Vai al contenuto

Classifica

  1. dabbene

    dabbene

    Guru


    • Punti

      10

    • Numero contenuti

      20123


  2. nando12

    nando12

    Utente Storico


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      14636


  3. Natale

    Natale

    Utente Senior


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      179


  4. Utente.Anonimo3245

    Utente.Anonimo3245

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      11679


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/21/14 in Risposte

  1. Voglio dire anche la mia su questa direi ormai gloriosa e fiore all'occhiello discussione di lamoneta. Da un po' di tempo mi sto spostando dal collezionare una moneta a un libro, quindi l'interesse per quello che viene presentato almeno per me c'è. Non dovete vederla sul fatto del possesso da parte di 4/5 utenti di queste nuove o vecchie proposte bibliografiche, ma come una nuova opportunità, una presentazione, una conoscenza di un testo. Ritengo questa la finalità, tra l'altro si possono sempre chiedere ulteriori delucidazioni e magari eventualmente passare anche all'acquisto o alla lettura dello stesso in una biblioteca. Quindi finalità divulgativa e didattica, poi come sempre in tutte le cose, si può sempre migliorare, organizzare.....ma non togliete i totem del forum, costruiti con tanta fatica e impegno nel tempo sono il frutto di una passione e del lavoro di alcuni di noi !
    4 punti
  2. LA MONETA : GROSSO DA TRE SOLDI, FRANCESCO II SFORZA ( 1522 - 1525 ), zecca Milano Argento, diametro 24 mm., peso 2, 61 gr. D/ testina FRANCISCVS II SF VICECOMES , impresa della scopetta o spazzola con nastro con scritto MERITO ET TEMPORE R/ DVX MEDIOLANI 7 C , scudo con la biscia, elmo coronato con cimiero verso sinistra Rif. bibliografici : MIR 274, Crippa 10, CNI 31 - 33, GN. 15 Rarità R per Crippa, R2 per MIR Provenienza : Asta NAC 68, lotto144 La storia, la simbologia, le immagini, tutto in una ottica di pura divulgazione.....ovviamente altro si potrebbe dire ancora, commentare, vedere, magari anche il grosso da 5 soldi a voi....
    3 punti
  3. Tutte rupie stupende per un RIconfronto (avendola gia postata in passato) questa è la mia più bella
    3 punti
  4. Vi offro una cartina che la dice lunga sui vantaggi di una buona legge. E che risponde alla domanda di questa discussione. Ah dimenticavo: si tratta di hoards e finds trovati in soli tre anni! Una buona legge consente a tutti di essere perfettamente in regola, scarica la magistratura da lavoro inutile e spesso comico, favorisce il collezionismo privato e lo studio della storia, riempie i musei di oggetti di valore. E non droga il mercato.
    3 punti
  5. La strana storia di questa antica Legione parte da lontano al tempo di Giulio Cesare e come sua conoscenza storica termina entro il primo ventennio del V secolo . Inizialmente la XII fu costituita da Giulio Cesare nel 58 a.C. in occasione della guerra gallica dove viene nominata nei suoi Commentari di guerra , terminando la sua lunghissima storia come legione dell’esercito romano sull’estremo confine orientale dell’ Eufrate in una data imprecisata degli inizi del V secolo , quando forse venne sconfitta dai Parti , forse sciolta oppure inglobata successivamente nell’esercito bizantino , da allora non si hanno notizie successive . Triste sorte di questa antica Legione , ma entrando forse a far parte dell’ esercito bizantino comunque ebbe migliore sorte di quelle gloriose Legioni romane della parte occidentale dell’ Impero , tutte scomparse verso il declinare del V secolo , anche se in questo tardo periodo storico non si puo’ piu’ parlare di Legioni bensi’ di Vessillazioni , formate al massimo da circa 600 uomini come la vecchia Coorte romana . Rimasero nella parte occidentale solo alcuni piccoli distaccamenti di sbandati fino alla fine del VI secolo , sparsi per l’Europa . Non e’ conosciuto con sicurezza il momento in cui la Legione fu nominata “Fulminata” perche’ inizialmente era chiamata semplicemente con il numero XII come quasi tutte le Legioni pre impero , forse della XII ne esistettero piu’di una oppure dei distaccamenti , pare che Cesare chiamasse la sua XII , Antiqua , per distinguerla dalle altre piu’ recenti , forse la Paterna , forse la Victrix ; di certo e’ che il nome “Fulminata” non compare nel periodo cesariano/ottaviano , forse le viene dato solo al tempo di Augusto ma in questo caso non si conosce il motivo che le dette il nome . Emblema della Legione oltre alla classica Aquila legionaria , fu il Fulmine , simbolo e nome acquisito sembra , secondo lo storico greco romano Cassio Dione , solo al tempo delle guerre marcomanniche di Marco Aurelio , esattamente nell’ anno 172 o 173 , ma una iscrizione trovata sulle rive del Mar Caspio , smentirebbe la datazione dello storico greco romano , portando il nome “Fulminata” della Legione XII come gia’ esistente al tempo di Domiziano ; questo a meno che l’ iscrizione non sia un falso , cosa che sarebbe non inusuale nell’epigrafia antica , imitata o addirittura inventata in epoca moderna ; questa iscrizione su pietra grezza , non lavorata , fu trovata in territorio molto lontano e nemico per una Legione romana , nel Nord dell’ odierno Iraq , scritta forse per tramandarne il ricordo ed e’ incisa su uno spigolo della pietra , liscio al contrario del rimanente grezzo e ruvido . L’ incisione su pietra del Mar Caspio , sotto in foto , cosi’ riporta : IMP DOMITIANO CAESARE AUG GERMANIC L. IULIUS (M)?ARIANUS > o (M)?AXIMUS > LEG XII FUL Non c’e’ bisogno di tradurre ; quello che mi lascia un po’ perplesso , oltre al luogo di ritrovamento di una testimonianza di Legione romana in pieno territorio lontano e nemico , sono questi particolari ortografici : 1) la posizione strana di Caesare dopo Imp e il nome Domitiano oltre alla E terminale di Caesare anziche’ incidere solo Caesar oppure con la I finale , 2) Germanic senza la O o la US terminale , 3) l’ autore dell’ incisione non nomina , come d’uso , la sua funzione svolta all’ interno della Legione di appartenenza . L’ iscrizione se autenticata , puo’ darsi comunque essere stata scritta di fretta dall’ autore L. Iulius M….forse un semplice legionario o ausiliaro , senza badare troppo alla forma e allo stile ; ma e’ solo una mia personale riflessione . Senza ripercorrere la lunga storia della Legione , mi soffermo sul solo fatto specifico , cioe’ quando acquisi’ , solo nel caso che diamo credito a Cassio Dione , il nome e il relativo simbolo legionario di “Fulminata” ; tutto parte da due strani fatti storici realmente accaduti , nel corso delle guerre combattute da Marco Aurelio in terra germanica in uno di quei due anni 172/173 e riportati scolpiti sulla Colonna Antonina sita a Piazza Colonna a Roma , nonche’ su un medaglione emesso da Marco Aurelio a ricordo dei fatti nel 173 , dove e’ coniato Giove in quadriga nell’ atto di folgorare un gigante “miracolo del fulmine” rappresentato da una torre da assedio ; mentre l’ altro episodio e’ il famoso “miracolo della pioggia” dove una figura alata e barbata disseta i legionari , ma analizziamoli separatamente perche’ entrambi i fatti , separatamente o no , potrebbero forse aver dato il nome alla legione XII . Il primo episodio , il “miracolo del fulmine” e’ rappresentato nella Colonna in cui si vede un accampamento romano in grave difficolta’ a seguito di assedio dei barbari , forse sul punto di cadere , con tanto di palizzate , probabilmente tenuto dalla XII , che viene assediato dai Germani con una macchina , forse una torre , quando un improvviso fulmine caduto dal cielo , distrugge il macchinario uccidendo i barbari sotto di essa , liberando cosi’ il Castrum dall’assedio . Il secondo episodio piu’ famoso del primo , il “miracolo della pioggia” e’ rappresentato nella Colonna in cui si vede l’ esercito romano , forse rappresentato dalla XII , comandato dal suo Legato di legione e piu’ lontano in alto un legionario che guarda verso il cielo in atteggiamento implorante la pioggia , davanti alcuni animali e uomini giacciono a terra morti per la sete , sulla destra della scena si vede la pioggia che inizia a scendere tra fulmini , soldati che iniziano a dissetarsi , altri alzano elmi e scudi per riempirli ; sopra alla scena una gigantesca figura alata e barbata distribuisce la pioggia . Questo episodio della pioggia divenne in seguito “preda” dei Cristiani che volsero a loro favore la deita’ implorata , attribuendola a Cristo , facendo si’ che alcuni legionari essendo secondo loro cristiani , con le loro preghiere , ottenessero anche per tutti gli altri il miracolo della pioggia ; questa interpretazione cristiana del “miracolo” e’ alquanto inverosimile perche’ e’ risaputo che Marco Aurelio , sebbene fosse chiamato il “Filosofo” avverso’ non solo a parole la religione cristiana , quindi sembrerebbe strano che avesse accettato cristiani nella Legione XII o nelle altre al suo comando in Germania . Secondo la versione di Cassio Dione il nome Fulminata dato alla Legione XII deriva da questi fatti , miracolosi , altri dicono che gia’ Augusto avesse tra le sue Legioni una XII “Fulminata” insomma siamo al confine tra storia e leggenda , comunque questo nome della Legione e’ sinonimo di un evento straordinario a lei legato o subito , che puo’ essere avvenuto in qualsiasi tempo della lunga storia della Legione antecedente a quello narrato da Dione , i due fatti trattati quindi potrebbero essere solo alcuni tra altri ; comunque il nome di “Fulminata” propende al legame con uno o piu’ fulmini avendoli subiti o aiutata e non per Fulminata uguale “lanciatrice di fulmini” come spesso e’ definita la Legione perche' in questo caso si sarebbe dovuta chiamare “Fulminans”, uguale Fulminante , ma non “Fulminata”, uguale colpita o aiutata da fulmine . Sotto un Denario di Marco Antonio con la XII Legione , iscrizione del Mar Caspio e i due pannelli della Colonna Traiana con i fatti narrati
    2 punti
  6. Comprato come un falso da una casella di indesiderata per US$0.17, un oggetto che pretende di essere un 1947 1-balboa di Panama: Non-magnetico e la corretta 38,1 mm di diametro, con il colore decente, questo pezzo—comunque—ha difetti di produzione che segnano come una contraffazione. Notare l'aspetto strano di metallo a sinistra del ritratto: E i fori nella superficie dell'elemento a sinistra della testa: E il metallo supplementare in vari luoghi dentro e intorno alla data: L'inverso di questo pezzo proclama il suo peso corretto del 26,73 grammi, ma sulla mia bilancia pesa solo 20,80 grammi. Troppo male—esperienza mi ha detto era un falso, ma sai come collezionisti di monete sono... speravo avevo mal diagnosticato il pezzo, e che è stato un autentico 1947 Panama 1-balboa, argento .900, per 17 centesimi. Ma no. (A volte è più divertente essere sbagliato!) :) v. --------------------------------------------------- Bought as a fake from a junk-box for US$0.17, an object that purports to be a 1947 1-balboa from Panama: Non-magnetic and of the correct 38.1mm diameter, with decent color, this piece—nevertheless—has production defects that mark it as a counterfeit. Note the odd appearance of the metal to the left of the portrait: And the holes in the item’s surface left of the head: And the extra metal at various places in and around the date: The reverse of this piece proclaims its correct weight of 26.73 grams, but on my scale it weighs only 20.80 grams. Too bad—experience told me it was a fake, but you know how coin collectors are….I hoped I had misdiagnosed the piece, and that it was a genuine 1947 Panama 1-balboa, of .900 silver, for 17 cents. But no. (Sometimes it’s more fun to be wrong!) :) v.
    2 punti
  7. Come già detto da chi mi ha preceduto, sembra Agrippa con Nettuno. Visto che è presente una legenda al verso, dovrebbe essere un asse di restituzione coniato sotto Domiziano MAGRIPPALFCOSIII / IMPDAVGREST.
    2 punti
  8. Suvvia, un pò di attenzione , non riempiamo il Forum , anche perchè pur andando a rigor di logica, postando quelle monete comunissime , tutte le monete emesse dal '99 ad oggi si potrebbero postare. Diventerebbe un'Osservatorio qualunque moneta hai ..
    2 punti
  9. non sò se vi piace ma... questa è la mia.
    2 punti
  10. Tognon ma no! Che torto! Ma ho un tono così serioso quando scrivo ? Non é così, chi mi conosce lo sa. Continua a chiedere e confrontarti SEMPRE. Lo faccio anche io, e chi non lo fa, anche dei grandi professionisti storici, credimi, ha una marcia in mEno di chi invece lo fa. Su Nando era solo una battuta, che tra l'altro pare avere compreso. E' vero che l'entusiasmo é una bella cosa, ma é anche quella cosa che ti fa comprar carciofi invece di quello che pensi che sia. Quindi i giovani numismatici o collezionisti vanno TUTELATI da questo punto di vista per quanto possibile. Anche perchè poi succede che quando si accorgono di aver comprato qualcosa che non é come pensavano (di solito qualche tempo dopo aver cominciato a spendere sulle ali dell'euforia iniziale), rimangono talmente delusi da allontanarsi da questo magnifico mondo. E' pur vero che c'é gente che non sa riconoscere un carciofo dopo 20 anni di collezionismo, e va beh, non tutti hanno la testa per arrivarci, purtroppo l'esperienza da sola a volte non basta. In questo senso leggi i miei interventi su questo forum. Ed ho risposto proprio perchè sapendo che probabilmente é una moneta di Brando, amico oltre che collega serio e scrupoloso, ed in quanto tale sarà venduta per quello che é che, sono abbastanza convinto, non sarà molto lontano dal mio giudizio, seppur dato in fotografia. Se fosse stata di altri, non avrei detto nulla: come fanno i più "anziani" di questa sezione quando non concordano con quanto si legge ;).
    2 punti
  11. Scrive Grierson a proposito del solidi di Alessandro: ''Alexander's solidi are of extreme rarity, as one would expect of so brief a reign, and show him being crowned by his name-saint Alexander, a fourth-century bischop of Constantinople. It is the first representation of a coronation scene on Byzantine coinage, and the coins are also the first on which the emperor is given the title of autokrator. There is at Dumbarton Oaks a unique solidus pattern in silver, with the emperor's bust between b and d (for basileus and despotes).'' Rispondiamo così a qualche domanda. Arka
    2 punti
  12. Rimango dell'idea che come è strutturata ora questa discussione l'utilità sia molto ridotta per il forum. E' piu' un bar virtuale in cui 3/4 utenti si comunicano i rispettivi acquisti ma sembra piu' che altro un club privato. Hai sicuramente ragione considerato che ben pochi utenti leggono libri numismatici ,ancor meno utenti acquistano volumi cartacei mentre moltissimi collezionano giga di files pdf compresi testi sotto diritto d'autore
    2 punti
  13. parlando di rarita`e di scudo , pongo le foto di una moneta in mio possesso , Parlo dello Scudo Quadriga anno 1913 1° Prova : Rovescio
    2 punti
  14. Oltre ai paesi non-UE che adottano ed emettono l'Euro tramite accordo bilaterale (San Marino, Vaticano, Monaco e Andorra) e quelli che adottano unilateralmente l'Euro come valuta nazionale (Kosovo e Montenegro) ce ne sono altri le cui valute sono ancorate all'Euro da cambio fisso, oppure da una banda d'oscillazione consentita rispetto a una parità centrale predefinita. Eccoli elencati insieme al relativo cambio fisso o banda di oscillazione (quantità di valuta locale per 1 €) e origine precisa dell'aggancio. Stati dell'UE: Danimarca - 7.46038 con banda di oscillazione ufficiale del 2,25% limitata de facto allo 0,50% - Aggancio dal 1999. Lituania (fino all'anno prossimo) - 3.4528 con banda di oscillazione ufficiale del 15% limitata de facto a 0 - Aggancio al Dollaro USA dal 1994, poi all'Euro dal 2002. Bulgaria - 1.95583 - Aggancio al Marco tedesco dal 1997, poi all'Euro dal 1999. Dipendenze di Stati dell'UE: Nuova Caledonia, Polinesia francese, Wallis e Futuna (territori francesi d'oltremare che adottano il Franco CFP) - 119.3317 - Aggancio al Franco francese dal 1949, poi all'Euro dal 1999. Altri paesi: Bosnia Erzegovina - 1.95583 - Aggancio al Marco tedesco dal 1995, poi all'Euro dal 1999. Marocco - circa 10.0 - Aggancio dal 1999. Capo verde - 110.265 - Aggancio alla Peseta spagnola dal 1998, poi all'Euro dal 1999. São Tomé e Príncipe - 24.5 - Aggancio dal 2010. Comore - 491.9678 - Aggancio al Franco francese dal 1979, poi all'Euro dal 1999. Benin, Burkina Faso, Giunea Bissau, Costa d'Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo (paesi del Franco CFA dell'ovest) e Camerun, Rep. Centrarficana, Ciad, Congo Brazzaville, Guinea Equatoriale, Gabon (paesi del Franco CFA equatoriale) - 655.957 - Aggancio al Franco francese dal 1948, poi all'Euro dal 1999.
    1 punto
  15. Nell'immaginario del collezionista di Milano ci sono alcuni riferimenti, alcuni pezzi da cercare di raggiungere, chiamiamoli anche sogni, con una parola moderna diremmo un MUST ,uno di questi è il grosso da 3 soldi di Francesco II Sforza ( 1522 - 1525 ), moneta che al diritto riporta l'Impresa della spazzola o scopetta col nastro con scritto il motto MERITO ET TEMPORE e al rovescio altro emblema milanese, lo scudo con la biscia, elmo coronato con cimiero. Il valore iconografico è importante, poi più è nitida la scopetta e meglio è, il valore è anche altamente simbolico, certamente non è una moneta comune RR per MIR , R per Crippa, entra tra quelle importanti di una collezione milanese, ma quello che conta come sempre è il valore simbolico che ha, quello che una moneta così ci può raccontare e allora raccontiamo..... IMPRESA : dal libro di Giulia Bologna : " Milano e il suo stemma " " L'impresa in generale è la rappresentazione simbolica di un proposito, di un desiderio, di una linea di condotta ( ciò che si vuole imprendere o intraprendere ) per mezzo di un motto o di una figura che vicendevolmente si interpretano ". Le troviamo nei codici, nei diplomi, negli stemmi, scolpite e dipinte su muri e capitelli, impresse nei sigilli sui ricami delle vesti e dei paramenti sacri, nei gioielli, in alcuni oggetti importanti, ovviamente le troviamo anche nelle monete.... IMPRESA DELLA SCOPETTA : Il significato di questa importante impresa sforzesca è spiegato nel " Dialogo dell'imprese militari e amorose " di P.Giovio . L'erudito comasco rammenta che Ludovico il Moro " aveva fatto dipingere in Castello l'Italia in forma di reina che aveva in dosso una veste d'oro ricamata a ritratti di città che rassomigliavano al vero e dinanzi le stava uno scudiero moro negro con una scopetta in mano. Perché dimandando l'ambasciator fiorentino al Duca al che serviva quel fante negro, rispose che scopettava quella veste e le città per nettarle d'ogni bruttura, volendo che s'intendesse il Moro essere arbitro dell'Italia e assettarla come gli pareva ". Quindi il significato simbolico di voler ripulire il ducato di ogni bruttura e quale miglior raffigurazione se non una bella scopetta ? Il tutto unito dal nastro col motto MERITO ET TEMPORE MERITO ET TEMPORE : Il motto sul nastro, per merito e con tempo, mette in evidenza la grande tematica del tempo e della giustizia, centrali sia per i Visconti che per gli Sforza. E' il tempo che darà ragione alla fine, che va oltre le prove di forza e di dominio e potenza, il giudizio verrà comunque col tempo, lasciando spazio anche al fato e alla provvidenza. continua....
    1 punto
  16. Tutto poi ruota intorno a questa semplice frase, la moneta, un pezzo di storia e non solo, in mano a un ragazzo o anche a una persona adulta cosa provoca ? Un giorno un ragazzo a Verona mi fece una riflessione banale, ora che ho in mano questa moneta, che è un documento storico, scientifico, economico, che ha circa mille anni di vita, che ha girato migliaia di mani e che è arrivata ora a noi, anzi a me in questo caso, ecco questo tondello mi ha provocato un forte brivido. Il ragazzo quando parlava di brivido, si riferiva all'emozione dell'aver tra le mani un pezzo di storia e ora aveva la possibilità, di studiarlo, capirlo, di andare oltre al puro possesso materiale. Il ragazzo aveva capito.....ed è diventato poi un collezionista numismatico, un collezionista che vuole conoscere, sapere in che periodo è stato coniata, il come è stato coniata, il perché è stata fatta così e cosa rappresentava questo documento in numeri multipli enormi e che permette di apprezzare l'ingegno, il gusto estetico, il gusto artistico, strumento economico ma anche termometro del circolante del contesto storico e geografico da cui proviene. Il ragazzo aveva capito....e aveva avuto la stessa emozione che avevo avuto io quando non giovane come lui presi in mano una moneta ed ebbi lo stesso brivido. Capii che quel brivido mi poteva portare a riscoprire la mia identità, la mia storia, a studiarla e conoscerla ed è stato poi così in realtà. Sicuramente ebbe lo stesso brivido il ragazzino che incontrai nello studio di un noto commerciante, collezionava i denari degli Imperatori romani, sapeva tutto di questi, conosceva la storia come pochi, la sua storia..... E quindi torniamo al pezzo di storia in mano a una persona, e mi rivolgo in particolare ai giovani essendo il forum con una presenza di circa un terzo di utenti sotto i 35 anni di età, il pezzo di storia che è la moneta può portare in tutti ma in particolare nelle nuove generazioni a una crescita culturale, didattica, ad avere una società più consapevole delle proprie radici, della storia che è poi la loro storia, che comprenda meglio tramite una collezione numismatica, la storia, l'arte, l'economia, un collezionismo che diventi per i giovani uno strumento di approfondimento, di studio, un ruolo civico sociale che non può che far bene a tutti quanti.....in due parole che forse sintetizzano bene il tutto un fattore culturale, il collezionismo numismatico è anche questo....
    1 punto
  17. GR 1,93 MM 12,40 ----------- TINIA busto paludato e corazzato e diademato a dx CRISTOGRAMMA punto o stella a sinistra E a destra
    1 punto
  18. Ho avuto l’occasione di descrivere alcune monete dell’antica Grecia con la raffigurazione del Minotauro. Ho trovato una medaglia con questo soggetto mitologico con la quale apro questa la discussione. Medaglia di rame (42 g, 50 mm) dedicata a Pablo Picasso con riferimento alla sua opera ‘Minotauro cieco guidato da bambina’. Notare che una delle tante figure ed immagini in cui Picasso, principale esponente insieme a Braque del movimento cubista, si ritrova e s'identifica è il personaggio terrificante e mostruoso della mitologia: il Minotauro. Uomo e animale insieme, dolce e terribile, amico e nemico, è considerato, nel mondo fantastico dell'immaginazione picassiana, come simbolo di qualità amabili e odiose. apollonia
    1 punto
  19. @@TARAS. Ciao Nico , il tuo ultimo post ti fa onore. Non penso che sia utile cancellare l'intera discussione e non penso che ti devi assumere tutte le responsabilità. Quanto si discute un caso in questa sezione "Greche e Magna Grecia" chiunque ha diritto di dire la sua (opinione) certamente con le dovute cautele e cercando di non danneggiare interessi di società , che sia NAC o che sia .......... A volte certe discussioni prendono una svolta che ci allontana al vero tema . Concordo con te , che per rispondere su certi argomenti , serve una (sicura) preparazione che si acquisisce non solo con lo studio ,ma con molti anni di esperienza. Pertanto non trovo giusto che ti debba astenerti a discutere in questa sezione. Hai dimostrato in altre occasioni che la tua presenza ci ha portato a discutere temi importanti. Non conoscendoti , penso che sarai molto più giovane di me è la passione che esprimi e un valore aggiunto , sia per il forum , sia per persone come me che credono ai giovani. Non sarai stato n'è il primo e non sarai l'ultimo a commettere qualche leggerezza. Ma non per questo butteresti la spugna. Continua con nuove esperienze , poi...... Sbagliando si impara. Ho accettato con Arturo che discuteremo dal vivo con elementi validi su tetra arcaico di Syrakosion . Per questo decadramma concordo con lui che rispetta la mia opinione , anche se non la condivide. Penso che è una giusta risposta . Nico ti abbraccio , non buona estate , ma buona serata ( perché domani ho voglia di leggerti) ciao .Giovanni.
    1 punto
  20. Come ho scritto in questa tipologia non è importante tanto il diametro quanto il peso e la qualità dell'argento. Possono andare da 38 a 39 di diametro e maggiormente si trovano da 38,3 ai 38,8,l'importante è il peso. All'epoca quello che contava era il valore intrinseco cioè del metallo nobile contenuto e nella battitura questo andava a discatipo del diametro e dello spessore. Per quanto riguarda la rarità sono monete che in MB o BB hanno un prezzo comune o non comune cambia poco mentre per le alte conservazione i prezzi salgano come se fossero Rare. Più si va indietro con gli anni e diverso è il metodo di valutazione rarità o meno.
    1 punto
  21. @@tommydedo forse sarò pedante ma gli ultrasuoni dovrebbero far vibrare il corpo moneta e se questo presentasse delle fratture di conio potrebbe essere letale...microfessurazioni...gli esagoni sono monete del 1900 dove la preparazione dei tondelli era ben diversa che 3-4 secoli prima...
    1 punto
  22. Dalla lunghezza della legenda al dritto e da ...NVS... a ore 2 direi Valentiniano I, DNVALENTINI - ANVSPFAVG. Per Antiochia esistono solo per Velnitiniano I e Valente. In esergo l'ultimo carattere sembra una H, ma esiste solo per Valente, quindi per esclusione direi A, ANTA. Propendo per un RIC IX 10a, zecca di Antiochia (cercavo un'immagine ma non riesco ad aprire Wildwinds...)
    1 punto
  23. Tempo trascorso tra invio della mail e prelievo dalla carta: 90 minuti scarsi. Questo per dare anche l'idea sui tempi di lavorazione delle mail di Monaco... Almeno se si tratta di soldi, leggono tutto in tempo reale. Quindi se non rispondono è perché non vogliono farlo
    1 punto
  24. Ciao Amedeo, a me sembra di vedere nella prima foto una torre merlata. Se ci dai le misure ponderali, già si potrebbe restringere la ricerca. Immagini di torri si trovano come ben sai, sui follari di Gisulfo II Roberto il guiscardo e Guglielmo I e II per Salerno e follari di Mansone per Amalfi. Sulle frazioni, ricordo quella di Ruggero e di Tancredi.
    1 punto
  25. Andava bene così, perché avete voluto riaprirla e scatenare le solite polemiche che non interessano il forum? ho ripulito la discussione, e adesso la chiudo io. petronius
    1 punto
  26. mi sto' organizzando, forse ci sono :D
    1 punto
  27. Secondo me , potrebbe anche essere un qbb; come valutazione, una decina di euro.....
    1 punto
  28. Grazie Corbiniano, la mia memoria va peggiorando ...continua ad aiutarmi e se dimentico qualcosa modifica pure i miei post a tuo piacimento commentando, come tu solo sai fare, le mie foto e se ne hai tempo e voglia regalaci qualche altra notizia. Grazie, Giò :P Foto 1 e 2 - In fondo alla Galleria c'è questa bellissima stanza, mi hanno colpito in modo particolare le greche che decorano le pareti. In lontananza sembravano quasi dei marmi in rilievo, questo penso grazie al doppio disegno che da profondità alla greca, bellissima... :rolleyes: Foto 3 - Questa penso sia la scala più piccola che io abbia mai visto, particolare ed interessante ho dimenticato li per li di chiedere dove porta, chissà se Corbiniano lo sa? (Per darvi un'idea della sua "grandezza", dire piccolezza sarebbe meglio, vi assicuro che per me sarebbe impossibile usarla :lol: :lol: ) Foto 4 - Questo è il ritratto di Rodrigo Borgia, Papa Alessandro VI, a cui sono particolarmente legata visto che era il padre di Lucrezia Borgia, Signora di Nepi. Con queste ho finito per ora, spero di potervi mostrare il filmatino al più presto. Ciao, Giò
    1 punto
  29. Buono da 2 Lire 1922 " Prova Tecnica " Rovescio
    1 punto
  30. Ciao Littore. "E se si trattasse della serie del 1929? I pezzi da 100 lire di quell'anno sono esattamente 10.000 (come tutte le altre monete della serie), quindi sufficienti a coprire il numero citato. Patrignani, infatti, parla di "circa 100 lire" e 118,85 lire possono rientrare in questa definizione piuttosto approssimativa. In questo caso, il prezzo di 220 lire sarebbe abbastanza plausibile. Tra l'altro, sul nostro catalogo, è presente la foto di un astuccio contenente le monete del 1929. Certo è che vi sarebbero due punti da chiarire. 1) Come mai vennero preparate solo nel 1931 (quindi circa uno, due anni dopo)? 2) Tutti i pezzi del 1929, per così dire, sfusi dovrebbero provenire da questi astucci che qualcuno ha maluguratamente disperso." Dopo aver approfondito l’argomento nel fine settimana, riterrei che la Tua ipotesi sia corretta. I testi principali che ho considerato per lo studio della materia sono i seguenti: .La Legge monetaria dello S.C.V. n. XXI del 31 dicembre 1930; La Convenzione monetaria tra lo Stato della Città del Vaticano ed il Regno d’Italia del 2 agosto 1930; Il Regio Decreto-Legge 12 gennaio 1931, n. 25, pubblicato sulla G.U. del Regno d’Italia n. 20 del 26 gennaio dello stesso anno, che approva la suddetta convenzione monetaria, riportandone il testo; Le Relazione della Regia Zecca, 25 esercizi finanziari 1914-1939, con particolare riferimento alla tabella riportata a pag. 72 relativa alle monete coniate dalla Regia Zecca per lo S.C.V ; La pubblicazione ufficiale dello S.C.V. dal titolo “Le monete dello Stato della Città del Vaticano 1929-1989” Il C.N.I. – Vol. XIV (da pag. 284 – Stato della Città del Vaticano); I consueti Manuali numismatici (Montenegro e Gigante); Il Volume di Domenico Luppino "Prove e Progetti della Monetazione italiana ecc." marzo 2014. Allego, affinchè si possa seguire il discorso, le parti salienti dei documenti consultati (il C.N.I. lo trovate invece sul Portale Numismatico dello Stato, mentre il Volume di Domenico, se non ce l'avete.... lo dovreste comprare... :pleasantry: .). Premesso quanto sopra, va rilevato innanzitutto come l’emissione delle prime monete vaticane (quelle millesimate 1929) non ebbe luogo che dopo il 26.1.1931, data in cui comparve nella G.U. del Regno d’Italia il Regio Decreto-Legge che approvava (ratificava) la Convenzione monetaria tra questo e lo S.C.V. In effetti, l’articolo scritto dal Patrignani narra un episodio avvenuto a fine febbraio 1931 (“Quirinale, 22 febbraio 1931, ore 16”) e dunque è pienamente compatibile con la tempistica che stiamo ipotizzando. Anche l’indicazione riportata dal Patrignani delle 10.000 serie “commemorative”, trova riscontro puntuale alla luce dell’art. 3, ultimo comma, della Legge monetaria vaticana datata 30 dicembre 1930 (il cui testo è riportato nell’articolo de “La Stampa” – due colonne a centro pagina - che allegato in pdf). Stabilisce questo comma che: “E’ altresì autorizzata la fabbricazione e l’emissione di 10.000 serie di monete recanti la data commemorativa 1929”. A questo punto c’è però da chiedersi perché alcuni dei testi consultati non designino come "commemorativa" (anzi, come esclusivamente commemorativa) l’emissione vaticana del 1929. Non lo fa il testo ufficiale sulle coniazioni vaticane (1929-1989) né la tabella riportata nella Relazione della Regia Zecca, che tuttavia indica come commemorative una parte delle monete da 100 lire in oro (n. 23.235) emesse nell’esercizio 1933-1934; quelle da 1 lira in argento (n. 80.000) emesse nello stesso esercizio e quelle da 5 lire in argento (n. 40.000) emesse con millesimo 1939. Neppure il C.N.I. e i Manuali, quando trattano le coniazioni vaticane del 1929, parlano di "emissione commemorativa". Perché dunque non indicare come “commemorative” tutte le coniazioni recanti il millesimo 1929? Un richiamo alla “data commemorativa del 1929” è altresì compiuto dalla Convenzione monetaria tra S.C.V. e Regno d’Italia (art. 8), che così recita: “Lo Stato Vaticano (….) si riserva la facoltà di emettere fino a numero 10.000 serie di monete, con la data commemorativa del 1929, per doni e vendite a serie complete, con libertà di comprendervi o meno anche la moneta aurea”. Dunque, poiché le coniazioni vaticane con millesimo 1929 assommano a 10.000 esemplari per ogni tipologia monetale emessa (vedi prospetto delle emissioni ufficiali relative al Pontificato di Pio XI, allegato in pdf), dovremo desumerne che tutte le monete millesimate 1929 si debbano considerarsi “commemorative” e siano state originariamente cedute in serie (in astuccio?), a partire dalla fine di gennaio 1931. Da quanto scrive Patrignani sul costo della serie ("220 lire l’una"), dobbiamo anche ritenere che le serie contenessero anche la moneta aurea. Un’ ultima riflessione. Ma in questo caso, la “saggia speculazione” a cui fa riferimento il Patrignani è a beneficio della Regia Zecca o dello S.C.V.? A me sembrerebbe riferibile al secondo visto che parliamo delle sue monete, semprechè vendere una serie monetale (contenente anche una moneta d'oro) con tiratura complessiva di 10.000 esemplari e del valore facciale di 118,85, a meno del doppio (220 lire) possa considerarsi una speculazione degna di suscitare sorpresa. Vabbè, oggi la Zecca ci ha abituato a ben altre “speculazioni”!!!!! Saluti. :hi: Michele P.S.: causa "peso" files, ho dovuto caricare la G.U. contenente la Convenzione monetaria e la Tabella della Relazione della Regia Zecca con un programma esterno. M. Coniazioni1929S.C.V..pdf Art._su_Legge_Monetari_S.C.V..pdf
    1 punto
  31. @@mariov60 piccola svista .....la zecca è Chivasso non Casale ;) .... stavo sfogliando i cataloghi e non trovavo proprio Teodoro II per Casale e non capivo .... pur non essendo uno specialista direi che la moneta è quella , il Mir riporta tre varianti questa dovrebbe essere la numero 399 con rarità riportata R ....( le altre due varianti sembrerebbero più rare R2 ) .....la legenda del R/ dovrebbe essere MONTISFERRATI ZC saluti Matteo
    1 punto
  32. Aggiungerei alla lista anche le basi di Akrotiri e Dhekelia a Cipro, unici territori britannici ad utillizzare l'euro.
    1 punto
  33. Non so se sarà di tuo gradimento, ma la guida che intendevo la troverai qui: http://www.lamoneta.it/topic/122816-fotografia-numismatica-piccola-guida-interattiva/
    1 punto
  34. Anche per me Agrippa e Nettuno.
    1 punto
  35. Il primo tipo è generalmente minuto. Diametro e peso variano di molto, anche ufficialmente. Basti pensare che il peso può, da un esemplare ad un altro, raddoppiare. Comunque è quella. Peraltro, a ben guardare, adesso con l'ipad, dovrebbe essere del 1570. Tu che l'hai sotto mano puoi verificare dopo il PEDEM. A me pare di vedere una gamba di 7 ed una forma panciuta. Ciao e buona settimana. Inviato da iPad con App. Lamoneta.it
    1 punto
  36. Come non ricordarla! è molto simile alla mia prima 18 quella con le stelle..anche come posizione dell'effigie..guardate il puntalino della corona tra la I e la A di siciliarum :D mi sbaglio ? grande @@gallo83 ! Ciò confermerebbe l'ipotesi delle 18 "stellette" come "prime" 18 Comunque secondo me a questo punto ci sono 3 grandi differenze tra le effigi... 1) Il conio più alto come quello postato da Gallo83 e IlNumismatico con rilievi altissimi e problemi al bordo accentuati 2) Il conio medio come quelle postate da me con schiacciature e bordo più integro 3) Il conio basso come la seconda de IlNumismatico
    1 punto
  37. E io vi posto la mia presa dalla Vitalini :blum: Per averne viste diverse in mano, posso dire che il buon Pierluigi aveva (ha) un palato sopraffino
    1 punto
  38. Bellissimi gli ultimi interventi, in particolare l'ultimo quello di Enrico che come vincitore, anche se poi vincitore come parola non mi piace, dell'ultimo Concorso" Nascita di una passione " ha colto in pieno gli spunti che volevo e vorrei ancora valorizzare. Il primo è relativo al post iniziale, un utente di 35 anni a Verona, mi disse mannaggia ma quanto mi sarebbe piaciuto raccontare come è nata la mia passione, però avevo superato l'età e purtroppo non potevo farlo....ora avete l'occasione tutti di dirlo come è stato il brivido, abbiamo letto il brivido di Numa, di giovani, di nonno Cesare e vorrei leggerne altri....tutto sommato credo che poi questo è quello che conta. L'altro aspetto che non tutti hanno colto ma voglio riprendere, è un invito, quasi un appello, poi ognuno vede e ritiene se è giusto raccoglierlo e prenderlo in considerazione, sta a voi... Un appello sul rendere più compatto, unito, creare una maggiore condivisione da parte del forum almeno su certi valori ( e non entro nel campo legale e normativo anche se sarebbe auspicabile anche questo ), parlo di valori come la divulgazione, la condivisione, i giovani, il ruolo culturale del collezionismo numismatico..... Capisco che ci possano essere nel forum gruppi con più affinità, vicinanze, caratteristiche simili e che differiscano da altri, ma quando si parla di valori, i valori o ci sono per tutti o non ci sono o sono condivisi o non sono condivisi, se decidiamo di fare qualcosa per i giovani uniamoci.....e ripeto basta anche un post di assenso, io ci sono, noi ci siamo, la scusa del tempo, la voglia non conta, basta una sola parola......chi eventualmente dovesse ancora decidere di fare un qualcosa capirà , giovani compresi, che c'è la vicinanza, la condivisione del forum, l'unità, e per me e per molti che hanno seguito questo o altri progetti, questo è veramente importante, fondamentale sapere se c'è questa volontà comune o no, un giovane .....è un giovane, sia esso di Milano, Roma, Napoli, Palermo, Trento, Venezia....( citate a caso ) è da qui che si deve partire, credo che il messaggio sia chiaro e franco.....incominciamo a condividere certi progetti, poi eventualmente passeremo ad altro, scusate l'estrema franchezza che credo non piacerà a tutti....ma per molti di noi, e ripeto molti, è importante capirlo....., come ? basta dire qui, io ci sono, ci sarò, ci siamo anche noi.....superiamo gli steccati, i circoli, i gruppi......chi ha responsabilità di incarichi sul forum, chi gestisce o segue importanti realtà numismatiche in vari ambiti, uniamo se riusciamo, gli appassionati, su alcuni valori condivisi.....lo dico ovviamente perché ci credo, non perdo la fiducia numa che ringrazio per l'intervento, ma certamente la fiducia dovete poi darla voi, crearla per noi, per tutti, dovete dire anche voi se ci credete, non solo alcuni..... anche questa discussione tutto sommato è un test, chiamiamolo così.... Mario
    1 punto
  39. Ciao scacchi Con questo rarissimo decadramma-elefante di tipo E/A stai volando a quota stratosferica! Al post # 13 della discussione http://www.lamoneta.it/topic/81893-iconografia-di-alessandro-magno-sulle-monete/?hl=%2Biconografia+%2Balessandro+%2Bmagno+%2Bsulle+%2Bmonete trovi la stessa moneta con la didascalia che riporto sotto. D/ Alessandro Magno su Bucefalo a destra, nell’atto di colpire con la sarissa il conduttore dell’elefante (mahout) e il suo padrone seduti su un elefante indiano a destra; i due guardano indietro e il padrone, rivolto verso Alessandro, afferra l’estremità della sarissa di questi con la destra; il conduttore brandisce una lancia nella destra sopra il capo e tiene nella sinistra altre due lance. Sopra un po’ a sinistra il simbolo rappresentato da una chi greca maiuscola. R/ Alessandro in piedi a destra, in veste militare, tiene un fulmine nella destra e una sarissa nella sinistra. La Nike gli vola sopra a destra per incoronarlo; nel campo in basso a sinistra un monogramma AB (qui oscurato). apollonia
    1 punto
  40. Voglio dire: la persistenza di tipo e valore nominale non è un criterio univoco per accomunare monete diverse in un'unica emissione. Ma, se si prescinde da queste due variabili, i quadrigati possono ben essere condiderati come un insieme di emissioni diverse e separate e, quindi, "spalmate" su 50 anni
    1 punto
  41. Causa "incidente di percorso" siamo arrivati tardi e non ho abbiamo partecipare alla visita di Palazzo Altieri che abbiamo visto solo dall'esterno, Ci rifaremo ! E' una promessa. Però alla pizzata c'eravamo anche noi
    1 punto
  42. La seconda ce l'ho anch'io : una di quelle medaglie "omnibus" che puoi trovare nei negozi di medaglie, coppe e targhe utilizzabili per gare di vario tipo : il verso liscio serve per incidervi il nome della gara ed eventualmente anche il nome del premiato. Il valore collezionistico lo ritengo irrilevante. Saluti.
    1 punto
  43. Un conio più grande, quello della lira, battuto su un tondello più stretto, avrebbe dovuto creare differenti profondità nelle figure...battendo il conio avrebbe dovuto schiacciare il tondello e allargarlo, avendo una sede, il conio, più ampia del tondello, la ghiera non avrebbe stretto, perchè più larga del tondello usato....boh....non so come possano i rilievi essere omogenei su tutta la superficie e la ghiera aver dato una parziale rigatura.
    1 punto
  44. Taglio: 2 Euro cc Nazione: Germania F Anno: 2007 Tiratura: 8.000.000 Condizioni: bb+ Regione: Puglia
    1 punto
  45. Ciao, condivido la scelta di Conte. A mio parere gli erano stati promessi promessi alcuni innesti importanti per l'avventura europea (e magari un lieve ringiovinimento della rosa). Trovo logico che cercasse nuovi stimoli (per se e per giocatori) su questo palcoscenico. Le voci c'erano: Morata per Llorente (investimento in prospettiva futura e plusvalenza), Iturbe per la fascia (un po' una scommessa a livello continentale ma ero fiducioso in Conte), Evra sulla fascia sinistra difensiva (esperienza internazionale) e mantenimento in rosa dei big del centrocampo nonostante le... sirene. Arrivati al ritiro, dopo il solito giornaliero "è fatta, xy è della Juve..." soliti noti. E Conte l'ha presa di traverso, come mancanza di serietá nei suoi confronti. E come tale capisco la sua decisione. Con chi sostituirlo? Mancini? Non male. Spalletti? Idem. No, l'ex allenatore del Milan. Assolutamente, come diceva Legioprimigenia "C'È POCO DA STARE ALLEGRI...". Come fará a mantenere alta la concentrazione di giocatori che da tre anni vincono il campionato? E come andrá avanti in Europa senza innesti importanti (sperando di evitare dolorose cessioni)? Chi ha fatto l'affare? Il Milan che ha scaricato il suo ingaggio. Conte, magari antipatico ma uomo tutto d'un pezzo, il suo ingaggio lo troverá. Magari all'estero... o in Nazionale se accetterá questa nuova sfida (e non è la prima). Speriamo solo che se non va bene non ci sorbiamo pure Seedorf! MORALE: se " non gh'è minga danè" (alla milanese) e non si programma seriamente non si va lontano. Almeno in Europa... Ciao Illyricum :) Sent from my GT-I8190 using Lamoneta.it Forum mobile app
    1 punto
  46. Vorrei provare a riassumere la posizione dell’Autore, nella speranza di alimentare il dibattito (e di suscitare interesse per il libro, che è di indubbio e grande interesse). Premetto che Coarelli opera la sua ricostruzione partendo da due presupposti, che invece negli ultimi anni sono stati fortemente attaccati, soprattutto dalla scuola inglese: i testi classici vanno interpretati su base filologica e confermati con dati archeologici, ma non disattesi; l’iconografia di tutte le monete - anche quelle della fase cosiddetta romano-campana - ha un significato, che doveva essere intellegibile all’epoca della loro emissione. Ecco, quindi, una brevissima sintesi (mi scuso per gli errori, tutti miei). Lascio alla lettura del suo libro (di cui mi sento di caldeggiare l’acquisto) il processo logico attraverso cui Coarelli giunge a formulare queste interessantissime teorie. 375-325 a.C. - aes signatum Per Coarelli, l’aes signatum doveva essere in uso nel corso del IV secolo, ma prima della coniazione dell’aes grave (che l’autore colloca all’ultimo quarto del secolo). In particolare, il lingotto Cr. 4/1 non può non essere anteriore alla didracma Cr. 13/1, portando una legenda più arcaica; il lingotto Cr. 10/1 potrebbe alludere alla riforma, nel 367, del collegium sacris faciundis, i cui membri furono portati a 2 a 10, o alla susseguente ricostruzione del tempio di Apollo, nel 353; il lingotto Cr. 12/1 potrebbe commemorare la vittoria sui Volsci e sulla Lega Latina del 338, quando i rostra furono portati al Comizio, a ornare la tribuna. Le stelle, simbolo dei Dioscuri, evocherebbero l’altra, famosa vittoria di Roma contro la Lega Latina, al Lago Regillo nel 499. dal 326-312 a.C. - Cr. 13/1. Secondo Coarelli (che richiama Torelli), il D/ richiama l’immagine dell’ara Martis e rinvia, quindi, al lustrum che chiudeva la censura. Il R/ alluderebbe invece alla cavalleria e alla Campania (territorio celebre per le sue messi); l’iconografia quindi alluderebbe a un censimento di cavalieri (recognitio equitum) campani. Sappiamo che i Capuani dovettero pagare 450 “denarii nummi” all’anno, per il sostentamento dei 1.600 equites campani, e a ciò potrebbe essere servita la coniazione di queste didracme. Quanto alla data, la recognitio è necessariamente susseguente alla concessione della cittadinanza optimo iure, che Livio fissa al 340 ma (come ha osservato Michel Humm nel 2005) non può non essere successiva al 338-334, quando fu concessa la sola cittadinanza sine suffragio ai Capuani. All’epoca era disponibile, per Roma, la sola zecca di Napoli: potrebbe allora essere una successiva foedusi del 326. Al più tardi, potrebbe essere risalire alla censura di Appio Claudio (312 - Diodoro 20, 36, 5), valida occasione per iscrivere i nuovi civites nelle liste del censo. L’iconografia sarà poi copiata dal bronzo di Cosa (successivo al 273) HN Italy 210. 325-300 a.C. circa - Cr. 14/1 Per Coarelli, l'emissione dell’aes grave inizia nell’ultimo quarto del IV secolo e ritiene che la serie più antica sia la Cr. 14/1, al cui dritto identifica (come nel quadrigato) Fons. 292 a.C. - Cr. 15/1 e Cr. 18/1 Per Coarelli, la didracma Cr. 15/1 e l’asse Cr. 18/1 sono contemporanei, condividendo l’iconografia di Apollo, inconsueta per Roma. Per la corona d’alloro, va identificato con la divinità di Delfi. Nel 292, in occasione di una grave pestilenza, una delegazione romana, guidata da Q. Ogulnio Gallo (futuro console del 269) si recò a Epidauro, da dove importò a Roma il culto di Esculapio, figlio di Apollo. Secondo Ovidio, la delegazione si recò anche appunto a Delfi, a consultare l’oracolo di Apollo; a questo potrebbe alludere appunto l’immagine di Apollo. Il cavallo al R/ potrebbe invece ricordare l’intervento di Q. Fabio Rulliano che, sempre nel 292, se fece nominare legato dal figlio, il console Q. Fabio Massimo Gurges, lo salvò dalla disfatta contro i Sanniti. Sappiamo infatti che Rulliano intervenì in battaglia a cavallo, e a cavallo seguì il figlio durante il trionfo (nel 291). Questa emissione potrebbe essere stata ottenuta determinata dalla disponibilità di argento susseguente al trionfo sui Sanniti, nel 293, di L. Papirio Cursore Sanniti. Coarelli evidenzia come le emissioni Cr. 15/1, 18/1, 20/1, 22/1 e l’introduzione del quadrigato siano tutte riconducibili a un gruppo politico composto dalla potente famiglia dei Fabii e da Q. Ogulnio Gallo, della gens Ogulnia di origine etrusca (forse discendente dagli Uclina di Volsinii); gruppo politico cui, quindi, andrebbe imputata l’iniziativa di aver fortemente promosso l’introduzione della moneta romana. 290-289 a.C. - Cr. 20/1 Coarelli concorda sul fato che la lupa rievochi il simulacro collocato nel Comizio dai fratelli Ogulnii durante la loro edilità (296). L’immagine al D/ (ripresa, per la particolarità di essere imberbe e portare il diadema, dalla monetazione di Alessandro) richiamerebbe invece Ercole Invitto, così come era rappresentato nell’Ara Maxima, la cui edificazione dovrebbe essere di poco posteriore al 293. Trattandosi chiaramente della commemorazione di una vittoria, e considerato che il dio era ritenuto antenato dei Fabii, l’Ara potrebbe essere stata fondata da Q. Fabio Massimo Gurges, quando trionfò sui Sanniti (nel 291), e dedicata durante la sua censura (nel 289). La coniazione potrebbe quindi risalire al 290-289. Questa emissione potrebbe essere stata ottenuta determinata dalla disponibilità di argento susseguente ai due trionfi coevi sui Sanniti, nel 291, di Gurges e di L. Postumio Megello. dal 272 a.C. - Cr. 22/1 Per l’identificazione del D/ sono state proposte Bellona (Breglia) e Diana (Thomsen 1957), ma oggi si ritiene pacifico che sia Roma (Alföldi, Thomsen 1961, Crawford, Coarelli), di cui l’elmo frigio celebra le origini troiane. Per il R/, Coarelli fa riferimento a Livio (10.47.3), che ci informa che in occasione dei Ludi Romani del 293, per la prima volta, fu importata a Roma l’abitudine greca di offrire rami di palma ai vincitori. Secondo Coarelli, la perfetta e mai più riproposta coincidenza fra il sistema di numerazione (due serie, semplici e doppie, di lettere greche, da 1 a 50) adottato qui e sulle monete di Arsinoe II denuncia la contemporaneità delle emissioni; nel 273 Roma aveva stipulato un trattato di amicitia con l’Egitto e le monete di Arsinoe II, seppur correntemente datate al 270, potrebbero in realtà essere del 272. Quell’anno, Roma conquistava a Taranto e là avrebbe quindi coniato le didracme, allusive di questo e degli altri successi conseguiti nel conflitto contro Pirro. Significativo anche che l’ambasceria in Egitto del 273 fosse costituita da Q. Ogulnio Gallo e da due Fabii. La datazione è confermata da valutazioni ponderali: questa didracma risente del calo dello standard da 7,24 g a 6,6 g, che si registra nella monetazione magno greca e siracusana ed è attribuibile agli anni ’70 del III secolo (come dimostra il fatto che non si presenta a Metaponto, abbandonata entro il 275). 270-269 a.C. - Cr. 25/1, 26/1 e 27/1 Queste ultime emissioni romano-campane sono, per Coarelli, un prolungamento di quelle a legenda ROMANO (di cui ripetono gli elementi iconografici), reso necessario da esigenze forse militari, di poco antecedenti al quadrigato. Il cambio di legenda indicherebbe l’attivazione di una zecca centralizzata, forse già quella di Roma. dal 269 a.C. al 216 a.C. - quadrigato Per Coarelli, è questa la prima moneta ufficiale in argento di Roma, coniata nella zecca dell’Urbe con intendimento di farne un’emissione stabile, duratura e numerosa. Si tratta, quindi, dell’argentum la cui coniazione, secondo Plinio, inizia nel 269 (la data alternativa del 268 discende da un’errata interpretazione dell’Epitome XV a Livio, che in realtà indica, anch’essa, il 269). Nello stesso anno cominciava anche l’attività dell’officina Monetae e, forse, fu istituita la magistratura dei tresviri monetales. La datazione è confermata dai rinvenimenti: 1 esemplare e un tesoretto di 31 esemplari a Selinunte, città distrutta nel 250; 1 esemplare a Kerkouane, città punica distrutta da Attilio regolo nel 256. Il viso al D/, viene attribuito da Coarelli a Fons, figlio di Giano e di Giuturna. Si tratterebbe di una citazione, sulla prima emissione argentea ufficiale, della prima emissione enea (Cr. 14/1). Fra l’altro, il suo tempio era stato dedicato il 13 ottobre, festa dei Fontinalia (il che dimostra un collegamento con le fonti, così come le raffigurazioni di toro androcefalo sulla monetazione magnogreca) ed era sito nei pressi della zecca. La quadriga al R/ rappresenta sì, secondo Coarelli, l’acroterio del tempio di Giove Capitolino, ma non quello originale in terracotta, bensì quello in bronzo, che lo sostituì nel 296 a cura degli edili, i fratelli Ogulnii. Essa allude a un’importante successo militare: verosimilmente, la recente vittoria su Pirro. Secondo Coarelli, gli esemplari più antichi sono quelli, piutosto rari, con legenda in rilievo entro tavoletta. La legenda in incuso sarebbe venuta dopo, quella in rilievo entro cornice sarebbe l’ultima. Il quadrigato doveva essere ancora in corso nel 219-218, quando fu introdotto l’aureo Cr. 28/1, connesso sul piano ponderale. Inoltre, Zonara ricorda come dopo la sconfitta al Trasimento (216) i romani mescolarono rame all’argento, fatto effettivamente accertato per gli ultimi quadrigati e per i vittoriati. La coniazione finì probabilmente proprio nel 216. 260-258 a.C. - Cr. 35/1 Nel 260, a Mylae, i Romani ottengono la loro prima grande vittoria navale. Secondo Coarelli, la fondazione del tempio di Giano al Foro Olitorio si collega proprio con il trionfo navale di C. Duilio, e in questo senso si coniuga l’iconografi al D/ e al R/ di questo asse. Sappiamo dall’iscrizione della colonna rostrata di Duilio che egli, durante il trionfo, si impegnò ad assegnare al popolo la preda navale: si trattava probabilmente della restituzione del tributum, che durante la Prima Guerra Punica era stato particolarmente oneroso, e secondo Coarelli potrebbe essere avvenuta in bronzo, mediante elargizione di questi assi. La data dell’elargizione potrebbe essere fissata al 258, quando Duilio ricoprì la censura e probabilmente inaugurò il tempio di Giano. L’emissione dell’aes grave dovrebbe quindi essere successiva all’esposizione della preda durante il trionfo (260) ma precedente all’elargizione (258). dal 245-242 a.C. al 222 a.C. - standard semilibrale La metrologia dimostra che gli assi semilibrali coniati appartengono agli anni finali della Prima Guerra Punica; discende quindi dalla crisi finanziaria causata dalle gravi sconfitte navali. A conferma di questa datazione, due semionce Cr. 38/7 sono state rinvenute in una tomba della necropoli di Falerii veteres (Celle), città abbandonata nel 241. Tutti gli altri reperti archeologici della necropoli sono databili ai primi decenni del III secolo. Questo standard doveva essere ancora in corso nel 222, quando furono votati i ludi Maximi del 217 (come illustrato nella nota alla riduzione quadrantale). dal 222-219 (probabilmente 220) a.C. al 217 a.C. - standard trientale Questa riduzione non può che incastrarsi fra la fine dello standard semilibrale (dal 222) e la riduzione quadrantale (nel 217). 219 a.C. - Cr. 28/1 Secondo Plinio, il primo aureo romano fu coniato 51 anni dopo l’argento (i codici più recenti riportano 62, ma è certamente un errore), quindi, a seconda del metodo di computo utilizzato, dal 219 al 217. Si tratta sicuramente dell’Oro del giuramento, Cr. 28/1, che è tagliato sullo standard di 6 scrupoli, come i primi quadrigati, cui pertanto è connesso. Al R/, è stata supposta la rappresentazione di un foedus, che come sappiamo veniva stipulato (per Roma) da due feziali, di cui uno era il pater patratus e l’altro un gregario, un verbenarius. In effetti, le due figure di sinistra portano una veste particolare, che lascia il corpo nudo e presenta un elemento globulare alle spalle: probabilmente il cinctus Gabinus, di cui si servivano i sacerdoti, e quella in piedi è raffigurata come uomo anziano, che regge una lancia, prerogativa del pater patratus, antenata (secondo l’Alföldi) dello scettro e quindi simbolo dell’imperium. La figura di destra invece, staccata dalle altre due, è giovane e veste una corazza anatomica. Secondo Mommsen e Crawford (che colloca l’aureo al 217), è qui riprodotto il foedus Caudinum, stipulata nel 321 dal console T. Veturius Calvinus (per questo, l’iconografia sarà ripresa in seguito da un altro Veturius, con il denario Cr. 234/1), prototipo (mitico e non storico, secondo Crawford) della pax Numantina. Per Coarelli, si tratta invece del foedus tra Romolo e Tito Tazio (peraltro, in sabino cures era il nome sia della città di Tito Tazio che della lancia), di cui esisteva un gruppo scultoreo, verosimilmente qui riprodotto, lungo la sacra via. L’aureo potè essere emesso grazie alle prime miniere aurifere cadute in mano ai Romani: le miniere di Victimulae, presso Vercelli, che sappiamo furono sottratte a Roma, da Annibale, alla fine del 218. Sappiamo da Zonara che nel 220 i due consules suffecti, Lucio Veturio Philo e Gaio Lutazio, a completamento della guerra contro i Celti della Gallia Cisalpina (conclusasi nel 222 con la presa di Milano) spinsero le conquiste di Roma “fino alle Alpi”: probabilmente è questa la data di conquista delle miniere. Quindi, nel 219, con l’oro acquisito grazie alle operazioni di Lucio Veturio Philo, fu commemorata la fine delle operazioni militari iniziate nel 225, quando i Galli cisalpini Boi e Insubri e transalpini Gesati, avevano invaso l’Italia, creando grande preoccupazione e causando una spontanea adesione degli Italici a Roma: evento cui allude la citazione dei foedus originario tra Tito Tazio e Romolo. dal 218-215 (probabilmente 217) a.C. al 215 a.C. - standard quadrantale Secondo Plinio, una riduzione ponderale fu introdotta “Hannibale urguente Q. fabio Maximo dictatore”, quindi nel 217. Quello stesso anno, furono stanziati per i ludi Maximi 333.333 assi e un triente, anziché 200.000 assi, chiaramente perché si voleva mantenere, a seguito della riduzione, il peso (un milione di once) corrispondente alla cifra precedente, per non “ingannare gli dei”. Per Coarelli, il valore di 200.000 deve essere fatto risalire a quando i ludi furono votati, verosimilmente tra il 225 e il 222, momento di massima apprensione per le sorti della guerra contro i Galli. La data del 222 è più probabile, perché normalmente passavano o 5 oppure 10 anni fra il voto e l’esecuzione dei ludi. Fino al 222, pertanto, dovevano ancora essere in vigore gli assi semilibrali ridotti (di 5 once); nel frattempo era intervenuta la riduzione trientale, e ora, nel 217, quella quadrantale. Le riconiazioni confermano che lo standard quadrantale era in corso nel 216, quando iniziarono le emissioni delle città campane alleatesi con Annibale. 216-215 a.C. - vittoriato Thomsen ha dimostrato come il vittoriato sia leggermente precedente al denario. Deve quindi incastrarsi, per Coarelli, fra la fine dell’emissione del quadrigato e la riforma denariale. dal 215 a.C. - standard sestantale e denario Riforma sestantale e introduzione del denario sono pacificamente connesse e contemporanee. Marchetti ha dimostrato come il ritrovamento di Morgantina debba essere collegato alla conquista cartaginese (213), piuttosto che alla riconquista finale romana. Egli inoltre, sulla base delle riconiazioni di monete siracusane, ritiene che lo standard sestantale non possa essere posteriore al 214. Peraltro, 52 aurei della serie marziale (Cr. 44), chiaramente connessa, sul piano ponderale, con il denario, sono stati rinvenuti ad Agrigento e sembrano dover essere attribuiti alla conquista cartaginese della città (213). Livio ricorda che nel 214 il censo minimo fu portato da 50.000 assi (qual era sino al censimento del 220) a 100.000 assi, iniziativa che può essere spiegata ritenendo che nel 220 fosse ancora in vigore lo standard trientale, nel 214 quello sestantale. Tutto questo fa ritenere che il denario sia stato introdotto nel 215. Il R/ riprende l’iconografia di un octobolo dei Bruzi della fine della guerra contro Pirro (quando essi erano alleati di roma), ma con impostazione più guerresca (con le lance in resta, anziché la mano alzata). I Dioscuri alludono a un rapporto mitico tra Bruzi e Romani, per l’associazione fra la battagtlia della Sagra con quella del Lago Regillo. L’iconografia del denario può essere interpretata, allora, come una promessa di riscatto rivolta ai cittadini di Locri e quanti altri, come loro, cercavano di resistere alle pressioni belliche di Annibale. Infatti, proprio nel 215 Locri aveva deciso di opporsi ad Annibale; convinti da Annone avevano poi capitolato, ma non prima di aver fatto mettere in salvo la guarnigione romana. dal 212-211 a.C. - standard onciale Secondo Coarelli, le riconiazioni dimostrano che lo standard onciale fu introdotto nella monetazione delle città campane alleatesi con Annibale, quindi necessariamente prima del 211. Anche Marchetti, sulla base delle riconiazioni di monete siracusane, ritiene che lo standard onciale non possa essere posteriore al 211.
    1 punto
  47. Scusami, me le tue frasi suonano un pò criptiche e molti non capirebbero. Visto che c'è la dichiarazione di Sincona che le monete sono state ritirate in quanto false, ora possiamo procedere a capire da quello che è possibile riscontrare nelle foto. Capisco che la materia è delicata e dà fastidio al alcune persone (legate al mondo dei falsari), ma è doverosa la nostra campagna di informazione.
    1 punto
  48. Moneta ritoccata. non e' un 72 Roma, su questo alcun dubbio. mi perplime una cosa, dalle foto non riesco a capire se e' un 72 Milano modificato (molto probabile) pero' noto qualche pasticcio sulla cifra 2 della data (sembra ritoccata anche quella) Evidentissimo il ritocco alla Dx del 5 del valore che ha abraso anche la parte terminale dei nastri.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.