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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/10/13 in Risposte

  1. In questa continua ricerca di formare " un unicum ", di formare il suo microcosmo, il collezionista come abbiamo visto assume sembianze e atteggiamenti che cambiano, che sono diversi. Abbiamo visto l'ormai famoso " collezionista solitario ", " il divulgatore ", " lo studioso ", il collezionista " da investimento ", il collezionista che un giorno mi disse quello che vedi in questa struttura museale è anche mio, la mia collezione l'ho trasferita qui, d'altronde comunque quando voglio la vedo e almeno la so spiegare bene agli altri. Grandi personaggi, grandi figure, spesso ritrose, che comunque fanno, ma fanno in silenzio, nel bene e nel male, il collezionista comunque rimane spesso nell'ombra, defilato, il palcoscenico non è per lui. Ma una figura del mondo del collezionismo numismatico che mi è sempre piaciuta e tra le quali mi sento di appartenere è quella che io chiamo " il collezionista cacciatore ". Il vocabolario italiano, alla voce " cacciatore " riporta colui che ricerca e cattura animali selvatici, ma anche in senso figurato chi ricerca, insegue in modo smodato qualcosa. Nel nostro caso " il cacciatore ", non uccide, cattura o meglio cerca di catturare una preda, la sua preda in questo caso è la moneta, " la sua moneta ". La categoria dei cacciatori è ben rappresentata, è indubbiamente un modo di collezionare particolare e che ha i suoi rituali. " Il cacciatore " frequenta spesso i Convegni numismatici, i mercati, i mercatini, più sono piccoli e non famosi meglio è per lui. Quando si entra in uno di questi mercati si usa dire il classico, " e ora parte la caccia, buona fortuna ! ". E' sempre meglio " cacciare da soli ", si rimane più concentrati, l'attenzione è rivolta solo alle monete, meglio non essere distratti da altri. " Il cacciatore " conosce normalmente " le sue monete, le sue prede ", conosce le sue caratteristiche di base, ne ha viste tante, ma lui non cerca una moneta " comune " o di buona o splendida conservazione, lui cerca altro. Lui cerca la variante, la particolarità, qualche volta l'inedito ; e allora ai banchi sfoglia album su album, guarda vassoi, ciotole, ha pazienza, sa attendere, ovviamente la caccia non sempre è proficua. Ma l'occhio allenato, la calma, la pazienza a volte premiano e quando a un certo punto la trova, fa finta col venditore di non essere molto interessato, che " è sempre la solita " o meglio " ne ho già tante così ". Tattica certamente, un rituale, una commedia delle parti, poi alla fine dice con quasi indifferenza, va bene la prendo lo stesso, se mi tratta bene ovviamente. Sa di aver fatto un colpo, la mette gelosamente in tasca e poi alla sera col calma, con la lente esamina " il suo trofeo ", il cacciatore ha colpito ancora. E mentre si rigira tra le mani continuamente la sua moneta, si addormenta felice come un bambino....., buona " caccia " a tutti !
    9 punti
  2. Per il denario EID MAR trovato in Grecia, a Petres, da notizie ancora molto preliminarie dell'archeologa Adam-Veleni risulta che esso era uno dei 125 denari di tarda repubblica che stavano tutti insieme in un vaso piatto, posto sul pavimento di una delle abitazioni situate sull'acropoli di Petres, che furono distrutte e credo sigillate dallo strato di distruzione, che appare risalire al 42 a.C. circa, quando l'intera zona della Upper Macedonia conobbe in effetti pesanti tribolazioni per la guerra civile (immagino anche per i rastrellamenti e rappresaglie da parte delle varie fazioni romane). Tornando alle etrusche d'oro, riporto alcune poche note che sono riuscito a raccogliere sul marchese Carlo Strozzi, che faceva parte del ramo mantovano dell’antica e famosa famiglia nobile Strozzi, di Firenze, ed ebbe anche ovviamente una buona disponibilità economica. Nacque nel 1810 e morì nel 1886. Il suo interesse per la numismatica fu abbastanza precoce, se già nel 1834 (a 24 anni) scrisse le Memorie intorno a una moneta argentea di Marino Foliero e due anni dopo pubblicò a Firenze il Quadro di geografia numismatica, con il quale si proponeva di fornire uno strumento utile a tutti i collezionisti per la classificazione delle monete greche su base geografica, sviluppando il metodo già introdotto da Eckhel nel 1792-1798. Fondamentalmente il suo approccio alla numismatica fu scientifico, considerando le collezioni di monete non per il loro valore antiquario, ma come storico-documentaria di primaria importanza. Inizialmente raccolse monete soprattutto greche sul mercato antiquario di Firenze e Roma, che era allora molto fiorente, e acquistò anche varie collezioni private (da un carteggio al Museo di Parma si sa che le sue prime monete provenivano dalle collezioni dei cardinali Malvezzi e Niccolini, oltre che di Baldovinetti, Galleotti, Millingea, prof. Rusca, Collegio Romano, ecc.). Intorno al 1839 (e collezionava da circa 10 anni) possedeva già 2898 monete greche, in buona parte di buona fattura e per l’intervento di Michele Lopez, allora direttore del Museo di Parma, fu avviata una lunga trattativa per l’acquisto di tale raccolta, per poter arricchire il medagliere di Parma, che era particolarmente sguarnita per la parte greca, grazie anche alla munificienza della sovrana Maria Luisa di Parma. In tale trattativa Strozzi rivelò buone capacità commerciali, richiedendo per la vendita la somma di 30.000 franchi, utilizzando per la valutazione le generose stime del Mionnet, De la rareté et du prix des médailles grecques et romaines, del 1815. Lopez fece la controfferta per 14.000, appunto giustificando che le stime indicate sul libro del Mionnet erano alte per il mercato. Alla preoccupazione che ci potessero dei falsi, lo Strozzi rispose in una lettera (4 aprile 1839) che: “posso dirle di essere forse interamente libero dei lavori beckeriani”. In una successiva lettera (5 febbraio 1840) accennò che era venuto a Firenze un “inglese truffatore di medaglie (…) che dicono che nel pubblico Museo si sia contentato di fare dei baratti con le solite beckeriane”. La trattativa rischiò di andare in fumo per il costante rifiuto di Strozzi a ridurre le sue pretese. Solo nell’11 dicembre 1839 Lopez potè vedere dal vivo le monete, che gli furono consegnate a Parma. Strozzi era deciso a non scendere al di sotto di 20.000 franchi. Alla fine fu raggiunto un accordo per 18.000 franchi e lo Strozzi volle dare una procura al fratello Luigi, che stava a Mantova e quindi più vicino a Parma. Ma l’accordo non fu facile, anche per il coinvolgimento di ben tre stati diversi nell’affate (il ducato di Parma, il Lombardo-Veneto di Mantova e il Granducato di Toscana). Poi al conteggio definitivo del materiale era emerso che mancavano ancora 78 monete rispetto alla somma pattuita. All’atto della vendita, che fu siglato il 2 luglio del 1840, il marchese consegnò ancora 73 monete (5 in meno), per cui la cifra definitiva della vendita fu fissata a 17.950 franchi. Ancora nel 1843 il marchese vendette al Museo di Parma altre 42 monete greche d’argento e una d’oro per 920 lire. Fonte: A.R. Parente, Il nucleo di monete magnogreche e italiche conservate presso il Museo di Parma: la collezione del marchese Carlo Strozzi, Archeologia dell’Emilia-Romagna, III, 1999, p. 57-67. Nel frattempo Strozzi continuò a raccogliere monete greche e etrusche nonché in particolare aes grave, grazie alla notevole disponibilità di materiale sul mercato antiquario e proveniente dai ritrovamenti di Quingento, Fabbri, Tarquinia, Volterra, Bieda, Chiusi, Vicarello e Vulci, come gli aurei del ritrovamento di Cuma del 1868 ed editi nel Periodico da Gennaro Riccio. Partecipò tavolta in prima persona a scavi archeologici, come nella tenuta Vivarelli a Talamonaccio (1876-1877), acquisendo monete per la sua personale raccolta (cosa ovviamente ancora possibile prima della nota legge del 1909 che limitò per la prima volta tali acquisizioni). Vedasi: http://academia.edu/703314/Talamone_rinvenimenti_di_monete_negli_scavi_ottocenteschi_1801-1892_ In ogni caso si preoccupò molto di stimolare gli studi numismatici e fu editore della rivista Periodico di numismatica e sfragistica per la storia d’Italia, pubblicato tra il 1868 e il 1874. Quasi quindici anni dopo la chiusura di questa rivista, nel 1888, i grandi collezionisti Gnecchi e Ambrosoli si ispirarono proprio a questa rivista per fondare la Rivista Italiana di Numismatica, che continua tuttora. Nel 17 marzo 1870 nacque il Museo etrusco di Firenze e da allora si avviò una fiorente stagione di scavi e studi. Nel 12 giugno 1871 il marchese divenne presidente della Deputazione per la conservazione e l’ordinamento dei Musei e delle antichità etrusche, e gli furono assegnate le competenze sulle province di Pisa e Lucca e il comune di Fiesole. Grazie all’attivismo di Luigi Adriano Milani, che divenne direttore del medagliere del Museo di Firenze nel 1874, si cercò si dare spinta all’arricchimento della collezione museale. Furono avviati contatti col marchese Strozzi per l’acquisto della sua notevole raccolta. Con Strozzi ancora in vita si ricevette dapprima in dono un tesoretto di denari repubblicani rinvenuto a Fiesole nel 1829 (RRCH 227), Successivamente si riuscì ad acquistare solo una parte della collezione Strozzi, quella che comprendeva la maggior parte delle monete etrusche, compresi i tre famosi aurei col leoncino. In pratica questi aurei comparvero sul mercato intorno agli anni ’60 del XIX secolo e Gamurrini, che bene conosceva Strozzi, testimonia che furono acquistati tra Pisa e Lucca. Ecco una pagina del suo lavoro, “Le monete d’oro etrusche e principalmente di Populonia”, in Periodico di Numismatica e Sfragistica VI, 1874, p. 47-80 (che praticamente segnò l’inizio delle scoperte delle monete etrusche in oro, non descritte in lavori precedenti e nemmeno in Carelli 1850). Altra testimonianza del Gamurrini, che può essere desunta dalle sue carte, è l'esistenza di altra moneta con leoncino di altra proprietà, a Volterra, sempre negli stessi anni.... Alla morte del marchese, la sua famiglia era inizialmente intenzionata a continuare la raccolta numismatica, ma poi cambiò idea., in pratica stoppando i tentativi del Milani di acquisire l'intera raccolta per il museo di Firenze. I familiari preferirono seguire i consigli del noto commerciante Arthur Sambon, che era stato un grande amico di Carlo Strozzi, vendendo la raccolta in asta nell’aprile 1907 tramite la Galleria Sangiorgi, che già nel 1894 aveva venduto l’importante collezione di monete romane imperiali di Pierre Stettiner. Per esitare la grande raccolta Strozzi (2222 lotti, compresi alcuni multipli) occorsero ben 7 giorni! anche se bisogna dire che impiegavano un giorno a vendere al massimo 200 numeri (quindi con ritmi molto più lenti di oggi): 15 aprile: Aes Grave (mattino), Etruria e Magna Grecia (pomeriggio) 16 aprile: Aes Grave (mattino), Magna Grecia (pomeriggio) 17 aprile: Aes Grave e Grecia (mattino), Magna Grecia (pomeriggio) 18 aprile: Asia Minore, Siria, Africa (mattino), Magna Grecia (pomeriggio) 19 aprile: Romane in AR e BR (mattino), Magna Grecia e Sicilia (pomeriggio) 20 aprile: Romane in AR e BR (mattino), Romane imperiali in oro (pomeriggio) 21 aprile: Lotti multipli (mattino). Romane imperiali in oro (pomeriggio) Non è escluso che anche l’eco di questa importante vendita (e di altre che avvennero tra fine ‘800 e inizio ‘900) determinarono alla fine la famosa prima stretta legislative del 1909. Nel solo 1907 furono vendute anche le collezioni di monete antiche di Martinetti e di Nervegna (da Sambon a Parigi), di De Ciccio (da Sambon e Canessa a Napoli), di Tom Virzì (da Hirsch a Monaco, escludendo una importante parte di bronzi, che rimase fino al 1974 quando una selezione fu venduta dalla Bank Leu di Zurigo). A proposito di Martinetti, egli, morendo, lasciò nella sua casa all’insaputa di tutti un tesoro di monete che venne ritrovato solo con la demolizione della casa nel 1933 con il nome di Il rinvenimento di Via Alessandrina: Molinari – Spagnoli 1990, pp.135-164.
    6 punti
  3. Grazie @@dabbene, veramente ottimo e stimolante. Una riflessione: siamo proprio sicuri di essere "noi" i cacciatori? Soprattutto in questi ultimi due anni mi sono sentito più preda che cacciatore, "esche" e "richiami" di ogni tipo mi arrivano da tutto il mondo, sorrisi ed inviti non mancano ... ...
    5 punti
  4. Invito i partecipanti della discussione a placare un pò gli animi, a non prenderla sul personale e a rimanere abbastanza tranquilli.. A non fare del sarcasmo a tutti i costi, e non andare oltre.. Così come sta la discussione non verrebbe chiusa o pulita, invito soltanto a non agitarsi ulteriormente, e ad avere ulteriori chiarimenti via MP.. Grazie Ciccio 86
    2 punti
  5. Allora, visto che sulla baia le foto sono un po' più nitide, ti posso dire che io ci vedo un'altra anomalia e cioè i raggi dietro alla testina di Gesù, questi compaiono solo negli esemplari degli anni precedenti al 1676 poi ribadisco che secondo me hanno messo la sigla dello zecchiere I*L*M sopra a quello del 1670 I*S*S ma I*L*M aveva fra ogni lettera stelline più piccole di quelle del resto della legenda mentre I*S*S* le aveva della stessa grandezza. La posizione della madonna è indiscutibilmente quella del 1670 perchè negli altri anni è più alta. Ecco qui le due monete affiancate.
    2 punti
  6. domenico siam d accordo che le monete non valgono 30 euri :) pero` per me se ti piacciono le provinciali un 20ino lo puoi anche pagare per quella di adrianopolis certo che e` un mondo piccolo comunque il fatto che la moneta sia su ww non significa molto , l unica cosa controlla che chi ha contribuito l immagine sia quello che te la vende per quanto riguarda tutto il resto continuo a sostenere che la linea fatta passare da questo forum sia restrittiva e sbagliata e faccia comodo a qualcuno per altro ricordate che fino a 10 anni fa tutti compravano e vendevano romane senza problemi
    2 punti
  7. PINOCCHIO EMANUELE III, RE DEL PAESE DEI BALOCCHI!!!!!!! :rofl:
    2 punti
  8. Sarebbe una meraviglia. ...anzi 3 (conferenza, tour e incontro tra amici) Se va in porto, visto che sarei un "privilegiato" abitando a Genova, sarei felice di finanziare il viaggio di un giovane lamonetiano con 100 euro.
    2 punti
  9. Buondì! Oggi mi è saltata all'occhio una cosetta...guardate qua: Questo esemplare comparve da Lanz nel 1999 con questa dicitura: "Aus Slg. Carnegie Museum / Pittsburgh, Spink & Son Zürich, Auktion 11 (27. / 28. Oktober 1983, Zürich), Nr. 702.". Da buoni catalogatori la riferirono alla BMC 82......ma.....non dissero che era identica alla BMC 82!!! La seconda che vedete è quella del British, ovviamente, acquisita nel 1825 da Re Giorgio IV che a sua volta le ereditò da Giorgio III, insomma, siamo a fine '700. Lanz la vendette a 2500 Marchi. La legenda nel Lanz è molto più evanescente, soprattutto al dritto...per il resto hanno gli stessi buchetti, le stesse ammaccature...ecc ecc...persino il graffito di fronte ad Agrippina...mi viene quasi da pensare che Lanz fotografò la moneta del BM... Che ne pensate?
    1 punto
  10. Nulla di personale, per quel che mi riguarda è una piacevole discussione estiva dove sto provando a trasmettere un pò della mia modesta esperienza a un giovane collezionista.
    1 punto
  11. Fresco fresco d'arrivo. E' strano e le stranezze mi piacciono per questo l'ho soffiato a qualcuno di queste parti. :crazy: Al Dritto, a sinistra del busto, sembra che ci sia un simbolo femminile e al Rovescio, sotto lo scudetto, ci sono 3 punti e la data 16 37. Sarà stato ribattuto sul D/ del Grano 1636, oppure è un inedito? Qui serve il coniatore di testi con sigle e simboli. :P A Voi i commenti.
    1 punto
  12. Come espressomi in precedenza, non so cosa sia, ma per me è un simbolo/figura nuova da censire su questo Grano (1637) ma credo, se la vista non mi inganna, già censita sul Grano del 1638 (allego pagina del CNI ove è presente … e se non è questa credo che gli assomigli molto); faccio notare che i redattori del Corpus a meno che non si trattasse di numeri e lettere ( e su queste nulla da eccepire) su molte figure e simboli hanno riportato la dettagliata descrizione delle figure e dei simboli stessi osservati, mentre per quelli incomprensibili si sono presi la briga di raffigurare l’oggetto o il simbolo stesso a cui non era stato possibile attribuire la denominazione appropriata…… e di questi, chiamiamoli senza nome, tantissimi ve ne sono elencati. Per capire poi il significato di quei punti sotto lo stemma, con dei documenti che comproverebbero perché sono lì, mio caro Sanni……mi sa che non esiste tempo per aspettare, per gli studiosi del passato è stato già molto complicato decifrare e annotare (con ricerca di documenti negli archivi) le sigle dei Maestri di Zecca, di Prova e a volte Incisori, (personaggi chiave all’interno della zecca) figuriamoci dei punti/globetti…….infatti la ricerca si è fermata a queste persone, già quelle degli operai addetti alla coniazione sono un mistero (tranne solo per alcuni nominativi che sono saltati fuori nel corso del rinvenimento dei documenti); io credo che ad oggi possiamo solo confermare o meno, osservandoli attentamente, che ci sono. Ecco perché il periodo Vicereale è intrigante e ti appassiona sempre di più, ci sono in giro molte monete tuttora da scoprire e ancora da riportare. Per concludere mi fa piacere riportare quello che è il mio pensiero sull’argomento….....tieni presente che oggi con l’avvento di internet (nel passato infatti chi ha redatto il Corpus si è avvalso ed ha riportato le sole monete visionate e della collezione reale) moltissime monete di questo periodo con sigle, figure e simboli non censiti stanno venendo alla luce e ben vengano affinchè ne annotiamo la novità ma un discorso tutto diverso invece riguarda il rinvenimento di monete con una diversa disposizione delle sigle dei maestri di zecca e di prova, la presenza dell’una o l’assenza dell’altra, di qualche moneta senza data…......La scoperta di quest’ultime monete menzionate, secondo me, ed in linea con il modo di catalogare le monete di due grandi studiosi della Monetazione Napoletana, M. Pannuti e V. Riccio darebbero origine, con il loro relativo inserimento nella catalogazione, ad una nuova Moneta Tipo.....e di conseguenza si potrebbe certamente identificare come Inedito. P.S. @@Sanni ..... mi dovesse venire in mente di catalogare anche le sigle, le figure e i simboli apposti sulle monete dai coniatori di turno, terrò ben presente l'inserimento dei tuoi esemplari (non censiti logicamente) e sempre con la tua autorizzazione. :crazy:
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  13. leggo solo ora la discussione! :) Si tratta di un tari'd'oro a nome di Ruggero II 1130/1154 emissioni dopo il 1140 al n°71(con stella a sei punte) ...Av d.12 mm peso 0,82/1,50 a pagina 153 dello Spahr tav.XIX Altri riferimenti bibliografici Spinelli XII/13; Lagumina 36,42(il Lagumina ha letto Mahdinah di Masini 36, e Masini (anno 540) 42. Inoltre quanto cita espressamente sottolineato (sempre lui "Rodolfo Spahr")::::::: "Si trovano moltissime piccole varieta' di questi tari'd'oro.Il cerchio centrale varia tra 2/3 mm di diametro.La lamentata incuria degli incisori si osserva anche nelle sigle di Cristo.La lettera N di NIKA spesso ha la forma di H ,talvolte e' in nesso con la lettera I e non sono rari neanche gli esemplari con IN anziche' NI"...... :) Spero ti sia stato di aiuto! :D Saluti ;)
    1 punto
  14. Reazione 1: occhi sbarrati e salivazione azzerata Reazione 2: risate a non finire
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  15. A distanza di quasi un anno credo di aver risolto la questione . Ho osservato la banconota che presenta l'emblema della BNA sotto la lampada di Wood. L'emblema diventa fluorescente se esposto alla lampada ed ecco perche ad occhio nudo è appena percettibile e sembrava non avere senso, quindi l'inchiostro giallino con cui è realizzato è inchiostro fluorescente. Ho successivamente esaminato ( sempre con la lampada di Wood ) l'altro mio esemplare che ad occhio nudo sembrava privo dell'emblema e con mia sorpresa ho notato che anche in questo esemplare compare lo stemma fluorescente Quindi non sono due varianti , ma entrambi i due esemplari in mio possesso ( e credo tutti gli altri ) sono dotati di questa immagine fluorescente , solo che in alcuni è visibile anche ad occhio nudo e in altri no , forse per l'utilizzo di una quantità maggiore di inchiostro fluorescente nel primo caso
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  16. Tu qouque @@MEDUSA51 :blum: .. L'ha trovata Derek83 per primo, stavolta ne sono sicuro :rofl: :rofl:
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  17. Dietro la testa di Agrippina mancano i segni che ci sono sul Lanz, A ; mancano le tracce della perlinatura, B ; O è un codolo di ingresso di metallo , o è una ammaccatura .Poiché i galvani e facile ad ammaccature per la loro debolezza ( Due valve di rame ,riempite di piombo). Come è finito alla coll. Benz il denario genuino ?? Cosa c'è esposto al BM ?????? ecco il casi........ Saluti a tutti. Gionnysicily.
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  18. Ok, con piacere. Ciao
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  19. mi scuso con tutti i partecipanti del forum che hanno preso troppo sul serio questa discussione … volevo solo fare un poco di ironia in questo caldo giorno d'estate (e di ferie, per me) … spero che la comicità del naso contraffatto del sovrano sia stata percepita in quanto tale, e quindi un'occasione per una genuina risata .... Per quanto riguarda la nobiltà tedesca... purtroppo niente sangue blu, plebeo sono, e dai nonni ho ereditato solo le monetine del mio avatar.... :rofl: Comunque complimenti a Lindap "occhio d'aquila" :good:
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  20. Non vedo perché un'ulteriore svalutazione non possa essersi prodotta in "soli" sette anni, a maggior ragione se si considera che sono anni di caos politico e sociale (per la prima volta nella storia un esercito di Roma ha marciato contro Roma!). E comunque non do per scontato che la riduzione quartonciale sia di epoca sillana. Personalmente, avrei pensato a qualche anno dopo ... Dipende anche da cosa potrà dirci acraf su questo ritrovamento
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  21. Ho "ereditato una collezione di monete antiche e medioevali. La sto riordinando. La moneta che presento alla vostra attenzione per l'identificazione è chiaramente del periodo reale di Francia. La descrizione riporta CAROLUS REX FRA, ma non specifica di che re Charles si tratta. La mia ricerca non ha dato alcun risultato. Il particolare più evidente è la croce, di fattura semplice e antica, mentre di norma, sulle altre monete, nei 4 angoli ci sono i gigli di Francia e/o la corona. Questi sono i dati attuali della moneta Materiale: rame Diametro: 17 / 17,6 mm Spessore: 1.2 mm Peso: 1,78 grammi Grazie per l'attenzione
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  22. 1 punto
  23. coincard 2 euro slovacco 2013 link http://collezionieuro.altervista.org/blog/slovacchia-2-euro-commemorativo-per-i-santi-cirillo-e-metodio-2013/ tiratura 7000
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  24. uno che pulisce le monete romane non e` per forza un tombarolo o un criminale ! pensa che per me i tombaroli "seri" le monete da pulire non le filano neanche ! valgono troppo poco e son troppo ingombranti , meglio concentrarsi su statuette , vasi etc etc piu` facili da trasportare e da immettere nel mercato pero` vedo che oramai qui e` passata la linea che chi cerca monete col Metal sia per forza un tombarolo da mettere alla gogna mentre chi compra monete da pulire per passione e per avvicinarsi alla storia sia un ricettatore mah.......
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  25. ciao a tutti ho provato a rifare la foto al 10 cent 1911...che ve ne pare?
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  26. Se leggi il primo post del topic "la casa matta della banconote di euro". Potrei aggiungere...sono io il catalogo,ma non lo scrivo perchè non mi pavoneggio :rofl:
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  27. Mi dispiace, è falsa. Se fosse vera potrebbe valere sui 450€ perchè è rara
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  28. Esistono evidenze dell'esistenza di un asse repubblicano di circa 6 grammi, calanti sino a 2,5 grammi. Ne abbiamo parlato diffusamente qua: http://www.lamoneta.it/topic/107374-serie-cr-97-luceria/ So bene che, secondo l'opinione prevalente, i pochi esemplari ufficiali sono monete a carattere (eccezionalmente) fiduciario, emesse a Luceria e forse a Canusium, e gli altri sono mere imitazioni (quelle studiate da Stannard, per intenderci). Però è una tesi che non mi convince, per tre motivi. Primo, perché mi sembra impensabile che i "falsari" (scrivo così per semplicità, sebbene il fenomeno delle coniazioni pseudo-ufficiali sia ben più complesso) abbiano copiato proprio monete eccezionali. Già un "falsario" ha il problema di far accettare la propria moneta; se poi decide di imitarne una rara ... Secondo, perché l'asse di 6-4 grammi è saldamente attestato in coniazioni ufficiali provinciali (assi cosiddetti di Panormos, in realtà verosimilmente attribuibili a Lilybaeum, assi di Thessalonica e assi della serie navale leggera di Marc'Antonio). Terzo, la rivelazione di acraf: di questo asse ... esistevano persino i divisionali!!! (sestante 0,7 => asse 4,2 grammi). A questo punto mi sembra più plausibile l'ipotesi espressa da Vincenzo nella discussione di cui sopra, ovvero che sia esistita un riduzione quartunciale (standard teorico 6,82 g, ovviamente - come in tutte le emissioni enee repubblicane - calante). L'unica seria obiezione a questa ipotesi mi sembra il ritorno a uno standard semionciale, attestato con Augusto ma identificabile già nelle emissioni dei due figli di Pompeo Magno (emissioni comunque molto variabili e, forse, a carattere "propagandistico"). Il ritrovamento citato da acraf ci pone però il problema della datazione di questa ipotetica riduzione. Una cittadina distrutta da Silla ... Quando? Al più tardi nell'82 a.C.?
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  29. @@dabbene l'idea sarebbe di avere al mattino una conferenza (magari della persona che intendi tu) poi pranzo e tour-medievale poco impegnativo nei dintorni ed infine ritorno al Ducale per un pomeriggio informale di scambi di opinioni, etc. etc.
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  30. Monete monete monete, si parla sempre di monete... (ovvio, siamo in un forum di numismatica!) perché non parliamo un po' di monetieri, antichi e moderni?! Mi piacerebbe iniziare una discussione diversa dal solito: non la solita "come costruire un monetiere faidaté" ma una discussione più profonda sull'evoluzione tecnica (con i vari problemi legati alla disposizione dei cassetti e quindi alla conservazione di reperti contenuti) e stilistica di questi testimoni del collezionismo passato e presente. Parto io con un bel monetiere a bambocci..., esempio di ebanisteria del '600. La parte superiore ha la chiusura a ribalta e fondamentalmente è un secretaire. (le due foto si riferiscono a due mobili distinti: non ho reperito immagini di uno stesso mobile aperto e chiuso) Non penso che mobili del genere avessero un uso prevalentemente numismatico: in una illustrazione dell'edizione quarantana de I promessi sposi (nella scena dove i monatti entrano in casa di don Rodrigo) ne è rappresentato uno (anche se non perfettamente riconoscibile) come mobile deposito delle riserve monetarie (o almeno di una parte) del padrone di casa. http://www.braidense.it/dire/immpsposi/pagine/346.htm Nel medesimo romanzo è illustrato un monetiere vero e proprio, di fattura completamente differente, ma magari lo posto più avanti.
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  31. Ma in realtà, qualcuno sa in cosa consisteva questo RADVNO CICLO LANCIO BOMBA ?? Trovi tutto qui http://www.mymilitaria.it/liste_03/monza_1935_bomba.htm Ciao apollonia
    1 punto
  32. Bravo Sanni hai fatto bene a prenderla, in quanto al simbolo del coniatore, propenderei come detto dal buon Layer alla sovrapposizione di due sigle, I e O. Continuate in questo senso ragazzi, ogni giorno e una novità, col vicereame, difficilmente ci si annoia... Eros P.S. Ho finito i mi piace per Layer.
    1 punto
  33. Credo che non sia l'unico malato tra di noi :D
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  34. E' difficile per me sbilanciarmi ad un opinione non sapendo se rientra nei 5,4g e non avendo la moneta tra le mani, la fotografia è molto sgranata, il colore della patina troppo scuro rispetto a quanto sono abituato a vedere. Non mi convince il profilo del Re, in varie soluzioni, nel mento troppo tondo, sulle labbra troppo cadenti, nel collo.. anche il pomo d'adamo mi sembra poco pronunciato, ma questi potrebbero essere dettagli relativi all'eccessiva usura della moneta. Gli stili delle diciture invece sembrano abbastanza fedeli, il bordo è leggermente irregolare. Tuttavia c'è una rigatura al diritto che sembra appartenere all'epoca poiché anch'essa si è usurata nel corso del tempo, se si tratta di un falso, anch'esso è davvero stato curato tanto da dovermi limitare ad un analisi senza un relativo giudizio di autenticità o meno. Non la comprerei..
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  35. penso che se non si mettono immagini almeno " decenti" si potrà andare solamente .... a tentativi... della seconda immagine che dovrebbe essere il dritto, non riesco a vedere nulla....... :nea: il R/ assomiglia a questa tipologia http://www.wildwinds.com/coins/byz/basil_II/t.html
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  36. Concordo: a giudicare da quello che si può intuire da qualche lettera sembrerebbe un follis anonimo di classe A. Considerando il diametro è da escludere la sottoclasse A-2. Rimarrebero la A1 e la A3 che si distinguono, nel primo caso, per l'assenza di decorazioni sopra e sotto l'iscrizione, mentre nel secondo ci sono molte combinazioni di ornamenti; inoltre gli esemplari della A1 hanno diametro e peso inferiore. Così "a naso", anche considerando il diametro, io opterei per la A1 emessa sotto il regno di Giovanni I. Anche se bisogna lavorare di fantasia propongo un confronto: http://www.acsearch.info/record.html?id=211983
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  37. Ti dirò: leggo or ora di questa interessante possibilità: A compra da B un oggetto che costa per dire 130 euro. B ha un account farlocco e non gliene importa niente in realtà di spedire oggetto. B nel frattempo compra oggetto da C da 13 euro, millantando errore dice di aver ricaricato di più e chiede soldi in contanti In effetti i soldi ci sono perchè è stato A in realtà a caricare C. B ha comunicato ad A i dati postepay di C non i suoi... Ed ecco perchè indirizzo di A e indirizzo di B differiscono così tanto..... Se tutto va bene B otterrà oggetto + soldi contanti A: perde soldi e parte con rivalsa contro Postepay di B (in realtà si dimostrerà C) C (@@stef_ in questo caso) : perde oggetto, soldi e si trova una marea di scocciature... http://it.discussioni.consumatori.tutela.narkive.com/5YjNTrGL/possibile-truffa-con-postepay Saluti Simone
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  38. Come sono solito pensare e anche affermare, qualsiasi pseudo-difetto di conio al quale non si riesca ad assegnare una origine (nel senso che, davvero, non so proprio come in zecca possa uscire qualcosa di simile, non ha proprio alcun senso) va considerato come una manipolazione, a prescindere da qualsiasi altra considerazione. A mio avviso potrebbe trattarsi si una moneta trattata con qualche acido in maniera da cancellare i rilievi in modo mirato e senza eliminare del metallo. In ogni caso, parlare di valore per un oggetto al quale nessuno sa dare una origine certa e credibile direi che sia del tutto inutile.
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  39. Scusa, ma come ha fatto a farti la ricarica (sbagliata) senza avere una Postepay? Nel senso, se avesse fatto la ricarica in posta l'errore sarebbe incomprensibile visto che i soldi li avrebbe tirati fuori in contanti (quindi non poteva certo sbagliarsi di uno zero). Un errore simile può essere comprensibile solo se fatto con una ricarica online da un'altra postepay (anche se a me suona cmq strano), che però lui nega di possedere. La storia è sempre più sospetta, a mio modo di vedere....
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  40. Segnalo un ottimo scambio con @@Giovanna. Spero di farne molti altri.
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  41. Iniziativa lodevole e simpatica. Non ricordo se sul forum c'era una discussione a riguardo. Per quanto riguarda il modo di dire "non valere il becco di un quattrino" è tutto giusto quanto da te scritto, ma dopo la coniatura della moneta, quel "becco", cioè la parte rialzata e sporgente della moneta, veniva cesoiata e da qui il motto. In pratica sta a significare di non valere nemmeno quella piccola parte tolta al quattrino. Spero di essermi spiegato bene e che magari ci siano conferme o smentite in proposito.
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  42. Piacerebbe anche a me ci fosse una seconda giornata sul grosso, ma se posso permettermi sarebbe cosa buona e giusta che oltre all'entusiasmo nel postare le foto (alcune mozzafiato!) si mettessero due righe due di descrizione, dati ponderali. Cosa che purtroppo non si fa sempre e quindi si perdono nozioni importanti. Inoltre, e chiedo venia ma cercate di capirmi, non insisterei sempre sul primato del privato sul pubblico in merito a queste iniziative. Da privato a volte provo fastidio a leggere certe affermazioni, perché mi immagino la reazione di qualche funzionario pubblico se leggesse. Quindi proporrei toni meno polemici verso gli enti pubblici e cercherei di dialogare perché so che una costruttiva collaborazione è possibile. Grazie e Buona Domenica a tutti :)
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  43. Ciao , penso che ; i gradi di rarità son tutti da rivedere... almeno da quando è nato il "forum" ho visto postare più di una moneta (r 10) il che la dice tutta!! ovvio chi stila i cataloghi, magari guarda passaggi d`asta è altro. non può certo chiedere a tutti i privati, c`è anche da considerare che non tutti amano metterle in mostra.
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  44. Io condivido la tua gioia numismatica...ma se ti pensi che sia anche un pelino geloso del fatto che tu l'hai già e io no ti sbagli di grosso. Io la collezione la vedo come un modo per rilassarmi...non come una caccia per sopravvivere o un lavoro nel quale si deve fare tutto e subito... Poi, ripeto, condivido la tua gioia e sono contento per te.
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  45. Ho incontrato anch'io questi due personaggi di recente, cioè nell'esame di linguistica che ho dato lunedì scorso ^_^ Aggiungo qualcosina a quello che hai già scritto tu rielaborandolo dal mio libro: i due santi sono importanti in linguistica perché hanno avuto dall'imperatore bizantino Michele VIII il compito di evangelizzare le popolazioni slave, e per farlo di fatto "inventarono" una lingua. Questa lingua, detta paleo-slavo, è quella che sta alla base di tutte le tradizioni linguistiche slave, divise così: slavo occidentale: polacco, ceco, slovacco; slavo orientale: russo, bielorusso, ucraino; slavo meridionale: sloveno, serbo-croato, bulgaro, macedone. Il paleo-slavo ha anche rappresentato un potente elemento di coesione per tutto il mondo slavo, in parte anche in età contemporanea. Poi, come hai detto tu, oltre ad avere creato una lingua di fatto artificiale inventarono anche un alfabeto, quello glagolitico appunto, che è la base dell'alfabeto cirillico.
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  46. Occhio SuX che potresti averne tante d'argento... oo)
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  47. Ciao SorPazzo, attendiamo un'immagine, la P che vedi al dritto sta per Perger (Domenico), incisore della zecca di Napoli.
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  48. Credo sia ora di uscire dalla logica dei "BB" (o Spl, o qualsiasi altra conservazione), ossia l'abitudine di pensare che basti una sigla per affibbiare una valore ad una moneta. Esistono BB da 100 Euro e BB che ne possono valere di più, altri BB che ne possono valere la metà.... le monete serve vederle per poterle stimare, BB è una sigla commerciale che si usa per semplificare un concetto, ma non è un dogma da prendere come riferimento assoluto.....
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