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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/28/14 in Risposte
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Grazie a tutti per i complimenti, il convegno è riuscito senza alcun intoppo, era il minimo che si poteva fare per un pubblico speciale come voi. Confesso che già sabato pomeriggio verso le 17 sono andati via 3 o 4 commercianti e che stamane ne sono andati via un terzo, il boom dei visitatori c'è stato il sabato mattina e a dire dei commercianti non ho alcun problema a scrivere che c'è stata un'ottima attività di compra-vendita e scambi vari, il materiale esposto era davvero tanto (oltre le mie aspettative) ............ ieri sera poi, parlando con alcuni di loro abbiamo appreso quanto fosse comunque importante la tratta autostradale da percorrere per il ritorno, questo uno dei motivi che hanno spinto alcuni al ritorno domenicale. A breve ringrazierò singolarmente ognuno di voi, le attività culturali che abbiamo organizzato sono state molteplici: dalla visita alla sezione numismatica del MNN, alla piccola mostra sulle medaglie napoletane all'interno della sala dei commercianti, e dalla pubblicazione del nostro primo bollettino (229 pagine) allo speciale di Panorama Numismatico di settembre, senza poi citare le stupende tre ore passate in compagnia dei membri dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici sulla conferenza dei grandi numismatici del passato, la loro bibliografia e le loro collezioni. Ringrazio davvero tutti e in particolar modo tutti coloro che grazie ad una critica costruttiva vorranno aiutarci a migliorare e a farci avvicinare alla perfezione per la prossima edizione. Ringrazio tutti gli operatori commerciali che ci hanno dato fiducia e che hanno ricambiato con una netta conferma all'attività espositiva del nostro secondo convegno partenopeo, molto probabilmente ci organizzeremo in una struttura più ampia perchè oltre ai commercianti di questa prima edizione abbiamo avuto contatti da molti altri nuovi. In settimana poteremo altre foto scattate al convegno. A presto, Francesco Di Rauso e tutto lo staff del Circolo Numismatico Partenopeo. :good:9 punti
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Appena rientrato a casa, credo di poter lasciare un breve commento, sintetico, ma per chi è stato lì ...... molto ben compreso; Convegno "eccezionale" sotto tutti gli aspetti .... che ha avuto alla base la Numismatica in primis ..... e culminante con la Sicurezza..........ma nel mezzo, tanta...tanta e tanta professionalità, affabilità, competenza, cordialità, disponibilità da parte di tutti i presenti, Staff, Commercianti, Amici, Compratori, Personale della Struttura .....potrei inserire tantissimi altri aggettivi, ma il termine giusto è: TOTALE Vorrei rivolgere un ringraziamento particolareggiato a tutte le persone con le quali ho condiviso questi momenti, dalle prime ore dell'apertura fino alle ultime della chiusura di oggi ...... sono state moltissime, cioè quasi tutte, ed elencarle sarebbe come stendere una lista dei presenti al Convegno......."missione impossibile" di conseguenza lascio a loro stessi ricordare alcuni momenti indimenticabili che sicuramente non andranno via come un soffio di vento. L'unica persona che mi sento di fare un eccezione e quindi "nominarla" è sicuramente @@Giovanna ... lei capisce del perchè......ahah...ah...ah.....sopportare Rex Neap, non è affatto un compito agevole.7 punti
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Le monete del nostro ultimo re, sono altamente significative. Sono monete in movimento. Esprimono forza di un re', di una nazione, di un sistema che credeva in se'. Implacabile e spietato con i nemici. Le idee che alcune monete volevano dare a significare, sono potenza pura. Il significato delle monete e' sempre stato molto importante. Sin dall'antichita' le monete sono state usate come mezzo si divulgazione, venivano usate per far conoscere il potere, la forza, il coraggio di un re, la forza di una nazione. Di un regno. Immaginate Alessandro Magno che si faceva ritrarre sulle monete con una faccia giovanile, fiera e tosta, indossando nientemeno che la testa di un leone come copricapo. La forza ed il coraggio di un re' che nemmeno un leone puo' fermare. Gli imperatori romani, con la testa laureata. Si comparavano a degli dei. A delle figure che nessuno poteva eguagliare, a delle stature cosi' alte da potersi solo guardare dal basso, come inferiori esseri che, adoratori e penitenti, guardavano il suo dio. Le monete del regno di italia sono belle, ma solo il nostro ultimo re riprende questa metodologia, legando un significato ancora piu' profondo alla monetazione. Alla storia. Prendiamo in esame la serie della quadriga briosa, la mia preferita. Guardate il re. Fiero, gagliardo. Raffigurato con linee cosi' decise, da sembrare quasi roccioso. Duro. Un re giusto e severo. Il re che tutti avrebbero voluto. Dall'altro lato una quadriga di cavalli. Ci sono i simboli della guerra, della potenza, della forza militare. Da' l'idea dell'inarrestabile, dell'arrivare alla meta ed anche della protezione. Ti fa' sentire fiero e possente di far parte di cotanta forza. Immaginatevi di essere in quegli anni. Vedere il re in persona, ti avrebbe messo in imbarazzo, in secondo piano rispetto a lui, seppur molto minuto di corporatura. Questa monetazione ha tanto da poter dire se si prova a dare una personale lettura fra le righe. Se si riesce ad andare oltre alla moneta con bava o graffiata o patinata. Questa moneta esprime storia, e' la nostra storia, da dove si viene ed ha segnato anche dove andremo. Spesso parlare solo di conservazione, e' molto riduttivo. E' come se, davanti ad un ''Monet'' vedi solo un tramonto. E' limitante non trovate?5 punti
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Rileggevo attentamente questa discussione e per dare una mano all'amico @@Il*Numismatico volevo fare un passettino indietro per porvi all'attenzione un quesito: Secondo Voi la Reimpressa del 1818 venne battuta prima o dopo la 1818 non. Grazie4 punti
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Rileggendo questa discussione mi viene una riflessione subito, spesso sul forum è difficile, a volte quasi impossibile, unire su argomenti numismatici, ecco devo dire che gli animali, in questo caso i cani, i cani che hanno sofferto e che soffrono, l'amore, l'affetto che ci danno e trasmettono, invece ci hanno unito tutti e questo mi fa enormemente piacere perchè i nostri migliori amici meritano anche belle parole e bei ricordi..... Per quanto mi riguarda la vita continua, ho provato a resistere....non ce l'ho fatta, il vuoto era enorme l'esigenza fortissima, quasi fisica.....e allora mi sono rimesso a sognare.....sognare......vedere, guardare se c'erano situazioni di bisogno, di aiuto, ce n'erano tante.....era difficile scegliere.... E alla fine un annuncio pubblicato di una piccola cagnolina, femmina questa volta, che avrà il nome di Sissi come la principessina, ha prevalso su di me. Era stata abbandonata e girava sperduta nella campagna vicino a Cassino,una volontaria con già tanti cani in stallo l'ha salvata, forse senza questo provvidenziale gesto sarebbe morta, ma Sissi soffriva e soffre, quegli occhi che parlano, tristi, sperano in qualcuno e qualcosa.... Martedì per me sarà un gran giorno.....Sissi arriverà a Milano accompagnata dai volontari da Cassino e per me e lei sarà un gran giorno....la ruota continua finchè potremo.... Ovviamente questo post non finisce qui, continuera'......per il momento un saluto a tutti gli amici dei nostri cari e amati trovatelli....che tanto ci possono insegnare ve lo assicuro.... Mario3 punti
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Certo che questo fatto che gli espositori lascino il convegno a metà manifestazione, non è un buon comportamento etico. Io espongo ad un convegno di mineralogia e gemmologia qui a Roma, ma abbiamo l'OBBLIGO di dare la presenza fino all'ultimo, rispettando gli orari di accesso del pubblico, indipendentemente dall'affluenza dello stesso. Questa e' una norma esistente in tutte le Fiere nazionali ed internazionali di qualsiasi settore.3 punti
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Eccome se esiste il disprezzo. Io cammino sempre con gli occhi a terra e trovo frequentemente centesimi, spesso in mezzo alla gente che li ha egualmente notati ma non si degna di raccoglierli. Anche mie conoscenze mi hanno detto di vergognarsi a raccogliere la moneta per terra "perché fan la figura delle accattone". Ma la migliore mi è capitata proprio stamani, all'aeroporto di Orio al Serio, con il solito tizio accanto alla macchinetta per pagare il parcheggio che chiede di lasciargli il resto. Mentre pago vedo proprio accanto alla colonnina una moneta da 1 centesimo e gli dico "guardi, lì a terra ce n'è una", il tizio la guarda, poi torna a guardare me e chiede nuovamente di avere il mio resto. Ovviamente ho preso il mio resto, ho raccolto il centesimo, ho messo tutto nel portafogli e me ne sono andato.3 punti
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Potenza, eleganza, si muovono con leggerezza nella brezza che irza le crine. La brigia di comando schiocca dirompente, la partenza e' in atto. Il comando. Il movimento. Che spettacolo di monete, che spettacolo di monetazione. Di arte, di storia.3 punti
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... segue dal post 32, ultima parte. Ero certo che ci fosse qualcuno tra voi che potesse apprezzare questo scritto, che io non ho fatto altro che copiare pedissequamente, anche per rendere omaggio al compianto autore, vero grande studioso erudito e storico genovese che ci ha lasciati prematuramente nel 2001. "Alla fine di luglio la notizia della vittoria spagnola a Genova giunse a Madrid. Dopo la resa di Breda e la liberazione del Brasile parve a Olivares un altro segno dell’assistenza celeste alla monarchia di Spagna. Genova non era stata tuttavia quel gran successso che vantava. La città –è vero- fu salvata; e l’affluire dei rinforzi spagnoli ebbe una parte del merito. Ma l’esercito spagnolo, guidato congiuntamente dal Feria e dal Cordoba, fece misera figura nel vano assedio di Vorrua e dovette lasciare poco più di tre mesi dopo il paese. All’entrare dell’inverno intanto il Lesdiguières e il Crèqui avevano ripassato le Alpi, coprendo quella onorevole ritirata con la promessa di una ripresa in febbraio della guerra. Deciso a dar compimento all’impresa era in realtà solo il duca, che intanto aveva ottenuto dal nuovo re d’Inghilterra Carlo I un considerevole aiuto navale. Ma il 20 marzo (in realtà il 5) Spagna e Francia, all’insaputa degli alleati, avevano stipulato a Monzòn in Aragona una pace che, tra l’altro, ordinava che cessassero le ostilità verso il genovesato e che si obbligassero i confederati, all’occorrenza con la forza, a ritornare in pace entro quattro mesi. Si può capire il dispetto di Carlo Emanuele. Disposto alla tregua, il duca non lo fu altrettanto alla pace (sarà conclusa, lui morto, soltanto nel 1634). La tregua fu infine stipulata il 27 febbraio e il 17 marzo 1628. Dal perdurare dello stato di guerra Carlo Emanuele si sentì autorizzato ai congiurati riuniti attorno al Vachero, in caso di successo, qualche appoggio militare: non che volesse disporre della città, ma mettere il governo in difficoltà sì. Se poi la mutazione di governo fosse riuscita tanto meglio. Poiché la congiura era stata scoperta prima della conclusione della tregua, pretese che gli oligarchi trattassero i quattro congiurati come prigionieri di guerra. Se la Repubblica si fosse ostinata a mandarli a morte, minacciò di far decapitare quattro dei prigionieri di guerra che ancora teneva presso di sé. Ma a nulla servirono né i ricatti del duca né i consigli di clemenza della Spagna (divenuta frattanto alleata del duca) che spedì addirittura un suo agente, Alvaro de Losada, per ammorbidire quei feroci repubblicani. Il minor Consiglio, senza tener conto di quelle minacce e di quelle lusinghe, votò unanime a scrutinio segreto per l’esecuzione dei colpevoli: esempio insigne di romana fermezza. Lo stesso duca ne rimase colpito; e revocò all’ultimo momento l’ordine che aveva impartito di eseguire quella feroce rappresaglia. L’aristocrazia genovese aveva rinsaldato, a prezzo del sacrificio degli affetti e a rischio di compromettere un’alleanza ancora tento necessaria, la propria interna unità e lo spirito d’indipendenza. Il rovescio finanziario del 1627 (la sospensione dei pagamenti da parte della Spagna, questa amica-nemica) non riuscì a spezzare il nuovo impegno nel quale era entrata di avviare a realizzazione una imponente serie di opere pubbliche. Prima fra tutte la costruzione, ripresa con nuovi e più qualificati progetti, tra il 1626 e il 1632, delle mura esterne –le “Mura Nuove”- che riuscì opera stupenda, eseguita tra l’altro, malgrado la mole ciclopica, in un breve arco d’anni. E poi la costruzione del “molo nuovo” per migliorare se non la capienza almeno la sicurezza del porto, uno dei porti artificiali peggiori d’Italia. E prima tra il 1632 e il 1639, era stata portata a compimento la costruzione dell’acquedotto. Più tardi, nel 1655, Emanuele Brignole, con inusitata larghezza, aveva intrapreso la fabbrica del monumentale Albergo dei poveri. Lo choc provocato dalla guerra –quella guerra che dal punto di vista militare aveva offerto spunti alla satira piuttosto che all’ammirazione- si rivelò, a conti fatti, benefico. Essa aveva senza dubbio moltiplicato le energie dei plutocrati, e visibilmente eccitato la loro volontà di trovare per la Repubblica una migliore collocazione sul piano delle relazioni internazionali. La pace di Monzòn aveva restituito alla Repubblica intero il suo territorio, non solo: ne aveva sancito l’intangibilità. E sin dal 1581 le era stato riconosciuto il titolo di “Serenissima” per sé e quello di “Serenissimi” per i membri del governo. Ma l’oligarchia non si accontentò di questi pur importanti riconoscimenti. Sempre più fiera del suo grande passato, che si mise a magnificare non per nostalgia ma per dar fondamento alla decisa volontà di “risveglio”, si mise attivamente all’opera per essere considerata internazionalmente stato pienamente sovrano, cancellando anche l’apparenza di vassallaggio dall’imperatore. Quel legame di dipendenza , se in passato le era servito a tenere in iscacco le pretese francesi, ora le riusciva stretto e umiliante. Si mise quindi a pretendere, più insistente che mai, le onoranze regie. I suoi giuristi le diedero volontariamente una mano per rifornirla di buone ragioni. Era una questione di rango, di cerimoniale, tipica di quel secolo puntiglioso. In breve: Genova pretendeva che i suoi ambasciatori venissero ricevuti nella sala regia delle corti; che fossero salutati al loro arrivo con un certo numero di salve di cannoni; che i suoi rappresentanti avessero la precedenza sui rappresentanti di questo o di quello stato, e via dicendo. Ma le questioni di etichetta nascondevano appena il desiderio d’imporre non soltanto un’immagine alta di sé, ma il riconoscimento dell’eguale dignità di forme collegiali di potere nei confronti di stati che andavano quasi tutti riducendosi alle più rigorose forme monocratiche. Il contrasto di fondo verrà alla luce più tardi, come si vedrà. Per ora si trattava di ottenere quel riconoscimento e, senza rinunciare agli ordinamenti repubblicani, fregiarsi del titolo di testa coronata. Non c’era altra via che quella di proclamare una monarchia mistica, che tra l’altro rispettava l’opinione comune dell’origine divina del potere politico. Finzione ardita, favorita tuttavia da certe manifestazioni della devozione dell’epoca. I gesuiti, una volta stesa attraverso tutta l’Europa cattolica la grande rete delle congregazioni mariane, avevano introdotto l’uso di mettere città, regni, l’impero stesso sotto l’alta protezione della Vergine. Tra i voti più famosi: quello pronunciato nel 1637 da Luigi XIII re di Francia, e quello pronunciato dal giovane imperatore Federico III nel 1640: “Sarete –disse quest’ultimo apostrofando la Madonna- la signora dei miei stati, dei miei regni e del mio impero … regnate su di loro e siate la loro imperatrice”. In apparenza l’atto di dedizione della Repubblica di Genova non si discostava da questo clichè. Però nella solennissima cerimonia svoltasi in Duomo il 25 marzo 1637 che proclamava la Vergine patrona e regina di tutti i suoi domini –un atto di devozione- insospettisce la presenza attiva di un notaio. Il fatto è che gli altri atti di dedizione non comportavano metamorfosi politiche. Ciascuno restava ciò che era: imperatore, re borgomastro. A Genova si assiste invece, per effetto di quella dedizione, a un vistoso mutamento. Il doge smette il manto di paonazzo e adotta d’ora in avanti quello di porpora, e cinge il diadema; i senatori, i governatori di Corsica, gli ambasciatori, i generali comandanti delle galee assumono il titolo di Eccellenza; il Palazzo Ducale diviene Reale. E sùbito la zecca si mette a coniare la nuova moneta. Al posto del “castello” e della scritta “Conradus II rex Romanorum” viene impressa l’immagine di Maria coronata di stelle con scettro regale e il motto: “Et rege eos”. Sia pure con fatica quella ruse funzionò. Il primo a cedere fu proprio, dopo molte proteste, l’imperatore nel 1641, seguito da Carlo I d’Inghilterra, da Ladislao re di Polonia, dal Sultano. Cromwell superò tutti accogliendo nel 1655 il rappresentante della Repubblica con cinquecento salve di cannone. La soggezione feudale tuttavia sussistette; e sarà Maria Teresa nel 1746 a farla valere con aspri modi. I Serenissimi questa volta si piegarono. A non piegarsi invece furono, ognun sa, i popolani e i borghesi. " ……(Salvatore Rotta -1999)3 punti
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L'araldica è specchio dei tempi, dicevamo. Qualsiasi mutamento di status che il titolare intenda evidenziare è degno di avere riflessi araldici. La domanda allora diventa: qual è la motivazione ufficiale di questo cambiamento di stemma?2 punti
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Visti gli apprezzamenti arrivati, che ovviamente non merito …vi ringrazio e vi concedo il bis. Perché in fondo sono un “romantico” e mi piacciono le storie d’amore ….in questo caso sono in argomento perché questa storia riguarda il re di Francia Luigi XII d’Orleans (o Ludovico XII che dir si voglia). Dietro ad una finestra nel nugolo di case dei carruggi genovesi, in Piazza dell’Amor Perfetto, una bellissima e giovane donna del casato degli Spinola si strugge d’amore, il suo nome è Tommasina e siamo nel 1502. In quei giorni il re di Francia, Luigi XII, è a Genova in visita e la città lo accoglie con tutti gli onori. Durante una festa organizzata in suo onore, nella villa Cattaneo nel quartiere di Albaro, Tommasina, già sposa di Luca Battista Spinola, ha l’occasione di incontrare il re e la bella nobildonna elegge il sovrano di Francia a suo “intendio”, che nel linguaggio dell’amor cortese significa amor puro, perfetto, casto e virtuoso. Poi, il giorno successivo Luigi XII lascia la città e Tommasina rimane nel suo palazzo, nella piazza citata, a cullarsi con il suo sentimento, vero, platonico e sincero, si estranea dal mondo e si mette alla finestra per aspettare il ritorno del suo amato. Il tempo trascorre e arriviamo al 23 aprile 1503. In città arriva un cavaliere dei Doria che porta una cupa notizia: Luigi XII è caduto durante la battaglia di Cerignola. La notizia è falsa, ma Tommasina non lo sa, si dispera e piange straziata dal dolore, si strugge per il suo amore perduto, si perde nella sua sofferenza e muore nella sua stanza in quella piazza. Intanto, dalla Francia, re Luigi invia a Genova Jean D’Auton, scrittore di Corte e Cavaliere che, appresa la notizia della storia e della prematura fine di Tommasina, la riferisce al re e la tramanda ai posteri. L’originale dello scritto, si dice, venne riposto nella tomba di Tommasina. Anni dopo, narra la leggenda, che re Luigi tornò a Genova e volle vedere la casa nella quale Tommasina aveva esalato l’ultimo respiro. Si affacciò alla finestra del palazzo Spinola dove Tommasina aspettava, seduta giorno e notte, e disse: “Avrebbe potuto essere un amor perfetto!” Oggi possiamo ammirare nella Pala di Ognissanti, nella Chiesa di Santa maria di Castello, eseguita da Ludovico Brea, il bel volto di Tommasina con sua madre, fra i 215 personaggi raffigurati c'è una giovane donna che che spicca con l’abito verde, carnagione chiara, ed è l’unica che volge lo sguardo indietro e i suoi occhi incontrano l’osservatore, è proprio lei che ci guarda con infinita dolcezza, Tommasina, che s’è lasciata morire d’amore.2 punti
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@@rongom, @@andyscudo, @@Alberto Varesi, @@fedafa, @@picchio, @@darman1983, e a chi possa interessare Rispolvero questa interessante discussione, in quanto dopo aver visto molte monete con patina a bersaglio (anche dell'Ottocento), aver considerato varie possibilità ed aver approfondito alcuni aspetti sulla coniazione mi sono convinto esistere una sola possibilità che spieghi la formazione di questa, ed è quella dell'aggiustamento di peso dei tondelli. Lo aveva proposto (ma non me lo ricordavo) anche andyscudo, immagino dopo esame del testo postato da rongom. Già nell'Ottocento alcune Zecche, tra cui quella Pontificia (e poi del Regno d'Italia) di Roma e quella di Venezia nel Regno Lombardo Veneto, abbandonarono l'usuale strumento della lima per portare a peso i tondelli eccedenti, utilizzazndo dei "tornietti" in grado di asportare circolarmente una minima quantità di metallo dalle facce della moneta (si repertano monete con evidenti tracce di questi trattamenti). Sono quindi convinto che il perfezionamento dei torni stessi nel '900 non lasciasse intravvedere alcuna alterazione macroscopica del tondello stesso, specie dopo la sua coniazione, ma che il metallo mantenesse un'alterazione microscopica "circolare" della sua struttura superficiale, in grado di condizionare in modo analogo i fenomeni di ossidazione che stanno alla base della patina. L'alternanza di bande circolari scure e chiare potrebbe essere dovuta alla forma del tondello che non sarebbe stata quella di un perfetto cilindretto, ma di un dischetto; la successiva operazione di orlettatura avrebbe creato ulteriori ondulature del tondello stesso che in sezione avrebbe potuto apparire come nel disegno sottostante. Poi il tornio, asportando circolarmente un po' di metallo avrebbe contribuito a creare asimmetrie circolari di superficie a diversa propensione ad ossidarsi. (Scusate la pedanteria della possibile spiegazione!) ;)2 punti
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Stamattina ci siamo ritrovati in tanti , preferisco non nominare dove credo sia irrelevante tutto sommato, abbiamo pensato a cosa portare come monete da illustrare e commentare martedì sera. C'è stata la massima disponibilità da parte di diversi collezionisti, alcuni importanti, certamente si prospetta un gran vedere per gli occhi di chi verrà, sottolineo ancora che tutto questo viene organizzato e reso possibile da collezionisti e studiosi privati, meglio ribadirlo ancora una volta, in una sede di un Circolo storico di Milano. Non è escluso che si provi anche, monete alla mano, a fare anche quello che proponevo prima, un raffronto di pezzi tra zecche diverse dello stesso regnante, sarà bello confrontare l'iconografia, la tecnica, lo stile e indubbiamente differenze possiamo già dirlo ci sono....e tanto si potrà dire certamente in merito....2 punti
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Ciao! Dovreebbe trattarsi di un esemplare da 8 soldi di Mantova, emesso da Carlo I Gonzaga. Al dritto stemma e legenda CAROLVS I D G DUX M ET M F ET C Al rovescio Immacolata Concezione e legenda MARIA MATER MISERICORDIE2 punti
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Possiamo discutere sui particolari del vostro battesimo quando abbiamo finito il disegno della moneta.2 punti
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Grandissima e intensa giornata oggi al convegno, una quantità sorprendente di eccezionali monete, soprattutto per conservazione, ottima organizzazione e livello dei commercianti..sono stato felice di vedere o rivedere grandi di questo mondo che stimo sinceramente! Un complimento sentito, poi, per la qualità della pubblicazione del Bollettino del Circolo che in gran parte ho solo iniziato a sfogliare, mentre ho già divorato il secondo articolo su una particolare emissione della zecca di Salerno, che seguo con particolare attenzione e interesse da tempo. Complimenti al (giovane, cosa importante) autore, innanzitutto per lo spirito dimostrato, oltre che per la bravura nei disegni ;) non so se sia presente sul forum ma, in ogni caso, prego i responsabili del circolo che dovessero leggere questo mio commento (in attesa che legga anche gli altri contenuti del bel bollettino) di iniziare a riferire a lui i miei complimenti!2 punti
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.Sull'archivolto sud, le figure scolpite dell'Angelo Gabriele da un lato, della Vergine dall'altro nell'atto di ricevere il celeste messaggio, con la Colomba tra i due, ricordano la leggendaria data di fondazione di Venezia, avvenuta, secondo antica tradizione, il 25 marzo, festa dell'Annunciazione, dell'anno 421. La data è richiamata, insieme a quella di costruzione del ponte, nell'epigrafe scolpita sui quattro piedritti. «Pascale Ciconia Vene tiarum Duce - anno Cristi MDXCI Vrbis conditae MCLXX - curantibus Aloysio Georgio Proc. - M. Barbaro Eq. et Proc. - Jacobo Foscareno Eq. et Proc.» Sono tante le leggende che circolano , legate al Ponte... questa è una variante , il dialetto colorito veneziano ne attenua in parte il contenuto scabroso.. Narra la leggenda che due anziani menagramo scuotessero la testa vedendo il nuovo ponte. La vecchia avrebbe detto: «Che me se brusa la mona se el ponte no casca» (che mi prenda fuoco la ..... se il ponte non crolla). L'uomo avrebbe invece affermato: «Che me cressa un'ongia su l'oseo se el ponte no casca» (che mi cresca un'unghia sul ...... se il ponte non crolla). Nulla di tutto ciò è accaduto, così in due capitelli del palazzo dei Camerlenghi (costruito ai piedi del ponte per impedire che il peso allontanasse le rive del Canal Grande) sono stati raffigurati un uomo con una specie di terza gamba unghiuta e una donna con un fuoco in mezzo alle gambe. Dopo il crollo della colonnina (è la quarta che cade) la profezia potrebbe avverarsi. Qua sotto, un'immagine dei due capitelli.2 punti
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Caro @@numa numa io posso provare a chiedere magari per scritto e poi postarvi la risposta, ma secondo me il fatto che per questo tipo abbiano usato l'ottone e soprattutto una lamina di spessore maggiore, può aiutare fino ad un certo punto. Comunque ho visto i conii ed i cerchi si trovano già incisi là sopra, a meno che non mi tradisca la memoria (e come potete ben vedere riproducono tutte le tipologie, pare con alcuni esemplarian che in oro, anche se io ho visto sempre i tipi in ottone dei quali possiedo anche un paio di pezzi): http://www.zeccadilucca.it/shop/scheda_prodotto.php?ID1=3&ID2=5&ID=17&pag=categoria&pageNum_prodotti=.). Sul resto non commento ulteriormente, tanto le argomentazioni mi paiono le solite dell'altra discussione, dove ho espresso già la mia opinione in merito. Vi lascio solo con un paio di riflessioni alle quali ognuno può dare le proprie risposte: se avessero impresso i cerchi dopo la coniazione dei motivi nel campo e delle iscrizioni lungo il bordo, come mai le legende si "incastrano" perfettamente tra cerchio e figura centrale, riducendosi molto verso il basso, ad esempio (vedete soprattutto sia la moneta che ha originato questa discussione che gli altri tipi con il San Michele di profilo)?. Eppoi: ma perché avrebbero dovuto fare delle monete già pronte e leggibili con una battitura, per poi "cancellarne" volutamente parte della legenda per fare i cerchioni con una seconda battitura? Il motivo davvero mi sfugge, ma se qualcuno ha delle idee poi le leggerò volentieri. Nei prossimi giorni infatti sarò di nuovo abbastanza impegnata con altre scadenze urgenti di lavoro, per ciò tornerò a leggervi o ad intervenire solo quando avrò la risposta dei lucchesi o comunque immagino non prestissimo. Un cordiale saluto e buona serata, MB2 punti
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@@leonumi67.. è encomiabile la tua presenza e la tua volontà, ma accetta un piccolo suggerimento.... alle tue risposte devi considerare l'eventualità di errore, pertanto aggiungi sempre un ... potrebbe essere...., forse , ..... per me è ..... mi sembra che ..... ecc . ecc.. ............................ e poi.... cerca di azzeccarne qualcuna..! :pardon:2 punti
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... e per finire.... avuta come resto in un negozio di souvenir :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: Taglio: 2 Euro CC Nazione: Belgio Anno: 2014 Tiratura: 50.000 Condizioni: SPL Città: Bruxelles2 punti
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Grande Daniele, grandi lezioni di storia.....lui scrive di notte, io al mattino presto :blum: .....con l'occasione voglio lanciare un appello, sostenete sempre, state vicini a questi grandi " attori " del forum come Daniele, in questi casi abbiamo passione, amore per la divulgazione allo stato puro e nulla d'altro, questo ve lo posso assicurare..... Storia e numismatica.....numismatica e storia.....è giusto così, per capire bene la numismatica bisogna conoscere la storia, ma è anche vero che la numismatica aiuta anche a capire meglio la storia....., un binomio indissolubile..... E nella serata di martedì noi saremo nel pieno della storia, una storia che cambierà Milano, l'indipedenza di Milano finirà, Milano passerà gradualmente in mani straniere per rimanerci, finiscono i fasti sforzeschi. E allora martedì, io invece parlo qui e cerco di tirare la volata ad Alessandro Toffanin, si parlerà di un tale Ludovico XII che dalla Francia si diresse verso Milano, ma le sue ambizioni non si fermarono al solo ducato milanese ma arrivarono fino a Napoli ....dove si dovettero scontrare con gli spagnoli. Quindi Milano sotto la dominazione straniera, ma in questa storia, e gli accadimenti storici sono quelli anche se poi le vedute possono essere anche diverse, si troveranno altri, ho citato Napoli ma non solo..... E allora vediamo anche qualche spunto di cui parleremo martedì, spunti numismatici, ma anche inevitabilmente storici : 1) monetazione fine Sforza e la dominazione francese, qui parleremo e vedremo splendide monete con raffigurate le imprese, mitiche e simboliche, in questo periodo compaiono dei must della monetazione, non solo milanese, direi italiana 2) Periodo di Carlo V, e qui abbiamo un grande Impero, il Ducato di Milano c'è anch'esso ma ci sono dentro quasi tutti.... E qui avremo con Carlo V altri splendidi esempi monetari, un ritorno al classico, ai tipi dell' Impero Romano, l'eccellenza artistica, i grandi incisori, Leone Leoni.... 3) Periodo spagnolo da Filippo II ai successivi regnanti, Filippo II istituisce a Madrid il Consiglio d'Italia per il governo dei possedimenti italiani, quali sono ? Milano, Napoli, Sicilia. E qui abbiamoun cambiamento epocale nella monetazione per modulo, stile, metrica. Abbiamo il fenomeno dell'argento che arriva dalle Americhe che invade la Spagna e l'Europa, i commerci sono floridi, con tutto questo argento nascono i grandi moduli d'argento, scudi, ducatoni e il fenomeno sarà globale, Paesi Bassi, talleri di area germanica, la stessa Venezia con lo scudo della croce. Cambia la monetazione con gli spagnoli anche se l'immobilizzazione del tipo sarà poi una costante. Questi sono alcuni degli spunti che martedì usciranno insieme alle relative monete.....tutto questo per dire che poi la storia riguarda le radici e le identità di molti noi, che le monetazioni sono poi collegate quando ci sono fenomeni di massa e commerciali, che vedere tutto questo da una sola postazione è sbagliato, la visione sia storica che numismatica deve essere sempre globale, il vedere solo un ambito non porta a una completezza di insieme, poi noi tutti italiani siamo un mix di tutto questo, io stesso nel mio piccolo potrei dire sono milanese, chi è nato a Milano per tre generazioni viene definito milanese a Milano ancora con un pò d'orgoglio, ma nel contempo devo ricordarmi bene che le mie radici lontane sono altre e sono collegate a tutto questo, spagnoli che vennero a Milano con un cognome con la S finale che poi si perse nel tempo, le origini lontane sono poi quelle.... Io ho già detto quasi tutto....martedì potrei quasi non venire :blum: , scherzo ovviamente.... :blum: , Gianfranco stai tranquillo.....2 punti
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FATTORE ETA' Io ho 43 anni... Non mi vergogno a chiedere alla cassa di un negozio se può dare un'occhiata alle monete ; ovviamente non lo faccio quando c'è afflusso o quando l'addetto è pieno di cose da sistemare. Il timore di come ci possano percepire gli altri potrebbe al massimo essere un problema per loro : a me è del tutto indifferente, non faccio nulla di male e di cui dovermi vergognare. Per esperienza posso affermare che quasi tutto dipende dal modo in cui si pone la richiesta e ci si presenta; spontaneità, sincerità e rispetto ( sembrano cose ovvie, ma purtroppo oggigiorno nemmeno queste lo sono) hanno sempre trovato accolte queste mie strane richieste. E' vero, talvolta non è andata, ma dipende anche, e lo dico senza cattiveria, dal livello culturale del nostro interlocutore : non tutti capiscono che esistono hobby.... RISCHIO CONTAGIO Mi è già accaduto in due casi di contagiare qualcuno nella ricerca delle monete ; come giustamente riportato qui sopra, ci resta comunque la seconda scelta, che è sempre meglio di zero ; poi, sempre in caso di contagio, restano due favori : 1) con il contagiato si possono avviare scambi ; 2) l'interesse verso il collezionismo di monete, il giro che ruota intorno ad esso e, mettendoci un pochino di venalita', le quotazioni crescono proporzionalmente al numero degli appassionati ed alle loro richieste. PARLO DI ME Da due anni sono senza lavoro e vivo cogliendo e singole occasioni di guadagno che mi si propongono; questo ha bloccato la mia disponibilità alla spesa per acquistare monete ; da qui il mio interesse è stato dirottato sugli euro: soprattutto mia moglie lo vede come una sorta di risparmio, essendo comunque denaro spendibile ( e qui vado in pericolo, perché lei possa spendere gli euro da me raccolti deve prima acquisire lo status di vedova... ). La ricerca di nuove fonti dove poter trovare qualcosa di più è per me diventato un divertimento, una sfida, un pochino come un sportivo ha cerca di migliorare i suoi tempi. Non vi dico da un paio di settimane a questa parte che pubbliche relazioni sto facendo per arrivare in un certo posto dove girano tante, tante, tante monetine...2 punti
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Questo è un tuo compito........ti stavo solo dando una mano........ @@Giovanna .... e te pareva ....... ecco che alla prima occasione non me la facevi pagare ? :aggressive:1 punto
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Ciao Alfgio, scusami se ti rispondo ora ma vorrei dire la mia idea anche se ti hanno già risposto mi sembra e ti racconto un momento della serata di ieri. Parlavo con Cavaliere chiedendogli appunto se restasse anche stamattina al Convegno, mi ha risposto che sarebbe partito subito dopo la colazione. Gli ho detto un po' stupita:" Ma se ti fermi per dormire non ti conviene aprire il tavolo almeno per qualche ora?" Lui ha riflettuto un minuto e poi mi ha spiegato che se si fosse fermato anche per due ore sarebbe poi arrivato a casa a notte inoltrata perchè prima doveva deviare per Arezzo per accompagnarare il suo amico, scusate non ne ricordo il nome, con cui divideva il tavolo, ed aveva promesso a suo figlio di tornare per ora di cena... Come dargli torto? I collezionisti giustamente vorrebbero un Convegno pieno anche la domenica ma quanti collezionisti vanno ai Convegni la domenica effettivamente? A Verona la domenica mattina c'è il deserto, i corridoi sono vuoti e desolati anche se di commercianti non ce ne sono pochi...secondo me è un serpente che si morde la coda...ognuno di noi ha le proprie responsabilità in merito, come in tutte le cose. Ma una soluzione si troverà anche per questo problema, abbiamo tempo per pensarci. Ciao1 punto
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Concordo con te in tutto...specialmente con l'ultima frase... :bash: :bash: :bash: :bash: . Alla fine del Convegno mi hai ridotta così: :silly: :silly: :silly: :silly: :silly: , ciaooooo :lol: :lol:1 punto
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La prima cosa che mi viene da pensare quando leggo queste cose è il costo che comporta al bilancio dello Stato all'atto pratico un giochino grafico del genere...... Saluti Simone1 punto
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Buonasera Signori Da veneziano DOC aggiungerei un particolare del ponte di Rialto che pochi conoscono! Nell'arcata del ponte stesso dalla parte di Ca'Farsetti sede del comune di Venezia, è rappresentata l'Annunciazione. In particolare sul lato sx e raffigurato l'arcangelo Gabriele, alla sommità del ponte una colomba (simbolo dello Spirito Santo) e sul lato dx la Vergine Maria :) :) Molte volte questo straordinario particolare sfugge agli occhi della gente in quanto la colomba è nascosta da inserzioni pubblicitarie appese alla sommità del ponte. :angry: :angry: La costruzione dell'attuale ponte di Rialto, delle prigioni dei Piombi e del Ponte dei Sospiri avvenne sotto il dogato di Pasquale Cicogna.1 punto
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Estate 1968, scuola era fuori e vacanze estive erano arrivato con i suoi ettari ed ettari di tempo libero. Una settimana che sperimentato con una nuova "tiratura", apparentemente non molto tempo dopo che avevo imparato così numeri orientali l'estate potuto data mia moneta giapponese. Mio 1968 "modelli:" A sinistra è la denominazione di c.15mm "5", con la c.18mm "10" a destra (ho ancora il "20" ma corrosione ha sorpassato esso.) Ho usato un planchet più spessa rispetto con il "monete romane" l'anno prima, che ha consentito un disegno bifacciale. Sono di piombo ancora una volta e sarebbe stata dipinta, ma non sono mai stati. E naturalmente i bambini sono bambini, quindi non voglio essere troppo imbarazzato a recitare i dettagli di progettazione. L'Oriental "1" sotto l'alba recto è una data fatta stile dinastica e qui sta per 1968. Orientale grande "5" e "10" occupano il centro di inverte i due. Mie iniziali ci sono, e la "S", beh, collezionisti di monete americane riconoscerà marchio di zecca di San Francisco, che era un mini-ossessione entro l'hobby quando ho conosciuto monete. La zecca di San Francisco aveva chiuso nel 1955, ma aveva riaperto in metà -anni '60 a seguito della carenza di moneta. A causa della carenza di moneta, tuttavia, tutti mintmarks era stato rimosso dalle monete americane a partire dal 1965 nel tentativo di ridurre la domanda di collezionista. Mintmarks—e soprattutto di San Francisco "S"—restituito alla monetazione degli Stati Uniti nel 1968. E non per coincidenza, fece la sua comparsa prima quell'anno sul mio "monete". Ma questi modelli 1968 sarebbe la mia ultima avventura in coniatura. Io avevo esaurito il mio metallo approvvigionamento (i piombo piombini da pesca nella cassetta degli attrezzi di papà) e poi—come nel post di ottima di zenith1 sopra—la stessa cosa è successa a me come finalmente succede a tutti i bambini... smettere di essere bambini. :) v. --------------------------------------------------------- Summertime 1968, school was out and summer vacation had arrived with its acres and acres of free time. One week that summer I experimented with a new “coinage,” apparently not long after I had learned Oriental numbers so I could date my Japanese coin. My 1968 “patterns:” At left is the c.15mm “5” denomination, with the c.18mm “10” at right (I still have the “20” but corrosion has overtaken it. ) I used a much thicker planchet than with the “Roman coins” the year before, which enabled a two-sided design. They’re of lead again, and would have been painted, but never were. And of course kids are kids, so I won’t be too embarrassed at reciting the design details. The Oriental “1” beneath the obverse sunrise is a date done dynastic style, and here stands for 1968. The large Oriental “5” and “10” occupy the center of the two reverses. My initials are there, and the “S,” well, collectors of American coins will recognize San Francisco’s mintmark, which was a mini-obsession within the hobby when I first met coins. The San Francisco mint had closed in 1955, but had reopened in the mid-‘60s as a result of the coin shortage. Because of the coin shortage, however, all mintmarks had been removed from American coins beginning in 1965 in an attempt to reduce collector demand. Mintmarks—and especially San Francisco’s “S”—returned to U.S. coinage in 1968. And not coincidentally, made its first appearance that year on my own “coins.” But these 1968 patterns would be my last adventure in coining. I had exhausted my metal supply (the lead fishing sinkers in Dad’s toolbox), and then—as in zenith1’s excellent post above—the same thing happened to me as finally happens to all kids…we stop being kids. :) v.1 punto
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Se ti interessa sapere il valore per presentare un reclamo alle Poste credo farai un buco nell'acqua. A parte che contesterebbero l'imballo come inadeguato (in ogni caso), ma se ti va bene ti rimborserebbero quello che hai pagato tu (semmai avessi una fattura che lo attesta), altrimenti, se dovessero riconoscere la loro responsabilità, 50 Euro : 2 Euro x 25 monete.1 punto
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Non credo che sia casuale. Credo che sia effettivamente ripresa dalle monete di Maurizio Tiberio. Ma non saprei definire da questo l'epoca di coniazione tranne la data iniziale, ovvero il regno di Maurizio. Arka1 punto
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Anche per me quello raffigurato nella Dracma tra i due delfini non e' una stella , ma un polpo stilizzato per motivo di spazio disponibile nel modulo , rappresentato con i tentacoli aperti ( non si dice polipo , e' una malattia ) , tipica la membrana che unisce gli otto tentacoli ; inoltre non credo rappresenti una stella marina , questa ha cinque "gambe" , una stella del cielo che unione avrebbe con il soggetto marino dei delfini ? poi rimarrebbe comunque il dubbio della membrana .1 punto
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La moneta presentata ha più le caratteristiche di una falsificazione in rame e poi argentata. Anche quella della collezione Verri, anche se catalogata come Mistura, è una falsificazione in rame di parpagliola di Filippo III con data 1608, in monete moderne nel post delle parpagliole della Providentia ne ho postati due esemplari.1 punto
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Anche se non sarebbe la sezione giusta rispondo al punto 3: le sterline e i marenghi comuni non ovviamente in massima conservazione sono monete di borsa, cioè il loro valore dipende esclusivamente dal peso. Le differenze tra le 2 tipologie di monete sono il peso (8 grammi di cui 7.32 di fino per la sterlina e 6.45 grammi di cui 5.81 di fino per il marengo) e il titolo. La sterlina è in oro 917 mentre il marengo e tutte le altre monete d'oro sono in oro 900 (oro sterlina 8.00g x 0.917=7.32g di fino). Le sterline sono le più comuni e le più conosciute e per questo motivo sono più facili da vendere ad un privato rispetto alle altre monete, se poi si rivendono ad comune compro oro una moneta vale l'altra. Spero di essere stato esauriente, in ogni caso www.sterlinaoro.it ti spiega per filo e per segno i metodi e le differenze per l'investimento in oro.1 punto
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Sicuramente circolarono poco, anche perché avere in tasca tondelli di 41 mm per 30 g di peso, negli anni Settanta, era già sentito come qualcosa di obsoleto e scomodo. E poi esisteva una comoda banconota sempre del valore di 50 franchi. Sta di fatto che esemplari in perfetto FDC, cioè senza graffi e segnetti vari causati dalla circolazione, non si vedono poi così spesso. L'emissione di questi pezzi, così come dei pur sempre grandi e scomodi 10 franchi Hercules che sostituirono, era dovuta alla politica di "prestigio" che il governo francese perseguiva in ambito monetario, sforzandosi per quanto possibile di mantenere in circolazione una certa quantità di moneta in metallo pregiato, anche se i tempi erano ormai irrimediabilmente cambiati.1 punto
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belle le monete greche!! sopratutto la seconda il prezzo già si aggira sui 8,50 a coppia!!1 punto
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DE GREGE EPICURI A ore 1-2 mi pare di leggere VIBIO, quindi credo sia l'asse di Tiberio coniato ad Utica. La scritta completa del diritto è: TI CAESAR DIVI AUG F AUGUST IMP VIII. Al rovescio, Livia seduta e la scritta: C VIBIO MARSO PR COS ( opp. COS II, o COS III) C CASSIUS FELIX A II VIR.1 punto
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Grazie Cristianaprilia e Adran per i vostri consigli. Un saluto a entrambi e sicuramete ci " vedremo sul sito" :)1 punto
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La vignetta è stata pubblicata su un album dal titolo Gli Unni...e gli altri, propaganda antitedesca di vignettisti italiani, e l'autore, Enrico Sacchetti, è noto per aver pubblicato "un album con «ritratti del nemico»" http://www.larena.it/stories/Cultura/882852_quel_caricaturista_del_1883_gi_disegnava_gas_e_trincee/?refresh_ce#scroll=1005 La tua ipotesi, sul riferimento alla Prima Guerra Mondiale, direi che è più che plausibile ;) petronius :)1 punto
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Miglior consiglio non potevi avere! Prima di acquistare monete "importanti" meglio far pratica e confrontare quelle periziate nelle varie scale di conservazione. La Numismatica come tutto s'impara da chi è esperto e riconosciuto tale dalla comunità e non dal primo venuto. Se vuoi imparare a sciare avendo le possibilità chi vorresti come istrutture un qualsiasi maestro di sci o il Campione del Mondo?! Non c'è bisogno di chiedere tanto ma una buona impostazione iniziale vale molto e ti fa risparmiare qualche soldo,alla fine. :good:1 punto
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Grazie Bruno, se no sul serio qui passa solo il messaggio "del chi ce l'ha più lungo" :blum: Ogni moneta postata, sia essa un MB o un FDC eccezionale, merita lo stesso spazio. Ogni grado di conservazione di ogni singolo esemplare postato, serve a far capire a chi segue questo forum, come leggere una moneta. A volte, spunti di discussione cadono nel nulla.... Altre volte discussioni che si potrebbero esaurire un 4 post durano sette pagine.... Vorrei che ci fosse più confronto su questioni stilistiche e storiche, sarebbe un ottimo spazio questo per imparare qualcosa di più sulle monete che postiamo, limitarsi alla identificazione e valutazione diventa, a volte, troppo riduttivo. Renato1 punto
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Sì, certo, non c'è nessun problema l'importante è intendersi. In questo specifico caso, secondo me, non è un conio "diverso" ma lo spostamento di una parte del punzone che ha determinato una diversa "forma" finale. Ora se tecnicamente questa può essere definita "variante" va bene, io ho sempre inteso per "variante" un conio diverso fatto volontariamente per distinguere una "serie" di monete da un'altra, in questo esemplare la "diversità", io direi, è casuale. Una volta chiariti questi aspetti, sempre dal mio modo di vedere, una "variante" studiata e voluta dall'incisore ha un'importanza rilevante dal punto di vista numismatico mentre una "variante" derivata da un'errore di battitura ha un'importanza numismatica minore anche se è sempre interessante come curiosità.1 punto
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Direi che i 5, 10 e 15 € francesi così come i 5€ austriaci non si possono definire circolanti anche se vengono scambiati al facciale. 10 e 20 new pesos coniati dal 92 al 95 i primi e dal 93 al 95 i secondi avevano la parte centrale in argento successivamente sostituita dal rame-nickel. Anche i 50 N$ coniati nel 93-95 avevano la parte centrale in argento ma con 5 milioni di pezzi realizzati in 3 anni contro i 15 del 10 N$ nel solo 1995 (l'anno con tiratura più bassa assieme al 1994) non si può di certi definirli circolanti e infatti il Krause li quota solo UNC e BU. Stessa cosa per i 100 pesos coniati a partire dal 2003 e tutt'ora emessi con tirature che non superano mai i 250 mila pezzi.1 punto
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Ma in realtà....credo si possano già fare copie perfette non dissimili dagli originali nemmeno in una virgola....sarebbero le stesse quadrighe a essere convinte di venire dall'altro secolo..fidatevi...se po fà :D per 15mila penso che si possa fare tranquillamente ;) sicuramente non si può fare nello scantinato di qualcuno di noi..ma in teoria ..e. anche in pratica credo non vi siano limiti tangibili ;) probabilmente lo fanno già :) Occhio che il link è chiaro non si riferisca alla stampa 3D1 punto
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Mi trovo d'accordissimo con i pareri espressi da @@uncledear@ e vathek1984 Come al solito, motivo il mio pensiero con dati oggettivi Le tue valutazioni riflettono gravi lacune nella valutazione della monetazione in questione. Primo, è prodotta dalla zecca di Napoli, e per forza di cose, devi valutarla con canoni diversi da quelli di VEIII, monetazione da cui provieni Secondo, è una moneta ante 1870, e questo significa che si porta problematiche di conio ben diverse da quelle post 1870, che sono a loro volta ben diverse da quelle decimali fino al 1911, tanto per dare un'idea contestualizzando le monetazioni nel loro periodo. Questo ovviamente, non significa essere più buoni nella formulazione del grado di conservazione, ma essere oggettivi ed equilibrati nel valutare la moneta nel suo contesto temporale, soppesando difetti e problematiche di coniazione, Questa moneta per somma di difetti e aspetto generale, non può essere BB A mio avviso la giusta conservazione è MB. - la moneta, se non avesse avuto colpi al bordo, sarebbe stato un buon BB+, assai gradevole per rilievi, con usura omogenea, ed anche con patina gradevole, e te lo dice uno fanatico dell'alta conservazione, che però, quando si trova davanti una moneta gradevole, non sta tanto a cavillare nel cercare il pelo nell'uovo (che non c'è tra l'altro). Il bordo è per il 50% deformato da colpi, l'usura è marcata su entrambe le facce. Ma dove? dove sta stò bordo deturpato fino alla metà del giro? due colpi importanti al bordo al D/, ed uno comunque consistente al R/ il resto sono tacchette ed ondulazioni del tondello dovuti agli incusi nel taglio, e non dimenticare che nella zecca Partenopea, la preparazione dei tondelli la facevano senza troppi riguardi verso coloro che150 anni e passa dopo sarebbero stati tanto "pazzi" da collezionarle stè monete L'aspetto complessivo della moneta in oggetto non è certo gradevole, il BB è tutt'altra cosa, secondo il mio parere. Sorvolerei su questa affermazione, il fatto stesso che non hai ricevuto neanche un "mi piace" è già una dimostrazione del fatto che il tuo parere è errato, e riflette gravi lacune numismatiche nel giudicare monetazioni che non sono nella tua sfera collezionistica ma andrei poco oltre il peso, come valore. idem come sopra, anche questo errore molto grave Paragonare monete di epoche differenti, con problematiche di conio differenti, è un errore non indifferente. So già che rispondere a te non serve a nulla, ma volevo motivare e dare enfasi alle già ottime osservazioni fatte dagli utenti sopra citati, e fare anche io i complimenti per la bella moneta postata, bella soprattutto per il prezzo pagato. Ha fatto benissimo a prenderla a questo prezzo, sicuramente non troverà assolutamente di meglio come rapporto prezzo-qualità. saluto cordialmente Fabrizio1 punto
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Il monetario L. Aemilius Paullus è stato identificato nel console nel 50, oppure in suo figlio. conseguentemente, la moneta viene variamente datata dal 71 al 54. Al dritto la Concordia, dea dell'armonia e della comunità. In questo caso la testa velata si riferisce alla morte di Crasso che metteva in pericolo gli equilibri politici dell'epoca. La scelta di rappresentare questa personificazione sembra alludere ad un tema caro alla politica ciceroniana di questi anni, la concordia ordinum (Cic., in Cat., IV,15; De off., II, 78-84), da parte del monetiere, suo convinto sostenitore (Sall., Cat. 31,4; Cicero, Ad fam. XV, 13,2). Il retro commemora l'antenato L. Emilio Paolo, trionfatore di Pidna nel 168, sul re macedone Perseo, che si arrese al console senza scorta, accompagnato dai soli figli maschi. Proprio nella raffigurazione del rovescio sembra si possano identificare il sovrano ed i suoi figli con il magistrato romano davanti al trofeo. L'iscrizione TER può riferirsi sia ai tre trionfi celebrati dal generale (per le vittorie in Liguria nel 181, in Macedonia nel 167 e a Pidna, quest’ultimo citato da Velleio, 1, 9, 3), sia alla triplice acclamazione da imperator da parte delle sue truppe (la prima in Spagna, nel 189)1 punto
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Nel secondo periodo si hanno coniazioni dei grossi ( 1219- !220-1275)con pesi di gr. 1,35 e 0,85 gr.di peso ed è di gr, 1,20-1,05 di media. Nel terzo periodo 1275-1356 continua la battitura del grosso doppio con pesi di gr.2,00 -1,77, ma anche di grossi tornesi con pesi di gr,4,18-3,45 e diametro mm.27,00 ; sul grosso tornese certo si potrebbero dire poi molte cose in più.1 punto
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