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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/02/14 in Risposte
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E' da un po' che manco in piazzetta, anche questa volta prima di iniziare questo post mi sono chiesto ma è giusto ? Poi ho pensato a tutto quello che ci sta dietro e mi sono detto se non parlo di questo di cosa devo parlare ? Cerco di essere meno criptico e di arrivare al dunque, gli amici medievalisti lo sanno, ne abbiamo parlato in questi giorni nell'apposita discussione che è " denari di Lucca ", ma credo che quello che si sia realizzato in tanti vada ben oltre una sezione, interessa sicuramente tutto il forum , diciamo pure anche la numismatica. Partì tutto circa cinque anni fa ormai con il post iniziale di scacchi, non capiva bene " come identificare queste ostiche monete ", da quel giorno fu tutto un crescendo rossiniano, quantità industriali di monete postate, interventi, varianti, anomalie, nuove catalogazioni, possiamo dire di avere visto di tutto...e di più.... Sono sfociate queste novità anche in più contributi pubblicati, è stato un gioco di squadra, un ping-pong incredibile, tanti partecipanti, ricordo la musa ispiratrice monbalda, il curatore Adolfos, ma tanti, tanti.... e farei un torto ora a citare solo alcuni. Ora siamo qui a parlare di 100.000 letture, centinaia di monete a disposizioni per tutti, per studi, diciamolo pure un record per un forum, tra l'altro secondo me veramente inaspettato. Se mi avessero detto che un denaro di Lucca potesse raggiungere un record per consenso, letture, gradimento, cinque anni fa diciamolo pure non ci avrei scommesso un euro. Un euro perché non è una moneta da investimento, non è da asta, un certo collezionismo ricerca altro, iconografie, conservazioni, qui tutto questo non c'è, è una moneta povera, svilita, che era usata da tutti ai suoi tempi, che circolava, imitata, falsificata, che però....però racchiude tanto fascino, tante verità nascoste, tante anomalie, una moneta misteriosa, da scoprire insieme, che affascina.... E così è stato, ora ha anche vedo in certi listini una sua rivincita in termini commerciali, anni fa non era così, spesso è capitato di averne uno come sconto per un'altra più importante. Tutto questo non è e non deve essere commemorazione, è semplicemente ricordare una storia numismatica, una storia da forum, una moneta improbabile che diventa protagonista, coinvolge studiosi e appassionati....poi lo scopo di un forum è anche questo, se una moneta che io definisco sempre " la più uguale, ma nel contempo la più diversa ", bruttina, snobbata ottiene questo è un buon segno. Cinque anni sono tanti nella vita....in un forum non parliamone.....è tanto, veramente tanto, su una moneta poi..., sempre la stessa, è anche una storia di amicizie, intese, ricordi.....tutto questo dietro a un denaro di Lucca e allora.... e allora, auguri vecchio denaro di Lucca e auguri per le tue 100.000 letture, una volta concludevo i post così, oggi non posso fare altro..... LA STORIA CONTINUA......IL DENARO DI LUCCA PURE..... Mario5 punti
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Abbiamo parlato durante il concorso/iniziativa di chi ha dato un parere favorevole, un appoggio, un consenso anche fuori del forum stesso. Rientrano in questo una Associazione, una Società, un Circolo, mancava in tutto questo un po' l'editoria....la mancanza è stata colmata alla grande in questi giorni, una delle Case Editrici primarie specializzate in numismatica e storia ci ha contattato e dedicherà l'editoriale della sua rivista nel prossimo numero con una pagina per illustrare e spiegare l'iniziativa a favore di una numismatica sempre più vicina e sensibile ai giovani appassionati e alle loro problematiche. Nei prossimi giorni cercherò di essere più preciso anche sul tutto, rimane ed era quello che durante l'iniziativa chiedevamo poi, l'appoggio e la vicinanza di tante voci e componenti, vedo che diverse, anche autorevoli, hanno risposto e capito che senza un giusto ricambio generazionale e un ampliamento della base, difficile sarà poi per tutti continuare .....e anche se snobbato, o non molto considerato da alcuni, poi il problema primario, il punto essenziale è questo, noi continueremo a ribadirlo come sempre fatto e chi vorrà saprà che noi ci saremo....d'altronde sembra l'uovo di Colombo, ma a volte poi..... Mario3 punti
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Ragazzi, per fortuna sono da anni un ex collezionista, senza al momento ripensamenti, di romane... Guardando le foto con lo smartphone non avevo un parere certo sulla moneta in questione, pur propendendo nettamente per l'autenticità. Dopo averla vista finalmente col PC, non ci sono dubbi per me. Autentica senza dubbio alcuno. Certo, io sono un ex, e neppure bravo ai miei tempi, perciò il mio parere pesa meno di una foglia secca portata dal vento, ma non ho ancora capito perché non lo sarebbe. Lo stile delle figurazioni dritto/rovescio c'è, il tondello non mi sembra insolito, la patina sembra genuina, ci sono salti e piccole corrosioni con possibile cancro, le concrezioni non sembrano riattaccare (anche se per esperienza queste vanno sempre valutate bene), ci sono al dritto, sul collo e lì intorno, screpolature mai viste in un falso, esistono persino le classiche linee di espansione... Continuo a leggervi con piacere per cercare di imparare, viste le miei indubbie lacune e la mia non familiarità con queste monete e vi ringrazio tutti in anticipo. :)2 punti
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La funzione di unità di conto, ovvero di misura del valore è "entrata", se così si può dire, nel concetto moderno di moneta solo in tempi relativamente recenti. Ed è questo uno dei motivi per cui non ci può essere coincidenza fra "moneta di ieri" e "moneta di oggi" che rimangono due realtà separate. La riforma carolingia dava un nuovo impulso alla diffusione della moneta di conto, ma la fine del sistema monometallico, come si evince da quanto detto nella discussione, richiese numerosi artifici per tenere insieme un sistema così composito. Questa tematica è oggi d'estrema attualità alla luce delle proposte che vorrebbero una moneta mondata da alcune funzioni che la contraddistinguono nella moderna accezione del termine.2 punti
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per quanto riguarda le escrescenze sul Poseidonia, posso rispondervi io... il bronzo( che di bronzo erano i conii greci a quanto risultava anche al Finetti) è quello che si chiama un metallo autoaffilante( motivo per cui le spade in bronzo, fino all'avvento dell'acciaio( o meglio: del ferro acciaioso) erano valide antagoniste delle spade in ferro, che si ammacca perdendo il filo..... oltretutto , una volta temprato, ha una durezza Mhoss non molto distante dal ferro temprato...però, questa sua caratteristica autoaffilante ,fa si che mentre il ferro si acciacchi per fenomeni di fatica, o si fessuri, il bronzo si comporti un po' come una pietra e perda scaglie, anche sui piani...quindi se in un conio c'è un punto in cui la pressione specifica, involontariamente, supera certi valori, il bronzo si rompe nel suo modo caratteristico, a schegge...e lascia i buchi dove le schegge si staccano...sono schegge a forma di losanga che , in negativo ,saranno come escrescenze sul coniato...2 punti
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Ciao a tutti e in c... alla balena a chi, purtroppo, dovrà subire qualche intervento, spero cose leggere e nulla di grave. Ci sarò al sabato, molto probabilmente al mattino. Dove ci troviamo? Come ho già scritto nella discussione della mostra a Monticello Conte Otto ho a disposizione due volumi: uno per Petronius e un altro libero. Se nessuno me lo richiede lo porto a Verona in dono a Mario che poi lo darà a qualche giovane.2 punti
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@@Eric la tua moneta è simile a questa che ti allego in scansione. da Wildwinds altri dati sulla città: da Greek Coins and their values di David Sear Vol. II Asia &Africa, pag.379 ILIO: vedi Troia--(a city founded by the Aiolians in the seventh century B.C. on the site of ancient Troy, Ilion boasted a famous temple of Athena visited by both Xerxes akìnd Alexander the Great. The city was honoured by Alexander and later, by the Romans who regarded Troy as ancestral home) ciao Pietro2 punti
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Qualche ritrovamento del mese... Taglio: 2 euro Nazione: Principato di Monaco Anno: 2012 Tiratura: 1'082'373 Città: Venegono Superiore (VA) Condizioni: qFDC Taglio: 5 cent Nazione: Italia Anno: 2003 Tiratura: 1'844'000 Città: Venegono Superiore (VA) Condizioni: BB Taglio: 50 cent Nazione: Finlandia Anno: 2013 Tiratura: 341'500 Città: Venegono Superiore (VA) Condizioni: qFDC2 punti
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Buona serata Quante volte, ad ognuno di noi, è capitato di leggere un libro sulla storia di Venezia ed imbatterci nella riproduzione di documenti, talvolta in latino, ma spesso in volgare, nei quali vengono riportate trattazioni di mercanzie, oppure rogiti per l'acquisto di beni immobili e mobili, oppure ancora lasciti testamentari, ma anche stime fatte da notai o magistrati, dei beni lasciati da una persona defunta. A tanti di noi, sono sicuro, leggendo in queste riproduzioni che una tal merce costava 20 lire di grossi, oppure che una partita di pepe egiziano era pagata 200 ducati, o ancora che 100 pezze di “panni bastardi” erano costati all'imbarco in Inghilterra 1.335 ducati, ci siamo lasciati trasportare dalla fantasia, immaginando come poteva essere la visione di 1.335 ducati, messi così, tutti insieme; una bella montagnola d'oro zecchino monetato; e poi ancora la curiosità di sapere il costo della vita a quei tempi; i salari delle varie categorie di lavoratori, la paga dei soldati e degli uomini al remo che facevano tragitti per mare lunghi e pericolosi, sia per commerciare, sia per affrontare battaglie. Eh la fantasia … spesso però immaginiamo quelle monete e la loro quantità, con la logica dell'uomo moderno; se oggi noi teniamo in mano una moneta da €. 1,00, non ci passa nemmeno per l'anticamera del cervello che quella moneta possa avere valori differenti a seconda dell'uso che ne facciamo. Pensiamo solo per un attimo se per assurdo dovessimo comperare una cosa che costa €. 10,00 ed il commerciante di turno ci chiedesse 11 monete da €. 1,00... un bel pasticcio, non credete? E quante complicazioni...certamente questo è un esempio sui generis, fatto con una moneta moderna che ha un valore certo e condiviso; un valore fiduciario, contrariamente alle monete dell'epoca e delle quali sto scrivendo, monete che rappresentavano soprattutto il valore del metallo prezioso in esse contenuto. Alla luce di quanto sopra scritto, siete ancora sicuri che, leggendo su un libro che una merce è costata 1 o 10 o 100 lire di grossi, ci si riferisca esattamente a quello che ci immaginiamo? Da qualche giorno sto rileggendo una pubblicazione del 1959 di F. C. Lane che ho acquistato un paio di anni fa: “Le vecchie monete di conto veneziane ed il ritorno all'oro”; pubblicazione che, tra l'altro, non è facile da procurarsi; l'ho già letto e riletto più volte, eppure dopo un po', la memoria...... E allora, a beneficio degli Amici che desiderano approfondire le problematiche relative alle tante e differenti monete di conto in uso a Venezia, vi parlo (o meglio vi scrivo) di un paio di queste, delle quali tratta la suddetta pubblicazione e cioè della Lira manca e della Lira complida. Credo che per un appassionato di monetazione veneziana, soprattutto medioevale, sia importante anche immergersi in queste problematiche, anche se un po' ostiche. Mi auguro di essere sufficientemente chiaro; io ce l'ho messa tutta per esserlo. Alla base del sistema veneziano dogale c'era, all'origine, il denaro (o piccolo); moneta effettivamente coniata ed accompagnata, successivamente, da altre due monete coniate: il ½ denaro (o bianco) ed il ¼ di denaro (o quartarolo). Successivamente, sotto il dogato di Enrico Dandolo, si coniava una nuova moneta: il grosso. A quel punto le due monete principali, entrambe coniate, su cui si basava la monetazione veneziana, diventavano due: il denaro piccolo ed il denaro grosso (cioè il parvus ed il grossus). A queste due monete principali, venivano associati anche i loro multipli, cioè la libra denariorum venezianorum parvorum di 240 denarii parvi e la libra grossorum di 240 denarii grossi. La prima, riferita ai denari, era già in uso essendo la più vecchia ed era comunemente denominata con l'identificativo Libra Ven. Detto ciò, vediamo la genesi di queste due monete di conto. Per F. C. Lane, il motivo è da ascrivere ad una legge del 1254, nella quale si determinava il cambio ufficiale delle valute, prendendo atto, molto probabilmente, di quanto i mercanti ed i cambiavalute, già facevano da tempo nelle abituali transazioni. Abbiamo visto poc’anzi che la Libra Ven. era una unità di conto e stava a rappresentare 240 denari piccoli (denarii parvi); un debito pari ad una Libra Ven. poteva essere indistintamente pagato in grossi o in piccoli, se era pagato in grossi (tenuto conto che il grosso corrispondeva a 26 piccoli), il debitore doveva mettere sul tavolo del commerciante 9 grossi e 6 piccoli (9 x 26 = 234 + 6 = 240). Con la predetta legge, alla Libra Ven. veniva fissato un controvalore di 9 grossi e 5 piccoli, cioè 1 piccolo in meno. Il motivo, sempre stando alle argomentazioni del Lane, è che tra il pagamento di un dato importo fatto in piccoli ed il pagamento del medesimo importo fatto in grossi, i mercanti preferissero quest’ultima moneta; anzi, per incentivare i debitori ad usare i grossi, applicavano uno sconto di 1 piccolo. Lo stesso doveva essere accaduto anche per i cambiavalute che, al ricevimento di 9 grossi, offrivano 235 piccoli invece dei giusti 234 (9 x 26 = 234). Con l’uscita della legge, si veniva a creare un problema di non poco conto anche per coloro che usavano la Libra grossorum (già citata precedentemente); fino ad allora era valsa 240 grossi, oppure 26 Libre Ven. , mentre con l’uscita della legge, anche questa unità di conto seguiva di conseguenza la medesima variazione: Se si considerava la libra grossorum pari a 240 grossi, questa sarebbe equivalsa a Libre Ven. 26 e 1/9; Se si considerava la libra grossorum pari a 26 Libre Ven., questa sarebbe valsa 239 grossi. Come districarsi se non introducendo una distinzione tra i due tipi di libra grossorum; la “Libra complida” e la “Libra manca”. A ciascuna di esse veniva quindi mantenuto un proprio rapporto, diciamo, tradizionale e cioè, la “Libra complida” manteneva il valore di 240 grossi; la “Libra manca”, invece, quello di 26 Libre Ven. pari a 239 grossi. saluti luciano1 punto
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Ciao a tutti. Con piacere condivido uno dei miei ultimi acquisti: 2 lire 1910 "Quadriga lenta". E' una moneta di non faciale reperibilità in certe conservazioni, spero che vi piaccia. Questo tipo di quadriga è la mia preferita per la sua grande eleganza. Vince1 punto
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vendere reperti che si posseggono in diversi esemplari, maxime degli oggetti seriali come le monete, non dovrebbe essere un anatema per i musei italiani. I musei stranieri ci hanno abituato da oltre un secolo a vendite di duplicati (dal BM al Metropolitan, Berlino, Vienna etc.). Piuttosto che non sfruttare le risorse meglio concentrarle, e valorizzarle come si deve. Vendere permette di creare risorse. Non puo' certo essere una vendita a risolvere i problemi della cultura italiana - che si chiamano soprattutto organizzazione e burocrazia, impossibile , asfissiante, deprimente ogni iniziativa - ma certamente se ben gestiti introiti anche limitati possono essere ben impiegati per qualcosa di positivo. E poi sono convinto che se arrivasse anche un Bill Gates eregalasse di botto 50 MLD per finanziare la cultura italiana , con le strutture che abbiamo i soldi andrebbero presto sprecati non si risolverebbe nulla strutturalmente e prima che ci si possa accorgere verrebbero sprecati e finiti a tempo di record... Sveglia ragazzi1 punto
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Tre conii diversi dritto e rovescio. Ma preferisco sempre il primo sesterzio di Domiziano. @mirkoctcaro Mirko tranquillo...... Ancora non è arrivato il momento .1 punto
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si osservandola con la lente ce anche la C ;) mi era sfuggita a me :( se avesse avuto ancora la patina d argento ne sarei stato piu contento ;) ma aime non l ha piu :( :D1 punto
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Ho provato a fare le foto esclusivamente con luce naturale, spero vadano meglio :)1 punto
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Questo Ducato di Ferdinando d'Aragona è stato aggiudicato ad € 1800 + diritti nemmeno tanto.Secondo me siamo al di sotto di un migliaio di euro da quello che avrebbe dovuto realizzare1 punto
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"*Nello Rosselli - Mazzini e Bakunin .... Di qui la necessità di estendere il nostro esame ai prezzi dei generi di consumo, o almeno (poiché difettano, al solito, per questo periodo, statistiche precise, che rilevino la media dei prezzi sul mercato italiano) del principale genere di consumo…. Nel 1862 il prezzo medio del frumento era di L. 28,52 al quintale. A un operaio che guadagnasse L. 1,30 al giorno (e, per citare un esempio concreto, un operaio tessile) eran necessarie circa 22 giornate di lavoro per acquistare un quintale di frumento. Il consumo medio di frumento per abitante è stato calcolato, grosso modo, in kg 128 annuali (ndr poco). Ed è evidente che questo dato sarà superiore al vero per le classi agiate, inferiore – se pur di poco – per le classi lavoratrici, il cui alimento fondamentale e, in qualche caso (in quegli anni) quasi esclusivo è costituito appunto dal pane. Con tre persone a carico, quell’operaio doveva dunque lavorare circa 111 giorni per guadagnare le 145 lire necessarie al solo frumento per la famiglia! Se dunque dal salario annuo dell'operaio (per 300 giorni lavorativi, a L. 1,30 al giorno, L. 390) si detraggono L. 145 per il solo frumento, vien fatto di domandarsi in qual modo l'operaio avrà potuto provvedere alla casa, al companatico, al vestiario, alla luce (non elettrica), alle tante altre spese indispensabili. …1903-Bersaglieri alle carceri di Sanremo (Forte) Non bisogna poi dimenticare l'elevatissimo numero di donne impiegate nell'industria. Pietro Ellena accertava nel 1875 che nelle industrie seriche, su 200 393 operai, si contava il 60,10% di donne; nelle industrie laniere su 24 930 il 31,15%; nelle industrie del cotone su 54 041, il 50,53%; nelle industrie della carta su 17 318, il 41,27%27. Nel '62 troviamo donne che lavorano 10, 11, 12 ore con salari di 50, 60, 70 centesimi al giorno; massimo, in pochissimi casi raggiunto, L. 1,20, 1,25. Grandi masse di fanciulli d'ambo i sessi erano impiegati nelle fabbriche, nelle miniere, ovunque, senza alcun controllo, senza alcuna protezione legislativa. Sulla attività di qualche nucleo operaio (cappellai, tipografi, sarti, ecc.) che verranno anch'esse citate nel corso di questo lavoro seguo per questa ricerca il già citato Geisser. Un tentativo analogo, ma per gli anni seguenti al 1871, era già stato fatto in «Annali Stat. it.», Roma 1904, p. 360. Dalle cifre che ho sott'occhio ricavo appunto questo approssimativo salario medio per i tessili dell'alta Italia. Questo calcolo ha un valore soltanto approssimativo. Com'è noto, in molti luoghi d'Italia il granoturco sostituiva allora e sostituisce oggi in parte il frumento. Il granoturco nel 1862 costava L. 19,91 al quintale. Per quanto mi sappia, l'unico tentativo, grossolano fin che si vuole, ma pur sempre interessante, di ricostruire il bilancio operaio intorno al 1861 è quello che in vari numeri de «L'Unità italiana», Milano, dicembre 1861, fece Gaetano Perelli. Nei suoi articoli intitolati Alimenti degli operai, il Perelli prese a base un guadagno indice di 20 e ne calcolò così l'impiego: 8 per il vitto, 3 per la pigione, 3 per l'educazione dei figli, 3 per vestiti e spese di casa, 1 per spese straordinarie, 1 per risparmio, 1 per passatempi. Fissò a due lire il salario medio giornaliero degli operai, avvertendo che, in base alle sue ricerche, gli pareva di «avere esagerato in piu'». Dunque L. 600 all'anno; delle quali L. 240 ossia L. 0,65 al giorno venivano assorbite in spese per alimenti. Le restanti 360 si suddividevano così: L. 90 per la pigione e per il vestiario; altrettante per l'educazione dei figli; 30 per spese straordinarie, 30 per risparmi e 30 per passatempi. Il calcolo del Perelli, interessante senz'altro perché compiuto da un contemporaneo, presenta evidenti difetti; arbitraria e inverosimile è la suddivisione delle spese nel bilancio, troppo elevato il salario assunto come medio; nonpertanto ci dà un'idea della realtà, che se mai pecca, a parer mio, di soverchio ottimismo. Op. cit.; GEISSER e MAGRINI, op. cit., pp. 806-9. (ndr da considerare in funzione percentuale partendo dall'assunto di uno stipendio mensile che stava fra le 300 e le 400 lire)" Fonte http://digilander.libero.it/fiammecremisi/statistiche.htm Sent from my GT-S6500 using Lamoneta.it Forum mobile app1 punto
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Ciao, non seguo questa monetazione, ma dovrebbe essere come questa. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G130/11 punto
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Proprio questo volevo dire. Per evitare la sveglia antelucana basta stare alla larga da monete dal curriculum così palesemente falso o illegale. Questo intendevo: cerchiamo di far capire a chi si avvicina alla numismatica antica dove è la trappola commerciale e a quali rischi si espone. Se proprio devo esprimere un parere personale, ci troviamo di fronte a un'"americanata". Il problema è che i ritrovamenti illegali (a Roma e non solo) sono frequenti: in pratica si trovano monete ad ogni scavo (metropolitana, palazzi etc) e nessuna di queste monete è denunciata a causa dei troppi vincoli che comporterebbero interruzioni dei lavori, anche lunghissime, con conseguente aggravio dei costi. Quindi, agli occhi di un magistrato il Seven Hills potrebbe essere plausibile. Quello che lascia noi perplessi è la mastodonticità di questo presunto hoard. Ma ciò che lascia noi perplessi, e che quindi avvalora la tesi della bufala, potrebbe benissimo incuriosire un inquirente. Dunque, l'appello: ALLA LARGA!1 punto
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Mi associo alla richiesta, anche perchè la Huweendaboo Association non è reperibile sui motori di ricerca e se hai una copia della pagina del fascicolo, sarei grato se venga scansionata. Non sono affetto da allucinazioni di inediti, ma se vedo per la prima volta un esemplare con conii totalmente nuovi e con importanti implicazioni scientifiche per la sequenza della rara monetazione dei Kampanos, sarebbe utile avere notizie di eventuali altri esemplari noti (chiaramente sfuggiti ai precedenti studiosi). Oggi ho sentito uno che ha avuto in mano la moneta di Artemide e l'ha potuto esaminare dal vivo con la dovuta attenzione. Mi ha confermato che la moneta è autentica e quindi andrebbe aggiunta alla serie di Kampanos.1 punto
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Strano, ma vero... ora la categoria Clem. XIII c'è ! Altrettanto stranamente, mancava anche la S.V. 1758, ora presente e completa: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-SV1758 Considerando che i volontari (plurale quasi majestatis) si sono presi un pò di tempo per completare l'opera dei papi, stimo decine d'anni al ritmo attuale, se ci mettiamo anche gli antipapi forse si va verso l'infinito... :rolleyes: Però, sono sempre bene accetti nuovi compilatori ! ;) ciao, RCAMIL.1 punto
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se si comincia ad ipotizzare che il seven hill's hoard sia reale, ci ritroviamo con 7000 denari da 2 euro promossi a 100 euro e gli altri di conseguenza, fino a che la bolla non scoppia e chi ha comprato manda tutti all'inferno e smette di collezionare perché la numismatica è piena di buffoni e panzane....senza contare che qualche "solerte"...per usare un eufemismo, sovrintendente o affini, potrebbe anche dare il via ad una altra bella ondata di sveglie antelucane a danno di chi ha comprato in perfetta buona fede..1 punto
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Hai ragione Senza addentrarmi in considerazioni economiche e statistiche Basta ricordare che il pane , come tanti prodotti , presi in considerazione in questi elenchi , non sono comparabili a quelli odierni come tipo e qualita'1 punto
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Ciao a tutti, Vi riporto che gli stessi dubbi espressi nel forum circa l'esistenza di questo Seven Hills Hoard, c'è l'hanno anche gli inglesi: fonte:paul-barford.blogspot.it, in questo articolo del 16/4/2013 intitolato: What we know about "the seven hills hoard" Over the past few months many Roman silver coins have been surfacing (from underground?) on the international market which are sold as having come from something called the "Seven Hills Hoard" said to have been "just recently uncovered" in the region of Rome, Italy. Beyond that, very little information is offered about the exact findspot within the ten square kilometres which those seven hills encompass. "The Seven Hills of Rome are located east of the river Tiber and make up the heart of Rome, resting within the walls of the ancient city. Bringing focus to that area recently was the news of a now-famous hoard of more than 7,000 Roman silver coins that were discovered in the region" - as if the American collector needs the discovery of a ("piece of history in your hand") hoard to focus their attention on the city of Rome. Neither is it clear what the seller has in mind by the term "now-famous". it seems to me from a cursory search that there is little information about this find in the official literature (I stand to be corrected on this). It is quite instructive to see who has these coins. One dealer offering them is New York Mint. Bill Gale - Burnsville, MN 55337 / Minneapolis, MN ("A Resource you can trust"). He is selling a "5pc Roman Denarius Family Set Ngc-vf 7 Hills Hoard". You get five "pedigreed" denarii of the Severan emperors represented in the hoard: Septimus Severus, Caracalla, Geta, Elagabalus, and Severus Alexande, "certified" by Numismatic Guaranty Corp. (NGC) : One wonders what sort of a "pedigree" these objects come with. New York Mint was advertising the hoard's coins (allegedly found on the road to Rome) for sale in the June 2012 issue of 'Science News', proclaiming that the hoard was "newly discovered, catalogued and brought to auction" (is this the same as "each coin has been individually registered, catalogued, certified and graded"?). Another US "mint" - GovMint.Com “Your One Best Source for Coins Worldwide”("A Resource you can trust") from Burnsville, MN 55337 has the same offer. But that is not surprising as they are subsidiaries of the same firm - Asset Marketing Services, Inc. [officers here]. Another seller offering these coins is Leon Hendrickson, SilverTowne coins, Winchester, Indiana 47394. The latter firm is selling a variety of the denarii of this hoard in NGC slabs for prices between $160and $200. EBay seller american_rarities (sic) recently listed a Caracalla (198-217) AR Denarius NGC Seven Hills Hoard for $68 ("Coin was recovered from a 1,750 year old desert site know as the "Seven Hills Hoard". Very well preserved and appealing silver piece. Coin certified Fine by NGC". There are not many deserts in the vicinity of Rome). What is interesting about this is that there are no references to a 'Tesoro dei sette colli' in the literature that I could track down, which rather raises the question what the US sellers want to indicate by the terms " newly discovered, catalogued and brought to auction". Who discovered it and catalogued it, and how and why - given the specific wording of Italian antiquities laws - was it put on auction (and where) by the [presumably Italian] finders? All four dealers based in the US stress the hoard was "recently" found, which would mean that article 3 of the 1970 UNESCO Convention applies, yet NONE of them gives any indication on their website that the provisions adopted under this Convention by Italy for example were complied with. We are told we can "trust" the supplier - but not why or how, and what they have done to earn that blind "trust" in the case under discussion. Perhaps the dealers in question might like to explain how the coins in question left Italy and entered the USA? I am mightily curious.1 punto
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Anche a Venezia inchiodavano i falsi, normalmente dal cambiavalute, in modo che tutti potessero vedere le monete non accettate. Lo stato da parte sua prevedeva l'operazione che ha descritto Sonia417 di tagliare (ma anche piegare) in due la moneta falsa o non commerciabile. Fecero questa fine molte monete dei Carraresi che furono demonetizzate dopo la conquista di Padova da parte delle truppe veneziane. Arka1 punto
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l'osservazione di Teofrasto non è banale. In sostanza lui nota come tutti i tremissi longobardi abbiano avuto sin dalle prime emissioni anonime o a nome di Maurizio Toberio, le medesime caratteristiche dei due cerchi (sottile al diritto; piu' pronunciato al rovescio) che caratterizzeranno in pratica tutta la produzione aurea longobarda fino alle Flavie. La differenza è che questi tremissi primari non presentano scifatura, che poi piu' che scifatura si tratta invece di bordi rialzati, attorno ad un tondello centrale che resta piatto (ed è proprio questa la grande differenza con gli scifati bizantini : li è il tondello a presentare una curvatura da cui ne discende che il conio stesso doveva essere curvo ; mentre nei tremissi longobardi il tondello centrale è sempre piatto). I bordi rialzati che appaiono assai evidenti nelle emissioni successive alle anonime e poi anocra di piu' nelle flavie, sostiene Teofrasto, potrebbero essere stati tagliati successivamente al processo di coniazione. Qui potrebbe entrare in ballo anche qualche considerazione metrologica. Mi sono riguardato i pesi dei tremissi anonimi che oscillano tra 1.15 e 1.50 gr. Mentre le flavie di Desiderio oscillano tra il grammo e 1.10 gr. ma anche con molti esemplari che evidenziano pesi calanti rispetto a queste medie. Il diametro delle due tipologie è abbastanza simile compreso tra 18 e 20 mm in media. Ne consegue che il tondello si è assottigliato e di molto con le Flavie , espandedno pero' i bordi (e rialzandoli). Queste ulteriori considerazioni ci portano forse un gradino piu' in là nella comprensione del fenomeno di coniazione proprio di questa serie.1 punto
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Buongiorno Antvwala, rilancio anch'io capovolgendo, in un certo senso, la sua domanda, un po per scherzo e un po' no. Solo per cercare di far capire, se ancora ce ne fosse bisogno, la complessità dell'argomento nel quale ci siamo inoltrati - e impelagati -, in qualche caso con affermazioni un po' superficiali (non mi riferisco in maniera specifica ad alcuno in particolare, ma intendo nel complesso). Che il 'cerchione' o 'gommone' o chiamatelo come volete, venga 'da lontano', sia in senso temporale che in senso spaziale, mi pare confermato da monete bizantine antecedenti che mostrano in modo inequivocabile una simile caratteristica (e sempre sul ‘lato B’). Mi riferisco soprattutto alle emissioni di solidi ravennati. Inoltre, noi abbiamo focalizzato la nostra attenzione soprattutto sulle monete 'flavie' e su quelle di poco precedenti, ma questa peculiarità è presente già prima, sulle emissioni anonime, le quali, da un punto di vista formale, si differenziano dalle successive solamente per essere piane e non scodellate. Ora, detto ciò e tornando all’assunto di partenza, le/vi pongo io questo quesito (lo ribadisco, un po’ per scherzo e un po’seriamente): e se nelle monete con il caratteristico ‘cerchione’ la scodellatura fosse in realtà la normalità (nel senso che con la battitura queste monete escono naturalmente, per motivi fisici, sempre scodellate) e furono invece quelle piane a subire un processo si spianatura successiva? Questa domanda porta poi con sé la il relativo corollario che è il seguente: e se molte delle monete che non presentano il flan eccedente in realtà originariamente l’avessero avuto, asportato in seguito per essere portate ad un corretto peso? Buona giornata, teofrasto PS non me ne vogliate se metto ancora una volta da parte 'le bolle' Alcuni esempi:1 punto
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Caro Francesco.... Accontentati di queste... Le ho fatte sempre attraverso la bustina e poche ore prima di partire per Bologna e consegnarla a René.... Essendo mi accorto di non avere una foto per l'archivio personale etc.... Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum1 punto
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Dall'asta Aureo & Calicò n°259 svoltasi a Barcellona il 24 aprile 2014 pubblico questo bel Ducato :Ferdinando d'Aragona(1458-1494). Napoli oro gr.3,52 Busto maturo e sigla C dietro la testa del sovrano Riferimenti:Crusafont V.S. 997 ;Pannuti e Riccio 9,a;MIR 64/6.1 punto
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No, non ti sbagli. E' un denaro di Ancona, secondo me fine tredicesimo-inizio quattordicesimo secolo. Direi che si tratti di quello indicato nella prima riga, con i punti nella legenda. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-REPUAN/15 Da quelle parti, quindi, è arrivata anche Ancona !!!!! ;)1 punto
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Buone immagini. Colore molto più naturale. E mi piace il colore naturale di queste monete. Rubinetti in alcuni molto vecchi ricordi... la maggior parte di loro quasi di là di articolare. Sono d'accordo con la classificazione opinioni espresse da petronius e vathek (VG = B). La condizione del corno—che è uno del principale sistema diagnostico per queste monete—suggerisce un grado di Fine (MB), ma non c'è proprio nessun fuggire la condizione più evidente del cerchio, e soprattutto il modo che il cerchio è logorato nella parte superiore del LIBERTY, ecc. (Qualcosa di divertente qui è che spesso nella classificazione nichelini Buffalo, la condizione generale della moneta potrebbe effettivamente votare un determinato grado, ma gli acquirenti di solito insistono che il corno di bufalo essere tecnicamente corretto anche. Quindi qui abbiamo una stranezza—corno suggerisce un voto migliore che la moneta è!) Un'altra cosa—ovvio, forse, ma utile per eventuali nuovi collezionisti che potrebbero essere la lettura—è che 1913 type 1 nickels come questo uno può essere identificato pienamente anche senza data. Complimenti! :) v. --------------------------------------------------------------------- Good pictures. Much more natural color. And I do like the natural color of these coins. Taps into some very old memories…most of them almost beyond articulating. I agree with the grading opinions expressed by petronius and vathek (VG = B). The condition of the horn—which is one of the principal diagnostics for these coins—suggests a grade of Fine (MB), but there is just no escaping the more obvious condition of the rim, and especially the way the rim is worn down into the top of LIBERTY, etc. (Something funny here is that often in grading Buffalo nickels, the general condition of the coin might actually rate a particular grade, but buyers usually insist that the buffalo horn be technically correct also. So here we have an oddity—the horn suggests a better grade than the coin is!) One other thing—obvious, maybe, but useful for any newer collectors who might be reading—is that 1913 type 1 nickels like this one can be fully identified even without the date. Congratulations! :) v.1 punto
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Mah, esportare oggi negli Usa dall'Italia è complicato. Settemila monete, poi...Negli anni scorsi ci sono state molte proteste dei commercianti Usa per l'accordo con l'Italia. In questo caso, mi sembra tanto qualcosa come "Monete del tempio", "Monete del tributo", "Monete dei Trenta denari", "Monete della Beata Vergine", etc...Tipica americanata. Si cerca di entrare così nel mercato di chi cerca una provenienza delle monete. Ma come fidarsi di un'attribuzione tanto vaga, anche non essendo italiano? Come italiano, ovviamente, io non acquisterei mai una moneta del genere. E anche attribuzioni vaghe a hoards stranieri mi lasciano freddo. Per esempio, ho visto un "Antiochia hoard". Che cosa vuol dire? Per attribuire una moneta a un hoard ci vuole: data della scoperta, luogo della scoperta, storia e circostanze della scoperta, autore della scoperta, catalogazione delle monete, liberalizzazione della vendita, storia dei passaggi commerciali dalla scoperta in poi. Oppure come accade nelle monete da hoard certificato inglese, dall'accompagnamento della moneta da un documento rilasciato dall'autorità pubblica che ne certifica la provenienza e ne autorizza l'esportazione. Nel "Seven Hills", legge italiana a parte, tutto questo manca. Per il Braithwell hoard, Illyricum ed io ci simo recati a Doncaster, abbiamo incontrato l'autore della scoperta, il curatore del locale Museo Archeologico, la rappresentante locale dell'autorità preposta alla catalogazione e alla liberalizzazione, ci siamo recati sul luogo della scoperta. Insomma, l'attribuzione a un hoard è una cosa seria e non bastano le rassicurazioni di qualche (pur serio) venditore, che non fa altro che recepire quanto detto da chi, a sua volta, gli ha venduto le monete.1 punto
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Salute a tutti... una piccola riflessione sul cerchio incuso dal lato della raffigurazione del Re. Forse ci sono anche motivi più tecnici ma sicuramente ne esistono di estetici. Forse volevano creare apposta un effetto "fossato" per mettere in maggiore risalto il busto. Ahimé sacrificando spesso parte della legenda. Per quanto riguarda i conii, leggendo il trattato di Cellini in merito, ho il sospetto che a volte sulla superficie del conio potesse crearsi nel metallo qualche spaccattura dovuta al processo di tempratura. Cellini usava predisporre un impasto di: terra, vetro pesto, filiggine di cammino, terra di bolo Armenio e alquanto sterco di cavallo, le quali cose tutte mescolate insieme e infuse con orina d’uomo, si riducano nella guisa della pasta da fare il pane. Piglisi poi detto loto, e pongasene per la grossezza di un dito sopra le teste del torsello e della pila, e poi si pongano in fuoco, il quale sia di tal valore, che possa ricuocere benissimo le dette teste; e nel medesimo fuoco da per loro si lascino freddare. Per preparare i conii, come scrive il Cellini, vi è bisogno di una tempera (l’impasto di terra riscaldata) che scaldi e “ammorbidisca” l’acciaio permettendo ai ferri di poterlo incidere (e, nello stesso tempo, fargli “assorbire” il carbonio). Alla fine del lavoro incisorio, i conii venivano opportunamente riscaldati (fino a che il metallo non diventava rosso), gettati nell’acqua «fintantoché si senta cessare quel rumore del friggere, che fa il fuoco per la violenza dell’acqua». Benvenuto Cellini, Due trattati [...]uno dell’oreficeria e l’altro della scultura, Milano, dalla Società Tipografica de’ Classici Italiani contrada del Cappuccio, anno 1811. Siamo sì lontani dai longobardi, ma le conoscenze metallurgiche che si evincono dai passi del suddetto trattato derivano da competenze antiche.1 punto
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Giusto Chievolan la mia nota era piu' rivolta all'osservazione che vi era mutualità tra alcuni elementi stilistici e figurativi che compaiono sia nelle monete che nei monili longobardi, e non tanto un intento di mostrare la sacralità/ritualità delle monete, per la quale sono in linea con il tuo pensiero Vi sono pero' elementi assai importanti di sacralità nell'iconologia monetale quale la rappresentazione del San Michele. L'aracangelo, il cui culto viene mutuato dall'antichissimo santuario posto sul Gargano viene eletto a rappresentante e protettore del popolo longobardo. Non rappresenta il santo medieovale associato alla città di cui avremo infiniti esempi nella monetazione medioevale piu' tarda, bensi è eletto a simbolo nazionale di un intero popolo. San Michele è tra l'altro un santo militare, comandante degli eserciti celesti, e la sua scelta è perfettamente coerente con l'origine guerriera del popolo ariano di stirpe germanica . La conquista di Carlo che sconfigge Desiderio alleandosi ai duchi longobardi rappresenta una continuità, non piu' una conquista bensi un subentro nel sistema e nel potere precedenti, e lo stesso Carlo resterà legatissimo al San Michele , arrivando anche lui a mettere il proprio impero sotto la sua protezione. Ecco che la moneta diviene strumento di propaganda fortissimo e con esso Carlo si comunica a tutto il mondo come rex langobardorum; ne mutua verbatim la tipologia monetale utilizzata sino ad allora , rinnovando attraverso di essa l'autonomia accordata da Desiderio alle città flavie, al fine di assicurarsene, elemento politico decisisvo, la fedeltà in vista della campagna di conquiste finale. E' addirittura possibile che il San Michele, rappresentato frontalmente in uno degli ultimi tremissi di Desiderio che precedono le Flavie, venga rappresentato anche da Carlo nel rarissimo stellato, per la zecca a Lucca, dove compare un ritratto a tre quarti che la tradizione degli studi vuole sia di carlo ma che ho proposto come raffigurazione del San Michele in un articolo apparso in RIN 2009. Ma questa è un'altra storia e, dandomi un pizzicotto io stesso, torno volentieri all'assunto della discussione per non aprire altri fronti che potranno eventualmente essere discussi altrove. § il suggerimento di Dux e tuo che le incrostazioni possano essere dovute a qualche difetto di preparazione/fusione del tondello andrebbe per lo meno esaminata, una lettura del pezzo a forti ingrandimenti permetterebbe di aggiungere altri elementi e forse di smentire , o confermare, alcune delle ipotesi fatte sino a qui. § Arca se ti piace cosi tanto compralo , oltretutto il prezzo è molto elevato, io personalmente non lo comprerei. Ma de gustibus... e se ricordo bene già in passato ero rimasto colpito dalle tue preferenze estetiche, ma qui, davvero non entro minimamente, i gusti sono troppo personali e rispetto chi ama la Gioconda come chi ammira lo squalo in formaldeide di damien hirst, anche se questa non posso arrivare a chiamarla arte. per fortuna c'è posto per tutti.. PS ecco per Chievolan degli anelli dai ritrovamenti tombali di Trezzo sull'Adda della prima metà del VII (ovviamente ricordavo male di Astolfo che avevo associato epr una certa somiglianza nell'iconografia). In piu' un utile riferimento per lo studio ulteriore di questa tipologia: A cura di: Silvia Lusuardi Siena Contributi di: Ermanno A. Arslan, Bruno Callegher, Marina De Marchi, Anna Gannon, Claudia Perassi, Andrea Saccocci, Marco Sannazaro, Lucia Travaini, Silvia Lusuardi Siena EDITORE/PRODUTTORE : Casa Editrice Vita e Pensiero1 punto
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Semplice operazione di marketing per vendere meglio dei denarietti comuni per me. C'è una intera catena di negozi che li vende, avranno deciso di inventarci sopra una storiella per invogliare gli acquirenti. Sono commercianti professionisti, non penso siano folli. "Il tesoretto dei sette colli", ma dai...a quando il "Colosseum Hoard"?1 punto
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Circa 2000 monete da 2€, e poi circa 500 per ogni altro taglio. Una piccola percentuale proveniente da rotoli riconfezionati, il resto controllando tutte le monete che il negozio sotto casa riceve e ogni tot giorni deposita in banca. Piccolo off topic: Ecco le foto dei "pacchi" di rotolini, che ho preso come scorta personale di spiccioli. Come già detto ho ricevuto in BDI un'intruso austriaco (pacco di 2 centesimi 2011). Nei rotoli riconfezionati ho pure trovato degli intrusi.1 punto
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Taglio: 1 cent Nazione: Estonia Anno: 2011 Tiratura: 32.000.000 Condizioni: BB Città: Palermo Taglio: 5c Nazione: Estonia Anno: 2011 Tiratura: 30.000.000 Condizioni: BB Città: Palermo Taglio: 20c Nazione: Estonia Anno: 2011 Tiratura: 25.000.000 Condizioni: BB Città: Palermo1 punto
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@@francesco77 un vecchio signore diceva "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che trovare un 8 tornesi del 1797 FDC" :rofl: :rofl: :rofl:1 punto
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Urka! Addirittura un PM, e che avrà fatto di male tanto da farlo processare? Cosa dovrà mai imputargli un pubblico ministero? Mamma mia! Vedi che era meglio se te la compravi FDC? Almeno non spendevi migliaia d'euro per l'avvocato.1 punto
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Taglio: 10 cents Nazione: Olanda Anno: 2014 Tiratura: ND Condizioni: qFDC Città: Palermo Note; non credevo di trovarla così presto ... è una news?1 punto
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Ho trovato in rete queste due foto dello stesso statere d’oro contemporaneo di Alessandro Magno, una moneta coniata ad Abido, nella Troade (Asia Minore), attorno al 328-323 a. C. KINGS of MACEDON. Alexander III. 336-323 BC. AV Stater (8.58 gm). Abydos mint. Lifetime issue, struck circa 325/4 BC. Helmeted head of Athena right; serpent on helmet / Nike standing left, holding wreath and stylis; Hermes standing left in left field, X below left wing. Price 1497; ADM II, Series I, 1a (same dies); Müller 904. Secondo l’autore della nota, la foto in alto ripresa con eccessiva luminosità, contrasto e saturazione è stata migliorata con l’uso di Photoshop che l’ha trasformata in quella in basso, più realistica in quanto più simile a come appare la moneta tenendola in mano. Il segno sull’elmo di Atena è messo in risalto nella prima foto, con la luce incidente a un angolo che lo rende ancora più pronunciato di quanto lo si veda con la moneta in mano. Il commento dell’autore è che i programmi di fotoritocco possono essere usati non solo in modo ingannevole nella fotografia di monete per nascondere graffi, bassi rilievi e consunzione e per impartire colore artificiale, lustro e rilievi, ma anche per rendere meno evidenti difetti minori. apollonia1 punto
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ciao, per la mia esperienza, non ci sono domeniche migliori delle altre.....e' solo il tempo che la fa da padrone. Devi scegliere una domenica dove e' prevista una bella giornata di sole, che non ci sia nessun ponte festivo o blocco delle auto ect....cosi' sei sicuro di avere il massimo numero di espositori. Quanti? sopra i 50. Trovi sia francobolli che cartoline (pero' non sono sicuro, ma non credo, che siano solo di Milano). Comunque attendiamo le risposte degli altri amici. Ciao1 punto
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è un sestino per Federico III d'Aragona - Regno di Napoli devi pero' precisare il peso e il diametro potrebbe essere questo, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIIIA/31 punto
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