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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/03/14 in Risposte

  1. Era il lontano 2005, quando a soli 15 anni , in vacanza con i miei a Rimini , mi ritrovai per caso in un mercatino delle pulci: iniziò la mia passione verso l’Euro-collezione Alternando scuola-lavoro(lavoravo in un salone di parrucchieri guadagnando 50€/settimana) , consumavo i miei risparmi nell’acquistare sempre con più frequenza le serie mancanti e gli accessori quali album, cataloghi. Non avendo vizi ,all’epoca, ogni volta che avevo un gruzzoletto da parte , contattavo il mio amico Torinese, molto conosciuto sulla Baia ogni volta che vedevo il corriere, all’aprire il plico i miei occhi brillavano di gioia, di felicità Caddi purtroppo anche nella farsa delle euro-prove, acquistandole quasi tutte, ingannato anche dalla loro pubblicazione con relativa quotazione su quel maledetto catalogo del 2005 di color Rosa, o ormai avevo già l’85% di quello emesso…. Pur di acquistare la serie Vaticano 2002…ad 850 euro.. decisi di vendere il mio scooter e rimanere a piedi….. Venivo abbagliato da quelle ingannevoli pubblicità e promozioni fatte in televisione sul programma HSE(ve le ricordate????) ,ex MEDIA SHOPPING, dove venivano proposte in continuazione le divisionali di San Marino ,Monaco ,Vaticano, rassicurando un investimento sicuro nel tempo Continuai ad acquistare tutte le divisionali emesse fino alla morte del papa….il giorno dopo sulla Baia, le divisionali del 2002 arrivavano a 3000 euro ,per poi subire qualche mese dopo un leggero ma continuo abbassamento…. Appena maggiorenne, ero convinto che tutti quei soldi che stavo spendendo sarebbero stati un investimento per il mio futuro….ne avevo spesi 5 mila??? Un domani ne avrei guadagnato sicuramente di più….. Al mio compleanno , a Natale o in qualche ricorrenza, ai miei genitori non chiedevo il giocattolo o il gioco per la playstation…..ma Euro, divisionali, commemorativi! Per vari problemi, da un giorno all’altro smisi definitivamente la mia collezione Decisi di vendere sulla BAIA , per recuperare qualche soldino ,Monaco 2004 PROOF ,San Marino 2002 e qualche altra serie, per aiutare la famiglia…. Abbandonai tutto in un baule di legno ,ricoprendo il tutto con un telo nel garage Qualche giorno fa , dopo 7 anni, ho deciso di riaprire quel baule: la voglia di tornare a collezionare è prevalsa in me. Noto purtroppo , che tutte le divisionali acquistate dal sottoscritto a prezzi alti, sono state svalutate ,e acquistarle oggi significa risparmiare anche il 60% Ho tratto questa conclusione: collezionare monete, ed in particolare l’Euro, non è assolutamente un modo per investire, ma è una collezione come altre(figurine, sorpresine) , dove il mercato impone il prezzo d’acquisto ,e, chi non ha fretta(come me all’epoca) acquista a qualsiasi prezzo! Non è cosi…ho capito sulla mia pelle che il vero collezionista deve avere molta pazienza, saper aspettare il momento giusto, valutare, non volere tutto e subito…..deve saper cogliere l’attimo giusto. Purtroppo , non ero e non sono iscritto a nessuna lista numismatica del Vaticano o di San Marino(di Monaco manco ne parlo…),quindi sono costretto ad acquistare da terzi… Ed è’ cosi che ricomincio a collezionare, con la pazienza e consapevolezza che, tutti i soldi che mi serviranno per acquistare le serie ,soprattutto per quelle di Monaco di oggi, non sono soldi spesi come investimento con il tempo tali prezzi si abbasseranno…quando la domanda non sarà alta come prima….. Un esempio: il 2 Euro di Kelly……all’epoca se avevo 3 mila euro disponibili l’avrei acquistata pensando di guadagnarne un domani 10 mila…….oggi vedo che viene venduta da un sito amico a 1250 euro……e secondo me si abbasserà ancora….. A 25 anni non penso di “investire” con lingotti d’oro, argenti o marenghi…..continuerò la mia collezione guardandola con occhi diversi, privi di ansie ! Spero di non essere stato noioso, ma ho voluto raccontarvi questa storia e voglio sapere cosa ne pensate Un amico di 25 anni
    4 punti
  2. Il secolo del lavoro inutile John Maynard Keynes Nel lontano 1930, John Maynard Keynes prevedeva che entro la fine del secolo la tecnologia in Occidente sarebbe progredita al punto di regalarci una settimana lavorativa di appena 15 ore. Invece, è accaduto il contrario: «La tecnologia è stata arruolata per inventare nuovi modi di farci lavorare tutti di più», scrive l’antropologo David Graeber. E a tale scopo «sono stati creati lavori che sono di fatto inutili». Enormi schiere di persone, in Europa e Nord America, lavorano in ufficio, dove «trascorrono tutta la loro vita professionale eseguendo compiti che segretamente ritengono inutili». Graeber parla di «danni morali e spirituali», praticamente «una cicatrice sulla nostra coscienza collettiva», anche se non ne parla nessuno. Perché l’utopia promessa da Keynes non si è mai materializzata? «La spiegazione standard è che Keynes non aveva preventivato la mole dell’incremento del consumismo», ma per l’antropologo la verità è un’altra: l’élite capitalista sa benissimo che, una volta liberate dall’incombenza del lavoro full time, le masse cominciano a “pensare”, e a reclamare diritti per una vita diversa, specie se le macchine faticano al posto dell’uomo. «Dagli anni Venti in poi abbiamo assistito alla creazione di un’infinità di nuovi lavori e industrie, ma sono pochissimi quelli che hanno a che vedere con la David Graeberproduzione e la distribuzione di sushi, iPhone o scarpe da ginnastica costose», scrive Graeber in un post ripreso da “Megachip”. «Allora cosa sono esattamente questi nuovi lavori?». Durante il secolo scorso, il numero di lavoratori impiegati come domestici, nel settore industriale e in quello agricolo è crollato. Parallelamente, «le libere professioni, i lavori dirigenziali, d’ufficio, di vendita e di servizio» sono triplicati, passando da un quarto degli impieghi complessivi a tre quarti. «In altre parole, i lavori produttivi, esattamente come previsto, sono stati in gran parte sostituiti dall’automazione», anche calcolando gli operai cinesi e indiani. «Ma anziché consentire una significativa riduzione delle ore di lavoro per rendere la popolazione mondiale libera di dedicarsi ai propri progetti, piaceri e idee, abbiamo assistito all’esplosione non tanto del settore dei “servizi”, quanto di quello amministrativo». Sono nate nuove industrie come quella dei servizi finanziari o del telemarketing, mentre c’è stata un’espansione senza precedenti di settori come quello giuridico-aziendale, accademico, della amministrazione sanitaria, delle risorse umane e delle pubbliche relazioni. Senza contare le aziende che a queste industrie forniscono assistenza amministrativa, tecnica o relativa alla sicurezza, così come «l’esercito di attività secondarie (come i toelettatori di cani o i fattorini che consegnano pizze tutta la notte) che esistono soltanto perché le altre persone passano tanto tempo a lavorare in tutte le altre». Sono mestieri che Graeber propone di definire “lavori stupidi”: «È come se esistesse qualcuno che inventa lavori inutili solo per farci continuare a lavorare. E proprio qui sta il mistero: nel capitalismo, questo è esattamente quel che non dovrebbe succedere». Infatti, «l’ultima cosa che deve fare un’azienda desiderosa di profitti è sborsare soldi a lavoratori di cui non ha davvero bisogno. Eppure, non si sa perché, succede lo stesso». È vero, «le grandi aziende operano spesso tagli spietati», ma attenzione: «Licenziamenti e prepensionamenti colpiscono immancabilmente la classe delle persone che fabbricano, spostano, riparano e mantengono in funzione le cose». Per una strana alchimia che nessuno sa davvero spiegare, continua Graeber, «ultimamente il numero di passacarte salariati sembra aumentare, e sempre più lavoratori dipendenti si ritrovano – un po’ come i sovietici di una volta – a lavorare in teoria 40 se non 50 ore alla settimana, ma lavorandone di fatto 15 proprio come previsto da Keynes, perché il resto del loro tempo serve per organizzare o partecipare a seminari motivazionali, aggiornare i profili Facebook o scaricare roba». Per Graeber, la spiegazione non è economica: è morale e politica. «La classe dirigente si è resa conto che una popolazione felice, produttiva e con del tempo libero a disposizione è un pericolo mortale: pensate a quel che è cominciato a succedere quando negli anni Sessanta ci si è avvicinati a una vaga approssimazione di questa cosa». E l’idea che il lavoro sia un valore morale in sé, al punto da pensare che «chiunque non desideri sottomettersi a un’intensa disciplina lavorativa per la maggior parte delle sue ore di veglia non meriti niente», torna straordinariamente comoda a molti. Un amico poeta e musicista, racconta Graeber, dopo un paio di dischi che avevano «migliorato la vita di tante persone in tutto il mondo», è stato costretto – parole sue – a «imboccare la strada che sceglie in automatico tanta gente che non sa dove andare: la facoltà di giurisprudenza». Oggi lavora come avvocato aziendale per un importante studio di New York. «Lui per primo ammette di fare un lavoro del tutto privo di senso, che non fornisce nessun contributo al mondo e che, secondo lui, in realtà non dovrebbe esistere». Domanda: che razza di società è la nostra, che genera «una domanda estremamente limitata di poeti-musicisti talentuosi», a fronte di una domanda apparentemente infinita di specialisti in diritto aziendale? Risposta: se «la maggior parte della ricchezza disponibile la controlla l’1% della popolazione», allora quello che definiamo “mercato” rigetterà «ciò che loro, e nessun altro», non considerano utile o importante. Peggio ancora: chi fa lavori “stupidi” se ne rende perfettamente conto. «Credo di non aver mai conosciuto un avvocato aziendale che non pensasse di fare un lavoro stupido». Lo stesso vale per quasi tutte le nuove industrie: «Esiste un’intera classe di lavoratori salariati che, se li incontri a una festa e ammetti di fare un mestiere considerato interessante (l’antropologo, per esempio), si rifiuta anche soltanto di dirti che lavoro fa. Fategli bere due o tre drink, e si lanceranno in vere e proprie tirate su quanto inutile e stupido sia in realtà il loro lavoro», continua Graeber. «Stiamo parlando di una violenza psicologica profonda. Come si può anche solo cominciare a parlare di dignità del lavoro, quando in cuor suo una persona ritiene che il proprio lavoro non debba esistere?». Tuttavia, «il talento tutto particolare della nostra società» sta nel fatto che i suoi governanti hanno escogitato un modo per garantire che la frustrazione e la rabbia vengano indirizzate contro chi invece fa un lavoro sensato. Strana regola: «Più il lavoro di un individuo giova palesemente ad altre persone, minori sono le probabilità che questo lavoro venga pagato». Si domanda Graeber: che succederebbe se quest’intera classe di persone scomparisse? «Dite quel che volete di infermieri, spazzini e meccanici: è palese che, se dovessero sparire in una nuvola di fumo, gli effetti sarebbero immediati e catastrofici. Un mondo senza insegnanti e scaricatori di porto finirebbe presto nei guai, e anche un mondo senza scrittori di fantascienza o musicisti ska sarebbe evidentemente peggiore». Al contrario, «non è del tutto chiaro in che modo l’umanità soffrirebbe se dovessero svanire allo stesso modo tutti gli amministratori delegati di società d’investimenti, i lobbisti, gli addetti alle pubbliche relazioni, gli analisti assicurativi, i lavoratori del telemarketing, gli ufficiali giudiziari o i consulenti legali (molti sospettano che potrebbe significativamente migliorare)». Eppure, fatta salva una manciata di stimatissime eccezioni, come ad esempio i medici, «la regola resiste sorprendentemente bene». E, «cosa ancor più perversa, sembra circolare la diffusa convinzione che sia giusto così». Questo, aggiunge Graeber, è «uno dei punti di forza segreti dei populisti di destra», quelli che «fomentano il rancore contro i dipendenti della metropolitana che paralizzano Londra per il rinnovo del contratto», perché «il fatto stesso che i dipendenti della metropolitana siano in grado di paralizzare Londra è la riprova che il loro lavoro è necessario, ma a infastidire la gente sembra sia proprio questo». Cosa ancora più evidente negli Stati Uniti, dove i repubblicani «stanno riuscendo con molto successo a mobilitare il risentimento contro gli insegnanti o contro gli operai dell’industria dell’automobile», a causa di stipendi e benefit che sembrano eccessivi. È come se gli stessero dicendo: voi, che a quanto pare fate lavori veri, necessari, avete anche la faccia tosta di aspettarvi delle pensioni e un’assistenza sanitaria da classe media? «Se qualcuno avesse progettato un sistema del lavoro fatto su misura per salvaguardare il potere del capitale, non avrebbe potuto riuscirci meglio», conclude Graeber. «I lavoratori veri, quelli produttivi, vengono spremuti e sfruttati implacabilmente», mentre gli altri «si dividono tra un atterrito strato di disoccupati, disprezzato da tutti, e un più ampio strato di persone che in pratica vengono pagate per non fare nulla». Queste persone «ricoprono incarichi progettati per farle identificare con i punti di vista e le sensibilità della classe dirigente (manager, amministratori)», ma al tempo stesso «covano un segreto rancore nei confronti di chiunque faccia un lavoro provvisto di un chiaro e innegabile valore sociale». Non è un sistema progettato in modo conscio, è emerso da quasi un secolo di tentativi empirici. «Ma è anche l’unica spiegazione del perché, nonostante le nostre capacità tecnologiche, non lavoriamo tutti quanti solo tre o quattro ore al giorno».
    4 punti
  3. Questa mattina al circolo numismatico di Torino , il dott.E. Montenegro , come da tradizione , ha consegnato ai partecipanti alcune copie del nuovo Catalogo Montenegro 2015 Nel 2015 si festeggiano i XXX anni del catalogo passato nel 1984 dalla gestione del comm. Cesare Bobba a quella del dott. Eupremio Montenegro. I miei complimenti all' autore ed editore per il traguardo raggiunto .
    2 punti
  4. Visto che qui al nord imperversa l'autunno (di fine stagione, pure), e siamo più o meno rintanati in casa, ho rifatto le foto (niente di che, ma spero rendano meglio) del 50 lire cinquantenario. La tonalità piuttosto "aranciata" è quella reale. Spero vi piaccia. :) Un saluto autunnale ( :wacko: ).
    2 punti
  5. Bellissima storia,non mi sono annoiato ma appassionato nel leggerti.Io sono rimasto quello che tu eri un tempo.Un malato di collezionismo,mai fatto niente per pensare ad un investimento(per investire ci vuole l'oro e adesso neanche piu' quello).Sempre fatto tutto per amore e passione verso gli Euro.Sara' che e' il mio lavoro(lavoro in Borsa)sara' che ho sempre amato il tintinnio delle monetine,sara' che son matto o stupido non lo so.Sara' quel che sara' ma quelle monetine me le guardo e riguardo in continuazione come se vedessi la piu' bella modella del mondo davanti a me.Rimango ad ammirarle,ad osservarle,e se sono circolate(faccio anche quelle)penso alla loro storia,a quanto hanno girato prima di arrivare da me..
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  6. Provo a dire anche la mia... non potrebbe essere parte di un anello?
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  7. veramente se guardate la foto iniziale, non si vedeva la parte superiore sinistra... ho preso il lotticino perché m'incuriosiva quel coso strano tutto inciso e, già che c'ero, speravo che quel nummetto mezzo nascosto fosse il Nepotino.... e invece, delusione atroce!, era la moglie di Basilisco, Elia Zenonide.... che poi, a dire il vero , Leonzio mi ha confidato che in realtà hanno sempre detto di essere sposati ma invece convivevano more uxorio.... a lui glie lo confidò Verina, che però gli disse di tenere per sé la notizia. Leonzio a sua volta me lo sussurò a bassa voce, raccomandandomi che la notizia non si diffondesse.... Quindi, ve lo dico perché mi fido di voi, ma tenete la cosa riservata, solo pe rvoi, che non si sappia che Elia Zenonide era una svergognata che conviveva senza con Basilisco nel peccato!!!
    2 punti
  8. @@albertoriccardo2 Scusa, ma sei straniero? Perché faccio veramente fatica a capire il significato di quello che scrivi...
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  9. E già che ci sono, vi mostro una "chicca" rarissima (in 40 anni di collezione solo una volta ho visto questa immaginetta, e non me la sono lasciata sfuggire) che vorrei condividere con voi. Anche se non attinente a questa sezione, rimane però un documento molto importante per l'epoca. Ditemi però se li riconoscete :dirol:
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  10. Ho letto alcune cose spaventose su questa moneta.Un "personaggio"(e' il termine piu' scrivibile che mi viene in mente per chiamarlo)sostiene su la baia che arrivera'a valere piu' del Monaco 2007 GK,perche' con meno esemplari in giro.Io capisco che ognuno debba "tirare acqua" al suo mulino pero' scrivere queste baggianAte mi pare esagerato.Innanzitutto la tiratura sara'di 15 volte piu' del GK,in secondo luogo l'appeal che ha Monaco non ce l'ha di sicuro una monetaccia belga come quella in questione.Perdonatemi lo sfogo ma collezionisti si,deficenti(dal latino deficere:cioe' mancanti,in questo caso d'intelligenza se crediamo a 'sti pseudo commercianti)NO.
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  11. Ecco la toccante dedica scritta dal dott.E.Montenegro al suo caro amico....
    2 punti
  12. Questa mattina ho avuto il piacere di osservare l'esemplare in piombo dell'amico Blaise
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  13. Per valutare il grado di usura basta guardare le spighe e il bordo. Le spighe devono uscire dalla moneta, nel senso che devono avere un bel rilievo, a differenza di questa che ha tutto il disegno piatto. Il bordo deve quasi tagliente, passami il termine, cioè deve avere ancora un po' di "spigolo". Ma come è già stato detto. l'italma si consuma solo a guardarlo.
    2 punti
  14. Recentemente sono stato in grado di riempire l'ultima vacanza (di tipo) nella mia collezione di monete irlandesi pre-decimale. Io non stavo cercando, non proprio, ma è accaduto lungo in una scatola di cianfrusaglie—per $0,17. Non è l'esempio migliore, ma il prezzo era irresistibile! Questo 1939 half-crown fu colpito in argento .750 e ha un peso nominale di 14,14 grammi. (Ho preso nota di questo fatto perché tra i miei acquisti di spazzatura-casella $0,17 quel particolare giorno fu una contraffazione Panama 1-balboa, ora pubblicato altrove in questa sezione). La half-crown era la più alta moneta di denominazione introdotta dagli irlandesi nella loro famosa serie "Barnyard" del 1928, e rimase tale fino a quando il pezzo di 10-shilling fu introdotto nel 1966. Decimalizzazione fu presto a seguire, tuttavia, e—a differenza di shilling e il florin, che continuarono a circolare come pezzi 5p e 10p—la half-crown era in pensione a partire da 1° gennaio 1970. La 1939 half-crown, insieme con le altre monete irlandesi di quella data, sono il primo dei rispettivi tipi e rappresentano un'importante partenza dalla serie originale del 1928. Il nome del paese è sicuramente il più evidente cambiamento: "SAORSTAT EIREANN", o "Stato libero d'Irlanda," è diventato "EIRE," semplicemente, "Irlanda". Il cambiamento di nome deriva dall'Irlanda dopo aver adottato una nuova costituzione nel 1937. (A volte è detto cambiamento dell'Irlanda, quella dello stato e la confusione in quel momento che circonda la successione al trono britannico—non erano coincidenti.) 1938 fu un anno senza nuova monetazione irlandese, come il passaggio ha preso tempo. L'opportunità per il cambiamento è stato alquanto fortuita agli occhi dei funzionari di zecca, perché offriva la possibilità di correggere i problemi di flusso (metallo) che aveva incontrato nella produzione della monetazione del 1928, problemi che affliggono soprattutto le monete di diametro più grande come il penny e la half-crown. Consolidando la data—che è suddiviso in due parti della serie 1928—poi spostarlo fuori i due campi, posizionandolo vicino al bordo, era una strategia per migliorare la qualità sorprendente. La variazione del numero di stringhe di arpa (da 16 a 14) è anche notevole, ma non riesco a individuare alcun motivo per esso (ad esempio una modifica nel numero di contee o alcuni di tali), quindi sono propenso a pensare ad esso come una semplice rielaborazione del disegno per ragioni estetiche o tecniche (flusso di metallo, ancora?). Conio della 1939 half-crown era 888.000, più di qualsiasi anno dal 1928. Ma alla fine della half-crown d'argento dell'Irlanda era a portata di mano. L'ultimo anno di produzione di quantità di circolazione era il 1942, e solo circa 1.000 pezzi furono coniati nel 1943. Ci sarebbe non più nuova half-crowns irlandese fino le monete di rame-nichel del 1951. Da allora, Irlanda sarebbe diventato (1949) della Repubblica d'Irlanda, ma avrebbe continuato l'elegante semplicità di questa riprogettazione del 1939. Eire. :) v. --------------------------------------------------- Recently I was able to fill the last vacancy (by type) in my collection of pre-decimal Irish coins. I wasn’t looking for it, not really, but it happened along in a junk-box—for $0.17. It isn’t the best example, but the price was irresistible! This 1939 half-crown was struck in .750 silver and has a nominal weight of 14.14 grams. (I took special note of this fact because among my $0.17 junk-box purchases that particular day was a counterfeit Panama 1-balboa, now posted elsewhere in this section.) The half-crown was the highest denomination coin introduced by the Irish in their famous “Barnyard” series of 1928, and remained so until the 10-shilling piece was introduced in 1966. Decimalization was soon to follow, however, and—unlike the shilling and the florin, which continued to circulate as 5P and 10P pieces—the half-crown was retired as of 1 January 1970. The 1939 half-crown, along with the other Irish coins of that date, are the first of their respective types, and represent an important departure from the original series of 1928. The country name is surely the most obvious change: “SAORSTAT EIREANN,” or “Irish Free State,” has become “EIRE,” simply, “Ireland.” The name change derives from Ireland having adopted a new constitution in 1937. (It is sometimes said that Ireland’s change of status, and the confusion at that time surrounding the succession to the British throne—were not coincidental.) 1938 was a year without new Irish coinage, as the changeover took some time. The opportunity for change was somewhat serendipitous in the eyes of mint officials, because it offered a chance to correct the (metal) flow problems they had encountered in producing the 1928 coinage, problems which particularly afflicted the larger diameter coins such as the penny and the half-crown. Consolidating the date—which is broken into two parts in the 1928 series—then moving it out of the two fields, positioning it near the rim, was one strategy to improve striking quality. The change in the number of harp strings (from 16 to 14) is also notable, but I cannot seem to locate any reason for it (such as a change in the number of counties or some such), so I’m inclined to think of it as a simple reworking of the design for technical (metal flow, again?) or aesthetic reasons. Mintage of the 1939 half-crown was 888,000, the most of any year since 1928. But the end of Ireland’s silver half-crown was close at hand. The final year of circulation-quantity production was 1942, and only about 1,000 pieces were coined in 1943. There would be no more new Irish half-crowns until the copper-nickel coins of 1951. By then, Ireland would become (1949) the Republic of Ireland, but the elegant simplicity of this 1939 redesign would continue. Eire. :) v.
    1 punto
  15. No mi spiace, ma per queste richieste comunque ci sono le sezioni cerco/vendo e scambio che trovi in fondo alle sezioni del forum. Credo che sia il caso di consigliarti di leggere il regolamento su dove/come scrivere, così da non incorrere in inutili richiami. Ti auguro buon forum.
    1 punto
  16. Non si finisce mai d'incontrare delle bufale. M'inviò questa segnalazione un tale che insisteva ne dire che un suo nummo con il monogramma era di Trasamundo... Non sempre qualcosa è vero solo perché pubblicato da qualche parte! La carta ha un terribile difetto: si lascia scrivere senza reagire! qualunque cosa uno scriva..... :(
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  17. Aggiungerei anche di controllare l'ortografia
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  18. Teoricamente si... Anche se non c'è certezza
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  19. Mi sono regalato questa lettera da affiancare al Ducatone p.s. Daniele sara' molto contento visto che e' stata inviata da Rivoli (To)
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  20. Ciao Francesco, si sono il figlio di Pasquale. Grazie per il link. Sulla discussione già aperta ti assicuro che quei simboli vicino alle ginocchia non sono ribattiture perchè mio padre ne trovò una in vendita in America con la scrittura "tuenda iusta" con questo simbolo nitido e staccato dalle ginocchia. Ciao, a presto.
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  21. Penso che per i prossimi convegni di settembre sara' sicuramente disponibile nel banchetto del Montenegro. Volendo acquistarlo prima conviene richiederlo allo stesso Montenegro via email tramite il suo sito
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  22. Questo dovrebbe essere quel che resta di un denaro piano di Milano per Federico II di Svevia....vedi link per confronto http://www.museobiassono.it/Italiano/Mostre/MoneteDiLombarda/CatalogoOnLine/MonetaScheda.php?scheda=430&zecca=0&autorita=6 vedi anche dalla 5° all'8° di questo link http://www.bancaintesaarteecultura.com/permanenti_elenco_new.asp?q_order=&q_tipo=6&q_stringa=&q_ricerca=&q_stc=31&q_curpage=8 ciao Mario
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  23. Purtroppo la religione è stata sua malgrado (e lo è tutt'ora in taluni contesti) strumentalizzata per fini politici. Comunque, tornando all'ultimo santino, i personaggi mi paiono il Segratario di Stato card. Gasparri, il Papa, il Re e Mussolini (con i rispettivi stemmi, in basso).
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  24. la musealizzazione di una raccolta numismatica non può mai prevederne l'esposizione integrale (a meno che non siano poche centinaia di pezzi). Esporre mezzo milione di monete (a tanto dovrebbe ammontare il fondo numismatico di PM) non sarebbe possibile neppure nel mondo dei sogni; senza contare che i costi di gestione sarebbero immensi e sproporzionati alle effettive visite. Piuttosto potenzierei l'apparato di corredi per il visitatore, elaborando pannelli tematici sulle tecnologie di zecca nel tempo e nello spazio, sul potere d'acquisto che quelle monete avevano nel loro tempo... ecc.ecc. A poco mi serve leggere le solite 4 notiziole estrapolate dall'editto di Diocleziano se poi sto guardando dei sesterzi di II secolo! Senza contare che l'editto era un calmiere e come tale poco rappresentativo degli scambi effettivi (cui voleva porre una limitazione di prezzo). Un vero studioso di museologia vi direbbe che è meglio esporre 100 monete con documenti originali, opere letterarie contemporanee (alle monete) notizie sulla vita quotidiana, sulla storia della circolazione, e via dicendo, piuttosto che buttare nelle vetrine migliaia e migliaia di pezzi con descrizioni al limite del ridicolo.
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  25. @@joker67 il procedimento e' valido,gli alcoli non intaccano la patina naturale. ...si e' quello usato per i liquori ciao
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  26. Nonostante la sua capacità straordinaria di rimanere nascosto, tuttavia l’abominevole Uomo del No può essere riconosciuto e stanato grazie ad alcuni peculiari versi che emette: “non ci abbiamo mai provato prima…. dai!” “è un’idea troppo fantasiosa: cerchiamo di essere concreti!” “sembra tutto molto giusto, ma la realtà è diversa.…” “ottima idea, ma aspettiamo che i tempi siano maturi….” “perché cambiare? è da vent’anni che facciamo così….” “non siamo autorizzati a pensarci sopra…” “è giusto, ma non rientra nelle nostre competenze!” “eccellente proposta: creiamo un comitato….” “suvvia! questo non lo fanno neppure gli americani!” “da che mondo è mondo, le cose vanno avanti così!”
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  27. Il fatto è che il manager inutile (lo sono quasi tutti, a mio vedere: l'ho imparato facendo per vent'anni il consulente del Top Management) è il vero portagonista del lavoro inutile, colui che impedisce qualunque cambiamento capace di porre in discussione l'utilità di ciò che è inutile, e quindi la sua stessa ragione doi inutile esistenza. Il manager inutile generalmente si fregia di titoli cosiddetti accademici ma appartiene sempre a una specie antropologica molto precisa. L'abominevole Homo Nodicens Nodicens.
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  28. saluti tutti....la prima volta che ne vedo una...... :lol:.........di 26mm di diametro per 4.68 grs......moneta che mi piacce molto..... -_- con i suoi disegni,nuova era meraviglia!! :)
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  29. :good: francamente a il suo lecco!!!.. :good: ...complimenti!!!
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  30. Furbo :D Mi sa che hai ragione, in effetti i miei conti li avevo fatti sul totale del coniato e quindi anche su quelli del 1921 :rolleyes: petronius :)
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  31. Ciao Simone e benvenuto, ci sono molto simpaticoni che si divertono a "smontare" le monete e metterle al contrario, questa è una di quelle visto come è martoriata. Se ti ricapita di postare altre monete così c'è l'osservatorio stranezze e dubbi per questo genere di domande. Comunque non ha valore visto che è un artefatto.
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  32. @@Ciccio 86, sono io che devo scusarmi per l'OT. Mi sa che sono candidato ad essere il primo a prendersi i 50 punti di penalizzazione.... :-D :-D :-D
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  33. Quando tempo fa abbiamo discusso di un "falso" scudo 1846 Sede Vacante, (petali gonfi) l'unico chiaro elemento probante per il falso (oltre la dubbia imperfezione del D/) era il peso calante (25 g). Dopo aver visto un esemplare analogo (che fu recisamente smentito come falso da un noto perito) mi feci l'idea che parte di queste "monete" fossero state coniate su tondelli tipo "convenzione latina", da 5 lire per intenderci, non saprei se coevi o successivi all'annessione di Roma dopo il 1870 (in quest'ultimo caso, pertanto, "riconi di Zecca" con conj originali, oppure, nel primo caso errori o "prove di Zecca"). È un'ipotesi che mi sembra questo ulteriore esemplare potrebbe confermare (guarda caso, stesso anno!). Purtroppo sono lontano da casa e cito a memoria (se non sbaglio il peso corretto dovrebbe essere 26.87), se l'ipotesi di sopra non tenesse dovremmo solo considerarlo un falso (ma mi sembra poco probabile)
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  34. questo un 1878 che secondo me ha subito un bagnetto non piu di una decina di anni fa credo di averlo da 2/ 3 anni ed ha preso dei riflessi blu al rovescio e dorati al dritto che la mia incapacità fotografica non mi permette di mostravi immagini gentilmente concesse da Alberto Varesi :hi: Sergio
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  35. Per patina intendo questa.....
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  36. Grazie, mi stupisco sempre più dell'alto grado della conoscenza degli utenti di questo forum.
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  37. E' un asse/dupondio di Augusto coniato da Tiberio Divo Augusto (Tiberio, 14-37), Asse, Roma, 34-37 d.C., AE, (g 10,93, mm 25, h 12). Testa radiata a s., Rv. Aquila su globo. RIC 82. Saluti Eliodoro
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  38. Vi riporto risposta che tempo fà mi ha dato UFN in merito alle richieste di ordini supplementari spero che una volta per tutte sia ben chiaro ora a tutti: le confermo che la richiesta può essere fatta; meglio se su foglio separato riportando i dati personali, la richiesta supplementare e i dati necessari al pagamento. Diverso è se si richiede materiale in meno: in quel caso basterà cancellare o totalmente o modificare la quantità. Cordiali saluti. Venanzi F. Ufficio Filatelico e Numismatico Marketing & Customer Care UFN
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  39. Taglio: 1 euro Nazione: Monaco Anno: 2014 Tiratura: 1.000.272 Condizioni: qFDC Città: Nizza Note: News
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  40. La tua città, che di colui è pianta che pria volse le spalle al suo fattore e di cui è la 'nvidia tanto pianta, produce e spande il maledetto fiore c'ha disviate le pecore e li agni, però che fatto ha lupo del pastore. (Par., IX, vv-127-132) (La tua città, Firenze, che è radice di colui che prima volse le spalle al suo Creatore (Lucifero), del Male umano fatto di quel sentimento d'invidia, da cui tanto scaturisce il pianto, produce e spande il maledetto fiore (il fiorino d'oro) di quell'errore che ha diviso le pecore e gli agnelli, che i pastori della chiesa trasformò in lupi (la lupa è il simbolo dell'avarizia). Ma tu che sol per cancellare scrivi, pensa che Pietro e Paolo,che moriro per la vigna che guasti, ancor son vivi. Ben puoi dire: "L'ho fermo 'l desiro si colui che volle viver solo e che per salti fu tratto al martiro, ch'io non conosco il pescator nè Polo". (Par., XVIII, vv. 130-136) (Ma tu o Chiesa che lanci scomuniche al solo fine di cancellarle per denaro, pensa che Pietro e Paolo, che morirono per far vivere la Legge del Signore, "la vigna", che tu ora deturpi, sono ancora vivi. Ben tu puoi dire: "Io ho fermamente rivolto il mio desiderio con tanto ardore a colui che volle vivere solitario nel deserto e che fu martirizzato per le danze di Salomè (San Giovanni Battista, anche si qui richiama al retro del fiorino d'oro), che io non conosco nè il pescatore nè il navigatore").
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  41. Le risposte di Mario offrono, come sempre, spunti interessanti! Prima di approfondire il tema delle Santalene, che mi pare curioso, spenderei qualche parola dul M° Adamo; in primo luogo Dante gli concede il titolo di Maestro, che nel Trecento viene utilizzato per individuare una classe di artigiani in grado di svolgere con grande perizia un mestiere e anche di insegnarlo: personalità, dunque, di indubbio rilievo poichè custodi di alcuni saperi e capacità non accessibili a tutti. E' interessante notare quale è la pena che il Maestro riceve post-morte, piuttosto che quella terrena: il passo recita: Io vidi un, fatto a guisa di lëuto, pur ch’elli avesse avuta l’anguinaia tronca da l’altro che l’uomo ha forcuto. La grave idropesì, che sì dispaia le membra con l’omor che mal converte, che ’l viso non risponde a la ventraia, facea lui tener le labbra aperte come l’etico fa, che per la sete l’un verso ’l mento e l’altro in sù rinverte. «O voi che sanz’alcuna pena siete, e non so io perché, nel mondo gramo», diss’elli a noi, «guardate e attendete a la miseria del maestro Adamo; io ebbi, vivo, assai di quel ch’i’ volli, e ora, lasso!, un gocciol d’acqua bramo. Li ruscelletti che d’i verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno, faccendo i lor canali freddi e molli, sempre mi stanno innanzi, e non indarno, ché l’imagine lor vie più m’asciuga che ’l male ond’io nel volto mi discarno. La rigida giustizia che mi fruga tragge cagion del loco ov’io peccai a metter più li miei sospiri in fuga. Ivi è Romena, là dov’io falsai la lega suggellata del Batista; per ch’io il corpo sù arso lasciai. Ma s’io vedessi qui l’anima trista di Guido o d’Alessandro o di lor frate, per Fonte Branda non darei la vista. Dentro c’è l’una già, se l’arrabbiate ombre che vanno intorno dicon vero; ma che mi val, c’ho le membra legate? S’io fossi pur di tanto ancor leggero ch’i’ potessi in cent’anni andare un’oncia, io sarei messo già per lo sentiero, cercando lui tra questa gente sconcia, con tutto ch’ella volge undici miglia, e men d’un mezzo di traverso non ci ha. Io son per lor tra sì fatta famiglia; e’ m’indussero a batter li fiorini ch’avevan tre carati di mondiglia». La scena è atroce: il corpo corrotto dall'itropisia, le labbra secche ripiegate all'esterno, le membra deformate a tal punto da rendere sproporzionato il viso rispetto al corpo; Necessariamente quella di produrre moneta falsa doveva essere una delle colpe peggiori nella società medievale. Nel passo, Dante evidenzia come la colpa riguardi "Il Battista", ancor più della lega, e quindi come il falsario fosse colpevole dell'adulterio di uno dei simboli più significativi di Firenze, portatrice di un groviglio di simbologie sacre e civili anche in luoghi lontani. I riferimenti al Casentino non sono casuali, infatti proprio nel Casentino si trovava il Castello dei conti Guidi di Romena: i tre fratelli Alessandro, Guido e Aginulfo, verso cui il Maestro dimostra non poca avversione. Ancora Mastro Adamo ammette di aver coniato le monete in lega alterata in Rascia: l'attuale Serbia centro-meridionale E' significativo come M° Adamo venga collegato a Sinone: il personaggio dell'Eneide che convinse Priamo ad accogliere in Città il cavallo di Ulisse: un falsificatore di parola, che, come il falsificatore di moneta, si era reso colpevole di aver danneggiato la propria gente e la propria patria. Riguardo all'episodio sono veramente curioso di capire se qualcuno ha altri riferimenti ed approfondimenti in merito a questo evento, nonchè al luogo ove si consumò il grave misfatto
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  42. Ciao. Credo che la domanda posta da Charis non intendesse mettere in dubbio l'importanza di spendere a favore della "cultura", ma piuttosto fosse più pragmaticamente diretta a chiedere DOVE e IN CHE MODO dovrebbero essere reperiti i fondi da destinare alla "cultura". Almeno...io l'ho intesa così. Saluti. M.
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  43. Più famoso è il caso di Mastro Adamo ( Inferno, XXX, 70 - 90 ), qui si parla di falsari di fiorini d'oro, siamo nel Casentino organizzati dai Conti Guidi di Romena . Mastro Adamo finì al rogo a Firenze e siamo nel 1281. Ne parlammo di questo anche nella discussione " Delle pene e dei castighi " nella sezione monete moderne.
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  44. Sta tranquillo, è malachite.
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  45. Tempo fa cadde un'osella d'oro sul fondo della vetrinetta: ci vollero anni per decidersi a rimetterla a posto! Certo che pure voi avete certe pretese: aprire una vetrina per girare una moneta! ma che scherziamo... co' 'sto caldo poi!?
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  46. Mi dispiace. Però devo aggiungere anche un commento: che mi pare che qui dentro a volte si travalichi quello che dovrebbe essere lo spirito del forum. Il forum, come dice la parola stessa, dovrebbe essere un luogo d'incontro e di confronto, dove si chiacchiera di una passione comune e dal confronto di idee deriva un arricchimento per ciascuno di noi, dal momento che anche il più esperto può imparare dagli altri. Ecco, talvolta invece quello che io ho visto è una certa arroganza e supponenza e una gara - perdonatemi l'espressione - a chi ce l'ha più lungo. Forse bisognerebbe accettare che non ci sono maestri e discepoli ma tante persone a diversi livelli di un percorso, e che soprattutto stiamo parlando di un hobby, di qualcosa che dovrebbe arrecare piacere e serenità. Ciò non significa che debbano mancare serietà e competenza, ma non mi pare che questo sia mai stato un problema di lamoneta. Più umiltà e disponibilità al confronto gioverà a tutti. Saluti.
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  47. 20 lire Impero, a sinistra della foto la moneta prova (?), a destra quella ordinaria, contorno identico, del 1° tipo.
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  48. A questo punto sorge l'eterna questione: sono effettivamente monete, quelle monete che vengono create a scopo personale, o diventano "medaglie". La moneta dovrebbe nascere per essere spesa. Se poi dal mucchio del circolante qualche pezzo effettivamente non circola e rimane fdc, questo fa parte del gioco. Ma coniare monete in numero limitatissimo ad uso esclusivamente personale, in tutta sincerità non so se definirle ancora monete. Che poi ci sia il suo bel decreto, che tutte le carte siano in regola non ci piove. Ma Vittorio Emanuele era il re e poteva, nel limite delle sue competenze, fare quello che voleva. Effettivamente che queste monete non abbiano quotazioni stratosferiche, è forse dovuto al fatto che hanno un collezionismo limitato e la domanda/offerta non muove tanto il mercato.
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  49. Bravissimo, soprattutto con le banconote che sono in ottimo stato.
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  50. Riprendo questa bella e davvero interessante discussione per segnalare un ottimo volume sul tema: Leonardo Capano Il Denaro nella pittura Milano, Fabbri, 1988 240 p. (volume realizzato per conto di Sitrade Italia) Se siete appassionati del tema "denaro nei dipinti" vi conviene cercare di procurarvelo. Mentre questo libro tratta, appunto, delle monete raffigurate nella pittura, ci sono nella stessa serie anche altri due volumi che invece prendono in esame opere d'arte che sono state riprodotte/riproposte su monete e banconote e che mettono a confronto le opere originali con le monete/banconote che li riproducono (tanto per fare un esempio a noi vicino: l'amor sacro e l'amor profano di Tiziano e la banconota da 20.000 lire). Se vi possono interessare questi sono i dati: Leonardo Capano Il denaro nella scultura, nella grafica e nelle arti applicate Milano, Fabbri, 1989 239 p. Leonardo Capano, Mario Traina L'arte nel denaro Milano, Fabbri, 1991 239 p.
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