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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/27/14 in Risposte

  1. Marco Bazzini......ci mancava .....e quindi ci spostiamo vicino a Parma : A 17 agosto 1501 fu preso Agostino Atanasio " da Parma e menato a Milan, accusato di aver fato moneta falsa a Ramosello, ad un suo castello ; e gli fu trovata moneta ed artefici da farla " . Il tutto avvenne a Ramosello da identificare con Ramoscello, vicino a Parma, è molto probabile che il falsificatore citato avesse " lavorato " con nominali milanesi in quanto Parma era da decenni parte del Ducato visconteo - sforzesco e quindi monetazione molto utilizzata. Ma Bazzini cita un altro caso di falsificatori, questa volta all'interno delle mura di Parma : " A 16 gennaro Adonio Pellizaro e Batiston de Castello, per spendere monete false, furon presi e frustati da uno ad altro portone, poi ala campana legati, con ova berlinati e tagliaroli una recchia per uno e bolati in fronte : e coloro che facean le monete fugiron " . Nel 1511 altra citazione di moneta falsa a Parma da parte del cronista parmigiano Leone Smagliati che fa capire come era la situazione in città in quei anni : " in data 21 giugno 1511 a Parma " apareva solo monete false batute a Milano ". Quindi tanti falsi e falsificatori nel 1500 anche a Parma, con la moneta milanese falsificata, con i falsificatori che però la pellaccia la portarono a casa.... :blum:, forse però le orecchie no....a quanto pare..... :help:
    4 punti
  2. Qui apro una sfida pubblica!!! Aspetto che qualcuno pubblichi un esemplare migliore di questo!! Voglio vedere chi è capace di trovare un qualche difetto su 'sta moneta!! :diablo: :diablo: :aug: :aug: :aug: :bash: :bash: :bash: Renato
    3 punti
  3. Oltre a quello di Primo Console, Napoleone Bonaparte avrebbe ben meritato anche il titolo di "Primo Falsario di Francia" A dire il vero, il suo atteggiamento verso i falsari fu all'inizio ben poco conciliante. Dopo il disastro degli Assignats istituì infatti una severissima legislazione, che prevedeva per i falsari condanne fino a 15 anni "con catene", la marchiatura a fuoco della lettera F (faussaire, falsario) sulla spalla destra, e non infrequenti condanne a morte. Tuttavia, anche Napoleone, come altri già visti in questa discussione, non si tirò affatto indietro quando si trattò di usare l'arma della moneta falsa contro i suoi nemici esterni. La prima vittima fu l'Austria...o almeno, questa era l'intenzione dell'Imperatore, ma come andarono davvero le cose non è chiaro ancora oggi. Durante una fugace visita a Vienna nel 1803, Napoleone si era reso conto dell'importante ruolo che la Banca Nazionale giocava nell'economia dell'impero asburgico, quasi costantemente in stato bellico, e si era fatto persuaso che un ottimo sistema per distruggere l'Austria sarebbe stato attaccarne la circolazione monetaria. Dopo il trionfo di Austerlitz del dicembre 1805 e la firma del Trattato di Presburgo, che sottraeva importanti territori all'Austria, Napoleone decise che era venuto il momento di attuare anche la guerra monetaria. Dal 1806, una tipografia clandestina al n. 25 di Boulevard Montparnasse, iniziò a stampare biglietti austriaci (Banco-Zettel, come quello da 2 gulden, autentico, in allegato, dalla mia collezione) sotto diretto controllo di Fouchè, ministro di polizia. Ma questi biglietti, sebbene stampati in enorme quantità, non furono subito immessi nella circolazione. Soltanto nel 1809, dopo l'ennesima sconfitta dell'Austria nella battaglia di Wagram e la firma del Trattato di Schönbrunn, Napoleone decise che era giunto il momento che gli austriaci facessero uso dei nuovi biglietti stampati a Parigi. Ma, nonostante avesse scritto tre lettere a Fouchè (nella prima chiedeva che venisse spedita una grossa fornitura, con la seconda disponeva la stampa di nuovi biglietti per l'ammontare di 100 milioni, nella terza affermava di necessitare di 100-200 milioni di banconote) pare che i biglietti contraffatti non siano mai arrivati a destinazione, anche perché nel frattempo gli austriaci erano venuti a conoscenza della cosa. Altre fonti, provenienti da nobili francesi dell'epoca, affermano invece che all'inizio del 1809 furono introdotti in Austria, all'insaputa di tutti, 400 milioni di biglietti falsi. E' peraltro certo che già nel 1806 una notevole quantità di biglietti stampati in Boulevard Montparnasse non si trovasse più a Parigi, ma le fasi dell'intera operazione restano nebulose, e oggi i Banco-Zettel falsi sono di estrema rarità, al punto che un sito consultato, specializzato sull'argomento "falsi di guerra", non è riuscito a reperire nemmeno una foto. Va meglio, quanto a foto, con i falsi rubli che Napoleone produrrà (e sicuramente userà) contro i russi, qualche anno più tardi...ve lo racconto domani petronius
    3 punti
  4. Gettone 1656 Principe Eugenio Maurizio di Savoia-Soissons
    2 punti
  5. Ragazzi vorrei ricordarvi una cosa che sapete benissimo anche voi... che le foto ingannano, o almeno, diciamo che non danno il riscontro oggettivo della visione in mano, cosa che in questo caso, ha invece avuto il Sig. Emilio Tevere. Per cui, se permettete, metteteci almeno un forse, o un beneficio del dubbio nel vostro parere. Parere che si può esprimere, ma c'è modo e modo. La perentorietà, la certezza e la puntigliosità di certi pareri sulla base di una foto, mi par davvero fuori luogo. E' una bella moneta, posso capire che a demolire il buon @@renato ci si diverte tutti un sacco... ma attenzione a non esagerare. Più volte è stato rimarcato anche da stimati professionisti del settore come questo atteggiamento di sentenziare sulla base di fotografie non è corretto, anche nei confronti del perito. per cui, diamo almeno il beneficio del dubbio. Le certezze mettiamole da parte, insieme alla conta dei segnetti...
    2 punti
  6. Sono profondamente addolorato per la morte del prof. Ginocchi. Uomo di profonda cultura ed allo stesso tempo ricco di spirito. Alle riunioni era un piacere ascoltare i suoi aneddoti per il modo particolare in cui li raccontava. Mi mancheranno le chiacchierate assieme. Onorato di averlo conosciuto. Mi piace immaginarlo ora lassù assieme a Sergio a riprendere i discorsi interrotti in passato. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia.
    2 punti
  7. Alla fine Roberto lo ha girato a te.... Siamo stati fino alle 6 del mattino a "Parma e Congressi" a trattare su quel pezzo.... Le foto annullano la maestosità di questo esemplare.... Ma si percepisce che è favoloso.... Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App
    2 punti
  8. Sono state valutate da due Maestri della numismatica italiana. Sono state pesate allo stesso modo. Sono due monete con caratteristiche diverse. Vanno sicuramente viste in mano e senza lente....quello da il "sentimento" e lo "spirito" dei singoli esemplari. Le foto, purtroppo, portano solo a fare una fredda conta dei segni....
    2 punti
  9. Credo che anche la moneta più rara non sia nata unica, a meno che questo non fosse stato speculativamente ed arbitrariamente deciso all'origine, e non può essere certo il caso si una moneta di pochi grammi d'argento destinata alla circolazione. Può essere giunto a noi, forse, un solo esemplare ... noto; questo forse. Le faccio un esempio di monetazione dell'800 quali le piastre dell'occupazione di Ferdianando IV per Roma, se da un una parte la coppia che compare è sempre la stessa dalla Curatolo, Varesi e Nac le monete sono presenti nella collezione del Vaticano e non solo; ed un giorno potrebbero saltare fuori altri esemplari. Oppure la Rupia del 1921 cui unico passaggio in tempi recenti è di un'asta Nomisma (ed io non ne ricordo altri) sicuramente ha fratelli e sorelle in giro per qualche collezione. Piuttosto che il celeberrimo e celebrato 5 Lire 1821 di Maria Luigia oltre all'esemplare Santamaria, Curatolo, Sternberg-Apparuti, BSI e a breve ... vedremo dove, esistono atri due esemplari e di questa moneta; l'intento di ostentazione è certo. Quindi ora che la Sua variante è stata segnalata mi aspetto di trovarne altre. Un caso personale mi è capitato due o tre ani fa, con il caro amico Michel Prieur ancora tra noi. Notai un mezzo franco di Parigi 1808 con una testa differente dal solito. Lo segnalai a CGB e Michel che ne fece subito un articolo ringraziandomi e dando una sorta di RRR alla variante, una volta segnalata e pubbblicata ne uscirono vari esemplari in collezioni francesi e non; insomma ... tante volte si guarda e non si vede.
    2 punti
  10. Non passa per nulla invece nei rivetti sotto, fai la stessa prova che ha fatto l'utente. Inoltre SE PASSASSE, avrebbe lasciato i segni di "scorrimento" sulla plastica
    2 punti
  11. Di solito se non c'era addirittura la pena capitale, pene corporali erano sicuramente dai longobardi in su il taglio della mano, delle dita e a voler guardare qui c'è subito la connessione simbolica della pena, credo che l'alternativa in qualche caso fosse l'orecchia o entrambe, forse una gradualità della pena penso, meno invalidante ma comunque significativa lo stesso, oltre alla mancanza delle percezione uditiva era come marchiare un uomo e forse il taglio di un orecchio poteva essere inteso ai tempi e additato poi come segno di un falsario , in quanto evento, a differenza delle dita, certamente non casuale, " un uomo diciamo marchiato a vita e da additare negativamente alla società ", se così fosse oltre alla pena fisica si aggiungeva una pena da scontare in società di discredito come persona....
    2 punti
  12. Prima di mettermi a leggere tutto quello che mi sono perso in questa settimana ...senza internet ... devo dirvi che è stata un'ottima vacanza, se non dal punto di vista metereologico almeno dal punto di vista numismatico. Infatti ho trovato una moneta con legenda inedita: trattasi di un mezzo cavallotto, moneta piuttosto rara, emessa nel primo periodo dei Dogi Biennali (1528-1541). Io ci leggo: dritto: +D(VX).ET.GVBER.REIPVB.G - castello in cerchio perlinato e lineare rovescio:+CONRADVS.REX.RO.IA - croce in cerchio perlinato e lineare diametro 20 mm, peso 1,60 gr Mi risultava che i cavallotti e i mezzi cavallotti avessero al dritto solo il cerchio perlinato e solo quelli con l'EX (EXCELLENTISSIMAE) nella legenda (+DVX.ET.GVB.EX.REIPV.GENVEN) avessero i due cerchi al dritto. Non è messa benissimo, con quel buco, che a mio parere non detrupa più di tanto cadendo al centro della C e dalla parte opposta al centro della O oserei dire quasi perfettamente. Insomma eccola, ci ho aggiunto il disegnino così potete avere una "lettura facilitata". Ora vado a leggermi ....."gli arretrati"
    2 punti
  13. Foto della lapide di Atistia moglie del panario Marco , foto del sepolcreto repubblicano nell' antica Via Coelimontana , un disegno dei primi anni dell '800 della Porta Maggiore con le antiche due Porte di Onorio , Labicana e Prenestina prima delle demolizioni e resti di una delle due Porte .
    2 punti
  14. Ciao a tutti. Stavano per farla franca, ma non hanno fatto i conti con la coppia di numismatici più temuta dai falsari; Riccardo Rossi, alias RR (o, secondo alcune cronache non ufficiali, noto anche come “Mago Ecchecà”), perito numismatico e impiegato modello di UNICREDIT, Agenzia di Assemini (CA); Domenico Luppino, alias elledi, meglio noto negli ambienti numismatici come “il mastino della zecca”, ufficiale Superiore della Guardia di Finanza, in servizio presso il Comando Regionale Sardegna. Insieme hanno stroncato uno spaccio di dollari statunitensi falsi, che non era stato rilevato da un certo numero di Banche e di beneficiari della Sardegna, che ne erano venuti in contatto senza accorgersi di nulla. Ma quando i “verdoni” da 100 dollari sono stati presentati da un inconsapevole correntista che voleva cambiarli, allo sportello presidiato da Riccardo, la falsità di quei dollari è stata scoperta. Contrariamente a quanto avevano ritenuto altre Banche, che non solo avevano cambiato quei biglietti ma li avevano anche consegnati ad ignari correntisti diretti negli U.S.A. (che poi hanno avuto laggiù non poche “rogne”), Riccardo si è subito accorto che qualcosa non andava e che quei dollari, ancorchè perfettamente imitati, avevano dei particolari che non lo convincevano; un ulteriore verifica ed il consulto con Domenico ed il raggiro è stato smascherato, con grande imbarazzo per quelle Banche che li avevano battezzati autentici. Quest'oggi, il quotidiano locale “L'Unione Sarda” a pag. 14 ha dedicato ai nostri eroi un articolo che potete leggere di seguito: Complimenti ad entrambi. Michele 2014070427859105.pdf
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  15. ciao a tutti ragazzi oggi ho provato a fare delle foto ad alcune mie monete con il nuovo cellulare....vorrei dei vostri pareri e suggerimenti per migliorare sempre piu' :)
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  16. Scusate l'intromissione, ma trovo assurdo contestare in questo modo il 20 lire postato da Renato per le ragioni ovvie che già sono state ben spiegate. Come trovo altresì poco piacevole il continuo modificare/apparire/scomparire di messaggi e quote senza traccia di modifica alcuna.
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  17. ...è interessante come ne sappia più tanta gente da una foto dentro una bustina che il perito (e Tevere non è l'ultimo arrivato) che l'ha chiusa e visionata de visu. ogni tanto cerchiamo anche di scendere coi piedi per terra :) ad ogni modo...Renato hai impostato male la discussione,nel senso che se questo è un FDC(e te credi che lo sia...e credo giustamente)non lo trovi un esemplare migliore...sempre che un fdc ecz non lo consideriamo un grado di conservazione in più e io non lo considero tale. questo è un esemplare affascinante che dà 10 a 0 ad uno lavato che dir si voglia....aspetto di vederlo a Riccione :)
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  18. @@renato passerò per blasfemo , ma stavolta non sono d'accordo con il giudizio espresso dall'illustre Tevere . Gambe della donna e gambe del littore non sono poi così perfette per un fdc . Ovviamente questa è la mia modesta opinione che , rispetto al noto perito può tranquillamente annullarsi
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  19. Per curiosita' come l'ha chiusa Tevere?
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  20. Allora questa pagina è l'occasione buona!!!
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  21. bel littore, anche se quello che vidi in mano (sempre tuo) mi piace di più per la patina, questa la vedo troppo coprente, almeno da queste foto. Chiaramente, se si vuol Il Littore è tra le mie monete preferite, posto questa, di cui purtroppo ho solo questa foto, non buona a mio parere, la fotografai una sera, stanco morto, con luci sbagliate, pressato da "qualcuno" che voleva vedere le foto... poi non l'ho più fotografata. Di questa mi piace molto la patina, poco coprente, con bellissime iridescenze, e lustro a volontà... infatti fa sparare moltissimo la foto :P
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  22. @@Rex Neap ho controllato...riferimenti bibliografici per questa moneta non ve ne sono...c'è solo una nota a piè di pagina nella quale vengono evidenziati i dubbi dell'autore riguardo questa sigla per via dello strano posizionamento delle due lettere e delle loro grandezze diverse facendo riferimento al coronato dell'incoronazione con sigla y che secondo l'autore presenterebbe anch'esso una sorte di appendice riconducibile a una c...la foto purtroppo non ha fonte e c'è solamente quella del Dritto...
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  23. Io non terrei nessuna delle due, visto il target che vorresti dare alla tua collezione. Nessuna delle due è da collezione top. Te possò dà 'n consijo 'n romanesco? tè evenni tutt'eddue, metti ar pizzo lì sòrdi, (ovviamente non te li brucià comprànnoce carciofi ner frattempo), e quann'è 'rmomento ggiusto te pigli quella bbella bbella che nùn ce metti più 'e mani sopra ;)
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  24. Ciao Paolo, penso che il motto RECORDATUS MISERICORDIE SUAE sia presente sulle monete coniate anche prima del 1463. I primi ducati napoletani d'oro senza sigle ne sono la prova. Il riferimento alla sua misericordia non è attribuibile ad un fatto storico ben preciso ma ad una serie di eventi a partire dai primissimi anni del suo regno e che si protrasse per decenni, ecco perché troviamo questa frase su monete coniate in un arco di tempo che va dal 1460 circa al 1494 inoltrato. Ferdinando fu a dispetto di quanto si pensi, un sovrano dai molti lati positivi. Attraverso la sua monetazione possiamo leggere la storia meglio che su qualsiasi libro. Ottimo l'intervento di Pietro ma per rammentare la misericordia per così lungo tempo è evidente che oltre al perdono del 1460 si presero in considerazione molti altri episodi. Ferdinando I d'Aragona perdonó nel corso del suo lungo regno molti traditori. A tal proposito sarebbe interessante aprire una discussione sulla figura di questo sovrano e sulle monete che maggiormente rappresentano i lati positivi ed oscuri del suo carattere.
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  25. beh, se proprio devo scegliere, scelgo quella di Tartachiara... (non è una moneta del '700, e "resisto" anche senza patina... :P ) ...
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  26. Bellissimo esemplare :) posto anche il mio :) Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum
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  27. Concordo su Giustino I. A giudicare dalla foto non escluderei però la presenza di una alpha al posto della stella a sinistra. In tal caso sarebbe questa: http://www.acsearch.info/search.html?id=589548
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  28. @@lucarosina, No, qMB si.
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  29. Con un po' di generosità: MB+ il 20 cent 1918 qMB il 2 cent 1867 MB/BB il 5 cent 1909 MB/BB il 10 cent 1943 qMB il 10 cent 1867
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  30. Azzarderei in base alla semi-certezza della M a una prima lettera "rotonda" seguita da due "subquadrate" e una senza il vertice destro alto e alla spezzatura al dritto INV-IC un'attribuzione al RIC 89, ritratto laureato drappeggiato e corazzato, M-F/QARL, rated S. Ciao Illyricum :)
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  31. In anteprima da Panorama Numismatico di settembre 2014. Ferdinando I d'Aragona fu invece molto misericordioso già nei primi anni di regno nonostante ne subí di cotte e di crude. " ......... La battaglia decisiva che contrassegnò il tracollo di Giovanni d'Angiò e dei suoi sostenitori ebbe luogo nei pressi di Troia (FG) il 18 agosto 1462, eppure, a dispetto di quanto tramandatoci dalla storia, Ferrante si mostrò in seguito clemente verso alcuni dei suoi nemici tanto da perdonarli, tra questi vi fu anche chi nel 1495 aiuterà il re di Francia Carlo VIII durante la sua discesa a Napoli, cito ad esempio Pietro Giovanni Paolo Cantelmo duca di Sora e conte di Alvito. La clemenza di Ferrante non fu un episodio da far passare inosservato agli occhi del popolo, a Napoli si coniarono ducati d'oro e tarì in argento (da 2 carlini) di pregiata fattura (forse il primo ritratto rinascimentale su di una moneta) con al dritto un passo del Vangelo di Luca 1.- f. 54 - RECORDATVS MISERICORDIE SVE (ricordando la sua misericordia). Fu usanza di molti principi del rinascimento italiano associare in numismatica alla loro effigie una frase dal profondo significato, diversamente, nel nostro caso non avrebbe senso apporre la stessa intorno allo stemma posto sull'altro lato. Ferrante fu in generale un monarca giusto e di elevato spessore politico, i lati negativi del suo carattere sfociarono in episodi drammatici e furono conseguenti al tradimento e alla cupidigia dei baroni che risiedevano tra i confini del suo reame. Trovo inoltre molto importante che il messaggio riferito alla sua misericordia venne impresso su monete coniate durante tutto l'arco di tempo del suo regno (anche in alcune emissioni di restituzione a nome del figlio Alfonso II. 1494-1495), e non soltanto un isolato proclama propagandistico utilizzato a seguito di certi avvenimenti. Il ducato d'oro in fig. 1 venne coniato a Napoli nei primi anni di regno, il giovane Ferrante qui effigiato potrebbe essere lo stesso che sconfisse il pretendente angioino tra il 1462 e il 1463 e che per il bene dello stato perdonò molti suoi nemici evitando ulteriori guerre, un periodo lontano da quello in cui lo stesso re in età avanzata si sbarazzò definitivamente dei suoi nemici (congiura dei baroni, 1485-1486), in quel periodo l'aspetto del re fu molto simile a quello nel ducato d'oro in fig. 2 (coniato a Napoli tra il 1488 e il 1494)......."
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  32. Autori Vari Le tresor de Garonne II siecle apres Jesus Christ 1988
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  33. Sì, mi pare un falso "facile facile".... ;) Gordian III, AR Antoninianus, January 1, 240-March (?) 240, Third Issue, Rome IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG Radiate, draped, cuirassed bust right, seen from behind LIBERALITAS AVG II Liberalitas standing facing, head left, coin shaker in right hand, double cornucopiae in left 22mm, 5.18g RIC IV, Part III, 36v (C for type) Questo è il confronto che palesa alcune bolle e bollicine, presenti comunque in quantità sui campi. Inoltre è evidente la scarsa qualità dei caratteri della legenda. I dati fisici confermano... Ciao Illyricum :)
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  34. Ciao, è tutto corretto. Purtroppo la foto limita il giudizio ma a mio avviso si tratta di un falso. Presenta abbastanza chiaramente bolle ed irregolaritá. Inoltre i caratteri della legenda cosí evanescenti ed irregolari... Ciao Illyricun :) Sent from my GT-I8190 using Lamoneta.it Forum mobile app
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  35. Taglio: 2 euro Nazione: Finlandia Anno: 2002 Tiratura: 1.239.000 Condizioni: B+ Città: Milano
    1 punto
  36. Taglio: 2 euro cc Nazione: Lussemburgo Anno: 2005 Tiratura: 2.720.000 Condizioni: B Città: Milano
    1 punto
  37. Taglio: 10 cent Nazione: Belgio Anno: 2003 Tiratura: solo in divisionale Condizioni: BB Città: Sanremo
    1 punto
  38. Taglio: 2 euro cc Nazione: Finlandia Anno: 2012 Tiratura: 1.975.000 Condizioni: B Città: Milano
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  39. grazie per il tuo messaggio, adesso comprendo meglio, la prossima volta farò così. Mi dispiace di aver invaso la sezione. Un saluto cordiale a tutti
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  40. non sarebbe una bestemmia chiuderla SPL (non se ne vedono molte in giro belle), ottima moneta
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  41. Negli ultimi giorni non ho avuto modo di seguire il forum e noto solo ora la discussione. Certi argomenti qui proposti mi stanno molto a cuore, avendo interessato le mie ricerche per alcuni anni. Per quanto riguarda la prima moneta, come in parte già detto e riportato esplicitamente dal DOC, si tratterebbe di un "pattern", ossia una sorta di "prova" che per qualche motivo non ha trovato l'approvazione definitiva per essere prodotta su larga scala ed inserita nella circolazione. Sempre il DOC registra altri casi analoghi, il più delle volte in metalli più "poveri", in rapporto ad altri sovrani. In riferimento alla comprensione delle lettere che affiancano Alessandro non ho mai incontrato effettive proposte di lettura. L'unica riflessione che ho fatto, anche se credo poco convincente, è che la β possa rimandare a Basileus e la δ a Despotes, titolo del quale Alessandro era stato insignito in tenera età. Mi rendo conto che queste siano però mere congetture, anche con poco senso. Per quanto concerne il miliaresion, avete già sottolineato la grande portata ideologica sia della scelta di inserire un medaglione con il volto di Cristo, sia quella relativa al termine Autokrator. A quste considerazioni aggiungo la totale assenza, in questa come nelle altre monete, di ogni allusione al futuro Costantino VII, cosa che in particolare sul miliaresion è abbastanza insolita (intendo il riferimento al co-imperatore o al legittimo erede "tutelato"). Veniamo al tema dell'incoronazione, argomento che ha occupato a lungo i miei studi. E' vero, Alessandro è il primo sovrano bizantino a ricorrere all'immagine sulle monete ma bisogna ricordare che in ambito più strettamente artistico questa non è una novità, in quanto, in altri termini e in altri contesti, è stata utilizzata già da Basilio I e da Leone VI. Resta il fatto che usare questo tema dall'evidente significato politico su un mezzo di diffusione potente come la moneta è un aspetto molto rilevante, considerando anche quanto questa iconografia abbia continuato ad interessare le emissioni bizantine successive. Sul perchè sia stato proprio Alessandro ad optare per primo per questa soluzione ho avanzato alcune ipotesi. Nonostante Alessandro abbia fatto di tutto per disfarsi del nipote e della cognata, non possiamo parlare di un'usurpazione poiché Alessandro apparteneva alla dinastia legittima ed era stato legittimamente incoronato dal padre nell'879. Sebbene il giovane Costantino non sia menzionato sulle monete, i suoi diritti furono preservati tanto che nel 945, dopo gli ulteriori soprusi di Romano I e figli, prese effettivamente il potere. Certo, la nuova immagine dei solidi non è una semplice commemorazione della salita al trono ma deve essere studiata tenendo ben presente la biografia di Alessandro. Occorre ricordare, infatti, che durante il regno del padre, a un certo punto Alessandro si trovò a scavalcare, provvisoriamente, il fratello Leone in ordine di successione per poi tornare bruscamente all'ultimo posto. Se a questo aggiungiamo le voci che assegnavano la paternità di Leone VI non a Basilio I ma a Michele III, ecco che si può avere un'idea, seppur vaga, del clima che si respirava a corte e del risentimento covato da Alessandro. Tutto questo se di certo non ha indotto Alessandro a inventare schemi o intitolazioni nuove, credo che ciò possa aver avuto un'influenza almeno indiretta e che quanto sofferto possa aver contribuito alla scelta di diffondere apertamente simboli ed iscrizioni dal forte impatto "propagandistico". Più in generale, la grande attenzione dimostrata da Alessandro per le coniazioni è un aspetto che va valutato attentamente proprio per il fatto che il sovrano sia passato alla storia per essersi disinteressato delle sorti dell'Impero, atteggiamento che sicuramente contrasta con l'"accortezza numismatica" dimostrata. Si potrebbero aggiungere altre considerazioni ma forse questa non è la sede adatta. In ogni caso concludo il mio intervento - chiedo scusa se troppo lungo - ricordando che il Fueg ha censito circa 35 esemplari di questo solido tra collezioni pubbliche e passaggi d'asta. E ora guardiamolo in faccia Alessandro:
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  42. bona ghjurnata isulanu.....chi simu dino noi...!!... ;)
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  43. ...e fu la più grande falsificazione di massa della storia Correva l'anno 1789 e, dopo la presa della Bastiglia, tra i primi provvedimenti presi dai rivoluzionari, ci fu quello di nazionalizzare gli ingenti patrimoni del clero, il più grande proprietario terriero di Francia, che possedeva il 10% dei territori del Paese. L'Assemblea Costituente decise, nel novembre 1789, di mettere all'asta questo ingente patrimonio, per colmare il debito pubblico e sanare il deficit dell'economia francese. Per vendere così tanti beni era necessario però molto tempo, durante il quale le casse dello Stato avrebbero potuto svuotarsi; per evitare questo, il 19 dicembre si decise di creare dei biglietti il cui valore era assegnato in riferimento ai beni del clero: nacque così l'Assegnato (Assignat). Da quel momento, chiunque desiderava comprare dei beni nazionali doveva farlo attraverso gli Assignats emessi dallo Stato, permettendo a quest'ultimo di impossessarsi di moneta prima ancora dell'effettiva vendita del bene. Effettuata la vendita, gli Assegnati sarebbero ritornati nelle mani dell'emittente per essere distrutti. I primi biglietti avevano un elevato valore (1.000 livres) che non li rendeva idonei a essere messi in circolazione tra la popolazione, ma il loro scopo principale era di far rientrare la maggiore quantità possibile di moneta nelle casse dello Stato. Il valore totale della prima emissione fu di 400 milioni di livres. Le prime emissioni erano stampate su carta leggera, su un solo lato, e portavano l'effige del re e il sigillo a secco di Stato, ed erano firmati a mano. Due anni dopo, si ricorse alle firme riprodotte a stampa, e con la definitiva caduta della monarchia il ritratto del re fu sostituito da emblemi repubblicani. Fin dall'inizio gli Assignats incontrarono opposizioni di varia natura. Da quella dei membri del clero e dei nobili fuggiti all'estero, che avviarono una decisa campagna controrivoluzionaria, riuscendo a convincere molti commercianti francesi a non riconoscere all'Assegnato una funzione di mercato, alle varie correnti politiche interne, divise tra chi avrebbe voluto raddoppiare le emissioni, e chi invece paventava una disastrosa inflazione. La polemica coinvolse anche le classi più popolari che, in gran parte analfabete, non erano capaci di leggere le cifre sui biglietti, e rimanevano ancorate alla moneta metallica, che andava però scomparendo. L'inflazione cominciò quando, da una parte, i fuoriusciti iniziarono a far arrivare in Francia valanghe di biglietti falsi, dall'altra, gli stessi francesi, città, paesi, imprese private, e perfino trattorie, si diedero a stampare biglietti di propria emissione, con i quali effettuavano i pagamenti. In ogni cantina si trovavano tamponi per riprodurre la cartamoneta rivoluzionaria, e carrettate ne arrivavano dalla Svizzera e dall'Inghilterra. Nel 1793 erano in circolazione 4 miliardi di Assignats, in buona parte falsi, che ormai nessuno provava più nemmeno a riconoscere, tanto era diventato facile, per chiunque, farne di uguali a quelli veri. Né arrestare qualche falsario ogni tanto serviva a scoraggiare le contraffazioni, anzi, la cosa più clamorosa di questa storia, è che proprio nelle prigioni parigine si aveva la più intensa fabbricazione di Assegnati falsi, attraverso l'emissione in serie di biglietti di ogni genere. Una produzione così accurata che l'amministrazione finanziaria della Convenzione ritenne di essere non danneggiata, ma aiutata nel suo immenso compito di porre le fondamenta del nuovo credito rivoluzionario. In ogni camerata delle prigioni lavoravano fino a 50 falsari, alla Conciergerie, la famosa prigione che ospitò, tra gli altri, Maria Antonietta, Danton e Robespierre, si facevano anche i turni di notte mentre un ex-banchiere dirigeva il lavoro. I carcerati erano abbondantemente dotati di pennini da disegno, punteruoli da incisione, inchiostri, carta e caratteri da stampa. Questi ultimi potevano essere usati solo da pochissime persone, perché la maggioranza della popolazione era, come detto sopra, analfabeta. Le camerate non erano chiuse così che le lavorazioni avvenivano attraverso un andirivieni collettivo che si prolungava anche all'esterno del carcere: non era raro, infatti, il caso di detenuti che uscivano per smerciare i loro prodotti e poi rientravano tranquillamente in prigione. La carta era fornita da due diverse cartiere, i cui incaricati entravano alla Conciergerie per ricevere gli ordinativi, che venivano regolarmente e tempestivamente pagati con biglietti falsi. Le stesse cartiere provvedevano poi, a stampa avvenuta, al ritiro e alla distribuzione della merce Alla fine della loro breve esistenza, che si può datare al 19 febbraio 1796, giorno in cui furono pubblicamente bruciate le matrici per la stampa, si calcola che la quantità di Assignats legalmente emessi avesse superato i 40 miliardi di franchi...nessuno potrà mai sapere quanti erano, invece, quelli falsi Nella foto, dal web, un Assignat, falso, da 300 livres. E' un'emissione del primo periodo, di quelle che portavano ancora il ritratto di Luigi XVI. petronius
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  44. Segue..... Buona serata Veniamo ora alle oselle. Si potrebbe pensare che in queste monete/medaglie, che nei ultimi due secoli di vita della Serenissima avevano scandito annualmente, con le immagini in esse riportate, tutti i successi che Venezia aveva riportato in ambito politico, sociale, religioso ed economico, ci si trovi a rimirare una lunga sequenza di leoni armati di spada; niente di più sbagliato. Il più “generoso” fu il doge Alvise Mocenigo II ( 1700-1709); ne troviamo ben due: ANNO III 1702 D: S.M.V. ALOYSIVS MOCENICO D. S. Marco in trono consegna il vessillo al doge inginocchiato; in esergo ANNO III e sotto la data 1702 R: PRVDENTIA ET FORTITVDO; La saggezza è la forza; leone di Venezia retto sulle zampe posteriori tiene nella zampa destra una spada con un serpente attorcigliato ANNO IV 1703 D: S.M.V. ALOYSIVS MOCENICO D. S. Marco in trono consegna il vessillo al doge inginocchiato; in esergo le sigle del Massaro PM (Pietro Manolesso) oppure P ° B (Pietro Basadona) R: SVORVM IVRA TVETVR; Protegge i diritti dei suoi; leone di Venezia stante verso destra, tiene nella zampa destra una spada e nella sinistra il libro aperto; in esergo ANN IIII e sotto la data 1703 C'è un'altra osella, precedente a queste, che riporta una analoga simbologia; emessa sotto il dogato di Marc'Antonio Giustinian (1684-1688): ANNO II 1685 D: S.M.V. ANT IVSTINIANVS; S. Marco in trono consegna il vessillo al doge inginocchiato; in esergo ANNO II e le sigle del Massaro D ° P (Domenego Pizzamano) R: FORTITVDO MEA ET LAVS MEA DNS; Il Signore è la mia forza e la mia gloria; leone di Venezia retto sulle zampe posteriori tiene nella zampa destra una spada; a sinistra una fortezza e a destra dei cavalieri che scappano; in esergo KOPONH (Corone) Purtroppo non ho trovato in rete l'immagine ed il mio scanner fa i capricci... A questo punto una considerazione è obbligatoria. Immaginare di avere più leoni armati di spada sulle monete veneziane, avrebbe forse appagato maggiormente l'immaginario collettivo; trasporre da un siffatto leone una Venezia potente, indomita, padrona del suo stato, giusta e religiosa, il passo sarebbe veramente breve; un'apoteosi. Eppure non è così, lo si evince dai fatti. Questa immagine non è mai stata tra quelle preferite dai magistrati che se ne occupavano. Meglio inserire l'immagine “classica” del leone stante con il libro aperto trattenuto dalla zampa destra; oppure immagini del leone in maestà, ovvero allegorie varie o immagini differenti e varie che sarebbe troppo lungo descrivere. Mi piace pensare che alla Serenissima non servissero immagini troppo “forti”, bastava la sua reputazione. saluti luciano
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  45. segue.... vedasi ad esempio il leone raffigurato sul "Leone per il Levante" D: FRAN ° MAUROC ° S ° M ° VENET ° lungo l'asta DVX: sotto la linea dell'esergo tra stelline a cinque punte, le iniziali del Massaro A G (Alvise Gritti) San Marco in piedi con il vangelo tenuto con la mano sinistra, benedice con la mano destra il doge inginocchiato, che impugna l'asta sormontata dalla croce con la mano sinistra, tenendo la destra sul petto. Il tutto racchiuso da un cerchio interrotto di perline. R: FIDES ET VICTORIA: leone alato e nimbato, rampante verso destra, con il muso rivolto a sinistra, ha le zampe davanti divaricate, la destra rivolta all'indietro impugna la croce, la sinistra protesa in avanti tiene un ramo di palma. Metallo: argento, al titolo dello 0,739 Peso: gr. 27,12 in media. Non ci sono dubbi al riguardo; "Fede e Vittoria", la croce e la palma; direi un manifesto politico che riassume le imprese di Francesco Morosini, impegnato nella riconquista dei territori greci già in mano ai turchi. Lo stesso dicasi del "Leone da 80 soldi" che segue D: S ° M ° V ° ALOY * MOC *: lungo l'asta DVX: sotto la linea dell'esergo tra due stelline a sei punte le iniziali del Massaro B ° G (Bernardo Gritti) San Marco seduto in trono, benedice con la mano destra il doge inginocchiato, che impugna l'asta sormontata dalla croce con la mano sinistra. R: DALMAT * ET * ALB *: leone alato e nimbato, rampante verso sinistra, con il muso rivolto a destra, ha le zampe anteriori protese in avanti, la destra impugna un ramo di ulivo; felle posteriori, la sinistra poggia sulle acque, la destra è rialzata; di fronte castello turrito e imbandierato su monte. Sotto la linea dell'esergo tra due stelline a sei punte: 80 (soldi) Metallo: argento, al titolo dello 0,609 Peso: gr. 11,59 in media. Anche in questo caso vediamo il leone impugnare un ramoscello d'ulivo; altro esplicito messaggio, la Serenissima è pacificatrice e quindi porta al popolo delle colonie d'oltremare la tranquillità dei commerci, la giustizia e, in generale il benessere. segue..... luciano
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  46. Buona Domenica Come è noto, Venezia non codificò mai le insegne che dovevano rappresentarla; per questo motivo la presenza della spada impugnata o del libro chiuso o aperto in talune rappresentazioni del leone di San Marco in posizione stante, ha dato voce ad innumerevoli interpretazioni. Taluni hanno interpretato lo stato di guerra se il leone presentava congiuntamente la spada impugnata ed il libro chiuso; non c'è ovviamente certezza. Di certo sappiamo che la condizione di guerra era rappresentata dal colore delle bandiere che, generalmente, precedevano il doge nelle sue periodiche “andate” (processioni civili o religiose) che si svolgevano in particolari e codificate ricorrenze, che si snodavano per la città. Se gli stendardi erano rossi, significava che la Serenissima era in stato di guerra, erano bianchi se, invece, nello Stato regnava la pace, erano azzurri se si doveva sottolineare l'avvenuta alleanza con uno Stato o violetto se era in corso una tregua. In piazza San Marco le bandiere infisse sulle antenne poste di fronte alla Basilica, erano sempre rosse, come lo erano quelle delle navi; ciò derivava dal fatto che quelle antenne venivano considerate alla stegua di alberi di navi. Per quanto concerne le monete, personalmente, qualche pensiero al riguardo, caro Daniele, me lo sono fatto. Un leone di San Marco scolpito nel marmo, dipinto in un quadro o raffigurato in un arazzo, doveva stare necessariamente in una piazza, in un palazzo, in una chiesa, in luoghi comunque veneziani; città, paesi, o isole che fossero. Non credo che avrebbe avuto senso installare in cima ad una colonna, posta in una città suddita, un leone arcigno e guerriero; nemmeno se questa città fosse stata da poco conquistata e “pacificata”; molto meglio installare un leone “tranquillizzante” e che avesse la sua caratteristica forma, capace di infondere nel popolo sicurezza, giustizia, pace. Le monete, invece, erano oggetti più dinamici; potevano riportare immagini che davano un segnale e correndo di mano in mano, quel segnale, veniva riportato ai sudditi che chiedevano aiuto, sicurezza, ma anche a quelli “turbolenti”, così come arrivava anche nelle mani del nemico. Guardando la monetazione veneziana, non sono molti i casi in cui si può vedere un leone rappresentato in maniera difforme da quella ormai consolidata e quei pochi esempi, guarda caso, si riferiscono a monete che correvano nei possedimenti d'oltremare e non nei possedimenti di terra. segue... luciano
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  47. Non per fare polemiche, però mi pare di aver capito, poi se mi sbaglio correggimi, che stai commentando tracce di una montatura che non esiste, aggiungendo poi commenti che non c'entrano nulla con questa moneta. Non pensi che sia il caso che tu faccia un passo indietro dato che ti sei spinto così in avanti? Lo dico per il tuo bene, se mi permetto di darti qualche spintone ogni tanto è perchè voglio salvarti dal pentolone d'acqua bollente che ti stai rovesciando addosso. Pensala come vuoi ma guarda che così facendo potresti ricoprirti di ridicolo. Da come scrivi dai l'impressione di non aver mai avuto una moneta tra le mani. Ciao e grazie comunque per i tuoi interventi.
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