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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/14/14 in Risposte
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NUMISNAPOLI Ritorna il convegno numismatico a Napoli! Venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 settembre 2014. Hotel Terme di Agnano, via Agnano Astroni, 24 80125 Napoli Ampia sala, ambiente confortevole ed ampio parcheggio custodito. Per info: circolopartenopeo(chiocciola)libero.it ci trovate anche su Facebook in CIRCOLO NUMISMATICO PARTENOPEO Finalmente amici! Siamo lieti di annunciare che il 26, 27 e 28 settembre ci sarà il convegno numismatico a Napoli organizzato dal nascente Circolo Numismatico Partenopeo, l'ultimo organizzato in questa città risale, ahimè, a circa otto anni fà. Abbiamo scelto come location una struttura alberghiera - termale situata a circa 500 metri dall'uscita AGNANO della tangenziale di Napoli, la scelta di questo luogo è stata dettata dalla necessità di evitare ai visitatori i soliti problemi di viabilità e sosta urbana. http://www.termediagnano.it/hotel.html Abbiamo verificato nel calendario eventi e nel periodo da noi scelto non ci sono analoghe manifestazioni, questo per evitare sovrapposizioni e malcontento. Per chi verrà in auto sarà comodissimo, chi vorrà venire invece in aereo o in treno verrà informato in questa sede sugli orari dei collegamenti e varie. La struttura è ubicata in un'area storicamente famosa e lontana dal caos cittadino, con un parcheggio interno custudito di 250 posti auto ed una sala dedicata agli espositori di circa 300 mq., ampi saloni attigui ed un ampio spazio esterno alla sala. L'hotel terme di Agnano offre discrete camere a prezzi accessibilissimi. La sala ospiterà circa 35 espositori tra numismatici, editori numismatici e case d'aste e sarà un convegno improntato sulla qualità, non mancheranno nomi importanti (agli inizi di settembre saremo in grado di postare una lista dei commercianti partecipanti) e nell'occasione sarà offerto un piccolo rinfresco-buffet dal Circolo Numismatico Partenopeo. Mi rivolgo ora all'amministratore @@Reficul e @@Giovanna per comunicare che desideriamo in quell'occasione creare un luogo di incontro per noi utenti Lamoneta e se reficul ha a disposizione qualche locandina o gigantografia pubblicitaria del forum potremo esporla a titolo gratuito nella sala e all'esterno, un po' di pubblicità per il nostro forum fa sempre bene. Ci auguriamo che sia un successo e faremo del nostro meglio affinchè tutto proceda nel migliore dei modi! Siete tutti invitati! .......... Ingresso gratuito ovviamente. Un grazie a tutti per l'attenzione.11 punti
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Salve a tutti, oggi volevo introdurre un tema che, mi sembra, non sia statto trattato, ossia la rappresentazione di Marte sui rovesci imperiali. Spero che che gli altri utenti del forum intervengano, correggano ed arricchiscano questo mio intervento. Marte, antica divinità italica, costuituiva, insieme a Giove e Quirino, la Triade Capitolina che rappresentava la città di Roma. La leggenda vuole che fosse il padre di Romolo e Remo e, quindi, di tutto il popolo romano. Romolo e Remo, nascquero, infatti, dalla Vestale rea Silvia che aveva sognato di essere stata posseduta dal Dio ( nascita del fondatore di Roma da una vergine e da un Dio una storia che mi ricorda vagamente un altro episodio :D ). Dio comune a molti popoli italici (Latini, Sanniti, Etruschi, i Marsi, Marrucini ed i Mamertini prendevano nome da lui), dove era conosciuto con diversi nomi: Mars, Marmar, MArmor, Mamers, Marspiter, Marpiter. Marte era il dio della Guerra e dei duelli, ma anche del tuono ( da cui presumo l'origine del dio celtico Thor), della pioggia, della natura e della primavera. A Marte, i Romani dedicavano il primo mese dell'anno, Martius appunto. Ogni anno, il 14 marzo, nel Campo Marzio si compiva la cerimonia della cacciata, a colpi di bastone, di un vecchio ( Marte vecchio) che voleva significare la fine dell'anno vecchio. All'aprirsi ed al chiudersi del periodo utile per le operazioni militari ( marzo - ottobre), si tenevano a Roma varie feste in onore di Marte destinate alla consacrazione ed alla purificazione di vari oggetti guerreschi: Equirria ( cavalli), Tubilustrium ( trombe), Armilustrium ( armi). L'appellativo originario di Marte era Gradivus, di incerto significato. Con Ottaviano /Augusto, abbiamo invece, la celebrazione di Mars Ultor, il vendicatore. Gli studiosi, però, sono incerti, nel riferire la figura di Mars Ultor, alla vendetta di Giulio Cesare, oppure alla vittoria di Ottaviano contro i Parti. Nel foro Romano, abbiamo ancora i resti del tempio dedicati a Marte Ultore5 punti
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Grazie per la risposta. Sul "bisogno d'altro" attendo solo di vedere i documenti attestanti la coniazione di monete senza sigle a Lanciano e poi sono a posto. Le conclusioni alle quali si giunge per fare questa attribuzione sono, scusate il termine, "escludenti", cioè Napoli poteva battere solo apponendo le sigle sulle monete, Lanciano poteva coniare monete (scusate la brevità) e quindi senza sigle sono di Lanciano. Non penso posso darsi come certezza una cosa che potrebbe anche essere, ma senza documenti certi non la riterrei assoluta.4 punti
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Ti ringrazio per la precisazione. Da qui risulta innegabilmente che a lanciano è stata concessa la possibilità di coniare moneta. Quello che a me non risulta allo stato dei fatti assodato è se la zecca sia stata o meno impiantata, se e quali monete abbia effettivamente prodotto. Non mi sembra poco. Ma magari nei prossimi tempi avrò modo di ricredermi e in quel caso, grazie a nuove ricerche potremo tutti farci una nuova opinione. Vedi, vorrei concludere con un modesto esempio. Non è perfettamente calzante, me ne rendo conto, ma può essere lo stesso indicativo. Abito in una cittadina umbra che si chiama Cascia. Se apri il corpus dell'Umbria la trovi fra le zecche riportate, pur senza indicazioni sull'attivazione della zecca o ipotesi di moneta coniata. Negli archivi esistono un'infinità di documenti, atti notarili, contratti, eccetera, che parlano di "moneta casciana" (ma sappiamo che ciò si riferisce in genere alla moneta accettata nel posto, più che invece prodotta in loco). Non è finita: esistono fonti almeno settecentesche che parlano esplicitamente di moneta casciana ed in questo caso senza equivoci. Esistono cronache locali che ne parlano e persino la descrivono. Esiste un libretto dei primi del 1900 dedicato alla zecca di Cascia, che riporta vecchie cronache e ipotesi originali dell'autore (alcune troppo fantasiose). Eppure non esiste un documento che parli della zecca, della sua collocazione, delle spese per il suo impianto e i contratti dei lavoranti. In più, last but not least, non si è mai trovata una di queste benedette eppure ben descritte monete locali. C'era un signore che diceva di averne una, ma nessuno l'ha mai vista. Storici locali insistono, mostrandosi convinti dell'esistenza. Come concluderebbe qualsiasi numismatico serio e scrupoloso? Direbbe forse che sarebbe bello trovare prove dell'esistenza, ma che allo stato dei fatti la zecca non è esistita perché mancano le prove. Che ne dici?3 punti
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La bruttissima esperienza dell’amico Antonio mi ha fatto prendere alcune decisioni per me importanti: -mentre prima pensavo che, in caso di necessità o anche per “sostituire” pezzi con esemplari migliori, che avrei potuto “vendere” qualcosa, ora non più! Non venderò. -la mia attuale collezione sarà un regalo ai miei figli; ho redatto un inventario che consiglierò di allegare alla successione con i valori da indicare, la mia speranza è che in futuro esistano leggi più chiare di quelle di oggi e lascerò loro la decisione di farne quello che vorranno. -non consiglierò loro di spendere altri soldi nella numismatica, ho già fatto abbastanza io. Sono sicuro che apprezzeranno la testimonianza storica che ogni moneta rappresenta, dubito che vorranno vendere, perché conosco bene i miei figli, ma chissà alla terza o quarta generazione… Circa la vicenda di Antonio mi sono sentito anch’io offeso e umiliato, nei primissimi giorni della notizia ci fu qualcuno che propose una sottoscrizione e alcuni lamonetiani mi scrissero se potevano inviarmi dei soldi da girare a lui, io risposi che senza autorizzazione dello staff io non avrei raccolto niente ma senz’altro avrei partecipato se fosse partita l’iniziativa (se vado a cercare nella posta potrei risalire anche ai nomi) …ma poi non se ne fece nulla, la discussione fu chiusa e Antonio lasciato “solo”. Il fatto che la discussione fu chiusa anticipatamente fece sì che il “problema” restasse solo a lui. Oggi sono contento di sapere che bizerba ti sia stato vicino. Io no, ma ti ho avuto sempre presente e oggi mi sento un verme per non essere stato capace di esprimertelo. Mi dispiace perchè quello che ho letto sul tuo caso in tutti questi anni, pur non conoscendoti personalmente, mi hanno fatto avere di te un’immagine più che familiare. Non sono un grande scrittore e le mie conoscenze sono molto limitate ma io sono qui e se avessi bisogno di qualsiasi cosa non farti avere problemi a chiedere …avevo in mente questo sin dall’inizio, anche se non te l’ho mai scritto, ma per me era e resta un impegno cui sarei felice di adempiere.3 punti
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bongiorno @@Sator la tua monetina dovrebbe essere questa che ti allego sotto. la prima scansione (storia e monetazione) fa parte delle monografie del dott. Campana la seconda è del mio archivio. MONOGRAFIA CAMPANA Mio archivio (le immagini sono scansionate, e non rendono bene la realtà della moneta ) l'attribuzione dei bronzetti citati a mercenari stanziati presso la città di Kimissa pare sia accettata. ciao Pietro3 punti
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Dopo il sequestro acquistai un lotticino di minuti genovesi di lecita provenienza che ho classificato un po' di tempo fa. Considerato l'interesse per questa difficile monetazione mi piacerebbe verificare la classificazione che ho abbozzato per queste bellissime e particolari monetine, qualora dovesse esserci qualcosa di interessante ne autorizzo la pubblicazione sulla biblioteca on line proprio come ai vecchi tempi. Oggi ne posterò uno poi piano piano quando avrò un po' di tempo libero comincerò a postare sempre su questa discussione anche gli altri. Denaro minuto di Agostino Adorno 0,53g governatore per il Duca di Milano 1488-1499 d/ legenda tra due rosette in cerchio perlinato r/ R R ? ? negli angoli della croce che interseca cerchio perlinato.2 punti
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La 10 K007 esiste sia con firma Trichet con seriale T27/T28 sia con firma Draghi con seriale T55/T56 per cui è normale. Tanti saluti2 punti
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Grazie @@Giovanna, grazie ragazzi, sono già 28 !! Ero appena maggiorenne quando mi iscrissi, come vola il tempo ..2 punti
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Mi permetto un piccolo riassunto per vedere se ho capito qualcosa: dai documenti sopra riportati si dimostra che le monete con le sigle sono state coniate inequivocabilmente a Napoli, quelle senza segno di zecca non si sa dove sono state coniate in quanto l'archivio di Lanciano è andato distrutto. Quindi senza un qualche documento che attesti la coniazione a Lanciano di monete senza sigle, queste affermazione è solo una ipotesi. Giusto?2 punti
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Tanto per rinfrescarti la memoria, l'ordine di apporre le iniziali è riconfermato di continuo e con pene severe. Di conseguenza dalla zecca di Napoli non possono uscire monete senza sigla. Il parametro serviva proprio a distinguerle dalle monete di Lanciano. Però dimenticavo che questa discussione offriva le "le prove inconfutabili" del contrario. Certo che se ne ha di coraggio! Almeno dal 1472 Ioan Carlo, noi havemo deliberato che in queste nostre cecche de napoli et de laquila da qua avante se battano le soptoscripte monete de oro et de argento con le lettere intorno designate: et che voi como ad mastro de dicte cecche possate fare la prima lettera del nome, o cognome vostro como è stato facto in le monete dela felice memoria del serenissimo s[ignore] Re nostro padre colendissimo[...] et non fate altramente per cosa alcuna. ( ASNA, Cancelleria Aragonese, Curiae, Napoli, 23 ottobre 1494, vol. 2, ff. 106v e 109r). Ordine presente in vasta bibliografia. 1561 Che in le monete che da cqua avante se cognarando cossì de oro come de argento se debbiano ponere doi segni uno del mastro di Zecca nel loco et modo come hoggi se osserva et l’altro del mastro de prova, de bascio et sotto quello del mastro di zecca. (…) Le debbiano exequire et osservare ad unguem (…) sotto de privatione delloro offitii et altre ad arbitrio de sua excellentia reservata non fando il contrario per quanto haver cara la gratia de sua Catholica Maestà. (AGS, Visitas de Italia, leg. 16, exp. 17, Instrucciónes para la cecca de la moneda, Napoli 22 settembre 1561, ff. 13r-15r) Cfr. La prova del metallo e l’esperienza di Vincenzo Porzio. 1623 Si ordini che in le monete che da qua avante si cognaranno cossì de oro come de argento si debbiano ponere due segni, uno de mastro di zecca del modo et loco come hoggi si osserva et l’altro del mastro di prova da basso, et sotto quello del mastro di zecca (…) Ve diciamo et ordiniamo che detti ordini debbiati fare pubblicare in detta Regia Zecca et in quella farli registrare, et si pongano in una tabella affissa in essa zecca acciò ad ogni uno sia note comandando a tutti officiali che li debbiano exeguire, et osservare adunque nelli sopradetti casi, et in ciascuno di esse in le lloro conditione sotto pena de privatione de lloro offici, et altro od arbitrio di S.E. reservato non fando lo contrario quanto haveti cata la gratia di Sua M.ta. (ASNA, Sommaria, Dipendenze, fascio 15, Libro del Credenziero Maggiore, 21 gennaio 1623). Cfr. La lettera A sulle monete di Napoli.2 punti
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bella notizia, spero di riuscire a partecipare anche se è troppo presto per poter avere certezze :D mi rivolgo agli utenti lamonetiani di roma e del lazio: si potrebbe organizzare una bella imbarcata in macchina, se il posto è facilmente raggiungibile. si può fare in giornata, si dividono i costi e si sta in compagnia :)2 punti
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Concordo ....... ma sai ....... son ragazzi! Devono fare esperienza sulla loro pelle perchè non si fidano dei consigli degli altri.2 punti
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Buona giornata sempre riferendomi alla zecca di Venezia, c'è un particolare che è sfuggito (a me senza dubbio) e del quale ho fatto mente locale ora! In questa discussione non se n'è ancora accennato, ma in quella di "Lombards", è stato scritto che il fenomeno della ruggine (sempre che sia questo il motivo delle bolle) non poteva intaccare i conii, sia perché probabilmente "protetti", sia perchè nello spazio di un giorno o due o anche più giorni, anche in ambienti sfavorevoli come la laguna, non aveva modo di svilupparsi. Ciò è vero per quella serie di conii che erano usati, ma si sa che di conii ne venivano prodotti in abbondanza, erano quelli di "rispetto", proprio quelli che dovevano servire a rimpiazzare quelli usurati o rotti, senza perdite di tempo e che potevano giacere anche settimane, prima di venire usati. saluti luciano2 punti
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@@Gallienus Non per nulla , se persone del calibro di Hugo , Balzac , Stendhal , Manzoni , Goethe si avvicinarono a colui che venne definito l'anima del mondo un motivo dovrà pur esserci , sopratutto per noi "comuni mortali" :) . @@nando12 Il problema non è tanto l'opinabilità dei fatti ma , è ora che si smetta di far parlare tutti della storia dei luoghi comuni e si comincino a tirare fuori i fatti , da professore di Storia quale sei @@Gallienus , capirai perfettamente la mia posizione . Se la Storia va avanti a forza di dicerie popolari diventa un gossip e della peggior specie quando invece deve essere analisi e perché no confronto anche acceso ma sempre costruttivo . Saluto2 punti
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Io non ho avuto la ventura di collaborare con Ganganelli (che stimo molto), soprattutto per mancanza di tempo e per il tenore molto specialistico dei miei studi, e quindi mi ha colpito il particolare che per gli articoli pubblicati sulla rivista venivano pagati gli autori. So che era pratica corrente ai tempi di Traina, e io stesso ho avuto un piccolo compenso (30 euro, pagati mediante bonifico bancario estero !) da una rivista francese di archeologia per un breve articolo sulle spintriae romane, in lingua francese (ed è stata la mia unica esperienza in cui ho guadagnato qualcosa per un articolo….). Ma in questi tempi mi sembra una prassi in effetti controproducente. Ci sono persone che sono felicissime di offrire i loro contributi intellettuali nel campo numismatico senza alcuna contropartita (salvo qualche copia in più della rivista, da distribuire ad amici e colleghi). Il discorso forse cambia se il pubblicista numismatico diventa una sorta di professionista e quindi un lavoratore da pagare con tot per pagina pubblicata. Ma in questo caso cadiamo nelle ferree leggi economiche e oggi come oggi una rivista di numismatica cartacea non ha mercato. E' sempre più di nicchia e i numeri sono prenotati da quattro gatti. Tanti forumisti avrebbero voglia di leggere, ma molti si guardano bene dal sottoscrivere abbonamenti. Se ricevono numeri in omaggio sono felicissimi, ma non muovono un dito a pagarli (vero Giovanna….). Si rimane disorientati di fronte alla possibilità di continuare solo per via elettronica, che offre la possibilità di abbattere i costi, specialmente con immagini a colori. Sarò vecchio, ma mi manca molto lo sfogliare le pagine di carta, con foto e tabelle. Poi c'è un piccolo dettaglio. La cultura è tale solo se può durare nel tempo. L'altro ieri ho tirato fuori dalla mia libreria il primo numero di Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica, del 1954 (esattamente 60 anni fa), che mi è stato molto utile per una mia ricerca e ho riletto alcune pagine, scritte in un mirabile italiano…. Quel numero durerà ancora tanti anni e non so proprio come andrà a finire lo scibile confinato su un supporto elettronico, molto adatto per una toccata e fuga…. Mi ha divertito (fino a un certo punto) un racconto di mio figlio, che è astrofisico. Si sono persi migliaia e migliaia di dati che furono raccolti dai primi satelliti della NASA, in quanto scaricati su programmi, se non addirittura su floppy, che sono diventati illeggibili. In alcuni casi, per i dati più importanti, hanno addirittura dovuto ricostruire alcuni dei computer dell'epoca e dedicare ore e ore a creare softwares che rendessero leggibili e soprattutto compatibili quei vecchi dati, che erano fondamentali per i confronti con risultati di osssrvazioni riprese in tempi successivi. La carta dura a lungo, ma un disco elettronico…... In alcuni circoli intellettuali hanno già lanciato l'allarme sulle foto digitali. Una volta la nostra memoria era affidata alle foto stampate, che venivano conservate e all'occorrenza tirate fuori, da cassetti o da album, anche dopo 100 anni. Ora basta un bel crash per perdere irreperabilmente anche migliaia di foto e di nostri ricordi. Tanto per cambiare, per un irreparabile guasto a un mio vecchio computer e, contestualmente, anche ai miei primi dischetti, ho perso tutta la mia stesura elettronica del mio Corpus sulla Guerra Sociale, che fu pubblicato nel 1987. Ho solo la copia cartacea del libro e per avere una copia elettronica posso solo scansionarlo (e la qualità non sarà mai confrontabile !).2 punti
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Ravviviamo questa interessante discussione, parliamo ancora di Napoli, la zecca che per tipologia fu l'esempio indiscusso della creatività Numismatica del periodo. Ducato 1622, AR 29,58 g. PHILIPPVS IIII DEI GRA Busto radiato e corazzato a d., con drappeggio sulla spalla s. e testa di Medusa sulla lorica; dietro, MC /C (Michele Cavo, maestro di zecca 1626-1630 e Francesco Antonio di Costanzo, maestro di prova 1621-1623) e sotto, nel giro, 1622 +. Rv. HISP VTIRIVSQ ( sic! ) REX Stemma coronato. Pannuti-Riccio 14. MIR 239. Filippo IV a soli sedici anni si trovò ad essere il sovrano di domini immensi per estensione e popolazione, purtroppo il suo carattere rispecchiava l'indecisa personalità paterna. Dimostrò abulia nella condotta degli affari di Stato e travagliato dagli intrighi di corte delegò pienamente il potere al Duca di Olivares fino al 1643 e poi a don Luigi de Haro. Filippo IV sposò in prime nozze la figlia del re di Francia Enrico IV, Elisabetta di Borbone e nel 1649, in seconde nozze, Anna Maria d’Austria, figlia di Ferdinando III, poi madre dell' infante principe Carlo. Il suo regno fu segnato da cruente guerre e cocenti sconfitte tra cui vale la pena ricordare quelle che portarono all’ indipendenza del Portogallo nel 1640 e a quella, dopo la pace di Westfalia del 1648, delle Province Unite. Le continue vessazione che oppressero i napoletani durante questo regno culminarono nel 1647 con la rivolta capeggiata da Masaniello. La vera causa di questa rivoluzione non fu, come comunemente accettato, l’introduzione della nuova gabella sulla frutta, ma la cattiva situazione della moneta circolante che, continuamente adulterata nel titolo e nel peso dalle autorità spagnole, veniva immessa in circolazione ma non accettata per il pagamento delle imposte, che venivano riscosse in ragione del peso e non dell’impronta. Va specificato che la moneta realmente circolante a Napoli era: per il popolo quasi esclusivamente il mezzo carlino (zanetta) e per la borghesia il carlino e il doppio carlino, infatti l’unica emissione di questo regno dello scudo in buon argento è quella del 1622, conosciuta in pochissimi esemplari e che ci fa pensare a una coniazione limitatissima.2 punti
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Taglio: 2€ cc Nazione: Finlandia Anno: 2005 Tiratura: 1.948.394 Condizioni: SPL Città: Palermo Note: è bellissima2 punti
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direi proprio di si :good: una medaglia di Genova con la spina nel quarto alto di sinistra ....... saluti Matteo1 punto
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Non posso ripetere sempre le stesse cose. Ho già detto che i docc. sono stati distrutti in periodo giacobino e sanfedista. Non ne troviamo a Napoli se non qualche cenno, perché la Sommaria non aveva potere sulla zecca di Lanciano, in quanto lavorava in esenzione. Gli unici poteri che aveva la Sommaria erano quelli sulla conformità e infatti abbiamo il famoso ordine che invita i regnicoli ad accettare la moneta di Lanciano, ma i documenti specifici erano nell'Archivio lancianesi. Comunque piano piano sta venendo fuori materiale interessante che si inserisce a pennello nelle linee istituzionali che ho già delineato.1 punto
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Siccome fuori sta tirando aria di burrasca, con calo di temperatura, oggi mi sento un po' sadico :girl_devil: e vorrei aggiungere altre pagine di appunti di D'Arpa. Secondo Calciati, nella sua monografia, abbiamo successivamente la serie II e III. La serie II è caratterizzata dalla figura virile stante (nell'hemilitron) oppure seduta (nel trias). Invece per D'Arpa esiste una unica serie, la sua serie II, che è precedente e per lui caratterizzata da uno stesso conio del diritto (o comunque da uno stesso stile): Colpisce l'esistenza di un altro hexas con la grande H (il n. 19 di D'Arpa) Visto che esiste il tetras (n. 18 di D'Arpa) con i tre globetti che sono uniti tra loro e in campo triangolare, l'idea di una grande H per un hexas mi sembra più verosimile all'interno di questa seria, piuttosto che nell'altra, dove non dimentichiamo che esisteva già un hexas con due globetti semplici. Poi, guarda caso, i pochi hexantes con grande H che erano già noti fin dall'inizio del XX secolo erano tutti con la testa grande di Medusa….. Invece in quest'altra serie, come hexas abbiamo solo questa, con grande H (salvo forse un nuovo esemplare citato da D'Arpa). Da quanto sopra è possibile formulare solo due ipotesi: a) il nuovo hexas con H e testa piccola con HIMERAION costituisce una sorta di transizione tra le due serie (se autentica!) b) l'hexas con H e testa piccola con HIMERAION è una invenzione moderna, combinando i due tipi, che invece dovrebbero stare in serie diverse. Adesso credo di avervi fatto venire un bel mal di testa….. Ecco un ennesimo esempio dell'importanza di raccogliere dati Buon fine settimana!1 punto
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Questa si che è una magnifica notizia! Mi complimento con tutti gli organizzatori, era da tempo che serviva un convegno numismatico a Napoli, che per tanto è stata la città di riferimento per la numismatica italiana! Di sicuro non potrò mancare!1 punto
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eh già , allora mi tocca dar ragione a Giovanna....qual'è il problema? Io sono abbonato dal 1° numero sino all'ultimo;.... è sbagliato pretendere la consegna nel rispetto dei tempi stabiliti? è sbagliato sottolineare che mai è stata rispettata la detta tempistica? è sbagliato suggerire strade diverse per fare abbonati rispetto a regalare album o fare sconti a vanvera senza rispettare gli abbonati della prima ora? Oppure ha ragione solo Lei? ma ti pare che mi tocca litigare con gli avvocati anche fuori dei Tribunali.......1 punto
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In Austria, ovviamente, alla banca centrale. Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum1 punto
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Caro Dizzeta, sono testimone, sottoscrivo e confermo l'intenzione nobile di supportarmi economicamente per fronteggiare la vicessitudine che mi ha colpito (mi avevi mandato un messaggio privatamente dove mi proponevi il supporto che non ho voluto accettare). Non sono d'accordo assolutamente che ti debba sentire un "verme" in quanto il mio messaggio é rivolto a persone che conosco personalmente e dalle quali ho comprato diverse monete. Non ho accettato il supporto economico perché grazie al cielo non ne avevo la necessitá e ho potuto provvedere (ho sacrificato l'acquisto di altre monete) anche se l'idea potrebbe essere valida per altri collezionisti sfortunati che in effetti non hanno le possibilitá economiche per affrontare questo tipo di situazioni e ce ne sono: abbiate il coraggio di scrivere. Sinceramente il mio problema non l'ho mai visto dal lato economico ma da un punto di vista etico e morale anche se in effetti alla fine mi é costato e ricordo che ho ancora una sanzione amministrativa di 5250 euro che da oltre un anno é pendente presso il Giudice di Pace. Caro Dizzeta a fine luglio rientreró in Italia temporaneamente, in quanto ad aprile probabilmente avró un altro impegno piú pesante in terre piú lontane e trascorreró un mese di ferie a Camogli nella Tua Liguria e magari incontrandoci potró raccontarti ulteriori dettagli che su questa piattaforma non posso ancora raccontare. Un caro saluto Antonio1 punto
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Caro dizzeta, personalmente apprezzo molto il Tuo intervento. Consentimi però di dire due cose, non certo per sminuire il coraggio e la schiettezza di Antonio, ma per rendere giustizia a molti altri Collezionisti. La prima: il caso di Antonio è, purtroppo, analogo a quello di molti altri collezionisti che hanno vissuto la stessa brutta esperienza e che, per ragioni anche comprensibili, hanno preferito non esporsi nello stesso modo; assicuro però che il Loro tormento non ha nulla da invidiare a quello di Antonio. La seconda. La chiusura della discussione avviata a suo tempo da Antonio, ad opera dello staff, e' stata una decisione giusta, anche se apparentemente troppo severa, e personalmente credo che aver smesso di commentare sul forum fatti che erano al vaglio dellA.G. sia stato molto opportuno. Vi sono ancora adesso situazioni non definite, seppure collaterali, che consigliano di mantenere per il momento un profilo molto basso. Quando anche queste situazioni collaterali saranno definite, credo che lo stesso Antonio sarà più libero di parlarne. Saluti. M.1 punto
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Ciao Giuseppe, allora attendiamo un tuo gentile riscontro verso martedì, se avrai domande da formulare scrivi pure, ok?1 punto
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Buona giornata Ho sempre pensato che ci fosse l'esigenza, per l'economia della zecca, che l'intagliatore dei conii lavorasse... La sua figura, al pari del fabbro, dello scrivano e degli apprendisti, era pagata indipendentemente dalla quantità di metallo lavorato; aveva un salario fisso e non integrato dal cottimo; leggiamo anche nel libro citato dello Stahl delle numerose "grazie" che venivano rivolte ai XV perchè se ne assumessero di nuovi...quindi lavoro ne avevano e tanto. Va anche considerato che questi lavoratori, di solito provetti argentieri ed orafi, venivano chiamati ad effettuare altri lavori non correlati con la creazione dei conii; lavori che riguardavano commissioni governative, dove ci voleva una mano capace del lavoro di cesello! Allora mi sono immaginato che, comunque, dovessero approntare, nei momenti di "calma", alcuni conii "neutri" (senza il nome del doge e senza segni segreti), e messi da parte; nel momento in cui sopravveniva la morte del doge (evento certo), avevano la possibilità di predisporre i conii con il nome del nuovo doge in poche ore, aggiungendo ai conii neutri quel nome. Un caso esplicito, seppur a distanza di qualche secolo, ce lo suggerisce la lettura dei "Diarii" di Marin Sanudo quando, alla elezione del doge Antonio Grimani (1521-1523), scrive: "Fo subito, per la Signoria, mandato a dir in Zecha bateseno monede col nome ANTONIO GRIMANI DOXE, videlicet da 16, 8 e 4 soldi; et cussì fo batuto ducati 300. Era a la cassa Masser a la moneda di l'arzento sier Vincenzo Orio qu. sier Zuane. Fo batudo etiam ducati da uno e da mezo nuovi zercha ducati 200. Le stampe erano fate, manchava le letere e la testa a far, e le monede batude, né mancava si non stampar; fo fato la Bolla di piombo"…… Era una procedura consolidata da secoli o relativamente recente? saluti luciano1 punto
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Ragazzi ma non sono mica mie! Ho fatto il piacere all'utente di postargliele visto che non ci riusciva :) :) :) ..... Se fosser mie e d'oro ma semplici riproduzioni, non me ne voglia il nonno ma già sarei corso a monetizzarle x acquistare qualche monetuzza vera.. Ne ho un paio in mente che sarebbero calzate a pennello!!!!! XD1 punto
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Su, @@ilcollezionista90 e @@alessandr0 non vi alterate. Bello però vedere che a 200 anni secchi di distanza Waterloo fa ancora ribollire il sangue nelle vene, da professore di storia è una soddisfazione :pardon:1 punto
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Ok. Per me va bene così. Hai detto la tua ed anche se non la condivido è giusto rispettarla. Poi magari sarà chi legge e osserva ciò che ho postato a valutare il peso della validità delle prove e delle argomentazioni. Per il momento ti ringrazio per la tua attenzione. Ti ricordo che è stata mia intenzione aprire questa discussione nella quale postare immagini e prove a supporto delle proprie argomentazioni. Da parte mia è stato fatto. Lasciamo quindi la discussione aperta in attesa di postare nei prossimi giorni altre immagini. Buona serata. Francesco1 punto
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@renzo1940 Grazie mille, fai benissimo ad essere severo, così la mia "crescita" sarà agevolata ed eviterò conservazioni non perfette. Inizialmente, quando ho sentito "astuccio coevo" sono rimasto estasiato, in quanto da molto cercavo un qualche astuccio antico con compresa medaglia non "moderna". Ahimè, si vede non essere ancora giunto il momento. Ti ringrazio ancora tantissimo.1 punto
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Pur rendendomi conto della gravità delle tue affermazioni nelle ultime righe farò come di solito faccio: ignoreró tali amenità e cercherò di rispondere attenendomi alle argomentazioni esclusivamente numismatiche. Ho molto rispetto della tua opinione e delle tue vedute ma se posso dire la mia c'è poco da controbattere; non so dove tu veda le sigle ma posso garantirti su ciò che ho di più caro che le sigle non ci sono, anche perché se c'è ben impressa l'effigie e i caratteri delle leggende non vedo perché la sigla deve essere consunta o impressa male. A Napoli c'erano incisori che producevano conii per Napoli e Lanciano? Ottimo! Vediamo i documenti. Dulcis in fundo...... i conii e punzoni erano custoditi nella zecca dal maestro di conio il quale annotava quotidianamente su registri ogni minimo spostamento e incisione, compresi consegna e restituzione degli attrezzi e tutti i nomi di coloro che accedevano ad essi, eccetera. Fidati. ..... da Napoli non usciva nulla.1 punto
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Stupendo anche il leone, simbolo della città di Mileto che diede il via alla rivolta ionica contro la Persia. Bisogna complimentarsi con Matteo per aver trovato la moneta. Aggiungo la lunga didascalia che l’accompagnava nell’asta Triton VIII del gennaio 2005 dove è stata aggiudicata per 42.500 $ partendo da 20.000 $ di base. THRACE, Chersonesos. Miltiades II. Circa 495-494 BC. AR Tetradrachm (16.20 gm, 3h). Lion standing right, head left, raising left forepaw, tail curled above / Head of Athena left, wearing crested Attic helmet and earring, within incuse square. Seltman Group Q, 488-489 var. (A332/P-; unlisted reverse die); BMC Thrace -; SNG Copenhagen -; Muchmov 5445 = Traité pl. LVII, 15; Pozzi 1101 = J.P. Six, "Monnaies grecques, inédites et incertaines," NC 1895, pg. 186, 5; Weber 2400 = H. Weber, "On some Unpublished or Rare Greek Coins in my Collection," NC 1892, pg. 188, 6; Pozzi 1100; Hirsch 897 (all from the same obverse die). Good VF, toned, minor porosity. Extremely rare, the finest of six known. ($20,000) Miltiades II, an Athenian aristocrat, had a storied career involving a number of significant events during the period of the Persian invasion. In 515 BC he was sent by the Athenian tyrant, Hippias, to rule the Chersonese, a strategic point in Athens' grain trade. Miltiades' brother, Stesagoras, and uncle, Miltiades the Elder, had previously ruled there. As tyrant of the Chersonese, Miltiades found himself obliged to submit to Persian rule, and served in the campaign of Darios I against the Skythians. His Persian allegiance was short-lived, and he joined against Darios in the Ionian Revolt. When the rebellion was crushed and the Chersonese laid waste by the Persians, Miltiades was forced to flee to Athens, where, in 490 BC, he was elected one of the strategoi. The same year Miltiades persuaded the Athenians to confront Persia at Marathon and played a central role in the Athenian victory, choosing the moment of attack as well as the means which led to the Athenian double-envelopment of the Persian forces. Afterwards, Miltiades was given command over an Athenian fleet that was to attack Paros. He was severely wounded in the effort, and his mission was a failure, for which he was brought to trial and condemned to pay 50 talents. Before he could raise the funds, though, Miltiades died of his wounds. His son, Kimon, went on to become the most prominent Athenian leader in the 470s and 460s, and had his father's debt discharged. This issue dates from the Ionian Revolt (499-494 BC). Miletos was the principal mover in the revolt, and city after city joined the cause against Persia. Athens sent a fleet to assist her Ionian cousins. The chief city of the Chersonese was Kardia, originally a Milesian foundation. Other cities expelled their pro-Persian tyrants, but the tyrant of the Chersonese was an Athenian with no love of the Persians, and Miltiades threw off his Persian allegiance and issued this coinage which proclaimed his loyalty to the revolt. Struck on the Attic rather than the Persian standard, these tetradrachms display the lion of Miletos on the obverse and a head of Athena, reflecting Athenian coins of the time, on the reverse. La prima parte della didascalia riassume le vicende di Milziade II nel periodo dell’invasione persiana. La seconda parte riguarda nello specifico la moneta che porta la data della rivolta ionica contro la Persia promossa da Mileto e poi dalle altre città. Coniato nello standard attico piuttosto che persiano, il tetradramma raffigura sul diritto il leone di Mileto e sul rovescio la testa di Atena che riflette le monete ateniesi del tempo. apollonia1 punto
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invece la divisionale 2003 italiana con moneta da 5€ (tutto proof)? :)1 punto
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Buona serata Non vi nascondo che sono perplesso; mi sono soffermato sul bel ducato del Foscari postato da Arka; voi parlate di "spazzolature", io invece penso a "raspature" e nemmeno tanto leggere; ma non sul tondello, ma sul conio. Perché? Non ce lo vedo l'operaio mettere nella morsa il tondello per rasparlo, così da ridurne, ad esempio, l'eccesso di peso .... a Milano si direbbe "l'è un mestè de tacà lit" (è un mestiere che fa litigare), difficoltoso e lento. :nea: Non lo vedo affatto pratico; è noto (almeno dalla lettura del libro dello Stahl sulla zecca di Venezia) che in questa zecca veniva raspato il conio ormai esausto, senza più rilievo; veniva raspato e lo si incideva nuovamente. Come? Probabilmente veniva messo in morsa e con la raspa spianato; questa si che era un'operazione più comoda e veloce; credo anche che la direzione delle striature che si formavano con questa procedura, dovesse essere al più omogenea, riguardo alla loro direzione, non penso infatti che l'operaio girasse intorno al conio serrato in morsa, direi che il verso con cui veniva fatta questa operazione, doveva essere univoco. Possibilissimo che ci sia anche qualche striatura fuori direzione rispetto alle altre, ma l'operaio non è una macchina. Qui mi fermo. Non ho sapienza per quanto poteva essere fatto in altre zecche. :pardon: saluti luciano1 punto
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Nel ctalogo on-ine non sono ancora riuscito a inserire tutte le varianti e le novità emerse negli ultimi anni. Io il tuo esemplare lo vedo così dritto: HER.II.DVX.REGIIIIII busto del duca, corazzato, rivolto a sinistra, a testa nuda verso: S DARIA MARTIR la santa stante in piedi con il libro nella mano destra e la foglia di palma nella sinistra Come riferimento ci si può collegare al CNI 227; il Bellesia non la descrive. ciao Mario1 punto
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Io direi che forse il più è stato detto, come abbiamo detto questa è una discussione divulgativa che forse potrebbe paradossalmente non finire mai, la lascio aperta e spero sempre in qualche ulteriore contributo e come merita per ricordo e consultazione per tutti nei prossimi giorni sarà messa tra le importanti. E' stata una delle più complete discussioni che ho visto in questa sezione, generalista, fondamentale per l'epoca, ha coinvolto e toccato tutti, ma proprio tutti. Rimane quanto detto in post precedenti che queste discussioni, a meno di fare i salti mortali e carpiati ogni giorno e momento, funzionano se gli attori di altre monetazioni e zecche geografiche collaborano, se c'è coralità, intesa, lavoro di gruppo, empatie, alcuni che ringrazio sono stati grandi collaboratori ed attori, molti di zecche tra l'altro fondamentali totalmente assenti e la discussione con 9 pagine a oggi non passava inosservata di certo. Non voglio colpevolizzare, nè rimproverare alcuno, mi piacerebbe e piacerebbe anche ad altri che invece hanno partecipato sapere se c'è qualche problema ostativo di cui noi non siamo a conoscenza, se ci fosse, sarebbe giusto saperlo. Che questa non sia più una vera sezione generalista lo abbiamo capito, ci sono monetazioni importanti in altre sezioni, gli utenti sono concentrati lì, ma ciò non toglie e ne parlai tempo fa anche con dei curatori del forum che quando ci fosse stato un contributo comune con altre realtà, un aiuto, un parere per una maggiore e migliore completezza di informazione era un atto dovuto e che sarebbe stato dato. In futuro ritengo che in una sezione come è oggi questa si possa tornare a parlare realisticamente di qualche moneta, raccontare qualche storia, una discussione come quella dei grossi oggi non la vedo, il Milano chiama Genova, il Genova chiama Firenze, il Firenze chiama Lucca oggi non lo vedo.....in futuro vedremo. Ultimo, ma non l'ultimo, credo che si debba tornare a divulgare con semplicità, pacatezza, amicizia, cordialità, molti utenti chiedono questo e i toni alti, le sfide tra autori devono trovare spazio in altri ambiti, o personali o contributi scritti, difficile convincere uno sul forum, l'ho visto poche volte. Spensieratezza, allegria, anche incoscienza questo era il forum di quando iniziai e tanti che ora ci sono o non ci sono più ricordano, ecco vorrei che si tornasse a questo, divulgare anche divertendoci , amichevolmente. Ieri in un'altra sezione ho fatto un post che mi sembrava bello, pacato, chiedevo di abbassare i toni, di evitare le risse mediatiche, la gente legge e non apprezza questo, se ne sono viste diverse ultimamente ( inspiegabilmente Francesco mi ha parlato di ripuliture di post, il mio che però potete trovare qui poco sopra quasi un clone dove si parla di Messerano, non è stato ripulito, non c'è proprio più, è stato tolto tutto e non credo e non ritengo di aver detto nulla di sconveniente, anzi ). Ecco anche queste cose non sono belle e positive, si cerca di avere un forum dove tutti si possano trovare a loro agio, una grande famiglia, più unita, ma anche questo non va bene.....va in un'altra direzione.... Scusatemi, vi avrò annoiato, però in compenso per alcuni giorni non parteciperò più alla vita del forum......ne parleremo eventualmente a tempo debito, Mario1 punto
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@@Il collezionista Visto che nessun altro si sbilancia, potresti forse provare a fare foto con diversa illuminazione1 punto
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Il secondo potrebbe essere un peso per 2 dirhem d'argento. Vale sempre la riserva della lettura della scritta. Pesi simili sono pubblicati in Flinders Petrie "Glass stamps and weights" Londra 1974. Saluti Gzav1 punto
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1) si va bene questo materiale 2) non sono male come vassoi anche se non sono propriamente in velluto ma bensi realizzati da una struttura di materiale plastico sulla quale sono state incollate delle fibre naturali, dipende da che monete vai ad appoggiarci sopra, se il valore è contenuto possono andare bene, per monete importanti meglio quelli in legno rivestiti da tessuto di velluto di puro cotone o di seta. 3) per il mio gusto personale a questa carta vellutata preferisco una carta varese la trovo più elegante o in alternativa un qualsiasi tessuto in puro cotone, comunque se a te piace puoi usarla tranquillamente.1 punto
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Arisegue: Libro 3° - Geografia della Grecia, dai primordi sino al tempo di Alessandro 3° il Grande L’Ellade, o Grecia classica è una penisola non eccessivamente grande, limitata a Nord dal Monte Olimpo, dalle montagne Combuniane e tracciando una ipotetica linea, verso Ovest, dal Promontorio Acrocerauniano; ad Ovest dal mare Adriatico o Golfo Ionico; a Sud dal Mediterraneo e ad Est dal Mare Egeo La lunghezza massima, da Nord a Sud, tra le montagne Combuniane e capo Tenaro è di ca. 250 miglia, mentre la massima larghezza, tra il promontorio Acrocerauniano e la montagna del Peneus, o meglio tra la costa della Acarnania e Maratona nell’Attica è di circa 180 miglia. La superficie del paese è stata stimata in 35.000 miglia quadrate che rappresenta poco meno della superficie occupata dal Portogallo. La caratteristiche geografiche che contraddistinguono la penisola Ellenica sono: la presenza di numerose montagne e l’esteso sviluppo delle sue coste. Numerose baie incidono profondamente la costa mentre lunghi e stretti promontori si proiettano ovunque nel mare dando origine ad una quantità di costa tale che non ha riscontro in nessun altro paese del Sud Europa. Molti sono i porti eccellenti ed il mare non presenta soverchi pericoli, oltretutto appena oltre la costa si trovano numerose isole, molto fertili e di inaudita bellezza; la natura a fatto di tutto perché la gente di qui scegliesse la via del mare e coltivasse le arti proprie della navigazione. La comunicazione tra le varie parti del paese è più breve e più facile per via mare che non attraverso la terra emersa che è qui ricca di catene montagnose che si intersecano tra loro in tutte le direzioni e che sono per lo più elevate e scoscese, superabili solo attraverso pochi passi spesso in inverno bloccati per la neve. Il sistema montagnoso della Grecia lo si può considerare come una ramificazione della grande catena delle Alpi Europee, poco ad Occidente del 21° di latitudine Est da Greenwich le alpi Albanesi proiettano uno sperone che sotto i nomi di: Scardus, Pindus, Corax, Taphiannus, Panachäicus, Lampoea, Pholoë, Parrhasius e Täygetus corrono in direzione appena ad Est del 42° parallelo Sud, verso il promontorio del Taenarum. Da questa grande catena longitudinale si dipartono, a breve intervallo e dalla parte opposta, tutta una serie di ramificazioni laterali che seguono la latitudine generale, da cui ancora si dipartono altre derivazioni trasversali che seguono il corso della catena principale, o spinale della regione e che punta verso Sud Est. Le catene latitudinali vanno a costituire importanti suddivisioni del territorio tra il Pindus e l’Egeo e da qui si dipartono in successione: il Cambuniano e l’Olimpo che costituiscono il limite Nord della Grecia Classica L’allinemento dell’Othris che separa la Tessaglia da Malis e Doris L’allinemento del Parnaso, Helion, Cithaeron e Parnes che partendo da Delphi terminano nel promontorio Rhamnusiano, opposto all’Eubea e che costituiscono la parte orientale dell’aspra barriera tra Beozia ed Attica. Carattere simile presentano, dalla parte opposta il monte Lingus, nel Nord dell’Epiro che si staglia verso Ovest dal Pindus, in un punto esattamente opposto al Cambuniano, assieme al Monte Tymphrestus nel Nord ed il Monte Bonius, nel centro dell’Etolia. Nel Peloponneso, la catena principale che ad Occidente corre da Rhium a Taenearum vede il Monte Scollis dividere l’Achea dall’Elide ed il Monte Elaenon separare l’Elide dalla Messenia; ad Oriente invece le ramificazioni laterali, in particolare quella che comprende i rilievi dell’ Erymantus, Aroania e Cylene divide l’Achea dall’Arcadia e prolungandosi poi sino al promontorio Scylleano, nell’Argolide dove il Monte Parthenion separa la stessa Argolide dalla Laconia. Tra le catene longitudinali secondarie, quelle che meritano menzione sono quelle di Pelion e di Ossa che terminano ad Est, nella Tessaglia mentre quella che comprende: Pentelico, Hymettus ed Anhydrus ha fine in Attica e quella di Parnon, nel Peloponneso, si estende da Tegaea a Malea. Nella Grecia le catene montuose occupano tanta gran parte dell’area che ben poco spazio rimane per le pianure ed il terreno pianeggiante acquista pregio ancor maggiore proprio in virtù della sua scarsità. La maggior parte della Tessaglia è una vasta pianura, circondata dalle montagne e bagnata da un unico corso d’acqua: Il Pineus; nella Beotia si trovano due vaste pianure una delle quali è paludosa: la Palude del Cephissus la maggior parte della quale è occupata dal lago Copaïs e l’altra è la piana di Aropus al limite della quale si trovano: Thebe, Thespiae e Platea. L’Attica di pianure può vantarne tre: Quella di Eleusi, che prende nome dalla città, quella di Atene, anch’essa deve il suo nome alla celebre città e quella di Maratona. Nell’Ovest e nel Sud del Peloponneso si trovano, dalla parte opposta del fiume Pesseus,il bassopiano di Cava Elis; vicino al monte Pamisus quello di Macaria ed all’imbocco dell’Eurotas, quello di Helos mentre nella regione centrale si trova l’altipiano che comprende: Tegea, Mantinea, Pheneus ed Orchomene. Il Peloponneso Orientale vanta la fertile pianura alluvionale di Argos, bagnata dai fiumi: Chimarrhus,Erasimus, Phrixus, Charadrus ed Inachus. In Grecia si trovano numerosi fiumi tuttavia con esigua portata d’acqua tanto che la maggior parte di essi, in inverno, può essere considerata poco più di un torrente ed in estate non è raro che il flusso d’acqua si interrompa completamente. I soli corsi d’acqua di un certo rilievo sono: l’Acheolo, che scorre in Epiro e divide l’Aetolia dall’Acarniana; al Nord il Peneus che irriga la maggior parte della piana della Tessaglia e l’Alphaeus le cui acque bagnano Olimpia. Tra i corsi d’acqua di minore importanza ricordiamo: Thyamis, Oropus ed Arachthus nell’Epiro; L’Evenus ed il Daphnus in Aetolia; lo Spercheius nel Malis; il Cephissus e l’Asopus in Beotia; il Peneus, Pamisus, Eurotas e l’Inachus nel Peloponneso. Caratteristica peculiare dei fiumi della Grecia è quella di scomparire in passaggi sotterranei; le rocce calcaree sono piene di caverne e nel piano si trovano spesso bacini chiusi che non presentano emissario tuttavia le acque defluiscono al mare attraverso canali sotterranei: a volte individuabili, spesso presunti. Esempi di vie d’uscita individuabili sono quelle lasciate dal Cephissus, in uscita dal lago Copïas, nella Beotia e quelli da cui le acque in eccesso fuoriescono dalla maggior parte dei laghi del Peloponneso. Canali non individuabili si crede siano quelli che operano lo scarico alle acque dei laghi: Helice e Trephia, sempre nella Beotia. La Grecia è ricca anche di specchi lacustri, non molto grandi invero, il maggiore è quello di Copïas la cui superficie è stata stimata in 41 miglia quadrate; il secondo in ordine di grandezza è probabilmente il Boebis che si trova nella Tessaglia e si forma per effetto delle acque in eccesso del fiume Peneus; a questi si deve aggiungere il lago Pambotis, nell’Epirpo, sulla cui sponda meridionale sorge l’oracolo di Dodona; i laghi Trichonis e Conopé, in Aetolia, tra l’Evenus e l’Acheolus; il lago Nessonis, vicino al lago Boetis, sempre in Tessagia; i piccoli laghetti di Hylice e Trephia ed i laghi dell’Arcadia: Pheneus, Stymphalus, Orchomenus, Mantinaea e Tegea. Le isole al largo della Grecia sono numerose ed importanti, la principale è l’Eubea che forma una grande barriera frangiflutti naturale che interessa l’intera costa orientale dell’Attica, della Beotia e della Locride estendendosi per oltre 100 miglia e con una profondità media di 15 miglia. Di gran lunga inferiore come dimensioni; ma non meno importante è Corcyra che si colloca all’estremità opposta della penisola e che ha una lunghezza di circa 40 miglia per una profondità variabile tra le 5 e le 15 miglia. Oltre queste, di fronte alla costa occidentale troviamo: Paxos; Leucas o Leucadia; Ithaca; Cephallenia o Zacyntus ( oggi Zante) mentre a Meridione si collocano: Cenussae e Cythera e ad Oriente: Tiparenus; Hydria; Calauria; Aegina; Salamis; Cytnus; Ceos; Helene; Andros; Scyros; Peparetus; Halonnesus e Sciathus. A Sud Est delle coste dell’Eubea e dell’Attica si trovano le Cicladi e le Sporadi che si estendono in una serie continua, simili alle pietre di un guado, attraverso il Mare Egeo sino all’Asia. Dalla parte opposta, da Corcyra e dal Promontorio Acrocerauniano è possibile vedere, nelle giornate serene, le coste dell’Italia. Per consuetudine il territorio della Grecia viene diviso in: Nord; Centro e Sud. La Grecia del Nord si estende dall’estremità settentrionale sino al punto ove le coste Orientali ed Occidentali trovano i Golfi di: Malis ed Ambracia o Actium, rispettivamente. La Grecia Centrale ha inizio da questo punto e si spinge sino all’Istmo di Corinto mentre la Grecia Meridionale si identifica con il Peloponneso. La Grecia del Nord, ab antiquo, era composta da due paesi più importanti: Tessaglia ed Epiro, separati tra loro dalla catena del Pindo. Oltre questi si trovavano, nella parte Orientale della barriera montana: Magnesia ed Achea Phthiotis e nella parte montagnosa, a metà strada tra i due golfi (Malis ed Ambracia) c’era Dolopia o paese dei Dolopi. La Tessaglia è il paese più vasto e più fertile di tutta la Grecia e si identifica con il bacino del Peneus; ha forma grosso modo circolare con un diametro di circa 70 miglia ed è circondata dalle montagne che le fanno corona e da esse discendono numerosi rivoli d’acqua che la irrigano e vanno poi a confluire nel Peneus che dopo averle raccolte le porta al mare passando da una singola gola che si dice, sia stata originata da un grande terremoto. La Tessaglia a sua volta è divisa in quattro province: Perrhaebia che si trova a Nord lungo le pendici dell’Olimpo e del Cambuniano Histiaeotis, posto verso Occidente, si adagia lungo i fianchi del Pindus e lungo il corso superiore del Peneus. Thessaliotis è a Sud, al confine con l’Achea Phthiotis e Delopia Palasgiotis è ad Oriente tra l’Enipeus e Magnesia. Nella Perrhaebia le città più importanti erano: Gonni e Phalanna; nella Histiaeotis: Gomphi e Tricca; Cierum e Pharsalo nella Tessaliotis mentre nella Palasgiotis si distinguevano: Larissa e Pherae. L’altro importante territorio: l’Epiro era più vasto della Tessaglia e la sua forma somigliava ad un quadrato oblungo; da Nord a Sud misurava circa 70 miglia per una larghezza di circa 55 miglia. L’Epiro è zona montagnosa, con rilievi elevati intervallati da strette valli solcate dal corso di numerosi fiumi. Anche questo territorio era suddiviso ad Oriente dalla provincia di Molossis le cui città di maggior rilievo erano: Dodona ed Ambracia; a Nord Ovest si trovava la provincia Chaonica con le tre importanti città di: Phoenice, Butrotum e Cestia; a Sud Ovest la Thesprotia con i siti di Paudosia, Cassope e nell’ultimo periodo, anche Nicopolis. Durante il periodo storico l’Epiro era in realtà da considerarsi più illirico che Greco. Magnesia ed Achaea Phthiotis sono spesso riportate come parte della Tessaglia; ma in tempi recenti, a buon diritto, costituiscono distretti a sé stanti. Magnesia era il tratto costiero tra il monte Pesseus ed il Golfo di Pagasean e comprendeva le due connesse derivazioni di Ossa e Pelion con il territorio immediatamente alla loro base; lunga ca. 75 miglia era larga da 10 a 15 miglia. Le città più importanti, poste sulla costa Orientale erano: Mirae; Meliboea; Casthanaea, nel golfo di Pagasaan si trovava Iolcus e nell’interno, vicino al lago Boebeü, c’era Boebe. Achaea Phthiotis era il territorio che si trovava immediatamente a Sud della Tessaglia e che si estendeva tra il golfo di Pagasean nell’Est sino alla parte del Pindus abitata dai Dolopi. La regione aveva forma pressochè quadrata ogni lato a misura di circa 30 miglia ed era costituita dal monte Othris con il territorio che si estende alla sua base. Le città più rimarchevoli erano: Halos, Thebae, Phthiontide, Itonus, Melitaea, Lamia e Xiniae sulle sponde dell’omonimo lago. Delopia, o paese dei Delopi, comprendeva parte di una derivazione del Pindus, assieme alla parte più Occidentale dell’Othrys e le vallate superiori solcate da corsi d’acqua che poi confluiscono nell’Acheolo; nella fattispecie si trattava di un corridoio, molto accidentato e montagnoso, lungo non più di 40 miglia e stretto 15 miglia. Nella Grecia centrale, ovvero nel territorio compreso tra la Grecia del Nord ed il Peloponneso si trovavano all’epoca ben undici paesi: Acarnania; Aetolia; Locride Occidentale; Aeniania; Doris; Malis; Locride Orientale; Phocis, Boeotia, Attica e Megaris. Acarniana: è il territorio più ad Occidente, ha forma triangolare ed è limitato a Nord dal Golfo Ambraciano, ad Est dall’Acheolus ed a Sud Ovest dal Mare Adriatico; i lati del triangolo misurano rispettivamente: 50; 35 e 30 miglia; le città più importanti erano: Anaetorium, Solium, Astacus e Cenidae. Aetolia: Confina ad Est con l’Acarniana e si estende verso Oriente sino all’Aeniana e Doris; a Nord il suo confine è segnato dalla Dolipia ed a Sud dal Golfo di Corinto; come dimensione era circa il doppio dell’Acarniana e la sua area era di gran lunga superiore ad ogni altro paese sito in quest’area dell’Ellade. Di struttura prevalentemente montagnosa, pure tuttavia conteneva una zona piana ed una paludosa tra lo sbocco al mare dell’Evenus e quello dell’Acheolus, possedeva inoltre, al Nord una vasta zona pianeggiante ove si trovavano due grandi laghi: il Conopè ed il Trichonus. Tra le città di maggior rilievo giova ricordare: Pleuron; Calydon e Thermon. Locride Occidentale, ovvero il paese dei Locri Ozolae si trovava sulla costa del Golfo di Corinto, appena ad Est dell’Aetolia e si estendeva, lungo la costa per ca. 37 miglia mentre penetrava all’interno per una profondità variabile da due a 23 miglia; tra le città più rimarchevoli annoveriamo: Naupactus, sulla costa ed Amphissa all’interno. Aeniana od Aetea, come veniva a volte chiamata, si trova anch’essa ad Oriente dell’Aetolia; ma un po’ più a Nord, dove raggiunge il confine meridionale della Locride; l’Aeniana era separata dall’Aetolia dalla continuazione, verso Sud, del Pindus ed era confinante a Nord con l’Otrys ed a Sud con il Ceta venendo così a trovarsi sul corso superiore del fiume Spercheius. Il paese ha forma ovale con il lato lungo di ca. 26 miglia e quello corto di ca. 12 miglia; la città di maggior risalto era Hypata. Doris si trova tra l’Aeniana e la Locride Occidentale; è questo un piccolo ed accidentato distretto inserito tra i monti del Parnassus e del Collidromus sul corso superiore del fiume Pindus, un tributario del beotico Cephissus; è lungo circa 17 miglia per una ampiezza di 10 miglia e vanta quattro importanti città: Pindus; Erineus; Boeum e Cytinium e proprio per questo era più nota come: Tetrapolis Doriana. Malis si trova a Nord di Doris, a Sud di Achaea Phtiotis e ad Est dell’Aeniania; è ancor più piccola di Doris, cui somiglia nella forma. In lunghezza misura circa 15 miglia mentre la larghezza si assesta sulle otto miglia; le città più note all’epoca erano: Anticyra e Trachis e nell’ultimo periodo anche Heraclea. All’estremità occidentale di Malis, tra le montagne ed il mare si trova il passo delle Termopili. La Locride Orientale si pone dopo Malis, lungo la costa dell’Epiro o canale dell’Eubea; il paese era politicamente diviso in due parti: Epicnemidia ed Opuntia che nellultimo periodo risultavano separate da una piccola striscia di terra nota come: prolungamento al Phocis. Epicnemidia si estende per circa 17 miglia dalla vicina Thermopylae sino a Daphnus e la sua larghezza media è di ca. otto miglia; la città principe era Cnemides. Opuntia si allunga da Alope ad oltre il monte di Cephissus, una distanza di circa 26 miglia e la sua larghezza era più o meno eguale a quella di Epicnemidia. Il nome del compartimento deriva dalla sua più importante città: Opus. Phocis: Si estendeva dalla Locride Orientale: a Nord, sino al Golfo di Corinto: a Sud; ad Occidente era confinante con la Doris e la Locride Occidentale mentre ad Est era in contatto con la Beotia; la sua forma era pressochè quadrata con il lato più lungo valutato in ca. 25 miglia e quello più breve in ca. 20 miglia. La parte centrale della regione e quella meridionale sono montagnose; ma lungo il corso del Cephissus e dei suoi affluenti si trovano parecchie fertili pianure. La capitale era Delphi, sita nella piana a Sud del monte Parnassus; altre città importanti erano: Eletaea; Parapotamii; Panoppaeus; Abae, famosa per il suo tempio ed Hyampolis La Beotia era oltre tre volte più estesa della Phocis; lunga ca. 50 miglia era larga mediamente 23 miglia ed il suo territorio era per lo più pianeggiante e ricco di acquitrini anche se conteneva, a Sud la catena montuosa dell’Helicon e nella parte più orientale del paese, le colline note come: Ptoüs; Messapius; Nypatus e Teumessus. Il lago Copaïs copriva un’area di ca. 41 miglia quadrate ovvero 1/13° dell’intera area; ci sono, nel paese altri due piccoli laghi tra il Copaïs ed il mare prospiciente l’Eubea chiamati rispettivamente: Hylice e Trespia. I fiumi più importanti della Beotia sono, oltre il Cephissus che entra dalla Phocis, l’Asopus, il Termessus, il Thespius e l’Oёroё. La Beotia era nell’antichità nota per il numero e la grandezza delle sue città, Thebe tra tutte; ma di non secondaria importanza: Orchomenus; Thespiae; Tanagra; Coronaea; Lebadeia; Haliartus; Cheronea; Leuctra e Copae. L’Attica si identificava con il promontorio, o penisola che si proietta dalla Beotia verso Sud Est, la sua lunghezza, misurata da Cithaeron a Sunium era di 70 miglia e la sua maggiore larghezza, da Munychia a Ramnus, di ca. 30 miglia. L’area dell’Attica è stata valutata in 720 miglia quadrate ovvero 14 circa meno della Beotia. La caratteristica dell’Attica è quella di una regione montagnosa e poco fertile, al Nord le catene montuose di Cithaeron; Parnes e Phelleus formano una linea continua che corre da Est ad Ovest e da questa sequenza discendono tre speroni uno dei quali, noto come Kerata divide l’Attica dal Magarit; un altro, chiamato Aegaleos, separa l’Eleisian dalla piana di Atene ed il terzo, chiamato nel Nord: Pentelicus, corre dal Parnes, attraverso Delecea e Maratona, sino a Capo Zoster, al centro si trova Hymettus ed a Sud, nella costa. Anhydrus. A parte Atene non sembra che le rimanenti città dell’Attica abbiano goduto di una qualche rinomanza; i fiumi che solcano il territorio: i due Cephissuses, l’Ilissus, l’Erasimus ed il Charadus sono da considerarsi poco più che torrenti. Megaris si congiunge all’Attica da Ovest ed occupa la parte Nord dell’Istmus andando ad unire la Grecia Centrale con il Peloponneso; tra tutti i paesi della Grecia centrale è il più piccolo, fatta eccezione di Doris e Malis; la sua lunghezza è di 14 miglia contro le 11 miglia di larghezza con una superficie inferiore a 150 miglia quadrate; una sola città è di una qualche importanza: Megara, per i suoi due porti: Nisaea e Pegae.La Grecia del Sud o Peloponneso ha anch’essa undici province, vale a dire: Corinto; Sicyon; Achaea; Elis; Arcadia; Messena; Laconia; Argolis; Epidauria; Troezenia ed Hermionis. Il territorio di Corinto è adiacente a Megaris ed include nel suo territorio larghe parti dell’Isthmus assieme a fasce, spesso di larga ampiezza, del Peloponneso; la lunghezza è di ca. 25 miglia mentre è larga poco più di 23 miglia; di forma estremamente irregolare la sua area viene valutata in non più di 230 miglia quadrate e la sola città che riveste una certa importanza è Corinto, la capitale che si affaccia, con un porto: Lechaeum sul Golfo di Corinto e con l’altro: Cenchreae; sul Golfo di Saronicco. Sicyon o Sicyonia è adiacente a Corinto, verso Occidente; giace lungo la costa del Golfo di Corinto per circa 15 miglia e si estende all’interno per altre 12 o 13 miglia; una sola città è di una qualche importanza: Sicyon. Achaea: si trova vicino a Sicyonia e larga circa 15 miglia, s’allunga sulla costa per circa 65 miglia, l’area è valutata in ca. 650 miglia quadrate; nel territorio si contano ben 12 importanti città tra cui primeggiano: Dymé; Petrae, oggi Petras e Pellene. Elide: situata sulla costa Occidentale del Peloponneso si estende dalla foce del Laurisus a quella del Neda per una distanza di 57 miglia ed all’interno raggiunge, dopo 25 miglia, le pendici dell’Erymantus, Tra i paesi della Grecia è quello che presenta minori asperità contenendo larghi tratti pianeggianti lungo la costa e qualche estesa vallata lungo il corso del Peneus, dell’Alpheus e del fiume Neda. Le città più importanti erano: Elis, sul Peneus; Cyllene con il suo porto, sul golfo omonimo; Olimpia e Pisa sull’Alpheus ed in ultimo: Lepreum nel sud dell’Elis o Triphyla. Arcadia: Era il paese montagnoso situato nel centro: la Svizzera del Peloponneso e si estendeva dalle catene montagnose dell’Erimantus, Aroania e Cyllene, nel Nord sino alle sorgenti dell’Alpheus verso Sud; una distanza di circa 60 miglia per una larghezza media di 40 miglia;L’area era valutabile in 1.700 miglia quadrate. Il paese è per lo più interessato da un altopiano i cui fiumi, eccetto verso Ovest e Sud Ovest, sono assorbiti dal terreno e non presentano uno sbocco apparente verso la marina. Alti pianori e piccoli laghi sono numerosi; ma la maggior parte dell’area è occupata dalle montagne e da strette; ma fertili pianure. Le città di maggior rilievo erano: Mantinea; Tegea; Orcomenus; Pheneus; Heraea; Psophis e nell’ultimo periodo: Megalopolis. Messenia era a Sud di Elis e ad Ovest dell’Arcadia ed occupava il più occidentale dei tre promontori in cui è diviso il Peloponneso e da questo circondava il golfo sino al promontorio centrale ed alla foce del Choerius. La sua lunghezza, da Neda al promontorio di Acritas era di 55 miglia mentre la larghezza massima, tra la Laconia e la costa Occidentale era di 37 miglia per una superficie totale di 1.160 miglia quadrate. La maggior parte del paese è montagnosa; ma lungo il corso del Pamisus si trovano vaste pianure e l’intero territorio è fertile. Inizialmente la capitale era Stenyclarus, di poi fu Messene che si trova sul fianco Occidentale del monte Ithome; altre città di una certa importanza furono:Eira, nella Neda superiore; Pylus, oggi Navarino, e Methone, oggi Modon, a Sud di Pylus. La Laconia è situata sugli altri due promontori del Peloponneso ed occupa anche una considerevole fascia di terra a Nord; la sua maggiore estensione, tra l’Argolide ed il promontorio di Malea è più o meno di 80 miglia mentre la larghezza è valutabile in 50 miglia e la superficie raggiunge le 1.900 miglia quadrate. Il paese è essenzialmente costituito da un’unica vallata, piuttosto stretta: la valle dell’Eurotas, racchiusa tra due alte catene montuose: la catena del Parnon e quella del Taїgetus, da qui nasce l’espressione: “Incavata Lacedemonia” Sparta era la capitale del paese e si trovava nell’interno, a ca. 20 miglia dal mare; altre città della stessa importanza non ce n’erano; ma ci piace ricordare: Gythium e Thyrea sulla costa e Sellasia, nella valle dell’Aenus. Argolide: è il termine solitamente dato al territorio che si proietta verso Est dall’ Achaea e dall’Arcadia con l’eccezione del piccolo territorio di Corinto, tuttavia il termine viene qui usato in senso lato. L’Argolide classica confinava con la Sicyonia e la Corinthia a Nord: con Epidaurus ad Est; con la Cynuria, parte della Lacinia, a Sud e con l’Arcadia ad Ovest. La distanza maggiore, da Nord a Sud, era di ca. 30 miglia e da Est ad Ovest di ca. 31 miglia e l’intera area non superava le 700 miglia quadrate. Come il resto del Peloponneso, il paese era prevalentemente montagnoso anche se al suo interno aveva ampia e ricca pianura in testa al Golfo dell’Argolide. La capitale in un primo tempo fu Miycenae, poi Argos con il suo porto Nauplia; altre città importanti erano: Phius, Cleonae; Tiryns. Epidauria si trovava ad Est dell’Argolide ed a Sud della Corinthia; la sua lunghezza, da Nord a Sud era di 23 miglia per un profondità di ca. 8 miglia. Una sola città era degna di nota: Epidauro che era anche la capitale La Troezenia era adiacente all’Epidauria, nel Sud Est e comprendeva la metà Nord Orientale del promontorio dell’Argolide assieme alla rocciosa penisola di Methana; lunga 19 miglia aveva una profondità di ca. 9 miglia; sul suo territorio insistevano due importanti città: Troezen e Methana. Hermionis giaceva a fianco dell’Epidauria, dalla parte Nord e della Troezenia da Est; costituiva la punta più occidentale della penisola dell’Argolide; come dimensione era più o meno simile alla Troezenia; ma al contrario aveva una sola città degna di nota: Hermione. Oltre le isole litoranee della Grecia, di cui già ho parlato, va detto che ve ne sono altre che punteggiano l’Egeo e più in particolare : Nell’Egeo Settentrinale si trovano: Lemnos, Imbrus; Thasos e Samotracia. Nell’Egeo Centrale: Andros; Ceos e Cythnus che possono dirsi litoranee; Thenus; Syros, Gyarus; Delos; Miconus; Naxos; Piros; Siphnus; Melos; Thera; Amorgus ecc… Nell’Egeo Meridionale si trova infine: Creta, questa isola, di notevole dimensione rispetto alle altre, si estende da Ovest verso Oriente per circa 150 miglia ed è larga circa 15 miglia; l’intera area supera le 2.000 miglia quadrate: Le città più importanti erano all’epoca: Cydonia e Gnossus sulla costa Nord e Gortyna nell’interno; l’intera isola è montagnosa; ma fertile. Con la segreta speranza che quanto sopra possa giovare ad una maggiore conoscenza nonno cesare vi augura una buona serata1 punto
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Ma no. Si fa così'. Fantapolitica (ma non troppo): 1) Arka si iscrive in quel partito che lavora soprattutto in rete ( e ci siamo capìti !) 2) i forumisti, alla spicciolata e senza dare troppo nell'occhio, si iscrivono anche loro; 3) alle prossime consultazioni in rete per le elezioni politiche, votiamo tutti per Arka; 4) Arka si candida e con una manciata di voti viene eletto; 5) appena eletto, Arka litiga con il guru e confluisce nel gruppo misto; 6) Arka tratta di volta in volta. Saluti @@Arka1 punto
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Ricordiamo a tutti gli utenti che: 1) In Italia, ai sensi della normativa vigente, è vietata ai privati la ricerca di cose di interesse archeologico, incluse le monete antiche, con qualunque mezzo incluso il metal detector, in qualunque luogo indipendentemente dal fatto che si tratti di zona archeologica. 2) Qualunque ritrovamento fortuito di cose di interesse archeologico deve essere segnalato entro 24 ore alle autorità competenti (Carabinieri, Soprintendenza per i Beni Culturali, Comuni ecc.) 3) Ad eccezione di quanto specificato al punto 1) sopra, l'uso del metal detector è totalmente legittimo, purchè si abbia il consenso del proprietario del fondo dove si effettua la ricerca e con l'esclusione di casi particolari quali ad esempio, ovviamente, le zone archeologiche. il MD non è vietato in Italia ed è quindi di libera vendita, ma il suo impiego in zone archeologiche o per la ricerca mirata, anche in zone non archeologiche, di monete in particolare e di materiale archeologico in generale, è severamente vietato dalla legge. La ricerca in terreni di proprietà privata (non ricadenti in zone archeologiche) è ammessa previa autorizzazione del proprietario del fondo. La ricerca lungo i litorali e le spiagge, da alcuni anni molto in voga a quanto pare, viene svolta senza particolari permessi (sarebbe comunque consigliata la richiesta alla competente Capitaneria di Portodell'autorizzazione alla ricerca, indicando gli ambiti geografici della ricerca). Cosa accade se, fortuitamente, il MD porta alla luce una moneta che ha più 50 anni? La legge dice che deve essere data tempestivamente comunicazione all'Autorità, la quale dovrà valutare se il ritrovamento possa rivestire lo status di "beme culturale". Il ritrovamento potrà essere anche rimosso dalla sua sede di rinvenimento, se è necessario metterlo in sicurezza; altrimenti va lasciato dov'è. Se lo si rimuove, occorrerà annotarsi il punto, la profondità e tutto ciò che potrà essere utile a ricondurre al luogo di ritrovamento l'oggetto rinvenuto. La ricerca con il MD ha già ottenuto da alcuni enti territoriali una regolamentazione; si consiglia di informarsi presso le apposite sedi della vostra regione. Il nostro forum lamoneta è un forum di numismatica. Quando qualcuno di noi, attraverso un intervento, viola anche involontariamente la legge, non crea problemi solo a se stesso ma anche a chi ha la responsabilità del forum, cioè al suo (ai suoi) amministratore/ri. Accostare su questo forum il MD all'identificazione di monete, o arrivare magari anche a postare messaggi nei quali si dichiara esplicitamente di aver ritrovato una moneta sottoterra grazie al MD, costituisce un potenziale serio pregiudizio non solo per chi posta questi messaggi ma anche per chi ha la responsabilità del forum. Invitiamo pertanto tutti gli utenti ad uno scrupoloso rispetto di tale normativa.1 punto
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