Vai al contenuto

Classifica

  1. profausto

    profausto

    Guru


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      22190


  2. dabbene

    dabbene

    Guru


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      20123


  3. Sator

    Sator

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      2252


  4. TARAS

    TARAS

    Utente Senior


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      639


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/05/14 in Risposte

  1. Tra il 1536 e il 1556 nelle colonie spagnole avvennero fatti che cambiarono la storia e l'economia della Spagna, ma che in realtà riguardarono tutta l'Europa e non solo. Le trasformazioni riguardarono l'economia dei paesi, ma anche la monetazione di fatto cambiò in molti paesi dell'epoca. Cosa era successo ? Gli spagnoli nelle Indie erano dediti ai tempi a derubare gli indios, ma questa strategia non poteva durare molto, si dovevano trasformare in imprenditori e quello che interessava era l'oro e l'argento che venivano definiti e chiamati " il tesoro ". Lo sfruttamento minerario spagnolo non partì bene, anzi non prometteva nulla di buono, finchè un giorno una umile pastorella indigena con al pascolo i suoi lama in una località chiamata Potosi in Perù, abbandonata da tutti a 4.000 metri d'altitudine, fece una scoperta che cambiò la storia, trovò una vena d'argento di incredibile ricchezza. A seguire in breve tempo se ne trovarono altre sette, tutte ricchissime d'argento. La scoperta trasformo' Potosi, arrivarono uomini, animali, macchinari, in meno di trenta anni Potosi, da luogo deserto ed abbandonato, contò una popolazione di 150.000 persone, una città popolosissima per l'epoca. Gli effetti per la Spagna furono rilevanti da subito, la produzione già nel 1549 diventa dieci volte in più rispetto all'anno precedente, ma Potosi fu solo il primo anello di una serie di avvenimenti che seguiranno e cambieranno la Spagna e non solo. Se tutto questo fu poi positivo per la Spagna è da vedersi, di certo la Spagna stessa e l'Europa da quel momento furono invasi da tanto, tanto argento e l'argento voleva dire anche monete..... ,monete per tutti....
    5 punti
  2. Ecco l'ultima arrivata dal Veronafil, vorrei sapere il vostro parere in merito alla conservazione !! Grazie.
    4 punti
  3. Buonasera, ora che la scuola può dirsi davvero conclusa, e con essa anche i vari impegni relativi, riesco finalmente a fotografare decentemente una bella monetina che mi sono regalato per il compleanno (... si insomma, diciamo che è stata un'ottima scusa!!). Ve la vorrei presentare per sentire un po' i vostri pareri al riguardo. A mio avviso si tratta di una moneta non facile da reperire sulle aste, in particolare in questo stato di conservazione. Inoltre è anche abbastanza raretta di suo in quanto coniata da una zecca tutt'altro che comune, quella di Cremona in età comunale.... anche per questo risulta di mio grande interesse!!! La inseguivo da tempo..... Il peso è di 0,5 g, il diametro di 17 mm circa. Saluti
    4 punti
  4. Anch'io come Mario avevo letto tra le righe dell'editoriale di Roberto che qualcosa c'era nell'aria, qualcosa che lasciava un po' d'amaro in bocca. poi il fatto di avere circa 20 pagine in meno del mese precedente, lasciava, forse, presagire qualcosa. Non sono un fanatico del web, gli unici social a cui sono iscritto sono quelli che riguardano la numismatica. Sicuramente internet gradualmente, sostituirà il cartaceo: succede già con tanti quotidiani. Però il cartaceo ha un fascino tutto suo. Al momento sto facendo una ricerca per quanto riguarda i buoni cartacei e i gettoni della San Vincenzo; nel numero 155 di C.N. c'è un articolo che li riguarda. vi posso solo dire con che curiosità ho sfogliato il giornale, rileggendo quello che scriveva Traina, la posta dei lettori che chiedevano informazioni su qualcosa ritrovato, ecc. Il web sarà il futuro e dovremo farcelo piacere, ma leggere il libro, il giornale, la carta stampata saranno emozioni che nessun computer potrà sostituire. Auguro a Roberto che porti avanti l'avventura del web con lo stesso entusiasmo con cui ha portato avanti le riviste di numismatica. Sono sicuro che riuscirà a trovare la giusta impostazione per far "piacere" la rivista on-line. Forse sarà l'occasione per tanti di poter interagire direttamente con la rivista. Un grandissimo in bocca al lupo s tutti coloro che parteciperanno a questo nuovo modo di fare informazione. Graziano
    4 punti
  5. Arisegue: Libro 3° - Geografia della Grecia, dai primordi sino al tempo di Alessandro 3° il Grande L’Ellade, o Grecia classica è una penisola non eccessivamente grande, limitata a Nord dal Monte Olimpo, dalle montagne Combuniane e tracciando una ipotetica linea, verso Ovest, dal Promontorio Acrocerauniano; ad Ovest dal mare Adriatico o Golfo Ionico; a Sud dal Mediterraneo e ad Est dal Mare Egeo La lunghezza massima, da Nord a Sud, tra le montagne Combuniane e capo Tenaro è di ca. 250 miglia, mentre la massima larghezza, tra il promontorio Acrocerauniano e la montagna del Peneus, o meglio tra la costa della Acarnania e Maratona nell’Attica è di circa 180 miglia. La superficie del paese è stata stimata in 35.000 miglia quadrate che rappresenta poco meno della superficie occupata dal Portogallo. La caratteristiche geografiche che contraddistinguono la penisola Ellenica sono: la presenza di numerose montagne e l’esteso sviluppo delle sue coste. Numerose baie incidono profondamente la costa mentre lunghi e stretti promontori si proiettano ovunque nel mare dando origine ad una quantità di costa tale che non ha riscontro in nessun altro paese del Sud Europa. Molti sono i porti eccellenti ed il mare non presenta soverchi pericoli, oltretutto appena oltre la costa si trovano numerose isole, molto fertili e di inaudita bellezza; la natura a fatto di tutto perché la gente di qui scegliesse la via del mare e coltivasse le arti proprie della navigazione. La comunicazione tra le varie parti del paese è più breve e più facile per via mare che non attraverso la terra emersa che è qui ricca di catene montagnose che si intersecano tra loro in tutte le direzioni e che sono per lo più elevate e scoscese, superabili solo attraverso pochi passi spesso in inverno bloccati per la neve. Il sistema montagnoso della Grecia lo si può considerare come una ramificazione della grande catena delle Alpi Europee, poco ad Occidente del 21° di latitudine Est da Greenwich le alpi Albanesi proiettano uno sperone che sotto i nomi di: Scardus, Pindus, Corax, Taphiannus, Panachäicus, Lampoea, Pholoë, Parrhasius e Täygetus corrono in direzione appena ad Est del 42° parallelo Sud, verso il promontorio del Taenarum. Da questa grande catena longitudinale si dipartono, a breve intervallo e dalla parte opposta, tutta una serie di ramificazioni laterali che seguono la latitudine generale, da cui ancora si dipartono altre derivazioni trasversali che seguono il corso della catena principale, o spinale della regione e che punta verso Sud Est. Le catene latitudinali vanno a costituire importanti suddivisioni del territorio tra il Pindus e l’Egeo e da qui si dipartono in successione: il Cambuniano e l’Olimpo che costituiscono il limite Nord della Grecia Classica L’allinemento dell’Othris che separa la Tessaglia da Malis e Doris L’allinemento del Parnaso, Helion, Cithaeron e Parnes che partendo da Delphi terminano nel promontorio Rhamnusiano, opposto all’Eubea e che costituiscono la parte orientale dell’aspra barriera tra Beozia ed Attica. Carattere simile presentano, dalla parte opposta il monte Lingus, nel Nord dell’Epiro che si staglia verso Ovest dal Pindus, in un punto esattamente opposto al Cambuniano, assieme al Monte Tymphrestus nel Nord ed il Monte Bonius, nel centro dell’Etolia. Nel Peloponneso, la catena principale che ad Occidente corre da Rhium a Taenearum vede il Monte Scollis dividere l’Achea dall’Elide ed il Monte Elaenon separare l’Elide dalla Messenia; ad Oriente invece le ramificazioni laterali, in particolare quella che comprende i rilievi dell’ Erymantus, Aroania e Cylene divide l’Achea dall’Arcadia e prolungandosi poi sino al promontorio Scylleano, nell’Argolide dove il Monte Parthenion separa la stessa Argolide dalla Laconia. Tra le catene longitudinali secondarie, quelle che meritano menzione sono quelle di Pelion e di Ossa che terminano ad Est, nella Tessaglia mentre quella che comprende: Pentelico, Hymettus ed Anhydrus ha fine in Attica e quella di Parnon, nel Peloponneso, si estende da Tegaea a Malea. Nella Grecia le catene montuose occupano tanta gran parte dell’area che ben poco spazio rimane per le pianure ed il terreno pianeggiante acquista pregio ancor maggiore proprio in virtù della sua scarsità. La maggior parte della Tessaglia è una vasta pianura, circondata dalle montagne e bagnata da un unico corso d’acqua: Il Pineus; nella Beotia si trovano due vaste pianure una delle quali è paludosa: la Palude del Cephissus la maggior parte della quale è occupata dal lago Copaïs e l’altra è la piana di Aropus al limite della quale si trovano: Thebe, Thespiae e Platea. L’Attica di pianure può vantarne tre: Quella di Eleusi, che prende nome dalla città, quella di Atene, anch’essa deve il suo nome alla celebre città e quella di Maratona. Nell’Ovest e nel Sud del Peloponneso si trovano, dalla parte opposta del fiume Pesseus,il bassopiano di Cava Elis; vicino al monte Pamisus quello di Macaria ed all’imbocco dell’Eurotas, quello di Helos mentre nella regione centrale si trova l’altipiano che comprende: Tegea, Mantinea, Pheneus ed Orchomene. Il Peloponneso Orientale vanta la fertile pianura alluvionale di Argos, bagnata dai fiumi: Chimarrhus,Erasimus, Phrixus, Charadrus ed Inachus. In Grecia si trovano numerosi fiumi tuttavia con esigua portata d’acqua tanto che la maggior parte di essi, in inverno, può essere considerata poco più di un torrente ed in estate non è raro che il flusso d’acqua si interrompa completamente. I soli corsi d’acqua di un certo rilievo sono: l’Acheolo, che scorre in Epiro e divide l’Aetolia dall’Acarniana; al Nord il Peneus che irriga la maggior parte della piana della Tessaglia e l’Alphaeus le cui acque bagnano Olimpia. Tra i corsi d’acqua di minore importanza ricordiamo: Thyamis, Oropus ed Arachthus nell’Epiro; L’Evenus ed il Daphnus in Aetolia; lo Spercheius nel Malis; il Cephissus e l’Asopus in Beotia; il Peneus, Pamisus, Eurotas e l’Inachus nel Peloponneso. Caratteristica peculiare dei fiumi della Grecia è quella di scomparire in passaggi sotterranei; le rocce calcaree sono piene di caverne e nel piano si trovano spesso bacini chiusi che non presentano emissario tuttavia le acque defluiscono al mare attraverso canali sotterranei: a volte individuabili, spesso presunti. Esempi di vie d’uscita individuabili sono quelle lasciate dal Cephissus, in uscita dal lago Copïas, nella Beotia e quelli da cui le acque in eccesso fuoriescono dalla maggior parte dei laghi del Peloponneso. Canali non individuabili si crede siano quelli che operano lo scarico alle acque dei laghi: Helice e Trephia, sempre nella Beotia. La Grecia è ricca anche di specchi lacustri, non molto grandi invero, il maggiore è quello di Copïas la cui superficie è stata stimata in 41 miglia quadrate; il secondo in ordine di grandezza è probabilmente il Boebis che si trova nella Tessaglia e si forma per effetto delle acque in eccesso del fiume Peneus; a questi si deve aggiungere il lago Pambotis, nell’Epirpo, sulla cui sponda meridionale sorge l’oracolo di Dodona; i laghi Trichonis e Conopé, in Aetolia, tra l’Evenus e l’Acheolus; il lago Nessonis, vicino al lago Boetis, sempre in Tessagia; i piccoli laghetti di Hylice e Trephia ed i laghi dell’Arcadia: Pheneus, Stymphalus, Orchomenus, Mantinaea e Tegea. Le isole al largo della Grecia sono numerose ed importanti, la principale è l’Eubea che forma una grande barriera frangiflutti naturale che interessa l’intera costa orientale dell’Attica, della Beotia e della Locride estendendosi per oltre 100 miglia e con una profondità media di 15 miglia. Di gran lunga inferiore come dimensioni; ma non meno importante è Corcyra che si colloca all’estremità opposta della penisola e che ha una lunghezza di circa 40 miglia per una profondità variabile tra le 5 e le 15 miglia. Oltre queste, di fronte alla costa occidentale troviamo: Paxos; Leucas o Leucadia; Ithaca; Cephallenia o Zacyntus ( oggi Zante) mentre a Meridione si collocano: Cenussae e Cythera e ad Oriente: Tiparenus; Hydria; Calauria; Aegina; Salamis; Cytnus; Ceos; Helene; Andros; Scyros; Peparetus; Halonnesus e Sciathus. A Sud Est delle coste dell’Eubea e dell’Attica si trovano le Cicladi e le Sporadi che si estendono in una serie continua, simili alle pietre di un guado, attraverso il Mare Egeo sino all’Asia. Dalla parte opposta, da Corcyra e dal Promontorio Acrocerauniano è possibile vedere, nelle giornate serene, le coste dell’Italia. Per consuetudine il territorio della Grecia viene diviso in: Nord; Centro e Sud. La Grecia del Nord si estende dall’estremità settentrionale sino al punto ove le coste Orientali ed Occidentali trovano i Golfi di: Malis ed Ambracia o Actium, rispettivamente. La Grecia Centrale ha inizio da questo punto e si spinge sino all’Istmo di Corinto mentre la Grecia Meridionale si identifica con il Peloponneso. La Grecia del Nord, ab antiquo, era composta da due paesi più importanti: Tessaglia ed Epiro, separati tra loro dalla catena del Pindo. Oltre questi si trovavano, nella parte Orientale della barriera montana: Magnesia ed Achea Phthiotis e nella parte montagnosa, a metà strada tra i due golfi (Malis ed Ambracia) c’era Dolopia o paese dei Dolopi. La Tessaglia è il paese più vasto e più fertile di tutta la Grecia e si identifica con il bacino del Peneus; ha forma grosso modo circolare con un diametro di circa 70 miglia ed è circondata dalle montagne che le fanno corona e da esse discendono numerosi rivoli d’acqua che la irrigano e vanno poi a confluire nel Peneus che dopo averle raccolte le porta al mare passando da una singola gola che si dice, sia stata originata da un grande terremoto. La Tessaglia a sua volta è divisa in quattro province: Perrhaebia che si trova a Nord lungo le pendici dell’Olimpo e del Cambuniano Histiaeotis, posto verso Occidente, si adagia lungo i fianchi del Pindus e lungo il corso superiore del Peneus. Thessaliotis è a Sud, al confine con l’Achea Phthiotis e Delopia Palasgiotis è ad Oriente tra l’Enipeus e Magnesia. Nella Perrhaebia le città più importanti erano: Gonni e Phalanna; nella Histiaeotis: Gomphi e Tricca; Cierum e Pharsalo nella Tessaliotis mentre nella Palasgiotis si distinguevano: Larissa e Pherae. L’altro importante territorio: l’Epiro era più vasto della Tessaglia e la sua forma somigliava ad un quadrato oblungo; da Nord a Sud misurava circa 70 miglia per una larghezza di circa 55 miglia. L’Epiro è zona montagnosa, con rilievi elevati intervallati da strette valli solcate dal corso di numerosi fiumi. Anche questo territorio era suddiviso ad Oriente dalla provincia di Molossis le cui città di maggior rilievo erano: Dodona ed Ambracia; a Nord Ovest si trovava la provincia Chaonica con le tre importanti città di: Phoenice, Butrotum e Cestia; a Sud Ovest la Thesprotia con i siti di Paudosia, Cassope e nell’ultimo periodo, anche Nicopolis. Durante il periodo storico l’Epiro era in realtà da considerarsi più illirico che Greco. Magnesia ed Achaea Phthiotis sono spesso riportate come parte della Tessaglia; ma in tempi recenti, a buon diritto, costituiscono distretti a sé stanti. Magnesia era il tratto costiero tra il monte Pesseus ed il Golfo di Pagasean e comprendeva le due connesse derivazioni di Ossa e Pelion con il territorio immediatamente alla loro base; lunga ca. 75 miglia era larga da 10 a 15 miglia. Le città più importanti, poste sulla costa Orientale erano: Mirae; Meliboea; Casthanaea, nel golfo di Pagasaan si trovava Iolcus e nell’interno, vicino al lago Boebeü, c’era Boebe. Achaea Phthiotis era il territorio che si trovava immediatamente a Sud della Tessaglia e che si estendeva tra il golfo di Pagasean nell’Est sino alla parte del Pindus abitata dai Dolopi. La regione aveva forma pressochè quadrata ogni lato a misura di circa 30 miglia ed era costituita dal monte Othris con il territorio che si estende alla sua base. Le città più rimarchevoli erano: Halos, Thebae, Phthiontide, Itonus, Melitaea, Lamia e Xiniae sulle sponde dell’omonimo lago. Delopia, o paese dei Delopi, comprendeva parte di una derivazione del Pindus, assieme alla parte più Occidentale dell’Othrys e le vallate superiori solcate da corsi d’acqua che poi confluiscono nell’Acheolo; nella fattispecie si trattava di un corridoio, molto accidentato e montagnoso, lungo non più di 40 miglia e stretto 15 miglia. Nella Grecia centrale, ovvero nel territorio compreso tra la Grecia del Nord ed il Peloponneso si trovavano all’epoca ben undici paesi: Acarnania; Aetolia; Locride Occidentale; Aeniania; Doris; Malis; Locride Orientale; Phocis, Boeotia, Attica e Megaris. Acarniana: è il territorio più ad Occidente, ha forma triangolare ed è limitato a Nord dal Golfo Ambraciano, ad Est dall’Acheolus ed a Sud Ovest dal Mare Adriatico; i lati del triangolo misurano rispettivamente: 50; 35 e 30 miglia; le città più importanti erano: Anaetorium, Solium, Astacus e Cenidae. Aetolia: Confina ad Est con l’Acarniana e si estende verso Oriente sino all’Aeniana e Doris; a Nord il suo confine è segnato dalla Dolipia ed a Sud dal Golfo di Corinto; come dimensione era circa il doppio dell’Acarniana e la sua area era di gran lunga superiore ad ogni altro paese sito in quest’area dell’Ellade. Di struttura prevalentemente montagnosa, pure tuttavia conteneva una zona piana ed una paludosa tra lo sbocco al mare dell’Evenus e quello dell’Acheolus, possedeva inoltre, al Nord una vasta zona pianeggiante ove si trovavano due grandi laghi: il Conopè ed il Trichonus. Tra le città di maggior rilievo giova ricordare: Pleuron; Calydon e Thermon. Locride Occidentale, ovvero il paese dei Locri Ozolae si trovava sulla costa del Golfo di Corinto, appena ad Est dell’Aetolia e si estendeva, lungo la costa per ca. 37 miglia mentre penetrava all’interno per una profondità variabile da due a 23 miglia; tra le città più rimarchevoli annoveriamo: Naupactus, sulla costa ed Amphissa all’interno. Aeniana od Aetea, come veniva a volte chiamata, si trova anch’essa ad Oriente dell’Aetolia; ma un po’ più a Nord, dove raggiunge il confine meridionale della Locride; l’Aeniana era separata dall’Aetolia dalla continuazione, verso Sud, del Pindus ed era confinante a Nord con l’Otrys ed a Sud con il Ceta venendo così a trovarsi sul corso superiore del fiume Spercheius. Il paese ha forma ovale con il lato lungo di ca. 26 miglia e quello corto di ca. 12 miglia; la città di maggior risalto era Hypata. Doris si trova tra l’Aeniana e la Locride Occidentale; è questo un piccolo ed accidentato distretto inserito tra i monti del Parnassus e del Collidromus sul corso superiore del fiume Pindus, un tributario del beotico Cephissus; è lungo circa 17 miglia per una ampiezza di 10 miglia e vanta quattro importanti città: Pindus; Erineus; Boeum e Cytinium e proprio per questo era più nota come: Tetrapolis Doriana. Malis si trova a Nord di Doris, a Sud di Achaea Phtiotis e ad Est dell’Aeniania; è ancor più piccola di Doris, cui somiglia nella forma. In lunghezza misura circa 15 miglia mentre la larghezza si assesta sulle otto miglia; le città più note all’epoca erano: Anticyra e Trachis e nell’ultimo periodo anche Heraclea. All’estremità occidentale di Malis, tra le montagne ed il mare si trova il passo delle Termopili. La Locride Orientale si pone dopo Malis, lungo la costa dell’Epiro o canale dell’Eubea; il paese era politicamente diviso in due parti: Epicnemidia ed Opuntia che nellultimo periodo risultavano separate da una piccola striscia di terra nota come: prolungamento al Phocis. Epicnemidia si estende per circa 17 miglia dalla vicina Thermopylae sino a Daphnus e la sua larghezza media è di ca. otto miglia; la città principe era Cnemides. Opuntia si allunga da Alope ad oltre il monte di Cephissus, una distanza di circa 26 miglia e la sua larghezza era più o meno eguale a quella di Epicnemidia. Il nome del compartimento deriva dalla sua più importante città: Opus. Phocis: Si estendeva dalla Locride Orientale: a Nord, sino al Golfo di Corinto: a Sud; ad Occidente era confinante con la Doris e la Locride Occidentale mentre ad Est era in contatto con la Beotia; la sua forma era pressochè quadrata con il lato più lungo valutato in ca. 25 miglia e quello più breve in ca. 20 miglia. La parte centrale della regione e quella meridionale sono montagnose; ma lungo il corso del Cephissus e dei suoi affluenti si trovano parecchie fertili pianure. La capitale era Delphi, sita nella piana a Sud del monte Parnassus; altre città importanti erano: Eletaea; Parapotamii; Panoppaeus; Abae, famosa per il suo tempio ed Hyampolis La Beotia era oltre tre volte più estesa della Phocis; lunga ca. 50 miglia era larga mediamente 23 miglia ed il suo territorio era per lo più pianeggiante e ricco di acquitrini anche se conteneva, a Sud la catena montuosa dell’Helicon e nella parte più orientale del paese, le colline note come: Ptoüs; Messapius; Nypatus e Teumessus. Il lago Copaïs copriva un’area di ca. 41 miglia quadrate ovvero 1/13° dell’intera area; ci sono, nel paese altri due piccoli laghi tra il Copaïs ed il mare prospiciente l’Eubea chiamati rispettivamente: Hylice e Trespia. I fiumi più importanti della Beotia sono, oltre il Cephissus che entra dalla Phocis, l’Asopus, il Termessus, il Thespius e l’Oёroё. La Beotia era nell’antichità nota per il numero e la grandezza delle sue città, Thebe tra tutte; ma di non secondaria importanza: Orchomenus; Thespiae; Tanagra; Coronaea; Lebadeia; Haliartus; Cheronea; Leuctra e Copae. L’Attica si identificava con il promontorio, o penisola che si proietta dalla Beotia verso Sud Est, la sua lunghezza, misurata da Cithaeron a Sunium era di 70 miglia e la sua maggiore larghezza, da Munychia a Ramnus, di ca. 30 miglia. L’area dell’Attica è stata valutata in 720 miglia quadrate ovvero 14 circa meno della Beotia. La caratteristica dell’Attica è quella di una regione montagnosa e poco fertile, al Nord le catene montuose di Cithaeron; Parnes e Phelleus formano una linea continua che corre da Est ad Ovest e da questa sequenza discendono tre speroni uno dei quali, noto come Kerata divide l’Attica dal Magarit; un altro, chiamato Aegaleos, separa l’Eleisian dalla piana di Atene ed il terzo, chiamato nel Nord: Pentelicus, corre dal Parnes, attraverso Delecea e Maratona, sino a Capo Zoster, al centro si trova Hymettus ed a Sud, nella costa. Anhydrus. A parte Atene non sembra che le rimanenti città dell’Attica abbiano goduto di una qualche rinomanza; i fiumi che solcano il territorio: i due Cephissuses, l’Ilissus, l’Erasimus ed il Charadus sono da considerarsi poco più che torrenti. Megaris si congiunge all’Attica da Ovest ed occupa la parte Nord dell’Istmus andando ad unire la Grecia Centrale con il Peloponneso; tra tutti i paesi della Grecia centrale è il più piccolo, fatta eccezione di Doris e Malis; la sua lunghezza è di 14 miglia contro le 11 miglia di larghezza con una superficie inferiore a 150 miglia quadrate; una sola città è di una qualche importanza: Megara, per i suoi due porti: Nisaea e Pegae.La Grecia del Sud o Peloponneso ha anch’essa undici province, vale a dire: Corinto; Sicyon; Achaea; Elis; Arcadia; Messena; Laconia; Argolis; Epidauria; Troezenia ed Hermionis. Il territorio di Corinto è adiacente a Megaris ed include nel suo territorio larghe parti dell’Isthmus assieme a fasce, spesso di larga ampiezza, del Peloponneso; la lunghezza è di ca. 25 miglia mentre è larga poco più di 23 miglia; di forma estremamente irregolare la sua area viene valutata in non più di 230 miglia quadrate e la sola città che riveste una certa importanza è Corinto, la capitale che si affaccia, con un porto: Lechaeum sul Golfo di Corinto e con l’altro: Cenchreae; sul Golfo di Saronicco. Sicyon o Sicyonia è adiacente a Corinto, verso Occidente; giace lungo la costa del Golfo di Corinto per circa 15 miglia e si estende all’interno per altre 12 o 13 miglia; una sola città è di una qualche importanza: Sicyon. Achaea: si trova vicino a Sicyonia e larga circa 15 miglia, s’allunga sulla costa per circa 65 miglia, l’area è valutata in ca. 650 miglia quadrate; nel territorio si contano ben 12 importanti città tra cui primeggiano: Dymé; Petrae, oggi Petras e Pellene. Elide: situata sulla costa Occidentale del Peloponneso si estende dalla foce del Laurisus a quella del Neda per una distanza di 57 miglia ed all’interno raggiunge, dopo 25 miglia, le pendici dell’Erymantus, Tra i paesi della Grecia è quello che presenta minori asperità contenendo larghi tratti pianeggianti lungo la costa e qualche estesa vallata lungo il corso del Peneus, dell’Alpheus e del fiume Neda. Le città più importanti erano: Elis, sul Peneus; Cyllene con il suo porto, sul golfo omonimo; Olimpia e Pisa sull’Alpheus ed in ultimo: Lepreum nel sud dell’Elis o Triphyla. Arcadia: Era il paese montagnoso situato nel centro: la Svizzera del Peloponneso e si estendeva dalle catene montagnose dell’Erimantus, Aroania e Cyllene, nel Nord sino alle sorgenti dell’Alpheus verso Sud; una distanza di circa 60 miglia per una larghezza media di 40 miglia;L’area era valutabile in 1.700 miglia quadrate. Il paese è per lo più interessato da un altopiano i cui fiumi, eccetto verso Ovest e Sud Ovest, sono assorbiti dal terreno e non presentano uno sbocco apparente verso la marina. Alti pianori e piccoli laghi sono numerosi; ma la maggior parte dell’area è occupata dalle montagne e da strette; ma fertili pianure. Le città di maggior rilievo erano: Mantinea; Tegea; Orcomenus; Pheneus; Heraea; Psophis e nell’ultimo periodo: Megalopolis. Messenia era a Sud di Elis e ad Ovest dell’Arcadia ed occupava il più occidentale dei tre promontori in cui è diviso il Peloponneso e da questo circondava il golfo sino al promontorio centrale ed alla foce del Choerius. La sua lunghezza, da Neda al promontorio di Acritas era di 55 miglia mentre la larghezza massima, tra la Laconia e la costa Occidentale era di 37 miglia per una superficie totale di 1.160 miglia quadrate. La maggior parte del paese è montagnosa; ma lungo il corso del Pamisus si trovano vaste pianure e l’intero territorio è fertile. Inizialmente la capitale era Stenyclarus, di poi fu Messene che si trova sul fianco Occidentale del monte Ithome; altre città di una certa importanza furono:Eira, nella Neda superiore; Pylus, oggi Navarino, e Methone, oggi Modon, a Sud di Pylus. La Laconia è situata sugli altri due promontori del Peloponneso ed occupa anche una considerevole fascia di terra a Nord; la sua maggiore estensione, tra l’Argolide ed il promontorio di Malea è più o meno di 80 miglia mentre la larghezza è valutabile in 50 miglia e la superficie raggiunge le 1.900 miglia quadrate. Il paese è essenzialmente costituito da un’unica vallata, piuttosto stretta: la valle dell’Eurotas, racchiusa tra due alte catene montuose: la catena del Parnon e quella del Taїgetus, da qui nasce l’espressione: “Incavata Lacedemonia” Sparta era la capitale del paese e si trovava nell’interno, a ca. 20 miglia dal mare; altre città della stessa importanza non ce n’erano; ma ci piace ricordare: Gythium e Thyrea sulla costa e Sellasia, nella valle dell’Aenus. Argolide: è il termine solitamente dato al territorio che si proietta verso Est dall’ Achaea e dall’Arcadia con l’eccezione del piccolo territorio di Corinto, tuttavia il termine viene qui usato in senso lato. L’Argolide classica confinava con la Sicyonia e la Corinthia a Nord: con Epidaurus ad Est; con la Cynuria, parte della Lacinia, a Sud e con l’Arcadia ad Ovest. La distanza maggiore, da Nord a Sud, era di ca. 30 miglia e da Est ad Ovest di ca. 31 miglia e l’intera area non superava le 700 miglia quadrate. Come il resto del Peloponneso, il paese era prevalentemente montagnoso anche se al suo interno aveva ampia e ricca pianura in testa al Golfo dell’Argolide. La capitale in un primo tempo fu Miycenae, poi Argos con il suo porto Nauplia; altre città importanti erano: Phius, Cleonae; Tiryns. Epidauria si trovava ad Est dell’Argolide ed a Sud della Corinthia; la sua lunghezza, da Nord a Sud era di 23 miglia per un profondità di ca. 8 miglia. Una sola città era degna di nota: Epidauro che era anche la capitale La Troezenia era adiacente all’Epidauria, nel Sud Est e comprendeva la metà Nord Orientale del promontorio dell’Argolide assieme alla rocciosa penisola di Methana; lunga 19 miglia aveva una profondità di ca. 9 miglia; sul suo territorio insistevano due importanti città: Troezen e Methana. Hermionis giaceva a fianco dell’Epidauria, dalla parte Nord e della Troezenia da Est; costituiva la punta più occidentale della penisola dell’Argolide; come dimensione era più o meno simile alla Troezenia; ma al contrario aveva una sola città degna di nota: Hermione. Oltre le isole litoranee della Grecia, di cui già ho parlato, va detto che ve ne sono altre che punteggiano l’Egeo e più in particolare : Nell’Egeo Settentrinale si trovano: Lemnos, Imbrus; Thasos e Samotracia. Nell’Egeo Centrale: Andros; Ceos e Cythnus che possono dirsi litoranee; Thenus; Syros, Gyarus; Delos; Miconus; Naxos; Piros; Siphnus; Melos; Thera; Amorgus ecc… Nell’Egeo Meridionale si trova infine: Creta, questa isola, di notevole dimensione rispetto alle altre, si estende da Ovest verso Oriente per circa 150 miglia ed è larga circa 15 miglia; l’intera area supera le 2.000 miglia quadrate: Le città più importanti erano all’epoca: Cydonia e Gnossus sulla costa Nord e Gortyna nell’interno; l’intera isola è montagnosa; ma fertile. Con la segreta speranza che quanto sopra possa giovare ad una maggiore conoscenza nonno cesare vi augura una buona serata
    4 punti
  6. Le stavo riguardando una per una, alcune sono davvero imbarazzanti. Questa è la mia preferita, guardate Herakles al rovescio, secondo me l'"artista incisore" si è ispirato a Fred Astaire:
    3 punti
  7. La perplessità manifestata da Odjob si risolve se si considera che, come riferisce Paul Kher a pagina 88 del volume VIII della sua monumentale opera "Regesta Pontificum Romanorum -. Italia Pontificia", pubblicato nel 1935, il 3 febbraio 1106 (essendo duca di Gaeta Riccardo II dell'Aquila) il papa Pasquale II consacrò la Cattedrale, già dedicata a Santa Maria, ridedicandola a S.Maria ed a S. Erasmo. Quest'avvenimento religioso, di primaria importanza, potrebbe aver determinato la coniazione del follaro commemorativo del quale ci stiamo interessando. L'interpretazione di Fedafa mi sembra molto interessante e meritevole di ulteriore approfondimento anche se non si conoscono documenti metallici nei quali il Duca Riccardo abbia inserito anche il nome del suo Casato. Io avevo pensato a "DE AGE" in quanto su diversi follari il nome della città "GAETA" si trova scritto come "AGETA". Resta però il fatto che la lettera successiva non sembra proprio una "T", quanto piuttosto una "L", per cui si potrebbe tornare all'interpretazione di Odjob. Speriamo che sia in giro, in collezioni pubbliche o private, un altro esemplare che possa aiutarci a risolvere l'interessante enigma. Saluti a tutti, Beniamino
    3 punti
  8. Assodato questo, mi ha incuriosito a questo punto cercare di decifrare la legenda del D/... compito arduo visto la cattiva conservazione delle monete a disposizione. Nel CNI viene letta come ...D CAPE... con la P retrograda. In D'Andrea/Contreras come DE ASEL... Russo la interpreta come DE AGE... e se fosse DE AqEL...DVX ? In questo modo la P retrograda letta dagli autori del CNI sarebbe in realtà la q e la legenda completa andrebbe letta come R (al centro) DE AqEL... DVX... che si scioglierebbe in Riccardo dell'Aquila duca. Magari sto fantasticando però la lettura potrebbe essere corretta.
    3 punti
  9. aggiungi aggiungi Skuby ... non ti farai intimidire dalle reazioni (scomposte) di di qualcuno che ci dà degli incompetenti, dei malpensanti e e dei guastafeste al "solo" pensiero che queste non siano monete ad assoluta prova di bomba impossibili da dubitare , che dico - eresia - dal nominarle invano.. Sono estasiato dal dettaglio dei particolari, dalla nitidezza dell'incisione .. che veri maestri questi artisti sicelioti, la testa di Efesto poi cosi evanescente - quasi eterea - quanto superiore a quelle volgari rappresentazioni cosi nette e impudentemente definite come si riscontrano in esemplari volgari quali quello della collezione Moretti o Freedman.. e pensare che c'è chi ancora vorrebbe farci credere che il mercato sta subendo una crescente invasione di falsi.. colpa di qualche esaltato che già mesi fa andava annoiando con questa storia di repliche, falsi, ritocchi etc. che se ne stesse buono invece di rompere le scatole alla gente per bene e soprattutto a tutti quei collezionisti che non vedono l'ora in effetti di venire presi per il naso da qualcuno, tanto ormai con questa proliferazione di tarocchi chi vuoi che sappia piu' discerenere il buono dal malo, solo quei quattro babbioni della sezione Greche del forum che se la prendono tanto a cuore per due monete appena un po' fasulle.. che la smettessero pero' una buon a volta di rompere le scatole alla gente ...
    3 punti
  10. Provo a dare un piccolo contributo
    2 punti
  11. È vero, lo diciamo sempre le monete antiche andrebbero sempre acquistate dopo una certa preparazione in materia. Però è anche vero che le caramelle le vai a comprare nei negozi specializzati, entri e a vedere tutto il ben di dio, a volte perdi il controllo e la golosità oltre al piacere ti spingono a comprarle. In quel momento non pensi che ti potranno fare male. Le monete le preparano con una bella glassa verde, sembrano delle caramelle...che possono fare moooolto male, al portafoglio alle nostre notti. Il consiglio che mi sento di dare al collezionista che si avvicina alla numismatica e non ha esperienza, è di NON farsi ingolosire da caramelle belle verdi... Skuby
    2 punti
  12. @@Lafayette personalmente la valuto un po migliore di MB , ma ovviamente ognuno ha un proprio metro di giudizio . I colpi al bordo sono penalizzanti , l'usura anche , quindi Mb/BB ci potrebbe pure stare , nonostante io abbia dato q BB :)
    2 punti
  13. Io invece, almeno sul 50 lire 1864, non nutro alcun dubbio che sia falsa. Ma proprio nessuno, anche senza vederla. Ci sono in circolazione tra 12 e 20 esemplari di questa moneta, e non vale 100.000 euro, ne vale anche 250-300.000 in alta conservazione. E si sa esattamente chi le possiede. Stai tranquilla, non ce l'hai :rofl:
    2 punti
  14. malta Malta, Jean Levesque de la Cassiere Æ Picciolo. AD 1572-1581. Coat of Arms / Maltese Cross. Restelli/Sammut 27. http://www.mcsearch.info/record.html?id=1178361
    2 punti
  15. Stamattina mi ero soffermato sul dritto mentre rileggevo il testo di Rasile (pagg. 67 -68) sulle monete di Capua, la moneta nella prima immagine postata è la stessa di questo testo ma solo la seconda moneta postata scioglie ogni dubbio sul titolo di Riccardo. Avevo notato la P retrograda, eheheheh, sono d'accordo con te. Intanto ho segnalato la discussione al dott. Beniamino Russo di Gaeta, speriamo che ti legga. :good:
    2 punti
  16. Osservando le foto del post precedente , si tratta dello stesso conio (falso) che la ditta Kunker nel giro di un anno , ha venduto due falsi pacchiani da bancarella . La domanda sorge spontanea........ ma come fanno i collaboratori della Kunker a non riconoscere una brutta copia di una precedente pubblicata.Per non parlare della The NY Sale ,che dopo 10 mesi rivende una patacca nel suo catalogo. Ma ci vuole tanto per apprezzare i bronzi genuini , anche se hanno problemi di decentratura , cancro ,patine screpolate ecc. Godiamoci l'occhio con Lipara Genuine , dalla Litra all'Uncia
    2 punti
  17. Direi che non dobbiamo farci prendere dal panico. Ovviamente non si può dubitare di tutto quel che si sospetti . Caro @@roth37 Questo bronzo che hai postato è genuino , anche se ha dei problemi.
    2 punti
  18. 2 punti
  19. Tempo fa discutevo via email con un amico del crescente numero di falsi sul mercato, e di come molti collezionisti sembrassero infastiditi dall'argomento. Mi venne allora in mente il film Matrix, come metafora. Il fenomeno a cui stiamo assistendo è una sorta di Numismatrix, in cui falsari e commercianti poco accorti stanno ricreando un falso mondo antico, che non è mai esistito, ed i collezionisti sono le vittime, parassitate e nutrite di immondizia. Come nel film, alcune vittime preferiscono ignorare la realtà anche quando gli viene mostrata, e scelgono di rimanere immerse nel matrix.
    2 punti
  20. Eh vabbè anch' io do la mia zampata!
    2 punti
  21. Nella recente 49° asta Nomisma sono state proposte diverse monete papali ex asta Bank Leu N° 36 del Maggio 1985 appartenenti alla collezione Cappelli, probabilmente tra le più importanti raccolte del passato. Il prestigioso pedigree citato nelle note che descrivono il lotto, come per il Giulio zecca Parma di Adriano VI o il Doppio Carlino di Giulio III zecca Roma, é stato omesso (dimenticato? sfuggito?) per il lotto N° 1743 ex asta Bank Leu N° 36 del Maggio 1985 lotto N° 920. Personalmente ho censito solamente altri 4 esemplari: 1) K&M 1980 lotto N° 734 2) Collezione Muntoni esitato nell’Asta Montenapoleone 1984 al lotto n° 967 in conservazione q.MB fù classificato RRRR. 3) Asta Varesi “ALMA ROMA” del 2000 con foro otturato. 4) Listino Ranieri on-line bucato e in bassissima conservazione (RRR). Avendo tutti i listini, non é mai apparso da NAC, Negrini, INAsta, Artemide, Varesi, ed è la prima apparizione Nomisma..... Non conosco nessun papalista che abbia il Giulio del 1740 in collezione. Sono gradite segnalazioni di altri esemplari e considerazioni in merito, grazie. DARECTASAPERE
    1 punto
  22. Hola a todos, esta es la web: http://www.revista-hecate.org/ Aceptamos artículos en italiano, francés, español, etc... http://www.revista-hecate.org/normas-de-presentacion.html saludos
    1 punto
  23. Ho acquistato una serie di monetine con soggetto i templi della Syria, monete non in buonissimo stato di conservaziome, ma che possano dare una idea delle tipologie che troviamo in questa zona. La prima è della città di Capitolias nella Decapolis di Commodus, è una ae 28, in alto tra le torri ed in mezzo alla cuspide troviamo le lettere in grego G-Y che riportano all'anno 93 di quell'era che corrisponde al 189/190 d.c. Zeus seduto con scettro dentro ad un tempio a otto colonne.
    1 punto
  24. per me dei buoni BB
    1 punto
  25. è un bronzetto di epoca Costantiniana con al R/ GLORIA EXERCITUS - Due soldati con uno stendardo - monete emesse da Delmazio - Constans - Constantius II - Costantino II° e Costantino I° mio parere personale e che possa trattarsi di Costantino II° - e se dovessi indicare una zecca direi Roma ma ovviamente è una mia interpretazione....
    1 punto
  26. Carlo M. Cipolla dice a proposito dei reales " chi deteneva reales possedeva un potere d'acquisto spendibile in ogni parte del mondo, chi invece era privo di reales era automaticamente tagliato fuori dal mercato . Tutte queste monete, ed in particolare i reales, aprirono alle nazioni europee all'opportunità di espandere notevolmente il loro commercio con l'Oriente . ". Tutto questo si può espandere per le altre maximonete di argento che prevalevano nel tempo. Il già citato sopra Massimo Annati chiosa sull'argomento : " l'argento domina l'economia di quei secoli, tanto che anche il termine platino deriva dal fatto che gli spagnoli, trovandolo mischiato nelle vene d'argento nelle miniere, lo avevano creduto una variante scadente del prezioso metallo ( da plata, ovvero argento in spagnolo ). Peraltro l'importazione di enormi quantità di argento, e il conseguente conio di moneta circolante, provoca un'inflazione devastante, tra il 1550 e il 1650, che danneggia gravemente l'economia spagnola ed europea. ". Ma molto si potra' parlare anche di monetazione milanese di quel periodo, di grandi moduli, ma anche di quello che facevano gli altri Stati, gli spunti non mancano....se vorrete....
    1 punto
  27. La moneta è molto rara, la prima annata di questa tipologia, ma la conservazione non và oltre il qMB !!
    1 punto
  28. Sottoscrivo quanto scritto sin'ora dagli altri utenti, mail arrivata e acquisto che farò da commercianti a Veronafil o altro... anche solo per risparmiare 2 euro è il concetto che conta in questo caso.
    1 punto
  29. Concordo, bella moneta. Ora sì, dovrai farle compagnia con il grosso. A 417Sonia: sì la F indica Federico imperatore; una caratteristica che trovi ad esempio anche a Trento e a Pisa.
    1 punto
  30. Bella bella bella, rara rara rara. Il mio gigante 2012 la indica R3 e credo che ancora oggi lo sia. Circa 2 mesi fà me la son fatta scappare perchè stavo puntando ad altre monete Quella che ho visto aveva un dritto ancora più bello, senza alcun graffio di zecca e con i 3 gigli in bell'evidenza. Il dritto invece presentava maggiore usura sia rispetto al rovescio e sia rispetto al dritto della moneta di @@Alessandro72 Ho saputo però da un commerciante proprio domenica scorsa che questa vendita è stata "pilotata" e che in realtà il venditore non ha poi venduto realmente questa moneta poichè voleva e vuole realizzare 3.000 € :mega_shok: Quindi ha usato la tecnica nota su ebay, di tirate l'amo e far abboccare quanti più "pesci" possibili per far alzare il prezzo secondo le sue intenzioni. Ovviamente ebay offre loro la possibilità di annullare la vendita........Sarebbe bello se ciò non fosse possibile :rofl: Cmq tornando alla moneta di @@Alessandro72 devo dire che è un ottimo BB+ con un bellissimo dritto e con un pizzico di invidia voglio fargli i complimenti per aver messo in collezione un pezzo davvero importante. Bravo :good: (posso sapere se ti và anche in privato quanto l'hai pagata?)
    1 punto
  31. Gettone di beneficenza (ottone: 6,166 g, 26 mm) – Parigi XVIII sec. D/ + BEAT[uS] QUI . INTELLIGIT . SVP[ER] . EGENU[M] . ET . PAVPERE[M]: San Giovanni Battista che porta l’agnello, con L e D ai lati R/ + MESr . FRANCOYS . D . RAISSE . Sr. D . LA . HARGERIE: stemma di Franḉois de Raisse Seigneur de la Hargerie La frase sul diritto è l’inizio del Salmo 40 di Davide, che si traduce in Beato colui che comprende il povero e il bisognoso. La traduzione del rovescio è Messer Francesco di Raisse Signore della Hargerie, che ha donato alla chiesa Saint-Jean-en-Gréve di Parigi il gettone come benefattore dei poveri. apollonia
    1 punto
  32. Bravo Alessandro...bell'acquisto ;) per me un ottimo bb o al massimo bb+...bella anche la patina. visti i costi per tale moneta penso che hai preso un ottimo compromesso. marco
    1 punto
  33. Mi è capitato purtroppo su un 20 lire 1928 lotto perizia di dover tagliare la bustina perchè cominciava a presentare puntini di verderame. Ho conservato bustina e perizia a parte. Le poche altre monete che ho periziate, in oro, le ho lasciate nelle loro bustine. Per quanto riguarda i cartellini anch'io le monete le appoggio direttamente sul velluto. Sent from my SM-G900F using Lamoneta.it Forum mobile app
    1 punto
  34. Prima del limone era totalmente verde, si intravedevano pochi dettagli. A me pare rame.. dovrebbe essere d'argento? che sia un falso? Grazie
    1 punto
  35. trapano, lima, cartavetrata….ok che è una moneta che ha avuto giorni migliori, ma a leggere ste cose mi sanguinano gli occhi :o In ogni caso, vi ricordo che sui ritrovamenti esiste una normativa specifica ;)
    1 punto
  36. Inquietante, ma azzeccato l'accostamento alla falsa realtà di Matrix….. Sono quasi tutti falsi piuttosto scadenti e bisogna vedere se questo YMSR sia in realtà una sorta di banda che sta cercando di smaltire per vie più "nobili" il vario materiale più o meno falso (quello proveniente soprattutto da vendite ebay). Può essere un cambio di strategia e di diversificazione rispetto alla stessa vendita diretta ebay e al mercato tedesco, quest'ultimo ormai saturo e pure gravato da forti spese di asta. Non mi sembra casuale che abbiano scelto il canale della francese cgb, finora piuttosto fuori dal triste giro falsario. L'unica strada sarebbe quella di avvisare al più presto i responsabili di questa Casa francese del grave rischio che stanno prendendo, ma chi li conosce?…. Interessante la provenienza di alcuni pezzi dalla vendita ebay di dimvlad, che è un noto falsario bulgaro….. Su internet girano liste di venditori su ebay che hanno più o meno spesso smerciato monete riconosciute come false. C'è il solito famoso aitnacoins e anche questo dimvlad e ci sono nicknames che sono accompagnati da nomi completi. http://augustusmath.hypermart.net/fakesellers.html http://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=18502.0 Ovviamente non entro nei dettagli, se non per evidenziare soltanto che c'è ormai la consapevolezza della vastità dell'osceno mercato dei falsi, specialmente su ebay http://esty.ancients.info/numis/fakes.html per cui non mi stupirebbe appunto un cambio di "gestione", cercando di sfruttare una azienda francese ancora non chiacchierata…..
    1 punto
  37. bravo @@avgvstvs http://www.mcsearch.info/record.html?id=1164594 Graafschap (1049-1581) - Floris V (1256-1296) - Denier of penning z.j. emissie (1293-1296) (Grolle 11.9.1d / vH. 32 ...
    1 punto
  38. io non lo farei. visto che ne hai un'altra per confronto portala a farla misurare ,peso e volume. ciao.
    1 punto
  39. Voglio contribuire anch'io nel mio piccolo.
    1 punto
  40. Visto che si fanno nomi e cognomi, un mio amico avvocato, da qualche tempo appassionato lettore di questa sezione, vorrebbe sapere dove ho apostrofato Antwala come 'operaio addetto al collaudo dei tappi corona', perché non riesce a trovare tale frase. Per quanto mi riguarda, invece, se mai avessi detto quella frase non la troverei affatto offensiva, perché segno di una grande esperienza nella lavorazione dei tondelli. Ma evidentemente in certi ambienti la parola 'operaio' suscita un tale ribrezzo da essere addirittura evocata, senza averne motivo, quale offesa imperdonabile. Ovviamente delle menzogne che mi riguardano, vista la provenienza, non mi interessa un gran che, però mi piacerebbe che qualcuno potesse chiedere scusa a tutti gli operai che sicuramente frequentano questo sito. Andrea Saccocci
    1 punto
  41. La Peste del '600... argomento che, come molti, ho studiato a scuola in Storia e nei Promessi Sposi (in versione più "romanzata" e "psicologica")... ho svolto per mio conto ricerche in materia su vari testi; anche sull'epidemia del '300. Simili fatti, ovviamente molto tristi, sono però interessanti argomenti di studio. Mi è rimasto anche impresso il fatto, citato nei Promessi Sposi, di monete che nelle transazioni commerciali venivano messe a bagno in aceto e simili per evitare il contagio.
    1 punto
  42. Purtroppo anch'io ho fallito con il mio intento di far sì che le discussioni aperte in questa sezione del forum potessero sviluppare commenti e discussioni costruttive su quello che mensilmente si va a leggere sulle riviste del settore. Ciò può avvenire se gli utenti del forum non si stufano di collezionare,se gli utenti del forum di conseguenza non abbandonano la Numismatica. Il collezionismo va alimentato con la passione e la passione va alimentata con lo studio della Numismatica e della storia mettendo in relazione la moneta con scritti di Numismatica che la riguardano ed il tutto messo in relazione al periodo storico in cui la moneta è stata emessa. Purtroppo gli utenti del forum lasciano,abbandonano la Numismatica e qui in questa sezione si affacciano utenti nuovi che magari vogliono commentare ma che non trovano terreno fertile ,che non trovano altri utenti disposti a parlare di ciò che si è letto. C'è da dire che pochi sono i lettori di riviste ahimè.Con questa mia sezione tanti(una grande percentuale) sono stati gli utenti che poi si sono invogliati ad effettuare l'abbonamento alla od alle riviste di Numismatica oppure tanti sono stati quelli che ,non dico tutti i mesi ma assiduamente ,incuriositi ,si sono recati all'edicola ad acquistare la rivista(potendo reperire la rivista in edicola ,non essendo vincolati ad un abbonamento) Se tutti gli utenti che avevano voglia di commentare in questa sezione non avessero abbandonato il forum perché la Numismatica gli era venuta a noia,sono sicuro che insieme ai nuovi ,questa sezione sarebbe potuta o potrebbe essere la sezione dove potrebbero venir fuori numerosissime discussioni costruttive . Così facendo anche le riviste del settore incrementerebbero le vendite poiché sempre più utenti, tramite le nostre discussioni,sarebbero invogliati ad acquistarle o ad abbonarsi. --Salutoni -odjob
    1 punto
  43. Buon giorno a tutti. Antonio (Bernardo) desidera comunicarVi, mio tramite, gli ulteriori sviluppi della Sua vicenda e, in particolare, diffondere un interessante provvedimento del GIP di Udine, Dott. Francesco Florit, emesso all'esito di una richiesta di chiarimenti avanzata dai Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Roma in ordine all'individuazione del soggetto competente ad ottenere la restituzione delle monete per le quali era già intervenuto il decreto di archivizione e di restituzione delle monete "all'avente diritto", reso dal citato GIP di Udine, su richiesta conforme del P.M. Il nuovo decreto, che potremo definire "esplicativo" del precedente, che si limitava a recepire la richiesta di archiviazione del P.M. senza argomentare nel merito, rappresenta a mio modesto avviso un fondamentale cardine interpretativo della normativa applicata, non solo sul piano sostanziale (nozione di bene culturale e proprietà privata) ma altresì su quello proceesuale (ripartizione dell'ònere della prova). Ringraziamo dunque i Carabinieri, che con la loro richiesta di chiarimenti hanno stimolato il Magistrato a precisare meglio alcuni concetti che altrimenti sarebbero rimasti inespressi. Prima di postare il provvedimento, che - lo anticipo - reca nella data l'anno sbagliato (2013 anzichè 2014), volevo riepilogare velocemente le puntate precedenti della vicenda di Antonio (Ufficiale Superiore dell'Esercito italiano): - Circa due anni e mezzo fa Antonio venne denunciato all'Autorità Giudiziaria dai Carabinieri del Nucleo T.P.C. dopo aver posto in vendita su un noto portale di vendite online alcune monete antiche della Sua raccolta, di lecita e comprovata provenienza, che egli cedeva per "finanziare" l'acquisto di altri esemplari da aggiungere in collezione; - in seguito alla denuncia, Antonio subì la perquisizione ed il sequestro di tutta la sua collezione, che finì a Roma presso il Comando dei Carabinieri del Nucleo T.P.C. e che venne esaminata da un Perito della Soprintendenza nominato dalla Procura di Torino, all'epoca individuata come competente a dirigere l'indagine: - verso la fine del 2013 il procedimento di Antonio venne trasferito alla Procura di Udine, per motivi di competenza territoriale; - appena giunto nella citta friulana, il P.M. di quella Procura chiese al GIP l'archiviazione del procedimento, non ravvisando nella condotta di Antonio alcun profilo di penale responsabilità e richiedendo altresì la restituzione delle monete in sequestro "all'avente diritto"; - poichè la restituzione delle monete "all'avente diritto" competeva ai carabinieri del Nucleo T.P.C. di Roma, in quanto custodi della collezione sequestrata essi, con nota pervenuta al GIP in data 18 aprile 2014, chiedevano al Magistrato chiarimenti in ordine all'individuazione dell'avente diritto, in quanto tale espressione di per sè avrebbe potuto designare un soggetto anche diverso da Antonio (ad esempio: lo Stato, in persona del Sovrintendente). Preciso che Antonio ha materialmente ritirato tutte le Sue monete e che il procedimento penale che lo ha visto, Suo malgrado, protagonista, è definito. Detto questo,....buona lettura. (anzi no, buona lettura un accidenti....scusate la suspense, ma non mi carica il file in pdf che ha 2,05 MB perchè dice che è troppo grande....ho provato anche a scomporlo in tre (sono tre pagine), ma mi carica solo la prima pagina....chiedo a qualcuno dello Staff se può pensarci lui, grazie.) P.S. Per chi volesse vederla, la sentenza della Cassazione n. 13980/2012 che il GIP cita, definendola "la più recente ed autorevole opinione" (pag. 1, quinto capoverso del provvedimento), è stata da noi postata sul Forum due anni or sono in questa sezione, nella sottoindicata discussione: ; http://www.lamoneta.it/topic/91442-buone-notizie-dalla-cassazione/page-1 Saluti. :hi: Michele Attendo istruzioni superiori..... LINK DOCUMENTO: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/201406/AB.pdf a.b..pdf
    1 punto
  44. per comodità allego link con qualche es. http://www.mcsearch.info/search.html?search=similar%3A756850
    1 punto
  45. Quello che penso l'ho scritto un anno e mezzo fa: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=7457 Neanche Orwell era arrivato ad immaginare tanto, infatti nel romanzo 1984 è descritta una moneta emessa dal superstato di Oceania.
    1 punto
  46. Associare il valore di un caffè a questa moneta, è offensivo solo per il fatto che questa moneta rappresenta un periodo della nostra storia. Che poi nei mercatini ne troviamo a sacchi in conservazioni equivalenti a questa e che non ci sia domanda, fa scendere il prezzo ad un euro o anche meno! Giusto o sbagliato che sia, non in tanti comprano monete in così bassa conservazione. Spendere un euro non ti cambia la vita, quindi non è sbagliato. Spero che piano piano, con qualche soldino in più in tasca, ti sposterai verso conservazioni più importanti, ti permetteranno di apprezzare meglio il lavoro che è stato fatto per realizzare questo tondello, incisori e modellisti hanno fatto un buon lavoro!
    1 punto
  47. Gran bella moneta piena di storia genovese: l'ultimo scudo battuto dalla gloriosa zecca di Genova! ...l'anno dopo furono coniate solo 15 (?) monete da 50 centesimi, 43.369 da 1 lira e 163.322 marenghi ... Era l'ultimo anno, il 1859, da Direttore di zecca di Giovanni Parodi che comunque proseguì nell'incarico come Commissario per gestire la consegna dei coni e cuscinetti e delle macchine, mobili e attrezzature alla Regia Commissione che terminò tra il 1861 e 1862. Questo nella fotografia è il monumento funebre di Giovanni Parodi e dietro di lui il torchio che sta coniando alcune monete di Vittorio Emanuele II
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.