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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/02/14 in Risposte

  1. Ormai l'articolo è apparso e possiamo pubblicare questa monetina molto affascinante per tutta la storia che ha alle spalle. Filippo III d'Asburgo 1598-1621 Mezzo Carlino Argento diametro: 17,3 mm peso: 1,31 g D: + PHILlPP • III • D • G • REX • ARA • VT • S Busto con tocco arciducale volto a destra, nel campo a sinistra GF/GI R: Anepigrafo Tosone sospeso volto a destra circondato da sei globetti, in corona di quercia chiusa da due + Rif. PR - CNI - MIR - che dite, la mettiamo a catalogo?
    4 punti
  2. Caro @@Ric70 temo che il discorso sulla quantità calcolata o calcolabile del 50% sia una bufala terribile che ogni tanto viene tirata fuori per coprire le nefandezze giudiziarie che in nome di una "Tutela" (che tutela non è) vengono bellamente compiute, a danno dei collezionisti (e a tutto favore dei soliti loschi figuri che continuano ad agire ben poco disturbati...) con risultati finali per la vera tutela decisamente deludenti ( a onor del vero ci sono anche operazioni che portano a dei bei risultati concreti ed importanti, ma non sono certo quelle operazioni contro i collezionisti numismatici nostrani). La legislazione relativa ai beni culturali è sì restrittiva, ma è l'applicazione fuorviante, che a volte ne viene fatta, la responsabile dei nostri mostri quotidiani. Non a caso le assoluzioni e le archiviazioni fioccano, quindi mi sa che è il sistema di partenza che la applica, più che la legge stessa... Quanto al patrimonio e alla sua percentuale, se da un lato il Patrimonio italiano è certamente uno dei maggiori del mondo, dall'altro non è certo l'unico importante. Quindi, anche nell'incertezza di definire cosa è bene culturale o meno ( in Giappone considerano oggetto culturale dei templi in legno vecchi di cinquemila anni che ogni 15 anni vengono rifatti ex novo, in altro paese orientale le rondini sono considerate bene culturale etc.) la percentuale, ove calcolabile, sarebbe molto, molto inferiore al 50%... ( al massimo qualche punto percentuale) Invece, il discorso che tu fai sull'intollerabilità della lunghezza dei processi etc. è totalmente condivisibile ! Cordialmente, :) Enrico
    4 punti
  3. no, mi riferivo alla statua che sta davanti al porto di Livorno e che è uno dei simboli della città rappresenta Ferdinando I circondato da quattro prigionieri con fattezze turche o berbere. Per celebrare questa impresa ed i trionfi riportati contro i corsari barbareschi dall'Ordine dei cavalieri di Santo Stefano, Ferdinando fece erigere un monumento in suo onore. La statua del granduca fu commissionata allo scultore Giovanni Bandini, che la realizzò a Carrara a partire dal 1595, per essere quindi trasportata per mare a Livorno nel 1601. Tuttavia l'imponente monumento restò ai margini della piazza della darsena per ben 16 anni, fino al 1617, quando fu innalzato su un piedistallo alla presenza di Cosimo II de' Medici, succeduto al padre Ferdinando nel 1609. Successivamente, nel 1621 fu dato incarico a Pietro Tacca di completare l'opera di Bandini con l'aggiunta, alla base del piedistallo, di quattro mori incatenati, che lo scultore portò a termine in più riprese, tra il 1623 ed il 1626. Lo stesso Tacca eseguì un gruppo di trofei barbareschi che furono collocati intorno alla statua di Ferdinando, mentre un suo allievo, Taddeo di Michele, realizzò la sommità del piedistallo in marmo. Il monumento avrebbe dovuto essere completato da due fontane con mostri marini, realizzate dal Tacca intorno agli anni trenta del Seicento, che però non giunsero mai a Livorno, ma furono poste in piazza della Santissima Annunziata a Firenze.[2] I Quattro mori costituiscono comunque la parte più rilevante dell'opera: le accentuate torsioni (mutuate dallo stile diGiambologna) e le smorfie di dolore ben rappresentano la condizione di prigionia dei soggetti, che si sublima in un insieme di grande realismo ed eleganza. Infatti Pietro Tacca prese a modello alcuni mori reclusi nel Bagno dei forzati, la vasta prigione ubicata a breve distanza dalla Fortezza Vecchia. I modelli furono scelti per rappresentare le quattro età della vita dell'uomo e sono di diversa etnìa, tutti con espressione di sommesso dolore psicologico e rassegnazione. I primi due posti sul fronte del complesso monumentale rappresentano un uomo vigoroso, il più giovane degli altri, conosciuto col nome di Morgiano e forse di origine greca o ionica, con lo sguardo rivolto verso il cielo. Gli fa coppia sull'angolo destro il vecchio corsaro, tradizionalmente conosciuto come Alì Melioco, forse di origine turca. La profonda attenzione ai particolari anatomici manifesta l'età avanzata del suo corpo muscoloso e possente, evidenziata in particolare dalle rughe che gli solcano il viso. La coppia di statue posteriori fu posta alla basa del monumento solo successivamente. Il primo corsaro, di etnia probabilmente nordafricana e conosciuto da alcuni col nome di Alì Salettino (forse dalla città di Salè), rappresenta il vigore dell'età matura, ancora con un fisico possente ed energico. Infine il quarto è di chiara origine africana. da wikipedia
    3 punti
  4. Credo che saremo tutti d'accordo nel fare i migliori auguri a Panorama Numismatico per il n. 300, sperando che sia solo un traguardo di un ancor lungo itinerario!
    3 punti
  5. idea semplice.. bah dite la vostra :-) Milan, Italy.. http://www.friziodesign.it/coins/expo-1.jpg http://www.friziodesign.it/coins20.html :-)
    3 punti
  6. Secondo voi una moneta comune di questa conservazione diventa mooolto rara?
    2 punti
  7. Anche se con ritardo per problemi personali,vorrei ringraziare Francesco per aver organizzato questo bellissimo convegno..io sono stato solo sabato ma è' stato bellissimo..vorrei fare un saluto particolare a Eliodoro che ho conosciuto meglio dal vivo è soprattutto a Giovanna..senza di lei i convegni non sarebbero la stessa cosa..è un saluto dalla mia compagna Valentina.Un abbraccio a tutti e a presto
    2 punti
  8. Se vogliamo parlare di eccezionale, qualità superiore, eccone una che è senz'altro degna di questi appellativi, senza alcunchè di regalato. Ovviamente, ne scappa fuori una ogni... boh... è la prima ed unica in questa qualità, senza segni di contatto e con dei fondi così lucenti che abbia mai visto.
    2 punti
  9. Premesso che non conosco questa medaglia, direi che l'elemento utile per la sua identificazione possa essere rappresentato dalla sigla all'interno dell'esagono posto al di sopra della scritta. Forse quel marchio sta ad indicare un Ente che commemora con l'emissione di questa medaglia l'incoronazione della Regina. E' solo una ipotesi : ma potrebbe anche avere una sua logica.... @@sulinus
    2 punti
  10. I Quattro Mori Il Monumento ai Quattro Mori è il simbolo più conosciuto di Livorno. La sua storia nasconde molte sorprese: per prima cosa va detto che questa opera dovrebbe essere più correttamente chiamata "Monumento a Ferdinando I", anche se in città tutti la chiamano semplicemente "I Quattro Mori". Deve il suo nome alle quattro realistiche e vigorose figure in bronzo di mori incatenati al piedistallo. E' situato in piazza Micheli, dove sorgeva la Porta Colonnella, affacciato sulla Vecchia Darsena, oltre la quale si estende il Porto Mediceo. L'opera fu commissionata dallo stesso Granduca Ferdinando. Dopo la sua morte nel 1609, il progetto fu terminato in suo onore dal figlio Cosimo II. È composto dalla statua di Ferdinando I de' Medici e da quattro statue di bronzo che raffigurano dei pirati in catene. In origine il monumento fu commissionato per celebrare le gesta dei Cavalieri di Santo Stefano, fondati 1561 da Cosimo I per combattere i pirati che infestavano il Tirreno. La statua, in marmo di Carrara, è opera dello scultore Giovanni Bandini: fu scolpita tra 1595 e il 1599. Giunse per mare a Livorno nel 1601; ritrae il Granduca con l’uniforme di Gran Maestro dei Cavalieri di Santo Stefano. Ai suoi piedi si trovano i quattro possenti bronzi incatenati, opera di Pietro Tacca, aggiunti in un secondo tempo; furono fusi a Firenze in un'officina di Borgo Pinti, trasportati a Livorno via Arno e aggiunti al basamento tra il 1623 e il 1626. Il Tacca, al quale fu affidata l'opera, propose senza successo di fare una statua che raffigurasse l'opera religiosa di Santo Stefano: alla fine si dovette accontentare di forgiare i "Quattro Mori". Lo scultore, assistente del Giambologna per l’erezione del Monumento a Enrico IV a Parigi, poi distrutto durante la Rivoluzione, ne riprese il motivo. Le cronache affermano che si fosse recato di persona alle prigioni di Livorno per fare studi anatomici sui corpi degli schiavi. Si dice che il primo dei “Mori” a sinistra sia Morgiano, un prigioniero che Pietro Tacca conobbe e ritrasse nel “Bagno” livornese. Ma i mori del Tacca si sono presi la rivincita sulla storia, in quanto da secoli sono, agli occhi del popolo, i veri protagonisti di questo gruppo scultoreo. In effetti questi bronzi, caratterizzati dalla naturalezza realistica delle forme, dalla plasticità, dalla tormentata torsione dei corpi e dalla perfezione anatomica, sono sicuramente suggestivi. Il maestro Piombanti arrivò ad affermare: “tu non le diresti di duro bronzo formate, ma sì d’umana carne tinta col colore del bronzo”. Un brutto momento i Quattro Mori lo passarono alla fine del XVIII secolo, quando il generale Miollis, al comando dei soldati napoleonici di stanza a Livorno, additò il monumento come un insulto all’umanità, proponendo la sostituzione della statua di Ferdinando con quella della libertà che soggioga i quattro vizi. Per alcuni mesi la statua fu tolta dal piedistallo, ma poi fu nuovamente ricollocata al suo posto il 23 luglio 1799, dopo la fuga dei Francesi. Purtroppo la statua fu depredata degli ornamenti in bronzo consistenti in un turbante, un arco, un turcasso e una scimitarra, fusi nel 1622 da Taddeo di Michele su disegno del maestro Pietro Tacca, e collocati sullo zoccolo. In epoca più recente, anno 1888, il monumento fu spostato di circa ventri metri verso terra fino alla posizione attuale: con l'occasione fu ingrandita la base ed allargato il perimetro dei cancelli. La curiosità: Il monumento simbolo di una città, nato con un intento e diventato famoso per delle figure secondarie, spostato e modificato più volte, costituisce motivo di curiosità senza altri particolari, ma a tutto questo si aggiunge una credenza popolare, che qualcuno avrà anche avuto modo di constatare di persona in piazza Micheli. Capita spesso di vedere persone aggirarsi ai vari angoli della piazza a scrutare le statue in cerca di un punto di vista particolare, dal quale sono visibili contemporaneamente i nasi dei Quattro Mori. Questo punto esiste: se passate da Livorno vi invitiamo a verificarlo di persona.
    2 punti
  11. Se non vuoi perdere tempo non c'è nulla di interessante,meglio i negozi o le aste numismatica o i piccoli convegni! Altrimenti c'è Portaportese sia a Trastevere la domenica che l'altro nuovo dove trovi alcuni banchetti ma ti ripeto nulla di che e molti ma molti falsi!
    2 punti
  12. L'antica Via Ostiense , a circa 50 metri dalla Porta attuale poco dopo ad Ovest della Piramide , prima della deviazione della Porta Ostiense effettuta da Aureliano come descritto nel post e la posterula rifatta modernamente che ne ricalca l' antica posizione .
    2 punti
  13. Moneta rara proprio perché comune ... Scusate l'ossimoro, ma queste monete erano destinate alla circolazione, per questo erano coniate in gran quantità e nessuno si sognava di conservarle. Per cui, in questa conservazione per me diventa rara. Saluti.
    2 punti
  14. "allora, se lo scopo è solo quello di far cassa, con conseguente azzeramento della componente valoriale numismatica (e questo succederebbe probabilmente solo nel caso più eclatante dei 5000 pz, si spera), perchè non fondere il tutto e piazzare direttamente i lingotti ? Per lo stato non cambierebbe nulla, e nemmeno per i collezionisti ... che qualche attenzione la meritano pure, visto che lo stato ha spesso dedicato loro svariate coniazioni in oro (anche nei tempi dell'euro), cedendogliele non certo al prezzo del puro metallo ..." Innanzitutto non ha alcun senso fondere le monete in quanto ciò comporterebbe delle spese e dei cali che non hanno alcuna ragion d'essere, così come anche l'apposizione di punzoni, oltre a "snaturare" le monete, richiederebbe ulteriori interventi del tutto inutili e costosi. Ma scusa. che cosa prevedeva il famoso decreto del 25 maggio 1992 che ho postato integralmente al post nr. 176 di questa discussione?....perché e da lì che dobbiamo partire per individuare gli scopi che si proponeva (propone?) lo Stato in merito a queste monete. Riporto il passaggio saliente del decreto: "RITENUTO che ai fini di cui sopra si rende necessario costituire un'apposita Commissione di esperti appartenenti alle Amministrazioni interessate con il compito di individuare e mettere a disposizione del Museo della Zecca le monete già assegnate nonché di procedere alla catalogazione, alla valutazione del loro valore numismatico nonché alla composizione di lotti, sotto il profilo numismatico, delle monete restanti, formulando altresì ipotesi di alienazione o immissione graduale sul mercato." Questo è ciò che lo Stato si proponeva di ottenere con quelle monete; non si parla né di fonderle e neppure di "marchiarle", ma si prevede che la commissione formuli "ipotesi di alienazione o immissione graduale sul mercato". Ed è all'interno di questa previsione che dobbiamo rimanere, sempreché nel frattempo non sia cambiato qualcosa....ma questo non è dato saperlo a noi comuni mortali. Gli eventuali "svantaggi" che una piccolissima frazione di cittadini-collezionisti subirebbe dall'immissione sul mercato di questi pezzi, non trovano alcuna tutela in quanto prevalgono gli interessi superiori dello Stato e della collettività dei cittadini non collezionisti, che sono la stragrande maggioranza. D'altronde, ciò non mi sembra affatto uno "scandalo". Non sarebbe infatti la prima volta che una moneta, ritenuta fino ad un certo momento rara o rarissima, diviene comune o molto comune a seguito dell'immissione sul mercato di ritrovamenti di analoghi nominali apparsi successivamente in quantità "industriale." Questo è un rischio che i collezionisti amanti delle rarità sanno di correre e fa parte delle "leggi del mercato". Ecco perché, alla luce del decreto, possiamo discutere ampiamente sulle modalità di "alienazione o immissione graduale sul mercato", di quelle monete ma opinare che ciò non debba avvenire perché comporterebbe la "svalutazione" delle stesse monete oggi in mano a pochi collezionisti, mi sembra una posizione molto di parte e contraria agli interessi pubblici perseguiti dal decreto del 1992. Se poi, invece, qualcosa nel frattempo è cambiato....che facciano un altro decreto e smentiscano se stessi. Saluti. Michele
    2 punti
  15. Taglio 2 euro comm Nazione Portogallo Anno 2013 Tiratura 525.000 Condizione spl ++ Città Bereguardo (PV)
    2 punti
  16. Concordo con l' amico Mario, da sapere il numero di Banco che al momento giusto verrà messo a conoscenza per tutti gli amici
    2 punti
  17. Non potrei entrare in questa discussione come conoscitore di monete romane poiché non lo sono, ma posso dire qualcosa come esperto ... di vacche. A proposito sul dubbio che avete sollevato se si tratti di una vacca, di una manza, di un toro o di un vitello, .... certamente non è un maschio. Non ha le caratteristiche fisiche del toro e neppure del vitellone, ... ma inoltre non ha i testicoli ( mi direte che potrebbero esser nascosti dall'arto posteriore dell'animale, ma sarebbe un po' difficile)e soprattutto non ha il prepuzio (e questo, situato sotto la pancia, si dovrebbe ben vedere!). In pratica, se non ha palle ne uccello non è un maschio. Dunque è una femmina. Giustamente è stato fatto notare che non si vede la mammella. Anche se si trattasse di una razza da carne qualcosa si dovrebbe vedere. E' dunque una manza, una femmina giovane non gravida o non ancora a termine gravidanza (nelle razze da latte le mammelle cominciano "a scendere" e farsi evidenti solo negli ultimi mesi di gravidanza e nelle razze da carne ancora più tardi). Per me è indubbio che si tratti di una manza.
    2 punti
  18. @@Il collezionatutto ciao,la trovo molto bella,non tosata come la maggior parte di esse,complimenti
    1 punto
  19. @@bocchan Esiste una sezione dedicata dove puoi aprire una discussione............. :lol: http://www.lamoneta.it/forum/23-scambi-euro/
    1 punto
  20. Caffè e brioche ripiena.....
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  21. Ecco due news 2014: Taglio: 50 cent Nazione: Vaticano Anno: 2014 Tiratura: 1.448.376 Condizioni: qSPL Città: Milano
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  22. Bellissime foto @@claudioc47, e dopo le giuste argomentazioni e spiegazioni, il mio giudizio sale dallo SPL+ al qFDC
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  23. @@Rex Neap ecco quelle al microscopio relative a quella venatura (è in rilievo) che ti ho accennato, che penso sinano fratture di conio. Le altre sono troppo pesanti, proverò con un altro post.
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  24. Vedendo un po' i cataloghi d'asta vedo che effettivamente i mezzi e quarti di zecchino sono rari, in più notavo che diversi che ho visto sono forati, non mi sembra che sullo zecchino ci sia lo stesso fenomeno, mi domando, e forse ci starebbe, viste le ridotte dimensioni, se erano molto usati come monili, gioielli, se insomma era una usanza praticata, e se praticata in Venezia o in ambiti diversi magari..... Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App
    1 punto
  25. @@numizmo Io non ti chiamo carissimo come fa @@gionnysicily perché mi sembra un termine inappropriato da parte mia nei tuoi confronti ,desidero tuttavia risponderti, anche se non lo volevo fare, perché non volevo scendere al tuo stesso livello, ma visto che metti in discussione l' onestà delle persone con accuse inappropriate, cattive, subdole e dai doppi sensi, lanciate in alcuni post di precedenti discussioni e che ancora continui su questa scia in questa discussione verso chi aveva detto la famosa frase " trasuda autenticità ", cioè verso di me, visto che l'ho detta io, ho deciso di risponderti. Premesso questo,la stessa domanda che ti sei fatta tu la faccio io a te: "quali interessi diretti o quanta competenza c'è", nel contestare il famoso CALIGOLA ed il tetradramma di KIMON della NAC, cercando di innescare in questo caso un meccanismo inverso a quello del Pertinace,addirittura è sceso in campo @@art74 cioè il sig. Arturo Russo,titolare della Nac,e credo che mi scuserà sicuramente se lo cito, ma nel messaggio si è firmato rinunciando all'anonimato perché evidentemente si era talmente rotto i c......ni di queste assurde esternazioni che non ne ha potuto più ed ha voluto dare una bacchettata di quelle indimenticabili,citando addirittura l'opinione personale della buon anima di suo padre e per chi vuole leggere le discussioni sono ancora agli atti del forum,visto che si cita la competenza e gli interessi. Le monete false sono sempre esistite ed esisteranno sempre,fatte in tutti i modi e con tecniche sempre evolutive,mi ricordo di un caso particolare che addirittura alcuni anni fa giravano dei fusi falsi fatti in resina,molti collezionisti conoscevano questa storia e si era sparsa la voce di queste riproduzioni e di dove venivano, chissà forse ne hai sentito parlare anche tu. In tutta questa discussione soprattutto sono stato anche molto deluso dai moderatori e dal @@RdS Aste responsabile del sito che hanno permesso e stanno ancora permettendo a questa persona di usare termini quali "Interessi diretti" non valutando assolutamente la gravità di una tale affermazione ed i meccanismi che possono innescare nei confronti delle persone che hanno la coscienza a posto,pertanto alla luce di quanto sopra esposto, pregherei i responsabili del sito di cancellare il mio profilo dal forum visto che non sono abituato a queste accuse infondate e gratuite. A mia discolpa sul giudizio del Pertinace posso solo dire che la mia valutazione è stata fatta sulla foto del catalogo e non su quella ad alta definizione e ciò mi ha ingannato,mi sono accorto subito dell'errore ed ho inviato un MP ad un forumista ( se lo vuole, a sua discrezione, può anche confermare ciò) in cui ammettevo il mio errore ma per orgoglio personale non ho voluto fare marcia indietro,quindi numizmo mettiti il cuore in pace che non è come pensi tu, ma si è trattato solo di un semplice errore ed anche la famosa competenza che citi non c'entra niente,personalmente riconosco i miei limiti cosa che invece non sai fare tu ( vedi Caligola e Kimon ), cospargiti ogni tanto il capo di cenere e non fare sempre il censore ed il primo della classe ricordati che nella vita c'è sempre uno più bravo di noi, ed in ultima analisi mi sento di condividere il pensiero di Gionny ma credo che all'interno del sito si stiano creando delle correnti e dei gruppi che non fanno altro che nuocere alla trasparenza ed alla verità del forum facendo allontanare molte persone. Mi scuso con gli altri utenti per questo sfogo personale ma a tutto c'è un limite e credo che questo si sia oltrepassato,adesso lascio la replica a numizmo al quale premetto che non risponderò perché non merita una mia risposta ed anche perché non voglio più fare parte della comunità,ho risposto alle sue accuse di cui sopra solo perché infondate, lo invito tuttavia ad usare ed a valutare i termini con attenzione perché forse non si è reso conto della gravità delle sue asserzioni, e questa è un attenuante che gli voglio concedere. Saluti a tutti e buon prosieguo Babelone
    1 punto
  26. Per avere notizie sulla medaglia, attendiamo Borgho, il mago delle medaglie religiose. Parecchi anni fa, ho visto sacerdoti appuntare medaglie del genere sul bavero a bambini che ricevevano nello stesso giorno la Cresima e la prima Comunione. Anche questa la si può definire portativa, come ha indicato Dareios : sul nastrino celeste sono ancora visibili i due fori nei quali passava la spilla con cui appendere la croce al vestito. Oppure la medaglia era il ricordo di una visita al Santuario del Santo....
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  27. Ma volevo ritornare su quanto si diceva prima sulle differenze di tondello e di iconografia tra le due coniazioni. Utilizzo un ulteriore esempio di Napoli, forse qualcuno potrà notare una lieve tendenza a collezionare anche pezzi di Napoli...., un tarì del 1694, mi serve perchè poi l'anno del confronto col filippo milanese è poi quello e sullo stesso anno possiamo vedere le grandi differenze. Tra l'altro qui al rovescio ritorna il tema del Tosone, ma certamente tutto questo lo potremmo vedere anche nel ducato o nel mezzo : da una parte abbiamo ancora un tondello coniato a martello, qui la precisione del tondello, senza tosature, la pulizia dell'iconografia. Ma certamente i ritratti sono estremamente diversi, uno con sembianze studiate, perfette, è un Re diciamo " come si vorrebbe che fosse ", ma la realtà invece non era questa e in quello di Milano, anche un pò comunque benevole, si notano invece le crude fattezze di Carlo II. Forse quindi un modello del Re contro un realismo crudo e impietoso, sicuramente c'entrano i coniatori, chi decideva come doveva essere il messaggio che poi il popolo doveva avere e recepire, un messaggio anche per le autorità spagnole. Perchè Milano rimase così indietro rispetto ad altre zecche nella coniazione a macchina e si preferì invece continuare con un tipo più grossolano e che continuava la tradizione consolidata ? Probabilmente la decadenza spagnola, il ritmo delle coniazioni che comunque colmano una richiesta che c'era, le autorità spagnole che non vollero decidere cambiamenti innovativi che sarebbero stati impegnativi e costosi e allora Milano continua col martello, che però sprigiona realismo di immagine e un fascino che il martello lascia sempre in tutti quelli che vedono e hanno in mano queste monete ....
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  28. Comunque la verità è la cosa più importante. Quello che deve essere saputo deve essere saputo, e quello che deve essere fatto deve essere fatto. Altrimenti succede come sempre, ovvero che ognuno sbandiera ai propri interessi (e con essi pretende trattamenti di un certo tipo) ed è impossibile qualsiasi operazione che abbia qualcosa di minimamente organico. Le cose così non possono funzionare.
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  29. Placcata...sulle vele della nave si vede chiaramente il rame sottostante che affiora...
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  30. Con quest'ultimo innesto, ed in assenza di altre 1823, possiamo passare all'anno successivo. ______________________________ 1824 German states Prussia Federico Gugliemo III° 1 Silber Groschen (1/30 di Tallero) in argento .222
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  31. @@annovi.frizio è bellissima quella della commemorazione 15-18 !
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  32. ohh... ieri pome mentre ero al lavoro nel freddo delle campagne feraresi mi sono imbatuto in una scoperta... un regalo di natale... pensate che in mezzo alla cavedagna ho trovato - mezzo bolognino in rame però e molto mal messo.. - un quattrino "bononia docet 1779" buono ma devastato dal verde rame - e un 3 cent. di napoleone 1807 V ---- questa è una moneta R2... ----- però anch'esso in pessime condizioni... ...vabbè.... Magari non vi interessa però dovevo dirlo a qualcuno che potese capire la gioia che si può provare... la ragazza o gli amici a cui l'ho detto mi hanno risposto freddamente a siii.. non opssono capire.... vabbè basta così.... ciao ragazzi...
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  33. Partendo dal presupposto che se lo stato incamera soldi dalla vendita delle monete, questi sono della collettività, collezionisti e non, potrebbero essere usati in molte maniere per favorire i cittadini in vari ambiti. Il sistema con il quale si vuole fare cassa e poi uno solo vendere le monete, che vengano vendute in 10 anni o in un colpo solo, la maggiore immissione sul mercato di una tipologia di moneta ne fa inevitabilmente crollare il prezzo, con buona pace dei collezionisti, non ritengo giusto fondere le monete o contromarcarle solo per non arrecare danni a chi già è in possesso di tali esemplari, il collezionismo numismatico è anche questo, immaginatevi se un giorno nei magazzini della Zecca si scoprisse un barile con migliaia di pezzi delle 500 lire "PROVA" Caravelle, il loro valore crollerebbe, quindi fondele e vendere l'argento solo per non arrecare danno a pochi, no non mi sembra giusto e cosi per il tesoretto scoperto, piuttosto opterei per unaselezione dei migliori esemplari da posizionare nel Museo della Zecca, altri di questi esemplari dovrebbero essere donati ai Musei Italiani con collezioni numismattiche, ed infine organnizzare una vendita che renda partecipi solo Musei ed Istituzioni Estere, dopo di che si potrebbe procedere alla vendita vera e propia ai privati in un asta pubblica, cosi il numero delle monete sarebbe sempre rilevante ma avrebbe un minore impatto sul valore di mercato delle medesime accontentando sia i collezionisti ed accrescendo le collezioni numismatiche dei Musei in generale.
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  34. 1 euro italia 2002 senza firma dell'incisore
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  35. Eh no, perché rimane comunque in 50 pezzi quindi molto rara, così come i 50 pezzi che si trovano in altissima conservazione di una moneta coniata in, chessó, 100000 pezzi. Comunque io ho solo espresso quello che è il pensiero comune, poi ognuno la può pensare come vuole, non vorrei andare off-tipic!!!
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  36. La conservazione è una cosa è la rarità un'altra..........giusto per fare l'esempio di Jacopo: se domani riscopriamo non uno ma 3/4 e più Rotolini (al supermercato) di questa moneta, perchè è stata coniata in grande quantità, la moneta è e rimane Comune.
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  37. Ciao, oggetto in bronzo... interessante ed insolito. E dei quali io francamente non ho alcuna cognizione specifica. La figura che descrivi come un "8" è a mio avviso un caduceo per cui abbiamo un tridente, un caduceo e una cornucopia. L'altra faccia sembra... alfabeto klingon! Tridente (sn) e caduceo (dx) con nastro. Il caduceo si ricollega di solito ad Hermes/Mercurio, il tridente a Poseidone, la cornucopia come simbolo d'abbondanza (di solito con frutta che ne fuoriesce) e di augurio di prosperità. Io la vedo come una sorta di augurio prima di un viaggio commerciale (Hermes/Mercurio era anche tra le varie, protettore dei commercianti e di commerci, traffici e guadagni) via mare con la protezione di Poseidone. Ma è solo un'ipotesi personale. L'altra faccia non ne vengo fuori... S M a ore 0 e 6 ? e quelle due V rovesciate? E quelle sfere? Mah... :whome: Ciao Illyricum :)
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  38. Saperlo ..... Tu dici bene: il 1/2 ed il 1/4 di zecchino del Manin, sono considerati ben più rari dello zecchino, che è comunissimo (e lo stesso vale anche per altri dogi) :pardon: C'è però, almeno in questo caso e in maniera incontrovertibile, la "riprova" di quanto sopra e cioè che nelle aste i 1/2 e 1/4 di zecchino si vedono moooolto di rado. Quindi può essere che siano stati coniati effettivamente in minor quantità e di conseguenza meno tesaurizzati. (purtroppo non ho dati sul numero di pezzi coniati nel periodo in parola) The market rule (la regola del mercato) si conferma attraverso la penuria dell'oggetto che, quando disponibile, costa una "fucilata". Regola che, a me pare, non ha fondamento nei confronti dello scudo d'oro a nome del doge Gritti; pesa meno dello zecchino e viene offerto a prezzi ben superiori rispetto a quest'ultimo; eppure in ogni asta ne viene offerto uno o più ..... e spesso è più facile trovare in asta uno scudo d'oro, piuttosto che uno zecchino. Sono due lati della stessa medaglia, con due "enigmi" apparentemente opposti. Ricordo del tuo 1/2 zecchino .... salvato da qualche catenina o braccialetto. :good: saluti luciano
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  39. Buona serata complimenti per l'esposizione e le notizie fornite. Non sono edotto delle politiche "marinare" toscane, ma è probabile che, come succedeva a Venezia, anche le navi toscane fossero comandate da personaggi cospicui della nobiltà, di nomina "politica". Cioè politici che, spesso, sapevano poco o nulla dell'arte e della tattica marinaresca, ma erano incarichi che dovevano considerarsi profittevoli per la carriera, appunto politica. In ogni caso erano accompagnati da comiti che erano esperti marinai. Al comandante designato, comunque, spettava la responsabilità della riuscita, o meno, dell'impresa. saluti luciano
    1 punto
  40. vedo che non sono l'unico s***nzo a non aver ricevuto ancora la 10 euro nuova! :whome:
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  41. salve a tutti, avete già detto tanto, sottolineando giustamente gli aspetti commerciali che portarono alla fondazione ed allo sviluppo di Livorno. Provo ad aggiungere qualcosa e ci provo partendo da quello che diceva dabbene: Ecco, simbologia e messaggi. Se il tollero con il porto è l'immagine della vocazione commerciale di Livorno, quello con la fortezza rappresenta bene l'altra esigenza che portò alla fondazione della nuova città, ossia la necessità di difesa delle coste dello Stato mediceo. Livorno infatti viene concepita come la chiave di volta di un sistema militare molto più ampio, costituito da decine di torri e da ottantuno località litoranee fortificate. La funzione portuale e quella militare sono connesse, il porto mediceo è la principale base operativa delle galere dell'Ordine di Santo Stefano. La città viene dotata dunque di fortezze, bastioni, torri e all'interno del perimetro urbano viene costruito anche il "Bagno dei forzati" destinato ad ospitare gli schiavi condotti a Livorno come bottino di guerra...(Samuel Fettah in AAVV Firenze e la Toscana) La principale esigenza militare era dunque difendersi dalla incursioni dei pirati turchi, e questo era il compito affidato ai cavalieri di Santo Stefano. L'Ordine, religioso e militare al tempo stesso, era stato fondato da Cosimo I (confermato dal papa nel 1562) e alloggiato nello splendido palazzo della piazza dei Cavalieri di Pisa, appositamente risistemata dal Vasari (@@tommydedo vatti a fida' dell'amici, t'aspettavi di legge' di Livorno e io ti ragiono di Pisa). Il riarmo navale sotto la guida dei cavalieri porterà anche ad azioni militari contro i porti algerini che ospitavano i pirati barbareschi. Importante la presa di Bona del 1607, e qui come non ricordare i Quattro Mori che sono forse l'unico gruppo scultoreo dove i comprimari rubano la scena al protagonista Ferdinando, che sta lì tronfio per aver liberato le coste toscane dai pirati. Quindi nella seconda metà del '500 i Medici fortificano le coste del loro stato, creano un'ordine militare-religioso per combattere per mare e si dotano di una rispettabile forza navale. Ma il '500 è anche il secolo in cui avvengono due grandi battaglie navali: Lepanto e la spedizione dell'Armada spagnola. In entrambe queste occasioni erano presenti navi toscane anche se, a dire il vero, un po' controvoglia. Comunque le memorie dei contemporanei ci possono dare un'idea della consistenza della flotta stanziata a Livorno, che se quantitativamente era piccola (ma non piccolissima), qualitativamente sembra essere stata di tutto rispetto. A Lepanto (1571) la flotta toscana partecipò al completo o quasi aggregandosi alla squadra del papa. Cosimo I probabilmente non era poi così felice ma a Pio V, che gli aveva dato il titolo di granduca nel 1569, non si poteva proprio dire di no. Le navi che parteciparono alla battaglia erano 12, tra i capitani ci sono anche i nomi di nobili fiorentini, tra gli altri un Medici e uno Strozzi, quanto ne capissero di mare poi.... i documenti non lo riportano. La squadra toscana, formata solo di galere di grandi dimensioni, impressionò i contemporanei, le navi furono giudicate "buonissime" o "assai buone" e si comportarono bene contro i turchi. (A. Barbero, Lepanto la battaglia dei tre imperi). Quest'altra storia che vi riporto è probabilmente meno conosciuta, ma conferma i giudizi positivi sulle navi del Granduca. Nel 1586 Francesco I si era accordato con Filippo II di Spagna per partecipare al commercio delle spezie che affluivano a Lisbona dalle indie. Nelle intenzioni del Granduca Livorno avrebbe dovuto diventare il centro di smistamento per il Mediterraneo della preziosa merce. Aveva così inviato la sua nave migliore, il galeone San Francesco, a Lisbona per ritirare il primo carico. Sennonché appena arrivata la nave fu immediatamente ispezionata dal marchese di Santa Cruz, incaricato di allestire la flotta che avrebbe dovuto invadere l'Inghilterra, il quale la trovò "migliore di tutte quelle al suo comando". Temendo che la nave potesse essere requisita il capitano Bartoli cercò di andarsene alla chetichella ma venne prontamente fermato e costretto ad aggregarsi ad una squadra spagnola che stava uscendo dal porto per dare la caccia ai corsari inglesi. Al ritorno Bartoli scrisse a Francesco I con amaro orgoglio che il San Francesco era l'unica nave nella squadra spagnola "che non imbarcava acqua e non aveva avuto avarie" nella missione appena conclusa, e questo rendeva assai improbabile che lo lasciassero ritornare... Il San Francesco, ribattezzato Florencia dagli spagnoli, alla fine fu requisito e costretto ad aggregarsi alla Invincibile Armada, partecipando così alla disastrosa spedizione del 1588. (A. Martelli, la disfatta dell'Invincibile Armada) Ho messo autore e titolo da cui ho preso le notizie, se a qualcuno può interessare l'argomento e vuole approfondire. Adesso, visto che ormai ho la cittadinanza onoraria, vi saluto con un'esclamazione... boia dé che curtura 'he ci s'ha tra tutti.
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  42. Innanzitutto i miei complimenti a Giuseppe. Anche se fa il modesto immagino che la gioia di una nuova e bella moenta in collezione sia sempre grande. Riprendendo l'ipotesi della parte finale del post di Francesco, a proposito dell'uso di Vtriusque Sicilie sulla monetazione di Carlo V, aggiungo una immagine tratta dal Paruta (1612). Difficile averne prova, ma visto l'uso corrente potrebbe in effetti essere che anche l'incisore abbia pensato a questo significato. Sauti A
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  43. Bella moneta, rara e di conservazione insolita; buon conio. La baia alcune volte da buone occasioni. Per la conservazione io mi terrei sul BB + dati i colpetti al R/ i graffi sui fondi e l'usura. Peró rimane un parer mio, sicuramente mi sbaglieró. Comunque resta il fatto che sia una bella moneta! ;)
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  44. Buonasera Luca, a proposito del ripostiglio di Lurate Abbate, è molto difficile stabilirne con certezza la data di interramento perché, a parte i nomi dei dogi di Venezia letti sui matapan, delle altre monete Ambrosoli ha dato indicazioni molto sommarie. Sto pensando soprattutto alle monete di Firenze presenti nel ripostiglio e dalle quali, se lo studioso milanese avesse riportato i segni di zecchiere, oggi ci potrebbero venire indicazioni molto utili al riguardo. Visto però che non potremo mai sapere con maggiore precisione quali monete fossero presenti, credo che dovremmo accontentarci del terminus ad quem che ci dà la moneta di Ludovico IV (non V come indicato da Ambrosoli ) ivi contenuta. Le monete di questo imperatore furono infatti coniate tra il giugno del 1327 ed il febbraio del 1329. Ora, poiché i primi denari imperiali di Ludovico il Bavaro con il titolo di rex furono scoperti solamente nel 1907-1908 dobbiamo pensare che l'imperiale di Lurate fosse il tipo "più comune", con il titolo di imperator (in caso contrario Ambrosoli non avrebbe certo mancato di segnalarlo), coniato non prima dell'incoronazione avvenuta nel gennaio del 1328. Questa seconda tipologia di imperiale fu poi emessa fino al febbraio del 1329. La data di nascondimento del ripostiglio non può dunque essere antecedente il gennaio 1328. Il fatto che fosse presente un unico esemplare potrebbe infine significare che quando il gruzzolo fu nascosto tali monete erano appena entrate in circolazione. Naturalmente in questo caso si tratta di un ipotesi non altrimenti verificabile. Spero di esserle stato d'aiuto. PS per quei pdf che lei sa, la prego di scusarmi, ma nei giorni scorsi sono stato molto impegnato con il lavoro. Abbia ancora qualche giorno di pazienza. Una buona serata, Teofrasto
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  45. Ciao, allego anche questo articolo: https://www.academia.edu/1098687/Monete_romane_forate._Qualche_riflessione_su_un_grand_th%C3%A8me_europ%C3%A9en_J.-P._Callu_ e http://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/PN-235-Gianni-Graziosi-monete-bucate.pdf Il primo è quello ripreso dalla Perassi per il suo testo... Fibula romana con monete forate inserite. Ciao Illyricum :)
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  46. Crawford data questa emissione all’82. L. Manlius tradizionalmente viene identificato con il L. Manlius Torquatus, che fu proquestore in Oriente e console nel 65; nacque quindi al più tardi intorno al 108 (in base al suo cursus honorum). Per Assenmaker le emissioni 367 e 368 risalirebbero invece alla Guerra Sociale, negli anni 90 e 89, e il titolo imperator sarebbe legato non a un’acclamazione imperatoriale, bensì all’investitura dell’imperium durante il secondo anno del conflitto, quando Silla successe al defunto console L. Porcio Catone. Anche l’emissione di aurei si giustificherebbe con il clima d’urgenza della Guerra Sociale. L’ovvia conclusione è che Silla fu il primo a fregiarsi sulle monete del titolo di imperator (quale detentore dell’imperium), anticipando C. Flavius Fimbria, che secondo la tradizione era stato il primo a usare questo titolo, sui rari cistofori (3 esemplari noti) emessi nell’85. Fimbria era diventato il comandante mariano, a seguito di un ammutinamento, dell’armata romana inviata in Asia Minore a combattere contro Mitridate e Silla. Nel 90-98 però L. Manlius Torquatus doveva avere meno di venti anni e quindi non poteva diventare il proquestore responsabile dell’emissione; fonti letterarie attestano l’esistenza di un altro L. Manlius, che fu governatore della Gallia Narbonese, col titolo di proconsole nel 78 e che ebbe un ruolo nella guerra contro Sertorio in Spagna, e quindi avrebbe i requisiti per essere stato giovane proquestore nel 90-89. Si ignora il significato della “T coricata” che compare sulla variante Cr. 367/3 e nell’aureo 367/2. Potrebbe stare per Torquatus; Bahrfeldt nel 1923 l’aveva interpretata come una L, per indicare il cinquantesimo anno di età di Silla, nell'88. Silla, anche se immensamente ambizioso, voleva apparire fedele alla tradizione iconografica repubblicana: fu infatti il primo vivente ad apparire su una moneta romana (ammesso che non si tratti di una sua statua), ma al R/, mentre al D/ compare la classica testa di Roma, che vale a esaltare l’identificazione del programma sillano con i destini della Repubblica; Silla si sentiva predestinato alla restaurazione degli antichi fasti repubblicani. Il caduceo nelle mani del trionfatore significa che il trionfo è a questa data ancora auspicato (Campana; Belloni); gli fu infatti concesso nell’81. Belloni osserva che su alcuni denari compaiono alcuni numerali, incisi molto debolmente, che egli ritiene segni controllo incisi direttamente sulle monete (e non sul conio) e poi cancellati alla meglio, esaurita la loro funzione, prima che le monete entrassero in circolazione. A partire da questa data le lettere EX S C scompaiono, per ordine di Silla o per compiacerlo, dalle serie di monete che il Senato continua ad emettere, come se quella grande istituzione si inchinasse al completo di fronte ad una volontà superiore.
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  47. Trovo saggia la decisione di restringere il campo sui costantinidi, la collezione acquisterà coerenza ;)
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