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  1. francesco77

    francesco77

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/07/14 in Risposte

  1. Grazie per l'informazione, davvero gentile. Ne ho tre su quattro: Diritto: S • M • V • PAVL • RAINER Sopra linea orizzontale che divide la legenda a sinistra, il leone alato e nimbato, in piedi a destra, con la testa di fronte e la zampa anteriore sul libro aperto ; a destra, il Doge genuflesso rivolto al leone, tiene la destra contro il petto e con la sinistra il vessillo sormontato da croce e con banderuola a destra. In esergo *6* cerchio perlinato. Verso: * DEFENS •- • NOSTER * Sopra breve linea orizzontale, il Redentore, in piedi di fronte, benedice con la destra e tiene il Vangelo con la sinistra; il capo nimbato esce dal c. perl. e divide in alto la leggenda. Esergo vuoto. (descrizione desunta da CNI) presente nella collezione Reale gr. 0,76, Museo Correr, Museo Bottacin di Padova, collezione Papadopoli. Un esemplare venduto da Heritage the Eric P. Newman collection Vendita 24.4.2014 lotto n. 16302; conservazione dichiarata MS 63 per $ 150 (115 euro). Bibliografia: CNI vol. VIII, 531, 133. Tav. XXXIV-14; Nicolò Papadopoli Aldobrandini Le monete di Venezia, Vol. III n. 83 Il CNI repertoria un solo conio per il "bezzo". potrei iniziare una piccola raccolta di monete di Venezia, incentrata sulle divisionali. Sinceramente quando mi sono state regalate le avevo molto sottovalutate per interesse artistico-numismatico, invce, molto grazie al vostro contributo, le vedo sotto un'altra luce... un buon inizio potrebbe essere completare la serie delle emissioni del bezzo, intanto mi compro una bilancina di precisione al centesimo di grammo.
    5 punti
  2. Vorrei ripartire dall’articolo di Suarez, per la verità scritto piuttosto male. Ha fatto un doveroso preambolo storico, che però è poco comprensibile e quindi ho rinunciato a tradurlo. Preferisco riportare sotto un minimo di inquadramento storico, partendo praticamente dallo stesso punto di Suarez, ma con uno svolgimento più comprensibile. Nel 473, Leone in punto di morte scelse suo nipote Leo II, che aveva 7 anni, come successore. Il padre di Leone II era Zenone (che inizialmente era stato respinto per la successione al trono in quanto era solo il suo genero, per mezzo del matrimonio con sua figlia Ariadne). Appena Leone morì, nel 18 gennaio, poiché il figlio era troppo piccolo, Zenone fu convinto dalla moglie Ariadne e dalla suocera Verina, ad essere proclamato co-imperatore. Solido di Leone II, coniato a nome di «Leone e Zenone Augusti perpetui»; appartiene al periodo in cui Zenone e suo figlio furono imperatori insieme, tra il 9 febbraio e 17 novembre 474 Verina, vedova di Leone e imperatrice ancora titolare, non si sentiva pronta a essere messa in disparte e non amava il genero, anche in quanto di origini barbariche, essendo isaurico (all’interno dell’Anatolia). Nello stesso anno, nel 17 novembre, morì Leone II, e Zenone divenne unico imperatore. Nel frattempo Verina aveva iniziato a frequentare il suo amante, Patrizio, che era Prefetto. Zenone sospettò che Verina e Patrizio volessero sposarsi solo per scatenare una guerra civile, con lo scopo di favorire Patrizio come nuovo imperatore. Verina era una donna intelligente e molto intrigante. Lei tramò una congiura e chiese aiuto al suo fratello Basilisco, facendo leva anche sui sentimenti anti-isaurici della popolazione a Costantinopoli [nulla di nuovo nella storia, se pensiamo agli attuali contrasti tra i turchi e i curdi]. Basilisco riuscì a convincere anche il generale ostrogoto Teodorico Strabone e il generale isaurico Illo a stare dalla loro parte. Nel gennaio 475 Zenone dovette fuggire, assieme alla moglie Ariadne, riparando in Isauria. Nonostante la vittoria, i congiurati presto si misero in contrasto fra di loro e Basilisco si proclamò imperatore, mettendo a morte Patrizio, il candidato di Verina. Non contento, Basilisco fece massacrare tutti gli Isaurici che erano rimasti a Costantinopoli, in questa maniera alienandosi le simpatie di moti suoi generali, come Illo. Tuttavia, dal momento che Zenone era riuscito a fuggire con la cassa imperiale, Basilisco si trovò a dover imporre pesanti tasse e per di più, sostenendo i monofisiti, perse l’appoggio della Chiesa costantinopoliana, che era calcedoniana. Si crearono quindi condizioni favorevoli per il ritorno di Zenone al trono imperiale. La lotta contro Basilisco si risolse a favore di Zenone. Nell’agosto 476 Basilisco, che era fondamentalmente un imbecille, si arrese davanti alla solenne promessa che non venisse sparso il sangue suo e della sua famiglia. Zenone acconsentì e si limitò a mandare il deposto imperatore con la sua famiglia in una fortezza in Cappadocia, dove poi morirono per inedia all’interno di una cisterna…. Con Verina invece fu clemente, riconciliandosi con lei, che però continuò a dargli filo da torcere fino a che Zenone, spazientito, non la fece imprigionare in un convento. Gli anni successivi videro numerosi eventi, anche molto complessi, come la rivolta di Marciano, nel 479, e soprattutto di Illo, nel 484-488. Illo, come già visto, era un importante generale di stirpe isaurica, inizialmente alleato di Basilisco, per poi passare all’altra sponda, continuando però a tenere come proprio ostaggio il fratello di Zenone, Longino. Aveva molto successo presso la popolazione e nel 483 fu incaricato da Zenone di prelevare Verina. Ma egli, che era in contrasto con Zenone, non condividendo la sua posizione monofisista, decise di allearsi con Verina, rompendo i rapporti con l’imperatore, il quale gli inviò contro, con un esercito imperiale, un suo generale, Leonzio, di origine siriana. Ma Illo riuscì a convincere Leonzio a stare dalla sua parte e, conoscendo la perdurante antipatia del popolo di Costantinopoli verso gli Isaurici e la debolezza politica di Zenone, decise di non prendere per sé la porpora imperiale, ma di elevare al trono proprio Leonzio, che fu coronato a Tarso nel 19 luglio 484, per mano dell’imperatrice madre Verina, che non vedeva l’ora di riprendere il potere. Lei ordinò ai governatori delle diocesi di Oriente e di Egitto di accettare l’usurpatore come imperatore. Leonzio fu riconosciuto ad Antiochia, dove entrò il 27 luglio e dove approntò le monete a suo nome, prima di fronteggiare la reazione di Zenone. L’esercito di Zenone, composto soprattutto da truppe romane e ostrogote, comandato dal goto Giovanni Scita e dall’ostrogoto Teodorico l’Amalo, investì Antiochia e nell’8 agosto riportò la decisiva vittoria, costringendo Leonzio e Illo a rinchiudersi nella fortezza di Papurius, dove gli insorti resistettero per quattro anni. Nel 488 la fortezza cadde, per tradimento, e Illo e Leonzio furono catturati e decapitati e le teste inviate a Zenone. E Verina? Nello stesso anno 484, poco dopo la proclamazione dell’usurpatore Leonzio, Verina dovette seguire la ritirata di Leonzio e Illo, diretti verso Antiochia. Mentre si trovava ancora in Isauria, Verina morì, apparentemente di morte naturale…. Da questa ricostruzione storica appare evidente come Leonzio abbia avuto ben poco tempo a disposizione per approntare una emissione aurea in solidi. Era rimasto ad Antiochia sì e no per un paio di settimane, dal 27 luglio all’8 agosto 484. Appare evidente l’estrema rarità dei solidi a suo nome. Circa i piccoli nummi in bronzo, coniati in maniera molto grossolana, è possibile, come suggeriva Suarez, che siano stati coniati per lo più durante i quattro anni nella fortezza di Papurius, anche se bisogna tenere conto delle grandi ristrettezze economiche…. Inoltre Suarez annota: “Nel 1922 un tesoretto di monete di bronzo del V secolo fu trovato in Alessandria. Il tesoro fu infine studiato 50 anni più tardi e un paio di loro ha rivelato un nuovo monogramma che indicava la firma di Leonzio. Ma i loro diritti non apparivano chiari e quando, nei primi anni ’90, fu compilato il X volume RIC per quel periodo, Kent sentiva la prova troppo fragile così ha provvisoriamente riassegnato le monete al regno di Leone I e teorizzato che il monogramma potrebbe essere proprio una stranezza della zecca alessandrina”. Tuttavia, nell'articolo Celator, Suarez ha ipotizzato che potrebbe stare sia una corruzione del nome Leonzio o piuttosto, come propende, che il nome sia quello di Zenone. Per completare la panoramica chiederei la scansione dell’articolo di Walker su Spink Numismatic Circular, se qualcuno possiede quel numero. Al momento mancano ancora prove per una sicura attribuzione di nummi a Leonzio e l’unica speranza è quella di individuare lettere più chiare al diritto, oltre alle due già individuate da Suarez, abbinato al famoso monogramma con T.
    4 punti
  3. Penso di conoscere abbastanza il sistema delle aste.....Una assegnazione di un lotto ad un solo euro in più della seconda offerta ricevuta è una presa in giro nei confronti di chi ha fatto quella offerta. Se il,margine c'è (es. 200 e 300 euro) la moneta dovrebbe essere aggiudicata a 220, ovvero al 10% in più, o a 210 nel caso lo scatto sia di soli 10 euro. Aggiudicare a 201 secondo me non è professionale, non siamo su ebay.... Ricevere poi un report con le offerte ricevute, se mancante dei dati anagrafici degli offerenti, è assolutamente privo di valore in quanto la ditta potrebbe scrivere ciò che vuole. Le aste, normalmente, sono di circa 1500 lotti, dei quali il 70-75% vengono aggiudicati. Tolti quelli che vengono acquistati in sala o live e quelli venduti alla base sarebbero circa 500/600 lotti quelli per i quali ci si dovrebbero inventare offerte inferiori a quella vincente: due ore di lavoro... Da quello che leggo su questo forum, tanti sono i collezionisti che portanto a casa le monete di loro interesse a meno di quanto offerto, segno che non tutti i venditori fanno i furbetti e rispettano le offerte ricevute come massimali. Se qualcuno non si comporta bene deve essere il collezionista ad attivare una politica di difesa. Come ? Non inviando più offerte a quella ditta, semplice.
    3 punti
  4. Ciao a tutti. Stavano per farla franca, ma non hanno fatto i conti con la coppia di numismatici più temuta dai falsari; Riccardo Rossi, alias RR (o, secondo alcune cronache non ufficiali, noto anche come “Mago Ecchecà”), perito numismatico e impiegato modello di UNICREDIT, Agenzia di Assemini (CA); Domenico Luppino, alias elledi, meglio noto negli ambienti numismatici come “il mastino della zecca”, ufficiale Superiore della Guardia di Finanza, in servizio presso il Comando Regionale Sardegna. Insieme hanno stroncato uno spaccio di dollari statunitensi falsi, che non era stato rilevato da un certo numero di Banche e di beneficiari della Sardegna, che ne erano venuti in contatto senza accorgersi di nulla. Ma quando i “verdoni” da 100 dollari sono stati presentati da un inconsapevole correntista che voleva cambiarli, allo sportello presidiato da Riccardo, la falsità di quei dollari è stata scoperta. Contrariamente a quanto avevano ritenuto altre Banche, che non solo avevano cambiato quei biglietti ma li avevano anche consegnati ad ignari correntisti diretti negli U.S.A. (che poi hanno avuto laggiù non poche “rogne”), Riccardo si è subito accorto che qualcosa non andava e che quei dollari, ancorchè perfettamente imitati, avevano dei particolari che non lo convincevano; un ulteriore verifica ed il consulto con Domenico ed il raggiro è stato smascherato, con grande imbarazzo per quelle Banche che li avevano battezzati autentici. Quest'oggi, il quotidiano locale “L'Unione Sarda” a pag. 14 ha dedicato ai nostri eroi un articolo che potete leggere di seguito: Complimenti ad entrambi. Michele 2014070427859105.pdf
    2 punti
  5. http://www.bbc.com/news/uk-england-derbyshire-28189287
    2 punti
  6. secondo voi vale la pena mettere in collezione questa moneta (R3) in questa conservazione e con il foro oppure no? e se si quale giusto prezzo paghereste?
    2 punti
  7. Dalle foto i graffi mi sembrano in profondità e non in negativo, sembra quindi una 'raspata' maldestra, non una spazzolata di conio, caratterizzata da segnetti in rilievo paralleli in più direzioni, ma sempre in rilievo In effetti ultimamente bella bella non è comparsa in asta e i miei commercianti di fiducia non l'hanno proposta La mia la presi a un ottimo prezzo da un negozio di Parma diversi anni fa in cui capitai per caso dopo un colloquio di lavoro (finito peraltro non come avrei voluto!), ed è una delle poche monete tenute inbustate proprio in vista di un possibile agevole futuro cambio... sia mai che capiti un bel FDC spettacolare... ma ancora non è capitato Per me la vera difficoltà è trovare il 1/4 di Rupia 1913 FDC, i 2 che ho visto (uno nella De Micheli se non ricordo male) erano porosi e ben lontani da essere FDC
    2 punti
  8. Le foto potrebbero ingannare ma per esperienza personale, queste monete bello specifico, sono tra quelle che presentano in modo piu' costante tracce di "Spazzolatura di Conio". Premesso che senza vedere "alla mano" questo esemplare viene difficile rilevare entita' e presenza di quei segni in legenda, resto dell'idea che si tratti appunto di una spazzolatura di conio, visibilmente marcata. Evitiamo di confondere la c.d. "Spazzolatura del Conio" (le cui tracce sono in RILIEVO, ovviamente) menzionata da Renato, attuata in pre-coniazione, ed oggetto della discussione in questo post, con la "Spazzolatura del Tondello" (che lascia tracce in incuso)... Pratica ben poco utilizzata su questa monetazione o selvaggiamente praticata da un neofita od una persona poco avvezza alla numismatica, post-coniazione, con l'intento di "pulire-lucidare" una moneta.... Altrimenti si corre il rischio di dare un'idea poco chiara ai giovani che seguono da poco il forum o che si avvicinano da poco alla numismatica in generale. Qui si stava accennando ad una palese "Spazzolatura di Conio", da me esplicata nel precedente post. Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum
    2 punti
  9. Per la precisione è per la metropolitana di NYC, è stato emesso nel 1953 quando dopo vari aumenti non era più possibile gestire i tornelli con solo nikel e dime, e con la tariffa a 15c decisero di fare questo gettone che non avrebbe risentito dei futuri aumenti del prezzo della metropolitana.
    2 punti
  10. @@ilcollezionista90, la riprodudione di una moneta mutata in gettone. :rofl: :rofl: :rofl:
    2 punti
  11. Veramente fantastica questa storia del Ciulla, e se ce ne saranno altre, siamo tutto orecchie ovviamente..... In attesa di altri contributi nel tempo, e lo spero, passo però già come da tradizione a ringraziare chi è intervenuto finora, lo meritano, per l'impegno, il tempo occupato, per la passione a divulgare a tutti , quindi grazie già da ora a : @@Giovanna @@Littore @@rorey36 @@dizzeta @@eracle62 @@fofo @@ambidestro @@angel @@miroita @@417sonia @blaise @Parpajola @adolfos @petronius arbiter @centurioneamico @aleale, sperando in futuro in altri ringraziamenti, ovviamente ringraziamo anche chi ha seguito, letto, apprezzato anche col proprio consenso finora, ovviamente le discussioni non terminano mai, continuano......
    2 punti
  12. A grande richiesta Paolo Ciulla, di cui possiamo vedere un ritratto in allegato. In verità non avevo in programma di parlare di lui, bensì di un altro falsario (poi vi beccate anche quello, che credete ) ma lo faccio più che volentieri Era nato a Caltagirone nel 1867, da una famiglia alquanto agiata. Erano, per la Sicilia, gli anni immediatamente successivi alla “rivoluzione garibaldina”, un periodo di continue manifestazioni di piazza, di fermenti sociali e politici che i notabili di sempre strumentalizzavano con il fine gattopardesco di cambiare tutto per non cambiare nulla. Il giovanissimo Paolo Ciulla respira quest’aria di rivolta, si nutre dell’ideologia socialista, diventa un capopopolo e punta il dito contro l’alta società, con tale entusiasmo che non può non farsi dei nemici. Un'ideologia, quella socialista, a cui si rifarà qualche anno più tardi quando, diventato un abile falsario, "una pioggia di benefiche e anonime banconote entrò nelle case di molti bisognosi di Catania e della provincia, ma molte di più si posarono su tram, carrozze, treni e piroscafi, percorrendo il vecchio e il nuovo mondo. Nessuno ebbe il sospetto che fossero false". Nasce da qui la sua nomea di "falsario caritatevole" sorta di "Robin Hood de noantri" che ammanta la falsificazione delle banconote di vaghi significati politici, o meglio cerca attraverso di essa una sorta di vendetta personale contro le istituzioni che, secondo lui, avevano tarpato le ali alla sua vena artistica, per contrastare il suo impegno politico a favore degli umili. Gli studi e l’attività artistica, che da Caltagirone l’avevano condotto a Roma, a Napoli e ancora a Catania, erano in effetti finiti per arenarsi miseramente, soffocati da personaggi altolocati che non esitarono a denunciare la sua presunta, e mai del tutto accertata, omosessualità, pur di sbarazzarsi di lui. La sua prima falsificazione è quella del biglietto da 100 lire della Banca d'Italia. Disponeva di tanti differenti clichés, di un'ottima carta, e disegnava la filigrana con una materia grassa. Tra la fine dell'800 e i primi anni del nuovo secolo, passa a falsificare anche i biglietti da 25 e 50 lire, ed estende la sua attività dalle banconote della Banca d'Italia a quelle del Banco di Sicilia. Vive da gran signore, ricco di denaro buono guadagnato col denaro falso, e sebbene la polizia sospetti di lui e perquisisca più volte la sua casa, non riesce però ad incastrarlo. Quarantenne, Ciulla lascia l'Italia per Parigi, dove si dice che abbia conosciuto Picasso e Modigliani e lavorato al Louvre come copista grazie a una certificazione rilasciata dall’Académie de Beaux Arts, quest’ultima documentata. Ma della Francia si stanca presto, e salpa così da Le Havre per l'America del Sud, prima San Paolo del Brasile, poi Buenos Aires, dove riprende la sua attività preferita, falsificando biglietti da 50 pesos. Scoperto, viene internato addirittura in un manicomio criminale, dal quale viene dimesso nel 1916 e obbligato a rientrare in Italia. Qui, sebbene sia diventato quasi cieco, impianta di nuovo, a Catania, con alcuni complici, un laboratorio in cui si dà alla falsificazione, per la prima volta, anche dei biglietti da 500 lire. E' in questo periodo che inizia a distribuire alla povera gente banconote da 500 lire, tutte rigorosamente false, ma talmente perfette da ingannare anche i più esperti funzionari della Banca d'Italia. La sua avventura finisce nel 1922 per colpa di un suo "cliente". Questi, dopo aver appena ritirato un pacco di banconote false, va al bar, ordina un caffè e, preso da mania di grandezza, lascia alla cassiera una mancia di 1.000 lire (poco meno di 1.000 euro di oggi), ovviamente false. La cassiera, insospettita da una generosità che rasenta la follia, mostra i biglietti ricevuti al padrone, che avvisa la polizia che ritrova il "cliente" e può da lui risalire al fabbricante del denaro falso. Ciulla viene arrestato alle 8 del mattino del 17 ottobre 1922, mentre sta uscendo dalla sua casa. Oltre alle vernici, alle risme di carta e una grande quantità’ di cliché, vengono trovati e sequestrati anche 96.439 biglietti da 500 lire “Barbetti con matrice” per un valore di circa 48 milioni di lire, cifra paragonabile a circa 45 milioni di euro, piu’ 1.750 biglietti dello stesso taglio non ancora rifiniti. Processato nel novembre 1923 viene condannato a 5 anni di carcere e 5.000 lire di multa, condanna confermata dal processo d'appello nel 1925. Ma Ciulla nel frattempo è prossimo a tornare in libertà per buona condotta. Nonostante abbia beneficato molti bisognosi, all’uscita dal carcere nessuno lo aspetta. Smarrito, inizia a girovagare per Catania, fino a che un soldato di leva proveniente dal continente, gli chiede dove vuole essere accompagnato e quindi lo conduce alla stazione ferroviaria, dove prende il treno per Caltagirone. Viene ricoverato all’ ”Ospizio per i mendicanti” gestito dalle suore, dove, ormai completamente cieco, muore il 1° aprile 1931. petronius
    2 punti
  13. Sto approfondendo di recente le cause di tale difetto. Magari appena possibile pubblicherò una ricerca sull'argomento. Posso solo dirvi una cosa....... da ciò che vi sto per scrivere capirete dove voglio arrivare.... dipende tutto dalla tecnica di imprimitura e godronatura dei tagli. Come controprova basti pensare che sulle medaglie borboniche coeve i graffi non ci sono....... perché le medaglie hanno il taglio liscio. Altra particolarità. ..... la piastra di Francesco ll di Borbone del 1859 non hanno graffi.... dico bene? In queste ultime troviamo il taglio con la scritta in rilievo anziché in incuso. Forse ci sono arrivato. Devo solo verificare alcune cose nell'archivio di stato di Napoli.
    2 punti
  14. Ciao ragazzi sono nuovo nel forum e ho deciso di iniziare una collezione di monete commemorative da 2. In realtà già da alcuni anni collezionavo monete circolate ma ora le vorrei tutte in FDC. volevo sapere se le monete commemorative che vendono ai banchetti di numismatica sono realmente in FDC e soprattutto se il loro prezzo è nella norma o se sono gonfiati. Ad esempio ho preso i 2 comm Slovacchia del 2009( quelli con la campana) e li ho pagati 6. Su internet li trovi a meno. Il loro prezzo è corretto? E se li dovessi comprare da internet da quali siti potrei acquistarli? Senno oltre che internet dove potrei prenderli?
    1 punto
  15. Buongiorno a tutti, In un lotto di monete comprato qualche tempo fa mi era capitata questa moneta di Sigismondo III, penso di provenienza polacca. Potete dirmi qualcosa in più riguardo ad essa? Secondo voi in che conservazione è? Valore economico? Peso: 7,41 g Diametro: 29 mm Grazie mille a chi risponderà ;) Titta
    1 punto
  16. gran salute a tutti.....una piccola moneta di 15mm,e 0.68grammi...un po tossata,ma con ancora i chiffri in partita visibile.... -_- ...e poi,sempre piaccere vederne una... :D
    1 punto
  17. Sì, se è di soli 30° è molto comune per la zecca belga... ;)
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  18. Caro Matteo, ecco quanto da te richiesto (il lotto è il 128): ciao skuby
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  19. .... la spazzolatura infatti dovrebbe produrre tracce in incuso sul conio (= asportazione di materiale), le quali a loro volta producono sull'oggetto coniato il loro complementare, vale a dire il rilievo.
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  20. Ecco il collage della foto con la descrizione del numero 247.
    1 punto
  21. Ciao Luca Interessante. Il Papadopoli per la Mezza Giustina Maggiore da 80 soldi non riporta le iniziali FD, che invece riporta il Montenegro nel suo elenco dei massari e le attribuisce, come correttamente riportato da fabri61, in Fantin Dandolo che ha assunto la carica di massaro il 19/11/1590. Quindi la data è compatibile. Vale la pena verificare, ma non credo di farcela questa sera, ci aggiorniamo appena possibile. :pardon: luciano
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  22. Grazie per l'apprezzamento e, come promesso, sì, almeno un'altra ce n'è Restiamo sempre in Italia, ma ci spostiamo dal sud al nord, per parlare di colui che è passato alla storia come "il Re" (dei falsari, naturalmente). L'attività di Attilio Pollastri, nato a Genova sul finire dell'800, inizia quando quella di Ciulla finisce, nel 1922. O, per meglio dire, anche lui viene arrestato per la prima volta in quell'anno, e incomincia così a farsi conoscere. Figlio di un funzionario delle dogane, a differenza del Ciulla non era mosso da alcun ideale di giustizia e uguaglianza sociale, ma semplicemente dalla convinzione, avuta fin da ragazzo, che guadagnarsi la vita onestamente sarebbe stata un'impresa superiore alle sue forze Ancora giovanissimo, Pollastri si impiega nella bottega di un orafo di valore: di giorno impara a modellare orecchini e monili, di notte si ferma in officina a battere monete d'argento. In pochi mesi riesce a guadagnare ben 30.000 lire di denaro buono smerciando le sua monete anche direttamente alle banche, che le accettano senza difficoltà. Passa poi alle banconote, ormai sempre più diffuse, ma la progressiva svalutazione monetaria gli gioca un brutto tiro. Pressato dai suoi "clienti", che per via della svalutazione gli chiedono una quantità sempre maggiore di banconote false, finisce per perdere la necessaria tranquillità e per mettere in circolazione biglietti non proprio perfetti, che lo portano nel 1922, come detto, al primo arresto. Da quel momento è un continuo entrare e uscire di prigione: in tutto passerà in carcere quasi 20 anni della sua vita. Quando è fuori, prova ogni tanto a cercare un lavoro onesto, ma tutte le porte gli si chiudono in faccia, e non può far altro che tornare all'antico mestiere. Si dice addirittura che una volta sia stato rapito, in Piemonte, da due poliziotti, che lo costrinsero a fabbricare denaro falso minacciando, altrimenti, di denunciarlo. Fabbricava qualche milione al giorno, e non gli lasciavano nemmeno i soldi per comprarsi le caramelle di cui era ghiotto...suo unico vizio Nel 1944, dopo aver scontato l'ennesima condanna, considerata la svalutazione della moneta, si dà alla fabbricazione di clichés dei tagli da 5 e 10 mila lire. In regione Scorticata di Ponzone d'Acqui, in una vecchia casa da caccia, impianta la sua zecca clandestina; non si circonda però di compagni abili, tanto che nel 1948 i carabinieri di Acqui scoprono il suo rifugio sequestrando clichés, macchine stampatrici, carta filigranata ed oltre 5 milioni in biglietti da 5 e 10.000 lire perfettamente falsificati. Il processo, l'ultimo a suo carico, si svolge nel 1949 presso la Corte d'Assise di Alessandria. Gemino Mutti, nel già citato Il falso nella cartamoneta, ne fa una gustosa ricostruzione: "A un certo punto il Presidente ordinò che fosse portato in aula il corpo del reato. Un usciere avanzò faticosamente sorreggendo un valigione legato per traverso con uno spago di canapa; aiutato da un carabiniere lo depose sul tavolo e lo sciolse. Una cascata di biglietti da 10.000 si rovesciò davanti agli sguardi increduli del collegio giudicante. Per alcuni minuti ci fu un silenzio assoluto in aula, poi il Presidente tolse dal proprio portafogli una banconota di uguale taglio e cominciò a confrontarla con quelle incriminate; in breve, anche i giudici popolari lo imitarono, e anche gli avvocati e il pubblico ministero che intanto si erano avvicinati al tavolo. Denaro buono, denaro falso passava di mano in mano sotto la luce delle lampadine. Disegno, filigrana, carta, arabeschi, inchiostri, colori...tutto identico. Il denaro di Pollastri si confondeva col denaro della Banca d'Italia in modo perfetto. Quando si trattò di richiudere la valigia, giudici e avvocati non riuscivano più a trovare le loro banconote...erano naufragate nel mare di denaro falso. Fu chiamato d'urgenza il perito della Banca d'Italia che assisteva al processo in veste di osservatore. Non ci si raccapezzò nemmeno lui. Alla fine il Presidente dovette far aprire l'usciolo della gabbia dell'imputato: 'Pollastri, venga a restituirci il nostro denaro, per favore. E segni con la matita copiativa le banconote di sua produzione, così non ci saranno più confusioni' Attilio Pollastri firmò con un sorriso di trionfo alcuni milioni di lire, poi ritornò in gabbia." Viene condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione, e questo nonostante la Banca d'Italia si fosse rifiutata di presentarsi come parte civile, si dice in segno di riconoscenza per aver ricevuto da Pollastri alcuni preziosi "consigli tecnici" su come riconoscere e prevenire le falsificazioni. Consigli che, sebbene non ufficialmente, sembra siano stati tutti accolti e messi in pratica Attilio Pollastri esce definitivamente di prigione nell'agosto del 1956. Morirà qualche anno più tardi, non prima però di averci lasciato una vera e propria chicca. Un video, girato nel 1958 per la Settimana Incom, nel quale mostra la sua competenza nel riconoscimento delle banconote contraffatte. Buona visione [image] [/image] petronius
    1 punto
  23. E' un altro minuto chiamato "dei Dogi Biennali", più precisamente databile tra il 1569 e 1597 con sigla di zecchiere LB.
    1 punto
  24. Ricordo la scritta sulle banconote italiane "La legge punisce i fabbricatori e gli spacciatori di biglietti falsi", non più presente su quelle per l'euro; forse che stando nella comunità europea sono spariti i falsificatori? o gli spacciatori? (semplice battuta provocatoria)o era difficile complicato riportarlo in varie lingue, essendo moneta unica per la Comunità. Poi volevo ricordare due vecchi tomi circa i falsi I falsi numismatici di Gino Manfredini edito da "LA NUMISMATICA - Brescia" nel 1981 Il Falso nella Cartamoneta di Gemino Mutti edito da "La Numismatica - Brescia" nel 1982
    1 punto
  25. http://www.sixbid.com/browse.html?auction=1349&category=27657&lot=1238067 Eccola! Non in altissima conservazione ma un vero e proprio capolavoro di rara bellezza, più di 7000 euro spesi ottimamente, ebbi la fortuna di vedere dal vivo un esemplare analogo in oro anni fa. Che emozione!
    1 punto
  26. In una bustina in acetato, e lì rimarrà come la metti
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  27. buongiorno, oltre a quanto già indicato dall'ottimo villa, qui puoi trovare un pò di informazioni: http://en.numista.com/catalogue/pieces195.html http://en.numista.com/catalogue/pieces943.html http://en.numista.com/catalogue/pieces885.html http://en.numista.com/catalogue/pieces1933.html http://en.numista.com/catalogue/pieces10525.html saluti
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  28. Nell’articolo Rasiel Suarez ci racconta, tra le altre cose: ….due bronzi da un tesoro trovato nel 1926 in Qau-el-Kebir, Egitto sono stati individuati e pubblicati in un documento del 1967 da DR Walker. In quello scritto pubblicato due monete di questo tesoro che avevano ciò che in un primo momento sembrava monogramma convenzionale di Leo, ma con l'aggiunta di una traversa che forma una T…….. E poi Riferendosi a questa moneta sotto…. …..La seconda spiegazione possibile è più provocatoria e interessante. Che EN siano i resti visibili della legenda di Zeno. Se è così fosse questo segnerebbe una nuova svolta nella storia della lotta di potere Zeno / Illus. In particolare, avrebbe suggerito all'uomo comune della strada che usava queste monete di basso valore, che un accordo tra i due era stato raggiunto o, in alternativa, che Leonzio fosse stato riconosciuto Zeno….. un precedente più o meno contemporaneo di questo può essere trovato in un altro monogramma AE4 che onora Ricimero incaricato Libio Severo (sul dritto), lasciando pochi dubbi su chi fosse il vero boss…. sul retro.
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  29. Si ma così rimane all'aria (se ho capito) e comunque si patinerà. La devi chiudere: o in una capsula o in una bustina di cellophane così che nion entri aria.
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  30. Ancora Milano, due bei biscioni .....
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  31. Oserei dire che il colore Bruno delle monete in rame "dovrebbe " essere la norma, sono le :pleasantry: rame rosso :pleasantry: che dovrebbero farci pensare Sergio
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  32. Appena ricevuto il folder di San Giocanni Paolo II e e le Stam&CoinCard.
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  33. Sempre facendo riferimento alla sola immagine fotografica , non vedo nulla di sospetto , il tondello sembra originale , e' la classica sabbia del deserto , per la verita' a mio parere non bella sulle monete , che tende a soffocare i rilievi iconografici e fa risaltare solo quelli piu' di spessore .
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  34. Ahi...ahi....Pietro, perchè hai pulito, amche se come dici leggermente questa moneta ? a parte il fatto che lo sai benissimo che le monete non vanno affatto pulite......non è che ci stai prendendo gusto ? ... credo che su questo esemplare non dovevi fare nulla !!
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  35. @@maxxi però allora dovrebbe stare sotto i rilievi e non sopra , non ti sembra ? posso sbagliare s'intende ma non mi convince la spazzolatura .
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  36. Non bisogna essere esperti .... Basta cercare dove sono le tracce del Conio. Nei famosi distacchi dai piani non vedo nessuna traccia del conio. Tutto e uniforme e non per un pulitura drastica. Le famose espansioni del metallo , dove sono . Quelle che si vedono , sono solo espansione della cera. Poi ognuno vede quel che vuole, non è buono il tetra arcaico di Syra e non è buono questo deca. Se poi si cerca ancora sul bel catalogo ......... Buona domenica a tutti. Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum
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  37. Buona Domenica Medaglia ricordo della osservazione antiaerea a Venezia, nel primo anno di guerra, firmata Ballotti & C. recto: su di un tetto cittadino è costruita un’altana, dalla quale si cercherà di dare l’allarme in caso di avvistamento di aeroplani nemici, sotto la scritta Urbis Tutamen/Fastigium Imbelle – Anno I 1915 verso: all’interno del motto per l’aria buona guardia un leone di San Marco con il libro chiuso, come usa in tempi di guerra. Sotto al leone le lettere P F Complimentoni, bella medaglia. :clapping: saluti luciano
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  38. Taglio: 2 euro CC Nazione: Finlandia Anno: 2007 Tiratura: 1.970.400 Condizioni: BB Città: Nizza Note:
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  39. @@Giov60 Ciao, ti rispondo alle tue più domande........" domando a gionnysicily (che ha esperienza di restauro) e ad altri utenti del forum con adeguata competenza se non sia un trattamento a base di acidi forti a "sciogliere" (mi si passi il termine) il metallo e a dare un'apparenza impastata a molti particolari (stante un D/ già corroso di suo o per la ruggine). Certo sarebbe ben strano un falso con un D/ da "cera persa" ed un rovescio da pressofusione! Impossibile che gli acidi possano creare sfere perfettamente rotonde , poiché dette sfere si creano SOLO da aria imprigionata in un processo di fusione. O da un conio fuso (moderno) sempre che un po di aria sia rimasta nel processo di fusione. creando nel primo caso bolle di aria nel gesso refettario e colando l'argento riempe tutti i punti che prima erano bolle e ora sono in argento (questo e l'esempio del deca in discussione). In effetti variano le dimensioni . Tutto dipende nella fase se e stato vibrato o in un sottovuoto. Pertanto gli acidi non c'entrano niente, semmai dovrebbero causare forti corrosioni artificiose. Diverse sono i (grumi ) da conio aqrrugginito . qui purtroppo le opinioni sono diverse . Chi crede ai coni arrugginiti e chi non crede. Tempo fa ho espresso la mia e credo che i conii per coniare grosse monete come i decadrammi , difficilmente potevano essere in bronzo . Il ferro lo conoscevano bene e sapevano anche temperarlo. I grumi da ruggine non sono riproducibili ,proprio per la loro differenza naturale che riproduce i grumi dal conio arrugginito . Infine penso che ci sia un po di confusione sulla stranezza che il dritto a cera persa ed il rovescio in un altro modo. una fusione a cera persa e una moneta fusa a cera persa. La pressofusione non credo che la usassero , perché gli mancava la pressione per iniettare il metallo fuso in uno stampo in metallo. Cosi si deve parlare di Microfusione ,che è il metodo della cera persa. Spero di aver esaudito i tuoi quesiti .
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  40. Nel mio post # 8 ho contravvenuto a un mio principio, che è quello di non sentenziare senza prima bene approfondire e studiare anche le altre monete. Purtroppo spesso mi lascio trascinare dalle mie sensazioni di "simpatia" o di "antipatia", implicando che dopo una certa esperienza una moneta che è "antipatica" possa avere seri problemi di autenticità. Spesso indovino, ma non sono infallibile e ricordo sempre le parole di Roberto Russo che gli era capitato di giudicare per false monete aiutentiche, ma che erano appunto "antipatiche", nel senso che potevano avere alcuni elementi incongrui. Molto, ma molto raramente il contrario... Riguardando meglio le immagini e soprattutto postando immagini di altre monete simili, resta un serio dubbio di fondo: siamo di fronte a una moneta realmente fusa. In genere la fusione viene rivelata da alcuni dettagli, come la presenza di bolle, per la presenza di aria nel metallo colato. Però non dimentichiamo un aspetto importante, che i conii usati per questa emissione di decadrammi erano spesso molto "arrugginiti" e quindi possono dare una diversa impressione, almeno sulle foto. Le bolle di fusione in genere si distinguono dalle bolle presenti nei conii arrugginiti. Ma se andiamo a guardare altri dettagli, come l'elmo presente all'esergo del diritto: troviamo una frattura del tondello (non del conio !!) che parte dal bordo e sale fino a quasi toccare la sommità dell'elmo ed è molto stretta e delineata: un sintomo di battitura e non di fusione... Poi al rovescio, notando però che nell'insieme sembra esserci segni di "ruggine" anche su questo lato, troviamo tra i capelli di Aretusa e le lettere una doppia battitura: Poi vediamo un tipico scivolamento di conio alla base del collo di Aretusa: Infine se riguardiamo il famoso esemplare di Spencer-Churchill 57, l''unico altro conosciuto per quella coppia di conii, con la scansione dell'immagine presa direttamente dal catalogo SNG: vediamo diverse "bolle"… che però non c'entrano con la fusione. Ecco perché avevo scritto che non è un falso cos' scontato e raccomandato di vedere bene dal vivo. Al massimo avere altre immagini in dettaglio sotto altra luce e anche del bordo...
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  41. Taglio: 2 Cent Nazione: San Marino Anno: 2004 Tiratura: 1.395.000 Condizioni: bb+ Città: Trieste Note: mancante :yahoo:
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  42. forse è convinto che la possiede solo lui
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  43. lira 1863 Milano in fdc a 15 euro... In quale favola se ne parla? la bella addormentata o cappuccetto rosso?
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  44. Un po' tutti abbiamo molta attenzione proprio per evitare che si rovinino. Se le tieni in un buon ambiente, le tieni d'occhio e le maneggi con cura non accxadrà nulla, sono state create per resistere a ben altre situazioni e più "toste" :)
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  45. Medaglia in argento di grande rarità coniata nel 1839 per il Liceo di Bari, ex collezione Giannoccaro, asta Varesi Utriusque Siciliae dell'aprile 2007 (lotto 292), Ricciardi manca, D'Auria 195, appiccagnolo e nastrino rosso originale. Purtroppo lo stato di conservazione non è alto, oltre all'esemplare qui postato sono a conoscenza di un altro in collezione privata barese. p.s. Sarebbe interessante leggere da qualche utente barese notizie storiche su questo liceo.
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  46. Paolo VI medaglia annuale Anno V - 1967 ag. 986 / 1000
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  47. Caro Dizzeta, sono testimone, sottoscrivo e confermo l'intenzione nobile di supportarmi economicamente per fronteggiare la vicessitudine che mi ha colpito (mi avevi mandato un messaggio privatamente dove mi proponevi il supporto che non ho voluto accettare). Non sono d'accordo assolutamente che ti debba sentire un "verme" in quanto il mio messaggio é rivolto a persone che conosco personalmente e dalle quali ho comprato diverse monete. Non ho accettato il supporto economico perché grazie al cielo non ne avevo la necessitá e ho potuto provvedere (ho sacrificato l'acquisto di altre monete) anche se l'idea potrebbe essere valida per altri collezionisti sfortunati che in effetti non hanno le possibilitá economiche per affrontare questo tipo di situazioni e ce ne sono: abbiate il coraggio di scrivere. Sinceramente il mio problema non l'ho mai visto dal lato economico ma da un punto di vista etico e morale anche se in effetti alla fine mi é costato e ricordo che ho ancora una sanzione amministrativa di 5250 euro che da oltre un anno é pendente presso il Giudice di Pace. Caro Dizzeta a fine luglio rientreró in Italia temporaneamente, in quanto ad aprile probabilmente avró un altro impegno piú pesante in terre piú lontane e trascorreró un mese di ferie a Camogli nella Tua Liguria e magari incontrandoci potró raccontarti ulteriori dettagli che su questa piattaforma non posso ancora raccontare. Un caro saluto Antonio
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  48. Concordo pienamente su ogni cosa. Quello che amo fare, poi, è sapere come le varie tipologie che ho venivano utilizzate e dove. Ad esempio so che una determinata tipologia di moneta veniva utilizzata spesso come garanzia nei porti o per i grossi pagamenti su navi, galee e carri? La prendo in mano e immagino tutte le volte in cui ha vissuto chissà quali avventure, quali ambienti, persone che ha visto e avvenimenti a cui ha preso parte. Magari nel mio porto genovese, fra le mura, o chissà in quale lontano luogo.
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  49. Rabbia e impotenza, il concetto é chiaro, ma l'aspetto triste é che buon senso e leggi purtroppo non viaggiano di pari passo. L'Autoritá ti dice che gli operanti hanno dichiarato piú che illazioni, perché questo si legge vero? e proprio a causa di quelle illazioni rappresentate anche dal sottoscritto sin da subito vero? (vi rimando alla discussione censurata "mi hanno sequestrato tutta la mia collezione") ho trascorso due anni di inferno nel mentre servivo il mio Paese all'estero in Missione di Pace. E' giusto che chi ha sparato illazioni provocandomi danni morali,biologici e anche di immagine per il lavoro che svolgo rimanga impunito? é giusto che abbia pagato una parcella di Avvocato per difendermi dal nulla di 5033,60 euro? ed ancora é giusto che per ottenere giustizia debba anticipare 2537,60 euro? tutto questo é giusto o sono diventato pazzo e non capisco piú nulla? vivo con profonda amarezza questo senso di impotenza. Antonio
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