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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/11/14 in Risposte

  1. Lanciano in epoca vicereale? No, grazie! Le prove inconfutabili che confermano la coniazione nella zecca di Napoli di monete senza sigle Di Francesco Di Rauso Accolgo con simpatia ed amicizia l'invito fattomi da Simonluca Perfetto via e-mail alcune settimane fa dove mi si chiedeva con toni amichevoli di smentire per mezzo di prove inconfutabili le sue ricerche su Lanciano. Qui di seguito una brevissima anticipazione (con RELATIVE PROVE FOTOGRAFICHE INCONFUTABILI) inerente l'errata attribuzione/classificazione di monete napoletane alla zecca di Lanciano in epoca vicereale. L'articolo completo farà luce sulla questione delle monete napoletane non siglate e verrà corredato da numerose prove fotografiche basate sulla comparazione dei dritti e dei rovesci e sul loro relativo accoppiamento, il tutto smentirà con dati di fatto e cognizione di causa l'errata classificazione lancianese. …..................... Nel nuovo testo di Simonluca Perfetto intitolato “Lanciano demaniale in fiera, 1212-1640” l'autore attribuisce alla zecca di Lanciano tutte quelle monete napoletane senza le sigle dei mastri di zecca e di prova, tra le tante tipologie da lui classificate troviamo anche il famoso e rarissimo tarì di Filippo III di Spagna con al rovescio i due ritratti affrontati dei reali su cornucopie (Pannuti Riccio 9, e 9a, Perfetto 2014 39). Nel corso della mia ricerca ho acquisito l'immagine ad alta risoluzione (Caserta, collezione privata) del tarì sub judice IN VERSIONE NON SIGLATA. Lo stesso, confrontato con il tarì con sigle GF venduto nell'asta Varesi Utriusque Siciliae del maggio del 2000 (lotto 316, vedi immagine) dimostra che entrambe le monete vennero coniate nella zecca di Napoli perchè hanno in comune lo stesso conio del rovescio (vedi stessa ribattitura del punzone della cornucopia sinistra e stessa ubicazione dei caratteri e delle figure) nonostante abbiano due differenti conii del dritto, nella moneta per l'appunto uno con sigle del mastro di zecca, ed uno senza sigle. …............... …............. Chiedo quindi ufficialmente e pubblicamente, senza alcuna vena polemica, al nostro amico Perfetto come sia possibile che due monete della stessa tipologia vennero battute con lo stesso conio del rovescio ma in due differenti officine monetarie distanti oltre 200 km l'una dall'altra. Rammento a tutti che P. classifica come Lanciano e non Napoli tutte le monete non siglate coniate fino al 1640. Le immagini della moneta qui presentata in esclusiva per il forum Lamoneta è della più grande rarità ed è nota in pochi esemplari, l'esemplare venduto da Varesi nel 2000 venne classificato Unico (?), anche se in verità se ne conosce un altro esemplare. In conclusione: P. attribuisce la moneta senza sigle a Lanciano (a suo dire questa qui riportata in esclusiva nelle immagini, Perfetto 39, MIR 204) e quella con sigle a Napoli (Varesi 2000, lotto 316), entrambe coniate con l'utilizzo dello stesso conio del rovescio ….......... non credo che a quei tempi, dopo aver battuto a Napoli esemplari con sigle, qualcuno abbia portato un attimo il rovescio a 200 km per battere altri tarì ….......... auguro una buona visione delle immagini a tutti e …....... buon prosieguo! @@Alberto Varesi @@iachille @@fedafa @@mero mixtoque imperio @@Reficul @@incuso @@Liutprand @eccetera, eccetera, eccetera, eccetera ..............
    9 punti
  2. Altro nonminale della zecca di Napoli carico di simbologia e fascino, con questa zecca la maestria incisoria riuscì a esprimersi al meglio, esaltando i regnanti Spagnoli, e arricchendo di tipologie e messaggi la monetazione coeva. Filippo III di Spagna (1598-1621). Mezzo scudo 1617. Mezzo scudo 1617. AR 16,53 g. – ø 33,0. PHILIPP : III : D : G : REX:HIS Busto radiato, drappeggiato e corazzato, a d., con colletto alla spagnola; dietro, IC / C e sotto, nel giro, simbolo non identificato (pesce ™ ) 1617. Rv. + Q – VOD + V – IS + Aquila coronata, ad ali spiegate e volta a s., stringe nell’artiglio sinistro un ramo d’olivo e in quella d. un fulmine. CNI varietà non descritta. Pannuti Riccio 3a. Pellicer I Brù 675. Nel 1617 la Repubblica di Venezia era venuta in guerra con la Spagna. Il Vicerè di Napoli, Don Pedro Giron duca di Ossuna, acerrimo nemico dei veneti, stanco delle difficoltà e delle lungaggini delle trattative di pace, di cui non si vedeva la fine, fece coniare il 17 luglio di quell’anno questo rarissimo scudo ed il mezzo scudo offerto qui di seguito. La leggenda del rovescio con il ramo di olivo ed il fulmine negli artigli dell’aquila sono una chiara allusione alla scelta che si offriva alla Serenissima.
    3 punti
  3. Innanzi tutto un augurio per la nuova avventura del direttore e spero di tutta la redazione del GdN, forse sarò un po nostalgico, ma oggi mi è arrivato il penultimo numero è devo dire che mi sono molto dispiaciuto al pensiero che ancora una copia e poi basta, più nulla dal postino............... Io non mi abbonero se mai ci fosse l'occasione al formato digitale, perche è vero che la tua copia arriverebbe subito ed è anche vero che le spese per loro diminuirebbero, ma non amo la lettura dal digitale, preferisco una copia cartacea che posso sfogliare quando voglio senza dover accendere il PC. Chiamatela nostalgia da carta stampata ma per me è così.............................................
    3 punti
  4. Continuando con Napoli e passando a Filippo III non potevo non far rivivere uno dei miei nominali preferiti. Filippo III (1598-1621), Carlino,Napoli, AR, (g 2,90, mm 23, h 7). PHILIPP III D G REX ARA VT, Rv. EGO IN FIDE
    3 punti
  5. In casa mia ho un monetiere apposito per ottenere tale patina.
    3 punti
  6. Scusate se ripeto cose già dette e ridette, ma a me sembrano così logiche che non capisco proprio perchè ci si debba prendere a cornate. Vi prego di guardare con attenzione il post 721. Vi sono illustrati 3 esemplari provenienti quasi sicuramente dalla stessa coppia di conii. Il primo proviene dal ripostiglio di Ilanz (Bernareggi 23) e si presenta freschissimo senza traccia di bolle. Gli altri due sono il Gadoury 2011 lotto 49 e il CNG da cui siamo partiti. Questi due presentano bolle molto evidenti, molte delle quali identiche. Mi sembra quindi ragionevolmente corretto supporre che: 1. il fenomeno che ha determinato le bolle sia sorto dopo la preparazione e l'inizio dell'utilizzo della coppia di conii 2. le bolle siano siano legate al conio e non alla natura della lamina. Quindi, in qualche modo, i conii si sono alterati nel corso della loro vita. Perchè? Boh! Io credo che non sia possibile stabilire se la colpa sia da attribuire in modo univoco alla ruggine, alla natura metallica del conio, o ad altri fenomeni di natura chimico-fisica. Probabilmente sarà stato un insieme di cause. Visto che nelle emissioni precedenti (tremissi con san Michele) la presenza delle bolle è molto rara (riprenderò l'argomento in un prossimo post) io propenderei per un generale peggioramento delle competenze metallurgiche degli operai che ha portato alla produzione di conii di scarsa qualità che si alteravano molto velocemente.
    2 punti
  7. Non è obbligatorio che l'uno convinca l'altro. Ognuno può proporre idee e teorie argomentandole con prove che ritiene "irrefutabili". Ciascuno poi rifletterà e si farà la sua idea sulla vexata quaestio ma senza pretendere di convincere l'altro o gli altri. Credo di averlo letto in un manualetto di...democrazia.
    2 punti
  8. Ragazzi, calmiamoci tutti, vi prego. Credo che fra persone civili si possa confrontarsi e al limite anche discutere (pure animatamente!), portando avanti le proprie idee, ma nel rispetto di quelle altrui, anche nei momenti in cui ci sembrano astruse o fuori luogo (se accade). :) Vorrei riprendere, se posso il discorso, più che sulla cattiva custodia, su eventuali difetti dovuti alla cattiva (magari frettolosa, aggiungo?) preparazione dei coni, proposto fra gli altri da Chievolan, Numizmo ("un tondello tagliato da lastre mal fuse?", il sottoscritto ed altri. Secondo me, potrebbe essere interessante appunto verificare la possibilità di lastre metalliche non perfette utlizzate per la preparazione dei coni. Non avendo la possibilità di pubblicare foto di coni, tanto per spiegare il mio modesto ragionamento, vorrei inserire delle immagini di piastre di fine 1500/prima metà del 1600 le quali presentano evidenti screpolature dovute a cattiva preparazione delle lamine metalliche dalle quali sono stati successivamente ricavati i tondelli. So benissimo che da una parte si parla di coni eventualmente preparati con lamine non perfette e dall'altra di monete; so anche che da una parte si parla di ferro acciaioso (giusto?) e dall'altra di argento. So infine che stiamo parlando di epoche differenti. Le foto delle monete servono a spiegare, sperando di riuscirci, il mio umile pensiero ed il fenomeno delle lamine difettate. Mi perdonerete, spero, l'ardito ragionamento! Riepilogando, mi chiedo e vi chiedo: è possibile in casi limite che si possano essere verificati fenomeni di cattiva fusione anche nella preparazione dei coni? Torno a leggervi con piacere, sperando che le polemiche siano alle spalle. Tanto non servono alla discussione. Facciamo tutti i bravi, ok? Grazie. ;)
    2 punti
  9. 2 punti
  10. Stilisticamente i due conii del dritto sono molto simili, ergo sembrerebbe che siano stati incisi dalla stessa mano...sigla o non sigla... E se questa mano, come pare, operò a Napoli, direi che grandi dubbi su dove questa moneta sia stata coniata non ce ne sono.... a meno che non sia accertato in letteratura che in quel periodo era solito tra le zecca scambiarsi i conii o gli incisori.
    2 punti
  11. Penso che l'intervento di Azaad sia il prototipo dell'intervento "perfetto", cioè si usano termini chiari per spiegare le circostanze. Anche l'intervento iniziale di Francesco penso vada in questa direzione, cioè portare dei dati sui quali discutere e che volendo possono essere smentiti da altri dati (se esistono). Non capisco perché quando due tesi contrapposte di affrontano, debba per forza finire "in caciara"? Spero che la discussione prosegua su binari di correttezza reciproca, per evitare che venga chiuso di ufficio e ciò sarebbe oltremodo spiacevole.
    2 punti
  12. Qualcuno raggiunge delle conclusioni, qualche altro fa notare, con tanto di monete ,che quelle conclusioni andrebbero almeno riviste, difficile discutere, meglio mantenere il proprio punto, sempre in attesa di documenti che non esistono Beati voi qui alla spiaggia di Miseno c'è un caldo.....
    2 punti
  13. Come conciliare l'evidente contraddizione esistente, nell'ambito della zecca leccese, tra produzione di armellini stilisticamente superiori agli omologhi napoletani (V.recenti discussioni sul forum) e un unico coronato definito (da chi lo ha visualizzato) di stile più'rozzo ? Il razionale per l'esistenza degli armellini almeno coinciderebbe nel desiderio da parte di re Ferrante di tenersi buoni i riottosi baroni leccesi che un attimo prima avevano parteggiato per il potente signore filoangioino di Lecce : Giovanni Antonio Del Balzo-Orsini e che un attimo dopo si ritrovavano cavalieri dell'ordine dell 'ermellino
    2 punti
  14. Il secondo è di una estrema rarità, ne sono conosciuti meno di dieci compresi quelli presenti in raccolte pubbliche, è un tallero del 1588, Aosta o Vercelli, gr. 27, 59 di Emanuele Filiberto " Testa di Ferro", duca di Savoia, moneta coniata sul tipo di quella di Alberto di Brandeburgo, qui siamo in uno dei più prestigiosi e fondamentali esempi dei primi grandi moduli dei Savoia , quindi anche i Savoia si adattano presto al grande modulo..... Da Asta NAC 32, lotto 134, del 23 - 1 - 2006 P.S. Però sarebbe bello e giusto che si avvertisse qualche esponente di queste monetazioni e che le commentasse anche in modo più erudito, io faccio quello che può fare un milanese, tra l'altro mezzo spagnolo e questo può anche aiutare...., ma questo non vale solo per i savoiardi, vale per le papali, genovesi, veneziane, mantovane, germaniche, olandesi e chissà quante altre che dimentico anche di zecche minori, ma neanche tanto, penso per esempio a Messerano tanto per dire un altro nome.....
    2 punti
  15. una delle piu belle dicussioni se non la migliore degli ultimi anni questo è ilForum <La Moneta > chiederei a mario di pubblicarlo come altri lavori da lui fatti giamba
    2 punti
  16. buondì, metto due foto delle monete Toscane di Firenze. solo io non le tutte fotografate le monete e ho solo il diritto ... e non le tengo in casa :unsure: sono la prima : Piastra di Ferdinando dei medici del 1604 r3 granduca di Toscana del peso di 31 grammi circa, la moneta al rovescio presenta il battesimo nel fiume Giordano da parte di S.Giovanni Battista con Gesù, sopra di loro la colomba dello spirito santo e sono entrambi i santi genuflessi, moneta molto rara e affascinante. la seconda: in conservazione eccezionale, mai vista per ora passare su un asta in questa conservazione, Piastra Cosimo III dei medici anno 1677 moneta non comune al dritto il granduca, al rovescio sempre i due santi e la colomba sul fiume. del peso di 31 grammi circa sono le più grandi monete Fiorentine coniate, le monete del 500 di Cosimo il vecchio e di Francesco venivano coniate tramite la forza dell'acqua che spingeva il torchio che imprimeva i tondelli, sul fiume Arno che attraversa appunto Firenze e sfocia a Pisa..
    2 punti
  17. Ciao, secondo me dipende molto da Nazione a Nazione.. Esempio il Vaticano dal 2010 mette in circolazione tra 1.500.000 e 2.000.000 monete da 50 centesimi, ma nonostante la bassa tiratura non si possono considerare rare per noi italiani (ogni tanto capita di trovarle). Per l'Italia (parlo di circolato) esistono delle monete difficili da trovare, ma non le definirei rare. In linea di massima secondo me sotto i 2.000.000 di pezzi coniati le monete diventano particolarmente difficili da trovare.. poi ognuno ha un proprio concetto di rarità.. Intanto ti allego un bell'articolo con delle statistiche http://numismatica.lamoneta.it/collezionismo-numismatico/5-anni-di-osservatorio-rarita-euro e poi ti consiglio di guardare il file (molto ben fatto) dell' osservatorio rarità per farti un'idea http://www.lamoneta.it/topic/35865-osservatorio-rarita/
    2 punti
  18. Per inquadrare meglio gli avvenimenti di quegli anni aggiungo qualche notizia: nel 1187 il "feroce" Saladino, dopo una guerra durata dieci anni, aveva sconfitto Guido di Lusignano occupando San Giovanni d'Acri. Il papa Clemente III predicava la crociata per liberare Gerusalemme e portare aiuto ai cristiani assediati. La grande spedizione cristiana prese il via con l'armata navale di Guglielmo di Sicilia, successivamente salparono le galee di Pisa e quelle di Venezia. L'imperatore Federico, con un esercito di 90.000 uomini, si avviò verso l'Oriente da Ratisbona, seguendo la via del Danubio. Anche Genova allestì una flotta del 1189 e contemporaneamente inviò ambasciatori al re di Francia, FIlippo Augusto, e al re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, per trattare il noleggio di altre flotte a quei sovrani. Riccardo, in un primo tempo non accettò le proposte degli armatori liguri mentre Filippo augusto firmò un accordo per cui i genovesi "si impegnavano a trasportare in Terra Santa il re di Francia, con tutto il suo esercito composto da 650 cavalieri, 1300 scudieri e 1300 cavalli, a forire vitto agli uomini e ai cavalli per 8 mesi, il vino per 4 mesi, al prezzo totale di 5850 marche d'argento, che erano circa 9 marche per ogni cavaliere con 2 scudieri e 2 cavalli". Il re si impegnava a far rientrare i genovesi in possesso di tutte le proprietà che avevano perduto per le conquiste del Saladino. C'è da dire che questo accordo fu molto vantaggioso per la Repubblica di Genova, è stato calcolato che, a conti fatti Genova incassò per il trasporto e il vitto di ogni crociato 468 lire, contro le 100 delle quali si sarebbero accontentati i veneziani ...ma successivamente ...per condurre oltremare i partecipanti alla quarta crociata. C'è un altra notizia importante da ricordare, cioè che Filippo Augusto, non disponendo della intera somma necessaria al pagamento, trovò a Genova chi gliene anticipò una parte, iniziando proprio allora, come ha osservato Vito Vitale, "quella forma di attività finanziaria, i prestiti ai sovrani stranieri, che finirà con il superare più tardi la stessa attività commerciale". Tornando a Riccardo Cuor di Leone, imbarcatosi con il suo esercito a Marsiglia, sostò a Genova nell'agosto del 1190 e contrattò gli accordi sul tipo di quelli sopra descritti con il sovrano francese e, fra gli altri, l'uso dello Stemma di San Giorgio come scritto nel post precedente. Ecco quello che ho trovato sui fatti di quegli anni ...credo alquanto significativo per tutta la storia successiva.
    2 punti
  19. Salve a tutti. Inizio questa discussione per parlare della cosiddetta "patina ghiacciata", ovvero quella patina chiara e fredda (a volte quasi bianca) che troviamo su alcune monete (poche in realtà). Qualcuno sa quale reazione chimica avvenga in superficie e cosa sia quel "bianco"? Non tanto per riprodurla quanto per conoscerla e saperla conservare al meglio. Posto la foto di una mio scudo ( la prima immagine) che presenta una piccola porzione di questa patina in basso e di un testone (non mio, ma in vendita sul noto sito) che è completamente "ghiacciato". E' come se questa tonalità sia un lustro di conio elevato alla decima. Sbizzarriamoci e postiamo foto di monete ghiacciate!
    1 punto
  20. uno francese del 1921 di 10c in alluminio 25 mm di una camera di commercio della regione provenzale. Gli altri due sono svedesi uno di Goteborg 20 mm. l'altro di Stoccolma 22mm.non so il loro uso.
    1 punto
  21. Taglio: 2c Nazione: San Marino Anno: 2004 Tiratura: 1.395.000 Condizioni: BB Città: Palermo Note: II in poco tempo ...
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  22. Beh, sai, gli italiani (per me i sammarinesi sono paragonabili a noi) sono assai furbi. Non aveva senso che online costasse di meno, in effetti. Noi abbiamo logicamente sfruttato questa possibilità, e loro poi hanno a loro volta l'hanno bloccata. Mi sa tanto che, dopo questa loro mossa, saranno costretti a distribuire molte più serie e monete ai commercianti, perché da loro le compreranno in pochi. Con ciò, comunque, non do ragione a loro, anche se, teoricamente parlando, ora come ora agiscono coerentemente, al contrario della non equità precedente :good:
    1 punto
  23. La moneta ultima postata, "ducatone" di Milano, sembrq in buona conservazione, hanno lo stesso peso delle piastre medicee 31/32 grammi e sono anvora meno rifinite, sono tosate e non perfettamente tonde, a paragone rembrano proprio i dobloni Spagnoli, tosati per peso e poco perfette. Da notare il collare spagnolo di Filippo III, molto bello e affascinante. Ho del 1610 Putroppo non qui ma al sicuro la piastra di cosimo II dei.medici opera del Gaspare Mola r5/r6 In bella conservazione. Essa presenta il granduca con il collare Spagnolo al doritto e al rovescio i santi sul Giorgano. Ho anvhe.qurlle di Ferdinando II dei medici sempre.con il collare.Spagnolo. Il collare Spagnolo andava di.moda anche a.Firenze nel 600 A Milano Filippo III era sicuramente Spagnolo, ma glia altri no, se.non ricordo male.anche a Parma era raffigurato così. Domani appena.posso posto le foto di qualche.asta che rappresenti le monete descritte..
    1 punto
  24. Ok, rientriamo nei ranghi, ho ripulito la discussione dagli interventi O.T. e chiedo scusa se ho alzato un polverone con questa discussione ma la pubblicazione di queste due monete e il relativo confronto è una cosa a mio avviso di fondamentale importanza e che fa luce sulla diatriba che va avanti da mesi. Non c'è alcun problema di natura personale con l'autore che stimo molto dal punto di vista della ricerca ma almeno mi si consenta di dissentire dalle sue teorie e, laddove è possibile, giustificare e documentare con foto alla mano le mie perplessità. Grazie a tutti per l'attenzione. @@incuso
    1 punto
  25. ma scusa (senza polemica ovviamente) perchè allora il periodo di promozione sulle spedizioni valeva solo per i clienti on line e non per gli abbonati? In fin dei conti il servizio era esattamente uguale cambiando solo lo status dell'ordinante, cosa che non giustificava affatto un sovrapprezzo su una "spesa viva" per giunta caricato all'affezionato cliente. Poi secondo me a far capire l'arbitrarietà dei costi di spedizione è proprio il caso Germania: se tu ordini sul loro sito e chiedi la spedizione in Italia sai che dovrai aggiungere 20,98 €, che appunto sono un'enormità viste le spese del limitrofo Belgio...quindi secondo me la cosa è molto semplice, han visto il netto calo degli abbonati e, coincidenza, han aumentato i prezzi di spedizione...coincidenza ovviamente :rofl:
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  26. ... Io non vedo nessuna "varietà". Vedo soltanto la gamba del numero 9 interessata dalla sovrapposizione di una piccola scoria di metallo. :rolleyes:
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  27. Infatti non è mia intenzione portare avanti mie teorie ad personam, chi legge il mio primo intervento capirà che sono arrivato ad una conclusione basandomi sul confronto inopinabile di due monete; la prima da te classificata come Lanciano (perchè senza sigle), la seconda Napoli, il risultato è che sono entrambe opera dello stesso incisore e battute nella stessa zecca. Ora, se vorrai essere così gentile e cortese da seguire il mio invito, ti chiederei a titolo di favore di evitare di scrivere attacchi e battutine personali perchè tanto non cedo alle provocazioni, ti chiederei di postare i documenti che smentiscono quanto scritto da me e che confermano che a Napoli e Lanciano si coniò con gli stessi conii. Se non vuoi postarli allora non fa niente, ti ringrazio comunque per la tua preziosa attenzione. Tutto qui.
    1 punto
  28. Ciao @@azaad la sigla impressa sulla moneta non è una G ma un monogramma composto dalle lettere GF appartenente al maestro di zecca Giovanni Antonio Fasulo attivo a Napoli dal 1594 al 6 settembre 1611. Il carlino EGO IN FIDE del 16.. venne coniato al posto del Tarì, ritirato (e ripercosso) perchè la visita programmata non avvenne mai ... come potete osservare le sigle sono GF in monogramma. Per completezza vi mostro anche le stesse su un mezzo carlino (preso ad esempio) ed il disegno della tavola del lavoro del Prota. Queste notizie sono state riportate anche nel piccolissimo e conciso lavoro sui MAestri di Zecca, di Prova ed Incisori della monetazione Napoletana.
    1 punto
  29. Trovato il consorte di Elisabetta Querini: il doge Silvestro Valier. La scritta sul diritto è SILVES(TER) VALERIO DVX VENET(IARVM) & (CETERA). Il rovescio è liscio. apollonia
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  30. Aggiungo un appunto dal punto di vista scientifico (sono un fisico sperimentale, quindi permettetemelo :P ). quanto mostrato dal buon Di Rauso non può essere scientificamente considerata una "prova inoppugnabile". La presenza dei due coni al rovescio identici è condizione necessaria ma non è condizione sufficiente affinché le monete siano state coniate nella stessa zecca. Nulla vieta che per qualsivoglia motivo uno dei coni sia stato portato da una parte all'altra, per quanto possa essere considerato (o meno) improbabile. Sarebbe invece prova necessaria e sufficiente se oltre agli stessi coni si trovasse un'ordinanza in cui si vieta tassativamente il trasporto dei coni da una zecca all'altra. (In tal caso le zecche devono coincidere per forza) Quanto mostrato è invece un indizio, sicuramente importante, a sostegno della coniazione alla zecca di Napoli della moneta di cui discusso. Spero che nessuno se la prenda per questo post, che vuole solo motivare ad un uso più corretto dei termini ;).
    1 punto
  31. Ciao @firefox83, Ti allego questo link che potrebbe interessarti: http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Japigia/1946/Articoli/fascicolo%201/La%20Zecca%20di%20Bari1946.pdf Saluti Eliodoro
    1 punto
  32. Taglio: 2€ (3 monete) Nazione: Italia Anno: 2009 Tiratura: 1.953.900 Condizioni: SPL+ la prima, FDC le altre Città: Piea
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  33. Bravo e complimenti Matteo, hai colmato una lacuna andando a parlare di queste monete olandesi col leoncino che ebbero la loro bella influenza, sei un giovane da quel che vedo e so....eppure hai analizzato un ulteriore aspetto mancante, buona volontà, passione e ovviamente un attimo di tempo....ma qualche volta si può anche fare se sei poi un appassionato divulgatore.....
    1 punto
  34. Diffusione internazionale ebbero anche i "Silver Rider" olandesi, meglio conosciuti come Ducaton. I primi Ducatoni, mi pare di aver capito, furono coniati proprio in Italia da diversi Stati. Dopodichè si diffusero in altri Paesi Nordeuropei per poi concretizzare il successo olandese nei commerci. I Ducaton olandesi furono coniati proprio per competere con gli 8 Reales spagnoli, ma non so se la loro coniazione sia da imputare direttamente all'argento delle americhe visto che stiamo parlando della seconda metà dell'600. http://en.wikipedia.org/wiki/Ducaton Una foto di esempio: Purtroppo non so aggiungere nulla sulle monete italiane, ma confido in altri utenti più preparati. Anche perchè l'Italia, dopo la scoperta delle Americhe, vede cambiare il proprio ruolo a causa dello spostamento dei principali flussi commerciali dal Mediterraneo all'Oceano; e sarebbe interessante evidenziare i tentativi di rimanere competitiva nei traffici anche attraverso la coniazione di nuovi moduli.
    1 punto
  35. sembra un follis della tetrarchia ridotto ad arte e modifocato nella legenda al D/ quindi manca l'esergo e la parte alle ore 7 e 8 con le lettere I O....... modificato e rifatto completamente nella parte destra del D/ e nella legenda
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  36. Scrive Andreas: "l'Olona nella zona di Castelseprio ha subito oltre 200 alluvioni negli ultimi tre secoli, ad esempio, e non abbiamo la più pallida idea di dove fosse la zecca". Ora Venezia a parte, dove l'acqua c'è e si vede, chiedo a voi una cosa: per le operazioni di fusione e battitura dei metalli da coniare, servivano per esempio forni e magli? Se sì, essi potevano funzionare grazie alla forza motrice dell'acqua? Allora, forse qualche zecca, come ad esempio Seprio, poteva essere effettivamente posta vicino ad un corso d'acqua dal quale si traevano le derivazioni idriche necessarie? Corsi d'acqua che non erano regimentati come oggi, quindi soggetti a periodiche e catastrofiche alluvioni.
    1 punto
  37. E perché di grazia? Ipse dixit? A proposito, salutami Yves; ha appena scritto un articolo molto interessante , proprio sugli stellati di Ilanz :), ma non parlava di ruggine. Venendo a noi, vediamo di procedere con ordine: 1 - innanzitutto le monete con bolle, comprese le 'longobarde' non sono di per sé false. Mi pare che questo ormai sia appurato. In realtà lo era già più o meno 800 post fa, ma qualcuno ha avuto bisogno di un po' di tempo per convincersi, ma è normale 2 - come appena ricordato da Alberto Varesi, Giollo ha illustrato un pezzo che dimostra come il problema delle bolle riguardi i coni e non la superfice dei tondelli; anche questo risale a c. 150 post fa, ma credo che non tutti siano ancora convinti, ma basta aspettare con pazienza, credo. Per me comunque si può dare per assodato. A questo punto rimane la domanda che sembra il vero oggetto del contendere: ruggine o non ruggine? Chissa perché poi (io temo solo perché l'argomento della ruggine è stato usato fin dall'inizio dal malcapitato Arka per sostenere la bontà del pezzo CNG; avesse detto qualunque altra cosa, che so - piccole talpe crisofage che fanno emergere la loro pupù dalle gallerie :nea: - si sarabbe trovato comunque assediato...in quest'ultimo caso con qualche ragione in più, però, lo ammetto). Si può rispondere a questa domanda? Col buon senso, sì, a mio avviso, ma il buon senso è inerme contro chi non ascolta, per cui servono i documenti. E questi per l'epoca longabarda di sicuro non ci sono, quindi siamo da capo a pari. Però c'è un'altra via, quasi sempre la più percorsa nelle ricerche umanistiche: quella dei confronti. Se un qualcosa che si è manifestato in un ambito poco conosciuto trova precisi confronti in un altro ambito meglio conosciuto, normalmente le informazioni relative a quest'ultimo possono essere trasferite, almeno come ipotesi di lavoro, anche al primo, per semplice logica. Detto questo, quali sono i confronti più precisi che abbiamo visto, per forma, dimensione e disposizione delle bolle? Certamente quelli con le monete veneziane. Per curiosità ho controllato in Coinarchives (academic version), ed in effetti ho notato che mentre su c. 500 fiorini non c'era nessun esemplare con queste caratteristiche, su c. 500 ducati e zecchini veneziani gli esemplari con bolle erano almeno una quindicina, ai quali però si aggiugevano un numero ancora superiore (mi sono dimenticato di contarli) di monete i cui coni erano stati pesantemente graffiati con spazzole, evidentemente per eliminare qualche imperfezione Il rapporto fra le due zecche di importanza e dimensioni simili (VE, FI) appare sconcertante, sicuramente a Venezia doveva esserci qualcosa che favoriva questo fenomeno, ma cosa poteva essere? Ovviamente non lo so, ma se la spiegazione dovesse essere la ruggine, dovrebbe essere qualcosa che faceva sì che raramente (ma comunque molto più spesso che a Firenze) alcuni coni venissero abbandonati per qualche tempo (talvolta anche poche ore, se si trattava di semplice ferro acciaioso ) in ambiente terribilmente umido, senza essere in alcun modo protetti. Ma cosa? Forse qualcuno di voi ha già un' idea, ma prima di trovare una risposta, ho fatto un controllo, ed ho notato che con Francesco Foscari (1423-1457) quasi metà dei ducati illustrati in Coinarchives hanno tracce o di bolle o di violenta spazzolatura del conio. Ne posto qui in fondo un paio, per gli occhi Ma perché ho controllato Francesco Foscari?: Acque alte documentate a Venezia dall'epoca dell'introduzione del ducato al 1500 (in grassetto quelle occorse al tempo di Francesco Foscari) 1286 (18 gennaio) “Crebbe l’acqua fino al dì seguente all’ora terza” 1297 “Piena d’acqua nella città con grandissimi danni” 1314 (fine novembre) “l’acqua inonda la città” 1341 (25 febbraio) “l’acqua crebbe più che si ricordasse, guastando pozzi infiniti e arrivando fino alla Loggia di Mestre” 1386 (18 gennaio) “l’incremento dlel’acqua fu 8 piedi più del solito” 1410 (31 maggio) “Crebbe sommamente l’acqua” 1410 (10 agosto) “aqua grande crescente per tutta la terra, che non fu mai veduto plui a questo tempo inondazion de aque. Perirono molte barche, e di quelli che venivano dalla fiera di Mestre e altri luoghi s’annegarono quasi mille persone. Caddero molti camini, il campanile di S. Fosca con rovina di molte case e quello del Cospus Domini con grande parte della chiesa” 1419 (ottobre) “si allagarono fin le più alte strade sul Rivoalto” 1423 “Acqua altissima” 1428 (11 maggio) “l’acqua crebbe cinque piedi sopra Comune con scirocco” 1429 (2 marzo) “l’acqua per lo scirocco salì di cinque piedi” 1430 (10 ottobre) “L’acqua sormonta e rovina moltissimi ponti e fondamente” 1442 (10 novembre) “V’ebbe una non mai sofferta inondazione d’acqua di mare. L’acqua crebbe quattro passi sopra l’ordinarietà. Soffersero terribilmente i magazzini di mercantatura. Il danno delle merci ascese a oltre un million d’oro. Furono subito creati Sei Savi sopra le Lagune.” 1444 “l’acqua causò gravissimi danni ai mercanti” 1445 “l’acqua salì causando grande danno agli abitanti” Applicabile anche ai Longobardi ed alle famose inondazioni dell'Alto medioevo, che potrebbero essersi anche concentrate in periodi abbastanza ristretti, come avviene oggi, ad aver coinvolto nel giro di pochi anni tutta la pianura padana, come ahinoi avviene ancor oggi? Non lo so e non è un'idea che voglio suggerirvi. E' solo uno spunto per ravvivare un po' gli argomenti di discussione Andreas
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  38. Le regole sono fatte per essere seguite, che piacciano o meno, altrimenti ci sarebbe un'anarchia totale e ognuno sarebbe libero di pubblicare qualunque cosa. Le monete da postare qui, in "osservatorio rarità", sono chiaramente elencate nel file in prima pagina, mentre TUTTE le altre (anche quelle con tirature elevatissime) possono essere postate in "osservatorio ritrovamenti". Il 50 cent 2009 è relativamente più facile da trovare rispetto a quello del 2011 e al 2007. Tutto dipende oltre alla tiratura della moneta anche alla sua diffusione che non segue regole precise; quindi ci possono essere zone dove una moneta può essere trovata facilmente mentre in altre non se ne trovano.
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  39. Forse è colpa della foto ma a me sembra fuso
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  40. @@lucarosina , complimenti per i bellissimi ritrovamenti! Anche a te invito a portare pazienza: anche io ci ho messo del tempo a capire come funzionano le regole per l'inserimento delle monete nell'Osservatorio. :good: Credo che i tuoi ritrovamenti siano molto interessanti, e visto quello che ci hai fatto vedere sinora, chissà cosa ci proporrai con i pezzi da 2... :clapping:
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  41. edit..? Abbi il coraggio di dire che te le inventi tutte pur di parlare dei grossi aquilini di Treviso. :D Arka
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  42. ok vaio :D ps fatto modifiche nei post con 2 monete... spero vada meglio :)
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  43. Con questo caldo una bella patina ghiacciata è proprio quel che ci vuole! :rofl:
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  44. Beh, il monarca Inglese ...pagava per poter usare il glorioso vessillo di San Giorgio sulle proprie navi, leggi qui un articolo di Vincenzo Matteucci: "Nel 1992 i visitatori del Padiglione Britannico presente all'Expò Colombiana a Genova, ricevevano un depliant bilingue di "Benvenuto", firmato dal Duca di Kent che diceva nella versione italiana: "Benvenuti al Padiglione Britannico di "Colombo '92: le navi e il mare", l'esposizione che celebra il 500° anniversario dell'epico viaggio di Cristoforo Colombo. L'Italia e il Regno Unito, due nazioni di navigatori, sono strette, oggi come nel passato, da numerosi forti legami. La bandiera di San Giorgio, una croce rossa su fondo bianco, fu adottata dall'Inghilterra e dalla città di Londra nel 1190 per le navi inglesi dirette verso il Mediterraneo, affinché potessero essere protette dalla flotta genovese. Per questo privilegio, il Monarca inglese corrispondeva al Doge di Genova un tributo annuale". È incredibile come episodi-verità storiche come questa siano conosciute dagli stranieri e completamente "ignorate" dai genovesi! Nello stesso tempo è "interessante" notare come anche il Duca di Kent abbia commesso un grossolano "errore storico", collegando l'episodio della bandiera di San Giorgio con i "forti legami" esistenti fra "l'Italia e il Regno Unito". I forti legami erano fra la Repubblica di Genova ed il Regno Unito. L'Italia come Stato è nato solamente nel 1861! Dopo aver fatto votare i plebisciti di annessione al regno d'Italia, alle popolazioni che costituivano gli Stati pre-unitari, al fine di sanare l'evidente violazione del Diritto Internazionale che era stata fatta occupandoli militarmente. La Liguria non è mai stata chiamata a votare a tale plebiscito! Lasciamo ai lettori TRARRE tutte le CONCLUSIONI, nel momento che stanno per entrare in Europa, come Stati indipendenti, altre 10 Nazioni, tra le quali Malta, Cipro, Slovenia, ecc. ecc.! Di episodi come questo, che "dimostrano" la esistenza-presenza di una realtà statale, la Repubblica di Genova, che per oltre 700 anni ha "influenzato" la storia dell'Europa e del mondo, ce ne sono tantissimi e cercheremo di raccontarli nel modo più semplice possibile, senza l'atteggiamento "cattedratico" dei professori di Storia! Il giorno che tutti i Liguri avessero la possibilità di poter "RISCOPRIRE" la VERA storia della loro terra e del loro popolo, tornerebbero ad essere la popolazione più fiera ed orgogliosa del mondo!"
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  45. Buongiorno, grazie a tutti per i complimenti!!! Ciao Mario! Esatto, hai detto proprio bene, alla rarità e alla conservazione più che discreta si aggiunge un valore culturale che di per sé è unico... almeno per me!! Ciao Luciano! Sì esattamente, la f curva sta proprio per Federico II. Ti riporto una breve spiegazione al riguardo.....
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  46. Quando una patina si appoggia su un lustro al top, una moneta, secondo me, è da urlo! Non c'è difetto che tenga, tutto passa in secondo piano....al diavolo la conta dei segnetti!
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  47. Incuriosire i collezionisti che vogliono vedere questa moneta di bassa tiratura
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  48. E voilà, comparsa magicamente :clapping: Strano, con internet explorer non la vedo e con firefox si .... mistero della tecnologia :mega_shok: Ostrega che sbandata che ha preso; :blum: certamente è particolare, ma è una variante "farlocca", frutto semplicemente di un errore nella battuta del tondello; un vero peccato, anche perché il rilievo è buono, almeno nella parte non danneggiata. saluti luciano
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