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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/12/14 in Risposte
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Piccole grandi soddisfazioni................................ :D 2 Euro Italia 2002 con asse ruotato di circa 220°.......................................3 punti
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http://www.lamoneta.it/gallery/album/1416-la-mia-raccolta/ :hi: :hi: Signori collezionisti numismatici ed appassionati ....... Chapeau! Un calorosissimo Grazie al nostro @@blush20 Stefano che ha messo a disposizione di tutti noi del forum le immagini di queste splendide monete. Ho avuto la fortuna di ammirarle anni fa, ora che le vedo qui sotto gli occhi di tutti non posso che complimentarmi per la gradita sorpresa. Che gusti però il nostro Stefano! Complimenti sinceri, spero che in questa sede ci saranno persone che vorranno commentare le monete di Napoli e Palermo.2 punti
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Buon weekend a tutti, cosa ne pensate di questo 10 grana con ritratto adulto? :) la moneta è in collezione da un pò ormai e mi son dimenticato di fotografarla bene....magari le metterò succesivamente. anche se è in assoluto il taglio che mi piace meno di questo regnante non mi pareva educato non averne neanche uno :P grazie a chi si esprimerà e un saluto alla sezione. PS: @@francesco77 cambia il titolo che ho fatto confusione...è un 41 :( marco2 punti
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Vedo solo adesso questa bella moneta, io credo sia un 8 coniato su un 1, infatti risultano parpagliole col 1711 e poi 1718, è possibile che non ci sia stata produzione tra queste due annate, inoltre si vede che la forma del 7 è ben diversa... Saluti2 punti
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Non è che ti ha chiesto la carta d'identità eh... Siamo su un sito di numismatica, di monete veramente preziosissime ne sono state postate parecchie e questo non è neanche il tuo caso in quanto la tua in Spl (è da vedere se è veramente Spl...) forse arriva a 2000 euro di mercato che non sono spiccioli ovviamente ma sarebbe una foto di una moneta costosa come altre... "odinaria amministrazione" insomma :P Oltretutto postare la foto serve a TE e non a soddisfare la curiostià degli utenti (di monete "mostruose" ne abbiamo viste parecchie), dato che così ti si può dire in che stato di conservazione effettivamente si trova e se è autentica soprattutto...2 punti
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Caro @@TARAS da quello che vedo in queste foto il pezzo per me è con buona probabilità autentico ( crepe, corrosioni, qualità del metallo etc.), certo, per avere un maggiore certezza bisognerebbe come minimo avere le foto del Diritto (oltre che del bordo), in cui mi aspetto di vedere altri grumi di metallo. Le cause per una produzione di bolle e grumi sulla superficie di monete autentiche ( quindi non da fusione) sono molteplici, segnatamente per gli antoniniani, ma non solo. La causa più comune è il riscaldamento a temperature alte ma non eccessive, non solo avvenuto in tempi antichi ma anche in tempi moderni... A questi riscaldamenti, In particolare di monete in mistura, segue una emersione verso la superficie di frazioni di metallo, che a volte solidifica in palline. A volte si producono anche dei piccoli crateri ( bolle di gas vere e proprie che rompono la superficie, mi sembra intravederne uno proprio sul muso dell'animale). Non c'è una regola vera e propria, dipende molto dal fattore gradiente di temperatura e composizione del metallo. Se vuoi una controprova pratica ed empirica, prova scaldare al fornello ( tenedolo con una pinza ;) ) un antoniniano del basso impero, di quelli che hanno una apparenza di rame chiaro-rosato ( tipo Gallieno, Postumo etc.), prima o poi ( anche se non sempre) vedrai emergere delle piccolissime goccioline di metallo bianco, facilmente schiacciabili e spalmabili mentre sono calde... ( è un metodo un po' selvaggio usato per ridare un aspetto argentato ad antoniniani che hanno perso l'apparenza argentea, ma da non usare !) A dir il vero, nel caso in questione, credo che la meccanica del procedimento possa differire un po', ma penso che il fattore base possa essere il riscaldamento. L'osservazione dal vivo, come sempre, sarebbe risolutiva... ( e di questo argomento sai già come la penso :) ) Cordialmente, Enrico2 punti
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Hai toccato un argomento molto delicato e dibattuto, quello dell’inizio della monetazione siracusana di bronzo, con la relativa cronologia assoluta e metrologia. L’elemento ponderale ha in realtà una importanzarelativa, dal momento che si tratta di una moneta fiduciaria, ossia il suo peso in bronzo non rappresenta il reale valore intrinseco, ma solo appunto fiduciario e garantito dallo Stato emittente, che permette la sua conversione in valuta intrinseca in metallo prezioso, in genere argento. Rispetto alla moneta d’argento, a Siracusa la moneta di bronzo comparve tardivamente. Per capire le ragioni di tale ritardo, anche rispetto ad altre poleis siciliane, bisogna partire dalle particolari condizioni della colonizzazione di Siracusa (in Sicilia le caratteristiche della colonizzazione non furono omogenee). La fondazione di Siracusa nella Sicilia sud-orientale comportò la fine dei pacifici rapporti commerciali con gli Indigeni, che si erano instaurati fin dalla metà del VIII secolo a.C. (come testimonia ad esempio la necropoli di Villasmundo, nella valle del Marcellino). L’affermazione della chora favorì l’ascesa di una aristocrazia terriera, discendente dai coloni (gamoroi), con riduzione in servitù dei Siculi o il loro arroccamento sugli Iblei, in costante posizione difensiva. Mancarono dunque le condizioni che altrove hanno portato alla precoce comparsa della moneta bronzea, soprattutto per gli scambi commerciali con l'elemento indigeno. A Siracusa era privilegiata la coniazione di argento, specialmente di grosso modulo, come il tetradramma, la tipica moneta dell’aristocrazia terriera. Diversamente dalle zone centro-occidentali della Sicilia, a Siracusa il processo che ha portato alle monete di bronzo comincia tardi e fin dall’inizio le emissioni hanno basso peso e risultano avere una natura fiduciaria. Molto verosimilmente era cambiato anche il clima politico e a Siracusa inizia ad avere rilevanza politica il demos, a cui corrisponde lo sviluppo di ceti artigiani e mercantili e, conseguentemente, del mercato urbano. A partire dagli studi R.R. Holloway (L’inizio della monetazione in bronzo siracusana, Atti del VI Convegno del Centro Internazionale di Studi Numismatici, Napoli 17-22 aprile 1977, Roma 1979, p. 123-144) e di Federico Martino (Evidenze numismatiche e ipotesi interpretative su alcune emissioni bronzee di Sicilia, Archivio Storico Messinese, 49, 1987, p. 5-68, appare evidente che i primi bronzi di Siracusa erano con Testa di Aretusa / Polipo (onkia e tetras, che solo molto indicativamente presuppongono una litra teorica di quasi 20 grammi). Molto probabilmente l’esperimento della moneta enea a Siracusa iniziò verso il 435/430 a.C. con la moneta minore, l’onkia: Il tratto caratteristico è che le onkiai di Siracusa hanno costantemente un diametro standard (quello misurato sul bordo lineare) di 9 -10 mm. Il peso è di poco superiore al grammo. Solo dopo che il suo valore è stato chiaramente recepito, il globetto fu soppresso. Il valore veniva dichiarato e confermato dal diametro standard, che è uguale a quello con il globetto: Non è una moneta molto comune, ma sicuramente ebbe un impatto favorevole e questo permise la produzione del tetras, che ha un diametro standard inizialmente di 13 mm per poi stabilizzarsi a 12 mm e peso sui 4 grammi: Lo stile appare essere assai variabile e non mancano esemplari ove la testa di Aretusa si presenta rozza e quasi mascolina…. Il tetras ebbe maggiore diffusione rispetto all’onkia, anche perché fu la prima moneta effettivamente convertibile, chiamata a sostituire una moneta d’argento, molto rara e quindi coniata all'inizio e per breve tempo: In genere nel mondo greco una moneta fiduciaria con una determinata tipologia con un determinato diametro corrisponde a un determinato nominale e quindi è inutile "scomporre" i numerosi tetrantes in diversi nominali in base al peso, che resta piuttosto variabile. Successivamente, dal 420 a.C. circa e fino al 405 a.C., furono emesse successivamente e a breve distanza di tempo tre serie di emilitre di bronzo, tutte con diametro standard di 14 mm e peso abbastanza variabile, da circa 3 a 5 grammi (come si può vedere sul Calciati). Si diventa matti a cercare una precisa litra di riferimento, che comunque ancora si aggira sui 15-20 g: Bisogna però tenere presente che il tetras con polipo, nonostante l’allargamento dei nominali di bronzo all’emilitra, risulta essere stato coniato per un periodo lungo e ripreso a vari intervalli, come dimostrato da riconi sopra emilitre, specialmente con Delfino e conchiglia (Calciati, p. 27, n. 2OS e 3OS). Una emissione particolare, che si pone ormai nel 405 a.C. e quindi al termine della famosa serie dei Maestri firmanti, prima dell’avvento del tiranno Dionisio, c’è un revival del polipo, ma abbinato a una testa di Aretusa a ¾, che è copiata dai tetradrammi con testa frontale di Kimon (a dimostrazione anche dell’enorme influenza di quei conii): Il suo diametro standard è sui 14 mm, come le emilitre, ma presentano un peso generalmente più basso, sui 2 grammi, con tondello più sottile, ed è probabile che sia ancora un tetras, ma con la litra di riferimento svalutata, intorno a 8 grammi…. In ogni caso c’è ancora da studiare su queste emissioni… e ci sono alcune altre emissioni, più rare, che non sono state considerate (come il Calciati 11)…. Sono ancora in vacanza al mare e non ho sottomano il Calciati, per poter meglio completare le varie caselle. Ma mi sembra che i primi nominali di bronzo coniati a Siracusa fossero sostanzialmente tre: onkiai - tetrantes - hemilitrai.2 punti
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La monetazione di Ferdinando IV è straordinariamente suggestiva da più punti di vista: per quello eminentemente storico, perché è davvero un momento di passaggio fondamentale, nel bene e nel male, per la storia moderna; per quello artistico, in quanto le piastre sono dei capolavori (pensiamo alla Soli Reduci del 1791, un'opera meravigliosa... o alle once siciliane!); per quello stilistico, perché il tratto è inconfondibile ed estremamente vario, i ritratti del re rappresentano un vero catalogo di diversità quali sono quelle che vanno a comporre il panorama dei regni di Napoli e Sicilia, e per me uno più bello dell'altro (adoro anche quello della prima serie dei 12 tarì!)... Davvero vi invidio per il retroterra numismatico della vostra zona, qui da me giravano le monete del Lombardo-Veneto che sono veramente una più brutta dell'altra... possiedo un Crocione di Francesco I d'Asburgo, pare una commemorativa senz'anima :cray:2 punti
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Tutto quello che è dopo il 1860 per me è Savoia, anche se, monete e medaglia sono state coniate a Napoli, quindi concordo con Michelangelo21 punto
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Julia Domna fu imperatrice romana , moglie di Settimio Severo , madre di Caracalla e Geta . Fu una donna di potere , come sarebbe uso dire oggi , siriana di origine , figlia di Julio Bassiano , sacerdote del culto del Sole El-Gabal . Segui’ sempre il marito nelle sue campagne militari , tanto che questo le comporto’ il titolo di Madre degli accampamenti , questa sua costante presenza al fianco di Severo fece si che spesso influenzo’ con i suoi consigli le decisioni del consorte ; ma nella sua vita di imperatrice si interesso’ attivamente anche di studi e ricerche religiose e filosofiche , tanto da formare dei circoli di filosofi dove si discuteva di questi argomenti , interessi piuttosto inusitati per una donna dell’epoca e di questo rango sociale . Alla morte di Severo dovette sopportare e cerco’ di contrastare , l’ odio di Caracalla verso il fratello Geta che infine porto’ all’uccisione di quest’ultimo , fu per lei un colpo tremendo , tanto che dopo la morte di Caracalla si ritiro’ ad Antiochia dove forse malata e delusa dagli eventi della sua famiglia , si lascio’ morire di fame , era l’anno 217 . Qui in breve la vita e le opere di Julia Domna , donna bella , colta e molto religiosa , di sicuro ascendente e forte personalita’ ; nella sua attivita’ religiosa e in base alle monete a lei dedicate , sembra che avesse una particolare reverenza per la divinita’ Vesta a cui attribuiva nelle monete gli attributi di Mater e Sancta , forse perche’ rappresentava per lei il focolare domestico , quindi l’ unione della famiglia a cui probabilmente teneva in modo particolare , per questo alla morte di Severo e alle successive discordie dei due figli , finiti entrambi assassinati , vide rompersi per sempre quella salda unione che aveva creduto indissolubile fino all’ ultimo , nonostante la morte del marito e del secondo genito ad opera del primo e ne mori’ . Una serie di monete di Julia ci tramanda il culto di Vesta , dove si osserva lei offerente davanti al Tempio , dentro il quale si nota il fuoco sacro , oppure la statua di Vesta astata in piedi , oppure seduta con in mano il Palladio li’custodito , insieme agli altri simboli arcani dell’ Impero , di cui le Vestali ne erano le custodi oltre che del sacro fuoco . Ma sicuramente i pezzi piu’ famosi ed unici sono il medaglione in bronzo dove si vedono le sei Vestali offerenti davanti al Tempio , medaglione n° 241 del Cohen , insieme all’ altro uguale ma in argento n° 240 , questo senza valutazione , unici . Al tempo del Cohen cioe’ fine ‘800 , il medaglione in bronzo era quotato alla notevole cifra di 600 franchi oro , corrispondenti oggi numismaticamente a circa 150.000 euro , ma sicuramente anche questo , oltre a quello in argento , non ha valore data l’unicita’ dei pezzi . Sembra che il corrispondente medaglione in argento fu venduto a Londra a ben 6.275 franchi oro , una vera fortuna ! almeno da quanto riportato dal catalogo Cohen . Sotto un busto di Julia Domna , il disegno del medaglione in bronzo e quello in argento solo descritto .1 punto
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@@emi_93 ti ringrazio , veramente bella stavolta . Pur non collezionando euro , devo ammettere che la fs è molto più bella della normale emissione . Grazie ancora1 punto
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età? ha ho capito: Hatria e numismatica picena....eri con una ragazzina? ti ho visto allora, ciao in Abruzzo che convegni consigli?1 punto
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Allora, vi do un aiutino..... :) per le Italiane, questi sono i codici da ricercare, ma difficilmente ne troverete :D. Ve ne sono alcuni che pochi conoscono: 5 J004/S 50 F001/S 50 J016/S 10 J004/S 50 F002/S 50 J025/S 10 J008/S 50 F004/S 50 J034/S 20 J007/S 50 J008/S 50 J039/S 20 J009/S 50 J010/S 50 J041/S 20 J017/S 50 J012/S 50 J055/S 20 J026/S 50 J015/S 50 J056/S Se riuscite a trovarne qualcuno, potete considerarvi fortunati :moon:.1 punto
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no, tra le "mansioni" non rientra il " tirar fuori finche' ce n'e' , anche perché è stato già "tirato fuori" così tanto che riportare alla luce altre tonnellate di reperti mobili e migliaia di strutture servirebbe a ben poco se questa azione di ricerca non è controbilanciata da altrettanto attivismo nella conservazione; scavare per trovare reperti archeologici rientrava tra gli obiettivi degli scavatori del '7/800..., oggi gli obiettivi dovrebbero essere altri. Senza contare che uno scavo rappresenta, di per se, un'azione irreversibile: se in sede di scavo delle informazioni vanno perdute queste sono perse per sempre. Per avere un'idea di cosa intendo è sufficiente comparare uno scavo attuale e uno dell'800 o degli anni '50... e nell'800 e negli anni 50 non erano ignoranti, solo che nel tempo sono state messe a punto metodologie di indagine più accurate e basate sulla collaborazione di specialisti non afferenti di base al mondo archeologico. Non vogliamo lasciare nulla a chi verrà tra 100 o 200 anni?1 punto
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@@TARAS@@vitellio condivido in pieno quanto detto dal bravo e competente Enrico,l'esplosione della bolla da lui segnalata e la prova dell'eccessivo riscaldamento della moneta subito in un certo periodo dalla sua coniatura. Sono convinto dell' autenticità in quanto ho avuto modo di osservare dal vivo degli esemplari simili ( senza bolle ) ma con i rilievi così evanescenti,questa evanescenza è causata dall'eccessivo riscaldamento e dal probabile processo di argentatura che toglie i tagli della coniatura facendola sembrare quasi una fusione,credo infatti che il riscaldamento sia attuale e non dovuto ad incendio d'epoca perché in questo caso sarebbero rimaste tracce di incrostazioni di metallo miste a calcare e come detto da Enrico può essere riconducibile ad una argentatura moderna per migliorare l'aspetto estetico della moneta che probabilmente aveva perso parte della sua argentatura originale. Saluti Babelone1 punto
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Caro @@numa numa sì, sono d'accordo con te, la visione delle raccolte di falsi sarebbe di grande utilità, affina l'occhio e facilita la comprensione delle falsificazioni. E i falsi, visti in senso diacronico, hanno una certa evidenza di evoluzione. Per quanto riguarda la quantità di falsi che circolavano negli anni 70-80 ho un ricordo indelebile: un grande esperto (e commerciante ) della vecchia guardia che alla richiesta di un parere su una collezione di media portata composta da un centinaio circa di esemplari greci, ne appartò con sicurezza 5 o 6 e dichiarò tranquillamente che tutti gli altri non andavano bene... La cosa tragica era che aveva ragione. Non dico che tutte le collezioni fossero così costituite, ma parecchie erano/sono inquinate, soprattutto (ma non solo) quelle medie, credo che dipendesse dalla difficoltà generale di avere conoscenze tecniche specifiche e dalla difficoltà di avere notizie ed immagini. Se, poi, pensiamo a tutta la vicenda dei tetra di Leontini, con i falsi dei falsi dei falsi, c'è poco da star allegri... e che quantità ! Ovviamente hai pienamente ragione quando affermi che in termini assoluti la quantità di oggi è ancora più grossa, direi persino imbarazzante, e curiosamente anche falsi modesti appaiono sempre di più in case d'asta e vengono allegramente venduti... Non che per le monete romane vada poi tanto meglio... Mah... Che vogliamo farci ? Beh, una cosa sì, di sicuro: parlarne, parlarne e ancora parlarne sui forum dedicati, in modo che il problema sia sempre più evidente e chi abbia voglia di capire ne abbia la possibilità. Cordialmente, Enrico1 punto
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Si tratta della prospography. Avevo già precedentemente postato queste pagine riunite in una sola pagine a due colonne. Vedi, Eliodoro, perché avevo precedentemente scritto che la prosopography sta allo storico che vuol scrivere suol tempo tardo-romano come i quattro evangeli stanno al parroco che vuole preparare la predica domenicale?1 punto
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Parlando SOLO di quelle a firma Duisenberg (abbiamo più attendibilità!) 5e-(J004). 10e-(J004eJ008).20e-(J007eJ009).50e(J008eF002).Queste banconote anche in bassa conservazione(a mio avviso) sono da tenere. simone.1 punto
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Ciao Sgtred : che la medaglia sia "fredda", come ha detto Claudio, è un concetto che a prima vista mi sento di condividere. E tuttavia la medaglia a me sembra bellissima e non starò a ripetere le parole dette da Fabio : la Resistenza si manifestò nell'ultimo periodo di una guerra ormai perduta e che non avremmo mai dovuto intraprendere. Gli scontri, i rastrellamenti, fucilazioni e torture, fame e freddo sempre presenti.....eppure fu da questo orrore che riuscimmo ad uscire e la Resistenza vi contribuì, per quello che poteva. L'Autore l'ha paragonata ad un aquilone che si innalza verso le stelle....perché no ?1 punto
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no, il tuo 5€ è stato stampato dalla Francia(E) per l'Olanda(P), aspetto la foto per dare pareri definitivi :)1 punto
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Poiché ogni promessa è debito, comincio a postare le prime due pagine dell'articolo e spero nell'arco della giornata di postare le pagine seguenti con il primo paragrafo che riguarda il contetso storico. Lo faccio sotto forma di immagine in quanto non so come allegare file word quando pesano oltre 1,46 MB. Rinnovo l'invito a una maggiore partecipazione. Infatti il passo successivo alla descrizione del contesto storico è dato dalla disanime dei nummi di Leone con il monogramma e qui per fare un lavoro serio (e se non è serio è meglio non farlo) bisogna poter disporre di una base dati davvero ampia e, quindi, di numerose persone impegnate nella ricerca delle immagini.1 punto
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Credo che oramai questa dei Materiali del BdN sia una dell più lodevoli iniziative editoriali online.1 punto
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In aggiunta, prendo in prestito una cartina dei tempi del califfato, che, mi sembra, si presti bene per capire il terriotrio in cui si sono mossi Illo e Leonzio.1 punto
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Ma la coniazione schiaccia con grande forza tutta la superficie della moneta, quindi eventuali difetti del tondello dovrebbero essere cancellati. Arka1 punto
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A mio parere , non e' una conseguenza da incendio mancano tracce di annerimento , ma sembrano invece bolle di gas della lega rame zinco , con probabile presenza di ferro a piu' alto punto di fusione , quindi lega surriscaldata al momento della fusione del ferro rispetto al rame zinco , che ha provocato inclusioni di gas , poi "esplose" ; oppure una non perfetta argentatura da "immersione" dovuta sempre ad una fusione del tondello non perfetta che ha provocato punti di vuoto .1 punto
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La medaglia che hai postato è un massimo modulo coniato per celebrare il XV anniversario di costruzione del Palazzo della Zecca di Stato l' "edificio di via Principe Umberto 4 all’Esquilino, voluto da Re Vittorio Emanuele III è la prima Zecca dell’Italia unita, oggi sede della Scuola dell’Arte della Medaglia" . Venne inaugurato da Re Vittorio Emanuele III il 27-12-1911. Qui sotto trovi la riproduzione di parte della pagina 113 del Casolari dove è descritta la medaglia (purtroppo l'autore ha commesso un errore nella valutazione dell'annualità (XVI) nel commento di cui alla nota (14). @@uzifox1 punto
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Caro Gallienus, complimenti per la tua amorevole passione verso questo magico Regno, ma guarda che poi non sei così lontano da una delle piazze più importanti del panorama Numismatico italiano e Europeo, la città di Milano offre molto, e il mercato del Cordusio è una realtà storica vivente, dove potresti attingere e trovare molti amici che condividono la tua stessa passione, e in particolar modo per il Regno di Napoli e di Sicilia. ;) Eros1 punto
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E' una domanda? A.P. inizia nel 1790... Spero che C.C. nel mio caso non stia per "cast copy"...1 punto
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Ciao @@NUMISMA_RE, più che un quadrante di Augusto, sembrerebbe un semisse di Tiberio Tiberius, 19 August 14 - 16 March 37 A.D. 16968. Orichalcum semis, RIC I 246, BMCRE I 588, gF, Lugdunum mint, 3.772g, 19.9mm, 315°, as Caesar 12 A.D.; obverse TI CAESAR AVGVST F IMPERAT VII, laureate head right; reverse ROM ET AVG, the Altar of Lugdunum, decorated with corona civica between laurels and nude male figures; flanked by Victories on columns facing center raising wreaths Saluti Eliodoro1 punto
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Per essere uno che ha appena dichiarato di non saperne nulla, mi sembri un po' troppo pronto allo scetticismo..... Siccome non è mia abitudine parlare a vanvera, ti invito a consultare il : HISTORIA NUMORUM, A MANUAL OF GREEK NUMISMATICS, BARCLAY V., ASSISTANT-KEEPER OF THE DEPARTMENT OF COINS AND MEDALS, IN THE BRITISH MUSEUM. ,Oxford, AT THE CLARENDON PRESS del 1887, a pag 13 dove si dice “Sea-horse, around which dolphins ˄ Kerberos in linear square. (Brit. Mus. ined.) AR 8,3 grs.” Stammi bene....1 punto
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TAGLIO: 50 centesimi NAZIONE: San Marino ANNO:2013 TIRATURA ? CITTÀ: Codigoro ( fe ) CONSERVAZIONE: qFDC1 punto
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Mi correggo, è il RIC I 461 AE quadrans - RIC I, 461 Augustus. 27 BC-AD 14. Æ Quadrans. Apronius, Galus, Messala, Sisenna, moneyers. Struck 5 BC. SISENNA GALVS III VIR, garlanded altar with flat table / APRONIVS MESSALLA AAAFF, large SC. Rara!1 punto
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E' molto penosa la realtà editoriali italiana di cui ci parla @@acraf. Cronisti antichi i cui testi sono essenziali per lo studio della Storia occidentale, quella che ha davvero la S maiuscola, non si trovano in italiano, se non andando a edizioni vecchie di secoli. Per esempio, le "storie" di Procopio, uno dei più importanti libri storici antichi lo si trova in italiano nella sua forma integrale, ma in un'edizione milanese dei primi dell'800, pessimamente tradotto e senza testo a fronte. Per fortuna che esiste un'edizione in inglese, ben tradotta e con tetso greco a fronte. E che dire di Malala, della Chronica Gallica, del Codex Theodosianus, dei panegirici e delle lettere bellissime di Sidonio Apollinare, Dexippo, Euvapio, Gregorio di Turone, Idazio, Marcellino, Merobaudo, Prospero Aquitano, Salviano, Victor de Vita, Victor Tunense.... Quando va bene, sono disponibili edizioni dei primi anni del secolo XIX, non tradotte, e quando va male si deve ricorrere al XVII o XVIII secolo. Ma se in Italia non esiste neppure un'edizione critica di Prisco, il più importante e credibile tra gli storici della fine della romanità! Italia, patria della cultura? Italia, patria del diritto dove quando si promulga una legge, poco dopo si promulga anche un "decrero attuativo" per spiegare come "interpretare e applicare" la legge? Ma temo che al 99% degli italiani interessa molto di più rifondare la squadra di calcio che rifondare la cultura, rifondazione che sarebbe tanto necessaria....1 punto
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fatto ! sul mio sito si vede meglio cliccaci sopra: http://www.friziodes...it/coins19.html :-)1 punto
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mica ho detto che vale la meta', ho detto che mi sono fermato a meno della meta' vale il 60-70% di quello che l'hai pagata.1 punto
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Per la tiratura usa questo sito: eurocollezione.altervista.org/_Tiratura_Euromonete.htm Per le condizioni non saprei neanche consigliarti dal momento che l'immagine è molto piccola... Se posti un immagine migliore possiamo darti una valutazione in modo che piano piano riuscirai a capire come giudicarle...1 punto
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Grazie per l'apprezzamento e, come promesso, sì, almeno un'altra ce n'è Restiamo sempre in Italia, ma ci spostiamo dal sud al nord, per parlare di colui che è passato alla storia come "il Re" (dei falsari, naturalmente). L'attività di Attilio Pollastri, nato a Genova sul finire dell'800, inizia quando quella di Ciulla finisce, nel 1922. O, per meglio dire, anche lui viene arrestato per la prima volta in quell'anno, e incomincia così a farsi conoscere. Figlio di un funzionario delle dogane, a differenza del Ciulla non era mosso da alcun ideale di giustizia e uguaglianza sociale, ma semplicemente dalla convinzione, avuta fin da ragazzo, che guadagnarsi la vita onestamente sarebbe stata un'impresa superiore alle sue forze Ancora giovanissimo, Pollastri si impiega nella bottega di un orafo di valore: di giorno impara a modellare orecchini e monili, di notte si ferma in officina a battere monete d'argento. In pochi mesi riesce a guadagnare ben 30.000 lire di denaro buono smerciando le sua monete anche direttamente alle banche, che le accettano senza difficoltà. Passa poi alle banconote, ormai sempre più diffuse, ma la progressiva svalutazione monetaria gli gioca un brutto tiro. Pressato dai suoi "clienti", che per via della svalutazione gli chiedono una quantità sempre maggiore di banconote false, finisce per perdere la necessaria tranquillità e per mettere in circolazione biglietti non proprio perfetti, che lo portano nel 1922, come detto, al primo arresto. Da quel momento è un continuo entrare e uscire di prigione: in tutto passerà in carcere quasi 20 anni della sua vita. Quando è fuori, prova ogni tanto a cercare un lavoro onesto, ma tutte le porte gli si chiudono in faccia, e non può far altro che tornare all'antico mestiere. Si dice addirittura che una volta sia stato rapito, in Piemonte, da due poliziotti, che lo costrinsero a fabbricare denaro falso minacciando, altrimenti, di denunciarlo. Fabbricava qualche milione al giorno, e non gli lasciavano nemmeno i soldi per comprarsi le caramelle di cui era ghiotto...suo unico vizio Nel 1944, dopo aver scontato l'ennesima condanna, considerata la svalutazione della moneta, si dà alla fabbricazione di clichés dei tagli da 5 e 10 mila lire. In regione Scorticata di Ponzone d'Acqui, in una vecchia casa da caccia, impianta la sua zecca clandestina; non si circonda però di compagni abili, tanto che nel 1948 i carabinieri di Acqui scoprono il suo rifugio sequestrando clichés, macchine stampatrici, carta filigranata ed oltre 5 milioni in biglietti da 5 e 10.000 lire perfettamente falsificati. Il processo, l'ultimo a suo carico, si svolge nel 1949 presso la Corte d'Assise di Alessandria. Gemino Mutti, nel già citato Il falso nella cartamoneta, ne fa una gustosa ricostruzione: "A un certo punto il Presidente ordinò che fosse portato in aula il corpo del reato. Un usciere avanzò faticosamente sorreggendo un valigione legato per traverso con uno spago di canapa; aiutato da un carabiniere lo depose sul tavolo e lo sciolse. Una cascata di biglietti da 10.000 si rovesciò davanti agli sguardi increduli del collegio giudicante. Per alcuni minuti ci fu un silenzio assoluto in aula, poi il Presidente tolse dal proprio portafogli una banconota di uguale taglio e cominciò a confrontarla con quelle incriminate; in breve, anche i giudici popolari lo imitarono, e anche gli avvocati e il pubblico ministero che intanto si erano avvicinati al tavolo. Denaro buono, denaro falso passava di mano in mano sotto la luce delle lampadine. Disegno, filigrana, carta, arabeschi, inchiostri, colori...tutto identico. Il denaro di Pollastri si confondeva col denaro della Banca d'Italia in modo perfetto. Quando si trattò di richiudere la valigia, giudici e avvocati non riuscivano più a trovare le loro banconote...erano naufragate nel mare di denaro falso. Fu chiamato d'urgenza il perito della Banca d'Italia che assisteva al processo in veste di osservatore. Non ci si raccapezzò nemmeno lui. Alla fine il Presidente dovette far aprire l'usciolo della gabbia dell'imputato: 'Pollastri, venga a restituirci il nostro denaro, per favore. E segni con la matita copiativa le banconote di sua produzione, così non ci saranno più confusioni' Attilio Pollastri firmò con un sorriso di trionfo alcuni milioni di lire, poi ritornò in gabbia." Viene condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione, e questo nonostante la Banca d'Italia si fosse rifiutata di presentarsi come parte civile, si dice in segno di riconoscenza per aver ricevuto da Pollastri alcuni preziosi "consigli tecnici" su come riconoscere e prevenire le falsificazioni. Consigli che, sebbene non ufficialmente, sembra siano stati tutti accolti e messi in pratica Attilio Pollastri esce definitivamente di prigione nell'agosto del 1956. Morirà qualche anno più tardi, non prima però di averci lasciato una vera e propria chicca. Un video, girato nel 1958 per la Settimana Incom, nel quale mostra la sua competenza nel riconoscimento delle banconote contraffatte. Buona visione [image] [/image] petronius1 punto
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A grande richiesta Paolo Ciulla, di cui possiamo vedere un ritratto in allegato. In verità non avevo in programma di parlare di lui, bensì di un altro falsario (poi vi beccate anche quello, che credete ) ma lo faccio più che volentieri Era nato a Caltagirone nel 1867, da una famiglia alquanto agiata. Erano, per la Sicilia, gli anni immediatamente successivi alla “rivoluzione garibaldina”, un periodo di continue manifestazioni di piazza, di fermenti sociali e politici che i notabili di sempre strumentalizzavano con il fine gattopardesco di cambiare tutto per non cambiare nulla. Il giovanissimo Paolo Ciulla respira quest’aria di rivolta, si nutre dell’ideologia socialista, diventa un capopopolo e punta il dito contro l’alta società, con tale entusiasmo che non può non farsi dei nemici. Un'ideologia, quella socialista, a cui si rifarà qualche anno più tardi quando, diventato un abile falsario, "una pioggia di benefiche e anonime banconote entrò nelle case di molti bisognosi di Catania e della provincia, ma molte di più si posarono su tram, carrozze, treni e piroscafi, percorrendo il vecchio e il nuovo mondo. Nessuno ebbe il sospetto che fossero false". Nasce da qui la sua nomea di "falsario caritatevole" sorta di "Robin Hood de noantri" che ammanta la falsificazione delle banconote di vaghi significati politici, o meglio cerca attraverso di essa una sorta di vendetta personale contro le istituzioni che, secondo lui, avevano tarpato le ali alla sua vena artistica, per contrastare il suo impegno politico a favore degli umili. Gli studi e l’attività artistica, che da Caltagirone l’avevano condotto a Roma, a Napoli e ancora a Catania, erano in effetti finiti per arenarsi miseramente, soffocati da personaggi altolocati che non esitarono a denunciare la sua presunta, e mai del tutto accertata, omosessualità, pur di sbarazzarsi di lui. La sua prima falsificazione è quella del biglietto da 100 lire della Banca d'Italia. Disponeva di tanti differenti clichés, di un'ottima carta, e disegnava la filigrana con una materia grassa. Tra la fine dell'800 e i primi anni del nuovo secolo, passa a falsificare anche i biglietti da 25 e 50 lire, ed estende la sua attività dalle banconote della Banca d'Italia a quelle del Banco di Sicilia. Vive da gran signore, ricco di denaro buono guadagnato col denaro falso, e sebbene la polizia sospetti di lui e perquisisca più volte la sua casa, non riesce però ad incastrarlo. Quarantenne, Ciulla lascia l'Italia per Parigi, dove si dice che abbia conosciuto Picasso e Modigliani e lavorato al Louvre come copista grazie a una certificazione rilasciata dall’Académie de Beaux Arts, quest’ultima documentata. Ma della Francia si stanca presto, e salpa così da Le Havre per l'America del Sud, prima San Paolo del Brasile, poi Buenos Aires, dove riprende la sua attività preferita, falsificando biglietti da 50 pesos. Scoperto, viene internato addirittura in un manicomio criminale, dal quale viene dimesso nel 1916 e obbligato a rientrare in Italia. Qui, sebbene sia diventato quasi cieco, impianta di nuovo, a Catania, con alcuni complici, un laboratorio in cui si dà alla falsificazione, per la prima volta, anche dei biglietti da 500 lire. E' in questo periodo che inizia a distribuire alla povera gente banconote da 500 lire, tutte rigorosamente false, ma talmente perfette da ingannare anche i più esperti funzionari della Banca d'Italia. La sua avventura finisce nel 1922 per colpa di un suo "cliente". Questi, dopo aver appena ritirato un pacco di banconote false, va al bar, ordina un caffè e, preso da mania di grandezza, lascia alla cassiera una mancia di 1.000 lire (poco meno di 1.000 euro di oggi), ovviamente false. La cassiera, insospettita da una generosità che rasenta la follia, mostra i biglietti ricevuti al padrone, che avvisa la polizia che ritrova il "cliente" e può da lui risalire al fabbricante del denaro falso. Ciulla viene arrestato alle 8 del mattino del 17 ottobre 1922, mentre sta uscendo dalla sua casa. Oltre alle vernici, alle risme di carta e una grande quantità’ di cliché, vengono trovati e sequestrati anche 96.439 biglietti da 500 lire “Barbetti con matrice” per un valore di circa 48 milioni di lire, cifra paragonabile a circa 45 milioni di euro, piu’ 1.750 biglietti dello stesso taglio non ancora rifiniti. Processato nel novembre 1923 viene condannato a 5 anni di carcere e 5.000 lire di multa, condanna confermata dal processo d'appello nel 1925. Ma Ciulla nel frattempo è prossimo a tornare in libertà per buona condotta. Nonostante abbia beneficato molti bisognosi, all’uscita dal carcere nessuno lo aspetta. Smarrito, inizia a girovagare per Catania, fino a che un soldato di leva proveniente dal continente, gli chiede dove vuole essere accompagnato e quindi lo conduce alla stazione ferroviaria, dove prende il treno per Caltagirone. Viene ricoverato all’ ”Ospizio per i mendicanti” gestito dalle suore, dove, ormai completamente cieco, muore il 1° aprile 1931. petronius1 punto
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E qui dopo quest'ultimo intervento di Alessandro, mi voglio fermare un attimo, forse un curatore ogni tanto deve fare anche questo, riflettere ogni tanto su quello che succede sul forum.....Alessandro ci ha dato ora in questo tipo di discussione, che è puramente e totalmente divulgativa, dove in ogni intervento non ci sono altre componenti se non quella di donare una propria conoscenza agli altri, senza alcun altro fine, un segno....un segno che un giovane, un ragazzo, che conosce, sa, capisce che è venuto il momento di proporsi, di dare agli altri......e lo ha fatto bene, come sa, ecco questo vorrei che fosse un esempio positivo per tutti, per i giovani, con tranquillità, serenità, anche allegria regalate quello che sapete, come si faceva di più anni fa, ce ne sono tanti sul forum che sanno, che conoscono, forse abbiamo perso ultimamente un po' di cuore come diceva Eros in un post precedente, torniamo a dare, senza pensare a un fine specifico, sarà più bello per voi, sarà più bello per tutti....comunque complimenti Alessandro, però occhio ora non montarti la testa :good:1 punto
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Questa è la foto della moneta uscita dalla Summer Auction 2013 della Rauch. GRIECHISCHE MÜNZEN - MACEDONIA Könige von Makedonien Philippos III. (323-317) (D) Tetradrachme (17,25g), "Babylon" (Mesopotamia), ca. 323-317 v.Chr. Herakleskopf / Zeus Aëtophoros. Price P205, Müller P117. Im Rv. kleine Stelle leicht berieben. s.sch.-vzgl. Diametro 25-27 mm, peso 17,24 g in perfetto accordo con quello in didascalia. apollonia1 punto
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eh che paese strano... uno non può neanche comprarsi un ghepardo! questi sono i veri problemi...1 punto
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