Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/11/14 in Risposte
-
Lanciano in epoca vicereale? No, grazie! Le prove inconfutabili che confermano la coniazione nella zecca di Napoli di monete senza sigle Di Francesco Di Rauso Accolgo con simpatia ed amicizia l'invito fattomi da Simonluca Perfetto via e-mail alcune settimane fa dove mi si chiedeva con toni amichevoli di smentire per mezzo di prove inconfutabili le sue ricerche su Lanciano. Qui di seguito una brevissima anticipazione (con RELATIVE PROVE FOTOGRAFICHE INCONFUTABILI) inerente l'errata attribuzione/classificazione di monete napoletane alla zecca di Lanciano in epoca vicereale. L'articolo completo farà luce sulla questione delle monete napoletane non siglate e verrà corredato da numerose prove fotografiche basate sulla comparazione dei dritti e dei rovesci e sul loro relativo accoppiamento, il tutto smentirà con dati di fatto e cognizione di causa l'errata classificazione lancianese. …..................... Nel nuovo testo di Simonluca Perfetto intitolato “Lanciano demaniale in fiera, 1212-1640” l'autore attribuisce alla zecca di Lanciano tutte quelle monete napoletane senza le sigle dei mastri di zecca e di prova, tra le tante tipologie da lui classificate troviamo anche il famoso e rarissimo tarì di Filippo III di Spagna con al rovescio i due ritratti affrontati dei reali su cornucopie (Pannuti Riccio 9, e 9a, Perfetto 2014 39). Nel corso della mia ricerca ho acquisito l'immagine ad alta risoluzione (Caserta, collezione privata) del tarì sub judice IN VERSIONE NON SIGLATA. Lo stesso, confrontato con il tarì con sigle GF venduto nell'asta Varesi Utriusque Siciliae del maggio del 2000 (lotto 316, vedi immagine) dimostra che entrambe le monete vennero coniate nella zecca di Napoli perchè hanno in comune lo stesso conio del rovescio (vedi stessa ribattitura del punzone della cornucopia sinistra e stessa ubicazione dei caratteri e delle figure) nonostante abbiano due differenti conii del dritto, nella moneta per l'appunto uno con sigle del mastro di zecca, ed uno senza sigle. …............... …............. Chiedo quindi ufficialmente e pubblicamente, senza alcuna vena polemica, al nostro amico Perfetto come sia possibile che due monete della stessa tipologia vennero battute con lo stesso conio del rovescio ma in due differenti officine monetarie distanti oltre 200 km l'una dall'altra. Rammento a tutti che P. classifica come Lanciano e non Napoli tutte le monete non siglate coniate fino al 1640. Le immagini della moneta qui presentata in esclusiva per il forum Lamoneta è della più grande rarità ed è nota in pochi esemplari, l'esemplare venduto da Varesi nel 2000 venne classificato Unico (?), anche se in verità se ne conosce un altro esemplare. In conclusione: P. attribuisce la moneta senza sigle a Lanciano (a suo dire questa qui riportata in esclusiva nelle immagini, Perfetto 39, MIR 204) e quella con sigle a Napoli (Varesi 2000, lotto 316), entrambe coniate con l'utilizzo dello stesso conio del rovescio ….......... non credo che a quei tempi, dopo aver battuto a Napoli esemplari con sigle, qualcuno abbia portato un attimo il rovescio a 200 km per battere altri tarì ….......... auguro una buona visione delle immagini a tutti e …....... buon prosieguo! @@Alberto Varesi @@iachille @@fedafa @@mero mixtoque imperio @@Reficul @@incuso @@Liutprand @eccetera, eccetera, eccetera, eccetera ..............9 punti
-
Altro nonminale della zecca di Napoli carico di simbologia e fascino, con questa zecca la maestria incisoria riuscì a esprimersi al meglio, esaltando i regnanti Spagnoli, e arricchendo di tipologie e messaggi la monetazione coeva. Filippo III di Spagna (1598-1621). Mezzo scudo 1617. Mezzo scudo 1617. AR 16,53 g. – ø 33,0. PHILIPP : III : D : G : REX:HIS Busto radiato, drappeggiato e corazzato, a d., con colletto alla spagnola; dietro, IC / C e sotto, nel giro, simbolo non identificato (pesce ™ ) 1617. Rv. + Q – VOD + V – IS + Aquila coronata, ad ali spiegate e volta a s., stringe nell’artiglio sinistro un ramo d’olivo e in quella d. un fulmine. CNI varietà non descritta. Pannuti Riccio 3a. Pellicer I Brù 675. Nel 1617 la Repubblica di Venezia era venuta in guerra con la Spagna. Il Vicerè di Napoli, Don Pedro Giron duca di Ossuna, acerrimo nemico dei veneti, stanco delle difficoltà e delle lungaggini delle trattative di pace, di cui non si vedeva la fine, fece coniare il 17 luglio di quell’anno questo rarissimo scudo ed il mezzo scudo offerto qui di seguito. La leggenda del rovescio con il ramo di olivo ed il fulmine negli artigli dell’aquila sono una chiara allusione alla scelta che si offriva alla Serenissima.3 punti
-
Innanzi tutto un augurio per la nuova avventura del direttore e spero di tutta la redazione del GdN, forse sarò un po nostalgico, ma oggi mi è arrivato il penultimo numero è devo dire che mi sono molto dispiaciuto al pensiero che ancora una copia e poi basta, più nulla dal postino............... Io non mi abbonero se mai ci fosse l'occasione al formato digitale, perche è vero che la tua copia arriverebbe subito ed è anche vero che le spese per loro diminuirebbero, ma non amo la lettura dal digitale, preferisco una copia cartacea che posso sfogliare quando voglio senza dover accendere il PC. Chiamatela nostalgia da carta stampata ma per me è così.............................................3 punti
-
Continuando con Napoli e passando a Filippo III non potevo non far rivivere uno dei miei nominali preferiti. Filippo III (1598-1621), Carlino,Napoli, AR, (g 2,90, mm 23, h 7). PHILIPP III D G REX ARA VT, Rv. EGO IN FIDE3 punti
-
3 punti
-
Scusate se ripeto cose già dette e ridette, ma a me sembrano così logiche che non capisco proprio perchè ci si debba prendere a cornate. Vi prego di guardare con attenzione il post 721. Vi sono illustrati 3 esemplari provenienti quasi sicuramente dalla stessa coppia di conii. Il primo proviene dal ripostiglio di Ilanz (Bernareggi 23) e si presenta freschissimo senza traccia di bolle. Gli altri due sono il Gadoury 2011 lotto 49 e il CNG da cui siamo partiti. Questi due presentano bolle molto evidenti, molte delle quali identiche. Mi sembra quindi ragionevolmente corretto supporre che: 1. il fenomeno che ha determinato le bolle sia sorto dopo la preparazione e l'inizio dell'utilizzo della coppia di conii 2. le bolle siano siano legate al conio e non alla natura della lamina. Quindi, in qualche modo, i conii si sono alterati nel corso della loro vita. Perchè? Boh! Io credo che non sia possibile stabilire se la colpa sia da attribuire in modo univoco alla ruggine, alla natura metallica del conio, o ad altri fenomeni di natura chimico-fisica. Probabilmente sarà stato un insieme di cause. Visto che nelle emissioni precedenti (tremissi con san Michele) la presenza delle bolle è molto rara (riprenderò l'argomento in un prossimo post) io propenderei per un generale peggioramento delle competenze metallurgiche degli operai che ha portato alla produzione di conii di scarsa qualità che si alteravano molto velocemente.2 punti
-
Non è obbligatorio che l'uno convinca l'altro. Ognuno può proporre idee e teorie argomentandole con prove che ritiene "irrefutabili". Ciascuno poi rifletterà e si farà la sua idea sulla vexata quaestio ma senza pretendere di convincere l'altro o gli altri. Credo di averlo letto in un manualetto di...democrazia.2 punti
-
Ragazzi, calmiamoci tutti, vi prego. Credo che fra persone civili si possa confrontarsi e al limite anche discutere (pure animatamente!), portando avanti le proprie idee, ma nel rispetto di quelle altrui, anche nei momenti in cui ci sembrano astruse o fuori luogo (se accade). :) Vorrei riprendere, se posso il discorso, più che sulla cattiva custodia, su eventuali difetti dovuti alla cattiva (magari frettolosa, aggiungo?) preparazione dei coni, proposto fra gli altri da Chievolan, Numizmo ("un tondello tagliato da lastre mal fuse?", il sottoscritto ed altri. Secondo me, potrebbe essere interessante appunto verificare la possibilità di lastre metalliche non perfette utlizzate per la preparazione dei coni. Non avendo la possibilità di pubblicare foto di coni, tanto per spiegare il mio modesto ragionamento, vorrei inserire delle immagini di piastre di fine 1500/prima metà del 1600 le quali presentano evidenti screpolature dovute a cattiva preparazione delle lamine metalliche dalle quali sono stati successivamente ricavati i tondelli. So benissimo che da una parte si parla di coni eventualmente preparati con lamine non perfette e dall'altra di monete; so anche che da una parte si parla di ferro acciaioso (giusto?) e dall'altra di argento. So infine che stiamo parlando di epoche differenti. Le foto delle monete servono a spiegare, sperando di riuscirci, il mio umile pensiero ed il fenomeno delle lamine difettate. Mi perdonerete, spero, l'ardito ragionamento! Riepilogando, mi chiedo e vi chiedo: è possibile in casi limite che si possano essere verificati fenomeni di cattiva fusione anche nella preparazione dei coni? Torno a leggervi con piacere, sperando che le polemiche siano alle spalle. Tanto non servono alla discussione. Facciamo tutti i bravi, ok? Grazie. ;)2 punti
-
2 punti
-
Stilisticamente i due conii del dritto sono molto simili, ergo sembrerebbe che siano stati incisi dalla stessa mano...sigla o non sigla... E se questa mano, come pare, operò a Napoli, direi che grandi dubbi su dove questa moneta sia stata coniata non ce ne sono.... a meno che non sia accertato in letteratura che in quel periodo era solito tra le zecca scambiarsi i conii o gli incisori.2 punti
-
Penso che l'intervento di Azaad sia il prototipo dell'intervento "perfetto", cioè si usano termini chiari per spiegare le circostanze. Anche l'intervento iniziale di Francesco penso vada in questa direzione, cioè portare dei dati sui quali discutere e che volendo possono essere smentiti da altri dati (se esistono). Non capisco perché quando due tesi contrapposte di affrontano, debba per forza finire "in caciara"? Spero che la discussione prosegua su binari di correttezza reciproca, per evitare che venga chiuso di ufficio e ciò sarebbe oltremodo spiacevole.2 punti
-
Qualcuno raggiunge delle conclusioni, qualche altro fa notare, con tanto di monete ,che quelle conclusioni andrebbero almeno riviste, difficile discutere, meglio mantenere il proprio punto, sempre in attesa di documenti che non esistono Beati voi qui alla spiaggia di Miseno c'è un caldo.....2 punti
-
Come conciliare l'evidente contraddizione esistente, nell'ambito della zecca leccese, tra produzione di armellini stilisticamente superiori agli omologhi napoletani (V.recenti discussioni sul forum) e un unico coronato definito (da chi lo ha visualizzato) di stile più'rozzo ? Il razionale per l'esistenza degli armellini almeno coinciderebbe nel desiderio da parte di re Ferrante di tenersi buoni i riottosi baroni leccesi che un attimo prima avevano parteggiato per il potente signore filoangioino di Lecce : Giovanni Antonio Del Balzo-Orsini e che un attimo dopo si ritrovavano cavalieri dell'ordine dell 'ermellino2 punti
-
Il secondo è di una estrema rarità, ne sono conosciuti meno di dieci compresi quelli presenti in raccolte pubbliche, è un tallero del 1588, Aosta o Vercelli, gr. 27, 59 di Emanuele Filiberto " Testa di Ferro", duca di Savoia, moneta coniata sul tipo di quella di Alberto di Brandeburgo, qui siamo in uno dei più prestigiosi e fondamentali esempi dei primi grandi moduli dei Savoia , quindi anche i Savoia si adattano presto al grande modulo..... Da Asta NAC 32, lotto 134, del 23 - 1 - 2006 P.S. Però sarebbe bello e giusto che si avvertisse qualche esponente di queste monetazioni e che le commentasse anche in modo più erudito, io faccio quello che può fare un milanese, tra l'altro mezzo spagnolo e questo può anche aiutare...., ma questo non vale solo per i savoiardi, vale per le papali, genovesi, veneziane, mantovane, germaniche, olandesi e chissà quante altre che dimentico anche di zecche minori, ma neanche tanto, penso per esempio a Messerano tanto per dire un altro nome.....2 punti
-
una delle piu belle dicussioni se non la migliore degli ultimi anni questo è ilForum <La Moneta > chiederei a mario di pubblicarlo come altri lavori da lui fatti giamba2 punti
-
buondì, metto due foto delle monete Toscane di Firenze. solo io non le tutte fotografate le monete e ho solo il diritto ... e non le tengo in casa :unsure: sono la prima : Piastra di Ferdinando dei medici del 1604 r3 granduca di Toscana del peso di 31 grammi circa, la moneta al rovescio presenta il battesimo nel fiume Giordano da parte di S.Giovanni Battista con Gesù, sopra di loro la colomba dello spirito santo e sono entrambi i santi genuflessi, moneta molto rara e affascinante. la seconda: in conservazione eccezionale, mai vista per ora passare su un asta in questa conservazione, Piastra Cosimo III dei medici anno 1677 moneta non comune al dritto il granduca, al rovescio sempre i due santi e la colomba sul fiume. del peso di 31 grammi circa sono le più grandi monete Fiorentine coniate, le monete del 500 di Cosimo il vecchio e di Francesco venivano coniate tramite la forza dell'acqua che spingeva il torchio che imprimeva i tondelli, sul fiume Arno che attraversa appunto Firenze e sfocia a Pisa..2 punti
-
Ciao, secondo me dipende molto da Nazione a Nazione.. Esempio il Vaticano dal 2010 mette in circolazione tra 1.500.000 e 2.000.000 monete da 50 centesimi, ma nonostante la bassa tiratura non si possono considerare rare per noi italiani (ogni tanto capita di trovarle). Per l'Italia (parlo di circolato) esistono delle monete difficili da trovare, ma non le definirei rare. In linea di massima secondo me sotto i 2.000.000 di pezzi coniati le monete diventano particolarmente difficili da trovare.. poi ognuno ha un proprio concetto di rarità.. Intanto ti allego un bell'articolo con delle statistiche http://numismatica.lamoneta.it/collezionismo-numismatico/5-anni-di-osservatorio-rarita-euro e poi ti consiglio di guardare il file (molto ben fatto) dell' osservatorio rarità per farti un'idea http://www.lamoneta.it/topic/35865-osservatorio-rarita/2 punti
-
Per inquadrare meglio gli avvenimenti di quegli anni aggiungo qualche notizia: nel 1187 il "feroce" Saladino, dopo una guerra durata dieci anni, aveva sconfitto Guido di Lusignano occupando San Giovanni d'Acri. Il papa Clemente III predicava la crociata per liberare Gerusalemme e portare aiuto ai cristiani assediati. La grande spedizione cristiana prese il via con l'armata navale di Guglielmo di Sicilia, successivamente salparono le galee di Pisa e quelle di Venezia. L'imperatore Federico, con un esercito di 90.000 uomini, si avviò verso l'Oriente da Ratisbona, seguendo la via del Danubio. Anche Genova allestì una flotta del 1189 e contemporaneamente inviò ambasciatori al re di Francia, FIlippo Augusto, e al re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, per trattare il noleggio di altre flotte a quei sovrani. Riccardo, in un primo tempo non accettò le proposte degli armatori liguri mentre Filippo augusto firmò un accordo per cui i genovesi "si impegnavano a trasportare in Terra Santa il re di Francia, con tutto il suo esercito composto da 650 cavalieri, 1300 scudieri e 1300 cavalli, a forire vitto agli uomini e ai cavalli per 8 mesi, il vino per 4 mesi, al prezzo totale di 5850 marche d'argento, che erano circa 9 marche per ogni cavaliere con 2 scudieri e 2 cavalli". Il re si impegnava a far rientrare i genovesi in possesso di tutte le proprietà che avevano perduto per le conquiste del Saladino. C'è da dire che questo accordo fu molto vantaggioso per la Repubblica di Genova, è stato calcolato che, a conti fatti Genova incassò per il trasporto e il vitto di ogni crociato 468 lire, contro le 100 delle quali si sarebbero accontentati i veneziani ...ma successivamente ...per condurre oltremare i partecipanti alla quarta crociata. C'è un altra notizia importante da ricordare, cioè che Filippo Augusto, non disponendo della intera somma necessaria al pagamento, trovò a Genova chi gliene anticipò una parte, iniziando proprio allora, come ha osservato Vito Vitale, "quella forma di attività finanziaria, i prestiti ai sovrani stranieri, che finirà con il superare più tardi la stessa attività commerciale". Tornando a Riccardo Cuor di Leone, imbarcatosi con il suo esercito a Marsiglia, sostò a Genova nell'agosto del 1190 e contrattò gli accordi sul tipo di quelli sopra descritti con il sovrano francese e, fra gli altri, l'uso dello Stemma di San Giorgio come scritto nel post precedente. Ecco quello che ho trovato sui fatti di quegli anni ...credo alquanto significativo per tutta la storia successiva.2 punti
-
Dobbiamo sicuramente essere grati ad Aureliano per avere costruito nel corso del suo impero la cinta di Mura che avvolse Roma e che da lui prese il nome nella posterita' , anche se per motivi non certo estetici o di magnificenza . Questa grande e meravigliosa opera muraria era in origine lunga ben 19 Km. oggi un po' meno per alcuni tratti caduti per il tempo trascorso e per l' incuria degli uomini , ma comunque il tracciato nei punti crollati e' ben noto , mentre altri tratti furono volutamente abbattuti per motivi di viabilita' antica e moderna ; Roma rimane l'unica citta' al mondo ad avere una cinta muraria antica di epoca romana cosi' lunga e dopo tutto ottimamente conservata anche grazie ai continui restauri che nel corso dei secoli furono necessari eseguire . Le mura tutte merlate erano intervallate lungo la loro estensione da ben 381 torri e da 14 grandi porte a pianta quadrata o rotonda ad un fornice o due a secondo dell' importanza delle porte di accesso alla citta' , oltre ad altre porte secondarie e passaggi piu' piccoli , inoltre a distanze opportune vi erano 116 punti di ritrovo per i servizi igienici dei difensori . Di proposito non credo necessario dilungarmi oltre sugli aspetti tecnici delle Mura in quanto facilmente accessibili sui tanti libri di argomento o in Internet , per chi volesse approfondire questo argomento ; vorrei invece soffermarmi sul perché furono costruite le Mura e sull' aspetto psicologico che inevitabilmente dovettero avere sulla popolazione residente a Roma ed anche nel resto dell' Impero , abituata ormai da secoli alla pace interna , almeno relativa a quella riguardante i barbari , certi della sicurezza e forza delle legioni . Sotto l' impero di Gallieno , gli Alemanni penetrati in Italia attraverso la valle dell' Adige , tentarono il passaggio degli Appennini ma furono respinti , questa invasione barbarica rese pero' necessario approntare delle difese all' interno dell' Italia , per questo motivo Gallieno creo' un sistema fortificato lungo la direttrice Milano Verona Aquileia , ponendo la base operativa imperiale a Milano che fu sede imperiale e sede della cavalleria corazzata da lui creata o perfezionata . Quando Aureliano divenne imperatore la situazione ai confini peggioro' e la minaccia di una nuova invasione italica , incombente , in quanto i confini nord orientali dell' impero erano ormai molto instabili e compromessi ; in seguito ad una nuova invasione dell' Italia , Aureliano subi' una tremenda sconfitta militare a Piacenza ad opera di Jutungi ed Alemanni e tutta la valle padana fu pesantemente saccheggiata , successivamente questi due popoli tentarono la discesa lungo il sud Italia in direzione Roma passando lungo la direttrice adriatica , ma a Fano furono arrestati e sconfitti da Aureliano e nella conseguente ritirata , di nuovo battuti , resi prigionieri e dispersi nei pressi di Ticinum (Pavia) . Questa tentata discesa di barbari verso Roma getto' chiaramente nel panico la cittadinanza di molte citta' italiane e della stessa Roma ; per questo motivo fu deciso di provvedere anche Roma di una nuova cinta di mura allargando di molto le antichissime mura di epoca regia erette dal Re Servio Tullio . Per attuare questa costruzione Aureliano dovette necessariamente provvedere anche a confische di proprieta' private ,il che gli alieno' parte del Senato , ma nei limiti del possibile furono sfruttati particolari edifici esistenti , tombe , circhi , acquedotti , sui quali appoggio' le sue mura . Ma ora veniamo ai fatti che determinarono Aureliano a realizzare la sua opera su Roma e che secondo Zosimo (Libro I , 49 ) porto' a termine Probo . Tutto inizia dalla sempre tentata conquista definitiva della Germania fino all' Elba , ma per tanti motivi , mai portata a termine , il che avrebbe spostato il confine dell' impero molto piu' ad Est nel profondo dell' Europa continentale , di quanto non fosse poi quello definitivo e precario del Reno Danubio , confini che se raggiunti , avrebbero reso i confini naturali d' Italia sicuri e stabili . L' ultimo grande imperatore romano che tento' questa conquista strategica fu Marco Aurelio che nei suoi progetti avrebbe voluto creare due nuove provincie , la Sarmatia e la Marcomannia , ma ad un passo dalla realizzazione dellla conquista ne fu impedito dalla rivolta di Avidio Cassio , distogliendo l' impegno militare in Germania ormai prossimo a conclusione , conquista storica che avrebbe stabilizzato e consolidato l' impero per i successivi secoli avvenire . Altra spina nel fianco nord orientale dell' impero erano i famosi Agri Decumates , un profondo cuneo che si addentrava entro in confini romani della Germania Superiore e della Rezia rendendo precario quel territorio , gli Agri molte volte presi ma mai tenuti in modo definitivo tanto che molte volte partivano proprio da qui le invasioni che poi sfociavano , quando dirette in Italia , verso l' ingresso debole e mal difeso naturalmente e militarmente , dell' est delle Alpi , sfociando poi nella valle dell' Adige . Le legioni che avrebbero dovuto difendere il limes degli Agri Decumates erano al tempo di Gallieno e probabilmente anche a quello di Aureliano la : XII Primigenia con sede a Megontiacum vicino al vertice alto sinistro degli Agri , la III Italica con sede a Castra Regina vicino al vertice alto destro degli Agri e la VII Augusta con sede ad Argentoratum prossima al vertice basso degli Agri ; purtroppo queste difese legionarie pe motivi noti e non , non furono sufficienti ad impedire le continue e massiccie invasioni dei popoli germanici , in particolare nella seconda parte del III secolo ; queste situazioni instabili ai confini indussero Gallieno prima e Aureliano dopo ad approntare queste difese nel Nord Italia e poi nella stessa Roma con la costruzione delle mura difensive . Nessuna fonte fonte storica ci narra le sensazioni che dovettero avere gli abitanti di Roma nel vedere l' innalzamento di queste nuove mura difensive a protezione dei loro beni e delle loro vite , capirono con sgomento che la sicurezza , sempre precaria quando si alzano difese anche se poderose , non era piu' affidata alla forza delle armi e delle legioni come era sempre stato da secoli , ma a delle mura , sintomo questo di un declino dell' impero che si rendeva ormai evidente ; chissa' se li prese lo sgomento verso il futuro , comunque e' certo che le mura assicurarono la sicurezza alla citta' fino al 410 quando dalla porta Salaria entrarono i Visigoti di Alarico dopo circa 800 anni da Brenno , non per cedimento delle possenti mura o dei difensori , ma per tradimento di pochi . Alcuni tratti delle mura .1 punto
-
Nel 1973 il prezzo del rame era aumentato di molto e una moneta da 1 centesimo di dollaro USA era arrivata ad avere un valore intrinseco quasi pari al facciale, riducendo di molto il profitto della zecca. Di conseguenza, come spesso avviene in questi casi, si era deciso di cambiarne la composizione metallica in un materiale più economico. Si era deciso per l’uso di alluminio: i nuovi penny avrebbero avuto lo stesso disegno e le stesse dimensioni di quelli in rame, ma colore diverso e peso molto inferiore (0.937g invece che 3,11g). Oltre un milione e mezzo di queste nuove monete furono battute nella zecca di Philadelphia con millesimo 1974, in quanto sarebbero dovute entrare in circolazione l’anno successivo. Alcune decine di pezzi furono tuttavia distribuiti in regalo ai membri del Congresso degli Stati Uniti d’America come omaggio. Tuttavia la decisione di coniare i penny in alluminio suscitò non poche polemiche: i produttori di rame temevano di vedersi ridurre la domanda di questo materiale e quindi i loro profitti, i gestori dei distributori automatici si lamentavano per i costi necessari a modificare i loro meccanismi affinché accettassero le nuove monete e i medici sostenevano che l’alluminio è invisibile ai raggi X causando difficoltà in caso in cui un bambino avesse ingerito un penny. Inoltre nei mesi successivi il prezzo del rame riprese a scendere, rendendo conveniente continuare a coniare i penny in rame, cosa che continuò, come molti probabilmente sanno, fino al successivo aumento del prezzo del rame avvenuto nel 1982, anno a partire dal quale i penny vengono coniati in zinco e solo rivestiti da un sottile strato di rame. Pertanto alla zecca di Philadelphia furono rifuse tutte le monete coniate e fu richiesto ai membri del Congresso di riconsegnare quelle che avevano ricevuto in omaggio. Tuttavia non tutti obbedirono, probabilmente dicendo che le avevano perse e alla fine 12-14 pezzi mancarono all’appello. Un pezzo fu donato al celebre museo Smithsonian di Washington DC, in cui fa bella mostra nella Collezione Numismatica Nazionale, insieme ad altri celebri pezzi di enorme rarità, tra cui il dollaro del 1804, il Liberty Nickel del 1913 e la Double Eagle del 1933.1 punto
-
Oltre che le monete mondiali colleziono anche le italiane.. :D questa, se non vado errato, deve essere la seconda volta che posto una monetina in questa sezione del forum. Trovata in una ciotola mista italiane/estere a 50 cent il pezzo, questa moneta non è stata considerata nel totale poiché troppo rovinata. Giusto per ben classificarla, volevo solo sapere se si può trattare di un falso d'epoca o di un originale haimè flagellato e torturato. Diametro identico all'originale, bordo rigato e 3,75 grammi di peso. Grazie1 punto
-
Vi aggingo una curiosità sui grossi di quest'epoca. Se guardate attentamente il grosso di Marino Morosini noterete che i volti dei tre personaggi ivi rappresentati sono abbastanza grossi e piuttosto lunghi. Se guardate lo stesso particolare in quello di Pietro Gradenigo noterete una notevole differenza di stile. I volti si fanno più piccoli e più eleganti. Questa differenza di stile arrivò per la prima volta sotto il dogado di Ranieri Zeno, che, quindi, ha i grossi di entrambi i tipi. La riforma deve essere stata fatta nei primi anni del dogado, poichè i grossi con il viso lungo sono molto più rari. Arka1 punto
-
Per gli amici Napoletani, vi posto questa medaglia in argento in vendita a 350,00. ma è davvero così rara? Grazie1 punto
-
provvedo volentieri, anzi provvederò a breve... ho una riserva nel giudicare le condizioni delle monete..qualcuno mi aiuta?1 punto
-
@@mero mixtoque imperio ... i primi tempi, cioè nei tuoi primi post (posso prenderli tutti) facevi il "galletto" hai offeso a destra e a manca e nessuno ha mai detto niente ........perchè non discutevi di NUMISMATICA, (non ci hai dato nemmeno il tempo di aspettare le uscite dei tuoi lavori) adesso, dopo che alcuni di noi se non tutti (non posso parlare per altri) quindi parlo per me, abbiamo/ho letto e studiato i tuoi scritti .... ti scriviamo e parliamo di ciò che tu hai scritto.......che fai ? Sei in difficoltà invochi l'intervento continuo dei Moderatori ecc.ecc. ma GUARDATI....a questo punto sono io che non discuto più con te, dato che è impossibile farlo.1 punto
-
It was nice to follow the discussion, I always learn a lot in good forums - but I knew the end before it started. This didramma is now offered for the second time, it wasn't sold in the autumn auction for 10.000 € for good reasons https://www.felzmann.de/auction/Antike_Griechen.aspx?rownum=5&backid=ib635381185029723143&lager=00147&los=5&ActiveID=1241〈=de 4 coins in this auction were withdrawn (although accompanied by certificates) photos below (These coins now show in coinarchives!) and some silly coins were sold (show in coinarchives, too) https://www.felzmann.de/auction/Antike_Griechen.aspx?rownum=7&backid=ib635381185029723143&lager=00147&los=7&ActiveID=1241〈=de https://www.felzmann.de/auction/Antike_Griechen.aspx?rownum=8&backid=ib635381185029723143&lager=00147&los=8&ActiveID=1241〈=de https://www.felzmann.de/auction/Antike_Griechen.aspx?rownum=14&backid=ib635381185029723143&lager=00147&los=14&ActiveID=1241〈=de I saw the whole collection before it was offered for auction. To my opinion all expensive Greek coins were forgeries (two Naxos tetras with the squatting satyr in bad style from identical dies!) Problem: Auctioneers of stamps are getting into numismatic business. They do have the back office - but absolutely no numismatic knowledge Salute Nano1 punto
-
Mostra documenti.......e se non hai ancora studiato questo lavoro http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1920b.pdf ... fallo !! e porta in discussione la prova inversa !! I privilegi possono essere anche e solo dei pezzi di carta....non sò se comprendi bene il discorso.1 punto
-
Beh, sai, gli italiani (per me i sammarinesi sono paragonabili a noi) sono assai furbi. Non aveva senso che online costasse di meno, in effetti. Noi abbiamo logicamente sfruttato questa possibilità, e loro poi hanno a loro volta l'hanno bloccata. Mi sa tanto che, dopo questa loro mossa, saranno costretti a distribuire molte più serie e monete ai commercianti, perché da loro le compreranno in pochi. Con ciò, comunque, non do ragione a loro, anche se, teoricamente parlando, ora come ora agiscono coerentemente, al contrario della non equità precedente :good:1 punto
-
Di 2€ , il 2009 ordinario non rientra tra quelle da pescare. Le nostre regole sono frutto di lavoro mensile di chi cura il file ( anche io fino a poco fa ) , e dell'utente storico Skaterghost che l'ha curato per anni. Le scelte sono state fatte perchè evidentemente di quella moneta o di un'altra ve n'erano state ritrovate tante , in diversi luoghi da poterne giustificare l'esclusione. Poi a volte si fanno degli esperimenti mensili per capire se una moneta circola tanto o poco o dove. E' questo infatti uno dei scopi principali dell'Osservatorio..1 punto
-
Io la emenderei e la inserirei tra le discussioni normali, anche per lasciare un segno "storico" delle "scoperte" del Di Rauso.1 punto
-
Rimane il fatto che San Marino applica l'IVA anche sul valore nominale della moneta (credo che non sia legale. Dovrebbero calcolare il 22% solo su 13 euro e non su 15) e se accetti il conto deposito trovi l'IVA Anche sulle spese postali, cosa che non credo sia legale. Infine, il conto deposito è sempre un conto arrotondato per eccesso, e non è sempre semplice per corrispondenza spiegare ad un addetto che i centesimi residui deve prenderli dal residuo del deposito, invece che accumulare residui su residui.1 punto
-
Infatti non è mia intenzione portare avanti mie teorie ad personam, chi legge il mio primo intervento capirà che sono arrivato ad una conclusione basandomi sul confronto inopinabile di due monete; la prima da te classificata come Lanciano (perchè senza sigle), la seconda Napoli, il risultato è che sono entrambe opera dello stesso incisore e battute nella stessa zecca. Ora, se vorrai essere così gentile e cortese da seguire il mio invito, ti chiederei a titolo di favore di evitare di scrivere attacchi e battutine personali perchè tanto non cedo alle provocazioni, ti chiederei di postare i documenti che smentiscono quanto scritto da me e che confermano che a Napoli e Lanciano si coniò con gli stessi conii. Se non vuoi postarli allora non fa niente, ti ringrazio comunque per la tua preziosa attenzione. Tutto qui.1 punto
-
Ciao @@azaad la sigla impressa sulla moneta non è una G ma un monogramma composto dalle lettere GF appartenente al maestro di zecca Giovanni Antonio Fasulo attivo a Napoli dal 1594 al 6 settembre 1611. Il carlino EGO IN FIDE del 16.. venne coniato al posto del Tarì, ritirato (e ripercosso) perchè la visita programmata non avvenne mai ... come potete osservare le sigle sono GF in monogramma. Per completezza vi mostro anche le stesse su un mezzo carlino (preso ad esempio) ed il disegno della tavola del lavoro del Prota. Queste notizie sono state riportate anche nel piccolissimo e conciso lavoro sui MAestri di Zecca, di Prova ed Incisori della monetazione Napoletana.1 punto
-
@@firefox1983 Ciao si trova in vendita on line questo libro di recente pubblicazione che parla anche della Zecca di Bari"Le monete medievali della Puglia"D'Andrea-Andreani Non si riscontra l'esistenza di monete di Bari coniate nei secoli XVI e XVII,per dovere di cronaca si parla di una emissione monetale barese avvenuta tra il secolo XIV e XV ma pare che non vi siano certezze in merito e che si tratti di una invenzione ottocentesca(forse commemorativa) --Salutoni -odjob1 punto
-
Ma ci sono anche zecche che vengono anche ora definite minori, chiamare Messerano minore è veramente una diminutio, Messerano è stato veramente molto nella nostra monetazione, e Messerano nasconde anche ora tanti segreti e tante domande a cui probabilmente non daremo forse risposta. Messerano anche lei segue la tendenza, conia il grande modulo, con Francesco Filiberto Fieschi ( 1584 - 1629 ), conia un tallero di 26, 45 gr. con un splendido ritratto tra l'altro. Leggevo prima e ho risposto in un'altra discussione in corso, la numismatica non ha certezze, non si è mai sicuri, da Messerano vengono tante riprove . Nelle giornate di Messerano abbiamo avuto la fortuna di vedere, sentire, visionare, c'erano tanti esperti anche del forum, una delle cose che mi lasciò sbalordito fu quella di vedere esposti dove furono trovati, cioè nel Castello Ferrero- Fieschi, con il Conte tra l'altro presente dei conii autentici, non di imitazione della zecca di Milano. Furono trovati in lavori di riordino negli scantinati del Castello, cosa ci facevano, eppure c'erano, manovre fraudolente, coniatori mercenari, a Messerano si coniavano monete di Milano ? Difficile a dirsi le ipotesi possono essere più di una, ma questo dimostra che la numismatica non finisce mai di stupirci, nulla deve essere dato per scontato.....e poi.....e poi....torniamo come qui a fare divulgazione per le nuove leve, divulgazione serena, gli utenti non ne possono più di questi toni alti, di queste sfide tra autori, il bene del forum è un confronto calmo, un commento sereno e se poi ci scappa anche qualche chicca meglio ancora, ma lamoneta oggi con la chiusura di GDN ha una responsabilità importante, enorme, quella di divulgare a tutti, nei modi giusti, non siamo la RIN ma un grande circolo virtuale per serene discussioni divulgative..... Da Asta NAC 32, lotto 47, 23 -1 - 2006, tallero di Francesco Filiberto Fieschi ( 1584 - 1629 ), zecca Messerano1 punto
-
Ciao @firefox83, Ti allego questo link che potrebbe interessarti: http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Japigia/1946/Articoli/fascicolo%201/La%20Zecca%20di%20Bari1946.pdf Saluti Eliodoro1 punto
-
Credo sia importante ragionare su immagini il meglio definite possibili Addirittura si dovrebbero esaminare attentamente a binoculare gli esemplari in questione Una buona osservazione e' presupposto per una corretta analisi scientifica e mette maggiormente al riparo dal formulare ipotesi a casaccio non suffragate da basi empiriche1 punto
-
Dimenticavo grazie fofo anche delle spiegazioni sulla lavorazione delle monete fiorentine, le monete di grande modulo in Europa non sono ovviamente solo i talleri, quello che ho postato è solo un piccolo esempio, ma quanto si potrebbe dire sui talleri....,ma anche qui parlando a livello Europa le porte sono tante che potrebbero aprirsi...., di certo giocarono un ruolo importante oltre ai reales e ai talleri, anche i rix - dollars ed i leeuwendaalders olandesi coniati in Olanda dal 1575.....e le monete olandesi ebbero la loro bell'importanza nel Nord Europa....., anche qui tanto si potrebbe dire ancora..... Ultima annotazione abbiamo visto che tutti ricorsero a grandi moduli nel periodo, chi prima, chi poi...., abbiamo visto qualche esempio di stati Italiani, anche il Papato non si tirò indietro, parlavamo anche di Savoia e aspettavo.....almeno però al momento di savoiardi ne ho visti solo due, però a colazione stamattina col tè..... :blum: :blum:, scherziamo anche un po' ovviamente.....1 punto
-
@@Antonello(65) Ciao Antonello : tra qualche giorno potrò dirti qualcosa sui due gettoni svedesi. saluti.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Il vero archeologo è quello che sa immaginare antichi scenari. Beh ... ce ne suggerisci uno possibile, ..... garzoni che spalano il fango lasciato dalle acque limacciose dell'alluvione, che lo frugano per recuperare gli attrezzi e i materiali della zecca, ... sovrastanti che li incalzano a lavorare aggirandosi rabbiosi nell'ampia stanza spostando qua e la le cose bagnate e sporche. E c'è chi li incalza a riprendere il lavoro .... "stronzi, vengono qui sui loro cavalli, coi loro vestiti puliti, a farci fretta e non vedono che casino c'è qua, ... tutto bagnato tutto infangato, ...guardate i martelli, le pinze, i coni, sono già mezzi ruggini, ...". Tutti a pulire, lavare, asciugare, ... occorre riprendere al più presto il lavoro. Chissà che le monete bollose non siano testimoni di uno scenario simile.1 punto
-
Sai qual'è il problema? Di questa cosa ce ne stiamo accorgendo troppo tardi. Pretendiamo di contare qualcosa singolarmente presi invece di cercare di far blocco unico seriamente a livello europeo; pretendiamo di contare massacrando di tagli le forze armate (scordatevi tutte le palle sull'altezza eccessiva delle spese militari italiane che scrivono ogni tanto i giornali), che anzi per qualcuno dovrebbero essere proprio abolite; pretendiamo di contare ma pensiamo quasi solo alle cose interne fregandocene di quanto avviene fuori se non in casi clamorosi come questi. Insomma, vogliamo la classica "botte piena e moglie ubriaca": finchè la mentalità rimarrà questa non stupitevi se poi le cose vanno come stanno andando adesso.1 punto
-
Per aiutare villa66 a capire questo messaggio, "affari di famiglia" è la trasmissione televisiva "pawn stars"1 punto
-
Le foto non rendono bene la condizione Taglio: 50 centesimi Nazione: Paesi Bassi Anno: 2014 Tiratura: 5.000.000 Condizioni: SPL Città: Lecce Taglio: 1 euro Nazione: San Marino Anno: 2013 Tiratura: 456.205 Condizioni: SPL Città: Lecce Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 899.800 Condizioni: SPL Città: Lecce trovate tutte lo stesso giorno1 punto
-
Buonasera a tutti, non so se in precedenza sono stati già postati i bozzetti delle due commemorative greche, ma sperando di fare cosa gradita a chi non li avesse ancora visti, eccole1 punto
-
Buongiorno Amici del forum!!! Ebbene si! Questa notte sono riuscito a completare il monetiere "borbonico"!!! Le misure sono 32,5 x 32,5 h 23cm Il costo complessivo si aggira sui 75 € (a cui va aggiunto il costo della stoffa per rivestire i cassetti...)1 punto
-
Il valore economico o la rarità passano in secondo piano se ci si limita ad osservare la moneta in se, i soggetti e il lavoro degli incisori, quando poi ha su decenni di patina.... :hi:1 punto
-
Esatto!! La priorità deve sempre andare verso coloro che sono alle prime armi!!! speriamo leggano numerosi..(Lanz compreso ..) ciao skuby1 punto
-
Ecco un altro magnifico esemplare, venduto per 368 euro (19 offerte) il 17 febbraio 2013 dal famoso pataccaro ebay "aitnacoins". Qui la definizione della foto è talmente buona da poter apprezzare il piercing sul naso della ninfa. Forse sarà stato questo dettaglio a spingere il venditore a definire la moneta come una variante di quelle catalogate dal Calciati? Osservando l'esemplare Lanz, manca un globetto sul rovescio. Forse è stato ritoccato per rendere la moneta meglio vendibile? Infatti i bronzetti catalogati come hexas dal Calciati I, 295, 12, pesano in media 8-9 grammi, mentre l'esemplare Lanz pesa solo 4,76g. In effetti Calciati descrive una onkia del peso di 4,3g (I, 296, 14) con al rovescio un solo globetto sotto la pancia del cane, ma la testa di ninfa al dritto dovrebbe essere differente, con i capelli in korymbos, e non raccolti dal nastro (taenia). In definitiva questa patacca, più che una replica moderna, è una moneta di fantasia. Una ultima notazione. Sono molto colpito dallo spirito di inventiva di alcune case d'asta. Guardando il dritto, nel campo a destra, dietro il collo della ninfa, il falsario che ha creato i conii, deve aver frainteso il tipo originale, scambiando la ciocca di capelli che sfugge dalla taenia sulla nuca della ninfa (descritta da Calciati), con quello strano ghirigori un po' barocco. I venditori, molto prontamente, hanno interpretato la cosa come "simbolo" (aitnacoins), o addirittura come "ornamentierter Zweig", ramoscello ornamentale (Lanz). O.T. Non riesco più ad accedere al forum col mio solito account TARAS (tutto maiuscole). Il sistema non riconosce più la mia password, e non riesco a cambiarla. Ho provato a collegarmi direttamente col mio account gmail ed è spuntato automaticamente questo nuovo profilo Taras (solo iniziale maiuscola), che risulta creato lo stesso giorno dell'altro account, ma ha zero messaggi postati e niente avatar... ??? Se qualche admin del forum fosse così gentile da mandare sulla email collegata a questo account (gmail) le credenziali per accedere al mio vecchio account TARAS, gli sarei molto grato. Altrimenti continuerò a usare questo nuovo account.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?
