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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/28/13 in Risposte
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Categoria: Monete Contemporanee in Argento Autorità emittente: Gioacchino Napoleone Murat (1808-1815) Valore Nominale: 2 Lire Peso: 10 gr. Diametro: 27 mm. Contorno: * DIO PROTEGGE IL REGNO in incuso Metallo: Argento 900 Descrizione del diritto: GIOACCHINO / NAPOLEONE. Testa nuda a destra, data in basso sotto il collo Descrizione del rovescio: REGNO DELLE DUE SICILIE. Nel centro 2 // LIRE, tra un ramo di lauro ed uno di ulivo, legati in basso con fiocco Catalogazione: Gigante 14 Millesimo: 1813, Zecca di Napoli8 punti
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Categoria: Monete Medievali in Rame Autorità emittente: Federico III d'Aragona (1496/1501), Regno di Napoli Valore Nominale: Cavallo Peso: 1,36g Diametro: 19mm Taglio: Liscio Metallo: Rame Descrizione del diritto: FEDERICVS°°° REX, Testa del re radiata volta a dx Descrizione del rovescio: *EQVITAS° REGNI°, Cavallo gradiente a dx sormontato da una stella, in esergo, tra due stelle, la lettera "L", simbolo del coniatore. Catalogazione: Pannuti-Riccio 17; MIR110/5 Note Storiche e Numismatiche: Esemplare ribattuto su un cavallo di Carlo VIII, si può notare l'incongruenza di alcune lettere in legenda che corrispondono invece alle legende dei cavalli di quest'ultimo sovrano. Le lettere che si notano sul Dritto <LV> potrebbero essere una sottoimpressione di una moneta di Carlo VIII <KARO[LV]S>. Sul Rovescio le lettere <IM> potrebbero essere quelle impresse di <XPS VINCIT: XPS: REGNAT: XPS: [IM]P> Gaetano5 punti
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Non entro nel merito delle valutazioni di opportunità che inducono coloro che sono a conoscenza di tali elementi, che differenzierebbero gli originali dai riconii, a non rivelarli pubblicamente. Mi limito a constatare come, in più occasioni, sia stato scritto che questi elementi di distinguo però esistono. Affermare di essere a conoscenza di elementi per distinguere le supposte emissioni dello scudo del 1901 ma poi non rilevarle pubblicamente alla comunita' numismatica e' un atteggiamento che non condivido e non capisco. E' come lanciare il sasso e tirare indietro la mano O si dicono le cose interamente come stanno o forse era meglio non scrivere nulla Purtroppo cosi' si perde di credibilita' e non mi stupisco che molti collezionisti e studiosi a questo punto non diano credito all' amico Domenico e questo mi spiace proprio considerata la passione e l' impegno che traspare dalle sue pubblicazioni5 punti
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Categoria : Medaglie Autorità emittente : Filippo V Re di Spagna e Duca di Milano ( 1701 - 1713 ) Peso : 33,73 gr. Diametro : 49 mm. Metallo : Ottone - Bronzo Descrizione del dritto : Busto di Filippo V corazzato PHILIPPVS.V.HISP REX.MED.DVX Sotto il busto le iniziale dell' incisore I.V.F G. Vismara Descrizione del rovescio : Dalle nubi con raggi esce una mano reggente una corona SIC.PLACVIT.DEO. ( così piacque a Dio, così ha voluto Dio )4 punti
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Ciao ora passiamo al rame IMP TRAIANO ASSE Gr 12,72 Mm 27,44 Assi 180° Busto di Traiano laureato paludato e corazzato a destra. La Vittoria andante a destra, con ramo di palma tenuto con la mano sinistra e appoggiato sulla stessa spalla e corona di alloro nella mano destra tesa. Particolare la L di POPVLVSQUE è stata incisa per errore come una T rovesciata. RIC 675 v Busto Silvio4 punti
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Ciao Piero, grazie mille per l'interesse. In effetti l'argomento ha origine dagli inizi dell'800, un imput c'è stato dato da Tommaso Siciliano nella sua opera sulle medaglie napoletane dei napoleonidi, quando per mezzo di una sua teoria (la quale condivido in pieno) spiegó che sulle medaglie dell'epoca non venivano apposte le firme degli incisori per via delle diverse mansioni che uno o più artisti aveva nella costruzione di un conio. Lo STESSO DISCORSO VALE PER LE MONETE dell'epoca, però, mentre per le medaglie vediamo che dal 1824 iniziano ad apparire più firme su di esse, per le monete non era così, il discorso è un po' complesso ma provo a spiegarvelo, errori permettendo. La soluzione potrebbe essere nell'utilizzo del pantografo in alcune zecche europee, (di questo macchinario magari ci occuperemo in altre sedi), dove i vari nominali dell'800 si presentavano nel 99% dei casi senza differenze di conio, praticamente l'opposto di ciò che accadeva a Napoli, ma cosa cambia ad esempio tra le monete sabaude - papali - francesi e quelle napoletane? Tanto per fare un esempio, so che non è facile da spiegare ora in quattro righe, nelle monete sabaude le effigi dei sovrani da Vittorio Emanuele I in poi (siglati dall'artista incisore Lavy, Ferraris, eccetera) avevano gli elementi della capigliatura di differente spessore rispetto a quelle delle monete napoletane, mentre in queste ultime veniva utilizzato un punzone madre abbozzato e poi rifinito sul conio dall'incisore CHE NON SEMPRE ERA LA STESSA PERSONA, in quelle sabaude (ma anche papali, francesi, inglesi, eccetera) si procedeva in maniera diversa. Questo è uno dei motivi che fa la differenza tra una moneta napoletana borbonica ed una coniata in altre zecche europee, ecco perchè nelle napoletane troviamo l'effigie (dalla capigliatira finissima) ma le leggende e l'effigie stessa posizionate sempre in maniera differente rispetto ad un conio precedente. Alcuni nominali di altre zecche, nonostante venissero battuti in un arco di tempo con l'utilizzo di centinaia di conii, troviamo sempre la stessa e identica impronta. Un esempio lampante è, tanto per dirne una: il 5 franchi francesi tipo "Domard" che dal 1831 al 1848 si presenta sempre con lo stesso identico e preciso dritto, eppure in Francia vi erano tirature enormi, possibile che era sempre lo stesso conio? No http://numismatica-francese.simone-numismatica-e-storia.lamoneta.it/moneta/FR-11/10 Ritornando alla firma sulle monete dell'800, in Europa i modelli che venivano riportati sui conii seguivano una procedura diversa rispetto alle monete napoletane e per tale motivo potevano essere firmati dagli incisori, ciò perché quelli erano e quelli rimanevano, i punzoni madre delle effigi delle monete napoletane erano opere di un artista iniziale, e a Napoli dopo il 1804 tale artista non poteva siglare un conio se sullo stesso vi erano più persone a mettervi le mani. Tra alcune rare eccezioni troviamo i 10 tornesi del 1847 siglati da Andrea Cariello e i massimi moduli di Francesco II siglati da Luigi Arnaud. Ma qual'è alla fine il risultato tra una moneta napoletana ed una di altre zecche? Mentre nella prima ci troviamo di fronte ad un'opera originale, dove ogni conio era diverso dall'altro, nelle altre era tutto uguale .......... Avendo accennato nella discussione monete di altre zecche spero di far cosa utile attirando l'attenzione di curatori di altre sezioni affinchè possano leggere quel che ho scritto (se ho dimenticato qualche nome chiedo scusa). Se ho sbagliato qualche passaggio vi prego di farmelo notare, sono qui anche per imparare. Grazie @@Liutprand @@picchio @@Giuseppe @@Rex Neap @@piergi00 @@rongom @@eracle62 @@dabbene @@centurioneamico @@lucadesign85 ah ........ dimenticavo ......... a comprovare quanto appena scritto aggiungo che le monete di Vittorio Emanuele II re d'Italia coniate a Napoli dal 1862 al 1867 portano la firma del Ferraris, eppure a Napoli i conii di queste monete vennero materialmente incisi da artisti napoletani come ad esempio Andrea Cariello. I documenti dell'epoca sono chiari.........................." @@incuso @@picchio @@Reficul @@centurioneamico @@Michelangelo2 @@providentiaoptimiprincipis @@eracle62 @@Rex Neap A seguito di alcuni argomenti intavolati sulla produzione dei conii napoletani in epoca borbonica, spero di rendermi utile spostando e postando alcune domande con relative risposte in questa discussione. (cfr. da post 17 http://www.lamoneta.it/topic/116646-10-tornesi-ferdinandoii/page-2#entry1325582 ) Come potrete notare, a seguito dalla domanda di @@12tariì riguardo la mancanza di sigle sulle monete napoletane dell'800 ho tentato (nel limite delle mie conoscenze) di rispondere alla meglio. Poi @@Giuseppe mi chiede alcune delucidazioni sul perchè vi possono essere differenze di certi minimi particolari tra monete dello stesso tipo e millesimo (come ad esempio il padiglione auricolare dell'orecchio di Ferdinando II in alcuni 10 tornesi evidenziato al post 4 e poi commentate da @@AlxR e @@Matteo69 http://www.lamoneta.it/topic/116646-10-tornesi-ferdinandoii/ ). Di seguito un'immagine chiarificatrice a titolo di ESEMPIO: Immagine del punzone madre del tarì e 2 tornesi di Francesco II di Borbone (immagine indicata con freccia) accanto ad altri conii rifiniti di altri nominali dello stesso sovrano. L'immagine in rilievo del re che veniva impressa nei conii è abbozzata (spero riusciate a vederla), poi gli incisori procedevano alla rifinitura, ed altri incisori finivano il lavoro incudento i caratteri delle leggende e i vari numerali. La procedura dell'epoca per la creazione di un conio è la stessa per tutti gli altri nominali, stesso discorso per le medaglie. La procedura era uguale ed interessava tutte le monete, a partire dai mezzi tornesi, e fino ai 30 ducati d'oro, in molte piastre di Ferdinando II troverete anche differenze nel taglio del collo, in qualche capello sulla fronte, il padiglione auricolare e i peli della barba, tutti elementi questi impossibili da punzonare con un punzone già rifinito, alla base di queste impossibilità vi erano anche le alte temperature con il quale si effettuavano certe operazioni. Se avete altre domande scrivete pure. Grazie per l'attenzione. p.s. Molte delle cose che leggete in questa discussione non le troverete nemmeno nel De Sopo, quindi vi raccomando, occhio!4 punti
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Categoria "Monete Contemporanee" Valore Nominale: 1 Rupia del 1890. Autorità emittente: Deutsch-Ostafrikanische Gesellschaft (Società dell'Africa Orientale Tedesca) abbreviato in DOA. Peso: 11,69 g. Diametro: 30,50 mm. Metallo: Ag 916/000 Dritto: Busto di Guglielmo II Imperatore, in uniforme della "Garde du Corps". Rovescio: Stemma della DOA, con leone rampante sotto una palma di noci di cocco. Tiratura: 154.394 pezzi. Taglio: Rigato. Catalogazione: Kleiner Deutscher Münzkatalog n. 714 Incisore del dritto: Emil Weigand. Incisore del rovescio: Otto Schulz. PS: ho voluto fare la foto con la moneta in mano per far apprezzare al meglio la patina con i suoi colori. Moneta acquistata online da una casa d'aste in Germania.4 punti
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Purtroppo siamo alla fine di un interessante viaggio numismatico :cray: lo abbiamo fatto insieme visitando 346 diversi paesi e postato 727 monete, di queste tante sono ancora spese quotidianamente :) Per quanto possibile ne abbiamo inserite giusto una piccola rappresentanza per ogni nazione o località in un periodo che è andato dal 1652 al 2012. Grazie a questa discussione ho riposizionato monete fuori posto (ne ho più di 7.200) ne ho trovato alcune che avevo dato per disperse, ne ho viste altre che non pensavo nemmeno di avere e ne ho riclassificato qualcuna che in passato avevo erroneamente attribuito ad altro paese. Ringrazio tutti i partecipati per la condivisione ed anche i semplici visitatori che hanno visto/letto solamente, magari qualcuno di loro guarderà con diverso interesse le proprie monetine estere messe da parte e dimenticate. Spero che la discussione, fatta più che altro di sole immagini, abbia suscitato un interesse, fatto nascere magari una passione o che l'abbia quantomeno rinnovata. Per quel che mi riguarda ho avuto modo di riosservare con interesse tantissime mie monetine che non toccavo da anni, ma quello che mi ha più sorpreso è che le ho prese in mano con la stessa emozione di una volta..... Buona ricerca a tutti :)4 punti
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@...è un ragazzo davvero in gamba :clapping: doverosamente cerco di rispondere ai suoi quesiti anche se Francesco ha già scritto qualcosa......lo faccio qui in quanto noto che questa parte non è stata trasferita nell'altra discussione se poi @@francesco77 lo riterrà opportuno può farlo....logicamente. Il discorso sarebbe un pò lungo ma brevemente cercherò di riassumere: Fino al 16 marzo 1829 in zecca vi erano un'incisore dei dritti ed uno per i rovesci; a quello dei dritti spettava il compito di incidere le immagini e le figure sulle monete e sulle medaglie, a quello dei rovesci gli stemmi ed i caratteri in più tutto quello che poteva essere ordinato dal Direttore del Gabinetto d'incisione. L'effige e lo stemma erano i primi ad essere coniati; le leggende al dritto ed al rovescio, il millesimo, il valore ed altri particolari spettava a quello dei rovesci. Con il Decreto 2329 del 17 marzo 1829 con annesso regolamento si stabilì che gli incisori dei dritti dovevano essere 2 così come quelli dei rovesci ai quali si aggiunse un sostituto per entrambi (l'Aiutante) e 4 Alunni. Ma attenzione perchè non tutto il lavoro dei rovesci veniva svolto dal solo 1° incisore dei rovesci, spesso, se non sempre, il lavoro era svolto dal 2° incisore accompagnato dagli Alunni (che dovevano imparare l'arte)...ecco perchè riscontriamo numerosissime varianti su queste monete (legende, date, valore ecc. ecc.) Comunque sia tutto veniva svolto in osservanza del REGOLAMENTO (appena citato). Del perchè il Cariello (all'epoca 1° Incisore dei dritti) abbia voluto lasciare le su iniziali sulle moneta da 10 Tornesi, questo non è documentato e non si conosce il motivo...verò è che è sfuggito ad ogni controllo (che pure v'erano.....sempre) ed è stato fatto in maniera "abusiva". Io mi sono fatto un'idea personale che poi è quella che ha voluto distinguere questo conio dagli altri che secondo un mio parere (personale) non furono opera sua ma del Catenacci (Scipione) 2° Incisore dei dritti.........il Cariello in questo periodo (soprattutto) aveva ben altro da fare.......... Dagli anni "50" in poi le cose cambiarono all'interno del Gabinetto d'incisione (ma mai trasgredendo le regole) anzi..... Luigi Arnaud 1° Incisore dei rovesci da anni,era talmente bravo che al contrario dei cultori di quest'arte (che di solito si specializzavano in un solo ramo) fu indifferentemente incisore sia dei rovesci che dei dritti.......ecco perchè troviamo (oltre che su tante medaglie) le sue sigle (autorizzate) sul dritto delle monete di Francesco II; da una lettera del Controlo Ascione diretta al Direttore Generale dell'Amministrazione delle Monete - Barone Don Francesco Ciccarelli si legge che Luigi Arnaud doveva fare il punzone per il dritto delle monete di MAGGIOR DIAMETRO vale a dire il 120 Grana ed il 10 Tornesi mentre il Cariello (per rispondere alla domanda di Gaetano) quelli da 60 Grana e 5 Tornesi (documentato quindi) anche se (non citatati) anche quelli da 20 Grana e 2 Tornesi......ma in quegli anni difficili per Napoli è successo un pò di tutto a cominciare anche dal fatto che la coniazione di queste monete ebbe inizio nel 1860 anche se sulle monete troviamo la data 1859.....ma questo potrebbe essere oggetto di un'apposita discussione includendo anche del perchè sulle monete di Napoli post unità troviamo N e poi BN. Spero di aver scritto tutto.............un saluto Pietro3 punti
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Sarebbe francamente ora di smetterla con queste pseudo "spy story"! :) Nessuno é obbligato a divulgare le proprie "scoperte", ci mancherebbe altro. Per me sarebbe stato più decoroso dire direttamente..."Non voglio dirvi ciò che solo io so!" :) Rimandare il tutto alla consultazione di carte processuali di non facile accessibilità lo trovo meno lineare. Affermare invece "fate pubblicare la spiegazione ufficiale della nota che tutti conoscete e poi chissà magari si pubblicherano anche le differenze dei riconi del 1901....in mancanza......NISBA" ha invece il sapore amaro del "ricatto" o del "capriccio fanciullesco" a seconda di come lo si voglia guardare. Il risultato in ogni caso non cambia. :) Il collezionista maturerà col tempo la propria personale opinione in merito. Per quanto riguarda la distinzione fra "proof", "proof-like" o "fondi lucenti"...é come sempre sterile tanto quanto discutere del sesso degli angeli. :) Non ci sarà mai unità di vedute, quindi é bene che, chi le ha, si tenga strette le proprie convinzioni, qualunque esse siano, almeno per coerenza. Io condivido il punto di vista di @@gallo83, vi sono esemplari con fondi speculari sia per quanto riguarda la monetazione del Regno d' Italia, sia per tipologie di inizio '800 (Regno di Sardegna, Napoleone, Maria Luigia, ecc...). In prevalenza si riscontrano su esemplari in argento. Ne abbiamo riscontro in collezioni o vendite recenti, tanto quanto passate. Per converso c'é chi ritiene impossibile che queste monete esistano. Definire "artefatto" un marengo di Umberto I solo perché ha i fondi speculari é a mio avviso un'affermazione quantomeno ardita. Posto questo, ognuno ha piena libertà di professare il suo credo. Se l'obiettivo comune é però trovare la "quadratura del cerchio", ossia un' uniformità di pensiero, prendiamo atto che questo non sarà (purtroppo) possibile. Davide3 punti
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Ciao proviamo con l'argento MONETE ANTICHE IMP ADRIANO DENARIO Gr 3,31 Mm 18,16 Assi 165° Testa di Adriano laureata a destra, con paludamento sulla spalla sinistra. Ercole nudo, seduto a destra su pila d'armi, ( corazza scudo e elmo ) tiene con la mano destra la clava e nella sinistra due pergamene. RIC 149 v Su cosa tiene in mano Ercole Silvio3 punti
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Ero in sala alla vendita collezione Mantegazza, l' ing. Bruno era seduto in prima fila alla destra di Don Raffaele, la moglie e una figlia andavano avanti ed indietro a portare i cataloghi da firmare al padre. Avevo 33 anni, e non ci eravamo mai incontrati, solo scontrati su qualche lotto ed il più delle volte ne uscivo con le ossa rotte. Dove si fermava Don Raffaele con il suo odioso modo di battere, attaccava Lui. Poco prima dell'inizio della battuta mi alzai ed andai a salutarlo, ricordo che gli dissi che mi spiaceva che avesse deciso di vendere. Rimase sorpreso per la mia invadenza e non trovò le parole per rispondermi. Una magnifica vendita, con la sala piena, tanti collezionisti che oggi si nascondono. Commercianti sempre pronti al rilancio. Acquistai parecchio, pezzi straordinari per qualità o per rarità, monete che in tante aste successive ed in tanti anni non sono più ricomparse. Sono stato fortunato ad esserci. Tra le monete che mi ero segnato sul catalogo (numerato e firmato 6) c'era anche il due Baiocchi di Legionario (ne ho poi acquistato uno, non così bello, ma in collezione sta bene lo stesso ... mica si può avere tutto !). Non era fanatico del rame l'Ing. Bruno, prediligeva l'argento, l'oro mi pare lo vendette a trattativa privata. Brrr. mi vengono i brividi solo a ripensare al catalogo ed alle cifre che potrebbero ancora spuntare tante delle monete offerte.3 punti
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Salve, oggi vorrei postarvi le immagini di una delle mie monete, si tratta di una Mezza Piastra Sebeto 1735, cosa ne pensate?2 punti
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Categoria: MONETE MEDIEVALI Autorità emittente: INCERTA (Marino Sebastos di Amalfi (1096-1100) oppure Marino II Duca di Gaeta (978-984) Valore nominale: Follaro Peso: gr. 1,7 Diametro: mm. 20 Metallo: Rame Descrizione del dritto: Busto di personaggio (S.Erasmo?) coronato e con palma o “pastorale” a tre punte. Descrizione del rovescio: Al centro cerchio perlinato con globo al centro, intorno M G A. Descrizione del taglio: Liscio Catalogazione: (1) L.Travaini - Monetazione dell'Italia normanna, n. 425 e MEC 14, nn. 46 e 47 (Lucia Travaini ritiene che sia stato emesso da Marino di Amalfi (1086-1100/1110), questa tesi fu proposta anche da Grierson.). (2) Corpus Nummorum Italicorum (1939) - Vol. XVIII - Tavola XV – N°1 (19 e 20) pag.263 ( che lo attribuisce alla zecca di Gaeta ed a Marino II - Console e Duca (978-984). Note storiche e numismatiche: (A) Marino Sebastos di Amalfi (1096-1100/1110): Era un discendente della dinastia dei Sergidi, (Duchi di Napoli) e della famiglia Amalfitana dei Capuano. Tentò d'appoggiarsi ai Bizantini e ne ebbe il titolo di sebastos. Fu eletto duca della Repubblica di Amalfi nel 1096 in opposizione alla sovranità dei normanni, che avevano conquistato Amalfi nel 1073 ed avevano nominato duca Guido d'Altavilla, figlio di Roberto il Guiscardo. In quello stesso anno 1096, Boemondo I d'Antiochia e Ruggero I di Sicilia attaccarono Amalfi che, sotto la guida di Marino, resistette fino a quando Boemondo, venuto a conoscenza della Prima crociata promossa da Papa Urbano II abbandonò l’assedio per unirsi ad essa con un esercito normanno. Di conseguenza, nel 1097 l’assedio fu tolto ed Amalfi mantenne ampia autonomia pur riconoscendo, dopo lunghe trattative, la sovranità dei principi normanni. Rafforzò le difese della città e la flotta (con ventimila saraceni), riordinò l'amministrazione e promosse l’autonomia e la democrazia della cittadinanza. Marino fu deposto dai Normanni, alleati con alcuni nobili Amalfitani, tra il 1100 ed il 1110. (B) MARINO II Duca di Gaeta (978-984): Era figlio terzogenito del duca di Gaeta Docibile (II) e di Orania, forse appartenente alla famiglia dei duchi di Napoli.Marino assurse al potere tra l’aprile e l’ottobre del 978. Da tale data si ricompose l’unità territoriale dei Ducati di Fondi e Gaeta, come testimonia l’utilizzo del titolo attribuito a Marino ed al figlio Giovanni (III) di «consules et duces cajetani et fundani». In data imprecisata, da porsi fra il 983 e il 984, Marino separò nuovamente il Ducato di Fondi da quello di Gaeta, affidandone il governo al figlio Leone (II). Poco tempo dopo, nell’ottobre del 984, Marino è ricordato per l’ultima volta in vita e dal gennaio del 986 i documenti lo indicano come defunto.2 punti
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In questo Paese la verità è di chi la vuole sapere e non di chi afferma se è vera ed è anche il Paese degli Intrallazzi,sopratutto nelle alte sfere DA Sempre basta rivedere la storia. E' nel DNA di questo Popolo (ed io ne faccio parte nel bene e nel male),questo è il Paese dove per primo uno studioso ha detto che la Terra è rotonda e ci è mancato poco che andasse al rogo. Un Paese che ha sfornato i migliori cervelli in tutte le epoche ma che quasi tutti hanno avuto ascolto solo all'estero. Il Paese dove si pagano care e si collezionano truffe, i centesimi d'euro, invece di "distruggerli" nel 2000 pensate che potessero fare nel 1900. Tutto è possibile anche senza che ci sia qualcosa di scritto. A volte la soluzione più semplice è quella giusta, a volte le deduzioni sono più che sufficienti, a volte vede meglio un novellino che uno studioso trentennale, a volte è meglio tacere la verità e tenersela per se a volte sarebbe meglio cambiare! Quello che mi consola è che nessuno può e potrà cambiare il mio,il nostro, giudizio se non io o noi stessi. :hi: ;)2 punti
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adesso capisco perchè molti dei miei amici hanno deciso di andare a studiare all'estero nella speranza di trovare una sistemazione stabile fuori dall'italia.. Se non si può dire la verità neanche in numismatica per paura di ritorsioni... beh che dire.. è una cosa molto triste, non mi viene in mente altro...2 punti
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Categoria: Medaglie Autorità emittente: Carlo X, Medaglia per l'incoronazione a Reims Valore nominale: Medaglia Peso: 68,08 g. Diametro: 51 mm, Metallo: Bronzo Descrizione del dritto: CAROLUS . X. REX . CHRISTIANISSIMUS . Busto del Re, in mantello di ermellino, con collare di Gran Maestro dell'Ordine dello Spirito Santo, volto a sinistra. Sotto il busto CAUNOIS F.(ECIT). Descrizione del rovescio: CAROLUS . X. GALLIAE . CORONAM . ACCIPIENS . Carlo X, inginocchiato, viene incoronato dall'Arcivescovo di Reims, in presenza di dodici persone. All'esergo, su quattro linee "ADSTANTIBUS.DELPHINO. REGIIS.NURIBUS. // REGNI.PROCERIBUS. // REMIS. XXIX. MAII. //MDCCCXXV. Descrizione del taglio: Liscio Catalogazione: Sb. 90 Note storiche e numismatiche: Figlio del Delfino Luigi Ferdinando e di Maria Giuseppina di Sassonia, Carlo X, fu fratello di Luigi XVI e di Luigi XVIII. Nel 1773 sposò Maria Teresa di Savoia dalla quale ebbe 4 figli. Nel 1824, succedendo al fratello Luigi XVIII, divenne Re di Francia e di Navarra con il nome di Carlo X. L'incoronazione avvenne a Reims il 29 maggio 1825 a Reims,seguendo il cerimoniale in uso sotto l'Ancien Régime (seppure con alcune varianti). Ben presto si alienò la simpatia dell'opinione pubblica, emanando provvedimenti impopolari, come la legge sul sacrilegio, lo scioglimento della guardia nazionale e il ripristino della censura, spinto dal partito ultra-realista, guidato da Joseph conte di Villèle. Le tensioni raggiunsero il culmine il 25 luglio 1830, quando emanò le cosiddette Ordinanze di Saint-Cloud, che prevedevano lo scioglimento della camera dei deputati, una nuova legge elettorale e l'inasprimento della censura che provocarono una sollevazione popolare a Parigi (Trois Glorieuses o rivoluzione di luglio) il 27, 28 e il 29 luglio). Il Re fu costretto ad abdicare (2 agosto) a favore del nipote Enrico, conte di Chambord, sotto la tutela del cugino Luigi Filippo d'Orleans. La successione non venne riconosciuta e lo stesso Luigi FIlippo assunse la corona di Re dei francesi. Carlo X, trasferì inizialmente la corte in esilio a Praga e morì, di colera, nel 1836 a a Gorizia, a Palazzo Coronini. È sepolto, nella cripta del monastero francescano di Kostanjevica, attualmente in Slovenia.2 punti
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Categoria: Monete contemporanee (dal 1800 a Oggi) - Autorità emittente: Stato della Città del Vaticano - Sede Vacante 2013 Valore nominale: 2 Euro Peso: 8,50 g. Diametro:25,75 mm. Metallo:Bimetallica: parte esterna Nichel-ottone, parte interna tre strati Nichel-ottone Descrizione del dritto: stemma di Sua Eminenza Tarcisio Bertone, Cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, sormontato dal Padiglione della Camera Apostolica e aattraversato da chiavi decussate; a destra sotto la chiave il segno di zecca R; intorno la scritta "CITTA DEL VATICANO SEDE VACANTE MMXIII"; in basso le iniziali dello scultore Patrizio Daniele P:DANIELE e dell'incisore Maria Carmela Colaneri M.C.C. INC. Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea. Descrizione del rovescio: Mappa dell'Europa sormontata dalla scritta del valore "2 EURO". 12 stelle Descrizione del taglio: la sequenza "2 *" ripetuta sei volte alternativamente capovolta entro zigrinatura Note storiche e numismatiche: Papa Benedetto XVI, 256° Romano Pontefice, nel Concistoro dell'11 febbraio 2013 ha annunciato la sua rinuncia al ministero petrino a decorrere dalle ore 20.00 del 28 dello stesso mese, divenendo così romano pontefice emerito. Prima di lui, l'ultimo pontefice ad abdicare fu Gregorio XII, nel 1415. All'atto della sua rinuncia, come consuetudine, viene istituita la sede vacante e il Cardinale Camerlengo assume di fatto le funzioni del governo ordinario della Chiesa.2 punti
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Non mi pare corretto, la VERITA' deve essere messa avanti tutto, sopratutto agli interessi economici di "pochi" ( leggi detentori di questi "riconi" ( se lo sono)). Buon anno TIBERIVS2 punti
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Non hai messo i dati ponderali, in particolare servirebbe il diametro (il peso sarebbe comunque molto calante). Nel verso io leggo abbastanza distintamente CVMA.....per me dovrebbe essere un denaro di Como emesso a nome di Enrico VII. Riferimenti MIR 269 (1° edizione); CNI 2 dritto: HENRICVS I P, aquila ad ali spiegate verso: CVMANVS, croce ciao Mario2 punti
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Esatto! :good: Per questo motivo si vede solo una ribattitura sotto il mento, molti si chiedono sempre questa domanda. Perchè risultano ribattiture solo su parte dell'effigie? Speriamo che qualche interessato all'argomento legga la discussione. :good:2 punti
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Ti allego uno 4 Scudi del 1692 ..... divertiti ...... la foto del rovescio è differente, perché ho dovuto rifarla. Saluti Stefano2 punti
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Ciao Ianva, per me vale quello che ha scritto Dizzeta. Io sono del parere che per certi tipi di monetazione antecedenti al 1800 la conservazione dovrebbe avere dei criteri differenti a come siamo abituati oggi. Ti allego le foto dei miei 3 Scudi2 punti
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categoria: monete contemporanee Autorità emittente: città del vaticano Valore nominale: 2 EURO Peso: 8,5 g Diametro: 25,75 mm Metallo: Segmento esterno: rame-nichel Segmento interno: nichel-ottone Descrizione del diritto: stemma del camerlengo tarciso bertone Descrizione del rovescio: faccia comune 2 Euro Descrizione del taglio: La sequenza "2 *" ripetuta sei volte alternativamente capovolta. Catalogazione: moneta da "rotolino" tiratura 125.000 pezzi Note storiche e numismatiche: primo 2 euro cc sulla sede vacante dopo la raccomadazione della CE del 19 dicembre 2008 che vieta l'emissione di serie divisionali dedicate al periodo di vacanza2 punti
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@@oedema @@fabione191Il medioevo è durato cosi tanto in Russia? :LOL: Medievale no! Non ho le datazioni ma credo moneta moderna...quel che è certo è che non è medievale :)2 punti
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Visto che, grazie ad Acraf, si è parlato di questo importante collezionista, segnalo che a questo indirizzo è disponibile in pdf (anche ad altissima definizione) il catalogo della collezione Pozzi venduta da Naville nel 1921. Al secondo indirizzo indicato qui sotto potete trovare numerosi cataloghi di aste dei primi decenni del '900: è un'iniziativa senza dubbio meritoria dell'Università di Heidelberg, che mi pare opportuno rendere nota sul forum. http://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/kundig_naville1921_04_04/0007?sid=226b5390987b8cbfec053006365c7891 http://www.arthistoricum.net/themen/portale/german-sales/auktionskataloge/2 punti
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Ciao Piero, grazie mille per l'interesse. In effetti l'argomento ha origine dagli inizi dell'800, un imput c'è stato dato da Tommaso Siciliano nella sua opera sulle medaglie napoletane dei napoleonidi, quando per mezzo di una sua teoria (la quale condivido in pieno) spiegó che sulle medaglie dell'epoca non venivano apposte le firme degli incisori per via delle diverse mansioni che uno o più artisti aveva nella costruzione di un conio. Lo STESSO DISCORSO VALE PER LE MONETE dell'epoca, però, mentre per le medaglie vediamo che dal 1824 iniziano ad apparire più firme su di esse, per le monete non era così, il discorso è un po' complesso ma provo a spiegarvelo, errori permettendo. La soluzione potrebbe essere nell'utilizzo del pantografo in alcune zecche europee, (di questo macchinario magari ci occuperemo in altre sedi), dove i vari nominali dell'800 si presentavano nel 99% dei casi senza differenze di conio, praticamente l'opposto di ciò che accadeva a Napoli, ma cosa cambia ad esempio tra le monete sabaude - papali - francesi e quelle napoletane? Tanto per fare un esempio, so che non è facile da spiegare ora in quattro righe, nelle monete sabaude le effigi dei sovrani da Vittorio Emanuele I in poi (siglati dall'artista incisore Lavy, Ferraris, eccetera) avevano gli elementi della capigliatura di differente spessore rispetto a quelle delle monete napoletane, mentre in queste ultime veniva utilizzato un punzone madre abbozzato e poi rifinito sul conio dall'incisore CHE NON SEMPRE ERA LA STESSA PERSONA, in quelle sabaude (ma anche papali, francesi, inglesi, eccetera) si procedeva in maniera diversa. Questo è uno dei motivi che fa la differenza tra una moneta napoletana borbonica ed una coniata in altre zecche europee, ecco perchè nelle napoletane troviamo l'effigie (dalla capigliatira finissima) ma le leggende e l'effigie stessa posizionate sempre in maniera differente rispetto ad un conio precedente. Alcuni nominali di altre zecche, nonostante venissero battuti in un arco di tempo con l'utilizzo di centinaia di conii, troviamo sempre la stessa e identica impronta. Un esempio lampante è, tanto per dirne una: il 5 franchi francesi tipo "Domard" che dal 1831 al 1848 si presenta sempre con lo stesso identico e preciso dritto, eppure in Francia vi erano tirature enormi, possibile che era sempre lo stesso conio? No http://numismatica-francese.simone-numismatica-e-storia.lamoneta.it/moneta/FR-11/10 Ritornando alla firma sulle monete dell'800, in Europa i modelli che venivano riportati sui conii seguivano una procedura diversa rispetto alle monete napoletane e per tale motivo potevano essere firmati dagli incisori, ciò perché quelli erano e quelli rimanevano, i punzoni madre delle effigi delle monete napoletane erano opere di un artista iniziale, e a Napoli dopo il 1804 tale artista non poteva siglare un conio se sullo stesso vi erano più persone a mettervi le mani. Tra alcune rare eccezioni troviamo i 10 tornesi del 1847 siglati da Andrea Cariello e i massimi moduli di Francesco II siglati da Luigi Arnaud. Ma qual'è alla fine il risultato tra una moneta napoletana ed una di altre zecche? Mentre nella prima ci troviamo di fronte ad un'opera originale, dove ogni conio era diverso dall'altro, nelle altre era tutto uguale .......... Avendo accennato nella discussione monete di altre zecche spero di far cosa utile attirando l'attenzione di curatori di altre sezioni affinchè possano leggere quel che ho scritto (se ho dimenticato qualche nome chiedo scusa). Se ho sbagliato qualche passaggio vi prego di farmelo notare, sono qui anche per imparare. Grazie @@Liutprand @@picchio @@Giuseppe @@Rex Neap @@piergi00 @@rongom @@eracle62 @@dabbene @@centurioneamico @@lucadesign85 ah ........ dimenticavo ......... a comprovare quanto appena scritto aggiungo che le monete di Vittorio Emanuele II re d'Italia coniate a Napoli dal 1862 al 1867 portano la firma del Ferraris, eppure a Napoli i conii di queste monete vennero materialmente incisi da artisti napoletani come ad esempio Andrea Cariello. I documenti dell'epoca sono chiari.2 punti
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Autorità emittente: Ferdinando I di Borbone (1816-1825) Valore nominale: 5 Tornesi Peso: 15,60 gr. Diametro: 31 mm. Contorno: liscio Metallo: Rame Descrizione del dritto: FERD . I . D . G . REGNI SICILIARVM ET HIER . REX . Testa coronata a sinistra Descrizione del rovescio: Corona reale / TORNESI / CINQUE e nell'esergo 1819 Catalogazione: Gigante 21 Millesimo 1819 , Zecca di Napoli2 punti
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Per chiunque volesse avere notizie sui conii conservati nel museo archeologico nazionale di Napoli e su come venivano costruiti. Studio di Benvenuto Cosentini, fotocopia donatami da Michele Pannuti nel 1993 quando ero un ragazzino assetato di sapere ............ Buona lettura a tutti. Spero di leggervi in tanti, i commenti da fare sull'argomento sono innumerevoli.1 punto
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Ecco una moneta "cisalpina" (le virgolette sono d'obbligo, stante lo stato dell'attribuzione di questa serie) che si ha raramente l'occasione di vedere. Pochissimi gli esemplari repertoriati, i nuclei più cospicui a Marsiglia e a Parigi. Si tratta di una delle prime emissioni imitative della dracma pesante di Marsiglia. Cio' che contraddistingue queste emissioni é una certa "pesantezza" (per l'appunto) sia a livello iconografico (nei tratti di Artemide e del leone) sia a livello ponderale. Le classificazioni del Pautasso (tipi Massa alfa e Sassa) e dell'Arslan (tipi I e II) risultano un po' strette alle caratteristiche di questa serie, ed andrebbero forse riviste. In effetti le variazioni sul tema (per quanto riguarda la legenda, MASSA o SASSA per entrambi gli autori) sono in realtà molteplici: Claude Brenot, pur nell'estrema esiguità degli esemplari conosciuti, ne ha isolato ben cinque varianti. La stessa autrice ha proposto un'ipotesi alternativa circa l'origine di questi tipi, tradizionalmente attribuiti ad ambito cisalpino, ipotizzando (sulla scorta degli scarsissimi dati di rinvenimento) un'origine provenzale. Tale ipotesi è stata fatta propria dall'Arslan, ma pone qualche problema nel momento in cui si osservino i legami tra questa serie e quella (ancor più rara) contraddistinta dalla presenza della raffigurazione di un rapace notturno al rovescio accompagnata dalla legenda SEGEDU in caratteri nord etruschi, dato che per quest'ultima appare difficile ipotizzare un'origine transalpina. Veniamo alla moneta. Proviene da un'asta Chayette & Cheval (curata da Alain Weil). Le caratteristiche del tipo sono quelle consuete per questa serie imitativa. Il peso, g.3,82 , é addirittura superiore a quello medio del prototipo massaliota, ma per quanto possa sembrare strano il dato non é eccezionale. Cio' che é estremamente interessante é la legenda, che trova come unico riscontro un esemplare (prodotto con conii diversi) presente al Cabinet di Marsiglia. Legenda che non permette di classificarla seguendo le tipologie del Pautasso e dell'Arslan. E che apre a qualche riflessione circa la genesi di alcune serie successive.1 punto
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Segnalo la pubblicazione del Boll. numismatico 11 riguardante le monete di Leopoldo II della collezione reale in http://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do?id=1811 punto
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@@paulby potrebbe proprio essere peltro, che è praticamente stagno, simile all'argento ma più opaco.1 punto
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Hai ragione caro numizmo di quanto affermi sopra " che si vive purtroppo di immagine " ( non mi riferisco ai tutor,visto che le capacità di saper giudicare una moneta sono doti personali ed esperienza che ognuno ha, c'è chi ne ha di più' e chi ne ha di meno! e credo che se qualche errore lo fanno mi piace pensare che lo fanno in buona fede ) ma mi riferisco a persone ( giacca e cravatta.... come dici tu! ) che per tanti anni hanno gestito ed ancora oggi lo gestiscono, il mondo della numismatica. Il loro pollice decideva e decide la vita e la morte di una moneta,pollice su se gestiscono la cosa loro,pollice giù' se non la gestiscono loro,quante volte hanno seminato il seme del dubbio su monete autentiche durante l'esposizione nelle aste causando notevoli danni ai proprietari ( molto piu' competenti di loro ma senza giacca e cravatta ) in maniera impietosa solo perché, come nella favola di Esopo, non erano riusciti ad arrivare all'uva affermavano che era acerba. Però,forse, per loro sfortuna molti boomerang avvallati da loro stanno ritornando indietro e ne dovranno rispondere personalmente e magari smetteranno di mettere giacca e cravatta1 punto
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Categoria : monete contemporanee (dal 1800 a Oggi) Autorità emittente : Repubblica del Guatemala Anno : 1894 Valore Nominale : 1 PESO Peso : 25,02 gr. Diametro : 37 mm. Metallo : Argento .900 Descrizione del dritto : Figura femminile rappresentante il Guatemala con nella mano sx la bilancia della legge appoggiata a una colonna che ricorda la data della costituita Repubblica, ai piedi della colonna una catena spezzata. Nella mano dx una cornucopia. REPUBLICA DE GUATEMALA in esergo UN PESO Descrizione del rovescio : Stemma della Repubblica del Guatemala, nel cartiglio la data dall' independenza spagnola. Sopra il cartiglio il simbolo del Guatemala, l' uccello sacro ai Maya: Il QUETZAL1 punto
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Ciao "Gatto..." dovresti indicare il peso e il diametro .... anche se la vedo ...dura!... monete con aquila e croce patente ce ne sono molte e certamente aiuterebbe identificare qualche lettera della legenda.... Io leggo una M e poi una A (forse) .... Intanto prova a compararla con il quattrino di Guido Gonzaga per Mantova.... solo per tentare qualche cosa..... :whome: http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-LG/21 punto
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Ciao, Fermo restando che è bene che ciascuno la pensi come vuole non solo sul "proof" ma su qualunque altra cosa, la questione non è quella dei fondi lucenti, che nessuno ha mai considerato degli "artefatti", ma piuttosto quell'altra incentrata sull'escludere o meno che la zecca del Regno producesse anche monete con la particolare tecnica del fondo specchio o proof. Se si continua a considerare una moneta "di serie" ma in alta conservazione e con i fondi lucenti alla stregua di una moneta coniata con la tecnica richiesta per le monete proof, allora non c'è dubbio che anche durante il Regno d'Italia siano state coniate monete proof. Viceversa, se per proof intendiamo unicamente ciò che proof comunemente significa (cioè moneta non "di serie" e prodotta con una tecnica speciale) allora i dubbi che ciò sia accaduto durante il Regno a mio sommesso avviso rimangono. Quanto al discorso delle patine e, in particolare del fatto che monete che hanno più di un secolo non abbiano patina, questo è un falso problema, dal momento che anche i banchi di Verona sanno che esistono prodotti chimici in grado di spatinare completamente una moneta e altri prodotti chimici in grado di far risaltare la lucentezza di qualunque metallo. Quindi, il fatto che uno scudo dellì1 o qualunque altra moneta ultracentenaria non presenti alcuna patina e risulti particolarmente brillante, a me personalmente non suscita nessuna sorpresa. Saluti. M.1 punto
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Ciao Nikita : il serto formato dalle due fronde legate da un nastro che funge da cornice allo spazio predisposto al suo interno riporta alla mente tantissime medaglie con un verso analogo, come ad esempio le tante emesse dal Regno d'Italia in varie occasioni : Medaglia ai Benemeriti della Liberazione di Roma(1870), quelle per l'Unità d'Italia(1883), di Bronzo al Valore Militare (1887), a ricordo delle "Campagne d'Africa" (1894), per la Campagna in Estremo Oriente (1901) ecc. , l'elenco è lunghissimo. Alloro, quercia, ulivo ed anche palme sono le essenze di cui più spesso compaiono i rami intrecciati. Questo vale anche per molte decorazioni straniere, l'elemento è comunissimo ed ampiamente sfruttato nella Medaglistica. Direi assai meno in un gettone, oggetto che solitamente non ha nulla a che vedere con l'Eroismo, la Fama, ecc. ma che ha un uso prevalentemente pratico, spesso sostitutivo della moneta corrente. Il 3 sembra anche a me semplicemente un numero, il leone e la corona fanno pensare a piccoli simboli araldici mentre la greca sembra quasi incisa in modo diverso..... Ma tutto questo non apre il minimo spiraglio alla identificazione di un gettone che a me incuriosisce non poco e che penso sia databile tra lòa fine dell'800 e l'inizio del '900.1 punto
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Io credo che saper riconoscere il riconio della moneta da 5 lire dell uno e non renderlo pubblico abbia due effetti: il primo, come conseguenza di un grave torto al mondo dei collezionisti che avrebbero il diritto di conoscere la verità (come pure della famosa nota) anche per tutelarsi dallo spendere migliaia di euro; il secondo invece va a favore di chi tal moneta la vende e che se venisse fuori che si tratta di un riconio ci perderebbe, ma se cosi fosse avrebbero spacciato per vera una moneta falsa. Ora io credo che non siano due bei risultati quelli portati da questo silenzio., silenzio a cui in Italia siamo un po troppo abituati. Vorrei sapere almeno con quali motivazioni si può tenere per se un informazione pubblica che interessa a tutto il mondo della numismatica, e come sia possibile che questa moneta venga venduta per vera da commercianti che non figurano tra queste due persone che sanno la verità e sanno riconoscere il vero dal falso. Buonaserata Sent from my Nexus 5 using Lamoneta.it Forum mobile app1 punto
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Io credo che loro abbiano interpretato 1719 coniato sul 1715 ...ma per me non è così. Circa il prezzo, che dire? ...se riusciranno a piazzarlo ...dovremo dar ragione a loro ....1 punto
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Apparentemente sembrerebbe tutto normale, poi qualcosa mi stonava ed ho fatto quache confronto. Posto uno dei dettagli che più si differenzia fra le monete di Alx rispetto al normale (intendendo che in quel punto differenze di questo tipo non ne conosco per nessun conio che ho in archivio). Forse intervento di qualche abile "barbiere" ?1 punto
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Autorità emittente: Francesco I di Borbone (1825-1830) Valore nominale: Piastra o 120 Grana Peso: 27,53 gr. Diametro: 37,5 mm. Contorno: Giglio / PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS in incuso Metallo: Argento Descrizione del dritto: FRANCISCVS I . / DEI GRATIA REX Testa nuda a dx e data in basso Descrizione del rovescio: REGNI VTR . / SIC . ET HIER . Stemma coronato tra rami di lauro e in basso G . 120 Catalogazione: Gigante 6 Millesimo 1825 , Zecca di Napoli1 punto
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Grandissimo! andiamo un po off topic... io ho l'opera completa di Barks in 50 volumi allegati al corriere della sera dal 2008 ma vi mostro i miei pezzi forti di cui sono orgoglioso al pari delle mie monete più care Gli enormi (confrontateli con un catalogo d'asta a sinistra) volumoni cartonati della serie "io..." tutte prime edizioni primi anni 70 e tutti con storie di Carl Barks a colori....1 punto
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Ho controllato ma in questa discussione non ho trovato segnalazioni di referenze nè da parte tua verso altri nè da altri verso di te. Ho controllato poi tutti i tuoi messaggi da quando ti sei iscritta al forum e mi risulta solo questo post in cui nella sezione "scambi Euro" assegni una referenza a ventugenova90 (che lui ha ricambiato) e che è stata puntualmente segnata nella lista referenze di quella sezione dall'altro curatore. http://www.lamoneta.it/topic/72595-lista-di-referenze/?p=1246420 Se poi me l'hai comunicata in privato ci potrebbe anche essere la possibilità che sia andata perduta ma se vuoi puoi riproporla tranquillamente ora e io assegnerò la referenza alla persona indicata. Naturalmente se la persona non ricambia la referenza il tuo nome continuerà a NON comparire nell'elenco. Saluti Simone - Curatore della sezione "Altri scambi"1 punto
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Scusate ma il più pazzo sono io!!! Un esempio??? Ecco a voi la foto di 200 euro tutte da 1 cent!!! 46,3 kg di monetine!!! Ho anche cambiato 800 euro da 2 e 5 cent!!! Solo per ricontarli ho messo 1 settimana!!! Ps.: il tavolo è da 8 persone... Colmo di monetine... La prospettiva lo fa sembrare più piccolo1 punto
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Ma perchè mai dovrei avermela a male? Io sono innamorato di queste monete! Per me è un tre scudi qSPL, fosse stata uno scudo del 1901 del Re avrei detto MB e l'avrei disdegnata. I segni dei gancetti sono una poesia, l'usura dal centro della figura in giù la definirei "da carezza", quante preghiere avrà ascoltato quando era la protettrice non solo di un piccolo uomo (o piccola donna) ma di una città intera che credeva in Lei che, diversamente dagli uomini, non tradiva mai. Abbiamo sfidato i grandi della terra riproponendola su una monetina da 2 soldi nel 1814 in un consesso anticlericale post-Rivoluzionario come il Congresso di VIenna e forse fu la goccia che ha fatto decidere a qualcuno per l'annessione ai Savoia. E allora? Tanti scudi larghi a tutti!1 punto
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Concordo con quanto esposto precedentemente, anche io mi sono e mi sto scontrando con problematiche simili. Da tempo sto progettando una monografia sulla zecca di Tresana. Non ho alcun titolo accademico e non ho certo fama di studioso ma il volume sarebbe pubblicato certamente senza fini di lucro (anzi sicuramente in rimessa) anche se come si diceva cio' non basta per conferirgli carattere di scientificità. Certamente il volume sarebbe figlio di tanta passione e ricerca, se potesse anche pregiarsi di immagini di rare e belle monete appartenenti alle collezioni dei più importanti musei ne uscirebbe anche più ricco e interessante. Mi preme sottolineare che in questa mia esperienza personale, in questo campo dove effettivamente regna la più totale e completa anarchia ho avuto la fortuna di trovare persone e istituzioni molto disponibili (Vedi Parma o Milano) ed altre invece di una cecità pressoché totale (Vedi Roma). Se son rose fioriranno, io, per ora, non mi arrendo!1 punto
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3 mesi fa ho comprato in aquileia un libro che si chiama: aquileia la grande metropoli romana di giorgio geromet, e qui ci sono delle cartine delle strade romane del veneto e friuli!1 punto
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Ti consiglio questo sito: http://www.magicoveneto.it/storia/archeolo...p?#StradeRomane Spero ti dia la risposta che cerchi! :)1 punto
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