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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/05/14 in Risposte
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No, Disney non c’entra niente, il Pippo di cui mi accingo a scrivere è Filippo Maria Visconti. Niente di serio, ovviamente, ma una libera interpretazione di quel poco che ho potuto leggere e soprattutto capire …a modo mio. Pippo, Signore di Genova dal 1421 al 1435, non è stato molto amato dai genovesi, si prese la Repubblica che gli fu offerta da Tomaso Campofregoso, quando ormai non c’era più speranza, in cambio della personale salvezza e una cospicua “buonuscita” …… Il motivo di questo “poco amore” si può ben intuire da quello che lui stesso scrisse in merito alla sua “politica”: “Facilmente si regna sovra un branco di pecore, e più facilmente se ben tosate, perché la verga del pastore va più sul vivo.” Due righe “serie” per inquadrare il momento storico: “Filippo Maria Visconti preparava da tempo il terreno propizio alla campagna di conquista di Genova per mezzo di una preventiva azione diplomatica volta ad isolare il doge Tomaso Campofregoso e a presentare la signoria straniera come unico possibile rimedio all'inconciliabilità delle fazioni cittadine. L'attacco decisivo viene sferrato durante l'estate del 1421, quando il duca di Milano invia contro Genova due eserciti al comando di Guido Torello e del famoso condottiero Francesco Bussone detto il Carmagnola. La situazione per Genova precipita in breve tempo. Sconfitto per mare dalla flotta aragonese, alleata del Visconti, e premuto dall'esercito milanese, attestato sulle alture retrostanti la città, Tommaso Campofregoso presto rinuncia a proseguire una lotta troppo impari ed inizia trattative di resa con i rappresentanti ducali. La sottomissione di Genova viene così ad assumere l'aspetto di una cessione contrattuale, secondo uno schema già collaudato nel 1396 in occasione dei negoziati tra Antoniotto Adorno e Carlo VI per il passaggio del Comune sotto la sovranità francese: sostituzione del doge con un governatore di nomina viscontea e conservazione di ogni altro istituto pubblico cittadino. Fra l’altro la “dedizione” stabilisce che il Comune di Genova sia tenuto a consegnare al duca di Milano la fortezza cittadina del Castelletto e acta castra del Dominio, ritenuti capisaldi fondamentali per il controllo del territorio genovese. Le fortezze in questione, come nel 1396, sono in realtà dieci, quattro delle quali - Ovada, Novi, Gavi e Voltaggio - già di fatto in mano viscontea: «[. ..] Item quod dictum Commune Ianue confestim ponere teneatur realiter et de facto in manibus dicti domini ducis Mediolani Castelettum Ianue et octo castra, seu fortìlitia, computatis in ipsis octo castris Vultabii, Gavii, Uvade et Novarum, que de presenti tenentur per prefatum dominum ducem «[. ..]». Sebbene avesse conseguito la signoria su Genova, Filippo Maria Visconti, anziché restituire all'amministrazione genovese le terre dell'Oltregiogo, preferisce dunque mantenere un più stretto controllo su quest'area di rilevante importanza strategica: L'agognato sbocco al mare avrebbe d'altronde perso parte del suo significato economico senza sicure vie di comunicazione tra la pianura padana e la costa, onde l'esigenza di mantenere presidi militari nei punti nodali del transito verso Genova e le riviere.” Durante il suo governo fu coniato il ducato che allego in cui, visto che mi dispiaceva un po’ vederla senza la metà superiore della legenda, ho provato ad inventarmi una nuova categoria: la fantanumismatica, cioè ho aggiunto con il fotoritocco il bordo esterno con la legenda che manca facendo diventare la mia moneta un bel ducato “completo”. Penso che la moneta non sia “tosata” successivamente la sua emissione, credo anzi sia uscita così dalla zecca in quanto il suo peso è 3,52 gr che è perfetto rispetto alla media ricavata dai 22 esemplari del CNI di 3,5122 gr, quindi è probabile che, avendo coniato un esemplare con uno spessore eccessivo, in zecca, piuttosto che rifonderla, abbiano raschiato il bordo per farla rientrare nel peso stabilito … d’altra parte occorreva battere moneta a tutto spiano per soddisfare la voracità di Pippo. Se la moneta fosse stata veramente come il fantaducato allegato, in proporzione al suo peso reale, sfiorerebbe i 5 grammi circa. Non so se quanto ho scritto sia d’interesse anche per voi, per me è stato un bellissimo pomeriggio di ricerca passato in ottima compagnia…6 punti
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Sembrava ieri e invece sono passati 7 anni, 7 mesi e 7 giorni da quando mi sono affacciato su questa piccola piazza e giorno dopo giorno ho trovato fantastici amici, straordinari spunti di discussioni, persone amabili e persone un po' scostanti, giovanissimi davvero in gamba e gente preparatissima sulla nostra comune passione. Un universo incredibile di anime che ogni giorno aggiungono un mattoncino alla causa della conoscenza comune. In una piovosissima sera di novembre volevo dirVi semplicemente....grazie! Min_ver3 punti
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Io invece la penso diversamente. La cultura non ha confini e tutti ne dovrebbero poter godere. Preferirei che il vaso di Eufronio fosse ancora al Metropolitan, visto da centinaia di migliaia di persone all'anno (e che lo stesso museo ci riconoscesse una lauta percentuale sui biglietti) piuttosto che "nascosto" in un museo italiano. Il "mal comune, mezzo gaudio" non fa parte del mio credo...... Ricordiamo inoltre che se migliaia di opere d'arte, di oggetti archeologici, hanno seguito la via illegale dell'estero è in buona parte colpa di una legge per certi versi assurda e restrittiva.3 punti
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@@renato a mio parere tra l'esemplare di rick e quello di roberto non ci sono quasi due gradi di differenza se consideri l'esemplare di @@rickkk BB, questa non è SPL/FDC ma al massimo SPL3 punti
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Riporto qui i requisiti tali affinchè si possa essere Guardia Svizzera : - FEDE CATTOLICA : La Guardia Svizzera è un cattolico praticante. Opera quotidianamente nel cuore della Curia romana, incontra continuamente persone che si recano in pellegrinaggio sulla Tomba del Principe degli Apostoli e partecipano a celebrazioni liturgiche in Vaticano. E’ ovvio che la Guardia Svizzera sia, con la sua appartenenza e pratica religiosa, un “biglietto da visita“ del Santo Padre. - CITTADINANZA SVIZZERA : La cittadinanza svizzera è il presupposto per poter accedere al Corpo. Il candidato deve potersi integrare nel Corpo e quest’ultimo desidera conservare il suo tipico carattere svizzero. Quindi ci si aspetta che il candidato abbia un particolare attaccamento per la Svizzera. - BUONA SALUTE : Chi entra nel Corpo della Guardia Svizzera Pontificia deve già essersi sottoposto ad esami medici in Svizzera e poi sottoporsi a un rigoroso esame sanitario che include anche un test psicologico. Solo chi è sano può essere una Guardia Svizzera. - REPUTAZIONE IRREPRENSIBILE : Chi è incaricato della sicurezza del Papa, deve avere una reputazione irreprensibile. - AVER ASSOLTO LA SCUOLA RECLUTE NELL'ESERCITO SVIZZERO : La leva obbligatoria di due anni nella Guardia Svizzera Pontificia è troppo breve per acquisire un’esauriente formazione di base. Perciò, la guardia deve già possedere quei requisiti militari che può acquisire nell’Esercito Svizzero. - FORMAZIONE PROFESSIONALE : Uan Guardia Svizzera deve essere un bravo candidato, volenteroso ed efficiente. L’acquisizione di una capacità professionale è un buon indizio di queste qualità. Di regola, viene chiesto un curriculum di studi di almeno tre anni, in via eccezionale una buona formazione professionale di due anni. - SESSO MASCHILE : Le Guardie vivono in due o in tre in semplici stanze. All’inizio vengono sistemate in camerate. Il cameratismo fra giovani non sposati non è un elemento da sottovalutare. Un Corpo misto non è appropriato servizio . - CELIBATO : Per ragioni di servizio sono tenute a vivere in Vaticano e i luoghi per socializzare sono molto limitati. Gli appartamenti a disposizione sono pochi. Per potere sposarsi la guardia deve avere almeno 25 anni, aver servito per almeno tre anni, impegnarsi a servire per almeno altri tre anni e aver raggiunto almeno il grado di Caporale. - ETA INFERIORE A 30 ANNI : Chi vuole divenire Guardia svizzera, deve decidere in fretta. Spesso i più vecchi incontrano maggiori difficoltà a integrarsi. Non si accettano perciò candidati che abbiano superato i trenta anni.3 punti
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Buona sera a tutti. E' con grande piacere che Vi presento questo nuovo lavoro sulla monetazione Savoia per la Sardegna, che sarà in vendita a partire dal prossimo Convegno di Verona (21, 22 e 23 novembre). Si tratta di un lavoro che mi è costato due anni di ricerca e che vede la luce grazie all'impegno dell'Editore sardo Giampaolo Cirronis. Il libro prende in esame la monetazione emessa durante i 128 anni di dominazione sabauda della Sardegna e s'incentra sull'esame rigoroso di documenti storici – in molti casi sconosciuti alla letteratura numismatica anche più risalente nel tempo – svelando alcune “scoperte” che.....beh non Vi voglio togliere il piacere di verificarlo da Voi, scorrendo il libro..... :pleasantry: In appendice al libro troverete un'altra originalissima novità, curata da una persona che non ha bisogno di presentazioni: sto parlando del perito numismatico Riccardo Rossi (R-R), forse uno fra i maggiori studiosi e conoscitori del mercato relativo alla monetazione sarda. La novità consiste nel fatto che le valutazioni delle monete sono riportate tenendo conto della loro rarità riferita alla conservazione. Credo che questa tecnica estimativa compaia per la prima volta in Italia in questo listino; essa risponde ad un'esigenza molto avvertita dal mondo collezionistico/commerciale ovvero quella di attribuire un più accurato grado di rarità in base allo stato di conservazione della moneta. Chissà che il lavoro di Riccardo non apra, sul fronte dei prezziari/listini, un nuovo scenario anche per altre monetazioni. Staremo a vedere. Vi fornisco alcune caratteristiche del libro: Formato: A4 (150 pagine) – Copertina: rigida (cartonata); Sovracoperta; Rilegatura editoriale (le pagine sono cucite, non incollate): la carta è satinata. Le foto delle monete sono tutte a colori e in buona/alte definizione, mentre i documenti postati sono in bianco e nero. Le foto delle monete sono state gentilmente fornite da alcuni Utenti di questo Forum direttamente o tramite il Catalogo de laMoneta.it nonché da Case d'asta (quando leggerete i ringraziamenti...capirete chi sono i "conferenti"..). L'Editore ha fissato il prezzo di copertina in € 40, ma su mia richiesta, chi lo acquisterà al Convegno di Verona, presso lo Stand di Riccardo, lo pagherà solo 35 euro. La successiva commercializzazione sarà curata direttamente dall'Editore (Riccardo ed io abbiamo rinunciato a qualunque compenso). Il libro si potrà acquistare a partire dal Convegno di Verona in quanto, mentre Vi sto scrivendo, è in corso di stampa presso una Cooperativa tipografica di Iglesias. Vi posterò più tardi due immagini, rispettivamente della prima e della quarta di copertina nonché l'indice del libro. Mi scuso fin d'ora per la qualità delle foto, scattate domenica scorsa in tutta fretta dalla copia numero “zero”, che poi ho dovuto anche lasciare nelle mani dell'Editore.... :crazy: Chi volesse prenotare la Sua copia per ritirarla a Verona, allo Stand di Riccardo (che, per l'occasione ha anche affittato un box tutto Suo... :good:.) può farlo inserendo in questa discussione la Sua richiesta: in ogni caso potete anche contattare direttamente Riccardo (338 9108907), che “traghetterà” materialmente dalla Sardegna a Verona i libri; o l'Editore Giampaolo Cirronis (328 6132020), per qualunque richiesta e/o informazione. Poiché sarò anch'io presente a Verona (dal venerdì alla domenica), chi vorrà potrà ottenere sulla propria copia del libro una dedica “personalizzata”. Grazie per l'attenzione e saluti. :hi: Michele P.S. Naturalmente, se avete qualcosa da chiedere...domandate pure...2 punti
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Un grande penny britannico coniate in rame, più grande anche del penny britannico bronzo familiare del 1860-1970. Questo penny 1826 è un prodotto del Regno di George IV, ed è l'ultima data del tipo coniato per circolazione interna (i pennies 1827 andò in Australia). Stranamente, il penny di rame britannico successivo sarebbe per William IV datata 1831—e molti di quelli sarebbe stati inviati in Canada. :) v. -------------------------------------------------------- A big British penny struck in copper, bigger even than the familiar bronze British pennies of 1860-1970. This 1826 penny is a product of the reign of George IV, and is the last date of the type coined for domestic circulation (the 1827 pennies went to Australia). Oddly, the next British copper pennies would be issues of William IV dated 1831—and many of those would be sent to Canada. :) v.2 punti
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Ciao Mario, ho un doppione di " Monete di Casa Savoia Regno d' Italia" di Eupremio Montenegro, potrebbe interessare a qualche nostro giovane amico che colleziona proprio il Regno, sarei felice di fare contento uno di loro. Te lo porto giù, ciao2 punti
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più che un esubero io pensavo fosse la firma ribattuta...questo esemplare forse permette di ritornare coi piedi per terra con l'altro ..anche per me l'altro era sul Bb, ma le bestie nere volavano alto e allora ci siam detti "forse non ci capiamo una ce**a" :D bella monetina roby ;D2 punti
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La patina rende sicuramente gradevole e affascinante una moneta, il tempo farà il suo lavoro. Ma se non ci sono i rilievi e la freschezza, quella non te la da nessuno!2 punti
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in allegato foto della mezza pezza della rosa e del quarto della pezza della rosa, monete parecchio rare e particolari.2 punti
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L'Italia detiene il 50% dei Beni Culturali mondiali? Una classica favoletta, stile Italia "sesta potenza industriale" decaduta quando è arrivato l'euraccio cattivo fonte di tutti i mali a rovinare tutto, e altre perle simili. Ecco invece un esempio risalente a qualche anno fa della realtà dietro le favole della buonanotte al cervello, un caso non isolato della fine che hanno fatto e rischiano di fare per questo e molti altri motivi i documenti storici degli archivi di stato e locali, un tipo di bene culturale poco considerato. http://livesicilia.it/2012/09/06/vandali-in-azione-brucia-larchivio-storico_183478/ Riporto la prima frase dell'articolo, da cui già si capisce tutto: "Numerosi carteggi e preziosi documenti storici, appartenenti all'Archivio del comune di Gela, sono andati perduti ieri sera nel rogo che ha visto in azione un gruppo di vandali. I documenti, conservati nel più completo abbandono presso il capannone ex Iannizzotto, si trovavano alla rinfusa dentro capienti sacchi per la spazzatura." Invece di gustarci con così tanto entusiasmo le fiabe inventate da qualche demente in preda a deliri da nazionalismo (o a preoccupazione per la copertura di negligenze o loschi affari?) dovremmo pensare a tutelare quello che abbiamo invece di lasciarlo marcire nel cesso! Facile a dirsi, un po' meno a farsi... meglio le favolette che ci addormentano la sera.2 punti
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Firenze non pote' fare a meno di venire incontro alle richieste dei negozianti, specialmente quelli operanti tra Pisa e Livorno, vedevano compromessi i loro affari in territorio ottomano per l' eccessiva bonta' delle monete fiorentine, che non erano cosi' concorrenziali con quelle di altri stati. Mercanti e banchieri chiedevano infatti di poter disporre di un numerario in grado di poter competere, nei favori del Gran Turco, con gli Ungheri d'oro di Alemagna e con i pezzi spagnoli e messicani in argento da 8 reali. Fu cosi che Ferdinando II si indusse a pubblicare il 2 marzo del 1656, un bando con il quale veniva autorizzata l' emissione di una moneta d'oro del peso di 3 denari meno ungrano e di bonta' di carati 3 1/2 che ragguagli l ' ' Unghero di Alemagna , con l' impronta del Granduca e della mostra del porto di Livorno ed una moneta di argento con la medesimq impronta a lega di once 11 e di peso di danari 23 1/25 che ragguaglia la pezza da 8 reali. Si trattava del tollero in oro, emesso alla bonta di 23 1/2 carati, con un peso di 2 denari e 23 grani per ciascun pezzo, e del tollero in argento . La quantita di fino per quest' ultimo venne fissata in 11 once per libra di metallo da monetare. Il peso di denari 23 1/25 per ogni singolo pezzo. Le monete in oro ed in argento doveveano avere il Granduca in ritratto ( l' impronta di sua altezza),e al rovescio l' impronta del porto di Livorno.( la mostra del porto di Livorno). I tolleri d' oro per i quali non venne fissato alcun valore di tariffa, potevano essere esitati come mercanzia, li si poteva commerciare liberamente come qualsiqsi altra mercanzia e questo anche in conformita' con quanto disposto con bando del primo febbraio 1635 che riconosceva al solo zecchino gigliato la capacita' di fare pagamento in banco e altrove al corso legale di 10 soldi e denari 4 il pezzo. Era quello della circolazione delle divise auree un tema per il quale le autorita' monetarie fiorentineavevano mostro' sempre una vigile attenzione. Ma nknostante i numerosi provvedimenti adottati fin dagli anni della minore eta' di Ferdinando II dal governo reggente, il disordine doveva essere notevole e speculazioni e frodi all' ordine del giorno co pregiudizio e detrimento notevole per la cittadinanza. L'oro scarseggiava e fu cosi' che anche l' emissione autorizzata con il bando del 2 marzo 1656, di una moneta d' oro che pur imitando nel peso e nella lega l' unghero di Alemagna , se ne differenziava nettamente dal punto di vista tipologico, non ebbe fortuna. Alle prime due emissikni del 4 e 15 marzo del 1656, non ne seguirono altre: la novita' tipologica dovette giocare un brutto tiro ai mercanti livornesi che evidentemente incontrarono grosse difficolta' nel piazzare sui mercati di oltremare le nuove monete. Saluti Erik2 punti
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Caro Liutprand Non devo proprio persuaderti, la matematica indica che comunque sia il 50% è nei sogni velleitari dei disinformati e della disinformazione Immagino che non puoi confondere 50 siti su 1000 con il 50 %, per quanto di cultura umanistica ( come pure la mia) un minimo di matematica ... ;) Maggior numero relativo di siti ( di poco, guarda caso Cina 46, e poi Spagna 43, Germania 39, Francia 38, India 32 Messico 31 Spagna ) non vuol dire maggior parte del totale ( 50% famoso) . Ti ricordo che l'argomento di base non è l'importanza del patrimonio italiano, ben chiara a tutti, ma che esso sia il Patrimonio in assoluto ( 50%) , piccola ma non indifferente differenza ! @@Ric70 La mia allergia personale al 50% (o 70% o 90% etc.) non è casuale, ma deriva dalla insofferenza alle tipiche dichiarazioni populiste ( non che tu sia un populista, al massimo hai usato un'espressione infelice) tipo quest'ultima del 50% che poi portano a mostri incredibili. Mostri che fanno eco a "patrimonio inestimabile" per la misera monetucola romana, o il sillogismo errato (troppe volte sentito anche da esponenti pubblici), combattuto personalmente anche nelle aule giudiziarie, che le monete romane sono di Roma, Roma è in Italia ergo le monete romane sono tutte italiane...e simili idiozie, nate dalla pura ignoranza e presunzione di una superiorità culturale italica ( questo anche per rispondere a @@rorey36), salvo poi passare a discutere di queste cose nelle aule giudiziarie, con sul banco degli accusati proprio persone tipo Numismaticasicula etc. Capirai quindi il perchè ho ritenuto di chiarire a fondo la inconsistenza del famoso 50% e simili, non certo perchè non condivida la tua posizione espressa negli ultimi due post... Sempre cordialmente, :) Enrico2 punti
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Cari amici collezionisti, sulla base della mia pluriennale esperienza in restauro di metalli ed in particolare nella conservazione di monete classiche sia in oro che argento e bronzo, scriverò una serie di appunti descrivendo con precisione gli interventi di restauro più o meno rilevanti delle monete presenti nelle principali aste internazionali al fine di informarvi sul reale stato di conservazione e di integrità degli esemplari che vi interessano. Va da sé che il mio agire non ha alcun intento detrattivo nei confronti di questo materiale numismatico ma nutro la speranza di far nascere una nuova consapevolezza in chi, con amore e infinita dedizione, colleziona appassionatamente monete che appartengono intimamente al nostro mondo, alla nostra cultura, testimoni mute di eventi cosi importanti che continuamente riecheggiano nella nostra storia. Cercherò di indicarvi nei dettagli e con la massima semplicità gli interventi di pulizia, ripatinatura, rimodellazione, integrazione e normalizzazione dei fondi prendendo in considerazione le monete poste in vendita nelle principali aste internazionali in corso e degli scorsi anni. Evidentemente non effettuerò alcuna analisi delle monete poste in vendita da case d’asta che hanno autonomamente indicato gli interventi di restauro e pulitura. Spesso tali interventi sono indicati in modo generico, meglio sarebbe, anche per le monete più importanti, che le case d’asta si abituassero ad allegare alla descrizione del lotto una scheda dettagliata di restauro, come si usa regolarmente fare nelle aste di mobilio, archeologia, scultura, pittura, etc... Sono fermamente convinto che la cultura della conservazione e del restauro diverrà un valore aggiunto legato inscindibilmente agli esemplari come parte indispensabile della loro storia. Voglio dire in sostanza, senza ricorrere a dotte citazioni, che le operazione legate alla conservazione costituiscono un momento molto importante che dovrebbe essere registrato e descritto nella sua consistenza e nella sua specificità; ciò certamente produrrebbe interventi più accurati e più rispettosi della materia originale. Per cominciare ho selezionato una serie di monete presenti nelle aste 79 e 80 della NAC – Numismatica Ars Classica che verranno poste in vendita il 20 ottobre prossimo che a mio parere, soprattutto in considerazione della importanza e della autorevolezza della nota casa d’aste, dovrebbero essere meglio descritte. Come anticipato le monete ove la casa d’aste ha segnalato un intervento di restauro non sono state oggetto di studio, anche se ribadisco il fatto che frasi generiche quali “pulita”, “fondi lisciati”, “cesellata” o “ripatinata” non chiariscono né dove è stato fatto l’intervento, né quanto è stato importante, né come e quando è stata ripatinata. Ritengo importante spiegare sin da ora la questione relativa alle tecniche di rimozione dell’ossido di rame comunemente chiamato “cuprite” dalla superficie dei bronzi sia greci che romani in quanto si tratta di interventi molto diffusi ed estremamente delicati, che determinano in alcuni casi (fondi e superfici piane) una riduzione delle escrescenze per giungere alla normalizzazione dei “piani” ed in altri casi (lettere, ritratti e figure) un vero e proprio intervento di “rimodellazione” per ricostruire quello che la modificazione delle molecole del metallo ha ormai irrimediabilmente trasformato. Nella formazione dei fenomeni ossidativi che riguardano le nostre amate monete, l'ossido di rame (Cu2 O) o “Cuprite” è la prima formazione ossidativa del metallo. Per sua formazione strutturale è meno aggregata dal metallo su cui si sviluppa, quindi occupa volumi maggiori. Il rapporto di crescita è normalmente espresso dal così detto Volume Molare Relativo (VMR) che indica la crescita volumetrica delle molecole espressa in un rapporto percentuale. La Cuprite si attesta con un VRM di 1,67 per cento. In teoria non si tratta di un valore significativo ma l'esperienza dimostra che formazioni di Cuprite possono essere decisamente invadenti creando nei campi e sul modellato vere e proprie strutture che deturpano la leggibilità del soggetto. Va quindi specificato che questa crescita avviene in tutte le direzioni sia nella parte in intimo contatto con il metallo, da cui si alimenta, sia nella porzione superiore dove assume per lo più forme sferoidi. E' su questa porzione che agisce l'operatore rimodellando la formazione al livello del piano originale. Asta NAC 79: Lotto 32 Antonino Pio, Sesterzio Cohen 988. Provenienza: Tradart Genève SA, Genève 1991, lot 317. Pur essendo una moneta di grande fascino non può essere taciuta la perfetta e molto ben eseguita normalizzazione dei fondi, è da osservare con cura la corrosione che è ancora visibile tra le lettere e che era sicuramente estesa a tutte le superfici, non solo quindi tracce di pulitura, come dichiarato, ma un attento lavoro completato da una ripatinatura eseguita con ossidi derivati del ferro, per comporre il bel color bruno che la caratterizza. Lavoro molto ben eseguito e di grande sensibilità che lascia volutamente presenti alcuni graffi e tutte le crepe presenti sul lato dell'effige. Lotto 36 Didio Giuliano, Sesterzio Cohen 12. Provenienza: Numismatik Lanz 60, Münich 1992, lot 608. Adolph Hess A.G. - Bank Leu & Co., Luzern, 23 mars 1961, 240. A. Sambon - C. & E. Canessa, Roma, 18 November 1907, lot 2350. Moneta discretamente restaurata. L'intervento principale è stata la rimozione delle numerose formazioni di cuprite e di malachite che sono state spianate e modellate, si veda in particolare: - aree di intervento di riduzione cuprite al dritto: lo zigomo, il collo, il campo dietro la testa, alcuni punti della barba, diversi punti della leggenda e il campo davanti al naso; - aree di intervento di spianamento di concrezioni di malachite al dritto: microdiffuse su tutto il piano, tra le lettere e sulla testa; - aree di intervento di riduzione cuprite al rovescio: il campo in alto a sinistra, in alto a destra, a destra della cornucopia e tra le lettere; - aree di intervento di spianamento di concrezioni di malachite al rovescio: microdiffuse su tutto il piano e la figura. L’intervento di modellazione non è riuscito in modo perfetto in quanto sono ben visibili alcune innaturali durezze al dritto nella corona, alla fine della barba e nei capelli sotto alla corona; al rovescio nella parte bassa della figura. Da sottolineare comunque la grande attenzione con cui sono state conservate le belle rimanenze di patina verde ben presenti su entrambi i lati ed alcune concrezioni lasciate “ad arte” per consentire all’esemplare di mantenere il “fascino” dell’intonso. Lotto 45 Costanzo II, Medaglione Cohen 238. Provenienza: The New York Sale III, NewYork 2000, lot 788. Monnaies et Médailles SA 76, Basel 1991, lot 912. Relativamente al medaglione di Costanzo II mi limiterò a dire quanto segue. La moneta è di grande fascino e sicuramente ben pulita nel rispetto della fragile e bella patina . Il restauratore ha avuto l’accortezza di lasciare, ove è stato possibile, tracce delle originali incrostazioni di terra (residui terrosi visibili principalmente tra le lettere al dritto e nelle fessure del bordo). Relativamente a questo esemplare mi rimane un forte dubbio che sarei in grado di sciogliere in via definitiva solo visionando la moneta direttamente dal vivo. Come potete chiaramente vedere sono presenti al dritto sul collo, sulla spalla a destra, sul volto, di fronte al naso e sotto il mento numerose macchie color verde marcio. Tali macchie, certamente non riconducibili a residui terrosi e nemmeno a variazioni di colore della patina tendenzialmente compatta e di un bel colore verde intenso, mi riconducono ad un vecchio intervento di restauro che feci io stesso alla fine degli anni ottanta, ancora giovane ed inesperto, su un medaglione identico a questo esemplare utilizzando, per chiudere alcuni fori ed una serie di diffusi salti di patina, uno stucco epossidico per metalli (esattamente “da carrozzeria”) pre-colorandolo con terre ventilate che, con gli anni, potrebbe avere deviato la colorazione originaria acquisendo una gradazione diversa da quella della patina originale. Consiglierei alla casa d’aste o al compratore di fare un micro prelievo della materia in questione per verificare tale eventualità. Asta NAC 80: Lotto 55 Nerone Claudio Druso, Sesterzio Cohen 8. Provenienza: M&M 79, 1994, 467 e M&M 92, 2002, 35. Anche in questo caso non posso trascurare di notare l’accurata normalizzazione dei fondi sia al dritto che al rovescio, che risparmia con attenzione qualche difetto minore (retro della nuca) e alcune formazioni di malachite poste sulla parte superiore dell’effige. Gli spianamenti di cuprite sono evidenti sia al dritto che al rovescio in più punti (piccole macchie rosse). Si noti inoltre un’ampia rintegrazione del piano posta a sinistra davanti al naso e nel retro un ulteriore intervento individuabile immediatamente sopra lo scudo di sinistra. E’ infine evidente un discreto e sapiente intervento per meglio evidenziare gradevoli dettagli quali: occhio, bocca, orecchio, naso e capelli, al dritto e drappeggio della figura oltre a scudi, al rovescio. Lotto 91 Traiano, Sesterzio Cohen 542. Provenienza: M&M 76, 19 November 1991, 875 e M&M 92, 2002, 72. Fondi perfetti da ottimo lavoro di spianamento ma tra i caratteri del dritto sono ancora visibili i segni delle precedenti condizioni del fondo. Va da sé che la moneta è stata ripatinata al fine di uniformare gli interventi di “normalizzazione” delle superfici che comunque compaiono in trasparenza evidenziando innaturali “nuance” di sfumature della superficie ben visibili al dritto sul collo e nei campi. Anche in questo caso la mano del restauratore si è fatta sentire in modo direi “non delicato” nella ridefinizione dei capelli, nella ricostruzione della parte bassa della leggenda al dritto e in alcuni dettagli del ponte al rovescio (acqua e statue). Lotto 191 Erennia Etruscilla, Doppio sesterzio Cohen 21. Provenienza: NAC sale 40, 2007, 808. Il doppio sesterzio di Etruscilla, come chiarirò di seguito, è stato sottoposto ad un sostanzioso intervento di restauro. Tutta la moneta ha subìto una decisa normalizzazione dei fondi che ha risparmiato lievi difetti e rimanenze di patina verde al fine di mantenere una studiata naturalezza. Il radicale intervento di spianamento di grumi di cuprite, di malachite e di altre forme di concrezioni ed incrostazioni presenti in modo diffuso su tutta la superficie, è evidente sia nei campi del dritto che in quelli del rovescio incluse le aree piane tra le lettere, nonché su tutto il busto al dritto e sulla figura muliebre al rovescio. La diversa natura delle concrezioni ha lasciato traccia evidente della loro rimozione sulla “pelle” della moneta che presenta fascinose, ma incongrue variopinte colorazioni che vanno dal rosso “terra di Siena”, all’azzurro malachite, sino al “verde prato” e al “bruno testa di moro”. Evidentemente una moneta fresca e intonsa non presenta tali caratteristiche. Imperfetti gli interventi di “lisciatura” effettuati sul collo e sulla guancia che hanno lasciato una superficie non perfetta ed incoerente, in aperto conflitto con quella del campo in basso a destra che va dal collo al naso che risulta straordinariamente levigata e liscia come il piano di un tavolo da biliardo. Decisamente troppo forzati ed un po’ “rozzi” gli interventi a cesello presenti al dritto su tutto il drappeggio notevolmente “irrigidito” dai colpi di una mano maldestra ed in netto contrasto con le sinuosità dei capelli che sembrano anch’essi un po’ “aiutati” (dalla foto non si capisce molto bene), mentre sicuramente il bulino è passato in profondità tra le maglie della treccia determinando un intenso effetto di duro “geometrismo” almeno nella parte alta. La Pudicizia al rovescio è stata ben “ridelineata” in tutte le sue parti. Veramente poco realistico il movimento che il velo farebbe passando sulla gamba. Qui si vedono ben chiari i colpi di cesello fatti a scavare all’interno della gamba. Gli angoli di distacco dal piano di tutte le parti aggettanti (sia figure che lettere) sono stati ripassati al bulino a punta piatta per meglio staccare tali parti dai fondi al fine di aumentare l’effetto del cosiddetto “alto rilievo”. Nella parte superiore del retro la perlinatura è stata rafforzata. Per ora termino qui questa prima osservazione sui lotti che ho appena descritto e lascio naturalmente aperta ogni osservazione che sarò felice di leggere su questi primi esemplari.1 punto
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Buona sera a tutti! E' da un pò che vorrei aggiungere in collezione una 2 lire quadriga veloce per affiancare la sorella minore.. Considerando che fino ad ora non l'ho mai acquistata perchè mi sono concentrato su altre monete vorrei un vostro parere su quella postata.. E' in vendita da un noto perito, presente anche sul forum, dal quale ho già acquistato e mi sono trovato molto bene.. Se il riscontro sarà positivo vorrei chiedergli di portarmela a Verona per vederla di persona, sempre se non andrà via prima.. Inoltre secondo voi quale sarebbe un giusto prezzo? Casomai rispondetemi in privato.. :good: Grazie a tutti!!1 punto
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Buongiorno, vi posto una bella medaglia riguardante lae REGATE INTERNAZIONALI di PIACENZA 21 maggio 1933. Materiale, medaglia argento dorato, punzonata 800, diametro mm.22, cornice argento, misure mm. 26X36, peso complessivo gr. 11,7 Ci sono due lettere punzonate F S o E S potrebbe essere l'incisore? Grazie1 punto
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Carine queste, sembrano piccole palle di Natale, meglio non guardarle troppo o mi prenderà la frenesia... :D Ne avevo uno anche io, chissà che fine ha fatto, non ricordo... A questo punto mi chiedo e vi chiedo visto che avete postato le foto dei vostri oggettini...volete che posto le foto dei miei mariti? Le candele sono ancora tutte impacchettate... :lol: :lol: :lol:1 punto
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Buona serata Credo proprio che per i giovani sia "tanta roba"; un libro (o anche più d'uno, dipende ....) è sempre un bel regalo; soprattutto per quei collezionisti di monete non contemporanee, che difficilmente si fermano all'aspetto della moneta, ma sentono l'esigenza di contestualizzarla al periodo storico al quale si riferisce che, spessissimo, è lontano dalle nostre conoscenze. Storia, tradizioni, economia, finanza, tutte informazioni che non si trovano nei libri di scuola, se non, talvolta, appena accennate in maniera generica. Basta leggere la discussione sulle monete di Livorno, e quante cose interessanti sono state scritte, tutte informazioni che solamente chi ha letto libri di storia sa e può raccontare e tutto questo parlando di monete. E' spettacolare. Riguardo a dove ci si potrà trovare, @@dabbene, suggerisco di anticipare l'incontro alle 11.30, davanti al tavolo di Tinia Numismatica. Se facciamo le 12.00 temo che tra le presentazioni (soprattutto per chi viene per la prima volta a Verona), la consegna di libri ai ragazzi che li desiderano, i saluti agli Amici ecc. ecc. si faccia poi troppo tardi per andare al ristorante, creando magari problemi a chi è legato a degli orari. Bravo @@cembruno5500 (ho letto adesso il tuo intervento) è questo il tipo di partecipazione che ci incoraggia e ci convince che siamo sulla buona strada. saluti luciano1 punto
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http://www.euro-coins.tv/austria-euro-commemorative-silver-coins.php questo sito è interessante. cmq puoi anche vedere su ebay per farti un'idea1 punto
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SE fosse falsa, penserei ad una produzione di fine XX secolo. Ovviamente la sua presenza in un museo potrebbe cambiare le cose (potrebbe, sono malfidente di natura...) per fortuna ho espresso le mie perplessità prima di saperlo, così non sono stato condizionato :) Ovviamente potrebbe essere assolutamente autentica, cosa che, con i falsi che girano, si può stabilire solo con un esame diretto.1 punto
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@@dabbene c'è anche da dire su Marsiglia e Genova, che nella metà del 600 Livorno riuscì ad avere e vendere più corallo di Marsiglia che era leader nel settore al mercato del levante e India, riuscì a far venire orafi e artigiani Genovesi a Livorno che vendevano e lavoravano il corallo per tutto il mondo. si riuscì a smerciare e barattare il nostro corallo rosso per i diamanti dell'india, resero un introito notevole e diventammo i primi importatori nella penisola.1 punto
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@@fabio22 Ciao Fabio, una domanda : in che senso la ritieni una medaglia ufficiale ? La presenza del nastro non comporta la sua ufficialità : a me ne diedero una con tanto di nastro per una "camminata non competitiva", come del resto tante altre emesse da Enti o privati sono appese ad un nastro. La penso piuttosto come Leonumi, che sia una iniziativa privata, magari di un Ente che ha rinchiuso in un esagono il proprio acronimo e che compare in alto al verso, troppo grande per essere il marchio dell'incisore.1 punto
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Si tratta di un mezzo grosso di Papa Innocenzo XI (1676-3689) per la zecca di Roma. Moneta coniata negli anni 1685-1688 D/INNOC__XI.P.M. / Stemma sagomato R/NOCET || MINVS || 1688 in cartrella tonda a volute CNI 162 - Mun. 211a Puoi vederne uno qui.1 punto
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Come ho scritto nei miei articoli può essere considerata la prima rivista numismatica italiana!1 punto
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...allora gia che ci siamo....ho una richiesta ....avrei piacere di sapere i rapporti all' interno dello scalo labronico tra olandesi , inglesi, francesi e spagnoli .... tutti presenti nel nostro porto.... ma come si sa.... tutti a vario titolo " scorrucciati" !!!! -Qualche racconto inedito, unqualche resoconto dell' epoca.... stasera guardero' anch' io se spulcio wualche approfondimento...sempre che sia di Vostro interesse.1 punto
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A me mancano ancora una trentina d'anni... poi pian piano contribuisco anch'io.1 punto
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Contribuisco anche io con il mio soldo del 1791 F. In quell'anno le zecche attive nella coniazione di questa moneta erano Hall (F) e Vienna (A). Conservazione modesta, ma è la mia unica moneta di Gorizia.1 punto
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@@Luca1984 Si era detto di concentrarsi sulle monete negli interventi, lasciando fuori tutto il resto.1 punto
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Per quanto riguarda le Guardie Svizzere, la loro storia e le ragioni per cui sono loro ad essere in Vaticano c'è una pagina interessante sul sito del Vaticano. Per tutto il resto, pur condividendo in parte ciò che scrivi, ti consiglio di lasciar perdere, primo perchè ti vai a ficcare in un ginepraio, e secondo perchè molti sono temi delicati che rasentano i limiti previsti dal regolamento del forum ;)1 punto
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@@dareios it così sono riuscito a completare la scheda http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-M73F/41 punto
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Grazie a tutti per i Vostri tanto generosi quanto prematuri commenti, che spero troveranno conferma dopo la lettura del libro.... :clapping: Vorrei però ricordarVi che si tratta di un lavoro realizzato da un "manovale" della numismatica, privo di specifici titoli abilitanti.....insomma, un "dopolavorista"... che secondo quanto scriveva qualcuno tempo fa qui sul Forum, non dovrebbe neppure avere certe velleità....... :girl_devil: Ma tant'è....ormai il danno è fatto.....speriamo solo che gli Accademici non se ne abbiano troppo a male... :pardon: Queste sono le (pessime) foto che al momento posso proporVi...ma è giusto per avere un assaggio: Per rispondere ad Andrea circa la tiratura....ho sentito parlare di 500 copie. Saluti. Michele1 punto
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Bella Roberto, non è facile trovarle così intonse per la zecca di Napoli. Per me siamo sullo SPL-FDC1 punto
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Ciao a tutti, vi mostro questo piccolo scodellato, che in realtà ho già identificato con il Biaggi. (RAIMONDO DELLA TORRE). Tuttavia, mi piacerebbe avere da voi qualche informazione in più. (con il Bernardi ad esempio) Mi piacerebbe avere anche un giudizio sullo stato di conservazione della moneta, per capire sei o abbia fatto o no un buon affare. Ciao e grazie Max1 punto
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Per uno sguardo a questo dispositivo di ascia bipenne in colore, cerca "Petain coat of arms." Davvero aperto gli occhi! :) v. -------------------------------------------- For a look at this double-headed axe device in color, please search “Petain coat of arms.” Really an eye-opener! :) v.1 punto
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@@Luigi Filippo I, Direi che il problema è quasi risolto, la moneta ha cambiato totalmente il volto, adesso risulta più gradevole.1 punto
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Ne ha fatti di libri belli il Cipolla, sarebbero da acquistare tutti....a partire dal più importante perchè facile e per tutti che è " Le avventure della lira "..... Ma c'è un'altra storia a Livorno che a questo punto è giusto ricordare ed è la prima, tutto parte poi da qui, siamo a Ferdinando II, tutti imitano, le monete devono andare in Levante e allora nasce l'idea di fare una moneta l'Ungaro o Ongaro d'oro di imitazione dell'accreditato unghero tedesco, si pensa all'oro perchè in Levante c'è ancora diffidenza verso le monete d'argento che vengono contraffate e falsificate facilmente. L'esperimento non fu un successo, anzi fu presto abbandonato, la moneta era originalissima e molto artistica, ma essendo proprio troppo originale non funzionò nei mercati del Levante, lì andavano i tipi più conosciuti, già accreditati. Ma la moneta fece da apripista a quello che fu poi il tollero d'argento col porto, sull'ungaro c'era infatti al diritto la testa di Ferdinando II e al rovescio la fortezza col porto di Livorno e poi quello che diventerà la leggenda tipo il PATET ET FAVET.1 punto
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Che l'Italia detenga il 50% del patrimonio mondiale dei beni culturali, grazie a Dio, è una fanfaluca tale che non ha nemmeno bisogno di essere contraddetta. L'Italia rappresenta come territorio lo 0,2% dei cinque continenti: pensare che il restante 99,8% abbia né più né meno del patrimonio che abbiamo noi è una prospettiva semplicemente agghiacciante. Il nostro è un paese unico e meraviglioso, ma se usciamo dalla porta di casa, se guardiamo al di là del nostro campanile, troveremo le tracce di civiltà antichissime, talvolta più grandi e nobili della nostra. Troveremo i segni di culture diverse, che noi non conosciamo anche per colpa di quella chiusura mentale che ancora oggi ci fa credere che ciò che non è Italia valga meno di noi... ma nel frattempo magari il patrimonio di altri paesi viene curato e coccolato e non avviene come qui, dove si fa ogni due per tre un ipocrita sequestro di quattro bronzetti da 1 euro l'uno e poi si lasciano saccheggiare le necropoli etrusche, si lascia crollare Pompei, si abbandonano i musei romani, si trasforma Matera in una discarica... e potrei continuare per ore.1 punto
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Un motivo per cui la moneta , Dupondi e Sesterzi , potrebbe essere stata associata al Macellum Magnum di Nerone , oltre che alla scriita MAC AUG , e' la forma dell' edificio riportato nel conio ; questo edificio pero' non e' chiaro che forma geometrica avesse , se rotonda , se rettangolare , se quadrata , in quanto la moneta ce lo mostra sul davanti e non in prospettiva pero' osservando altri grandi bronzi emessi da Roma in altre epoche , quando un edificio aveva forma rotonda od ellittica , in genere alcuni venivano rappresentatati in prospettiva per distinguerli da un altri rettangolari o quadrati che erano invece presi sul davanti , quindi l' unica cosa certa con la Chiesa di Santo Stefano e' la forma rotonda a cupola della parte centrale , ma anche la Domus Aurea aveva questa forma centrale . Per essere un Mercato anche se grande , l' edificio della moneta sembra essere architettonicamente troppo ricco e sofisticato ; siamo naturalmente nel campo delle ipotesi , ma e' interessante parlarne . Riporto alcune foto attuali della Chiesa di Santo Stefano Rotondo , che risulterebbe essere costruita sopra il Macellum Magum neroniano .1 punto
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Cartonum Grazie per i complimenti. Non hanno un valore economico ma storicamente mi ha molto colpito il fatto che in un momento così duro per la Popolazione e per il Paese si riuscisse ad avere la forza per portare avanti questa passione...1 punto
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E così la storia della medaglia annuale dei romani pontefici continua ed è testimone di tempi di cambiamento. La prima medaglia annuale, in base allo studio di Adolfo Modesti, pur con qualche incertezza, risale al 1550 (Giulio III). Costruire questa collezione, per la rarità delle medaglie pontificie (maxime le originali antiche), è una bella impresa, una ricerca appassionata che non finisce mai........ La data di emissione della medaglia annuale ormai da anni è ritardata rispetto alla tradizione del 29 giugno (festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo), ma è un particolare privo di importanza (la medaglia ha perso la natura di "gratifica" agli operatori della Camera Apostolica e quindi manca l'attesa...e la data non è cogente). Aggiungo un commento sulla nuova medaglia, anche se altri amici potranno esprimersi con maggiore competenza in ordine al significato storico e al valore artistico. Mi sembra una medaglia sobria, ma bene impostata in armonia con il messaggio che il pontificato di Papa Francesco vuole trasmettere. La grande novità si trova nel diritto, finora per secoli occupato esclusivamente dal ritratto del Pontefice e invece in questa ultima medaglia affiancato da un fanciullo, che forse rappresenta l'attenzione alla umanità e al suo futuro (unitamente al ruolo della famiglia raffigurata nel rovescio). Con evidenza si coglie in questa novità significativa del diritto la testimonianza del cambiamento impresso alla Chiesa e alla sua organizzazione da un Pontefice, che, pur nell'esercizio del ruolo e delle connesse responsabilità, cerca la condivisione e tende a manifestarsi come "uno di noi".1 punto
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Premesso che i cellulari servono per telefonare, non per fare le foto Girando abbastanza per lavoro e per turismo in mete esotiche è un piacere vedere quanta gente abbia abbandonato le point&shot per passare alle dSLR, con il gusto di spostare la rotellina da automatico, a priorità di apertura, o addirittura a tutto manuale Per le foto numismatiche, come ha già scritto Fabrizio la macchina fotografica ha la sua importanza, la lente usata ne ha di più, l'illuminazione ancora di più... ma la differenza la fa il 'manico', c'è poco da fare1 punto
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