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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/09/14 in Risposte

  1. A conti fatti mi è costata poche decine di euro ma onestamente avrei speso anche qualcosina in più per averla. Sono quei pezzi che ti attraggono e che ti fanno dimenticare " l'aspetto economico " della numismatica ( altrimenti non sarebbe solo un business? ) facendoti piuttosto focalizzare sulla storia che una moneta porta con sè o sul traguardo che, da piccolo collezionista, hai raggiunto. Sono sicuro che ognuno di noi faccia questo tipo di ragionamento con alcune monete che, per un motivo o per un altro, ha più a cuore ed a mio parere sono proprio queste monete a tener viva in noi la passione per questo splendido HOBBY. Buona giornata a tutti, saluti :)
    4 punti
  2. Chi non ha mai avuto a che fare con la nostra "passione" o "scienza" crede che la numismatica sia una sorta di patologia virale o sintomo di malessere fisico (confuso forse con il termine "asmatico" o amenità varie). Una volta un amico di famiglia mi presentò ad una sua conoscenza: " ........ ti presento il mio caro amico Francesco .......è un numismatico..." e lui, guardandomi con aria penosa "ah, mi spiace tanto, è da molto che lo sei...?". :rofl:
    4 punti
  3. Direi che è ora di finirla con queste polemiche futili e infantili. Questo forum va avanti con il contributo di molte persone che, gratuitamente, tolgono tempo al loro lavoro e ai propri affetti. E' il caso di sottolinearlo e di ricordarsene sempre prima di avanzare pretese, che in questo caso risultano anche irragionevoli. Sulla assurda richiesta di scuse poi...è meglio se non commento.
    3 punti
  4. Ma il giovane Paperone non si perde d'animo Che mi serva di lezione! La vita è piena di lavori duri, e ci saranno sempre dei furbi pronti a imbrogliarmi! Bene, sarò più duro dei duri e più furbo dei furbi...e farò quadrare i miei conti! Dopodiché si lancia alla ricerca di un nuovo cliente, mentre suo padre, poco lontano, commenta Ho la sensazione che questo sia l'inizio di qualcosa di GRANDIOSO! Per noi, è l'inizio di una nuova storia, nella quale cercheremo di ripercorrere le tappe di una "moneta da nulla", quella americana da 10 centesimi meglio conosciuta come "DIME". Dai primi campioni, coniati quasi clandestinamente in una cantina con l'argento fornito dalla famiglia Washington, alla moneta "orfana" del 1844, dalle "dime novels" alla "marcia dei dimes", dalla raffigurazione (presunta) di un dio, alla firma (anch'essa presunta) di un dittatore...e molto altro ancora, attraverso 220 anni di storia. Tutto questo, naturalmente, senza avere la presunzione che la nostra storia sia GRANDIOSA come quella di Paperon de' Paperoni, perchè in fondo...it's only a dime! petronius
    3 punti
  5. Gentile Odjob, in primis, i problemi che Lei riscontra non mi pare siano ricorrenti. In secondo luogo, chi vuole aprire una discussione su un'asta potrebbe avere l'accortezza di controllare se non sia già visibile ed aperta da altro utente. Ben vero che c'è chi le seleziona altrettanto vero che può accadere un errore. Il mese cui Lei fa riferimento è agosto ed in tutta franchezza ed onestà in vacanza molte volte si hanno altre forme di svago oppure, di difficile connessione a linee wi-fi e, quindi non è detto che l'ammissione della discussione in chiaro sia simultanea; non essendo un farmaco salvavita, un giorno eventualmente di ritardo non è la morte presunta di alcun collezionista. Quanto all'organizzarsi economicamente, conoscendo bene questo lavoro le garantisco che le offerte vengono formalizzate, per l'80%, negli ultimi cinque giorni antecedenti all'asta. A monitorare la sezione, oltre allo scrivente c'è più di una persona tra cui Amministratore e Vice, può essere che questo generi confusione, mi creda (se non lo vuole fare fa poca differenza) che è un impegno tutt'altro che trascurabile ed un "controllore" solo per una selezione così delicata è compito improbo. Personalmente sono propenso ad unire discussioni doppie che portino un minimo di rilievo per interventi, altrimenti preferisco chiuderle. Ho autorizzato la discussione proposta da Luigi78 dopo aver fatto scorrere quattro pagine, mi sembrava strano che nessuno l'avesse già proposta. Fatto ciò ho dato il via libera. Ieri ne è stata autorizzata una seconda, non so da chi ne per come ma la cosa si risolve in un secondo chiudendola. Mi collego tutti i giorni, è un impegno, dato che la mia esistenza non ruota attorno alla sezione Aste, e come tutti abbiamo altri precisi impegni giornalieri. Per l'asta di Varesi nel giro di due ore ci sono state 3 richieste, mi pare non ci siano stati problemi anzi c'è chi ha ringraziato ... questo per il discorso di "chi più ne ha più ne metta". Per concludere La ringrazio per l'invito di "fare come ci pare", lo avremmo fatto comunque.
    3 punti
  6. Per me somiglia molto di più a Nerone che a Galba. Se avessi visto quel ritratto completamente consunto, solo dal profilo avrei detto Nerone.
    3 punti
  7. Salve. Avevo postato questo gettone in ‘Medaglistica” http://www.lamoneta.it/topic/112893-medaglia-di-farmacia/ ritendendolo una medaglia pubblicitaria della farmacia Zambeletti di Milano in quanto provvisto di un occhiello. D/ Libro di Galeno, coppa e serpente con fascia a Z con la scritta “FARMACIA ZAMBELETTI MILANO”. In esergo SJ (Stefano Johnson) R/ Stemma con sopra un elmo, contornato da fronde e in basso da un nastro con la scritta ZAMBELETTI; sul bordo IN . FERRI . ARSENIATO . SANITAS Bronzo: 4,957 g ; 27 mm. Ho visto poi che si trattava di un gettone in quanto l’occhiello serviva a cucirne uno ad ogni estremità di tre nastri di cotone di circa 45 cm di lunghezza, che portavano stampati uno i dodici mesi dell’anno, uno i numeri da 1 a 31, cioè il massimo numero dei giorni in un mese del nostro calendario, e uno i sette giorni della settimana. Con questi tre nastri si assemblava un calendario molto particolare, in cui la coppia di gettoni cucita alle estremità di ciascuno di essi serviva a bilanciare e far scorrere i nastri dei numeri e dei giorni giorno dopo giorno. Vedrò di documentare in seguito i tre nastri ‘gettonati’ con questa insolita funzione dei gettoni oltre a quella pubblicitaria. apollonia
    2 punti
  8. ...è solo un decino, una moneta da nulla Eppure, è su questa moneta da nulla che un giovane papero ha costruito la sua fortuna, fino a diventare il papero più ricco del mondo, come ci racconta Don Rosa Il primo soldino guadagnato col mio lavoro! Ma quel soldino, guadagnato lucidando scarpe, era una moneta americana, inutile in Scozia, dove viveva il giovane protagonista di questa storia Aspetta! Questa è una moneta americana! Un DIME! Quell'imbroglione mi ha ingannato! petronius
    2 punti
  9. Leggendo l'articolo di: Albizzati C., Varietà di Museografia Numismatica, Numismatica, Santamaria Anno VII, Roma 1941, pag. 1-5. che già mi aveva ispirato la discussione sul falso sesterzio di Otone, incautamente acquistato dal Museo Nazionale Romano per la somma di 6000 lire…. ho trovato anche un interessante retroscena che riguarda una delle più famose e belle monete di Taras, con la bellissima testa femminile di Satyra circondata da corona di foglie di olivo. L'emissione è descritta sul Fischer-Bossert, al n. 130, che riporto in scansione: Quindi attualmente si conoscono in tutto 7 esemplari. L'ultimo ad essere comparso era quello della famosa raccolta Moretti, nell'asta NAC 13 (corrispondente al pezzo a) di Fischer-Bossert 130): Poi c'è l'esemplare Luynes 268 a Parigi (esemplare e) di FB 130): e l'esemplare che era della collezione di Vlasto (Vlasto 154) poi venduto da MuM di Basilea 8/1949, 701 e mai più ricomparso (esemplare g) di FB 130): Riporto sotto le frasi dell'articolo di Albizzati che racconta le vicende di un altro esemplare, corrispondente al b) di FB 130, ma che doveva essere appartenuto in origine alla collezione Brera di Milano (!!!): L'articolista accenna di avere scoperto che si tratterebbe dello stesso pezzo Jameson 2389. Ecco la sua immagine sul volume IV del catalogo della collezione Jameson (stampato nel 1932): In effetti sembra essere lo stesso esemplare. Tuttavia, se si legge bene il catalogo Jameson, al n. 2389 accenna che forse proveniva dalla collezione Torremuzza (col punto interrogativo !!!). Come faceva un esemplare Torremuzza a finire alla collezione Brera di Milano…? Resta quella vecchia traccia nel manoscritto del 1864 che catalogava tutte le monete della collezione Brera a quel tempo e questo statere figurava al n. 379. Resta il fatto, facilmente accertabile, che il Garrucci, tav. XCVII, n. 22, disegnava questo esemplare, definito "della collezione Brera" !! Non so quando morì il collezionista Robert Jameson e quindi se aveva la possibilità di rispondere alla domanda sulla provenienza della sua moneta, che gli era stata rivolta da Albizzati. Il fatto che lui abbia citato come forse proveniente dalla collezione Torremuzza puzza molto: forse si era creato un antico pedigree per distogliere l'attenzione da una possibile provenienza dalla collezione pubblica milanese. Sembra proprio che sia un esemplare misteriosamente sparito, forse tra il 1927 a il 1931, dalla collezione Brera di Milano e finito nella collezione Jameson. Si vede che nemmeno al tempo del fascismo c'era una sufficiente attenzione verso il proprio patrimonio numismatico nazionale…. Questo esemplare fu venduto nel 1946 al famoso collezionista portoghese Calouste Gulbenkian e ora giace nella meravigliosa raccolta nel museo di Lisbona. Ecco l'immagine tratta dal Gulbenkian: Dal Corpus di Fischer-Bossert sembra quindi che l'unico esemplare ancora presente in una raccolta italiana sia quella della collezione Gagliardi, ora nel Museo Orsi di Siracusa. Ovviamente manca la sua fotografia e chissà quando aspetteremo…..
    2 punti
  10. @@Exergus,ho fatto un errore: pensavo che quelle non fossero incrostazioni,ma vere e proprie fratture e smagliature. Però io non invio messaggi per aumentare il mio rango, proprio l'unica cosa che non mi importa! Comunque la prossima volta ci penserò due volte ed osserverò meglio la moneta.
    2 punti
  11. Ciao, non so se ti possa servire, io ho e potrei passarti il file di excell di: Aurei romani ( primo impero da Augusto a Gordiano III) nr 2.390 passaggi di aste dal 2001 al 20111; Monetazione decimale aurea ( Lire 5/10/20/50/100) di Pio IX 230 passaggi dal 2005 al 2011; Monetazione aurea dello Stato Pontificio dal XIV secolo al pontificato di Paolo III compreso ( fiorini, ducati, loro multipli, scudi ) nr 9.215 passaggi dal 1892 al 2012; saluti TIBERIVS
    2 punti
  12. Ti ringrazio :) Visto che siete un po' ad aver scritto, ora vi annoio spiegandovi il motivo dell'acquisto (qualcuno forse lo saprà già, se si ricorda di mie vecchie discussioni :D ). Raccolgo monete romane in cui è possibile individuare i primi simboli cristiani (e aggiungerei anche i presunti tali, come nel caso della moneta in questione). Ticinum ha coniato una serie di monete, nel 316 e 318-319, recanti come simbolo di zecca nei campi una croce greca. Alcuni hanno ritenuto plausibile che questi simboli potessero essere riconducibili all'operato di qualche funzionario della zecca di fede cristiana. A supporto di questa tesi vi sarebbe il fatto che a Ticinum, in quegli anni, era presente un'importante comunità cristiana. Diciamo che una croce in una moneta di Ticinum effettivamente può dar da pensare, ma io la ritengo un semplice simbolo. Certo, se avessero utilizzato una X come in molte altre monete del periodo non ci sarebbe stato il dubbio! Però penso che non ci siano prove sufficienti per considerarlo un simbolo con qualche valenza religiosa (ed è questa la teoria che va per la maggiore). Le altre monete incriminate potete trovarle in questa discussione: http://www.lamoneta.it/topic/105798-costantino-ric-vii-ticinum-86/ Saluti, Matteo :)
    2 punti
  13. Don Rosa, l'artista disneyano che con la sua monumentale Saga di Paperon de' Paperoni (The Life and Times of $crooge McDuck) ha dato nuova vita al personaggio creato da Carl Barks, ci dice anche con precisione che tipo di dime è la moneta che sarebbe diventata la "Numero Uno" di Zio Paperone. Un Seated Liberty del 1875, proprio come questo petronius
    2 punti
  14. Bellissima iniziativa, speriamo che tuo nipote si appassioni e continui. Ricordati, per il futuro, che quando si prendono spunti da qualsiasi fonte: forum, giornali, libri, riviste, internet ecc... è sempre meglio riportare in calce l'origine da cui si è preso quello che è stato scritto. In questo caso sarebbe stato corretto riportare in fondo: Bibliografia - lamoneta.it.
    2 punti
  15. Ciao @@Giovanna e tutti,prova a dire la mia su questo gettone. Vorrei partire dal gettone del post 187 "Impresa viveri f.lli Cassanello fu Pietro". Come già identificato da @@apollonia,abbiamo Francesco Tomaso Cassanello figlio di pietro che una volta finita l'impresa garibaldina,nel 1870 torna a Genova nella bottega del papà Pietro e ne continua l'attività con i fratelli nel negozio denominato "pastificio alimentare" in Genova ingrandendo sempre più l'attività. Nel 1921 abbiamo un cambio di denominazione in "Cassanello e figli";questo gettone "impresa viveri" molto probabilmente veniva usato in cambio di 5 centesimi di pasta o simili. Passano gli anni,arriviamo nel 1926 a genova viene fondata la S.S.S. Società Saccarifera Somala da Cassanello P. in rappresentanza del "consorzio nazionale zuccheri". Scusate il salto ma vi dovevo portare in SOMALIA! Piccolo salto indietro....nel 1920 nasce sempre in Somalia il villaggio "duca degli abruzzi" detto Villabruzzi dove materialmente viene costruito il primo zuccherificio coloniale italiano (che fa parte della s.s.s di Cassanello) si insediano poco alla volta molti coloni italiani fino a contarne alcune migliaia nella seconda metà degli anni 30 e il duca (Luigi Amedeo di Savoia-aosta) vi realizza tutte le strutture sociali tra cui-importanti per questa ricerca-spacci vari,il bazar e il mercato italiano. Possiamo pensare ad un utilizzo del gettone di Giovanna,simile a quello dei fratelli Cassanello (ora probabilmente in somalia) cioè veniva usato in cambio di merce. Abbiamo notizie certe di 2 gettoni somali uno di simile utilizzo già apparso nel sito(non ricordo dove) che recita nel rovescio "Azienda cesare maria Devecchi Kaitoi somalia italiana buono per 50 bese" con al dritto appunto la scritta 50 Il secondo gettone già identificato da @@sandokan nel tread "gettone bar nazionale di mogadiscio" ci porta ha scoprire la ditta che li ha realizzati entrambi:C.Villarboito torino diventata successivamente f.co villarboito e figli come recita l'insegna del negozio...non e dato sapere se il gettone di giovanna è stato prodotto in questo storico negozio di"incisori metalli"di Torino ormai chiuso da anni. Più concretamente analizzando il rovescio del gettone di giovanna si trovano molte analogie con l'antico stemma Somalo del 8 giugno 1919 (uno scudo diviso da una linea tratteggiata dove nella parte alta troviamo un leopardo con sopra una stella a 5 punte e nella parte bassa troviamo due stelle a 6 punte)elementi entrambi presenti nel gettone. La famosa j(la lingua somala non ebbe un alfabeto ufficiale fino al 1972)secondo me è voluta e oltre a essere "accomodante" verso la popolazione locale si collega direttamente con la stella a 6 punte(come detto da altri utenti) che a sua volta si collega con la religione dei somali,quasi tutti musulmani. Seguendo il ragionamento tenuto con gli altri gettoni somali si può affermare che 20 sia il valore riferito alle bese. Io direi,semplicemente, un gettone del valore di 20 bese, utilizzato in somalia tra il 1920 e il 1940,nato da un idea di italiani che in patria avevano già adottato questo "sistema" vedi Cassanello. Saluti.
    2 punti
  16. Poverino...Il messaggio che voleva trasmettere era bel altro secondo me rispetto a quello che la conduttrice gli ha cavato dalla bocca con 2 numeri in croce. Secondo me era opposto. Lui voleva dire a quelli a casa: non valgono quasi mai un granchè (o nulla) perchè a casa nelle monete rimaste non li trovate in fior di conio. Quello che è arrivato alle persone a casa è: avete un tesoro in casa. Non a caso il titolo dietro. In questi casi (come nel 99 percento delle volte) sono felice di non possedere una TV!
    2 punti
  17. L'intervento di Gigante è stato di un paio di minuti ed ha parlato per pochissimi secondi. Nella TV ci sono determinati tempi da rispettare ed in questo caso la Numismatica non è stata rispettata. --Salutoni -odjob
    2 punti
  18. dopo tanti rotolini aperti ecco una gran gioia: Taglio: 50 cent Nazione: Olanda Anno: 2004 Tiratura: 300.000 Condizioni: BB++ Città: Piea Note: Ps: dalla gioia mi ero dimenticato di mettere la foto :D
    2 punti
  19. Riportiamola su che è meglio......................
    2 punti
  20. Ciao @@Matteo91, per me è solo un conio stanco, fatto che capita anche con gli antoniniani del III° secolo. Ti saluto
    2 punti
  21. Mi sono accorto solo ora che il mio post col 50 cent San Marino 2014 trovato nei giorni scorsi ha avuto parecchio successo, Grazie a Tutti......................... :D
    2 punti
  22. Ex asta Civitas Neapolis, Varesi 42, novembre 2003.
    2 punti
  23. Potresti fare lo stesso ragionamento anche sulla corona d'alloro. Otone non l'ha mai avuta ne sull'oro ne sull'argento.
    2 punti
  24. La risposta alla tua domanda è al punto 4 delle f.a.q. del vaticano, non ti metto il link così ti "obbligo" a cercarla :blum:
    2 punti
  25. Fantapolitica... Ma tu credi che la Russia intervenga in Ucraina perchè l'Ucraina è "in mano ai nazisti" o qualche altra favoletta demente della propaganda di guerra? L'Ucraina è finita in questa situazione perchè non ne voleva sapere di entrare nella sfera d'influenza russa, cosa che non è stata provocata da complotti americani che hanno appoggiato la rivolta neonazista contro il governo Janukovich, o qualche altra idiozia simile, ma era un problema in incubazione da un pezzo. Cosa ti dice che il nostro buon Vladimir con la sua strategia generale d'influenza e divide et impera si fermerà lì una volta finito in Ucraina? Lui che parla di "nuovo progetto per l'integrazione dell'Eurasia" e di "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok". Devo tradurre dal politichese all'italiano queste belle frasi o arriviamo ad afferrare cosa ci sta sotto? Col discorso del "Putin di turno" constatavo che siccome a molti il sistema che governa la Russia va bene e in Putin vedono una specie di eroe liberatore salta spesso fuori il ragionamento che ben venga "la comunità armoniosa" di chi in inverno rimarrà al freddo se non farà come piace al nostro Vladimir-faccio-spaccare-la-testa-a-chi-mi-intralcia (riferimento al deputato della Duma che ha scoperto i funerali nascosti dei soldati russi morti in Ucraina)... del resto noi italiani siamo esperti nell'arte della genuflessione al potente di turno. "Franza o Spagna, purchè se magna" e baciamano a Vossignorìa. A questo punto forse avrai pensato che sono "filo-americano" perchè non sostengo Putin che è tanto buono e ci vuole tanto bene (ma chiuderà i rubinetti del gas se ora o domani facciamo i bimbi cattivi): sbagliato. Io sono un sostenitore dell'unità e indipendenza europea, cioè dell'essere padroni a casa nostra e decidere cosa fare senza essere soggetti alle paturnie degli USA o del primo fascistoide che va al potere in Russia con l'idea d'allargarsi gradualmente oltre i confini del suo paese, che sia annettendo territori qua e là o cercando di tenere appesi per i testicoli gli altri col gas. Poi, se vogliamo ridurre tutto quanto al discorso gas (ma il gas lo produce solo la Russia al mondo?) e i danni per le sanzioni facciamo pure, ma facciamo politica da bar. Dico io, non sarà il caso di perseguire una politica d'indipendenza (ci fa così paura questa parola?) energetica come hanno fatto i gran cattivoni USA, o almeno di maggior differenziazione dei fornitori, o quest'idea di dover impostare la nostra esistenza in funzione del gas russo o il petrolio arabo ci esalta così tanto? Meglio così, se no sarebbe noioso :blum: Quanto ai movimenti neonazisti entrambe le parti ne fanno ampio e voluto uso nelle proprie milizie (l'Ucraina combatte molto anche lei attraverso i miliziani e la Guardia Nazionale oltre che con le forze regolari), quindi è un discorso che alla fine non ha senso. Ne troviamo a volontà da entrambe le parti sfruttati come soldati o agitatori. Prima di pensare allo scacchiere mediorientale pensiamo a quello europeo e al fatto che la UE non esiste come entità unitaria in grado di gestire i propri interessi come vuole, invece di correre puntualmente a mendicare la protezione degli USA con la loro fissa di voler fare i guardiani del mondo o masturbarsi al pensiero dello zar Putin e il suo mitico gas. Ma forse era meglio Gheddafi a cui si baciava umilmente la mano e si consegnava qualche miliarduccio ogni tanto perchè Vossignorìa non ci sommergesse d'immigrati e ci concedesse il suo prezioso petrolio, mentre la miccia della polveriera libica sotto il buon dittatore arrivava all'ultimo centimetro (la Libia sarà anche stato il "paese più ricco d'Africa" nelle statistiche, ma alla gente di soldi ne arrivavano ben pochi). Franza o Spagna, purchè se magna e il gas non manca!
    2 punti
  26. @@Atletica, cerco di aiutarti... :pleasantry: Il risultato non ufficiale di agosto è: 1) Nando 12 ( 50 Cent Olanda 2007, 50 Cent S. Marino 2007 e 1 Euro S. Marino 2013 per un tot. di tirature di 1.167.906) 2) Arciduca ( 2€ San Marino 2013, 2 € S.Marino 2013, 2 € S. marino 2012 per un tot. di tirature di 1.997.497) 3) Daniele 90 ( 2 € CC S. Marino 2007, 1 € Monaco 2001, 1 € Monaco 2014 per un tot. di tirature di 2.132.600) 4) Medusa 51 ( 1 € S. Marino 2013, 50 Cent S Marino 2014, 2 € CC Monaco 2013 per un tot. di tirature di 2.517.611) 5 Rossano ( 1 moneta soltanto, 2 € Malta 2013). Ovviamente non sono i risultati ufficiali, ma uno spunto perchè tutti possano capire circa la loro posizione.
    2 punti
  27. Parto dal principio che non sono un tecnico, potrò anche sbagliare, ma.... Io non vedo nessuna traccia di montatur, ripeto potrò sbagliarmi.
    2 punti
  28. Seguire la moneta è per me come viaggiare nell’autostrada della storia, ogni tanto esci ad un casello (moneta che guardi e riguardi che ti rigiri tra le mani, prima di chiudere gli occhi e sognare) ed esplori il territorio circostante, apprendi gli usi ed i costumi della gente che ci vive, rivivi la loro storia. Viaggiare in Europa, tutto sommato è abbastanza semplice; problemi geografici, se ce ne sono, sono contenuti…qualche puntatina “fuori porta” più o meno l’abbiamo fatta tutti e dove non siamo stati ci vengono in aiuto le reminiscenze scolastiche, un po’ più ostico è muoversi su territori a noi quasi sconosciuti così; quella monetina degli “Arsacidi” mi ha messo in crisi…mi sono piantato e prima di parlare dei Parti e delle loro monete è stato giocoforza tornare sui banchi di scuola a studiare la geografia Ve la ripropongo come la vide G.W Rawlinson molti, molti anni fa e se volete rifare il viaggio con me…accomodatevi: in carrozza signori si parte, destinazione la Partia per conoscere il popolo che per circa 500 anni ( dal 250 ca. A.Ch. al 250 ca. A.D.) vi prosperò e le sue monete. La Parthia classica, il primo insediamaneto ( alla luce delle attuali nostre conoscenze) del popolo Partico era, similmente alla Persia Classica ed alla Macedonia Classica, una striscia di terra di scarsa dimensionalità che si estendeva dall’angolo Sud-Est del Mar Caspio verso un restringimento a Sud Est costituito da una regione montagnosa connessa, ad una estremità con l’altopiano di Elburz, che costeggia il Caspio da Sud e dall’altra con il Paropamisus o Kush Indiano. Sul lato opposto, verso Nord e verso Sud si allunga, per centinaia di miglia una desertica distesa di sabbia e ghiaia nota al Nord come “Deserto del Khorasan” o “Khiva”, al Sud come grande “Deserto salato dell’Iran” tra questi si trova una striscia di terreno relativamente ricca e produttiva; tra il 54° ed il 61° meridiano. Una distanza di circa 7° che tradotto in miglia significa una lunghezza di ca. 300 miglia per una larghezza di ca. 2° – 3° mediamente pari a ca. 170 miglia. Questa regione, almeno relativamente al periodo di cui abbiamo coscienza storica ospitava due paesi, appartenenti a due diverse genti, noti rispettivamente come: Parthia ed Hicarnia. Tracciare una linea di confine tra i due è praticamente impossibile tuttavia è abbastanza probabile che l’Hicarnia fosse situata a Nord-Ovest mentre la terra abitata dai Parti si trovasse ad Est ed a Sud. All’Hicarnia appartengono le vallate di Ettrek e del Gurghan, mentre le regioni a Sud ed i versanti delle valli che costeggiano le catene montagnose a Sud, da Damaghan a Shebrino e le valli del Tejend, oltre alle rive del Nishapur costituiscono il paese di quest’ultimi. I confini della Partia classica, così come definiti, corrispondono, grosso modo alla odierna provincia Persiana del Khorasan che come già detto si estende da Danaghan (long. 54° 20’) ad Ovest, sino allo Heri-rud o: Riva di Herat ad Est e comprende l’attuale distretto di Damaghan, Shah-rud; Sebzawar, Nishapur; Meshed; Tersheez e Shebri-no. La larghezza è mediamente di un centinaio o poco più ( 120) miglia. La superficie è valutata in 33.000 miglia quadrate, quasi eguale alla dimensione di: Irlanda, Bavaria o Santo Domingo. La regione è ricca e produttiva e la parte montagnosa è costituita da quattro o cinque distinte catene montuose tra loro separate da valli longitudinali ricche di boschi. Ai piedi dei rilievi, il terreno pianeggiante è fertile ed ubertoso, abbondante di corsi d’acqua che si raccolgono in fiumi che raggiungono anche dimensione notevole. I fiumi più importanti sono: il Tejend alimentato da diverse sorgenti che si trovano sulle montagne centrali, anticamente note come:Labus o Labuta ed oggi chiamate Alatagh; il decorso del fiume va verso Sud e passata Merhed, in un punto poco oltre il 61° meridiano, devia a sx. volgendo verso Est, poco a Nord-Est dell’Heri-rud Dopo aver ricevuto le acque dell’Heri-rud fa una seconda ed ancor più brusca deviazione a sx. per correre in direzione Nord, Nord-ovest; passato Sarrakhs, sito Russo posto ai piedi della regione montagnosa partica del Nord, oggi nota come: “Montagne del Kurds” si impantana in una palude estesa tra il 57° ed il 58° parallelo. Il fiume di Nishapur è un piccolo fiumiciattolo che nasce dalle montagne che chiudono da tre lati la città omonima e scorre in direzione Sud, Sud-ovest verso il deserto iraniano. L’acqua è pressochè totalmente utilizzata per l’irrigazione della fertile pianura che si trova a Sud di Nishapur; ma il corso del fiume è sempre individuabile almeno sin dopo Tersheez, in pieno deserto ed in qualche stagione di abbondanza l’acqua arriva sino a quell’arida distesa di sabbia. Le vallate di questi due fiumi costituiscono la parte più fertile e produttiva dell’intero territorio; ma in antico il tratto che maggiormente era valorizzato ed in cui viveva la maggior parte della popolazione,sembra essere stato quello che ci è oggi noto come “Atak” o “Skirt” il territorio coltivabile che si estende a Sud, tra i piedi delle alture ed il deserto. Lungo tutta la regione da Damaghan a Tersheez le montagne degradano in rapida successione ed i ruscelli, torrenti e fiumi rendono la terra facilmente lavorabile con poca fatica e scarso impegno lavorativo anche a distanza di quatto o cinque miglia dall’insediamento agricolo. Se vengono poi realizzati accorgimenti per operare riserve ed accumuli di acqua o canali di distribuzione sotterranei, il ritorno economico è più che pagante. I tanti resti di città, nell’intero Atak, oggi ridotte a cumuli di macerie sono sufficiente indice della benevolenza che “Madre Natura” ha riservato a questa fascia del paese, solo se assecondata dall’attività e dalle capacità dell’uomo. D’altro canto i tratti montani di cui il paese è dotato sono in netto contrasto con le valli solcate dai molti fiumi ed alla fascia orientale del territorio; la parte montana è per la maggior parte, sterile, il terreno accidentato e povero di legname, solo in grado di procurare un minimo di pastura alle greggi ed agli armenti. Altro di rimarchevole non c’è se non il fatto che i rilievi non sono molto elevati, rispetto ad esempio al monte Demavend, nell’Elburz, a Sud del Caspio, la cui cima supera i 20.000 piedi ed altezza di poco superiore è raggiunta da molte vette della catena montagnosa del Paropamisus; nella Parthia la cima più elevata non supera i 10.000 od al massimo 11.000 piedi. Il territorio più a Nord, oggi chiamato: Danian - i – Kob è quello più elevato ed è caratterizzato dalla scortesia delle tribù del Kurdish, che la abitano, nei confronti degli stranieri. La parte centrale che volge verso Ovest, è chiamata: Alatagh mentre quella volta ad Est: Macrabea è considerevolmente più bassa, rispetto alla prima. La regione centrale posta a Sud si trova più o meno allo stesso livello di quella che volge ad Ovest e viene chiamata indifferentemente: Djuvein o Jaghetai. Il clima della Parthia classica, secondo gli scrittori antichi era estremo: eccezionalmente caldo nel fondo valle e particolarmente rigido sulle montagne; ma i moderni viaggiatori sono più propensi a modificare questa affermazione e ci dicono che gli inverni, sebbene si protraggano più a lungo nella stagione, non sono poi tanto inclementi ed il termometro raramente scende alla notte, sotto i 10 – 12 °F mentre di giorno anche nei mesi di Dicembre e Gennaio che costituiscono il periodo più freddo dell’anno, si assesta tra 4 e 5 °F La stagione fredda inizia ad Ottobre e continua sino alla fine di Marzo quando tempeste di neve e di grandine annunciano l’arrivo della primavera. Durante l’inverno la quantità della neve caduta è tale che nelle vallate permane sino a Marzo, più a lungo sulle montagne ed è fonte di alimentazione, tra primavera e l’inizio dell’estate dei corsi d’acqua che scendono a valle. In piena estate la calura è elevata, soprattutto nelle regioni note come: Atak o Skirt e qui il vento malsano che spira dal deserto del Sud si percepisce come un terribile flagello. Sugli altopiani la calura non è così intensa e gli abitanti, per difendersi dal caldo si trasferiscono per circa un mese all’anno negli alloggiamenti di alta montagna. Nonostante i moderni visitatori della zona riferiscano che nel paese, solo scarsamente popolato di foreste, ancora sono presenti: il pino, il noce, il sicomoro, il frassino,il pioppo, il salice, la vite, il gelso, l’albicocco e numerose altre piante da frutto, nei tempi passati sembra che, ferma restando la tipologia delle piante sopra menzionate, la loro quantità dovesse essere di gran lunga maggiore. Strabone dice che il territorio era densamente alberato ed anche se le piante indigene sono: lo zafferano, la pianta assofaetida e la gomma ammoniacale, la fertilità del terreno è tale che crescono bene anche l’orzo ed il cotone; per l’orzo poi abbiamo un indice di resa di 10:1 praticamente senza cure di coltivazione mentre se si praticano le usuali lavorazioni agricole il rapporto sale 100:1 La resa sul riso, secondo alcune testimonianze raggiunge il 400: 1 Nella zona montagnosa abbonda la selvaggina ed i corsi d’acqua sono ricchi di pesce. Tra i prodotti minerali ricordiamo: Sale, Ferro, Rame e Piombo ed in montagna si possono estrarre pietre preziose di specie diverse , in particolare i Turchesi. Partendosi da questa ristretta; ma discretamente produttiva regione i Parti ampliarono gradualmente il loro dominio sino a coinvolgere la maggior parte dell’Asia Occidentale. Subito dopo essersi assicurata l’indipendenza i Parti attaccarono i loro vicini confinanti dell’Ovest: l’Hicarnia Era l’Hicarnia un paese geograficamente connesso, nel senso più stretto del termine, con la Parthia a questa molto simile nelle caratteristiche generali; ma più ricco, più caldo, più vivibile. L’Hicarnia occupa la metà occidentale della regione appena descritta che si estende dal Mar Caspio all’Heri- Rud mentre la Parthia ne è il completamento orientale. Composta per la maggior parte dalle due fertili vallate di Gurghan ed Ettrek, con inclusa la catena di montagne che le divide, l’Hicarnia è un paese pittoresco, ricco di alberi e grande più o meno come la stessa Parthia; ma notevolmente più produttivo. Sui declivi dei monti crescono querce, faggi, olmi, ontani ed il ciliegio selvatico, qui sorgono dal terreno arrampicandosi con i pampini ed estendendosi da albero ad albero, come grandi festoni, le piante della vite. Sotto la loro ombra il suolo è ricoperto dei fiori più disparati, dalle primule alle violette, dai gigli ai giacinti ed altre specie a noi sconosciute. Il terreno del fondovalle costituisce un grande prato con soffici e molli erbe in grado di assicurare la pastura di numerosi greggi ed armenti. Le foreste brulicavano di selvaggina mentre verso la foce dei fiumi, dove il terreno è per lo più paludoso, pascolavano grandi branchi di cinghiali che costituivano un ottimo bersaglio per la caccia. L’Hicarnia era regione ricca e fertile, descritta da Strabone come :”Altamente favorita dal Cielo” la sua straordinaria fertilità era in grado di far produrre ad un singolo vigneto nove galloni di vino ed una sola pianta di fichi riusciva a produrre 90 bushels di frutti; il frumento poi non necessitava di semina; ma si rigenerava spontaneamente dopo il precedente raccolto. Non molto dopo la conquista dell’Hicarnia le armi partiche si diressero verso il paese di Mardi. Questa regione confina ad Ovest con l’Hicarnia ed è sostanzialmente costituita dal tratto montagnoso che a Sud del Mar Caspio rappresenta una continuazione delle tre catene della Partia e che va generalmente sotto il nome di Elburz. Non è ben chiaro il confine occidentale del territorio mardiano; ma con buona probabilità si estende per ca. due gradi, dal confine di Damagan sino alla grande montagna di Demavend ( da 54° a 52° di log. Est) Il territorio viene generalmente descritto come interamente accidentato e montagnoso ma che tuttavia comprende anche la zona tra la base delle montagne ed il Caspio, quella che è la parte più ad Est dell’attuale Mazanderan. E’ questo un ricco terreno alluvionale pianeggiante, appena sopra il livello del mare e via, via, elevandosi in collinette sempre più alte,che fanno da contrafforte allo altipiano, che fu il cuore del territorio di Mardi. Qui alte sommità rocciose si alternano ad impenetrabili foreste; il fianco nord delle montagne, vicino alla vetta, è coperto da querce nane, cespugli e sottobosco impenetrabile mentre la parte più in basso è coperta da foreste di olmi, cedri, castagni, faggi ed alberi di cipresso. Gli orti ed i frutteti coltivati dai nativi sono disseminati lungo gli ammassi della foresta primordiale e si presentano di superbo aspetto, la vegetazione è lussureggiante; abbondano: Limoni, arance, pesche, melograni assieme ad altri vari frutti mentre riso, canapa, canna da zucchero, gelsi crescono rigogliosi e la vite la fa da padrona nelle vallate disseminate da arbusti e fiori di straordinaria fragranza tra cui spiccano le rose ed il cerfoglio. Madre Natura, dispensatrice di tanti straordinari vantaggi, vi ha posto a guardia la: “Tigre” altrimenti sconosciuta in altre parti dell’Asia Occidentale che, nascosta dalle giungle, è pronta a balzar fuori ed aggredire, in ogni momento, l’incauto viaggiatore che si avventuri in quelle zone. Frequenti sono anche le inondazioni che portano diffuse ed estese desolazioni, l’acqua fuoriuscita dall’alveo dei fiumi, ristagna nelle paludi e durante la calura estiva ed autunnale rilascia esalazioni mefitiche e pestilenziali che sono fatali agli stranieri e creano una profonda selezione naturale anche nei confronti dei nativi. Per tutti questi motivi il territorio mardiano non presentava eccessiva attrattiva nei confronti dei conquistatori se non per il fatto che si trovava sul passaggio obbligato verso altre più salubri regioni un anello indispensabile della catena che tiene unito l’Est con l’Ovest ed attraverso il quale possono essere riuniti, in un unicum, i frammenti dispersi di quel grande impero Persiano che ebbe origine con Ciro e che fu distrutto da Alessandro. Il terzo settore che i Parti annessero al loro territorio fu quella parte della Media costituita da un aspro sperone che fuoriesce dalla montagna dell’Elburz circa 52° 20’ Est e che si proietta nel deserto originando una netta divisione tra Est ed Ovest. Il tratto immediatamente ad Ovest dello sperone, fa parte della Media antica, nota come: Media Rhagiana, dal nome Rhages della sua capitale, situata in un angolo tra lo sperone e la catena montagnosa principale, a non grande distanza dall’altra. Poco dopo la conquista della Mardia, la Partia invase questo territorio ed andò a stabilirsi in un luogo oggi chiamato Charax, molto vicino allo sperone, con ogni probabilità nel sito che al giorno d’oggi porta il nome di: Uewanikif e da qui, un poco alla volta, sciamò nel resto della Rhagiana prendendo possesso dell’intero territorio sino a Kaswin, verso Ovest e sino a Kum, verso Sud. Era questo un distretto di notevole dimensione, lungo 1.500 miglia, dallo sperone sino a Kaswin e largo circa 800 miglia dalla montagna Elburz a Kum; si tratta di un altopiano elevato 3.000 – 4.000 piedi sul livello del mare, caratterizzato da clima secco e salubre; ma con suolo di bassissima qualità. Parte dell’altipiano si prolunga nel grande deserto Iraniano centrale ed è assolutamente improduttivo mentre il resto presentava una sia pure scarsa fertilità. Nonostante l’elevata salinità, in presenza di notevole quantità di acqua, poteva produrre cereali e foraggio sufficienti a sostenere una popolazione abbastanza numerosa. Il successivo movimento di espansione dei Parti avvenne in direzione opposta: verso Est ov’essa si trovò a contatto con la Bactria, stato di considerevole potenza, cresciuto simultaneamente alla Partia e che aveva saputo assorbire molto del territorio circostante. Il primo attacco alla Bactria fu parziale e portò come risultato la conquista di due piccole province note come: Turiun ed Aspionus. Non ci è nota l’esatta ubicazione di questi siti che dovevano tuttavia trovarsi ad Ovest del territorio Bactriano e probabilmente erano distretti posti a Nord del Paropamisus, sulle sponde o del Murghab o dell’Ab-i-Kaisar. Il territorio annesso con la conquista era poco più che insignificante; ma ben presto ad esso vennero ad aggiungersi altre e ben più significative conquiste. Dopo questa acquisizione, ancora una volta l’attenzione dei Parti si rivolse ad Occidente e fu la Media, il grande paese che aveva primeggiato sull’Asia Occidentale ed esercitato il suo dominio dalle chiuse del Mar Caspio all’Halis e dal monte Araxes sino all’Istahan, a farne le spese. Assoggettata prima dalla Persia e successivamente da Alessandro Magno era stata confinata in più ridotte frontiere ed allo stesso tempo suddivisa in tre province: Media Rhagiana; Grande Media e Media Atropathene. Già abbiamo visto come i Parti abbiano preso possesso della Media Rhagiana adesso il loro interesse era rivolto alla Grande Media; era questo un territorio molto ampio, situato tra il 32° ed il 37° parallelo che si estendeva dal gran deserto salato dell’Iran, verso Est, sino alla catena montagnosa dello Zagros, ad Ovest. La sua lunghezza, da Nord a Sud, era di quasi cinque gradi, ovvero di ca. 350 miglia e la sua larghezza, da Ovest ad Est di ca. 4 °, più o meno 240 miglia. L’intera area non deve aver avuto estensione maggiore di 800 miglia quadrate che è poco meno del Regno Unito più Germania ed Austria messe assieme. Il paese è a sua volta diviso in due parti: l’Occidentale e l’Orientale. La parte Ovest rappresenta poco più della metà del paese e si spinge sino ai limiti della vasta regione montagnosa dello Zagros; è un paese in cui valli e monti si alternano in successione con ampie pianure molto produttive e per la maggior parte pittoresche e di una bellezza incomparabile. La parte più elevata della zona montana è spoglia ed accidentata; ma solo nelle cime più elevate, mentre più in basso è densamente coperta da foreste e le valli sono interamente occupate da frutteti e giardini dove abbondano: Noci, platani, querce nane, salici e pioppi ed occasionalmente compaiono anche frassini e terebinti ( Pistacia –Terebintus). Le piante da frutto vedono, accanto alla vite, il gelso, il melo, il pero, le mele cotogne, le prugne, mandorli, noccioli, castagne, l’olivo, la pesca, la pesca noce e l’albicocco. Il territorio ad Est dello Zagros presenta un forte contrasto, rispetto alla regione posta ad occidente; qui le montagne si elevano quasi a picco sul piano e sfociano in un altopiano sabbioso e ghiaioso in cui spesso affiorano depositi di sale ed efflorescenze saline chiamate: “Kavir” L’altopiano, attraversato da creste rocciose prive di terreno coltivabile, non in grado di far vegetare neppure un cespuglio od un ciuffo d’erba, è solo scarsamente irrigato da corsi d’acqua e pozzi spesso con acque salmastre. Se si fa eccezione per i punti dove affiorano i depositi di sale e le inflorescenze saline, il pianoro può ancora offrire una buona produzione di grano, se solo sufficientemente irrigato, da qui la presenza di un sistema di irrigazione detto “Kanats” la cui origine si perde nella notte dei tempi. Ovunque i piccoli corsi d’acqua ed i ruscelli che scendono dalle montagne e che, se lasciati a sé stessi sarebbero quasi immediatamente assorbiti dalle sabbie del deserto, vengono invece convogliati in cunicoli sotterranei, a considerevole profondità dalla superficie e fatti scorrere per molte miglia nel piano. Ogni tanto una apertura consente all’acqua necessaria all’irrigazione, di sgorgare in superficie ed in questo modo gran parte della pianura è resa coltivabile. La conquista della Grande Media raddoppiò i domini della Partia e nel contempo accelerò il processo di acquisizione di ulteriori e più importanti conquiste. La parte occidentale della Grande Media apre al ricco e prezioso paese, originariamente noto come Elam ed oggi come Kissia o Susiana. E’ questa una striscia di terreno molto produttiva che si interpone tra la catena dello Zagros e la sponda del Tigri e che si allunga per circa cinque gradi, ovvero ca. 350 miglia da Nord-Ovest a Sud- Est con una larghezza media di 150 – 160 miglia. Come già abbiamo detto la Grande Media è costituita da due regioni tra loro contrastanti, la parte occidentale è formata da una striscia di pianura alluvionale fertile che si estende dal Tigri ed il piede delle montagne; bene irrigata da numerosi e copiosi corsi d’acqua quali : il Jerachi, il Karun, il Keykhah, il Diala ed altri che sono in grado di irrigare quasi per intero, la parte pianeggiante del paese. Oltre questa regione, verso Oriente si trova ancora una zona amena, per quanto costituita da montagne che si alternano a valli ed altopiani anch’essi ricchi di bellissime, piccole vallate, dove abbondano alberi e zampillanti ruscelli che confluiscono in fiumi d’acqua limpida e fresca…poi la maggior parte della regione diventa montagnosa ed incoltivabile. Si susseguono allineamenti di rocce nude ed a precipizio nei crepacci biancheggianti di neve sino all’estate, man mano che ci si sposta verso Nord – Est. Le pendici più in basso delle montagne sono ancora coltivabili e le valli brulicano di frutteti e piante che forniscono una eccellente pastura; questa regione somiglia molto alla parte Occidentale della Grande Media, di cui ne è la continuazione, tuttavia, man mano che si procede verso Sud Est, nel paese di Bakhiyar che si congiunge all’antica Persia, il carattere della regione si deteriora, le montagne diventano più spoglie, più aride e le valli più anguste e meno fertili. Il Fato decise che i paesi adiacenti di: Babilonia e Persia dovessero sottomettersi alla Partia, quasi senza colpo ferire. Babilonia si estende dal Golfo Persico, su entrambe le rive dell’Eufrate, dalla foce, all’estremo limite Nord della pianura alluvionale, sino in prossimità di Hit sull’Eufrate e di Samarah sul Tigri: una distanza di ca. 400 miglia per una larghezza di ca. 180 miglia; ma la media è stata stimata in non più di 60 – 70 miglia, ed una area che non eccede le 25.000 miglia quadrate. La qualità del suolo era tale da farla ritenere il più grande granaio del mondo. Secondo Erodoto. Frumento, orzo e miglio che costituivano le granaglie principali, davano rese di 200: 1che in un qualche caso potevano arrivare a 300: 1 Lungo il corso dei fiumi erano numerosi i palmeti che producevano datteri di ottima qualità e sotto il primo Re Achemenide, quando il cibo alla Corte era fornito da ciascuna delle province, di volta in volta, lungo il periodo dell’anno, Babilonia aveva il dovere di rifornire di derrate la Corte per ben quattro mesi tanto che, rispetto alle risorse dell’impero, si poteva dire che ne rappresentasse 1/3 L’irrigazione era tanto capillare che l’intero paese era coltivato e trasformato in un grande giardino. A Babilonia la Partia ereditò tutti i vantaggi dell’antica civilizzazione e dovette solo curarsi di mantenere in ordine i lavori che già erano stati eseguiti: canali, chiuse, dighe ed argini per derivare, da una sola provincia, tutto il fabbisogno di cibo della sua intera popolazione. La Persia si trova diametralmente opposta a Babilonia, verso Est e Sud – Est; si estende lungo la sponda Sud – Est del Golfo Persico, dai più intimi recessi del Golfo, vicino a Mashur, sino a Capo Jask, un piccolo insediamento sullo stretto di Ormuz a longitudine Est 57° e 40’. Dalla parte interna si allunga sino ai confini di Isfahan, verso Occidente e verso Oriente, ai deserti di Kerman e Yezd. La sua lunghezza si estende per ca. 8° di longitudine che rappresenta una distanza di 620 miglia mentre la larghezza è compresa in circa cinque gradi di latitudine, più o meno 350 miglia; l’intera area è valutabile in 150 – 200 miglia quadrate. La Persia, come ricchezza naturale era di poco inferiore a Babilonia od alla Susiana. Lungo le coste, nel “Ghermsir” o “Paese caldo” come di solito veniva chiamato, c’era una striscia di territorio sabbiosa, spesso impregnata di sale, che si estendeva all’intera lunghezza della provincia come continuazione della piatta regione della Susiana; ma priva, in quel breve tratto, di quelle qualità che fanno della Susiana una terra di valore. Il suolo è povero, costituito per lo più da sabbia ed argilla che si alternano tra loro ed è poco irrigato; l’intera regione è percorsa da un solo corso d’acqua, degno di essere chiamato fiume, oltre tutto la sua posizione, appena oltre il Tropico del Cancro, lo rende tra i paesi più caldi dell’Asia Occidentale. Fortunatamente non è molto esteso, raggiunge appena le 50 miglia, nel retroterra e non costituisce più di 1/8 dell’intero paese; degli altri 7/8 parte considerevole, più della metà, è costituita da sale e sabbia del deserto, soprattutto dei deserti di Kerman e di Yezd che sono pressochè improduttivi. Tra questi due aridi distretti tuttavia, la striscia di colline che li separa, è di migliore qualità essendo costituita da montagne, pianure e valli, curiosamente intervallate e per la maggior parte abbastanza fertili. Nelle pianure il territorio è ricco, pittoresco e romantico oltre ogni immaginazione, con piacevoli piccole valli piene di alberi, con montagnole dalle verdi scarpate e verdi pianure, adatte alla produzione di ogni tipo di granaglie, ma nel complesso questi lineamenti sono solo circoscritti a piccole zone ed in generale si respira un senso di sterilità e povertà. Quasi ovunque l’acqua è scarsa e raramente i fiumi riescono a guadagnare il mare; dopo breve percorso vengono assorbiti dalla sabbia o finiscono in piccole pozze salate dalle quali l’acqua evapora. La Persia Classica merita comunque la descrizione che di sé davano gli antichi abitanti del paese sin dal tempo di Ciro il Grande.” Un paese aspro ed accidentato dove la sussistenza è possibile solo con un lavoro strenuo e continuo e dove le vicissitudini del clima sono tali da fortificare ed indurire quelli che ci vivono” Altro paese, con ogni probabilità sottomesso dai Parti nello stesso periodo in cui furono conquistate: la grande Media, Susiana, Babilonia e la Persia Classica, fu l’Assiria che era stata per lungo tempo, in precedenza, contenuta nei suoi confini naturali interposti tra il monte Zagros ed il Tigri, confinanate ad Est con la Grande Media, a Nord con l’Armenia, ad Ovest con la Mesopotamia ed a Sud con la Susiana e l’Elymais. La sua massima lunghezza era di ca. 320 miglia, con una larghezza media di ca. un centinaio di miglia per una estensione areale di ca. 32.000 miglia quadrate, più o meno la dimensione dell’Irlanda; ma a tanto scarsa estensione fa riscontro una estesa fertilità del suolo. Il tratto tra le montagne dello Zagros ed il Tigri ha natura prevalentemente alluvionale caratterizzata dalle piene del fiume che con regolarità esonda dal suo letto e si espande su una vasta area del paese fertilizzandolo. Vi si producono eccellenti granaglie: orzo, frumento e miglio oltre al sesamo e vi cresce rigogliosa la palma, il noce, il platano, il sicomoro ed il pioppo. Le colline, più bassi avamposti dello Zagros, producono olive ed in condizioni favorevoli, sono coltivati su larga scala i limoni; comune è la vite, il fico, il gelso, il melograno ed altre piante da frutto. Relativamente ai minerali, in Assiria si estraeva: Ferro, Rame, Piombo, bitume, oli minerali, petrolio, Zolfo, allume e sale. L’impero dei Parti si era così esteso verso Ovest ed era fatale che a questo punto volgesse lo sguardo ad Est, verso la Bactria che già era entrata nell’ottica conquistatrice di questo popolo che, come già abbiamo visto, si era appropriato di due ancorchè piccoli distretti. Il regno della Bactria, a quel tempo, si estendeva tra il Tejand e l’Hydaspes; ma nello stesso periodo in cui la Partia si espandeva verso Occidente, la Bactria perdeva potere e questo fatto venne visto come un invito all’invasione; nel conflitto che seguì la Partia ebbe la meglio e non molti anni dopo i Parti occuparono anche la Margiana, l’Aria, la Sarangia o Drangiana, Sacastana, Aracosia, cui dobbiamo aggiungere Sagartia e Diorasmia; doveroso quindi un cenno su questi paesi. La Bactria classica, ovvero il nucleo da dove aveva avuto origine il regno Bactriano può essere considerato come la vallata superiore dell’Oxus, in altre parole, della valle ove il fiume si origina, con le sue sorgenti, verso Est sino all’ingresso nel grande deserto Chorasmiano a ca. 65° 30’ longitudine Ovest. La valle è chiusa a Nord dal Sultanato Hazaret e dalla montagna Hissar, mentre a Sud confina con il Paropasmisus o Kush Hindù; verso Est raggiunge l’altopiano del Pamir da cui hanno origine alcuni tra i più importanti fiumi che la irrigano. La distanza tra il Pamir ed il deserto è di ca. 160 miglia mentre la distanza tra le due catene montuose varia da 140 a 250 miglia. L’area è probabilmente tre volte più vasta di quella della Partia e può essere stimata in ca. 7.000 miglia quadrate. La maggior parte del paese si pone a quote elevate, sopra il livello del mare, ha clima freddo e terreno non fertile; ma la parte più bassa della valle, specialmente la zona vicina all’antica capitale:Bactra, oggi Balkh, è molto produttiva e la regione tra l’Oxus ed il Paropamisus, la metà Sud della provincia, è la parte più ricca dell’Affghanistan Margiana, ovvero il distretto sul fiume Margus (Marg-ab) si trova, verso Occidente, in continuità con la Bactria e sebbene geograficamente riconosciuta come distinta, inizialmente dovett’essere un tutt’uno con la Bactria. Si tratta di un angusto corridoio chiuso da un lato dal deserto e dall’altro dal fiume: Margus, per una distanza di circa 200 miglia che va poi ad aprirsi in una verde oasi di grande fertilità, nota in antico ed anch’oggi chiamata: Merv. Distretto di grande importanza, di recente annesso alla Russia e congiunta con Ashkabad e Bokhara attraverso una strada ferrata. Aria si estende sul corso del fiume Ario, oggi Heri – Rud, che costeggia il lato Sud del Paropamisus a long. Est 67° e gira verso Ovest, prima attraverso le montagne e quindi sul loro fianco Sud sino a 61° di longitudine Est dove fa un giro ampio verso Nord e forzandosi attraverso la catena unisce Tejend al Pul-khatun, più o meno a latitudine 36°. Il corso del fiume, sino alla sua grande svolta verso Nord, misura ca. 270 – 280 miglia il chè lo pone come misura della intera lunghezza dell’Aria: da Est ad Ovest. La sua larghezza, tra il Paropamisus ed il territorio noto come: Drangiana o Sarangia è difficile da determinare; ma non fu certamente grande, mediamente può essere stato di 50 miglia sì che l’intera area coperta dal paese dovett’essere di ca. 13.000 miglia quadrate. Il terreno, bene irrigato, si presentava sufficientemente fertile; ma era posto ad una altezza eccessiva per essere almeno moderatamente produttivo. La capitale Aria, od Herat si trova a più di 3.000 piedi sul livello del mare ed il resto del paese è a quote ancor più elevate. Drangiana o Sarangia: Si congiunge all’Aria, verso Sud ed assieme costituiscono una regione di grande estenzione; ma di scarsa fertilità. Il paese è irrigato da fiumi che confluiscono, da Nord - Est a Nord, nello Hamun o lago di Seistan; ad Ovest declina verso il grande deserto iraniano e ne prende il carattere; ad Est si estende sino alla sorgente del fiume Kash. Difficile è determinarne esattamente l’estensione, ma al massimo dev’essere stata doppia, rispetto all’Aria, comunque non molto al di sotto delle 30.000 miglia quadrate. Sacastana o Seistan: Anche questo paese fu probabilmente assorbito dalla Partia e si trovava immediatamente a Sud di Hamun o Gran Lago Salato, in cui si versa il fiume Helmend; ad eccezione dei vasti banchi dell’Helmend il territorio era praticamente improduttivo e non in grado di ospitare alcun tipo di popolazione nomade. Alcune zone del territorio erano soggette alle inondazioni dell’Helmend ed in quell’occasione si poteva assistere all’insorgere di vasti canneti tra le aride zone desertiche. Valutarne l’estensione è vago ed indefinibile giacchè non ci sono confini naturali segnati a meno che non si voglia riconoscere come tali l’Helmend e l’Hamun a Nord mentre a Sud il paese si fonde con la Gedrosia e ad Ovest con il deserto Kerman. Il dominio su Sacastana e Sarangia porta quasi necessariamente alla sovranità sull’Arachosia. Arachosia: Prende nome dl fiume Arachotus (Argand-ab) un affluente dell’Helmend e costituisce il territorio montano attorno a Candahar oltre ad una parte del deserto adiacente oggi noto come Registan. Il paese è vasto; ma di non grande valore e si colloca sulla frontiera dell’impero dei Parti, verso Sud Est; chi detiene il potere su Hicarnia, Partia, Aria, e Sarangia lo ha di fatto anche sulla Sagartia che coincide con la parte Est e Nord – Est del Deserto Iraniano. I Sagartiani vagano liberi sulla maggior parte della regione centrale alla ricerca di una inadeguata sussistenza; il loro territorio era, a dispetto, molto esteso, ancorchè di scarso valore, essendo inadatto a qualsiasi tipo di coltivazione e privo di qualsiasi minerale che non fosse il sale. Corasmia: Un territorio similmente improduttivo ed invivibile, dalla parte opposta della catena di montagne della Partia e dell’Aria, viene comunemente considerato formare con la Bactria il limite del dominio dei Parti verso Nord, ad Est del Caspio; è questo il territorio della Corasmia, ovvero il paese dei Corasmiani, oggi noto come Deserto del Khorasan, che si estende dal fondo collinare della Bactria, Partria ed Hicarnia sino al vecchio corso dell’Oxus, dal suo ingresso nel deserto sino alla sua foce. Il territorio è vasto, non meno di 600 miglia in lunghezza e largo 300 miglia; ma il suo valore è eccezionalmente scarso giacchè, eccetto lungo il corso del fiume Oxus o moderno Amu Daria, non consente coltivazione alcuna. Grazie all’acquisizione di questi paesi e regioni la Partia raggiunse la sua più vasta estensione territoriale verso Est e Nord Est anche se era ancora in grado di fare ulteriori aggiunte ai suoi domini dalla parte opposta dell’impero, in particolare verso Nord Ovest. Mesopotamia: Nel periodo precedente il conflitto che la vide opposta all’Impero Romano, la Partia era diventata la prima potenza della grande e ricca regione della Mesopotamia che è il tratto compreso tra il Tigri e l’Eufrate che confina a Nord con l’Armenia ed a Sud con la pianura alluvionale di Babilonia. La lunghezza di questa regione, da Nord Ovest a Sud Est era di circa 350 miglia, mentre la larghezza, nel punto più largo era stimabile a non meno di 260 miglia tuttavia in qualche punto non si raggiungono le 50 miglia pertanto è probabile che l’intera area potesse essere valutata in 50.000 miglia quadrate. La maggior parte era improduttiva essendo costituita da una pianura priva di alberi, dimora degli asini selvatici, degli ottarda e delle gazzelle; ma verso Nord era più fertile ed il monte Masio, assieme al lembo Sud ed alla valle del Tigri a Nord era un territorio di una qualche considerevole ricchezza. Il Mansio produce abbondante legname assieme a manna (frassino) e nocciole ( cecidio); il pistacchio cresce incolto nel distretto tra Orfah e Diabekr; il tratto Sinjar delle colline è noto per la coltivazione dei fichi e l’intera regione a Nord è favorevole alla crescita degli alberi da frutto e produce: arance, noci, limoni, melograni, albicocche e gelsi. Durante il periodo di belligeranza con Roma i confini della Partia divennero estremamente fluttuanti, intere province vennero conquistate, perdute e riconquistate, larghe fette di territorio annesse e successivamente nuovamente perdute, interi paesi ceduti e dopo un po’ riconquistati; ma non è qui che possiamo parlare di tutte queste variazioni territoriali, limitiamoci solo all’estensione del territorio della Partia nel momento del suo più fulgido periodo, tuttavia è necessario completare il quadro con altri due distretti: la Media Atropatene e l’Armenia. Media Atropattene: Fu l’ultima ad essere acquisista dalla Partia e costituiva il territorio ad Ovest della parte bassa del Mar Caspio che si estendeva dall’Araxes (Aras) verso Nord, sino ai confini della Grande Media e della Media Rhegiana verso Sud; ad Est confina con l’Armenia con la quale fu talvolta politicamente connessa. Il confine Sud segue quasi pedissequamente la linea del 36° parallelo tanto che il territorio è molto simile ad un quadrato che si estende da Est ad Ovest per lo spazio di 240 miglia e da Nord a Sud per ca. 230 miglia. L’intera area non è meno di 50.000 miglia quadrate; i suoi fiumi principali sono: l’Aras ed il Sefid – Rud mentre sul suo territorio si pone il grande lago Urumiyeh. Il territorio è montagnoso; ma abbastanza fertile, con clima freddo nell’inverno; ma delizioso durante i mesi estivi; la regione è ricca e fu molto valorizzata dai suoi primi possessori: i Persiani. L’Armenia, ad Ovest del Caspio, confinava verso Nord con la Partia, quando l’impero ebbe raggiunto la sua massima estensione e si poneva a Nord Ovest e parzialmente a Nord dell’Atropathene, la sua estensione va dal Caspio alla foce dell’Aras, alla curva che fa l’Eufrate a 38° e 30’ di latitudine e 38° e 25’ di longitudine, una distanza di quasi 600 miglia e si estende dall’Iberia, a Nord sino al MonteNiphates a Sud; una distanza di ca 200 miglia. L’Armenia ha forma di losanga restringendosi gradatamente ad entrambe le estremità, per questo la sua superficie non eccede le 60.000 miglia quadrate. Il carattere della regione somiglia a quello dell’Atropatene anche se nel complesso gli è superiore essendo un territorio produttivo che esportava vino a Babilonia e commercializzava sui mercati della Fenicia con muli e cavalli. Nel momento della sua massima prosperità l’impero dei Parti dovette estendersi per 2.000 miglia da Est ad Ovest, tra il Pamir e l’Eufrate mentre la sua larghezza media era compresa tra 500 e 600 miglia, tra la frontiera Nord e quella Sud. La maggior parte del territorio Afgano, la Persia per intero e parte della Turchia, oltre a vaste regioni adesso in possesso della Russia, erano parte integrante della Partia e giacchè la Persia si estende per 500.000 miglia quadrate e l’Afganistan per 200.000 miglia quadrate, mentre le province in mano alla Russia e quelle Turche in possesso della Partia, erano stimate non meno di 100.000 miglia quadrate, l’intero territorio, in cluso l’impero dei Parti, alla sua massima espansione dovett’essere non meno di 800.000 miglia quadrate, l’equivalente cioè di: Francia, Germania, Austria e Turchia Europea messe assieme. I confini dell’impero erano a Nord: l’Iberia, il fiume Kus o Cyrus, Il Mar Caspio, l’Oxus, il sultanato Hazaret ed il territorio Hissar; all’Est: il Pamir, la catena Balor e la valle dell’Indo; al Sud: il Beludristan ed il Golfo Persico; ad Ovest: la Cappadocia e l’Eufrate. Ad Ovest dell’Eufrate si trovava il territorio in mano Romana, verso il Nord dell’Oxus c’erano le tribù degli: Scizi, Alani, Messageti, Yue-chi ed altri, sulla frontiera dell’Est c’erano gli Indo-Sciti: un popolo debole e diviso. Solamente due sembravano essere i popoli di maggior rilievo a da temere: Roma ad Occidente e le tribù Scizie al Nord ed a Nord – Est; con entrambe queste due popolazioni la Partia ebbe a scontrarsi in lunghe, devastanti e sanguinose guerre; la sua fine tuttavia non fu causata da nessuno dei due nemici; ma solo le rivolte interne al paese portarono alla distruzione della Partia il cui dominio venne alla fine sostituito dal secondo Impero Persiano: quello della Monarchia Sassanide.
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  29. Un Augurio speciale per questo amico davvero speciale. Donty è tra gli utenti più giovani del Forum ma già espertissimo ed appassionato. Tantissimi Auguri Caro Dorian e tante monete bellissime per te. Ciao, Pat :friends: :give_rose: :give_rose: :buoncompleanno: :buoncompleanno: :buoncompleanno: :buoncompleanno: :buoncompleanno: :buoncompleanno:
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  30. ... e magari farsi anche una vita extra forum, extra aste, ed extra monete ;) (e lasciarla fare anche agli altri of course)
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  31. Si anche a me come scrivevo sopra il rovescio ricorda i dupondi di Nerone, quel rovescio poi esiste uguale anche per Tito: In realtà esiste anche un raro sesterzio di Nerone (unicum?) ex collezione Levis con la vittoria al rovescio. E' questo: Un altro sesterzio che mi ricorda un po' l'Otone della Cesano è questo Domiziano ex NAC, il cui ritratto non è poi cosi' lontano dall'ipotetico Otone:
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  32. io nel 2012 ho fatto una tesi sul collezionismo numismatico come asset di investimento alterantivo Se hai bisogno ti do una mano (anche se ho davvero poco tempo)
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  33. Tra l'altro mi sembra che stia stato anche detto " può accadere un errore....",ci vuole più tolleranza e comprensione per questi volontari e più condivisione tra noi, alla fine continuare a lamentarsi o polemizzare anche sul nulla stanca tutti e non è " produttivo" per nessuno....., più serenità...
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  34. Si si, ho letto la discussione,ho "vissuto" da lettore le tue fantastiche ricerche. Ti faccio i complimenti per la passione e l'impegno messo per cercare la storia si questo ormai famosissimo gettone.
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  35. @@giangi_75it Ti Ringrazio è palese che la ricerca diviene necessaria ed indispensabile al "completamento del catalogo": occorre molto tempo e attenzione. Tutte le medaglie vanno verificate sulla base di quelle già note e censite (spesso si trova un punto, un disegno sulla stola o altre piccole modifiche)....la varietà sembra infinita. Ci sono alcuni pontificati (Pio IX - Leone XIII - Pio X - Pio XI) che presentano molte medaglie inedite e anche decine di varietà su quelle già censite nei preziosi e fondamentali cataloghi di Modesti: in alcuni casi penso sia possibile fare anche la storia del conio, cioè ricostruire cronologicamente tutte le modifiche subite dallo stesso conio nel corso di uno o più pontificati. Molti versi delle medaglie devozionali sono infatti nati con PIO IX, modificati o riutilizzati identici nei successivi pontificati più volte.
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  36. Si, sono piccole escrescenze . Se ne parlò tanto già nel 2002 riguarda la italiana . Facci caso, osservale e vedrai che esistono con le escrescenze su uno dei 2 piedistalli o su entrambi, ovviamente anche senza. E ce ne sono davvero tante con almeno 1 piedistallo " con l'aggiunta" . Curiosa l'austriaca .
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  37. Scusa @@mazzarello silvio , i mosaici sono bellissimi ...........ma le figurine non bastano , insieme occorrono tante altre notizie .
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  38. https://plus.google.com/112552925331872190163/posts/T5XagMQ94uA?pid=6057010461167586194&oid=112552925331872190163 E' vero! Un po' troppo superficiali certe conduttrici ........ però dai, anche se breve, il concetto è stato espresso ottimamente! :good:
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  39. Caro Arka, come per tutti i santi protettori, possiamo dire che S.Marco con il vessillo, già nel matapan fa le veci di una personificazione... E quí lo troviamo nuovamente, seppure in forma leonina, con il medesimo scopo. Sent from my Quechua Phone 5 using Lamoneta.it Forum mobile app
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  40. Non ho parole O-o. Bhe forse potrebbe cascarci un novellino, ma dovresti sapere che la monetazione sveva è tra le mie preferite, e conosco anche la monetazione dei crociati. Quindi non potevo cascarci... Dai, alziamo il livello del forum. Non finiamo troppo in basso. Ciao :) Sent from my GT-I9105P using Lamoneta.it Forum mobile app
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  41. @@luigi78 volevo fare il contrario:volevo unire la tua con quella che è stata aperta dopo,ma non avendo i poteri del moderatore ho fatto così. In questa sezione ,purtroppo,un mesetto a questa parte si stanno registrando i seguenti problemi: pubblicazione delle discussioni sull'asta dopo due o tre gg.se si è fortunati quando l'asta viene pubblicata non compare come prima nella sezione si aprono stesse discussioni iniziate da utenti differenti e poi non vengono nemmeno unite le discussioni e chi più ne ha più ne metta mi si dirà:Dov'è l'urgenza di pubblicare le aste ? Risposta mia(tanto per evitare perdite di tempo):prima si rendono note le aste e prima ci si può organizzare economicamente(e questo è solo uno dei motivi per i quali si auspica un servizio quale si trovava due o tre mesi orsono in questa sezione) --Mah, del resto,fate come vi pare Salutoni odjob
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  43. 17 + 58 + 69 + 330 + 824 + 8 = 1.306 2€ 5€ 10€ 20€ 50€ postali
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  44. Come anticipato non ci sono argomenti sufficienti a giustificare quel tipo di rovina. Le contingenze citate creano danni diversi e decisamente più lievi. Non si può comunque affermare con certezza che le macchie in questione siano dovute all'amalgama di saldatura...fino a prova contraria la situazione statisticamente più ricorrente é anche in questo caso la più probabile. Aggiungo all'ottimo intervento di francesco77 che é lo zolfo a ossidare l'argento, trasportato e depositato proprio sotto forma di acido dall'umidità dell'aria, in prossimità quindi di inquinamento da combustione(impianti siderurgici, petrolchimici, centrali termiche...). La forma delle macchie può dipendere anche dal contatto con altri metalli che si ossidano selettivamente.
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  45. Grazie, molto utile, infatti il numero 264 l'ho visto su una mezza sterlina.
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  46. Gli interventi in medio oriente non si fanno per questioni di "esportazione di democrazia" ma per calcoli d'interesse, per quanto poco azzeccati possano eventualmente essere, e in Ucraina c'è ben di più in ballo che non l'Ucraina stessa. La vedete in modo un po' troppo superficiale... la posta in gioco è un tantino più elevata che "ques'inverno le nostre casette stiano a calduccio" (come se la Russia fosse l'unico produttore di gas al mondo, poi). Noi europei ci siamo troppo abituati a pensare da unità in decadenza che verrà colonizzata e marginalizzata con tutto quel che ne consegue. "A noi che ce ne frega... Franza o Spagna purchè se magna!". Spiacente, ma a me vivere da schiavo sotto il Putin di turno non va proprio bene. Bisogna reagire.
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  47. Taglio: 2 euro CC Nazione: Germania Anno: 2009 J Tiratura: 6.300.000 Condizioni: BB Regione: Puglia
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  48. Il periodo e' quello classico del regno; VEII, Umberto I e VEIII. Possiedo un vecchio Montenegro che uso per la descrizione, la tiratura, la rarita' ma ha le foto un po' scadenti e per queste uso cataloghi d'aste come Ranieri ed il catalogo Mazzarino che ha foto veramente al top. Detto questo mi piacerebbe approfondire l'argomento con testi che non siano solo dei prezzari. Grazie
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  49. Sceodno una rcircea dlel’Uvitrisenà di Cmbairgde non ipromta l’odirne dlele lrteete in una proala, l’uicna csoa che cntoa è che la pimra e l’utlmia ltetrea saino al psoto gusito. Ttute le atlre lrteete dlela poalra psonoso esrsee itinvtere snzea carere prleobmi alla letutra. Qstueo acdcae pcherè la mtene non lgege ongi lteetra senigolnarmte ma la proala cmoe un ientro qudini il clrveelo è cnouqmue in gdrao di asblsemare le lterete e iernttaprere la ploara crottrea.
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  50. Continuation: Per quanto riguarda i Campi di concentramento Italiani vi allego la lista. Come potrete notare non vi sono riportati molti morti. Purtroppo erano Campi di attesa e "trasferimento" per localita' ben piu' tristi. Vi attacco una Lira cartamoneta ed una scheda pasti del campo di Jasenovac in Croazia. Cara Patrizia,per concludere questa mia chiaccherata, credo che il tuo bellissimo gettone sia da inserirsi fra i molti esempi del sistema monetario strettamente e solamente usato all'interno dei Campi di prigionia. sara' difficile scoprire in quale campo sia stato usato. Sembra infatti che alle varie autorita' non piaccia parlare dei metodi di "disciplina" o sfruttamento dei loro internati.Le ragioni sono ovvie e comprensibili. Come sopra detto di solito viene ignorato questo aspetto della prigionia nella Seconda Guerra Mondiale, cioe'l'aspetto della monetizzazione interna al campo. Per le Autiorita' il capitolo e' chiuso, e dal loro punto di vista, meglio non riaprirlo. Dal nostro punto divista storico ed educativo continueremo a cercare.... Ma i campioni rimasti si contano sulle dita e sono ormai arrugginiti. Credo che sara' difficile trovarne uno bello come il tuo. Non credo pero' di aver risolto completamente il mistero del tuo gettone. Infatti mentre penso che sia valido ed applicabile tutto quello di cui ho parlato sopra rimane pur sempre il fatto che il tuo gettone non e' una moneta di scambio per tutti. Si rivolge solamente ad un gruppo di prigionieri: gli ebrei. Tale peculiarita' mi porterebbe ad appoggiare la tesi del Sig. xxxxxxx ed a pensare ad un intervento di aiuto da parte degli alleati avvenuto nei Campi di Prigionia Italiani al tempo immediatamente prima e dopo la liberazione. Come sai i misteri nelle monete mi affascinano e di misteri ne ho collezionati diversi. Questo e' uno di quelli che da' filo da torcere. Un abbraccio, A presto! Lamberto
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