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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/24/14 in Risposte
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Sara' che sono un forumista della (quasi) prima ora e anche che sono abituato d analizzare la ciclicita' dei fenomeni , ma io non vedo tutto questi declino. Anzi , se devo comparare alcune sezioni (l'Antica e la Medioevale, ad esempio) tra quello che erano (6-7 anni fa ) e quelli che sono adesso vi e' un abisso in termini di : - competenza - partecipazione - qualita' delle informazioni e referenze Che poi vi siano dei periodi particolarmente fecondi con la nascita e lo sviluppo di discussioni maestre questo dipende da molti fattori: moneta particolare, l'intervento di esperti o studiosi autorevoli, la dialettica particolarmente sviluppata di alcuni forumisti o di alcune discussioni etc. Non vedrei la situazione attuale cosi negativamente e poi teniamo anche presente che anni fa vi era un'unica sezioni medioevale mentre oggi vi sono piu' sezioni specializzate per regione che raccolgono moltissime discussioni su monetazioni anche medioevali. Se mettessimo assieme le discussioni di materiale medioevale che avvengono nelle sezioni di Venezia, Zecche del Sud, Savoia etc le discussioni sulle Medioevali acquisterebbero di colpo grande vitalita '. E in fondo e' cosi che occorrerebbe vedere la cosa, con uno sguardo d'insieme che comprenda tutte le tematiche relative ad un periodo considerandole unitariamente nel loro complesso e non come un discorso di singola sezione. Questo almeno il mio punto di vista.6 punti
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Ciao mirco,ciao à tutti, non possible rispondere Côme si déve,perché dal Telefonino,quando non sono gli occi troppo piccoli,son i ditti troppi grossi. E vero che certe volte ci troviamo ben soli noi quelli che postiamo per fare védere e fare piaccere a i nostri uguali. Portante molti anonimi vengono godarssi del lavoro fotografico e testuale. Vale piu un saluto e complimenti graditi Che passaggio fantomatique. E quello che da corragio a sempre andare in avanti. I miei amici li tengo sempre tutti cari,e quando posto e sempre con la stessa emozione Di essere sicuro Di fare quello piaccere che intretene quella fiara de la nostra passione. Ma son sicuro che quel amore Di storia su le monete non si spegnera cosi... Chi ne sara sempre una a admirare, analisare, e comentare.. Su que.. Un gran salute a tutti e figlie e figli Di questa grande famiglia...4 punti
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- TAGLIO : 2 commemorativo - STATO : Slovenia - ANNO : 2010 - Vantaa - Scultore : Luc Luycx - Incisore : Goradz Učakar - TEMA : 200° Anniversario dell'orto botanico di Lubiana - Tiratura : 910.000 circolazione 5000 coincard FS 10.000 capsula FS - Data di emissione : 10/05/2010 Il giardino è rappresentato nella moneta commemorativa di 2 euro con un esemplare di Hladnikia pastinacifolia, specie endemica della Slovenia appartenente alla famiglia delle Apiaceae. I periodi di fioritura vanno da giugno a luglio. Il giardino botanico di Lubiana è listituzione più antica della Slovenia, nato nel 1810, sino ad oggi non ha mai interrotto la sua attività. Collabora attivamente con oltre 270 giardini botanici in tutto il mondo, con attività scientifiche e pedagogiche. Oltre alla salvaguardia delle specie endemiche del luogo, il giardino è suddiviso in diversi settori: lArboretum dove prevalgono gli alberi ad alto fusto, il settore ecologico dove sono distribuite le piante acquatiche e di palude dove è ricreato lhabitat ideale per il mantenimento di queste specie al di fuori del loro territorio di origine. Il settore ecologico/geografico dove sono presenti piante di origine montana. La serra, prettamente inerente a piante di origine tropicale dove lambiente e controllato artificialmente per mantenere temperature ed umidità costanti durante tutto larco dellanno.Infine il settore delle coltivazioni dove oltre alle aiuole, le piante vengono fatteriprodurre e studiate per motivi di ricerca.Allinterno dellorto si organizzano convegni, workshop, visite guidate a gruppi e scuole. I giardini rispettano i seguenti orari e giorni di apertura: Dal 1° aprile al 31 ottobre: dalle 7 alle 19. Dal 1° novembre al 31 marzo: dalle 7 alle 17. Luglio e agosto: dalle 7 alle 20 Orario di apertura della serra: Martedì, mercoledì e giovedì dalle 11.00 alle 17.00. Sabato dalle 10.00 alle 13.00. Dove: Ižanska cesta 15, Lubiana4 punti
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A beneficio dei tantissimi appassionati (!) di emissioni imitative dei notissimi tirolini, vi propongo questa moneta, coniata in Svizzera, nella città di Lucerna, a partire dal 1501 e risalente ai primi anni del XVI secolo. In legende gotiche essa ripropone il tema dell'aquila e della doppia croce, con lo stemma della città. Si tratta di un'emissione molto rara, con le scritte MONETA LVCERN e LEODIGARIVS, nome del santo protettore della città.3 punti
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@@Giovanna Ecco un multiplo di Tiền dell'imperatore Bảo Đại tratto direttamente dal museo di Hồ Chí Minh: http://www.hcmc-museum.edu.vn/en-us/object-38.aspx Qui come moneta numero uno c'è la stessa tipologia ma di multiplo diverso in argento, con i caratteri tradotti: http://www.transasiart.com/Numismatique/numismatique_vietnam/baodai/nvnngn09b.htm3 punti
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Ho fatto qualche ricerca, dovrebbe rappresentare una moneta in Tiền dell'imperatore Bảo Đại. Ogni Tiền equivaleva a circa tre o quattro grammi d'argento ed erano coniati varii multipli sia in argento che in oro. Comunque dubito fortemente che sia autentica la moneta.3 punti
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E' vietnamita, infatti l'ideogramma superiore e quello inferiore sono rispettivemente 保 e 大 ovvero la trascrizione in caratteri cinesi (保大) del nome dell'imperatore vietnamita Bảo Đại che regnò dal 1926 al 1945. Il carattere sulla sinistra è 鑑 (medaglia), mentre quello a destra è 寶 (preziosa). Quindi il tutto dovrebbe essere letto come "Medaglia preziosa dell'era Bảo Đại".3 punti
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Ciao Mirco, si potrebbe dire tanto ma anche poco....dipende, certamente io rimpiango una discussione del tipo la nascita del grosso, che ebbe uno sbocco finale in SNI con la relazione del Prof. Saccocci e la visione di tanti grossi portati dai collezionisti, in pratica il collezionismo privato faceva quello che dovrebbe fare il settore pubblico, mostrava e spiegava, fu una enorme soddisfazione per me perchè ci tenevo che fosse così sul forum e in Società Numismatica Italiana e così fu poi davvero, il sogno si avverò.... Cosa era successo ? C'era molta condivisione, molto entusiasmo. Oggi io sono sul moderno e cerco di fare degnamente il curatore, finchè posso ovviamente, essere sul forum attivamente e creare spunti logora alla lunga, molti grandi attori hanno rallentato o fanno altro, molte discussioni si sono fatte a meno di ricominciare coi denari di Pavia, di Lucca.... Ci vorrebbe un pò anche un ricambio, forse aiuterà il nuovo assetto del forum, delle sezioni, cercherà bisogna, scusate se insisto su questo punto,incoraggiare chi si affaccia in punta di piedi, sostenerli sempre....i giovani.... Troppi leggono, pochi scrivono, aiutiamo chi propone....qualche bravo utente c'è anche nuovo, c'è per esempio qui sulmedievale una bella discussione sui grossi di Asti, c'è questo bravissimo utente di Asti che studia queste monete, è bravissimo eppure dopo il primo post si è cercato di sgambettarlo e questo è sbagliato, è capitato anche a me al mio quinto post da parte di un utente importante che però non scrive più, se non avessi avuto carattere avrei sicuramente smesso, ho continuato e ho fatto bene a farlo, ma certamente il compito nostro ora è di agevolare il cammino di altri, cercando di sostenerli e aiutarli, è poi quella che io chiamo la ruota della vita, della numismatica, direi anche di un forum come questo...... spero di vederti presto caro grande Mirco, colui ricordiamolo sempre, che iniziò la mitica discussione denari di Lucca, credo la più seguita di tutto il forum, una discussione che è impossibile dimenticare..... Mario3 punti
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Cercando di approfondire lo studio dei grossi astigiani, ho ampliato verso le altre zecche limitrofe ed ho rilevato una incongruenza. Mi spiego meglio. Luca Gianazza in: La circolazione monetaria nel basso Piemonte tra Due e Trecento: percorsi di ricerca, parlando del grosso tornese francese, della sua entrata e circolazione in Piemonte e di come le zecche locali abbiano coniato moneta simile, scrive: pag. 120: Asti, Chivasso, Cortemilia, Cuneo e Torino coniano a loro volta una moneta con caratteristiche non dissimili da quelle del gros tournois, percepibili non solo in un peso perfettamente in linea con quello della moneta francese, ma anche nella tipologia, con la ripresa del doppio giro di legende e della croce patente. Non mancano tuttavia elementi di originalità. Le monete di Asti, Chivasso e Cortemilia sostituiscono l’immagine del castello con la scritta REX in cerchio che già caratterizzava i denari astesi. Il dscorso viene ripreso qualche pagina dopo... pag. 123: La zecca di Asti avrebbe sfruttato la diffusione del gros tournois - a sua volta, come è stato mostrato, potenzialmente "moneta cattiva" nei confronti del grosso di Venezia, e forse dello stesso imperiale milanese - per produrre una moneta in quantità che dovettero essere consistenti, come porta a pensare l'elevato numero di gros tournois di Asti sopravvissuti fino ad oggi. Le zecche di Cortemilia e Chivasso avrebbero a loro volta fatto leva su questa situazione per produrre un grosso tornese ad imitazione di quello di Asti, come suggerisce la scritta REX nel campo comune alle tre monete. Non è a questo punto un azzardo ritenere anche le monete di Cortemilia e Chivasso di valore inferiore al nominale francese. La produzione di queste zecche rimase comunque più contenuta rispetto a quella di Asti: di Chivasso conosciamo oggi un solo esemplare, emerso nel ritrovamento di Lurate Abbate, mentre per Cortemilia il numero dei pezzi resta più incerto, in ogni caso dell'ordine dei tre-cinque esemplari 11. Nota 11: Nel CNI sono segnalati tre esemplari, dei quali due conservati a Torino e uno a Venezia. Mi è stata data segnalazione di due ulteriori esemplari, dei quali tuttavia non ho al momento ancora avuto modo di comprovare l'attendibilità. Andando a vedere il CNI ecco che trovo l'incongruenza che dicevo all'inizio. Secondo il CNI non ci sarebbe la scritta REX ne nel grosso tornese di Cortemilia (dove sarebbe PEX per APEX) ne in quello di Chivasso (dove sarebbe FER)... quindi?!2 punti
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Sfogo di un semplice appassionato senza pretese di storia e monete magari pure sbagliato Che bei ricordi di discussioni in questa sezione Era un piacere imparare ad ogni post qualcosa, leggere ogni intervento di amanti del periodo, semplici appassionati giovani alle prime armi, esperti. Quando apro la sezione vedo il deserto dove è finito quello spirito? Ancora lo si trova grazie ai fratelli corsi che ogni tanto ci stupiscono e smuovono qualche animo un grazie anche ai genovesi che non mollano nemmeno il più comune dei denari GRANDI. Il mio augurio che sia un momento di stanca a tutti i livelli, che arrivi presto nuova linfa,che renda di nuovo attiva e partecipata questa meravigliosa sezione,che qualche idea,possa, invece di allontanare utenti svogliati? spaventati? li riavvicini. Non spetta me dirlo ma credo sia sotto gli occhi di tutti che qualcosa sia e stia succedendo. Con queste poche righe spero che nessuno si senta offeso o tirato in causa, lungi da me una simile intenzione Ringrazio vivamente anche il più piccolo post fatto da chiunque nella sezione medioevali cordialità mirco2 punti
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Per tutti gli utenti e per l'amico @R.E.IN.SENA allego questa lira del 1915 A voi eventuali commenti in merito e grazie, Gabriele2 punti
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Per quanto riguarda i Del Carretto penso che se sapessero quanto è stato speso negli ultimi anni per il restauro dei ruderi del loro castello si rivolterebbero nella tomba... ma a parte questo, il loro castello o quel che ne resta domina ancora oggi l'abitato di Cairo Montenotte (SV) che seppur amministrativamente si trovi in Liguria dal punto di vista ambientale e paesaggistico fa ancora parte delle Langhe, sistema collinare che si estende a sud di Asti e di Alba, a triangolo fin verso il savonese, penetrando per l'appunto anche in Liguria. Il castello dei Del Carretto, insieme alla torre fortificata eretta a poco più di 5 km dall'abitato di Cairo, nella frazione attualmente nota come Carretto, controllavano il transito lungo l'antica via Magistra Langarum, la più importante via del sale o via marenca, lungo la quale dai vigneti della Langa partivano uve e vini, e dalla Riviera arrivavano il pesce, il sale e l'olio. Della Magistra Langarum in territorio cairese, la maggior parte del percorso probabilmente corrisponde oggi allo stesso nastro d'asfalto che attualmente unisce Cairo Montenotte a Carretto, proseguendo poi verso Santa Giulia, con pochi tratti ciottolati riscoperti solo una quindicina di anni fa! Per quanto riguarda la storia: "Pochi anni dopo la morte di Bonifacio del Vasto (morto forse nell’anno 1130) avvenne la divisione del cospicuo territorio: I Contadi marittimi di Savona e Noli e quello montano di Cairo vennero assegnati al figlio Enrico detto il Guercio. Il contado di Cairo abbracciava due castellanie, quella di Cairo stesso e quella di Dego. Erano soggette a quella di Cairo le terre di Rocchetta, Carretto, Vignale e Carcare per una metà. All’epoca di Enrico il Guercio i Comuni di Savona e Noli, già molto emancipati, tendevano alla totale indipendenza dell’egemonia feudale. Enrico, spazientito dalla noia che gli procuravano detti Comuni, si rivolse all’imperatore Federico Barbarossa in cerca di maggior fortuna alla corte imperiale. La sua intelligenza e fedeltà valsero ad elevarlo in breve tempo al rango di Consigliere intimo dell’imperatore stesso che lo tenne in così grande considerazione da designarlo suo delegato alle trattative per la pace di Costanza ( 1183). Ma già nel 1172, per compensare la sua fedeltà, l’imperatore lo aveva investito di tutti i suoi beni che gli erano pervenuti dall’asse paterno. Sotto la Signoria di Enrico, essendo divenuti i contadi delle Langhe più importanti che non quelli marittimi, il feudo di Cairo acquistò fama e potenza. I traffici s’intensificarono, le strade furono rese più transitabili e più sicure, tanto che la "Magistra Langarum", la strada che attraverso il ponte degli Aneti saliva al Castello del Carretto e conduceva nella Valle Uzzone e da qui passando da Cortemilia, fino ad Alba e ad Asti, visse in questo periodo il suo tempo d’oro. Un fatto degno di nota avvenuto in questo periodo è la firma di una convenzione fra l’imperatore Federico Barbarossa ed i rappresentanti del Comune di Genova, nel castello di Rocchetta nell’anno 1171. Intermediario, naturalmente, fu Enrico del Carretto. Egli partecipò con onore alle crociate e si distinse nei maggiori avvenimenti politici del suo tempo. Fu, come il padre, molto liberale verso le istituzioni religiose, fondando nell’anno 1179 in Fornelli una Chiesa con annesso un ospedale capace di ricevere 12 infermi e designando quale rettore un canonico di Ferrania. Alla sua morte (1184?); i figli Ottone ed Enrico si divisero l’asse ereditario: Ambrogio e Bonifacio che rimasero esclusi perchè ecclesiastici, furono nominati successivamente vescovi di Savona. Ottone ebbe la Signoria di Savona e quindi di Cairo e terre vicine. Egli, però, nel 1191 vendette ogni diritto ed autorità che aveva in Savona trasferendo la sua sfera di azione nella valle Bormida e nelle Langhe assumendo il titolo Marchionale di "Del Carretto". Durante la signoria di Ottone, Cairo divenne il luogo più importante della valle Bormida. Il castello del Borgo era la dimora prediletta del marchese, il quale amava circondarsi di musici, poeti e trovatori per allietare i suoi periodi di riposo, alternando al questi passatempi battute di caccia e giostre. Secondo la tradizione fu sotto la signoria di Ottone che, nell’anno 1213, San Francesco d'Assisi, in viaggio per la Spagna ed il Marocco, transitò per Cairo. Egli percorrendo la litoranea fino a Vado, attraverso il passo di Cadibona discese in Val Bormida, proseguendo per Cortemilia, Asti e Torino e attraverso la via delle Alpi entrò in Francia e proseguì verso la Spagna ed il Marocco. A Cairo lo ricevette una folla plaudente e piena di amore e ammirazione per il serafico poverello. Nel castello viveva la figlia di Ottone del Carretto che era sordomuta fin dall’infanzia. Ottone in uno slancio di fede, invigorito dall’amore che nutriva per la figlia, fece chiamare San Francesco pregandolo di voler operare il miracolo. Il fraticello fra l’ammirazione, lo stupore e il delirio dei presenti esaudì l’accorata preghiera del marchese e la giovinetta riacquistò la favella. La notizia si sparse per il Borgo e le Valli limitrofe come un fulmine. Fu un continuo pellegrinare di folla che si prolungò per tutto il soggiorno del frate in Cairo; ognuno voleva conoscere l’autore del prodigio sovrumano e toccare il misero saio del Santo. Maturò così l’idea di fondare un convento francescano. Ottone riconoscente offrì il terreno in una valle amena sulla "Magistra Langarum", i mezzi per la sua erezione e San Francesco accettò l’offerta. Il convento ebbe vasta rinomanza nei secoli ospitando un numero considerevole di frati, salvo qualche sporadico periodo, in occasione delle distruzioni subite dal Convento. La prima per opera delle soldatesche di Facino Cane e l’altra forse durante la guerra che il duca Carlo Emanuele I condusse nel Monferrato. I religiosi però non si persero d’animo e con grande coraggio riattivarono e ampliarono il convento. Esso fu poi incendiato e distrutto durante le battaglie napoleoniche dal generale Victor nel 1799 e fu definitivamente abbandonato nel 1805, anno in cui Napoleone soppresse gli ordini religiosi e ne incamerò i patrimoni. Ora del vetusto convento non rimangono che i ruderi della Chiesa e il chiostro con le sue colonnine di pietra, le piccole cellette, e i resti di alcuni dipinti che la tradizione attribuisce al famoso Caccia di Montabone, detto "Moncalvo". Anche il misterioso cespuglio, posto al centro dell’orticello, cui per la perenne verzura la tradizione attribuisce qualcosa di mistico e di miracoloso, va appassendo. Ottone del Carretto governò in un periodo difficile per la potestà marchionale, quando cioè i Comuni, forti per la loro crescente indipendenza contrastavano efficacemente l’assolutismo feudale. Egli, per tenersi amica la Repubblica di Genova, donò con atto 25-7-1214 il Castello di Cairo con Carretto, Rocchetta, Vignaroli, metà di Carcare, Ronco di Malo, Montecavilione, Buzile oltre al castello di Dego e le sue pertinenze, al comune di Genova che a sua volta gliene diede investitura. Tali territori, però, la Superba si fece riconsegnare nel 1223 per le noie procuratele dai Marchesi del Carretto in occasione della vendita di Pareto e Pontinvrea, fatta alla, stessa Repubblica dal Marchese Enrico di Ussescio. Seguirono guerre e scaramucce fra i Signor Del Carretto e le città ora di Alba e ora di Asti, durante le quali i poveri abitanti di Cairo furono sottomessi a due imposizioni. Di ciò si rese ben conto il Marchese Ottone che, con atti rispettivamente del 1233 e del 1235, fece concessioni al Comune di Cairo. Morto Ottone gli successe Manfredo, il quale per mantenere la sua signoria, parteggiò un po’ con i Ghibellini e un po’ con i Guelfi. Nel 1243 fu alleato con Genova contro Savona, nel 1244 guidò papa Innocenzo IV che, da Genova attraverso Stella - Pontinvrea- Rocchetta Cairo - Carretto Cortemilia, si recava a Lione per convocare d’urgenza e in gran segreto un concilio e dichiarare la decadenza dell’imperatore. Nei 1245 troviamo Manfredo contro Genova alla difesa, di Savona con gli uomini di Rocchetta e di Dego. Nel 1268 accolse il cugino Corradino di Svevia che con il suo esercito da Pavia muoveva alla riconquista del Regno di Sicilia, perduto dall’impero nel 1266 per opera di Carlo D’Angiò. Corradino fu accolto in Cairo con grandi onori malgrado la scomunica che Clemente IV aveva lanciato contro tutti gli amici dello Svevo. Egli ebbe l’aiuto per raggiungere Finale, ove, imbarcato il suo esercito su undici galee pisane, andò ad affrontare il nemico nella battaglia campale di Tagliacozzo (23 agosto). Così subì una dura sconfitta che in seguito gli costò la vita. Alla morte dello Svevo (1268) crollarono le speranze di unificare l’Italia sotto l’autorità dell’impero ed i Caretteschi si salvarono per miracolo dall’ira di Carlo D'Angiò per l’aiuto offerto a Corradino. A Manfredo successe il figlio Ugone, il quale il 26-5-1302 fu investito a Genova del luogo di Cairo e pertinenze. Egli il 25-9-1307 confermò in pubblico, nella Chiesa di San Lorenzo di Cairo, gli antichi privilegi concessi dai suoi predecessori al Comune (esenzione del pagamento dei diritti di successione ecc.). Manfredino, suo successore, continuò ad agevolare i cittadini cairesi, esonerandoli il 16-9-1315 dal pagamento di L. 60 genovesi annue, obbligo assunto dalla Comunità nel 1233 verso il marchese Ottone. E' in quest'ultimo periodo (1284-1313) che secondo il CNI vengono coniati i grossi tornesi a Cortemilia... tratto da: Cairo nella storia della Liguria e della Nazione, Gli Aleramici. di Piero Angelo Tognoli (Lagorio, 1971)2 punti
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Beh non voletemene, ma una sezione di monete medievali zecche italiane che col tempo ha subito il distacco della zecca di Venezia e delle zecche meridionali, senza dimenticare la Savoia... a mio modesto parere potrebbe aver influito un poco a raffreddare gli entusiasmi. Poi magari mi sbaglio.2 punti
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A mio parere siamo sul BB+, forse in mano può essere un BB-SPL. Onestamente non vedo il senso di periziare monete del genere (che tra l'altro non trovano in una bustina di perizia il migliore degli ambienti dove poter riposare), ma se a te piace avere uniformità di "visione" della tua collezione è una cosa che puoi valutare solo tu.2 punti
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buonasera @@staterepegaso @@eliodoro giusta la tua identificazione; non è un sole ma una ghirlanda con una stella in centro. è una moneta della città di Neapolis, vedi i dati, al retro non porta il nome della città in esergo. qui sotto riporto le le immagini trovate la prima, ricavata da: BRONZE COINAGE OF THE MAN-FACED BULL- è un disegno che pare copi esattamente la tua moneta . la seconda, ricavata da: ACSEARCH con i dati di riferimento per la catalogazione. mostra il retro com'è in realtà. (toro con sopra una ghirlanda con al centro una stella) le immagini sono fatte con lo scanner, e spero si vedano bene. buona serata Pietro2 punti
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basta che non fanno così per tutti i re europei sennò più che emissioni nazionali sembra un'emissione comune2 punti
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La duchessa ringrazia e ricorda anche le nostre pretese sulle terre di Monbazillac; terre da cui prese origine il giallo nettare che ancora si scorge a ore 2 dell'immagine e prematuramente scomparso fra le assetate fauci dei nobili commensali......alla prossima..... prosit! igh!! igh!!! :drinks: Mario2 punti
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Anzitutto perché una moneta da 10.000 euro non salta fuori per caso. In secondo luogo Vi sono differenze - anche molto evidenti - con gli esemplari autentici. Da questa foto potrai scorgerle velocemente tu stesso : http://www.numismatica.it/Foto/20l27vecc.jpg Ciao!2 punti
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Ritengo utile pubblicare gli stemmi di Giuseppe Napoleone e Gioacchino Murat, entrambi re di Napoli. Sebbene i volumi da cui sono stati tratti siano stati digitalizzati da Google, non è possibile visualizzarli giacché si tratta di tavole piegate su se stesse e quindi non scansionate. Per completezza, pubblico anche le leggi statuenti i due stemmi. Stemma di Giuseppe Napoleone Fonte: Collezione degli editti, determinazioni, decreti e leggi di S. M. da' 15 febbraio a' 31 dicembre 1806, Napoli Stemma di Gioacchino Murat Fonte: Bullettino delle leggi del regno di Napoli, anno 1808, da luglio fino a tutto dicembre, Napoli Legge sullo stemma Reale_L. 263-1806.pdf Legge pel nuovo stemma della Corona_L. 183-1808.pdf2 punti
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Sentendomi chiamato in causa non posso far altro che ringraziare Mario... spero avremo prima o poi modo di conoscerci di persona, magari davanti a qualche bella moneta! Ora scappo ad aprire una nuova discussione sui grossi tornesi di Cortemilia e Chivasso, sperando di solleticare l'interesse e la partecipazione di qualcuno! :D Luca2 punti
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E' autentico, mal ridotto ma senza alcun problema di autenticità,non facciamoci prendere dalla paranoia dei falsi. Giustamente Eliodoro ha chiesto perché nutriva dei dubbi,ma credo che la risposta della maggioranza lo possa convincere Saluti Babelone2 punti
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La moneta è più che collezionabile, l'MB se lo merita tutto, oramai ad inseguire solo le alte conservazioni, si sta tralasciando una fetta importante del materiale numismatico che una volta la faceva da padrone; ben venga chi apprezza anche una moneta non in alta conservazione, ma che, a seguito della sua consunzione, trasmette tutte le vicissitudini che ha dovuto affrontare per giungere fino ai giorni nostri.2 punti
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Caro @@scacchi buona serata Quello che dici è vero, però temo che questa fase di "stanca" che sottolinei, sia da ascrivere a quella ciclicità che, in un forum tematico come il nostro, avviene. I "vecchi" utenti, quelli che hanno infuso lo sprint nei primi anni, forse, hanno elargito ciò che potevano elargire... e credo che sia difficile per tutti mantenere un trend come quello che rimpiangi. Nuove leve sono arrivate, dando a loro volta nuovi spunti di discussione, oppure riprendendo argomenti che ormai erano "sotterrati" da centinaia di discussioni successive. Forumisti, i cui nick erano forieri di discussioni appassionate, non si leggono più...ce ne sono altri, però, anche se per loro è sempre più difficile trovare nuovi argomenti. Si fa di tutto per motivare i ragazzi affinchè partecipino più attivamente, anche se chiederanno cose già scritte o lette, non importa; può essere che nascano nuovi spunti comunque. L'augurio è che lo spirito si ravvivi; è giusto crederci. Un caro saluto luciano2 punti
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Aggiungo qui il pdf del lavoro di Gustave Blum, Numismatique d'Antinoos. E' uno scritto del 1914 ma è ancora la referenza principale nel campo della numismatica di Antinoo. Il file è stato digitalizzato da google ma è di pubblico dominio solo negli USA (e scaricabile solo da un computer negli Stati Uniti, o da un computer con un IP statunitense.... ;) ) Numismatique d'Antinoos - G.Blum.pdf1 punto
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Per gli amici Napoletani, probabilmente lo avrete tutti. http://www.ebay.it/itm/151447894294?ssPageName=STRK:MEWAX:IT&_trksid=p3984.m1423.l26491 punto
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Negli anni addietro alcuni studiosi fantasticarono sulla collocazione della zecca che coniò sesquiducati con la P. Qualcuno scrisse che vennero coniati a Palermo. Ricordo che quando lessi questa notizia con Pannuti, quest'ultimo mi rispose "...... Sbagliato! P è l'iniziale di Pannuti e non di Palermo!" ahahahaah :rofl: Comunque in ordine di rarità è possibile stabilire approssimativamente che i sesquiducati siglati più rari sono quelli con la M, poi con la S, poi con la B e infine la P.1 punto
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Bisogna tenere presente che San Paolino oltre che di Lucca, è (credo) un patrono anche di Senigallia , il cui ducato fu per un buon periodo, dominio diretto del Papato... e forse gli autori del presumibile falso .. giocavano anche su questo...1 punto
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Concordo con @@Giovanna, non abbiamo fretta, l'importante e comunque riuscire a divulgare le esperienze acquisite, aspetteremo e quando sarà possibile leggeremo anche questa opera, che sicuramente sarà interessantissima come la precedente sui falsi................1 punto
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Allora dovrebbe essere un Crawford RRC 339/4d, emissione anonima con (al retro) la legenda ROMA sotto la prua e i globetti avanti a essa (mi sembra di intravederli, nella tua foto, ancorché un po' sfocata). Vedi la scheda http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B65/4. E' una variante comune, di poco valore, ma comunque molto interessante dal punto di vista storico. Si ritiene una coniazione d'emergenza, avvenuta in pieno bellum sociale a fianco di quella con LPDAP (http://www.lamoneta.it/topic/101792-serie-enea-con-lpdap/), da cui si differenzia per la mancanza della legenda (LPDAP, appunto).1 punto
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Depression Scrip Prima di concludere il discorso sull'insediamento di Roosevelt e sulle prime misure prese per combattere la Depressione (tranquilli, non intendo raccontarvi tutto il New Deal :D) soffermiamoci un attimo su un interessante fenomeno, niente affatto nuovo, ma forse meno conosciuto di quelli, analoghi, verificatisi in altre epoche o altri paesi. Mi riferisco al proliferare di una monetazione d'emergenza, emessa dai soggetti più svariati, per fare fronte alla penuria di circolante, perché la crisi, oltre ad avere, come abbiamo visto, portato a una riduzione della produzione della Zecca, aveva anche provocato, come sempre in periodi simili, la sparizione delle monete, soprattutto gli spiccioli, sia d'argento che di altri metalli (gli alti valori in oro spariranno a breve per decreto). Niente di nuovo si diceva, ne abbiamo già visto un esempio con gli hard times tokens (post #27 pag. 2), e anche in altri periodi gli americani avevano fatto ricorso a una monetazione d'emergenza, ma a quella che inizia a circolare nel 1931, raggiungendo il suo massimo nei due anni successivi (ma continuando poi a essere utilizzata, anche se in misura molto minore, fino al 1939) danno una vitalità e una varietà che si erano viste di rado prima, e non si vedranno più dopo. Il paragone più vicino, anche nel tempo, è con i notgeld austro-tedeschi del decennio precedente, per il numero degli emittenti e la varietà dei materiali usati: carta, legno, pelli di animali (perfino di pesci), metalli poveri, vulcanite e, meraviglioso esempio di storia che ripete se stessa, conchiglie. I collezionisti chiameranno queste emissioni Depression Scrip, Ralph A. Mitchell e Neil Shafer nel loro Standard catalog of Depression Scrip of the United States, conteranno circa 1.100 soggetti emittenti, molti con diverse tipologie...un numero, comunque, quasi sicuramente in difetto. Nessuno dei 48 Stati (tanti erano all'epoca) è esente dal fenomeno, che contagia anche i Territori dell'Alaska e delle Hawaii...vediamo alcuni esempi. A Tenino, nello stato di Washington, estremo nordovest, il materiale usato è il legno...non per niente siamo in un territorio ricco di foreste Un po' più a sud, i business men della cittadina di Heppner, nell'Oregon, trovano un uso alternativo delle pelli di pecora Ancora più a sud, Crescent City e Pismo Beach, bagnate dal mare della California, rinnovano l'antichissimo uso delle conchiglie...opportunamente manoscritte Venendo infine al materiale più usato, la carta, alcuni scrip sono semplici foglietti che indicano l'emittente e il valore, ma molti, come accadeva già per i notgeld austro-tedeschi, illustrano con belle e colorate vignette le attrattive del luogo, quasi un manifesto turistico, come questo biglietto da 1 dollaro della Contea di Mecosta, Michigan, luogo ideale per la pesca, il golf e il pattinaggio su ghiaccio petronius1 punto
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Di questo passo, però, arriveremo a negare tutto, persino l'evidenza, o a vedere ovunque lo zampino dei servizi segreti...roba da complottari eh! Un altro errore, poi, è utilizzare le magagne del passato per screditare le prove attuali.1 punto
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in merito al disco di festo, interessante notizia: http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2014/10/24/il-disco-festo-il-primo-cd-rom-di-eta-minoica_41f197ff-dcfd-400a-9dfe-29d1bac995a0.html Il famoso ed enigmatico 'Disco di Festo', datato ad almeno 4000 anni prima dello sviluppo della scienza informatica, non sarebbe altro che il primo CD-Rom mai realizzato e - secondo gli scienziati che sostengono di averlo finalmente decifrato - conterrebbe una preghiera alla Grande Madre, la divinità più diffusa in quell'epoca nel bacino Mediterraneo. A sostenere questa nuova teoria è, come riferisce il sito Archaeology News Network, il dottor Gareth Owens, dell'Istituto di studi tecnologici (Ted) di Creta, che afferma di aver finalmente decodificato i segni che vi sono incisi. Per quasi un secolo molti altri esperti hanno cercato di comprendere il significato delle iscrizioni sul disco e questo è l'ennesimo tentativo di interpretare ciò che i suoi 241 glifi, composti da 45 simboli unici tracciati a spirale su entrambi i lati, significano. Owens ritiene di aver individuato due parole-chiave: "madre incinta" e "signora molto importante". Il passo successivo sarà quello di svelare il significato specifico di ogni glifo - tra cui quelli che sembrano rappresentare una testa piumata, un bambino e un alveare - così come il loro antico utilizzo. Il disco di Festo venne ritrovato il 3 luglio 1908 nel sito archeologico dell'omonima città sull'isola di Creta, sotto un muro di un palazzo minoico. Il reperto fu riportato alla luce da una spedizione archeologica italiana guidata da Luigi Pernier e Federico Halbherr. È un disco di terracotta di 15 centimetri di diametro e 16 millimetri di spessore e la datazione stratigrafica ne attribuisce la fattura al 1700 a.C. Oggi è esposto nel Museo archeologico di Iraklion a Creta. "La parola più ricorrente è 'madre' e, in particolare, è riferibile alla dea madre dell'era minoica", ha detto Owens. Per arrivare ad enunciare la propria teoria, il ricercatore ha preso in esame gruppi di segni individuati in tre aree su un lato del disco. Essi vengono letti come "I-QE-KU-RJA" e secondo Owens "I-QE" significa "signora di grande importanza". Sull'altro lato del disco, lo studioso ha invece identificato la parola "akka" che, ha detto, significa "madre incinta". Per questo motivo Owens ritiene che una faccia del disco riporti una preghiera dedicata ad una donna incinta e l'altro lato ad una puerpera. Secondo esperti consultati da ANSAmed, se l'interpretazione di Owens fosse esatta, entrambe le preghiere incise sui lati del disco sarebbero dedicate alla stessa Grande Madre - la dea della fertilità adorata da tutte le civiltà Mediterranee sotto diversi nomi -, la prima nella sua 'potenzialità' di generare la vita (incinta) e la seconda dopo aver prodotto i suoi frutti (puerpera). L'antico disco, ha concluso Owens, è stato utilizzato in pratica per memorizzare informazioni proprio come si fa oggi con i moderni CD-Rom e la sua importanza si basa sul fatto che proviene dalla Creta minoica, la prima civiltà del continente a conoscere l'uso della scrittura. skuby1 punto
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Bel gettone da gioco tedesco spiel marke che raffigura un personaggio per ragazzi noto in Italia come Pierino Porcospino Periodo 1880 - 19141 punto
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Ho capito Eliodoro, però imbattersi in pezzi dubbi e falsi sulla baia è frequente, nulla di troppo strano. E' l'assistere alla carrellata di una casa internazionale a lasciare disorientati; con nefasti effetti sui collezionisti, soprattutto i meno scafati, posso assicurare...1 punto
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Anni fa fu aperta questa discussione con oggetto simile. Qui troverete altre foto interessanti http://www.lamoneta.it/topic/13440-galleria-degli-orrori/?hl= Saluti Simone1 punto
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faccio un saltino di qua per dire la mia :) un tempo ero più attivo in questa sezione, anche se attivissimo non lo sono mai stato in quanto intervenivo essenzialmente solo in relazione a una specifica zecca cittadina, quella della mia città, l'unica che conosco e seguo. è vero però che ho aperto diverse discussioni (sempre con questa tematica) e che almeno una si è rivelata lungimirante e, per qualcuno di referenziato, anche illuminante :) attualmente faccio, immeritatamente, il curatore della sezione delle antiche imperiali... per fortuna sono in buona compagnia in quanto personalmente non credo di avere elevate competenze per "curare" una sezione di tale portata! tuttavia cerco di fare del mio meglio e di apportare anche lì il mio contributo fattivo in un periodo in cui (tutte le sezioni son paese! :D ) si lamenta il languire delle discussioni proficue di un tempo. credo che ci sia un momento di relativa calma (ma solo apparente) un po' in tutto il forum. o almeno in determinate sue sezioni. perché? per una concausa di eventi: - la stanchezza ciclica che affligge gli utenti della prima ora - l'elevato livello di specializzazione che ha raggiunto il forum e che, in un certo senso, può intimorire chi vuole aprire per primo una discussione - l'esigenza di un ricambio generazionale o comunque di nuova linfa - il quadro normativo che interessa la numismatica antica/medievale - la settorializzazione che hanno intrapreso molti utenti che si sono specializzati in particolari tematiche e che quindi intervengono solo in relazione a quelle (io stesso praticamente intervengo e apro solo discussioni inerenti al III secolo e/o, come dicevo, alla mia zecca cittadina) - la mancanza di tempo di molti della vecchia guardia e, anche della nuova! - e, perché no, la mancanza di qualche moneta frutto di un eccezionale ritrovamento sulla piazza commerciale o virtuale che accende gli animi e apre al confronto e alla nascita di nuove teorie/ipotesi/discussioni... ma, in questo caso, le monete non possiamo inventarcele quindi... finché non appaiono, di che si discute? - una stanchezza generale, quella c'è, c'è sempre e sempre ci sarà perché fa parte dei casi della vita siamo un po' ottimisti e... rilanciamo noi per primi che notiamo questo momento un po' "in adagio" aprendo discussioni, postando monete delle nostre collezioni, aprendo interventi divulgativi e altro... non necessariamente bisogna puntare al "contenuto sublime". mai come in questo momento, se l'esigenza è quella di attirare e richiamare nuova linfa, c'è da puntare al "contenuto onesto": semplicità, chiarezza e abc perché la numismatica non dev'essere un hobby/scienza/passione d'élite, ma una sana passione che tutti possono coltivare e a cui tutti possono contribuire.1 punto
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Secondo il mio modesto parere è superiore a MB, quantomeno al dritto. A occhio mi pare di vedere forse una traccia di un foro riparato in corrispondenza della tiara e del punto tra CIVITAS e VRBINI. Se è stata pagata il giusto è comunque una moneta rara e sempre piacevole da aggiungere ad una collezione di monete papali. Se posso dire la mia, ma senza alcuno spunto polemico beninteso, ci stiamo assuefando alle monete perfette, intonse e almeno SPL o superiori. Quelle che una volta erano lo standard per noi comuni mortali, le monete circolate e vissute, sembra non attirino più le attenzioni del collezionista medio che tende sempre a puntare in alto e a tralasciare le conservazioni minori anche su pezzi di una certa importanza, anche a costo di tenersi il buco in collezione. Teniamo conto che stiamo parlando di monete che sulle spalle hanno secoli di uso, vicissitudini, guerre e chissà quant'altre ne hanno passate, quindi personalmente un modulo di questo tipo, anche se in conservazione modesta, è sempre meritevole di entrare in collezione.. o almeno questo è il mio pensiero. la civitas vrbini in BB in giro si trova anche attorno ai 1000 euro... quindi ben vengano monete più modeste che ci consentono di soddisfare la nostra fame collezionistica risparmiando molti, moltissimi soldi da destinare ad altri acquisti! Ovviamente, monete pesantemente usurate, danneggiate o con grosse magagne non le prenderei nemmeno io, ma direi che non è il caso della moneta in oggetto. Complimenti per l'acquisto da parte mia! :good:1 punto
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Ecco un'altra versione dei due stemmi di Gioacchino, tratti dall'opera enciclopedica sull'araldica napoleonica del Revérénd: (da: G. C. Bascapè/M. del Piazzo [con la cooperazione di L. Borgia], Insegne e simboli. Araldica pubblica e privata, medievale e moderna, Roma-Firenze, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Le Monnier 1983, p. 793)1 punto
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Se questo è il tuo pensiero sei sulla buona strada per me..... Forza e coraggio ;)1 punto
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Oltre a quello di Aurora, indicato come prova nella perizia, ma in realtà è un progetto, fuori virola, c'è poi questo, in virola. Esiste anche una terza variante, di dimensioni ridotte, minore il peso e minore il diametro. Sono decisamente belli ma, viste le proporzioni sono proprio scomodi!! Forse la scelta degli aquilini in argento, anche se meno belli è stata dettata dalla praticità.1 punto
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oggi giornata proficua, altro ritrovamento che non avevo mai visto prima, peccato che la moneta sia conciata maluccio finalmente una moneta italiana degna dell'osservatorio rarità Taglio: 50 centesimi Nazione: Italia Anno: 2007 Tiratura: 4.955.490 Condizione: B Città: Gallarate (VA)1 punto
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@@enrico123 permettimi di darti un consiglio che nasce dalle ultime richieste che hai fatto...........se cerchi di fare l'affare a tutti i costi, va a finire che l'affare lo fanno i soliti pataccari. Le monete non le regala nessuno e quando ti sembra troppo bello per essere vero.........non è vero. Quindi scegli monete con belle foto e spendi il giusto, eviterai brutte sorprese.1 punto
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Buongiorno, vorrei presentare questa corona austriaca del 1908, celebrante i 60 anni di regno di Francesco Giuseppe, presa sabato scorso. E' interessante notare la leggenda in latino che conteggia gli anni come "dodici lustri gloriosamente compiuti". La moneta pesa 5 grammi , arg 835, km 2808, coniati 4.784.992 esemplari.1 punto
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Beh, quando impedisci a qualcuno di votare, avrei dei dubbi. Ma è successo anche nelle elezioni USA del 2000, come acclarato dalla commissione elettorale americana e, coerentemente, nessuno ha messo in dubbio la democraticità di quella presidenza (beh quasi nessuno, a dire il vero) Ecco, ho dei dubbi sul fatto che i "nostri" interessi debbano essere per forza coincidenti con quelli americani. Senza alcuna valutazione politica, ricordo una bella battuta di Andreotti: "che bello quando in Italia c'era un'opposizione che ci consentiva di dire qualche no agli alleati, quando non eravamo d'accordo con loro..." E' una battuta (forse...).1 punto
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@@gallo83 posso in parte condividere ma quando di mezzo c'è la professionalità , il " ben gli sta " occorrerebbe rivisitarlo . Affidarsi ad un terzo per un giudizio che seppur soggettivo è dettato da una scontata esperienza nel settore , non autorizza a spacciare un mb o definito tale da occhi altrui per un BB o qualcosa di più , solo perché certificato . L'onestà e la correttezza vengono prima dell'essere perito :) Saluto.1 punto
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Ebbene sì ...... preso da uno spirito autolesionista ho pensato di raccogliere in questa discussione le immagini di tutte quelle monete che in un certo momento della loro vita hanno avuto per così dire ..... un uso alternativo. Per la drammaticità di alcune immagini, se ne consiglia la visione ad un pubblico adulto! :lol: Comincio con quello che ho in casa: N.1 Monete-posate1 punto
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