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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/30/13 in Risposte
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Ciao stf. Provo a rispondere a tutte le Tue domande: 1. "Qualcuno può spiegare bene il significato di questa frase (da Wikipedia)? Il bimetallismo integrale: la coniazione dell'oro e dell'argento era libero ed il potere liberatorio era illimitato. Ogni cittadino poteva portare oro e argento alla coniazione ed era parimenti tenuto ad accettare, senza limitazione, le monete d'oro e d'argento nazionali (salvo per le monete divisionali d'argento a 835/... la cui coniazione era riservata allo stato ed il cui potere liberatorio era limitato)". Significa che chiunque poteva portare oro e argento in zecca e ricevere in cambio un quantitativo di moneta equivalente, pagando i diritti di coniazione e, ove il titolo del metallo conferito fosse stato inferiore a quello legale, anche il cosiddetto "diritto di affinazione". Il Potere liberatorio della moneta d'oro e del solo scudo d'argento era illimitato; cioè con tali specie monetali si poteva pagare al creditore qualunque somma. Con la moneta divisionale d'argento, il potere liberatorio era invece limitato a 50 lire verso i privati mentre rimaneva illimitato per il pagamento dei debiti verso lo Stato. Il potere liberatorio della moneta di bronzo scendeva ulteriormente ad un massimo di una lira. 2. "E poi un'altra curiosità: L'UML sanciva la libera circolazione delle monete d'oro (5-10-20-50-100) e d'argento (0,2-0,5-1-2-5). E per le monete di valore inferiore, e quindi in metallo vile, come accadeva? Le Convenzioni della U.M.L. avevano ad oggetto solo le coniazioni in oro e in argento degli Stati contraenti. Pertanto le monete "d'appunto" in bronzo, rame o in altri metalli di ciascun Stato membro, erano del tutto indifferenti agli accordi dell'Unione e ciascuno si regolava come meglio riteneva. Tali monete non erano quindi ammesse alla libera circolazione interstatuale, anche se poi gli Stati che avevano adottato il sistema decimale di origine francese potevano (ma non necessariamente) trovavarsi ad avere le stesse monete "d'appunto" per metallo impiegato e caratteristiche ponderali. "E come mai l'Italia nel 1894-95 ha coiniato i 20 centesimi in nichel quando si sarebbe dovuto usare l'argento? La moneta in nichelio da 20 centesimi venne emessa in un momento di grave penuria di moneta spicciola; in realtà la sua emissione non violava le Convenzioni della U.M.L. perchè intanto essa aveva corso legale solo nel Regno d'Italia e non nei Paesi membri; poi perchè il testo della convenzone stabiliva le caratteristiche delle sole monete d'oro e d'argento ma lasciava gli Stati membri liberi di coniare altra moneta con metalli differenti. Così il nichelino di Umberto va annoverato fra le monete "d'appunto" e non fra quelle oggetto della Convenzione, anche se poi il nominale era uguale a quello della corrispondente moneta d'argento. E i 25 centesimi del 1902-03 non violavano anch'essi lo standard dell'UML? Stesso discorso per l'emissione dei pezzi da 25 centesimi che, a mente del R. Decreto 7 luglio 1901, nr. 302 erano stati coniati per sostituire 30 milioni di lire di moneta di bronzo.emessa prima del 1894. Quindi la vecchia moneta in bronzo, non rientrante negli accordi U.M.L., veniva sostituita da altra moneta d'appunto, (questa volta in nichelio puro), senza che ciò alterasse minimamente il contenuto degli accordi internazionali monetari. Ovviamente, anche la moneta in nichelio puro aveva corso legale solo nel Regno, così come la moneta di bronzo che era andata a sostituire. Saluti. :hi: Michele6 punti
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Ciao Francesco, grazie delle info e complimenti per aver dato seguito alla bella iniziativa. Certamente ti invierò entro oggi l'articolo in word. Quanto al premio... Io sono già abbonato a MA, ho tutta la serie, e certamente rinnoverò la sottoscrizione anche per il 2014. Perciò l'abbonamento da me vinto può andare ad altri. In questo post @@uzifox - che pure disse di voler donare il suo - individuò tre utenti cui assegnarlo (seguendo l'ordine). Allora se il suo andrà a @@coins, il mio potrebbe essere assegnato a @@ggpp The Top. Per quanti transitassero dalle parti di Campobasso, poi, faccio presente che la copia del volume Il Medagliere di S. D'Auria, che pure ho vinto in questo concorso, è disponibile per la consultazione presso la Biblioteca dell'Università degli Studi del Molise, alla quale l'ho donata dato che io avevo già acquistato tempo fa il libro e che quella Biblioteca possiede una sezione specializzata sul Meridione, comprendente anche alcuni volumi di numismatica e medaglistica.5 punti
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Attenti a non confondere i grossoni, è un nome che si trova spesso e volentieri a Milano negli '60 del Quattrocento, anche per indicare monete non-milanesi. Prima ancora che andare a indicare il pezzo da 20 soldi (impropriamente denominato testone, termine che invece in quegli anni spetterebbe al solo ducato d'oro) indicava la moneta da 4 soldi, per distinguerlo dal grosso che di soldi ne valeva solo due. Il passo che cita dizzeta appare effettivamente contorto, ma è un bell'esempio dei problemi di convivenza tra valute che le autorità governative dovevano affrontare all'epoca, specie in presenza di un bimetallismo e con entità di rivalutazione dell'oro e dell'argento diverse tra loro. Detto (o letto) altrimenti, le autorità dicono di matenere tra ducato e grossone il rapporto di 12:1 iniziale, quando le due monete valevano rispettivamente 50 soldi e 50 denari. La rivalutazione del ducato a 55 soldi (occorsa per fattori ambientali, cioè di mercato?) avrebbe comportato (qui il dato manca) una rivalutazione non-proporzionale del grossone, determinando uno sbilanciamento tra i valori intrinsechi e quelli nominali delle due monete tale da rendere più conveniente NON spendere il grossone, ma tesaurizzarlo. Quindi la riduzione del ducato a 54 soldi doveva portarsi dietro una riduzione (da che valore?) del grossone tale da mantenere il rapporto di 12:1 originale. Questo, ignorando mille altri problemi di equilibrio delle valute in oro e argento sul medio periodo, che saranno drammaticamente amplificati soprattutto nella seconda metà del Cinquecento. Comunqe tenderei a dubitare che queste monete siano milanesi, perché non mi risulta che a Milano nel 1469 ci fosse una moneta milanese che valesse 6.10 soldi, i.e. tale da avere un rapporto 12:1 col ducato, che come ricorda giustamente Mario valeva 4.2 lire imperiali. E.3 punti
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per oggi,cinghiali e volpe sono scapati tutti.........piu nessuno ne i taffoni....!!!...... :lol: .....un gran saluto a tutti....!!! -_-3 punti
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piccolo off topic...tempo fa ascoltavo un programma alla radio nella quale parlavano appunto delle scritte sulle banconote e una ragazza raccontò un suo aneddoto davvero simpatico...a scuola durante un compito in classe aveva usato delle 5.000 lire come classico bigliettino per copiare...finito il compito le aveva spese...dopo alcuni anni casualmente e più consumate gli ritornarono di resto le stesse 5.000 lire....2 punti
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Chissà perchè adesso il 2 centesimi di Bolaffi è diventato il riferimento per qualsiasi tipo di difetto di conio (o per meglio dire artefatto di conio)... peccato che nella stessa asta Bolaffi fossero presenti altri due difetti/artefatti, di certo non meno curiosi o rari, che hanno fatto rispettivamente 500 e 750 Euro.... io tenderei a prendere come riferimento più queste ultime due vendite, che non quella del centesimo mole al quale è stata fatta una (vergognosa) campagna pubblicitaria che non ha precedenti nella storia della numismatica recente, e che di certo non può fare da riferimento a nessun'altro tipo di moneta.2 punti
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Oggi posto un provisino di seconda emissione, a mio avviso, particolarmente ben conservato (a parte la qualità delle immagini ). La particolarità non riguarda la qualità dell'iconografia delle parti centrali della moneta, relativamente frequente, ma bensì nella comprensibilità dei caratteri epigrafici delle leggende, tutt'altro che comune. Lo stile delle lettere sono ereditate dalle produzioni avvenute durante il periodo di Carlo e poi proseguite per tutto il XIV secolo. Grierson sottolinea affinità stilistiche con il grosso tornese e suggerisce un impiego di personale di origine francese addetto alle coniazioni romane. Chiederei agli esperti di monetazione meridionale (fedafa, batti un colpo) se vedono similitudini anche con i denari delle zecche del Regno. Saluti a tutti2 punti
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qui trovi la monetazione di Luis Mendez e di tutta la monetazione di Malta http://coins.mos.net.au/12-vasconcellos.htm#ref http://coins.mos.net.au/12-vasconcellos-history.htm2 punti
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Ciao alte.....,accettabile la tua opinione , non condivisa da me ,evidentemente. Nel post 96 ,non scherzavo di prendere in considerazione ,l'acquisto del Nerva (tanto non lo vuole piu' nessuno) in colletta , studiarlo in un convegno prossimo ,un gruppo di (utenti interessati) .Magari Riccione . Ritrovarci a cena e poi a pranzo e poi ancora a cena discutendo del sesterzio di Nerva.. Sicuramente verra' fuori una vera sentenza. Per come ho scritto nel post 96 se é buono lo si da' in un'asta ( che sicuramente farebbe un botto) . Se non é buono , lo mettiamo a disposizione del forum al fine di studio. Magari saro' criticato, ma non fa' niente e solo una proposta , anche per conoscerci meglio. Saluti Gionnysicily.2 punti
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Ciao Fenasia, si tratta di monete comuni tratte dalla circolazione. La prima è una moneta svizzera da 2 Franchi, tuttora circolante in Svizzera: La seconda è una moneta commemorativa dell'Australia dedicata all'Anno della Famiglia: La terza è una moneta di Hong Kong da 5 Dollari del 1993: La quarta è un esemplare da 20 Corone della Danimarca (JP e LG sono le iniziali, rispettivamente, di Jan Petersen, l'incisore, e Laust Grove, direttore della zecca di Copenaghen; dovrebbe esserci anche una A, iniziale dell'autore del modello della moneta, Johan Alkjaer, a destra dell'anno di emissione): La quinta è una moneta del Marocco, da 5 Dirhams del 1987 (al dritto, il profilo del re Hasan II): L'ultima è una moneta greca da 2 Dracme, che ha circolato in Grecia fino all'avvento dell'Euro (il personaggio raffigurato è Georgios Karaiskakis, eroe greco nella guerra di liberazione contro l'Impero Ottomano):2 punti
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Va bene che il RIC 534 è molto spesso strano, però il nasino alla Francese, lo sguardo assorto di chi non sa se mettere 1, X o 2 sulla schedina, la fronte bassa, sono proprio inguardabili, oltre a parecchio d'altro, anche sul R/ che mi ha ricordato i disegnini fatti da Gianburrasca sul suo "Giornalino". E' dichiarato "gently (!) smoothed", allora mi domando come la "green patina" possa essere naturale ??2 punti
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Questo pratico volumetto pubblicato dalla libreria Diana, raccoglie tutti i dati e le notizie che riguardano i maestri di zecca, di prova e incisori Napoletani, a partire dalla dominazione angioina, fino a Carlo di Borbone. L'autore è Pietro Magliocca, presente sul forum "La Moneta" col pseudonimo "Rex Neap". A lui vanno i miei più cari auguri e complimenti. Complimenti che faccio anche ad Antonio Morello per la sua grande disponibilità dimostrata nei confronti dei giovani autori. Credo che questo volumetto, molto pratico e scritto in maniera semplice, sarà di grande e veloce aiuto per la classificazione delle monete di Napoli. http://www.classicadiana.it/libreria/content/p-magliocca-maestri-di-zecca-di-prova-ed-incisori-della-zecca-napoletana-dal-1278-al-17341 punto
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Bravo! ha centrato in pieno. anche io sono rimasto deluso propio dalle foto, avrei preferito dei disegni rappresentativi o foto d'epoca a queste moderne che sembrano uscite da una sagra paesana in fondo il fascino del blister deve essere il "blister" in queste tipologie di vendite le monete in esso contenute passano in secondo piano (in fin dei conti le monete sono sempre le stesse)1 punto
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per me anche e' buona e con una bella patina. Non mi convince il Lucio Vero, forse vedo male o forse e' la perlinatura, ma ad ore 13 nel rovescio vedo dei segni di una propabile fusione. Ma la foto e' piccola.1 punto
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:D ahaha! Il titolo mi ha evocato un'immagine di Numizmo-Bud Spencer al tavolo con una fila di collezionisti davanti che gli portano da vedere le monete, ad ogni falso uno schiaffone, avanti il prossimo! Schiaffone, avanti un altro! Chiaramente musica charleston in sottofondo con l'orchestrina... :rofl: Mi sa che sono un po' stanco oggi....;)1 punto
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Bhè credo che la più interessante sia quella con i 10 cent ed i 2 euro dentro..Inziativa veramente penosa da parte dell' AASNF. Potevano almeno mettere foto d'epoca per dare quel qualcosa in più..1 punto
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Da una ricerca in rete "SIGILLI BIZANTINI DI SICILIA", direi che nella prima foto c'è una invocazione monogrammata del tipo Laurent V, con tetragramma nei quattro angoli. Nella seconda foto, dovrebbe esserci il nome e il titolo del soggetto emittente su quattro righe. Non è facilmente traducibile, perché le singole parole non sono separate da uno spazio, inoltre potrebbero essere parole abbreviate. Si capisce che l'ultima riga contiene la parola AMEN (AMHN, dove H e N sono "fuse"), preceduta da una H che potrebbe far parte della parola precedente o essere una abbreviazione. Non essendo il mio campo, attendiamo pareri...1 punto
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Ciao Galenus piacevolissima Piastra.......buona patina, il colpettino c'è ma non è molto deturpante, per me un qSpl ci può stare.1 punto
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Salve groucho , il bordo mi pare sdoppiato in prossimità di " 20 L " , comunque , aldilà dello stato in cui versa , ti chiedo cortesemente di fare una gigantografia sulla M di MCMXXVIII , alla base della verga littoria . Con questo , potremmo dirti sicuramente se è stata bollata per falso , oppure qualcuno si è divertito a rovinarla pur essendo vera :) . Saluti .1 punto
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Un tavolo di lavoro con numizmo ????? la vedo più come la convention degli schiaffoni !!!!!! hahahahhaha1 punto
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Bravo, il ragionamento è più che giusto...! :good:1 punto
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Ottimo Jagd! . come sempre del resto ... ! belle foto, belli i posti....... e bella la tua anima! Un proverbio russo cita; " é meglio tornare indietro che perdersi nel cammino"1 punto
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Frizio è, come già appurato, un grande e gli rinnovo i miei complimenti. Devo, tuttavia, dire che le monete olandesi non mi sono mai particolarmente piaciute e sarebbe bello se, contro ogni previsione, stravolgessero lo stile con qualcosa di diverso, lasciando sempre il faccione del nuovo sovrano perchè imprescindibile. Ma io sogno troppo... :D1 punto
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Il primo tentativo di riforma monetaria che nessuno ne parla (perchè non è scritto da nessuna parte) è quella di Giovanni Maria Visconti ( con Facino Cane), che avviene 70 anni prima... Il fratello (Filippo Maria) poi la eliminerà. Per ciò che riguarda le città lombarde che si erano vendute alla Serenissima non dovete dimenticare Crema che, dove attualmente è presente il ponte di Spino d'Adda, separava Milano da Venezia. Il solo problema è che questa zona era sotto la bandiera di San Marco ma ragionava (in senso monetario) come se fosse parte della città di Sant'Ambrogio...1 punto
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:lol: :lol: :lol: qui trovo il modo di alontanarmi di quella societa di piu in piu scemma,che e la nostra.........peccato con tutta l'evoluzione de le comodita,stupare cosi nella supa.......pensando a quelli che hanno bevuto tutte l'acque amare.......mah???!...a ognuno il suo modo di sognare,soppratuto quando passionne chi e...!!....come detto da l'amica Ixchel...."scoprire il passato per comprendere il presente"....una giusta filosofia........... ps:ne quelli tempi.....monete non cine era......il pensiere primordiale era cosa si mangiara domani........tutto era la politica di la mano che lava l'altra........ :lol: tanti saluti di quelli posti....odjob..... :lol:1 punto
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Credo che con le nuove normative il contorno delle nuove monete olandesi vada rivisto no ? Comunque complimenti, come sempre molto carino ..1 punto
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Più che segni particolari mi sembra proprio la firma dell'incisore/burlone? sarà una suggestione ma io ci leggo "leo" :mellow: Mario1 punto
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Mir Savoia 1067c Variante Legenda che termina prima della punta della barba e mano con scettro tra FIRENZE e 1860 (R2) Non e' bello come il precedente esemplare , ma e' una variante che si vede meno1 punto
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Non sono d'accordo. Il Vaticano vende una sola Coincard e una StampCoincard all'anno. Le vende anche per corrispondenza. E hanno una tiratura elevata che consente di trovarle disponibili anche anni dopo l'emissione (Presso l'UFN trovate anche quelle del 2010 se oggi vi fate un salto in Vaticano). E costano al massimo 3,90 euro A San Marino vendono un numero imprecisato (Sul sito ci sono solo 9 immagini, ma queste coincard sono 10). Ci sono dei duplicati (in realtà le tipologie sono solo 5). La vendita per corrispondenza è incerta. Sulla stessa applicano un'IVA che arriva a far costare una singola coincard anche 3 volte quella del Vaticano. La tiratura è bassissima.1 punto
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devo ammettere che raramente in passato, per meglio dire quasi mai, sono stato in accordo sui temi piu' disparati con il collega Piakos, come si vede la vita riserva sempre delle sorprese :lol: . Tuttavia il tema toccato nel suo intervento è di capitale importanza non tanto per il tema toccato "i falsi" quanto per la dimensione che il fenomeno ha recentemente assunto e allo stesso tempo la "sordina" che tale tema ha nella trattazione dei temi numismatici. Nelle varie rubriche del forum, ma soprattutto in quelle che trattano la monetazione greca e romana siamo di solito in tre gatti (l'ottimo Sku, il sapiente acraf e il povero sottoscritto..) a segnalare e disquisire sui vari falsi che, sempre piu^' abbondanti appaiono sul mercato. Quando possibile, dopo meditata e circostanziata analisi molti di questi vengono dimostrati come tali, segnalati alle ditte che li hanno invendita e spesso (ma non sempre) ritirati come si confa a case serie. La cosa preoccupante, sulla quale almeno noi concordiamo, è che si nota un incremento del numero di tali "apparizioni" e un deciso miglioramento del livello di sofisticazione. Per il primo fenomeno alcuni sostengono che in realtà girano solo piu' foto e piu' facilmente rispetto a qualche anno fa, ma che in sostanza il numero dei falsi sarebbe lo stesso. In realtà , sensazione del tutto personale, a me pare il numoero sia sostanzialmente cresciuto in conseguenza del miglioramento delle tecniche di riproduzione (e della perizia dei falsari). E' un dato invece incontestabile che il livello di sofisticazione sia cresciuto notevolissimamente e oggi anche certe patine , come quella rossa - un tempo indice di genuinità certa del bronzo - è oggi riproducibile almeno ad un certo livello. Il problema evidenziato in questi e altri, precedenti, interventi è lo scarso coinvolgimento sia di altri appassionati, sia dei commercianti. Alcuni commercianti mi hanno riferito che temono assai questa escalation di materiale dubbio perche rischia di rovinare il mercato. Ma dato che si ha paura di svegliare il classico can che dorme , si preferisce glissare il piu' possibile e soprattutto evitare di allarmare il mercato. La grande massa dei collezionisti tuttora è relativamente ignara di questo fenomeno. Le istituzioni hanno altro cui pensare e tranne qualche caso eclatante , come il famoso caso Weiss dove qualcuno addirittura suggeri, probabilmente per sviare l'attenzione, che in realtà i deka di Akragas erano buoni e che fossero stati dichiarati falsi solo per limitare le imputazioni di Weiss (tipica dietrologia da depistaggio abbastanza scontata e pertanto scarsamente efficace) preferiscono dedicarsi ad altro. Le associazioni di settore, soprattutto quelle di commercianti/periti e collezionisti che sono quelle che dovrebbero fare di piu' si ha la sensazione che non sappiano in realtà che pesci prendere e preferiscono restare defilate. Gli studiosi infine snobbano un po' il fenomeno, nel senso che lo analizzano da un punto di vista puramente tecnico ma poi non lanciano piu' di tanto grida di allarme preferendo anch'essi una posizione marginale quando invece essi sarebbero di grande aiuto per riconoscere, analizzare e combattere il fenomeno mettendo in guardia il mercato. Non dimentichioamo che il collezionismo è nato ben prima degli studi numismatici (a proposito chi si ricorda la data di quello che viene considerata il primo libro di numismatica :acute: ?) che nacquero in parte per spiegare il fenomeno moneta e in parte come ausilio per l'indagine storica (e successivamente piu' propriamente numismatica). La questione è indubbiamente non facile, per la delicatezza della materia e per gli interessi commerciali oggi ingentissimi (la numismatica non piu', ahimé, il passatempo da vecchi gentiluomini di campagna e figure come il conte Magnaguti, il conte Papadopoli, il marchese Strozzi, ohibo' son tutti nobili ?? :rolleyes: stanno ai protagonisti del mercato di oggi come Piccolo Mondo Antico sta a Blade Runner .. Tuttavia si dovrebbe riflettere maggiormente su questo fenomeno che per il mercato potrebbe rappresentare un ostacolo alla sua crescita o quantomeno alla sua crescita sana. Se iniziative di valorizzazione (progetti culturali volti a valorizzare le risorse numismatiche pubbliche ancora inconosciute) e di tutela (come il dialogo che si cerca di instaurare con le istituzioni) hanno trovato spazio sul Forum, altrettanto forse varrebbe la pena di fare per un dibattito che sono certo starebbe a cuore a molti rappresentanti delle categorie sopra ricordate , se condotto con moderazione e soprattutto serietà professionale con la finalità di rendere un servizio alla comunità numismatica nel suo complesso (i falsari, che fanno parte anche loro di questa comunità, si voglia o no pero' li lasciamo a casa ... :)1 punto
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Buona Sera, Propongo una selezione di monete tratte da mcsearch con caratteristiche evidentemente poco allineate con quelle attese, in particolare pur ricalcando il modello non riescono a riprodurre in modo soddisfacente qualcuno (o più di qualcuno) dei particolari “complessi” ai quali si era fatto accenno. La qualità delle monete è variabile. Per alcuni esempi possiamo rintracciare una radice “comune”. Sono monete che hanno circolato, a dimostrazione del valore rappresentato dall’intrinseco, il valore aggiunto del conio da parte di una autorità emittente certa sembra essere un bonus la cui mancanza è superabile. Gli esempi sono limitati al periodo in esame, non è comunque difficile rintracciare esempi simili per il periodo successivo, il “problema” perdura a lungo. Passato in asta Kunker 160 segno incudine Passato in asta Lanz 144 segno morso Passato in asta Bolaffi del 31-05-12 segno fiasca (sembrerebbe il riconio di un’altra moneta) Passato in asta Kunker segno fiasca1 punto
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L'ammetto...... ho un po' di c. fortuna! e credo che non ha circolato tantissimo.1 punto
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son passate le generazione.....e con elle spariti sono i testimoni........di quelli tempi passatti,non ci rimane di vivo che l'olivo....con il suo ceppo nodoso e tormentoso a risestutto a tutto.........sono sicuro avra visto quelli uomini vestiti di pele,e barbuti del colore del loro imbiente di vita........dal buio de li taffoni oscuriti da il fuocco........ -_-1 punto
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salve entrambe belle monete la prima la chiuderei BB/BB+ la seconda BB+ in mano forse meglio1 punto
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Sono proprio come quelle che mi ha mostrato in una immagine a Verona un impiegato dell'AASFN. Sinceramente io ne compro giusto due, quelle necessarie a garantirmi almeno una moneta per taglio. Colleziono monete, non blister!1 punto
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Carissima Ixchel, se ti riferisci alle tante variazioni nelle forme della croce araldica, possiamo approfittarne per ;) riprendere il discorso che mi pare già abbiamo fatto in altro punto del forum. La croce è una fra le più antiche figure araldiche. Se non la più antica in assoluto. Perchè era l'emblema dei cristiani "crucesignati" che si recavano in Terrasanta (come pellegrini o come guerrieri, poco importa). Perchè nella nostra cultura è il segno della Redenzione. Perchè la sua forma coincide con gli assi di simmetria degli scudi araldici. Per tutti questi motivi, è spessissimo presente nell'araldica dei primi secoli (e lo è tuttora). Gli stemmi servono a distinguere e differenziare chi li porta. Se una figura è comune a più stemmi, la differenziazione difficile (o addirittura impossibile). Il rimedio? Modificare la figura in qualche modo. Innanzitutto, facendola di colori diversi. Ma i colori araldici sono soltanto sette. Allora, la si colora con combinazioni di due colori diversi. Ma prima o poi queste combinazioni finiscono. Allora, le si cambia la forma. E così sono nate le croci patenti, fitte, ricrociate, potenziate, ancorate, spinate, scanalate, scorciate, diminuite, pieficcate, pomate, ritrinciate, vuote, eccetera. Ce ne sono decine di tipi diversi. Di norma, queste forme sono nate come semplici modifiche "geometriche" rispetto alla croce normale. Talvolta, sono derivate da forme già vigenti presso altri ambiti estetici (miniatura, pittura, eccetera). I "simbolismi" delle croci araldiche sono spesso arzigogoli mentali posteriori al loro utilizzo. E non è detto che l'araldica abbia ereditato il simbolismo connesso a una forma in uso in altro ambito estetico. Ammesso e non concesso che tale simbolismo ci fosse davvero mai stato.1 punto
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Buonasera a tutti, ed in particolar modo a @@odjob , @@tornese71 , @@Littore , @@Michelangelo2 , @@uzifox e @@providentiaoptimiprincipis , ho parlato finalmente con il dott. Morello della Libreria Classica Diana, abbiamo valutato il numero di articoli del concorso ed abbiamo pensato di collocarli in un paragrafo ben evidenziato sul prossimo (annuale) Quaderno di Studi dell'Associazione Culturale Italia Numismatica, si tratta di una pubblicazione di prestigio, spero sarete d'accordo. Dovreste cortesemente inviarmi via e-mail all'indirizzo chiamaresca@@libero.it (magari entro domani) il vostro articolo in formato word così da poter permetterci l'impaginazione. Ad ogni partecipante verranno inviate poi a titolo gratuito dieci copie del Quaderno di Studi sopra-citato ed un abbonamento annuale alla rivista Monete Antiche, indicate per tanto nell'e-mail il vostro recapito per la rivista o di quello dell'eventuale beneficiario (nel caso in cui vogliate destinarlo ad altri). A presto, Francesco1 punto
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Io sono sempre pronto quando si parla di cambiare qualcosa di sbagliato anche se difficilissimo nulla è impossibile.1 punto
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Si vede abbastanza nettamente una schiacciatura in prossimità della lettera mancante, che ha verosimilmente cancellato la lettera. Non è quindi certamente una frattura di conio la causa, e onestamente ho parecchi dubbi che sia qualcosa creato in zecca. Vista anche la modesta conservazione della moneta, pesantemente lucidata, credo che sindacare sulle cause di quella schiacciatura (e quindi della mancanza della lettera) sia come discutere del sesso degli angeli. Questo tipo di difettosità ha un senso solo se rilevata su monete in alta conservazione, perchè su monete pasticciate come questa può essere successo di tutto, a posteriori.1 punto
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Ricevuta di resto ieri in un negozio alimentare. Taglio: 1 Euro Nazione: San Marino Anno: 2004 Tiratura: 250.000 (70.000 divisionali + 180.000 miniset, fonte Eurocollezione spero di non essermi sbagliato) Città: Provincia di Bologna Condizioni: SPL/qFDC Note: Stando al file la prima trovata con millesimo 2004! Mi scuso per la qualità della foto ma avevo a disposizione solo il cellulare per scattarla!1 punto
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Secondo me bisognerebbe denunciare chi ti denuncia nel caso in cui dovessero denunciarti per non aver denunciato la tua collezione.1 punto
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Questa è una moneta da 1 zloty del 1929 ed è stata utilizzata fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. È di nichel, pesa 7 g, ha un diametro di 25 mm ed ha il bordo liscio. È stata messa in circolazione nel 1929 dopo la riforma monetaria che ha rialzato il valore della moneta polacca. Ne esistono due varietà: quella col marchio della zecca coniata a Varsavia e quella senza il marchio coniata in Svizzera che é molto rara. Il suo incisore si chiamava Mieczyslaw Kotarbinski che con il suo progetto vinse un concorso e la moneta venne scelta per essere messa in circolazione. Purtroppo non so indicarti nessun suo utilizzo particolare perché non ho mai trovato nessuna fonte che ne parlava ma appena ne avró la possibilità chiederó a qualche anziano in Polonia se aveva qualche utilizzo particolare. Posso dirti peró che aveva un discreto valore perché 1 zloty valeva 1/4 di dollaro.1 punto
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Documento interessantissimo! Io conservo un quadeno in pergamena datato 1820 del Regno di Sardegna, dove sono annotati i conti di un proprietario terriero. E' segnato il prezzo di vendita delle mucche, dei cavalli, dei prodotti della terra in genere e tanto altro. Ricodro che quando lo presi era già parecchio rovinato (ma leggibile) e mi costò un paio di marenghi in buona conservazione :) Ma è davvero un cimelio unico! :)1 punto
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Interessanti pubblicazioni numismatiche e storiche ha questa casa editrice. Invito gli appassionati di numismatica a cliccare sul banner a lato ed a visionare i vari titoli dei libri pubblicati da questa casa editrice ed eventualmente ad acquistare qualora vi fosse qualcosa di loro interesse. Bisogna incoraggiare,economicamente parlando,queste case editrici ,per il bene della Numismatica,ed in tal modo,facciamo bene anche a noi stessi poiché leggendo libri apprendiamo nozioni utili. --Salutoni -odjob1 punto
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...mi sa che saranno stati in pochi quelli che pagavano, pane e salame con i pezzi in argento da 5 lire! Sicuramente con più modeste banconote.... :blum:1 punto
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Lasciamo da parte le amenità e torniamo alle cose serie. Evidentemente chi ha curato la vendita delle celtiche di ArtCoins Roma, nonostante la segnalazione, non si é sentito in dovere di prenderla nella dovuta considerazione, né (cio' che é piu' grave) di indagare ulteriormente. Bah... A ognuno le proprie responsabilità lavorative... Peccato. Con una semplice ricerca in rete avrebbe trovato questa, che ben completa la serie di cui ai post precedenti. e che corrisponde a quanto venduto a caro prezzo al malcapitato di turno da ArtCoins Roma Un falso noto da quasi vent'anni. http://www.forgerynetwork.com/asset.aspx?id=Hjv2vTyguKE= Contento l'acquirente... Tranquillo l'incompetente "esperto"... Tutto va bene...1 punto
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Inizio dall'ultima considerazione. Non credo che un solo incidente di percorso possa minare la credibilità di una ditta, soprattutto se l'"incidente" ha come protagoniste serie poco conosciute e intrinsecamente "difficili". Aggiungo anche che forse per una casa possa risultare inopportuno ritirare lotti nel momento in cui vi sono già offerte in corso (tale era il caso quando é stata fatta la segnalazione), prevalendo una logica mercantile piuttosto orientata all'attendismo (meglio rimborsare i pezzi ex post, nel caso in pui i problemi dovessero essere confermati dagli acquirenti. E qui termina la breve arringa difensiva della casa: le ditte di numismatica non sono istituzioni culturali o enti benefici, ma bensi' imprese commerciali. E l'assunzione di rischio é una pratica che sta alla base della pratica del commercio. E vengo al primo punto. Certezza o probabilità della non genuinità dei tre pezzi? Io parlo per me, assumendomi in toto la responsabilità di quello che dico: se non fossi avuto la certezza che i tre pezzi non sono genuini non sarei intervenuto (non é mia abitudine intervenire sui falsi, credo che sia la seconda volta che lo faccio in 6 anni, e anche l'altra volta si trattava di padane). Si puo' obiettare, come si fa spesso, che nulla si puo' dire da una foto, ecc. ecc. ecc. Certamente é vero nella stragrande maggioranza dei casi, ma come per le famose monete delle merendine un giudizio di non genuinità sulla base delle sole foto é legittimo, nel momento in sui si conoscano tanto gli originali che le monete delle merendine, cosi' lo é in questo caso, nel momento in cui si conoscano tanto gli originali padani che le variegate e fantasione imitazioni "nere" che impestano il mercato da una ventina d'anni o giu' di li'. I realizzi sono altissimi, spropositati anche rispetto a pezzi autentici, soprattutto per la veneta. Sarà forse per la "conservazione". O forse per l'"estrema rarità", vedi "unicità" (e in effetti ibridi e venete di tali fattezze sono... pezzi unici!)1 punto
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