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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/15/14 in Risposte

  1. NUMISNAPOLI Ritorna il convegno numismatico a Napoli! Venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 settembre 2014. Hotel Terme di Agnano, via Agnano Astroni, 24 80125 Napoli Ampia sala, ambiente confortevole ed ampio parcheggio custodito. Per info: circolopartenopeo(chiocciola)libero.it ci trovate anche su Facebook in CIRCOLO NUMISMATICO PARTENOPEO Finalmente amici! Siamo lieti di annunciare che il 26, 27 e 28 settembre ci sarà il convegno numismatico a Napoli organizzato dal nascente Circolo Numismatico Partenopeo, l'ultimo organizzato in questa città risale, ahimè, a circa otto anni fà. Abbiamo scelto come location una struttura alberghiera - termale situata a circa 500 metri dall'uscita AGNANO della tangenziale di Napoli, la scelta di questo luogo è stata dettata dalla necessità di evitare ai visitatori i soliti problemi di viabilità e sosta urbana. http://www.termediagnano.it/hotel.html Abbiamo verificato nel calendario eventi e nel periodo da noi scelto non ci sono analoghe manifestazioni, questo per evitare sovrapposizioni e malcontento. Per chi verrà in auto sarà comodissimo, chi vorrà venire invece in aereo o in treno verrà informato in questa sede sugli orari dei collegamenti e varie. La struttura è ubicata in un'area storicamente famosa e lontana dal caos cittadino, con un parcheggio interno custudito di 250 posti auto ed una sala dedicata agli espositori di circa 300 mq., ampi saloni attigui ed un ampio spazio esterno alla sala. L'hotel terme di Agnano offre discrete camere a prezzi accessibilissimi. La sala ospiterà circa 35 espositori tra numismatici, editori numismatici e case d'aste e sarà un convegno improntato sulla qualità, non mancheranno nomi importanti (agli inizi di settembre saremo in grado di postare una lista dei commercianti partecipanti) e nell'occasione sarà offerto un piccolo rinfresco-buffet dal Circolo Numismatico Partenopeo. Mi rivolgo ora all'amministratore @@Reficul e @@Giovanna per comunicare che desideriamo in quell'occasione creare un luogo di incontro per noi utenti Lamoneta e se reficul ha a disposizione qualche locandina o gigantografia pubblicitaria del forum potremo esporla a titolo gratuito nella sala e all'esterno, un po' di pubblicità per il nostro forum fa sempre bene. Ci auguriamo che sia un successo e faremo del nostro meglio affinchè tutto proceda nel migliore dei modi! Siete tutti invitati! .......... Ingresso gratuito ovviamente. Un grazie a tutti per l'attenzione.
    5 punti
  2. Ciao a tutti ecco un piccolo esagono, le foto son fatte male, ho perso la brillantezza per strada!! la moneta è molto bella in mano, le foto ahimè non le rendono la metà del fascino che ha ;D, bordo con lievissime tracce di rigatura Buona visione.
    3 punti
  3. Ti ringrazio per la precisazione. Da qui risulta innegabilmente che a lanciano è stata concessa la possibilità di coniare moneta. Quello che a me non risulta allo stato dei fatti assodato è se la zecca sia stata o meno impiantata, se e quali monete abbia effettivamente prodotto. Non mi sembra poco. Ma magari nei prossimi tempi avrò modo di ricredermi e in quel caso, grazie a nuove ricerche potremo tutti farci una nuova opinione. Vedi, vorrei concludere con un modesto esempio. Non è perfettamente calzante, me ne rendo conto, ma può essere lo stesso indicativo. Abito in una cittadina umbra che si chiama Cascia. Se apri il corpus dell'Umbria la trovi fra le zecche riportate, pur senza indicazioni sull'attivazione della zecca o ipotesi di moneta coniata. Negli archivi esistono un'infinità di documenti, atti notarili, contratti, eccetera, che parlano di "moneta casciana" (ma sappiamo che ciò si riferisce in genere alla moneta accettata nel posto, più che invece prodotta in loco). Non è finita: esistono fonti almeno settecentesche che parlano esplicitamente di moneta casciana ed in questo caso senza equivoci. Esistono cronache locali che ne parlano e persino la descrivono. Esiste un libretto dei primi del 1900 dedicato alla zecca di Cascia, che riporta vecchie cronache e ipotesi originali dell'autore (alcune troppo fantasiose). Eppure non esiste un documento che parli della zecca, della sua collocazione, delle spese per il suo impianto e i contratti dei lavoranti. In più, last but not least, non si è mai trovata una di queste benedette eppure ben descritte monete locali. C'era un signore che diceva di averne una, ma nessuno l'ha mai vista. Storici locali insistono, mostrandosi convinti dell'esistenza. Come concluderebbe qualsiasi numismatico serio e scrupoloso? Direbbe forse che sarebbe bello trovare prove dell'esistenza, ma che allo stato dei fatti la zecca non è esistita perché mancano le prove. Che ne dici?
    3 punti
  4. Ciao Nicola, è una delle prime emissioni in fase sperimentale di coniazione al bilanciere, l'impronta della moneta è inconfondibile, ciò è confermato anche nei documenti originali. ....... purtroppo Lanciano non c'entra davvero nulla in questa rara emissione con lo stemma civico della capitale. Tra l'altro non esiste alcun documento che cita installazioni di costosissimi bilancieri a Lanciano.
    2 punti
  5. Una moneta con lo stemma civico della città di Napoli coniata a Lanciano? Ahahah Ahahah ....... ciao amici, scusate ma ora sono fuori regione. Vi risponderò volentieri tra qualche giorno.
    2 punti
  6. Tutte le differenze che hai riscontrato sono corrette, ma hai commesso l'errore di confrontare la moneta postata da @@fero.fers , che è stata emessa nel 1838, con una moneta emessa nel 1831 che presenta un'impronta dell'effige differente. Infatti, così come avviene per lo scudo, anche lo stile dell'effige della lira nel corso degli anni subisce una modifica ad opera dell'incisore Ferraris, quindi per fare un confronto è corretto utilizzare due monete che presentino la stessa impronta. Ripeto, per me la moneta è assolutamente autentica, ma purtroppo è stata martoriata ...tanto da farle avere un "aspetto sospetto" :)
    2 punti
  7. In effetti la moneta col tempo ha assunto una patinatura non proprio uniforme...ma detto tra noi il problema non me lo pongo.. darò tempo alla moneta di completare questo processo naturalmente.. altrimenti un domani potrei sempre farle un dolce bagnetto e riportarla allo stato iniziale! Nel frattempo la lascio riposare in tutta tranquillità! :lazy:
    2 punti
  8. Quello dell'asta 42 Varesi è questo: Io vedo una C gotica (o CI in legatura (?) ) a cui e sovrapposta una A. Insomma monogramma differente ma stesse sigle.
    2 punti
  9. questa non è spazzolatura da conio
    2 punti
  10. riguardo al .. Bramante oggi ho pensato a questa cosa, spero sia di vs, gradimento.. com'è quella.. vera ufficiale ??? qui: http://www.friziodesign.it/coins19.html :-)
    2 punti
  11. Vorrei chiedervi che valore possono avere in questa conservazione...e quanto,invece,costerebbe un BB. Sono indeciso sul tenerli o meno...
    1 punto
  12. So che la conservazione è bassa ma era in un lotto e mi è costato pochi euro. Sono ben accetti i vostri pareri
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  13. Questo pezzo rappresenta una prova di ristampa su moneta d' argento da 2 lire del 1917, delle cui impronte si rilevano le tracce. R: Nel campo ,in due righe,BVONO DA L.1, con alla sinistra,stemma di Savoia coronato e ,nel basso segno di zecca,il tutto entro corona circolare d' alloro, in alto circolarmente " Esper. tecnico". Mont. 352 Pagani P.P. 268 Simonetti 154/1
    1 punto
  14. Ciao e buona domenica oggi condivido con Voi un raro marengo emesso dalla zecca di Torino per Carlo Felice nel 1824. Contorno in incuso 3 FERT tra nodi e rosette. Al D testa nuda a sinistra con le iniziali dell'autore A.L. sul taglio delo collo, attorno CAR * FELIX D* G* REX SAR* CYP * ET HIER e in basso la data Al R Stemma a cuore coronato e fregiato dal collare dell'Annunziata, il tutto tra 2 rami di quercia, attorno: DUX SAB * GENVAE ET MONTISF * PRINC * PED * & * nel basso il valore e il marchio di zecca per Torino: L in losanga e testina d'aquila. 2381 i pezzi coniati, dei quali una elevata percentuale ritirati e rifusi. La provenienza è da una antica collezione italiana ed è nella mia raccolta dal 2006. Ritengo la conservazione abbastanza inusuale per questa data, che si trova normalmente in non eccelsa qualità.
    1 punto
  15. "Prima di tutto, una rivista generalista scontenterà la maggior parte dei lettori. Ho sempre sentito lamentele, relativamente ai temi trattati..... Ciao. Si, però se poi vai a fare un prodotto troppo specialistico, lo rendi ancor più di nicchia..... Comunque il problema me l'ero posto, chiedendo al Forum se vi fosse ancora oggi in Italia uno spazio per una Rivista di numismatica generalista .......negli ultimi 20 anni l'abbiamo avuta e solo adesso sembra non essere più gradita. Sui contenuti non saprei che pensare....probabilmente se prendiamo un campione di 10 Lettori di C.N. o del GdN ci sentiremo rispondere in dieci modi diversi. Comunque non invidio Roberto ed il compito che si accinge ad assolvere....... L'unica cosa certa, che al momento si può dire, è che ci siamo giocati la Rivista. M.
    1 punto
  16. Taglio: 50 cent Nazione: Lettonia Anno: 2014 Tiratura: 25.000.000 Condizioni: SPL Città: Nizza
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  17. @@lucadesign85 Forse devo darti ragione l'ho confrontata anche con un 1843 e le differenze sono minime quindi dipese maltrattamenti e possibile anche piccole debolezze di conio. Allora ritorna la giusta ipotesi fatta da ALEALE di essere stata dorata per farla passare per un marengo o un mezzo marengo anche se il 1838 non c'è ma daltronde anche la testa rivolta a destra è sbagliata ma forse in mezzo ad un pagamento di un 100io di monete poteva passare?!
    1 punto
  18. @@acraf. Caro Alberto , ho letto che gli appunti del caro Ignazio D'arpa li hai acquisiti tu . Sono contento che i famosi raccoglitori che mi faceva osservare quanto lo andavo a trovare , sono passate in tue mai. Mi ricordo che quando si parlava di Himera , si metteva le mani tra i capelli. Non riusciva a definire mai la cronologia delle emissioni. Peccato che non fotografava quel che vedeva , anche se era abile con la grafite che passava sopra la carta umida sopra le monete , tanto da avere una specie di calco. Hai ragione che con il materiale che hai postato , ci si può creare delle cartelle da studio e per paragoni. Poiché il caro Ignazio conosceva BENE i bronzi Della Sicilia Greca. Certamente di quei calchi cartacei sono stati ripresi su monete genuine. Se aveva qualche volta un dubbio...... N'è parlava e commentava fino a raggiungere un parere definitivo. Spero tanto che sia rivalutato per i suoi genuini meriti di studioso collezionista . Mi ricordo come ora quando parlava del dispiacere (che lo porto ) all'esaurimento , per il sequestro della sua collezione. Che dopo anni di avvocati e soldoni , gli restituirono tutto ( meno una ventina di bronzi ...... I più importanti) da qui la sua rabbia inerme si ammalò . Per me è stato un maestro e mi pregiavo . Così è la vita.
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  19. la medaglia a lato è proprio quella postata precedentemente,mentre il curatore del sito ,o perlomeno chi ha scritto su Alcmeone,scrive"da un illustrazione parigina"
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  20. L'esemplare 373... dalla foto mi sembrerebbe coniata e non fusa, in particolare il rovescio coi globetti. :confused:
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  21. Riprendo questa interessante discussione e riquoto l'intervento del post nr. 4 per mostrarvi parte di questa rarissima moneta riportata dal Pannuti e Riccio al nr. 36 - dal MIR al nr. 218 e dal D'Andrea/Andreani/Perfetto al nr. 88 - sotto potete leggere la pagina del PR e un'estratto del lavoro del Prota su alcune di queste rarissime monete di prova. Qual'è il problema ? ....... che questa moneta è un senza sigla ed è riportata da Perfetto 2014 al nr. 51 del suo lavoro con attribuzione alla zecca di Lanciano.
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  22. Posto un falso d'epoca in rame della piastra del 1796 di Ferdinando IV. L'immagine è tratta dall'asta n. 55 (per corrispondenza) di 'Inasta', lotto n. 2391.
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  23. Buona giornata, appena l'ho visto ho subito pensato: "Chissa se piacerà a Luciano ...e a tutti gli altri appassionati del leone veneziano." E allora eccolo, bellissimo! E' il cosiddetto "Codex Millenarius": il manoscritto è un evangelario prodotto a Kremsmunster o a Mondsee intorno all'anno 800, ma ritenuto una copia di un modello ravennate del secolo VI di alta qualità artigianale. I fogli riprodotti mostrano l'evangelista Marco e la sua raffigurazione simbolica sotto forma di leone.
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  24. La possibile presenza di ruggine su più coni non è affatto in contraddizione con quanto sappiamo riguardo alla zecca di Sibrio, cioè...nulla. Scenari di ordine generale possono essere giustificati per zecche di cui conosciamo bene le caratteristiche produttive (anche se per me non lo sono comunque, perché statisticamete anche fenomeni inusuali possono capitare più volte: ognuno controlla il suo portafoglio con grande cura: avete idea di quanti portafogli pieni vengono trovati abbandonati nei treni?). Non solo non abbiamo alcuna informazione sulla zecca di Sibrio, ma non è neppure stata ipotizzata alcuna evoluzione cronologica di questa serie (no, in realtà una possibile evoluzione degli stellati padani in genere è stata ipotizzata proprio dal curatore svizzero coinvolto da Numa Numa, quindi lascio a Numa Numa l'onore di illustrarcene le conclusioni, molto interessanti). Quindi non possiamo in alcun modo sapere se i coni rovinatisi siano stati stati usati solo in momenti diversi oppure siano rimasti, almeno per qualche tempo, in uso contemporaneamente (qualunque sia il motivo del difetto: l'unica certezza è che almeno un conio prima era privo di bolle e poi le aveva: ed il conio senza bolle è molto più fresco dell'altro) . In altre parole non abbiamo nessun elemento per capire se la causa può essere qualcosa di persistente e/o ripetuto nella produzione di quella zecca (in questo caso l'ipotesi di difetti nella manifattura dei coni sembrerebbe la più probabile), oppure di un unico episodio (o pochissimi episodi) che nello stesso momento potrebbero aver colpito un gruppo di questi attrezzi (come un alluvione, un incendio, il recupero per esigenze urgenti di coni che si pensava di non utilizzare più; l'abbandono temporaneo della zecca etc etc.; le possibilità sono infinite; in questo secondo caso la tesi dell'insorgenza della ruggine sarebbe più probabile). Un elemento che potrebbe darci qualche indicazione è la somiglianza di queste alterazioni nella superficie tra le monete longobarde e quelle veneziane di alcuni secoli successive. Questo è veramente un fatto strano, perchè mette assieme una zecca plausibilmente molto primitiva con un delle zecche tecnologicamente più avanzate e rigidamente controllate d'Europa (un errore ed il lavoratore era fuori, più o meno): possibile che facessero gli stessi errori nella preparazione dei coni? E perché invece questo non accadeva in altre zecche dello stesso livello (che so Ticinum rispetto a Sibrio e Firenze rispetto a Venezia)? Immaginando che alcuni di voi non abbiano alcuna intenzione di prendere in considerazione questi aspetti, posso almeno invitarli a riferire in merito all'articolo del curatore svizzero. Potrebbe fornire alcune interessanti indicazioni sul 'quando' tale fenomeno si è verificato A.
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  25. L'ultimo cavallo della terza pagina di questa pubblicazione è con sigla CA che però è completamente diversa da quella del mio cavallo http://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/201111/Cavallo.pdf
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  26. si il peso è quasi pieno : 3.96gr. anche il diametro è quello di una moneta quasi integra : 29mm asse di conio : 1h la classificazione data da Triton era : CNI 246v. PR 12b MEC 960
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  27. Anche la stessa medaglia nominativa per il signor Natale Aliotta da Palermo è molto interessante. ..... in quel caso la medaglia è datata 1847 ....... agli albori della tragica rivoluzione siciliana.
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  28. E' il RIC 354, definito "scarce" (e la stella può essere o a destra oppure a sinistra di C) (a pagina 305, per Cyzicus). Non è comune….
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  29. Cascia zecca incerta http://www.numismaticaitaliana.org/files/indice_zecche_italiane.pdf Lanciano certa.
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  30. Salute autorizzato dal fotografo francesco77 ,posto questa moneta gioiello d'arte neorinascimentale Tarì:FILIPPO III(1598-1621) Zecca di Napoli ,argento R/PHILIPP.III.DG.REX.ARA.VTR;nel campo busto del regnante incoronato e volto a sinistra D/MARGARI+AVSTR+CONIVXIT;due cornucopie affrontate ed intrecciate in basso,recanti i busti dei due regnanti ed in mezzo corona,sotto anno di emissione Riferimenti:Pannuti e Riccio 9;MIR 204 --Salutoni -odjob
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  31. ringrazio innanzitutto Rex Neap per la spiegazione sull'incremento del peso a 4gr. peso del gigliato nel 1302 anche se sotto Carlo III d'Angio' il gigliato ridiscende a 3.6gr., ivi si mantiene sotto Ludovico II d'Angio' (1389-1399) e anche Renato d'Angio' (1435-1442) Alfonso (1442-1458) introduce infine il Carlino del medesimo peso del gigliato Con Ferdinando viene introdotto il coronato che riporta il peso dell'argento a 4.00gr. I primi coronati sono quelli dell'incoronazione (PR 11-12) e qui sotto vi posto il mio esemplare che ha una banale "m" gotica ma una buona provenienza
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  32. Mah ... c'è qualcosa sotto la A ma cosa? E' difficile interpretarla con l'immagine esistente sia sul MIR, sia su quella postata da Francesco. Prova, se ci riesci un po' Tu con queste immagini manomesse.
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  33. mi associo a quelli che hanno subito l'effetto ottico della donna librata in incuso ;D
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  34. @@francesco77 complimenti di cuore a te ed a tutti coloro che hanno partecipato affinché ciò fosse possibile :)
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  35. Siccome fuori sta tirando aria di burrasca, con calo di temperatura, oggi mi sento un po' sadico :girl_devil: e vorrei aggiungere altre pagine di appunti di D'Arpa. Secondo Calciati, nella sua monografia, abbiamo successivamente la serie II e III. La serie II è caratterizzata dalla figura virile stante (nell'hemilitron) oppure seduta (nel trias). Invece per D'Arpa esiste una unica serie, la sua serie II, che è precedente e per lui caratterizzata da uno stesso conio del diritto (o comunque da uno stesso stile): Colpisce l'esistenza di un altro hexas con la grande H (il n. 19 di D'Arpa) Visto che esiste il tetras (n. 18 di D'Arpa) con i tre globetti che sono uniti tra loro e in campo triangolare, l'idea di una grande H per un hexas mi sembra più verosimile all'interno di questa seria, piuttosto che nell'altra, dove non dimentichiamo che esisteva già un hexas con due globetti semplici. Poi, guarda caso, i pochi hexantes con grande H che erano già noti fin dall'inizio del XX secolo erano tutti con la testa grande di Medusa….. Invece in quest'altra serie, come hexas abbiamo solo questa, con grande H (salvo forse un nuovo esemplare citato da D'Arpa). Da quanto sopra è possibile formulare solo due ipotesi: a) il nuovo hexas con H e testa piccola con HIMERAION costituisce una sorta di transizione tra le due serie (se autentica!) b) l'hexas con H e testa piccola con HIMERAION è una invenzione moderna, combinando i due tipi, che invece dovrebbero stare in serie diverse. Adesso credo di avervi fatto venire un bel mal di testa….. Ecco un ennesimo esempio dell'importanza di raccogliere dati Buon fine settimana!
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  36. un'altra.... brasiliana :-) http://www.friziodesign.it/coins19.html :-)
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  37. Una gran bella notizia. Auguro agli organizzatori tanto successo, complimenti
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  38. potrebbe essere stata dorata (con valore abraso) per farla passare per marengo..
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  39. Concordo e mi prenoto, se non ci sarà bisogno della mia presenza per più giorni mi aggrego volentieri, ne parleremo. Ciao
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  40. bella notizia, spero di riuscire a partecipare anche se è troppo presto per poter avere certezze :D mi rivolgo agli utenti lamonetiani di roma e del lazio: si potrebbe organizzare una bella imbarcata in macchina, se il posto è facilmente raggiungibile. si può fare in giornata, si dividono i costi e si sta in compagnia :)
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  41. Una buona notizia... complimenti a @@francesco77 ed al circolo partenopeo
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  42. Buona giornata Ho sempre pensato che ci fosse l'esigenza, per l'economia della zecca, che l'intagliatore dei conii lavorasse... La sua figura, al pari del fabbro, dello scrivano e degli apprendisti, era pagata indipendentemente dalla quantità di metallo lavorato; aveva un salario fisso e non integrato dal cottimo; leggiamo anche nel libro citato dello Stahl delle numerose "grazie" che venivano rivolte ai XV perchè se ne assumessero di nuovi...quindi lavoro ne avevano e tanto. Va anche considerato che questi lavoratori, di solito provetti argentieri ed orafi, venivano chiamati ad effettuare altri lavori non correlati con la creazione dei conii; lavori che riguardavano commissioni governative, dove ci voleva una mano capace del lavoro di cesello! Allora mi sono immaginato che, comunque, dovessero approntare, nei momenti di "calma", alcuni conii "neutri" (senza il nome del doge e senza segni segreti), e messi da parte; nel momento in cui sopravveniva la morte del doge (evento certo), avevano la possibilità di predisporre i conii con il nome del nuovo doge in poche ore, aggiungendo ai conii neutri quel nome. Un caso esplicito, seppur a distanza di qualche secolo, ce lo suggerisce la lettura dei "Diarii" di Marin Sanudo quando, alla elezione del doge Antonio Grimani (1521-1523), scrive: "Fo subito, per la Signoria, mandato a dir in Zecha bateseno monede col nome ANTONIO GRIMANI DOXE, videlicet da 16, 8 e 4 soldi; et cussì fo batuto ducati 300. Era a la cassa Masser a la moneda di l'arzento sier Vincenzo Orio qu. sier Zuane. Fo batudo etiam ducati da uno e da mezo nuovi zercha ducati 200. Le stampe erano fate, manchava le letere e la testa a far, e le monede batude, né mancava si non stampar; fo fato la Bolla di piombo"…… Era una procedura consolidata da secoli o relativamente recente? saluti luciano
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  43. A me è arrivata anche se sono iscritto solo alla numismatica.
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  44. Forse è colpa della foto ma a me sembra fuso
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  45. "Penso che sarebbe stato un bel gesto non prendere compensi da parte degli autori così da sostenere il "traballante" Giornale,.." Da un punto di vista fiscale, si tratta pur sempre di una Rivista commerciale che potrebbe avere qualche problema se facesse risultare che tutte le collaborazionii esterne avvengono sistematicamente a titolo gratuito.....si, insomma, è come se per il mio lavoro mi avvalessi in prevalenza di consulenti (collaboratori) esterni ai quali facessi firmare una dichiarazione che la loro collaborazione avviene sempre a titolo gratuito....in più acquisendo come committente i diritti di utilizzo editoriale dei loro contributi....non so proprio se ciò sia fiscalmente fattibile, anche in presenza di una specifica dichiarazione di esonero rilasciata dai collaboratori. Un modo potrebbe forse essere quello di pubblicare nella Rivista gli scritti dei collaboratori non come contenuto editoriale ma nella forma dell'intervento privato.....tipo: "riceviamo e volentieri pubblichiamo l'articolo di Sig. Tizio sulla svalutazione della Scudo del Popone nel XVIII secolo".... Mi chiedo però se a questo punto una Rivista di numismatica possa continuare a chiamarsi tale o non sia, invece, una specie di "bacheca" dove un Responsabile affastella i vari contributi dei lettori che gli pervengono e che egli ritiene meritevoli di pubblicazione. Una sorta di maxi rubrica di "Posta dei lettori" dove costoro inviano alla Rivista, anzichè lettere, articoli, che verranno pubblicati quando ritenuti interessanti. Credo che però non sarebbe, quella, una Rivista. Ripeto che sono convinto che nessuno degli Autori avrebbe mai chiesto la remunerazione economica dei propria articoli pubblicati se non fosse stato sollecitato ad emettere "fattura" proprio dall'Editore, accontentandosi abbondantemente di poter leggere i propri scritti sul periodico.....ma se l'Editore sollecitava l'emissione della "fattura", evidentemente il problema di cedergli a titolo gratuito i diritti sugli articoli esiste. Quindi la rinuncia al compenso non è questione di "bel gesto"......è questione che l'editore non può sempre acquisire da collaboratori esterni il loro contributo " a gratis". Ciò potrà forse accadere qualche volta....ma non può essere la regola della Rivista. E comunque, se per salvare la Rivista cartacea si fosse trattato di studiare un sistema per non remunerae i collaboratori esterni....intanto ritengo che ci sarebbe stato detto chiaro e tondo e certamente avremmo anche provato a cercare una soluzione......ma non è questo, evidentemente, il vero problema che ha portato l'Editore a prendere la decisione che ha assunto. In altre parole: non ho mai semtito dire a Roberto: "i costi delle collaborazioni esterne ci hanno sbancato!" Fra l'altro, vorrei ricordare che anche C.N. remunerava gli articoli dei collaboratori esterni e non è stata certamente questa pratica a determinarne la chiusura. Comunque, visto che ho letto gli auguri che molti di noi hanno rivolto a Roberto, mi associo anch'io, aggiungendo che il miglior augurio che si può rivolgere a qualcuno del quale si apprezza l'operato non sono le parole di circostanza ma......è il sostegno con azioni concrete.. Chissà.. magari la prossima volta saremo più tolleranti con i ritardi postali e sottoscriveremo qualche abbonamento in più, visto che sui contenuti della Rivista mi pare di aver letto solo commenti positivi. Saluti. M.
    1 punto
  46. Ciao Andrea. "D'altronde, numismatica o non numismatica, cultura o non cultura, se fai un prodotto e lo vendi, sta al consumatore valutarlo e nel caso comprarlo: nel mio caso ne valeva la pena anticipare l'abbonamento, per altri evidentemente no. E' una dura legge del mercato." Tutto giusto. Però, sbaglio, o stiamo parlando di quello stesso "mercato" che si sta ora dispiacendo per la chiusura di una Rivista, che fino a ieri riteneva, a torto o a ragione, di non dover sostenere con l'abbonamento? Ma la vogliamo o no una buona Rivista che divulghi la numismatica (qualunque essa sia) a prezzi popolari, anche se la sua consegna può essere soggetta a disservizi imputabili alle Poste? O siamo interessati ad averla solo se arriva il "Berluschino" di turno, che ci mette la grana, così a noi non costa nulla? A suo tempo, C.N. si sosteneva con le proprie forze (leggasi: il "mercato") e questa è la dimostrazione lampante che non è vero (o almeno, non è sempre vero) che un periodico di numismatica sopravvive solo con un mecenate. Ma poi, scusate, non è più dignitoso sentirsi parte di un "progetto", anche se ciò può richiedere un piccolo sforzo, piuttosto che godere dell'altrui ondivaga "benevolenza" o "magnanimità"? Mah. M.
    1 punto
  47. Ciao. "Oggi al Circolo di Parma qualcuno mi diceva che, per paragone, PN stampa (o vende) ciirca 600 copie del mensile. Si, è proprio un settore di nicchia il nostro! " Beh, mi viene da pensare che più che di "nicchia", in questo caso parlerei di indifferenza dei numismatici verso gli strumenti culturali di supporto al puro possesso delle monete. Con buona pace di chi parla di divulgazione della cultura numismatica......se i numeri sono questi.....poveri noi. Non è che ne usciamo molto bene, nel complesso, come ambiente che ci tiene a caratterizzarsi culturalmente......vabbe', forse leggiamo solo i tomi e le monografie....che sono le Riviste? Ecco perché poi siamo costretti a sperare che arrivi il "mecenate" di turno che ci mette la grana..... Insomma....saremo anche dei "romantici"....ma qualcuno con i "braccini corti" deve pur esserci se si riescono a piazzare mensilmente solo 600 copie di una Rivista di settore. Sarà anche vero che per l'Editore del GdN la numismatica riveste un ruolo "ancillare" rispetto alla filatelia o ad altri settori collezionistici del suo "core business" (ma poi...ne siete proprio sicuri che sia così?), però, dai...se quelle sono le tirature mensili di una Rivista numismatica di diffusione nazionale....ti cadono letteralmente le braccia. Saluti. Michele
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  48. Ciao a tutti. A differenza di ciò che portò alla chiusura di C.N. - una crisi aziendale profonda non della Rivista ma del Gruppo Editoriale che la pubblicava - questa volta la sensazione è che sia mancato un adeguato supporto da parte dei potenziali lettori (leggasi "rientro economico" per l'imprenditore ) che induce la proprietà ad un cambiamento di programma che prevede innanzitutto il taglio dei costi legati alla pubblicazione cartacea ed alla distribuzione della Rivista nelle edicole Discutendone allo scorso Veronafil con Roberto (Ganganelli) è però anche emerso che tra le voci dispiaciute, molte delle quali certamente autentiche, ve ne sarebbero numerose appartenenti ad appassionati disposti a spendere migliaia di euro per una moneta ma non qualche decina per un abbonamento alla Rivista. Non credo che la società Editrice del G. d. N., che come sappiamo appartiene ad un importatnte Gruppo leader nel commercio e nelle aste di beni da collezione, puntasse a fare della Rivista il suo principale "asset" aziendale; tuttavia è anche comprensibile che quando i conti non tornano...neppure per chiudere in pareggio il bilancio, diventa un principio di buona amministrazione quello di modificare (se non addirittura "tagliare", nei casi più gravi) un'impresa commerciale che non funziona come dovrebbe. Inviterei quindi a riflettere sul fatto che se è comprensibile dispiacersi per la chiusura di una rivista a cui noi tutti ci stavamo affezioando mese dopo mese, è altrettanto comprensibile che la chiusura dipende dal mancato sostegno all'iniziativa editoriale da parte di quegli appassionati numismatici che non hanno mai sottoscritto l'abbonamento e/o comprato con regolarità la rivista in edicola. Insomma...attenzione alla "lacrime di coccodrillo"!, :pardon: Saluti M.
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  49. Non vedo perchè dovrebbe venire a patti... Diventa indipendente ed extracomunitario. Ricostruiamo una frontiera e per venire in Italia chiediamo il visto. Ricontrattiamo le forniture di energia elettrica e mettiamo i dazi.
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  50. un bel link: http://perso.orange.fr/as-de-nimes/
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