e` il 7 ritrovamento importante del 2012 che e` avvenuto nell archeologicamente povera inghilterra quanta roba e` stata trovata ed e` emersa in italia ? meditate gente meditate1 punto
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Secondo me l'errore di base è proprio nella tua premesa... Provo a riscrivere quello che , secondo me, senza pregiudiziali, dovrebbe /potrebbe succedere a rigor di logica comune e non poliziesca. il socio del circolo...caspita, si tratta di un supersolido di Marcello I imperatore, conosciuto in tre esemplari nel mondo.... Meno male che è venuto nel posto giusto per farsela classificare da gente del ramo...Mi pare che non ci sia nulla di strano, anzi, è una scelta logica da parte del detentore della moneta.. il compro oro.....caspita, pesa 170 grammi..... Cavoli, chissà se vale di più l'oro o ha valore numismatico..aspetta che chaimo il mio amico Tizio che ha un negozio di numismatica, stai a vedere che faccio l'affare della vita e compro a peso una moneta che cosrta un sacco di soldi..sarà un coglione che l'ha ereditata e neanche sa cosa ha tra le mani... il titolare del negozio di numismatica......mamma mia che vedo... Porca miseria , e ora chissà quanto mi chiederà...chissà se riesco a comprargliela ad una cifra conveniente..magari l'ha ereditata e ci sta che sul cartellino ci sia un prezzo vecchio o magari, se proprio ho fortuna, chi l'ha lasciata è uno di quelli che scriveva una cifra inferiore per non far incazzare la moglie..speriamo.. il distinto signore per strada....che bell'oggetto Si, mo' stai a vedere che questo quì mi ha preso per scemo e mi vuol fare il giochetto del pacco con l'oro di Napoli,,ma vattene..che pensi che abbia la sveglia al collo? un curatore di un sito numismatico, magari archeologo...accidenti che esemplare.... Porca vacca..! Ma questa quì dovrebbe essere in un museo, altro che in mani private..sempre questi collezionisti che disperdono il patrimonio pubblico...eh, averci i soldi per farla acquisire al museo sarebbebello..quasi quasi gli faccio fare un controllo sulla provenienza, che se salta fuori qualcosa di irregolare la confiscano e la mettono in un monetiere... Come vedi la questione è molto articolata e a parte il signore per la strada, nessuno degli altri attori vedrebbe nulla di strano nell'essere interpellato essendo tutti abbondantemente qualificati, agli occhi del proponenete, come ottimi giudici del valore del pezzo.. La seconda fase, chiaramente, sarebbe chiedere come l'ha avuta, per ovvie ragioni e di etica e di strategia commerciale, perché se la risposta è " l'ho ereditata" allora per il numismatico, per il compro oro e per il socio del circolo, si aprono possibilità di acquistarla ad un prezzo conveniente...se invece la risposta è " l'ho acquistata in asta" allora addio occasione perchè chi l'ha sa benissimo cosa è e quanto vale....non solo: entrambe queste risposte, intrinsecamente, escludono la provenienza dolosa, quindi , una volta che il proponenete firma i necessari documenti, perché dovrebbero ipotiozzare qualcios'altro che non sia quello di cui hanno le evidenze documentali? Quindi, il solo a cui si dovrebbero rizzare le orecchie è ancora una volta il distinto signore fermato per strada in quanto avulso dal contesto numismatico o antiquariale a cui il pezzo compete. Per ultimo il curatore che si farebbe spiegare per filo e per segno la provenienza, ma per ripiccca cerchereebbe lo stesso di trovare qualcosa a cui attaccarsi per farla sequestrare... Quindi, se a te invece pare di riscontrare qualcosa di sospetto in una persona che porta un qualsiasi pezzo in suo possesso a far stimare nei luoghi e dalle organizzazioni preposte, senza che tui abbia niente che possa farti valutare il pezzo stesso, per i suoi intrinseci aspetti, di provenienza illegale, e di questo vuoi anche convincerci che sia il pensare corretto e comune a tutti i PG, allora ho paura che tu abbia una ben strana visione dei collezionisti e appassionati di antichità varie e non mi pare proprio un'approccio scevro da forti pregiudizi nei confronti della categoria..e credo anche che questa visione non sia così diffusa tra i tuoi colleghi.. Se invece parliamo del contatto tra possessore e distinto signore al di fuori di un ragionevole e congruo contesto, allora è giusto che ti scatti la molla, ma solo ed escusivamente in questo caso. Negli altri devi sempre partire da in dubito prio reo..fno a prova contraria il supersoido di MArcello I può anche essere mio legalmente e tu non puoi partire dal presupposto che non lo sia perché a te sembra impossibile,,prima ti informi e poi si discute..sennò si fanno i rocessi sommari..1 punto
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Questa moneta dovrebbe essere un Dollaro in ,copper e nichel, Cinese, della dinastia di Daoguang che regnò in quel periodo che c'è scritto sopra 1821-1850. Dovrebbe pesare circa 20 grammi e di diametro circa 39 mm. Non dovrebbe valere quasi niente, penso al di sotto di 6 euro. Su questo link se ti interessa puoi leggere la storia della dinastia etc. Un saluto. http://www.drben.net/ChinaReport/Sources/History/Qing/Descendancy_Summary_Qing_Dynasty_1644-1911AD.html1 punto
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E' una domanda più che lecita che mi sento di condividere. In uno stato di diritto, garantista, quale il nostro dovrebbe essere, la presunzione d'innocenza deve essere al primo posto fino a prova contraria o finchè non lo stabilisca un giudice. Pensare che siano tutti delinquenti ha portato tante brave persone a trovarsi in situazioni che dire kafkiane è dire poco. E il nostro Antonio è solo l'ultimo caso.1 punto
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Ottima disamina Caio Ottavio, l'iconografia di questo denario in effetti è parecchio dibattuta. Come hai già detto, esistono principalmente due teorie interpretative: 1) Al dritto Acca Larentia ed al rovescio le Ninfe Querquetulane 2) Al dritto Diana Nemorensis ed al rovescio la triade Diana Selene ed Ecate La raffigurazione del dritto è purtroppo totalmente priva di quegli attributi utili a darci una qualche certezza ed è quindi molto importante concentrarci sulla più ricca rappresentazione del rovescio. Secondo il mio parere, l'attenzione va posta sulle due figure laterali, quella di destra regge un fiore e su questo non ci sono dubbi, mentre l'oggetto tenuto da quella di sinistra è stato visto anch'esso come un fiore oppure come un arco. Da questo piccolo ma sufficientemente rappresentativo confronto l'impressione che si ha è che non sempre pare possibile riconoscere un fiore mentre, di contro, in tutti i casi credo proprio sia possibile vedere le linee essenziali di un arco. I dubbi interpretativi nascono evidentemente da quelle tipologie di conio ove sono presenti delle decorazioni ai puntali dei flettenti, simili a quelle che appaiono anche in altre tipologie monetali . Sono piuttosto convinto che l'attributo della figura di sinistra sia un arco e non un fiore, ma questo elemento, seppur importante, non è il solo che deve essere tenuto in considerazione. Il fiore tenuto dalla figura di destra è infatti altrettanto importante e trova una spiegazione non solo se visto come un emblematico attributo di una ninfa, ma anche se associato alle peculiarità di Ecate. Indubbiamente quest'ultima divinità ctonia e psicopompa è maggiormente attestata con una fiaccola, una chiave, un serpente o un cane, ma nella sua sfera di influenza e tra i suoi attributi rientrano anche quei fiori veleniferi in grado di procurare la morte (l'aconito su tutti). Altro elemento a sostegno della tesi che vede nell'iconografia un richiamo al culto Diana Nemorensis è costituito dal rinvenimento, citato dall'Alföldi, ripreso dallo Zehnacker (p.520) e ribadito dalla Ghini e dalla Diosono (Il santurario di Diana a Nemi: recenti acquisizioni dai nuovi scavi - Rivista di antichità, volume speciale 2012) di una base circolare recante l'iscrizione M.IVLIVS.M-F.M.ACCOLEIVS.M.F.AED.D.S.S , attestante le presunte origini aricine della gens Accoleia. Ecco esposti gli elementi sui quali si basa l'altra ipotesi che, unitamente all'intervento di Caio Ottavio, ci consentono di avere un quadro più completo della situazione. Naturalmente ci sono ancora alcuni punti, anche piuttosto impegnativi, degni di ulteriori approfondimenti ;).1 punto
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Noto con molto piacere che questa discussione ha avuto molte visite e molte preferenze da parte di molti lamonetiani e questo mi gratifica. La moneta di oggi è: NAPOLI CARLO DI BORBONE(1734-1759) 5 Grana o Mezzo Carlino 1756 AG D/Busto del Re a destra;attorno CAR D G VTR SIC REX,sotto I A R/L'Abbondanza che sparge monete;ai lati M M Il contorno reca trecce in rilievo PANNUTI E RICCIO 46 CNI 133 Questa piccola moneta è trascurata dai collezionisti di monete napoletane ed oggi voglio renderle l'onore che merita,postandola in questa discussione. La foto è stata presa dall'asta n°92 della casa d'aste belga JEAN ELSEN & SES FILS SA ,il lotto era il 1196 Carlo di Borbone (Madrid, 20 gennaio 1716 - Madrid, 14 dicembre 1788), figlio di Filippo V di Spagna ed Elisabetta Farnese duchessa di Parma e Piacenza. Fu duca di Parma dal 26 febbraio 1731 al 1735 con il nome di Carlo I di Parma, Re di Napoli e Sicilia dal 1735 al 1759 con il semplice nome di Carlo (era Carlo VII secondo l'investitura papale, ma volle, in opposizione a questa, proclamarsi Re "senza numerazione specifica" per marcare una discontinuità sia con il regno angioino che con il precedente Vicereame spagnolo), fu infine Re di Spagna dal 1759 al 1788 con il nome di Carlo III di Spagna. Viene talvolta anche designato erroneamente come Carlo III di Napoli, sebbene questo titolo spetti in realtà al molto precedente Carlo d'Angiò-Durazzo, Re d'Ungheria col nome di Carlo II e Re di Napoli dal 1382 al 1386 col titolo, appunto, di Carlo III di Napoli. È ricordato principalmente per il suo periodo come Re di Napoli, in quanto fondatore della dinastia borbonica a Napoli e Sicilia e in quanto riuscì a "donare" al regno l'indipendenza dopo oltre due secoli di dominazione straniera, prima spagnola e poi austriaca. Carlo di Borbone, già con la nascita risultò essere pretendente da parte di madre (Elisabetta Farnese era nipote di una Medici) ad uno stato italiano che comprendesse il Ducato di Parma e Piacenza ed eventualmente anche i domini dei Medici, in caso di estinzione del ramo diretto. Elisabetta riuscì a garantire al figlio il Ducato di Parma nel 1732, sotto la tutela della nonna; nel frattempo l'anno precedente Carlo si era dichiarato "gran Principe ereditario" del Granducato di Toscana, essendo ormai certa l'estinzione di Casa Medici, e Gian Gastone de' Medici, ultimo Granduca ancora vivente, ne fu nominato co-tutore. La sua storia cambiò a causa dell'inizio della Guerra di successione polacca: infatti Elisabetta mise il figlio a capo di un esercito in Italia e lo inviò alla conquista del Regno di Napoli, dal 1707 in mano agli Asburgo. Il 20 gennaio 1734 Carlo si dichiarò "maggiorenne" (cioè fuori tutela) iniziando così la sua marcia verso Napoli. Da Monterotondo lanciò un proclama di Filippo V ai napoletani e il 10 maggio fece il suo ingresso in città. Alcuni giorni dopo giunse da Madrid l'atto con cui Filippo V cedeva al figlio tutti i diritti regali sul Regno conquistato. Napoli ebbe così di fatto, dopo oltre due secoli di dominazione straniera, nuovamente un "proprio" Re. Successivamente, il 25 maggio 1734, Carlo sconfisse definitivamente gli austriaci a Bitonto, conquistò poi la Sicilia e il 2 gennaio 1735 assunse il titolo di Re di Napoli "senza numerazione specifica"; in luglio venne incoronato a Palermo anche Re di Sicilia. Nel frattempo, con decreto dell'8 giugno 1735, provvide ad istituire un nuovo organo con funzioni consultive e giurisdizionali: la Real Camera di Santa Chiara. La fine della Guerra di successione polacca nel 1738, se da un lato "formalizzò" la conquista dei regni di Napoli e Sicilia, d'altro canto comportò la conquista del Ducato di Parma e della Toscana da parte asburgica (la Toscana passò definitivamente agli Asburgo-Lorena, mentre il Ducato sarebbe stato affidato, con la Pace di Aquisgrana del 1748 (che pose fine alla Guerra di successione austriaca), al fratello minore di Carlo, Filippo, che dava così inizio alla casata dei "Borbone di Parma"). Nel frattempo, a Napoli, Carlo governava mediante un Consiglio di Stato composto da ministri voluti dai genitori, e quindi influenzati da Madrid (tra questi il Conte di Santisteban, il Marchese di Montealegre, Bernardo Tanucci, il Brancaccio). Durante la Guerra di successione austriaca, Carlo mandò nel 1742 un esercito in Lombardia in aiuto dei franco-spagnoli (dove regnavano gli altri "rami" della famiglia Borbone), ma quando una flotta inglese apparve nel golfo di Napoli minacciando di bombardare la città decise di ritirare il corpo, suscitando le ire di Parigi e Madrid. Poté riscattarsi nel 1744, quando sconfisse un esercito austriaco a Velletri, ponendo fine per sempre alle pretese austriache su Napoli. Con la fine di questa guerra il Regno iniziò realmente ad essere indipendente a tutti gli effetti. Ciò divenne ancor più chiaro nel 1746, con la morte di Filippo V di Spagna e con la messa in disparte dei ministri maggiormente legati a Madrid. A questo punto le uniche minacce al Regno erano di carattere "dinastico". Infatti Carlo era destinato a succedere al fratellastro Ferdinando VI sul trono di Spagna, in quanto questi era senza eredi maschi e le grandi potenze, con la Lega di Aranjuez e il Trattato di Vienna, avevano stabilito che il Regno di Napoli passasse al Duca di Parma e Piacenza Filippo di Borbone, e i due Ducati venissero divisi rispettivamente tra l'Austria e i Savoia. In pratica, Carlo rischiava, per salire al trono di Madrid, di perdere il regno appena conquistato. Carlo lavorò perché ciò non accadesse: e in effetti vi riuscì, favorito da situazioni internazionali. Dopo cinque figlie femmine, la moglie Maria Amalia di Sassonia gli diede il primo maschio, purtroppo incapace mentale; ma poi vennero altri quattro maschi (Carlo Antonio, Ferdinando, Gabriele e Francesco Saverio), e in tal maniera la successione fu assicurata. Quando nel 1759 morì Ferdinando VI di Spagna, Carlo gli successe sul trono di Madrid con il nome di Carlo III e, rinunciando alle corone di Napoli e Sicilia, le assegnò al terzogenito maschio Ferdinando, di soli otto anni (il secondogenito Carlo Antonio lo seguì infatti in Spagna come erede al trono). Ciò era già previsto dalle norme ereditarie borboniche; Carlo avvalorò tale divisione promulgando la prammatica sanzione del 6 ottobre 1759 con la quale egli, divenuto Re di Spagna, sanciva definitivamente la divisione delle due case reali. La reggenza venne affidata a otto ministri, fra cui il Tanucci, primo ministro e ministro degli esteri, ma sempre sotto il controllo di Carlo dalla Spagna. Gli ultimi anni della sua vita saranno amareggiati dalla discordia con il figlio a Napoli, ed in particolare con la nuora, Maria Carolina, figlia dell'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo, decisa a limitare l'influenza spagnola (e quindi di Carlo di Borbone) nella corte di Napoli. Fra le iniziative commerciali, per sollevare il Regno dalle difficili condizioni economiche, Carlo istituì la Giunta di Commercio, intavolò trattative con turchi, svedesi, francesi e olandesi, istituì una compagnia di assicurazioni e prese provvedimenti per la difesa del patrimonio forestale, cercò di cominciare a sfruttare le risorse minerarie, istituì consolati e monti frumentari. Oggi sono per noi visibili soprattutto molte delle sue realizzazioni nel campo dell'edilizia pubblica, in particolare a Napoli, che tendevano a fare di questa città una capitale ai livelli europei. Tra queste sicuramente vanno annoverate il restauro del Palazzo Reale di Napoli e la costruzione della splendida Reggia di Caserta, la Reggia di Portici, il Teatro San Carlo (realizzato in 270 giorni), il Palazzo Reale e il bosco di Capodimonte, il restauro di numerosi porti. Sono da ricordare inoltre il Real Albergo dei Poveri a Napoli, con cui si voleva dare un tetto ed un'occupazione a tutti i poveri del Regno, la creazione della fabbrica di porcellane di Capodimonte, il forte militare del Granatello, la creazione, praticamente da zero, dell'esercito nazionale e della flotta. --Salutoni -odjob1 punto
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