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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/29/13 in Risposte

  1. Categoria: Monete Moderne il Argento Autorità emittente: Carlo III di Borbone Re del Regno di Napoli Valore Nominale: 60 Grana (o Mezza Piastra) Peso: 12,8 Gr. Diametro: 35 mm. Contorno: Liscio Metallo: Argento 908 Descrizione del diritto: CAR:D:G:REX NEAP: / HISP:INFANS.& c. Stemma coronato tra F: / B: // .A. , in basso G:60 entro cornice Descrizione del rovescio: DE SOCIO PRINCEPS. Sebeto sdraiato, nell'esergo De 1735 .G: Catalogazione: Gigante 34 Millesimo: 1735, Zecca di Napoli
    8 punti
  2. Categoria: Monete contemporanee - Oro Autorità emittente: Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III Valore nominale: 100 Lire Peso: 32,25 g Diametro: 35 mm Metallo: Oro 900/000 Descrizione del dritto: Testa del re rivolta a sinistra e contornata dalla scritta: VITTORIO EMANUELE III RE D'ITALIA. Nome dell'autore (A. Motti) sotto il collo del re Descrizione del rovescio: Fascio littorio con la scure verso destra sormontata da testa di montone. A sinistra indicazione del valore (LIRE 100) su due righe, a destra, sempre su due righe, OTTOBRE 1922 • e, su una riga sotto, 1923. Alla sinistra della base del fascio il segno di zecca ® Descrizione del taglio: Rigato Note storiche e numismatiche: moneta commemorativa del primo anniversario della marcia su Roma. Emessa con Regio Decreto n. 2267 del 21 ottobre 1923, che ne autorizzò la coniatura di 20.000 pezzi. La moneta, pur possedendo valore legale, fu offerta esclusivamente in vendita a privati dietro pagamento di un corrispettivo superiore al valore nominale (dato che il valore dell’oro contenuto era di gran lunga superiore al valore nominale). Per questa tipologia di moneta si decise di fare uso di un processo di sabbiatura per eliminare i difetti di conio dovuti alle difficoltà con gli alti rilievi.
    7 punti
  3. Autorità emittente: Vittorio Emanuele III - Regno d'Italia Valore nominale: 100 lire 1912 serie "Aratrice" Peso: gr 32.25 Diametro: 35 Metallo: oro 900/1000 Descrizione del dritto: Vittorio Emanuele III - Semibusto a sinistra in uniforme Descrizione del rovescio: L'Italia agricola con aratro Descrizione del taglio: rigato
    6 punti
  4. Premetto che rispetto il parere di ciascuno soprattutto quello dei collezionisti come me, ma noto con dispiacere un po di livore nei confronti del sig. Luppino che è uno dei pochi ,in un "ASSORDANTE SILENZIO" degli "addetti ai lavori", ad aver portato alla luce tali situazioni.Certo ,a onor del vero come qualcuno ha scritto, in mancanza di prove certe questo ha creato una certa confusione ma d' altra parte come mai nessun altro si è fatto vivo per darci risposte più esaurienti riguardo a queste intricate vicende?Nulla ....nessuno....e allora perche fare di Elledi un capro espiatorio se per certe cose preferisce anch' egli il silenzio difronte a tanta "OMERTA'"?? Io non mi sento di metterlo per questo sul banco degli "imputati"....peggio e' chi trama nell' ombra magari sparlando di chi si espone!! Detto questo sul 5 lire dell' 1901 problemi non me ne pongo...non e' una moneta alla mia portata...discorso diverso sulla famosa nota 56 di cui attedo "fiducioso" notizie dai diretti interessati quanto alle 20 lire 1936 io posseggo quella del I tipo e difficilmente nel "dubbio " acquisterei la seconda...preferisco almeno averne saputo qualcosa in piu' piuttosto che crogiolarmi nella "beata ignoranza " nella quale molti addetti ai lavori preferirebbero lasciare noi collezionisti!! Saluti Andrea.
    4 punti
  5. Categoria Monete antiche - rame Autorità emittente CLAUDIVS FLAVIVS IVLIVS CONSTANTIVS GALLVS 351/354 d. C Valore nominale follis Peso gm. 2,60 Diametro mm. 18 Metallo rame Descrizione del diritto busto drappeggiato a dex- a testa nuda . legenda D.N. CONSTANTIVS IVN. NOB. C. Descrizione del rovescio soldato elmato a sin- che colpisce con la sua lancia un nemico caduto da cavallo che tende la mano supplicante , a terra uno scudo. Descrizione del taglio liscio ma irregolare. Catalogazione Cohen 14 Provenienza Germania Note storiche e numismatiche Costanzo Gallo nasce nel 324 o 25 a Massa Marittima ( Veternensis). Nel 337 alla morte di Costantino scampa alle purghe promosse dai figli dell'imperatore assieme al cugino Giuliano (l'apostata) e nel 351 viene nominato Cesare per l'Oriente da Costanzo II, impegnato a risolvere questioni in altri territori dell'Impero. Nel 354 però viene fatto assassinare a Pola dal medesimo Costanzo II che riteneva che dopo un inizio di buon governo fosse diventato un tiranno sanguinario, cosi come ribadisce lo storico contemporaneo Ammiano Marcellino, Questa moneta è molto comune,comunque la ritengo apprezzabile per la chiarezza di lettura dal rovescio. La legenda del medesimo FEL(ICIORVM) TEMP(ORVM) REPARATIO Il ritorno dei tempi felici, è un chiaro messaggio propagandistico teso ad evindenziare che gli imperatori costantiniani riuscivano a mantenere anche grazie all'esercito lo splendore dei secoli precedenti.
    3 punti
  6. ...perchè la vedo dura?? se ci sono elementi per dire che dello scudo del 1901 ci sono esemplari non prodotti nel 1901....le riviste specializzate possono solo che dedicare una copertina a questa notizia bomba!! Paura che poi le case d'asta non vendano più un esemplare??? E allora?? ...azzi loro!!!
    3 punti
  7. Questi tavoli vuoti alla prossima occasione bisogna riempirli!!! Intanto io vedrò di non mancare, ma bisogna portare più appassionati possibile!!!
    3 punti
  8. Autorità emittente: Carlo Emanuele I (1580-1630) Valore nominale: Un Fiorino Peso: 3,75 gr. Diametro: 25 mm. Metallo: Argento/Mistura Descrizione del dritto: CAR EM D G DV X SAB P P -Busto completo del Duca corazzato, rivolto a destra, con mano destra sul guardastanca del petto della corazza , e mano sinistra impugnante la spada Descrizione del rovescio: EXPECTA DM VIRILIT AGR - Scudo sabaudo con corona di cinque fioroni , con attorno il collare ; in alto 1629 Catalogazione: Mir Casa Savoia n. 635a ; CNI Vol. I N.452 Millesimo 1629 , Zecca di Vercelli
    3 punti
  9. Adoro rovistare in mezzo alle pagine dei vecchi libri semi-distrutti! :D Questo il ritrovamento di oggi in un libro da 1 euro del 1902 - Malattia delle piante - quasi impossibile da consultare e praticamente da buttare, l'ho preso solo per quello che ho intravisto dentro. Sono evidenti il danno dell'umidita, tarli, rosicchiature ecc. , valore prossimo allo zero, potevo essere anche più fortunato, ma averli scoperti anche in questo pessimo stato mi ha fatto schizzare alle stelle!
    2 punti
  10. Salve, oggi vorrei postarvi le immagini di una delle mie monete, si tratta di una Mezza Piastra Sebeto 1735, cosa ne pensate?
    2 punti
  11. Io credo che dalle foto poco si possa dire, già piergi00 ha detto di averne visti diversi esemplari in mano e non in foto, e di non aver notato discrepanze..e non mi pare una persona che di monete mom se ne intenda ne l'ultimo arrivato. Ora stiamo parlando di se e ma senza prove certe, qualcuno la pensa in un modo altri in un altro, e non si concluderà nulla. Tutta questa discussione si può riassumere brevemente in: Attenzione che dello scudo dell'uno alcuni esemplari potrebbero non essere autentici, quindi se avete qualche decina di migliaia di euro da spendere fate il piacere di informarvi per bene. Nulla di certo eh, ma nel dubbio si consiglia cautela. Detto questo, credo che la discussione sia interessante continuarla, chissamai che qualcosa si scopra.. Ma magari non com certi toni di complottismo e accuse di qua e di la. Questo è sempre e cmq il mio umile parere.. Thomas Sent from my Nexus 5 using Lamoneta.it Forum mobile app
    2 punti
  12. 20 lire 1858 Genova presa anni fa, ma adesso rifotografata come merita... Uno dei millesimi e zecche più facili da trovare eccezionali, ma è sempre uno spettacolo!
    2 punti
  13. Quell'effetto potrebbe "anche" dipendere dalla foto... Urgerebbe una visione dal vero. Piuttosto mi chiedevo: dipende dalla foto anche il piumaggio schiacciato (o stanco? - fate voi) sul collo dell'aquila? Ma come può avere fondi così lucenti e le impronte stanche? Sui più modesti 2 lire della medesima tipologia si possono contare le penne una ad una, e poi mi toppano su un pezzo di ostentazione come il 5 lire. Ma guarda tu sti savoiardi che... biscottoni.
    2 punti
  14. Ahahah. ...... e Vabbe dai....... è ragazzo! NON PREOCCUPARTI FABIO. QUANDO MENO TE LO ASPETTI CAPITERÀ NEL CONCORSO QUALCHE IMMAGINE DI MEDAGLIA BORBONICA IN ARGENTO E UN BEL NOMINALE AUREO BORBONICO. SE NON ERRO ABBIAMO TEMPO FINO A METÀ GENNAIO. GIUSTO?
    2 punti
  15. Buongiorno a voi, intervengo solo ora perché per motivi famigliari non ho avuto il tempo materiale di farlo prima. Riguardo alla domanda posta da Mangiafuoco al post # 13, effettivamente non è un quesito facilmente risolvibile. I pochi pezzi conosciuti e la difficoltà di reperire notizie sul loro rinvenimento consente - quanto meno a me, ma certo non è detto che altri abbiano differenti e più felici intuizioni - solo qualche ipotesi di lavoro. Per il momento resto convinto che la zecca medievale di Lodi abbia funzionato sporadicamente, per brevissimo tempo. E' soprattutto la rarità delle sue monete e l'uniformità nel tipo di punzoni utilizzati per incidere le lettere su di esse che mi fanno essere di questa opinione. Tuttavia è senza dubbio degna di nota la differenza ponderale fatta notare dallo stesso Mangiafuoco. La vexata quaestio è dunque la seguente: "Quando fu aperta la zecca lodigiana?" Riguardo ad eventuale diploma di concessione, esso resta incerto, sebbene l'autore della pagina web 'lausfil' sia convinto che "la concessione ci fu". Come già sottolineato nella Guida delle zecche, nel Seicento di questo diploma non restava traccia. Da questo punto di vista, dunque, prima di fidarsi di autori Sette-Ottocenteschi o di altri più recenti, bisognerebbe forse intraprendere un lavoro di ricerca storica risalendo alla fonte che per prima ha cominciato a parlare di questo - per ora - solo supposto rescritto imperiale. Effettuando un'analisi di questo tipo, mi è capitato di osservare come da proposte iniziali chiaramente dubitative si sia infine arrivati, per salti più o meno lunghi, a 'forzare', a volte in buona fede o per amor di Patria, il pensiero di questi autori. Si comincia omettendo alcune parole, altre volte interpretandone in modo errato il pensiero iniziale, ma il punto finale è una 'certezza' basata su presupposti sempre e solo ipotetici. Può darsi che per Lodi non sia così, ma credo che si dovrebbe quantomeno provare a farla questa ricerca. Infine, uno studio approfondito della realtà storica ed economica della Lodi del tempo, se fattibile, potrebbe consentire di stabilire con buona approssimazione in quali momenti storici la città può avere avuto innanzitutto le risorse e poi la capacità giuridica oltre che politica di emettere moneta. Tornando alle monete, il peso degli esemplari attorno al grammo è coerente con quello dei cd. 'grossi minori' milanesi, emessi verosimilmente attorno alla metà del Duecento, mentre il range di 1,20-1,40 è simile a quello riscontrabile sugli esemplari di altre zecche 'lombarde' più o meno coeve, ai quali è generalmente attribuito il valore di 4 denari imperiali. Sarebbe importante un censimento capillare di tutti gli esemplari noti, sia dei grossi che dei denari che degli oboli (o terzoli?) per poter avere una somma di dati maggiore e più significativa di quelli offerti da una manciata di pezzi. Certo sarebbe interessante avere anche dati metallografici precisi, dal momento che Murari [1985, p. 362] stesso nutriva forti perplessità sul valore di 990 millesimi proposto dall'Aldini. A mia conoscenza esso non è purtroppo riportato, in maniera specifica ed univoca, in nessuna pratica di mercatura o trattato di algorismo noto. Per quanto riguarda il grosso del Da Vignate, esso non doveva/poteva correre parificato con quello bresciano, probabilmente a motivo della differenza di intrinseco. Lo attesta chiaramente la cd. 'lista Camaiani' (p. 189 nell'edizione della Travaini 2003) nella quale è detto che Un grosso di Brescia... vagliono l'uno soldi 4; mentre Uno grosso da Lodi... vale soldi 2 e denari 6. Dunque quello malatestiano valeva oltre 1/3 in più di quello del Da Vignate. Ciò non toglie che nei territori sottoposti alle relative signorie le due monete possano aver circolato forzosamente con valori più o meno simili, ma anche questo fatto, anche se è probabile, resta per il momento tutto da dimostrare. Riguardo al cd. quattrino' forse Pierpiero potrebbe trovare qualcosa qui: https://www.academia.edu/543138/Recensione_al_volume_di_Germano_Fenti_La_zecca_di_Cremona_e_le_sue_monete._Dalle_origini_nel_1555_fino_al_termine_dellattivita_Cremona_2001 https://www.academia.edu/543103/Monete_dargento_lombarde_nella_lista_Camaiani_secolo_XV_ A risentirci appena mi sarà possibile. Colgo l'occasione per augurare a tutti voi i miei più cordiali saluti e auguri di buone feste, Teofrasto
    2 punti
  16. - Categoria: Monete Moderne dal 1500 al 1800 - Autorita' Emittente: Battuto nella citta' di Siena, Armetta 88 Capitoli del 15 Giugno 1526 - Valore nominale: Era catalogato nel CNi come parpagliola da 10 quattrini, il Mir la reidentifica come ''Grosso con Lupa'' non e' indicato un nominale. - Peso: Gr 1,82 - Diametro: Mm 23 - Metallo: Argento - Descrizione del D/: + SENA . VETVS . CIVITAS . VIRGIN (questo mio esemplare e' una variante con il '' VIRGINI'' finale, nel Mir non e' ancora riportata questa variante per il grosso con lupa) nel campo la lupa a Sinistra con testa retrospiciente allatta gemelli. - Descrizione del V/: ( Armetta 88 ) . A . ET . ω . PRINCIPIV . ET . FINIS - Descrizione del taglio: --- - Catalogazione: M.I.R Toscana Zecche minori n°542 - Note storiche / Numismatiche: La Repubblica di Siena nasce nel 1125, anno in cui viene deposto il vescovo, allora a capo della città e del contado attorno ad essa. Viene eletto un Governo Consolare per governare lo Stato Senese nei suoi primi anni di vita: nel 1125 viene nominato Manco, primo Consul Saenensis. Convenzionalmente viene indicato il 1186 come l'anno del riconoscimento ufficiale del nuovo Stato da parte del Sacro romano Impero, anno in cui l' Imperatore Federico Barbarossa concede la possibilità di battere moneta e di eleggere liberamente i consoli. I gemelli Senio (o Seno) e Ascanio (o Aschio) erano secondo la leggenda i figli di Remo (fratello di Romolo). La leggenda vuole che i due fratelli siano scappati al di là del Tevere, per sfuggire allo zio, che dopo il fratello avrebbe voluto uccidere anche i nipoti. Inizialmente si sarebbero diretti verso il tempio del dio Giano, recandosi nella zona dell'odierno Gianicolo. Sarebbero poi fuggiti da Roma e scappati a nord verso l'etruria avrebbero fondato la città di siena portandosi dietro il simbolo della lupa capitolina che per questo motivo rientra anche nello stemma di siena I due fratelli fondarono inizialmente tre fortificazioni sui tre colli che avrebbero poi in seguito formato la città, per potersi difendere dall'assedio di Montorio e Camelio emissari mandati da Roma dallo zio Romolo. Il nome della città deriverebbe perciò da Senio, mentre il fratello avrebbe dato nome al vicino centro di Asciano. Spesso facciamo l'errore di credere che sotto la lupa di ''siena'' ci siano Senio ed Ascanio, mentre invece la leggenda parla chiaro, quando fondarono siena portarono con se' lo stemma della lupa capitolina, quella cioe' che ha salvato Romolo e Remo. si, i gemelli sotto la lupa di siena non sono che Romolo e Remo. Ecco una copia della leggenda. '' Senio e Aschio, i figli di Remo, per sottrarsi all'ira dello zio Romolo, fondatore e primo re di Roma, fuggirono dalla citta natale portandosi dietro il sacrario della lupa, sottratto dal tempio di Apollo. E fu proprio Apollo che favori la fuga di Senio e Aschio, facendo trovare loro, sulla strada verso la Toscana, due splendidi cavalli, uno bianchissimo, l'altro nero come la notte. I fuggiaschi, scampati con l'aiuto divino alla persecuzione di Romolo, giunsero presso it torrente Tressa dove si unirono ai pastori del luogo, costituendo di fatto una prima comunita, Per difendersi poi dagli attacchi delle tribu vicine costruirono sulla cima di un colle un castello - Castel Senio - che fu quindi primo e piu antico nucleo della nuova citta e che corrisponderebbe a quella parte pin elevata di Siena che si chiama Castelvecchio. Vani furono i tentativi orditi da Romolo per catturare i due fratelli e anche l'invio di due re - Montonio e Camelio - non produsse i risultati sperati. Nella guerra Montonio, assediato, fu costretto ad arrendersi, mentre Aschio venne ferito e Camelio firmb la pace accontentandosi di vivere per it momento nel castello di Senio, anche se la leggenda vuole proprio Camelio fondatore del castello di Camollia. Si festeggie la fine delle ostilita ordinando grandi sacrifici in onore di Apollo e di Diana su due are vicine: dall'altare dedicato ad Apollo si levo un fumo denso e nero, mentre dall'ara di Diana sfiocce una nuvola bianca. Ecco quindi svelato anche l'arcano della balzana.: prima i due cavalli, adesso le due nuvole di fumo; e questo un segno della volonta celeste, e Siena adotta cosi come insegna la balzana, fiero e glorioso scudo senese, la cui meta superiore e bianca e l'inferiore nera. Non viene dimenticata, ovviamente, nemmeno la lupa con i gemelli, che fu assunta a rappresentare la citta, figlia promogenita di Roma, e non e un caso che proprio per tale simbolo Siena, il cui nome era Saena Julia '' Ecco una delle tante statue che si trovano a Siena Questa l'ho fotografata per piu' motivi; Si troa dentro la contrada de ''La Lupa''; la zona si chiama ''Le lupe'' perche' ci sono due statue uguali che si guardano vegliando sulla contrada e su quella parte delle mura di Siena; ricollegandosi ancora una volta a roma, sotto la statua c'e' la scritta S.P.Q.S anche questa strettamente collegata e ripresa da Roma . Ad un recente incontro con degli studiosi a cui ho partecipato ascoltando felice, ho capito che la storia della mia citta' e' molto collegata anche con dei come Apollo e Diana (a cui sono state fatte le offerte e dal quale e' scaturito il fumo nero e bianco diventato stemma della citta'). Una delle divinita' piu' importanti potrebbe essere Stata la Dea Minerva, vergine della sapienza, a Lei era dedicato il tempio che si dice posasse le fondamenta dove ora c'e' il duomo, ed e' lei, che potrebbe aver per la prima volta ispirato la dicitura ''SENA VETUS CIVITAS VIRGINI'' quando ancora il tempio pagano poggiava su Siena. La moneta potrebbe, quindi, essere in via indiretta una forma di ringraziamento, oltre che alla vergine maria, diventata poi testimone di molte altre monete, anche di una dea pagana. Mi fermo qui' perche' parlerei per ore :)
    2 punti
  17. Merita ricordare qui la famosa "questione di Finale" che tanto influì sui futuri rapporti con gli stati vicini. 20 agosto 1713: La Repubblica coglie un successo diplomatico e politico approfittando dell'attrito che si era creato tra Amedeo II e l'imperatore Carlo VI d'Austria, acquistando il marchesato di Finale. C'è da fare un piccolo preambolo, due anni prima Genova, che già fece una "gaffe" non riconoscendo il titolo regio a Elisabetta, moglie di Carlo, tergiversò, con infinite discussioni e nessuna decisione, nel riconoscerlo anche a lui. In occasione di un suo viaggio a Milano, dovendo sbarcare a Genova, il Doge mandò 6 galee comandate da Ambrogio Imperiale ma senza dargli la facoltà di riconoscere Carlo re di Spagna. Al che l'imperatore rifiutò di riceverlo e giunta la sua flotta mandò a chiedere ai Collegi se fossero disposti ad accoglierlo con il rango che riteneva di avere (e in effetti aveva) ma la discussione in Senato si protraeva talmente tanto che Carlo, irritatissimo, anzichè sbarcare a Genova se ne andò a Sampierdarena e da qui a Milano. Genova realizzò di aver fatto un enorme sbaglio. Cercò di togliersi dall'imbarazzo mandando quattro delegati lungo la via per Milano inventando una scusa assurda (suggerita dal francesi) cioè ossequinado il re e scusandosi di non averlo fatto prima perchè credevano "viaggiasse in incognito"!!! Insomma un campionario di brutte figure. Carlo però sembrò dimenticarsene e, preso il posto sul trono imperiale che gli spettava, cercò subito di darsi da fare per far (tanti) quattrini e arrivò perfino ad offrire alla Repubblica quel marchesato di Finale che era sempre stata una spina nel fianco per la sua importanza strategica. La risposta genovese, in questo caso fu immediata: "si può vedere!" e fu mandata in Austria una delegazione per prendere accordi. Ma anche qui c'era qualche difficoltà, pur assegnata all'Austria, Finale non fu mai accettata dall'imperatore e perciò, secondo la prassi di diritto, non si può cedere quello che non si ha voluto accettare. E quindi i genovesi sono titubanti, temono infatti di acquistare qualcosa da chi non può vendere e Carlo si spazientisce e accenna che ci sono altri disposti all'acquisto. A questo punto il Senato, piuttosto di vedere Vittorio Amedeo insediato nel finalese, rischia l'incauto acquisto e sborsa ben 1700 pezzi genovesi da 5 lire (forse l'acconto? Perchè su Wikipedia c'è scritto: 2.400.000 fiorini pari a 46 tonnellate d'argento) dà ai finalesi le garanzie di conservare la forma istituzionale (cioè il marchesato) e tira un sospiro di sollievo per aver risolto il problema evitando la cessione ai Savoia ...che se la prenderanno a male ....oh quanto! ...ma questo lo vedremo solo nei decenni successivi. Un simpatico aneddoto che invece riguarda l'anno 1719 ...e la dice lunga sul carattere dei nostri comuni amici còrsi: Matteo Vinzoni, grande cartografo genovese, racconta nel suo diario che assistendo ad un passaggio d'un funerale al cui seguito molte donne si strappano i capelli e "facevano urli disperati". Incuriosito la sera stessa ne paga alcune perchè glieli riproducano e così scopre che ci sono due realtà: se l'uomo è morto di morte naturale il lamento dice "sei morto di buona morte - che si fossi morto di un'archibugiata - ci faressimo vendicare - ma con Dio non lo possiamo fare". Se invece è morto di archibugiata "che farei io poverella - et ancor il mio figliolo - solo prego lo Signore - che ci faccia tanto campare - che il suo babbo puossi vendicare - non ti voglio imparare - nè lettere nè scuola - ma solo a portare - lo schioppo e la pistola". E qui mi fermo altrimenti copio tutto il libro ....
    2 punti
  18. Categoria : monete medievali Autorità emittente : Barnabò Visconti Signore di Milano Anno : 1378 - 1385 Valore Nominale : Pegione o Grosso da 1 1/2 Soldi Peso : 2,47 gr. Diametro : 25 mm. Metallo : Argento Descrizione del dritto : Elmo e cimiero con drago che tiene fanciullo tra le fauci + DOMIN BNABOS Descrizione del rovescio : Biscia con fanciullo tra le fauci + DOMIN MEDIOLI
    2 punti
  19. Ma quale ossidazione!! Solo grande freschezza... E' una moneta della prima metà del settecento, i conii erano ancora imprecisi e questo si ripercuoteva nell'incisione. Semmai, si potrebbe pensare a delle minime porosità di metallo... SEMMAI dico... giusto a titolo di esempio che dall'effetto fotografico sarebbe già più simile, ma non è certamente questo il caso. Ma vi pagano per trovare i difetti su belle monete che andrebbero solo ammirate ed apprezzate? Per le foto, la luce migliore è quella artificiale. E' controllabile, ed è costante, cosa che non lo è quella naturale, seppur quest'ultima è la più bella e la più sana. In ogni caso le ultime foto sono decisamente migliori.
    2 punti
  20. Denaro (o obolo?...dipende proprio da diametro e peso) scodellato di Brescia, attribuito al periodo comunale ed emesso a nome di Federico I dritto: croce FREDERiCVS / omega PR / I verso: croce BRI . SIA croce il denaro ha pesi variabili fra 0,52 e 0.77 gr, diametro 17 mm; riferimenti MIR (1° ediz.) 108, CNI 1 - 8 l'obolo ha presi fra 0,26 e 0,35 gr, diametro 13 mm; riferimenti MIR (1° ediz.) 109, CNI 13 ciao Mario
    2 punti
  21. Ed ora il top (per me...) :yahoo: taglio: 20 Cent nazione: San Marino anno: 2008 tiratura: 1.168.000 condizioni: Spl città: Trieste
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  22. Categoria : Monete Moderne ( 1500 al 1800 ) Autorità emittente : Ferdinando VI Re di Spagna e delle Indie - Zecca del Guatemala Valore nominale : 4 Reales Anno : 1759 Peso : 13,28 gr. Diametro : 31 mm. Metallo : Argento Descrizione del taglio : Fogliette Descrizione del dritto : Stemma coronato di Castilla y Leon, a sinistra lettera P ( zecchiere ) a destra il valore 4 FERDINAD.VI.D.G.HISPAN.ET IND.REX Descrizione del rovescio : Colonne d' ercole su onde con il motto PLVS VLTRA, in mezzo due mondi sovrastati da corona imperiale VTRA QUE VNUM ( uno e l' altro sono uno, unificazione dei due mondi sotto la corona imperiale spagnola ) G ( Guatemala ) 1759 G
    2 punti
  23. Penso che per l'oro ci possano essere diversi fattori, costi, crisi, una certa cautela..... Raggruppare, anche per materiale non sarà un dramma, qualche scelta si imporrà per forza, ma quello che si vede, che stiamo commentando va oltre la gara, il Concorso, è una manifestazione da parte del mondo collezionistico per il collezionismo e per la numismatica, un modo straordinario di divulgazione. Stiamo vedendo pezzi incredibili, stiamo conoscendo, apprendendo insieme, ma sicuramente quello che conta è poi il valore simbolico di quello che stiamo creando in tanti sul forum Lamoneta.
    2 punti
  24. Ecco la mia scelta per l'oro, il pezzo in argento lo posterò più avanti....la moglie vuole farmi un regalino natalizio . Autorità emittente: Regno d'Italia Valore nominale: 100 Lire Millesimo: 1925 Zecca: Roma Tiratura: 5000 Pezzi coniati Peso: 32,25 gr. Diametro: 35 mm. Metallo: Oro 900 Descrizione del dritto: Testa del Re volta a sinistra contornata dalla scritta: VITT • EM • III RE D'ITALIA, sotto la testa ramo di quercia che attraversa la Corona Ferrea. Ai lati della base del ramo le date 1900 e 1925. Descrizione del rovescio: Fante vittorioso rivolto verso sinistra con Vittoriola nella mano destra e bandiera del Regno nella mano sinistra, sotto di esso una roccia che porta in incuso la scritta VETTA D'ITALIA su due righe e un fascio littorio. Ai lati della figura maschile in orizzontale indicazione del valore (LIRE 100), a destra verso il basso il segno di zecca R e ai lati della roccia le date 1915 e 1918 posizionate lungo il bordo, tra le due date si trova indicazione dell'incisore e dell'autore (A.M. INC. – MISTRUZZI). Descrizione del taglio: Rigato Note storiche e numismatiche: Moneta coniata per commemorare il 25° anniversario della salita al trono di Vittorio Emanuele III prodotta grazie all'utilizzo dell'oro offerto alla patria durante la prima guerra mondiale, la maggiorparte degli esemplari furono sottoposti a sabbiatura per nascondere vari difetti di conio. La moneta non ebbe corso legale poichè di valore intrinseco superiore a quello nominale e venne riservata a privati che ne fecero richiesta pagando un corrispettivo superiore.
    2 punti
  25. Categoria: Medievali Autorità Emittente: Roberto d'Angiò (1309-1343), Regno di Napoli Valore Nominale: Un Carlino, Gigliato o Robertino Peso: 3,9g Diametro: 22mm Metallo: Argento Descrizione del Dritto: Il Re coronato seduto frontalmente, tra due protome di leoni con scettro gigliato e globo crucifero. Legenda: + ROBERTVS • DEI • GRA • IERL • ET • SICIL • REX Descrizione del Rovescio: Croce gigliata cantonata da quattro gigli. Legenda: + hONOR • REGIS • IUDICIU • DILIGIT Descrizione del Taglio: Liscio Catalogazione: Pannuti-Riccio 1; MIR 28 Note storiche e numismatiche: Moneta che per via della buona qualità dell'argento con cui era coniata fu imitata da diverse zecche in Europa ed in Oriente. Fu continuata a coniare anche dopo la morte di Roberto d'Angiò (1343) sempre a suo nome dalla zecca di Napoli, ma questi esemplari sono di stile più rozzo, di modulo più largo e di peso calante. Il mio esemplare rientra tra i coevi al suo regno i quali sono meno comuni di quelli postumi. Senza dubbio questa è la mia più bella del 2013. Provenienza: Da collezione privata, acquistata nel mese di Marzo 2013 Lo so che ho postato questa moneta decine di volte in diverse discussioni per vari motivi ma non ci posso fare niente, mi piace troppo :D Gaetano
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  26. Ecco il rame :D Autorità emittente: Città del Vaticano (Pio XI) Valore nominale: 5 centesimi Anno: 1936 Peso: 3,25 grammi Diametro: 19,5 mm Metallo: Cu 950 Descrizione del dritto: Versione ridotta dello stemma del Pontefice con legenda: Pivs XI P •M •AN •(anno di pontificato). Ai lati il millesimo. Descrizione del rovescio: Ramoscello di ulivo con legenda:Stato della città del vaticano. Ai lati il nominale. Descrizione del taglio: Liscio
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  27. Eccomi :D Autorità emittente; Regno d'Italia Valore nominale; 2 lire Peso; 10 grammi Diametro; 27mm Metallo; argento Descrizione del dritto; Vittorio Emanuele III. Testa del Re rivolta a destra, firma SPERANZA sotto al collo Descrizione del rovescio; Regno d'Italia L . 2 zecca R Aquila sabauda con ali spiegate e scudo sabaudo Descrizione del taglio; FERT alternato da nodi e rosette Note storiche e numismatiche ( facoltative ). 17 giugno 1905:Volo del primo dirigibile italiano: Circa 150mila lire, la cifra che occorse allo scienziato Almerico da Schio per mettere assieme i pezzi, fatti arrivare da varie parti d’Europa, con cui costruì l’Aeronave Italia, primo dirigibile italiano ad alzarsi in volo. Fonte http://www.mondi.it/almanacco/voce/23023
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  28. Inizio io :) Autorità emittente: Regno d'Italia Valore nominale: 1 lira Aquila Sabauda Anno: 1902 Peso: 5 grammi Diametro; 23 mm Metallo: argento 835 Descrizione del dritto: Testa del Re volto a destra contornato dalla scritta: VITTORIO EMANUELE III. Sotto il collo del Re, il nome dell'incisore SPERANZA. Descrizione del rovescio: Aquila araldica con stemma di casa Savoia. Intorno la scritta: REGNO D'ITALIA, sotto l'indicazione del valore (L • 1), il segno di zecca ® tra due stelle a 5 punte e la data. Descrizione del taglio: in incuso, il motto FERT alternato a nodi savoia e rosette. Note storiche e numismatiche: Il 14 luglio 1902 crollò il campanile di San Marco a Venezia.
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  29. Zecca di Roma, grosso, battuto sotto Papa Innocenzo XI (1676-1689), Muntoni,172. IL R/ è lo stesso dello scudo d'oro, Muntoni, 22.- Ciao Borgho.
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  30. Io le vieterei con un decreto legge queste riproduzioni
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  31. Non mi è chiaro dove tu abbia sentito che debba essere consegnata. Pensa che persino in Germania possono essere esposte tranquillamente, contrariamente a qualsiasi medaglia o documento che riporti simboli nazisti. Nei mercatini, la svastica viene coperta con un piccolo adesivo, proprio perchè è illegale la sua rappresentazione in ambito propagandistico ed in tal modo sono considerati medaglie e documenti. Questo, invece, non vale per le monete, considerate parte della vita quotidiana e semplice memoria storica. Anche i fratelli Scholl usavano le monete per pagare la spesa ;) PS. benvenuta nel forum
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  32. più che un alone mi sembra un solco :crazy:
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  33. Come da precedente, nella Tua moneta ci vedo questo antoniniano di Probo con la Salus al rovescio Anche in questo caso, attendiamo i pareri degli esperti Eliodoro
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  34. - Categoria: Monete Medioevali dal 700 al 1500 - Autorita' Emittente: Repubblica di siena (1180 - 1390 ca) - Valore nominale: Grosso Primitivo o Grosso da 12 Soldi - Peso: 1,85 Gr - Diametro: 19 Mm - Metallo: Argento - Descrizione del D/: . SENA VETUS (E tonda ed S coricata), nel campo Grande :S: di forma Arcaica entro cerchio liscato - Descrizione del V/: + Alfa et ω , nel campo croce patente entro cerchio liscato. - Descrizione del taglio: -- - Catalogazione: M.I.R Toscana Zecche Minori n°479. - Note storiche / Numismatiche: Grosso Primitivo o Grosso da 12 Denari, questo esemplare e' classificato come della III° serie su V° esistenti per questa moneta. Si differenzia dalle altre serie per la :S: ben centrata nel campo del D/, per i globetti che accostano la :S: nel campo piu' piccoli e ben disposti alle estremita' e perche' la lettera ''A'' ha un cappello leggermente arrotondato che ricorda una mezza luna. '' ... Il Grosso Senese compare per la prima volta in un documento del 1237 ma la lettura di un pagamento del 1211, espresso in ''denari nuovi piccoli'', fa' presupporre l'esistenza di una moneta Senese piu' pesante, cioe' il grosso, gia' esistente in quel periodo (montagano 2006) ... ''(Cit. Mir)
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  35. Devi essere stato molto fortunato! Una delle mie serrature non gira, l'altra ha la chiave che gira a vuoto e si apre a mano dopo la chiusura... :D
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  36. A dir poco moneta eccezionale, non se ne vedono più così, complimenti!!
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  37. Sia la classica moneta “quattro mani” che la nuova “tre braccia” non sono né una ribattitura né uno slittamento di conio. Questa tipologia di errore si chiama “conio doppio” (traduzione del termine “doubled die” statunitense, dove la cultura/conoscenza degli errori è anni luce più avanti rispetto all'Italia). Infatti, l’errore non riguarda la fase di battitura della moneta (trasferimento dell’immagine dal conio al tondello) bensì la fase di preparazione del conio (trasferimento dell’immagine dal punzone riproduttore al conio). L’errore “conio doppio” è dovuto al fatto che, fino a 10-20 anni fa, il conio veniva prodotto attraverso più compressioni del punzone riproduttore su un cilindro metallico vergine appuntito (che poi diventerà il conio). Se in una di queste compressioni il punzone riproduttore è disallineato rispetto al precedente, l’immagine finale riprodotta nel conio avrà un effetto “sdoppiamento” che verrà trasmesso a tutte le monete battute con quel conio. Ciò spiega perché ci sono “tante” quattro mani. Se fosse una doppia battitura non si avrebbero “tante” quattro mani tutte identiche. Oggi la produzione del conio avviene con un’unica compressione, quindi non si possono più verificare questi errori (ma si può verificare un’altra tipologia simile, meno evidente che lascio ad una seconda puntata). Il fatto che l’effetto sdoppiamento riguarda solo le braccia e alcuni nastri del vestito è dovuta al fatto che la prima compressione del punzone riproduttore è stata solo parziale (non è stato “spinto” fino in fondo”). Siccome il cilindro vergine del conio è appuntito, questa prima impressione parziale ha riguardato solo la parte centrale del conio. Poi la seconda o successive compressioni (sfalsate rispetto alla prima) hanno ovviamente riguardato tutta la figura. Siccome di conii se ne facevano più di uno per uno stesso anno, probabilmente nel 1915 su due conii si è verificato l'errore "doppio conio". E' fatto molto raro. Un errore simile si è verificato negli USA nel 1984 con il penny Lincoln “doppia orecchia” o ancora prima nel 1955 con il famoso penny 1955 doubled die. Quest’ultimo errore ha riguardato però tutto il rovescio della moneta e l'effetto sdoppiamento aumenta man mano che ci si allontana dal centro.
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  38. Gia' quando ho aperto la confezione pensavo mi avessero fottuto, visto che le chiavi non le trovavo , quando ho capito il funzionamento, lasciamo stare! :rofl: una volta chiusa la si apre a mano! Ripeto comunque che per il prezzo pagato è piu' che buona per sistemarci monete di poco valore, pero' sta buffonata potevano risparmiarsela!
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  40. "SAPPIAMO esser stato riconiato?! e Domenico sa le differenze assieme ad un altro e non lo dice? b'è allora per me è aria fritta. Io voglio le differenze altrimenti per me si parla davvero di nulla assoluto." Beh, Domenico ha dimostrato (documentalmente) come il materiale creatore dello scudo del 1901 venne movimentato in tempi "sospetti". Non si è potuto dimostrare quale fosse lo scopo delle movimentazioni dei conii, anche se non si capisce quale altra ragione, che non fosse quella di utilizzarli per battere moneta, potrebbe giustificarne lo spostamento dal "magazzino materiale creatore" della Zecca, dove erano (e sono) custoditi. Inoltre esisterebbero delle differenze fra l'originale ed il "riconio". Forse il bordo? Forse la godronatura del taglio? Non penso le impronte, visto che i conii riutilizzati sono sempre quelli. Aria fritta? E perché mai si sarebbe dovuto allestire questo "carosello"? Solo per mania di protagonismo? I riscontri cartacei sui movimenti dei conii sono fatti concreti e non invenzioni. Anche in questo caso, comunque, a nessuno viene imposto di credere fideisticamente alle tesi formulate da Domenico. I motivi per i quali Domenico non intende, almeno per ora, rivelare pubblicamente le differenze, credo attengano a ragioni di opportunità e di prudenza (se non sbaglio, lo disse Lui stesso in una passata discussione). M.
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  41. Ciao Provo con una provinciale IMP MARCO AURELIO AE 31 Gr 20,81 Mm 31,51 Assi 340° AE Testa di M. Aurelio a destra Busto di Zeus Ammone a destra Zecca di Cesarea Patina deserto BMC 183 Silvio
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  42. Ecco la mia più bella del 2013: Categoria: Monete Moderne - Argento Autorità Emittente: Regno D'Italia 1861-1943 Nominale: 10 Lire 1936 Peso: 10g Metallo: Argento 835% Zecca: Roma Descrizione D. : VITTORIO - EMANVELE - III - RE - E - IMPERATORE (Testa nuda verso destra) Descrizione R. : I T A L I A (L'Italia a destra con fascio littorio e Vittoriola, su prora di nave fregiata da stemma crociato e coronato con fasci ai lati, tra (data) // (anno f.) / R. Nell'esergo: L. 10 G - ROMAGNOLI.
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  43. LUCCA - Enrico di Franconia DENARO-5° gruppo Bellesia tipo H5b Matzke (Lucensis Brunus) SECOLO XII-XIII D/ +ENRICVS ["S" coricata], nel campo LV.CA. R/ +INPERATOR, nel campo TT unite a forma di H, attorno un cerchio peso gr0,75 Diametro - mm 15 Metallo Mistura
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  44. Grazie Prof! approffitto dell'occasione per ringraziare gli amici del forum Magiaro, Paolino67, Altrove2000, che mi hanno dato una mano per questo e/o per i miei precedenti lavori. Buone Feste a tutti Mario
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  45. Ciao...sicuramente le foto non aiutano, però concordo sul giudizio...
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  46. @@incuso @@Liutprand @@Michelangelo2 @@Rex Neap @@Layer1986 @@Sanni @@picchio Tutti voi grosso modo sapete della storia della piastra del 1791 Pro Fausto bocciata dal re perchè non piacque inizialmente, ......................... com'è possibile che un sovrano del calibro di Ferdinando IV non apprezzò questo conio così pregevole preferendo una piastra con lo zodiaco? Eppure una motivazione potrebbe trovar riscontro in qualcosa che va oltre la numismatica! Ferdinando IV era padre della patria e magnanimo proteggitore delle arti. Era circondato a corte da dotti che gli suggerivano alcune iconografie da utilizzare tramite monete e medaglie che vanno al di là di ogni immaginazione. Sono personalmente giunto ad una conclusione che rafforza sempre di più le basi sull'utilizzo di significati esoterici anche attraverso le monete e non solo attraverso le medaglie. Sappiamo anche i vari significati cronologici che rappresentano lo zodiaco ma stasera desidero raccontarvi qualcosa di particolare, mettere un po' di pepe nelle vostre ricerche, lo zodiaco venne scelto per questa piastra per alcuni motivi legati al simbolismo cristiano. Non guardate più alle monete come semplice storico mezzo di scambio ma andate oltre. Non guardate le medaglie per la loro bellezza esteriore ma per il loro contenuto. Lo zodiaco è il simbolo della durata (un buon auspicio per il lunghissimo regno di Ferdinando IV) e designa dodici regioni di pari importanza in una fascia celeste intorno all'eclittica. Il Regno di Napoli nel 1791 era sin dai tempi di Alfonso d'Aragona suddiviso in 12 divisioni amministrative: http://it.wikipedia.org/wiki/Suddivisione_amministrativa_del_Regno_di_Napoli 1) Terra di Lavoro 2) Abruzzo Ultra 3) Abruzzo Citra 4) Contado di Molise 5) Principato Citra 6) Capitanata 7) Terra di Bari 8) Terra di Otranto 9) Basilicata 10) Principato Ultra 11) Calabria Citra 12) Calabria Ultra Lo zodiaco volle forse significare unità ed uguaglianza per tutti quei sudditi che agli occhi dei sovrani erano tutti uguali, uniti dal solo desiderio di vedere il ritorno dei sovrani.
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  47. Personalmente non amo tantissimo la piastra soli reduci, un po' per gusto estetico un po' per significato tendente alla propaganda (e leggermente lecchineggiante) non posso, però, non dire che il documento e quello che descrive per me rappresenta qualcosa di molto poetico, il sogno di un uomo di vedere creata una sua idea sottolineato da quel "Se io avessi la fortuna di vedere ciò eseguito, mi reputerei beato". Oltre al lato numismatico questa è una cosa che mi colpisce.
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  48. Scusate ma il più pazzo sono io!!! Un esempio??? Ecco a voi la foto di 200 euro tutte da 1 cent!!! 46,3 kg di monetine!!! Ho anche cambiato 800 euro da 2 e 5 cent!!! Solo per ricontarli ho messo 1 settimana!!! Ps.: il tavolo è da 8 persone... Colmo di monetine... La prospettiva lo fa sembrare più piccolo
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  49. Finally, I proposed that the Dupondius (RRC 56/1 and RRC 69/1) are part of the same phenomenon, and I provide proof that RRC 56/1 and RRC 69/1 date from the second Punic war, and identify an additional example of RRC 69/1 (as well as the British Museum example). I expect that there are also lightweight asses, very rare, which we did no yet discover as they get lost in the large volume of Republican asses. My full paper on the anonymous coins is 174 pages long. It will be freely available soon on the internet.
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  50. Ciao , hai detto bene..."fortunatamente" non tutti: poi si può sempre scegliere da chi è cosa comprare, anchio come te è forse altri pochi mi sà...preferisco monete che hanno fatto appieno il lavoro per cui sono state create: ovvio che non disdegno le monete in alta conservazione. ma non mi trasmettono le stesse sensazioni di una moneta usurata ma tutti i gusti vanno rispettati.
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