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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/02/14 in Risposte

  1. TAGLIO : 1 euro STATO : Città del Vaticano ANNO : 2005 AUTORE : scultore Daniela Longo indicato con la sigla “D. LONGO” ad arco al bordo interno del cerchio interno in basso a sinistra dello stemma del Camerlengo e incisore Ettore Lorenzo Frapiccini, indicato con la scritta “ELF inc” ad arco al bordo interno del cerchio interno in basso a destra dello stemma del Camerlengo TEMA : stemma del Cardinale Camerlengo sormontato dallo stemma della Camera Apostolica (chiavi decussate sormontate da un padiglione); DATA DI EMISSIONE : 12 Aprile 2005 MATERIALE : Bimetallica: corona esterna: nichel-ottone (rame 75% - zinco 20% - nichel 5%); cerchio interno: rame-nichel (rame 75% - nichel 25%). DIAMETRO : 23,25 mm SPESSORE : 2,33 mm PESO : 7,5 g. CONTORNO : Liscio rigato alternati NOTE : Queste monete provengono tutte dalle serie della Zecca, la cui tiratura è 60000 Nella faccia nazionale, nel cerchio interno è raffigurato lo stemma del Cardinale Camerlengo sormontato dallo stemma della Camera Apostolica; intorno la scritta "• SEDE • VACANTE • MMV •”; sotto la scritta, ad arco al bordo in basso a sinistra dello stemma del Camerlengo, la scritta “D. LONGO” – si ricorda che lo scultore è Daniela Longo – e in basso a destra dello stemma del Camerlengo, sempre ad arco, compare la sigla “ELF inc” a ricordarel’ incisore Ettore Lorenzo Frapiccini; nell’esergo a destra sotto la chiave il segno di Zecca “R”. Nella corona esterna, nella metà superiore 12 stelle a cinque punte, rappresentanti l'Unione Europea, e nella metà inferiore la scritta "CITTA' DEL VATICANO". Il cardinale "camerlengo" ricopre sostanzialmente due incarichi: 1) quando il pontefice è in viaggio, o è assente, amministra i beni temporali; 2) alla morte del Papa (o in caso di rinuncia) presiede il periodo della Sede vacante. È coadiuvato da un Vice Camerlengo, generalmente insignito del carattere arcivescovile. Alla morte del Papa, il Camerlengo verifica che sia realmente morto, chiamandolo tre volte con il nome di battesimo; non ricevendo risposta ne dichiara la morte. La formula “Vere Papa mortuus est” è stata utilizzata, probabilmente, per l'ultima volta nel 1878 dal Camerlengo Pecci (futuro Papa Leone XIII) sulla salma di Pio IX. Per secoli il protocollo aveva previsto che il Camerlengo picchiettasse la fronte del Papa con un martelletto d'argento recante lo stemma papale: a quest’azione attualmente è subentrata il segno di stendere un velo sul viso della salma del Papa. Poi il Camerlengo toglie dal dito anulare della mano destra del defunto Papa l'anello del pescatore e ordina che il sigillo papale presente sull'anello venga rotto (da Giovanni Paolo II viene più sobriamente detto "annullato"). Egli mette infine i sigilli allo studio e alla camera da letto del Papa e dà comunicazione del decesso al Cardinale vicario di Roma, al quale ufficialmente spetterà il compito di darne notizia al popolo. Spetterà al Decano del Collegio Cardinalizio, dopo esserne stato informato dal Camerlengo o dal Prefetto della Casa Pontificia, darne notizia ai Cardinali e convocarli a Roma per eleggere il nuovo successore di Pietro e comunicare l'avvenuto decesso al corpo diplomatico e ai capi di Stato del mondo. Le campane di San Pietro suonano rintocchi a martello e una metà del portone bronzeo viene chiuso. Dopo i medici vaticani procedono alla vestizione della salma con i paramenti pontifici: la mitria bianca sul capo; la “casula”, il mantello di colore rosso che si usa per la S. S. Messa; il “pallio”, la striscia di lana bianca con croci nere. Così composta, la salma viene portata di norma nella Basilica di S. Pietro per una esposizione ai fedeli che si protrae per tre giorni. Inizia così il periodo della Sede vacante: incominciano i preparativi per i funerali e i nove giorni consecutivi di lutto dello stato (novendiali). Pio X (pontificato dal 1903 al 1914) abolì l’usanza dei precordi (l'estrazione del cuore, degli altri organi e delle viscere dei papi, detti “interna corporis”, che, conservati dentro anfore di coccio, sono tumulati da Sisto V quasi ininterrottamente fino a Leone XIII nella Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi di Roma). Il funerale papale viene detto “Missa poenitentialis” e viene celebrato in San Pietro alla presenza delle delegazioni di Stato di tutto il mondo. Per il funerale la salma del Papa viene chiusa in una triplice cassa fatta di cipresso, di piombo e di noce, che infine sarà tumulata nelle grotte vaticane. Fino al 1958, anno della morte di Pio XII, il decesso del Papa era un momento sacro che, per rispetto e tradizione, veniva vissuto a porte chiuse, lontano dalla “aggressione mediatica” alla quale si è assistito in occasione della morte di Papa Wojtila. In quell’anno, le foto dell’agonia di Pio XII furono per la prima volta divulgate all’esterno ad opera del medico del Papa (che fu poi radiato dall’Ordine per tale azione). Chissà cosa direbbero oggi coloro che nel 1958 gridarono alla “violenza gratuita sul popolo”, apprendendo che c’è stato anche chi, in occasione dell’ultimo saluto al Papa Giovanni Paolo II (Papa Wojtiva), ha scattato una foto alla salma del Papa con il proprio telefonino per inviarla a parenti e ad amici. Dopo il funerale vengono avviati i lavori del conclave per eleggere il nuovo Papa. Durante i periodi di Sede vacante lo stemma del camerlengo, pur rimanendo con i trenta fiocchi rossi che spettano ai cardinali, è sormontato dal gonfalone papale (il basilicale), attraversato dalle chiavi pontificie, sopra il consueto galero (il cappello cardinalizio). Il Camerlengo durante questo periodo ha anche la facoltà di battere moneta; su di essa sono riportati il suo stemma, la dicitura "Sede vacante" e, in latino, l'anno di conio o millesimo. Sempre durante la Sede vacante, a lui è affidata la gestione delle questioni quotidiane della Chiesa con l'assistenza di tre cardinali estratti a sorte ogni tre giorni, uno per ciascun Ordine (vescovo, presbitero e diacono), tra i cardinali già convenuti a Roma; questi costituiscono la "Congregazione particolare". Le questioni più importanti devono essere trattate con l'assemblea generale dei cardinali, detta "Congregazione generale". Alla morte di Papa Giovanni Paolo II, avvenuta il 2 aprile 2005 e fino all'elezione di Papa Benedetto XVI, proclamata il 19 aprile 2005 ha presieduto la sede vacante, nella veste di Camerlengo, il Cardinale presbitero del Santissimo Nome di Gesù, Eduardo Martínez Somalo, cardinale e arcivescovo spagnolo, il cui incarico di Camerlengo è terminato il 4 aprile 2007, con la nomina di Tarcisio Bertone. Durante questa sede vacante la Città del Vaticano ha emesso una serie di monete recanti il suo stemma.
    5 punti
  2. E questo dimostra che la sicurezza deve iniziare IN FIERA. PARCHEGGIO RISERVATO E SORVEGLIATO DALL'INIZIO ALLA FINE DELLA MANIFESTAZIONE!! Non avrebbero potuto individuare il bersaglio, non lo avrebbero potuto seguire e NON LO AVREBBERO DERUBATO. La leggerezza c'è stata ma non è stata la causa determinante, ha solo facilitato l'evento criminoso.
    4 punti
  3. Ancora un esempio....ma che esempio milanese ! E' la copertina del nuovo MIR Milano, è sulla copertina del catalogo della Cronos 6, del 2012, è un pò in bella mostra in tutti i testi dove si parla di monetazione milanese, stiamo parlando di un altro must numismatico, qui siamo nel simbolismo, nel bello e purtroppo anche nel sogno....c'è un pò tutto qui.... Siamo al periodo di Gian Galeazzo Maria Sforza con la reggenza di Bona di Savoia ( 1476 - 1480 ), la moneta è un rarissimo testone che al diritto mostra il busto velato di Bona di Savoia, e al rovescio abbiamo lei....la fenice ad ali spiegate sul rogo..... La fenice, uccello favoloso dell'Arabia, qui mostrato sul rogo rappresenterebbe l'immortalità, in quanto rinasce dalle proprie ceneri. Il messaggio che porta la moneta sembrerebbe un buon auspicio, una speranza, in realtà gli accadimenti non saranno molto favorevoli sia a Gian Galeazzo Maria che a Bona, ma a volte anche le monete non è detto che portino bene.... :blum: Io personalmente mi fermerei qui, lascio a voi, se ritenete, di aggiungere altro, se no passeremo poi ai ringraziamenti verso chi ha partecipato attivamente con i vari @, mi sembra giusto e dovuto, oltre i mi piace e un ringraziamento non posso fare....però rimane anche molta stima per voi perchè sicuramente siete da annoverare nel gruppo dei divulgatori, una razza un pò in estinzione, continueremo a divulgare comunque tra una conservazione e anche una stima..... Dalla copertina di Cronos 6, primavera 2012
    4 punti
  4. Amici il mio ultimo acquisto, 3 piccioli 1716. Che ne pensate?
    3 punti
  5. Bellissima discussione, alla quale arrivo tardi, ma dove vorrei comunque provare a portare un modesto contributo. Modesto, come la moneta presa in esame, un piccolo quattrino in mistura con lo stemma della mia città Fonte Cataloghi Online Vediamo un'incudine col martello volto a destra su ponte a due archi, a simboleggiare il lavoro di un fabbro. Nel giro FABRIANVM. Fin dal XIII secolo, iniziano ad affermarsi a Fabriano le corporazioni delle Arti, le quali riunivano sotto i loro stendardi la borghesia produttrice. Tra esse spiccava l'Arte dei Fabbri: ben 38 fabbrerie si contavano nella sola piazza del mercato, dalle quali uscivano continuamente manufatti per il mercato esterno, tanto che il sigillo del Comune già rappresentava simbolicamente proprio un fabbro nell'atto di battere il ferro sull'incudine. Secondo la leggenda, fu un fabbro, Mastro Marino, a far da paciere nella disputa tra i due castelli feudali da cui Fabriano ebbe origine, posti a poca distanza l'uno dall'altro presso la riva destra del fiume Giano, detto allora Castellano, su due alture separate da uno stretto avvallamento. Secondo la tradizione, Marino aveva la sua bottega sul ponte dell'Aera (oggi non più visibile, ma si sta lavorando per riportarlo alla luce), quello stesso ponte che compare sulla moneta, sotto l'incudine. Grazie alla mediazione del fabbro, i due castelli cessarono le loro liti e si fusero dando origine a un centro unico e popoloso, in rapida espansione. Il quattrino in questione, è stato coniato nella zecca di Fabriano dal 1520 al 1523, a nome del cardinale Giulio De' Medici (poi Papa Clemente VII), il cui stemma, quello classico dei Medici di Firenze, compare al dritto Fonte Cataloghi Online Lo stemma col fabbro, invece, possiamo vederlo in diversi luoghi della città, tra cui una fiancata del Palazzo Vescovile (costruito a metà del '500, con successivi rimaneggiamenti) dove compare in forma di bassorilievo E, direi naturalmente, è oggi stemma ufficiale del Comune, così blasonato (da comuni-italiani.it): "Campo di cielo ad un ponte di tre arcate in muratura posto su un fiume; sul ponte un fabbro in atto di battere il metallo sull'incudine, sinistrato da una fucina; il tutto al naturale; nel centro del capo uno scudetto di rosso alla croce piana d'argento, il tutto posto sopra una campagna formata da due fasce d'argento e di rosso. Motto: Faber in amne cudit olim cartam undique fudit" petronius :)
    3 punti
  6. Buon pomeriggio amici, Poco fa' ho ricevuto questa e-mail: 02/12/2014 13:18 [email protected] Gentile cliente, stiamo facendo oggi la fotografia del documento originale, e l'immagine verrà consegnata domani. Vi ringraziamo per la vostra fiducia Vincent Reniel / servizio clienti Bibliothèque nationale de France Département de la Reproduction Finalmente potremo vedere, per la prima volta, questa rarissima (unico esemplare) e ....... molto desiderata moneta. Perseverare, in questo caso, non e' stato diabolico! Sono molto molto contento. Un caro saluto. Amedeo
    3 punti
  7. Altro Tondello altro sogno....siamo al limite della monetazione moderna ma per me tutto ciò va dal 1492.....e poi non potevo esimermi da certe maestrie incisorie rapportate al linguaggio espressivo e alla comunicazione.. Doppio Grossone s.d. (1492/1493). . HERCVLES. FERRAR. DVX. II: Testa a destra // Idra con sette teste sul rogo. Bellesia 14/A; Biaggi 769; CNI X, 18; M.I.R. Emilia 255; Morosini I 14. 7.67 g. La raffigurazione dell'Idra sul rovescio della moneta si riferisce all'amplificazione di Ferrara colla cosìddetta Addizione Erculea progettata dall'urbanista Biagio Rosseti nel settore nord della città. Il terreno per questa nuova città, anticamente palludi infette della malaria, fu risanato e la nuova città edificata come città ideale. Come Ercole nella antica mitologia uccide l'Idra il duca Ercole d'Este libera nella personificazione di un Ercole moderno i dintorni di Ferrara dalla piagha della malaria. Grazie a questa opera urbanistica Ferrara fu definita la prima città moderna d'Europa.
    2 punti
  8. una resa senza condizioni dello stato...complimenti a questo governo da operetta
    2 punti
  9. Un 5 franchi di Lille (W), Luigi Filippo. ********************************************************
    2 punti
  10. A me piacerebbe molto questa, sarebbe bello avere un pezzetto del mio quartiere nella mia casa, sempre vicino a me... :rolleyes: :)
    2 punti
  11. Vi segnalo questa discussione sul FAC: http://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=98911.0 In sintesi, secondo l'autore, ricerche di carattere metallurgico sui famosi aurei a legenda :Greek_Kappa: :Greek_Omicron: :GreeK_Sigma: :Greek_Omega: :Greek_Nu: dimostrerebbero he gli esemplari senza monogramma hanno una composizione dell'oro tipica delle produzioni della Dacia (sarebbe infatti identica a quella dei braccialetti prodotti a Sarmizegetusa), laddove invece l'oro delle monete con il monogramma sarebbe tipico delle produzioni romane repubblicane (oltre a denunciare un tipo di preparazione del metallo ignoto in Dacia). Su questa base, e tenuto conto del fatto che le monete con monogramma appaiono di fattura migliore, egli ritiene che queste siano le emissioni originali, e quelle senza monogrammi le imitazioni successive. La conclusione del suo impianto deduttivo è ovvia: le monete con il monogramma sono state emesse da Bruto (come già il Mommsen propose) per pagare le truppe daciche; quando queste ultime le avrebbero portate in Patria, là si sarebbero diffuse e sarebbero state imitate. Per quanto concerne la legenda, egli propone una traslitterazione in Greco della sigla COS (consul), unita a un suffisso genitivo plurale. Questa è tuttavia la parte più debole, in quanto Bruto era proconsole ... e i consoli in carica non gli erano certo favorevoli. Cosa ne pensate?
    2 punti
  12. 1 Kuan (1368 – 1398) - Impero Cinese - Dinastia dei Ming Banconota circolante. Stampata a mano su un impasto ricavato dalla corteccia di gelso.
    2 punti
  13. @@UmbertoI ... non ti sbagli, si verifica facilmente dal controllo della lettera D ;) @@Mancusi90 ... bel 120 Grana, bravo e benvenuto in sezione. :good:
    2 punti
  14. Buongiorno a tutti, volevo chiedere a centurioneamico se sa quanto duri l'evento perche' venendo da roma, devo poi prendere l'intercity notturno perche' la mattina dopo lavoro.. :lazy: pero' e un sacrificio che vale la pena fare!!
    2 punti
  15. @@scacchi, Forse la differenza sta nella coda dell'aquila.
    2 punti
  16. Come posso rispondere io a tali domande ?
    2 punti
  17. Visto che una grossa "fetta" di utenti scrive nella sezione cartamoneta per avere informazioni sul valore delle proprie banconote e la stragrande maggioranza di loro sono neo-iscritti, ritengo sia necessario elencare un paio di requisiti essenziali affinchè gli utenti di questo forum vi possano aiutare: 0) Tutti i neo-iscritti sono i benvenuti !! 1) Postare la fotografia o la scannerizzazione (fronte/retro) della banconota in questione 2) Nel caso al momento non sia possibile postare immagini darne una descrizione accurata (anche sullo stato di conservazione) citando il numero di serie 3) Tenere conto che ci risponde lo fa per passione / per fare un favore senza essere per ciò retribuito in alcuna maniera 4) Tenere conto che ci risponde lavora / studia / ha altro da fare nella vita e quindi pazientare se la risposta tarda ad arrivare 5) Tenere conto che le valutazioni vanno a "stima" e quindi non sono "oro colato" e spesso vengono dati valori "da catalogo" che spesso si discostano dai prezzi di mercato 6) Un "grazie" è sempre gradito Pregherei qualche moderatore di spostare questo mio topic nel "settore importante"
    1 punto
  18. Cari amici, è con grande piacere che vi annuncio l'inaugurazione della mostra "Si tiene pegno in Guardaroba- Monete d'oro di Casa d'Este nel Medagliere Mediceo" che si terrà sabato 6 dicembre presso la sala mostre dell'Archivio di Stato di Firenze alle ore 11. La mostra ripercorre le vicende della collezione di monete d'oro di casa d'Este impegnate da Cesare d'Este presso il Monte di Pietà di Firenze. Al momento del riscatto, nel 1647, l'intervento del Granduca Ferdinando II, e soprattutto del cardinale Leopoldo, fece in modo che 252 di quelle monete contrassegnate dall'aquilotto estense, rimanessero nel Medagliere mediceo. L'Archivio di Stato di Firenze ha riscoperto tutta documentazione di quei passaggi mentre la Biblioteca Estense di Modena ha concesso il prestito del primo elenco delle monete d'oro della collezione Este redatto tra il 1538 e il 1541 da Celio Calcagnini . Ovviamente saranno esposte tutte le monete pervenute e conservate a Firenze, al Museo Archeologico e al Museo Nazionale del Bargello. E' previsto un catalogo a colori con la trattazione degli argomenti, con la riproduzione completa del catalogo Calcagnini e con il catalogo delle 252 monete conservate a Firenze per un totale di 360 pagine (formato A5). Vi allego l'invito e vi aspetto numerosi Fiorenzo Catalli invito elettrocinco ridotto.doc
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  19. Lo Smithsonian, il Museo Nazionale di Storia Americana, ha messo online una parte della sua sterminata collezione numismatica, che vanta oltre 1 milione di pezzi. A questo indirizzo http://americanhistory.si.edu/collections/subjects/coins-currency-and-medals potete visionare 24.985 articoli tra monete, banconote, medaglie e gettoni, in massima parte, ovviamente, americani, distribuiti su 2.499 pagine. Buona navigazione :D petronius oo)
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  20. Trovata la moneta a tema, ducato d'oro di Gian Galeazzo Sforza 1481 dalle civiche raccolte numismatiche di Milano. Qui non siamo ancora in dominazione spagnola, ma lo scudo è già caricato come descritto sopra.
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  21. Sì, è inciso. Nella foto la luce viene dall'alto, e la schiena dell'animale è in ombra, mentre il ventre è illuminato. Se non fosse un'incisione, sarebbe il contrario. ;)
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  22. Germania 10 Euro in argento del 2010. 300° anniversario della porcellana prodotta in Germania. Celebrare un manufatto così importante... rotto? :rofl:
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  23. @@francesco77 hai ragione son del conio...infatti sono in rilievo. potevo anche arrivarci da solo cacchio :( ...devo migliorare marco
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  24. ciao, ottima collezione, la perseguo anch'io come collezione secondaria. La maggior parte degli scudi dell'UML sono estremamente comuni, e si trovano anche in altissima collezione a poco prezzo. Io ho acquisito un buona 50 di scudii, tutti mediamente in bb , ma oramai li sto riprendendo intorno al FdC. Se stai cominciando ora ti consiglio di cominciare con il 5 franchi 1873 del belgio e il 5 franchi 1873 Francia. Sono estremamente comuni e in qFdC si trovano abbastanza tranquillamente sui 50 euro. Puoi passare agli scudi spagnoli, anch'essi abbastanza economici, ai 5 korona austriaci e un bel 5 lire di vittorio Emanuele III di quasi tutte le tipologie, in ogni caso con 50 euro, ti porti a casa serenamente una moneta in alta conservazione, magari intorno allo spl. Purtroppo il discorso delle 50 euro a monete non dura per sempre, e poi bisogna cominciare a spendere di più per avere una moneta in alta conservazione. Questa collezione però permette di avere il tempo di maturare i propri desideri numismatici con tipologie più economiche, e di decidere come continuare successivamente. Per cui, buona collezione .
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  25. Wee..eccome quà :D scusate il ritardo...ma pure io lavoro.... eccovi le foto. Come vi avevo accennato...fanno caga.re, ma la colpa è della mia compatta. :pissed: Sono alcune foto che ho fatto. Se volete qualche prospettiva diversa ditelo....tanto la moneta credo che la conoscete tutti ;) . Ma più ingrandite di queste non posso! Cià Cià
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  26. @@nando12 dipende per te cosa intendi per "quasi" SPL probabilmente il tuo q.SPL è molto differente dal mio io uso il metro di Tevere... il "quasi" ed il "+" (o "meglio di", altrimenti "m") sono valori che oscillano attorno ad una conservazione. SPL e q.SPL hanno di base gli stessi rilievi, solo che il q.SPL ha qualche segnetto in più o un colpetto di troppo. poi c'è chi invece considera il q.SPL un BB che tende allo SPL .. pensiero che non condivido assolutamente. A mio avviso, per il BB che tende a SPL esiste il BB-SPL ti mostro due 5 lire dell'11 periziati da Tevere, uno q.SPL ed uno SPL+ ... la differenza di conservazione è impalpabile...
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  27. Eroico! Se non è passione questa... :good:
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  28. Molto bella questa discussione. Ho giusto giusto un paio di Carausio da farvi vedere... :D La prima è questa: Apparentemente è inedito (leone rivolto a sinistra). L'ho classificata così: RIC 391 var. (leone a sinistra) 4,58g - 21mm D/ IMP CARAVSIVS P F AVG; busto radiato e drappeggiato a destra. R/ SAECVLARES AVG; ??? (esergo); leone rivolto a sinistra. E' un ex CNG. A me sembra "ufficiale" se proprio dobbiamo utilizzare questa parola, a voi che sembra? L'altra la devo ancora fotografare...
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  29. no @@miza il '29 non è tra le più comuni... le più comuni sono 22, 21 e 20. Infatti queste 3 date le trovi dappertutto in perfetto FDC rosso tralasciando le 3 rare (19,28 e 32), date come il 31, il 33, il 29, il 36 e il 37 sono tra le piu rare da trovare perfette (non a caso sono piu quotate delle altre)
    1 punto
  30. @@miza, per me un FDC non dovrebbe rientrare tra le monete comuni.
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  31. le macchioline sono congenite del rame (ce n'è una anche nel campo vicino la O di Vittorio)
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  32. @@Alberto Varesi risposta geniale! grazie Alberto
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  33. @@miza, fantastica FDC anche per me.
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  34. Ciao fofo, certo sono monete eccezionali indubbiamente, le definirei da investimento, non per tutti certamente, certamente vedo acuirsi una forbice in certe aste tipo NAC, NOMISMA....sulle monete per un mercato da investimento, molto esigente, io personalmente vedo la numismatica più in ottica studio, quindi vado su monete povere o qualcuno bella ma decisamente più alla mia portata, certamente è un fatto di scelte, caratteristiche e anche disponibilità, probabilmente oltre a collezionisti italici queste aste pescano anche all'estero....
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  35. Quoto e straquoto. A volte vedo discussioni di più pagine dove utenti esperti stanno a discutere dello spl+ - no qfdc - no spl fdc - no fdc e poi si consiglia a chi inizia di collezionare solo fdc con il rischio che questi non avendo l'esperienza necessaria diventino collezionisti di perizie o buttino soldi in conservazioni gonfiate.
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  36. .....meglio tardi che mai....adesso si. SORRY!!!!
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  37. TAGLIO : 1 Euro STATO : Cipro TIRATURA 2008 : 28.000.000 (Vantaa-Finlandia) AUTORE : Erik Maell e Tatiana Soteropoulos. TEMA : Idolo di Pomos DATA DI EMISSIONE : 01/01/2008 MATERIALE parte esterna : nichel-ottone (rame 75% - zinco 20% - nichel 5%) MATERIALE parte interna : rame-nichel (rame 75% - nichel 25%) DIAMETRO : 23,25 mm SPESSORE : 2,33 mm PESO : 7,5 gr. CONTORNO : Rigato discontinuo L'idolo di Pomos è una scultura cruciforme preistorica del periodo Calcolitico (III millennio a.C.), rappresenta una donna con le braccia aperte, molto probabilmente era un simbolo di fertilità. Nell'isola di Cipro l’esistenza di insediamenti umani risale fin dal Neolitico (VII millennio a.C.). E' stata trovata vicino al villaggio cipriota di Pomos. Oggi è esposta al Museo Nazionale cipriota di Nicosia________ Vi è raccolta una panoramica generale sull’evoluzione della Storia dell’Arte cipriota antica a torto sminuita dal confronto con la grande arte greca. (mosaico di Leda, Cipro) Di figure femminili cruciformi simili ne sono state ritrovate in gran numero, quelle di dimensioni più piccole erano indossate attorno al collo come amuleti. Cipro è posta al crocevia tra Europa, Asia e Africa, sulle sue coste vide approdare Fenici ed Assiri, Egiziani e Persiani, Greci, Romani, Bizantini e Crociati, quest'ultimi ne fecero una propria base sulla rotta per la Terra Santa. E poi ancora Veneziani e Ottomani, fino ad arrivare in tempi più recenti agli Inglesi. Di ognuno conserva tracce e ricordi, testimonianze, consuetudini e resti di insediamenti archeologici. Un patrimonio variegato che oggi costituisce un museo all'aria aperta, perfettamente integrato con la scenografia del paesaggio. ___________________________________________ La moneta da 2 euro è identica tranne: TIRATURA 2008 : 25.000.000 (Vantaa-Finlandia) MATERIALE parte esterna : rame-nichel (rame 75% - nichel 25%) MATERIALE parte interna : nichel-ottone (rame 75% - zinco 20% - nichel 5%) DIAMETRO : 25,75 mm SPESSORE : 2,20 mm PESO : 8,5 gr. CONTORNO : Zigrinato con il motivo : 2 ΕΥΡΩ 2 EURO 2 ΕΥΡΩ 2 EURO
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  38. taglio 2 euro cc paese slovenia anno 2014 tiratura 978.500 condizioni spl città trieste taglio 2 euro cc paese germania A anno 2014 tiratura 6.000.000 condizioni bb+ città trieste
    1 punto
  39. ......questa è una fonte Battesimale donata da Ferdinando 4 alla Chiesa......che bellezza!!!! La fonte l'ho postata perchè ubicata nello stesso ambiente del Sacrario Borbonico.
    1 punto
  40. Mi permetto di dissentire dall'ottimo Tiberius per quanto riguarda quest'asta. Pur rendendomi conto che per chi colleziona papali pre ottocento sia una delusione per il periodo che va da PIO VI a PIO IX ci sono delle vere unicita' Cominciando dal mai piu' esitato e rivisto 50 lire 1868 A.XXIII per PIO IX (pezzo unico?) per poi passare alle rarissime 1 e 2 lire 1866 A.XX. e per rimanere in tema PIO IX le quasi mai viste 20 lire 1866 A.XX. con stella sotto della piu' grande rarita' e poi passando per i testoni di PIO VII del 1802 e 1803(del 1802 si parla di 7 esemplari) e le meno pubblicizzate ma per me molto rare (le cerco anche io da parecchio) 2 lire sempre per PIO IX del 1868 A.XXIII. Sto andando a memoria e questi sono solo alcuni esempi ho prestato il catalogo ad un amico quando lo riavro' saro' piu' preciso. Comunque se qualcuno e' interessato in particolare alle monete da Pio VI a Pio IX direi un catalogo che non puo' mancare Ciao
    1 punto
  41. La moneta più rara che "avevo" è probabilmente questo mezzo franco francese del 1810 coniato a Bayonne. La particolarita' è data dalla inversione della L e del tulipano ( L a sinistra e tulipano a destra), già di per se rara, accompagnata dal fatto che il tulipano è rovesciato. Mai visti altri esemplari. Ne ignoravo l'esistenza: ma l'ho data ad un amico collezionista francese che la cercava da decenni.
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  42. Simone la ringrazio per la precisazione. Tevere era, purtroppo è deceduto circa un mese fa, uno delle persone più preparate nel campo della numismatica, ed il fatto che aveva fissato un criterio per verificare il magnetismo di alcune monete di VEIII, conferma quanto sostengo, che per procedere alla perizia di una moneta serve seguire una normativa che codifichi criteri d'esame e caratteristiche della strumentazione da impiegare. Anch'io quando esamino le monete uso strumenti professionali, ma è assolutamente necessario stabilire i criteri. Faccio un esempio, se osserva una moneta FDC a 4-5X tale è ma se la osserva a 20-30X Le assicuro che non sembra più tale! I diamanti vengono esaminati e certificati con l'esame alla lente 10X, si esaminano anche al microscopio, ma quello che conta per il giudizio finale è l'esame alla lente. Dall'art. che mi ha allegato, si evince perfttamente che il laboratori Gigante, siè dato degli standard di analisi simili a quelli adottati in gemmologia, con la differenza che questi ultimi sono ufficializzati. Anche io le monete che acquisto le esamino al microscopio con luce nordica 6500°K, con illuminazione zonale per evidenziare i rilievi, ma è una mia iniziativa, come lo era quella del Sig. Tevere, o il Gigante precedentemente citati, ma serve stabilire ufficialmente gli standard d'esame.
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  43. Hai fatto bene. Se hai dubbi sull'autenticità è sempre meglio chiedere PRIMA, dopo è troppo tardi... meglio farsi soffiare una moneta autentica che portarsi a casa una patacca Parere personale.
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  44. Salve @@TONDELLO, hai aperto un bell'argomento senza dubbio..... Ci sarebbe da scrivere un romanzo sulla materia ma serebbe troppo, troppo articolato.... Hai ragione quando dici che c'è un conflitto di interessi senza dubbio, da quì non si scappa ma purtroppo il nostro bel paese è un groviglio di conflitti di interessi che è quasi tutto lecito... I rimedi sono pochi, armarsi di pazienza e vedere vedere tante monete e confrontarsi sempre in ogni dove...ci vuole tanta calma e tanto buon senso negli acquisti.....e con il tempo tutto diverrà più semplice..... Saluti ;)
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  45. Ma noooo.......è buona........vedi il sileno che fa l'occhiolino ??
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  46. Con tutto il rispetto e l'ammirazione dovuti alla signora Montalcini, credo che dedicarle una moneta destinata alla larga circolazione sia eccessivo. Vedrei invece più che bene una bella moneta commemorativa, da 2 euro, ma anche d'argento, magari nel 2016, trentennale del conferimento del Nobel (1986). Le ricorrenze importanti (50 anni, 100, ecc.) con le date di nascita e di morte sono lontane, per il 2015 non si farebbe comunque in tempo, ma una bella moneta nel 2016 potrebbe starci...la lanciamo noi la petizione? :D petronius oo)
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  47. Versione ‘extralarge’ in bronzo della medaglia ai post # 75 e 76 D/ Sul bordo, tra due cornici di perline, divise da stelle e fregi: COMVNITATIS PAPIE SIGILVM MAG(N)IFICE; al centro la statua del Regisole. LORIOLI dietro la zampa posteriore sinistra del cavallo. R/ Lungo il bordo in alto, in cornice di perline: CITTA’ DI PAVIA; stemma comunale di Pavia. Bronzo: 210 g, 80 mm; tracce di patina di azzurrite a h 5 e h 6. apollonia
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  48. Per l'amico Apollonia. Queste le hai già viste ?? sono molto carine.
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  49. Al momento dell’unità in Italia c’erano solo due grandi banche: il Banco delle Due Sicilie (Banco di Napoli e Banco di Sicilia) e la Cassa di Risparmio di Milano (delle province lombarde). La prima era nettamente in testa con depositi per 200milioni di lire del tempo contro i 120 della seconda; il Banco delle Due Sicilie era un’istituzione pubblica seria e stimata all’interno e all’estero, le sue fedi di credito (una specie di moneta cartacea) avevano una storia secolare ed erano apprezzate più dell’oro perché interamente garantite nel loro valore nominale che era pagabile a vista con monete contanti, sia negli sportelli del Banco sia nelle tesorerie provinciali [1]. Nei primi cinque anni dall'unità si scatenò una lotta feroce tra il Banco di Napoli e la Banca Nazionale (piemontese) ma mentre al Sud proliferarono le Casse di Deposito del Nord, un quarto di quelle che saranno costituite in Italia in quegli anni, il Banco di Napoli doveva invece ottenere l'autorizzazione statale per aprire filiali nel settentrione d’Italia. È evidente che lo scopo finale era di privilegiare gli interessi della borghesia del nord a scapito di quella meridionale. Al momento dell’unità vennero stabiliti 5 istituti di emissione, con diritto, quindi, di battere moneta per conto dello neo Stato: Banca Nazionale (ex Banca Nazionale Sarda), la Banca Toscana, il Credito Toscano, il Banco di Sicilia ed il Banco di Napoli, aumentati a 6, con la Banca Romana, dopo il 20 settembre 1870, e poi ridotti a soli tre nel 1893, anno di nascita della Banca d’Italia, che si affiancava al Banco di Napoli e al Banco di Sicilia. Ai suddetti 5 istituti bancari fu riconosciuto anche il compito di ritirare dalla circolazione le vecchie valute e di unificare i bilanci dei singoli Stati italiani preunitari in un unico Bilancio Nazionale. La situazione apparve subito molto difficile [2], si partì con un disavanzo, relativo al solo anno 1860, di 39 milioni di lire dell’epoca dovute al saldo negativo tra i bilanci che erano, in quell’anno, in attivo (Lombardia, Emilia, Marche, Umbria, Regno delle Due Sicilie) e quelli che erano in passivo, capitanati dal Regno di Sardegna con 91 milioni di lire e seguito dalla Toscana con più di 14. Questo, però, era il meno perchè al bilancio del neonato regno d’Italia bisognava aggiungere l’ammontare del debito pubblico dei singoli stati che ammontava, per il solo anno 1861, a 111 milioni di lire di cui ben 63 dovuti al regno di Sardegna (57% del totale). Quello complessivo raggiungeva la astronomica cifra di 2 miliardi 241milioni 870mila lire dell’epoca. Di questi poco più di 440 milioni di lire circa erano portati dalle Due Sicilie, che però erano completamente garantiti tanto che i suoi certificati erano quotati a Londra ben oltre il valore nominale. Il regno di Sardegna portava in eredità al nuovo stato, il triplo: più di 1 miliardo e 200 milioni. [per aggiornare le cifre ricordiamo che 1 lira dell’epoca equivale a circa 7.302 lire dell’anno 2001]. Vittorio Emanuele con la compagna Rosa Guerrieri Questo debito era dovuto a due cause: la pessima bilancia commerciale piemontese, in continuo passivo dal 1849 al 1858 e ai costi di una onerosissima politica estera che imponeva l’accensione di enormi prestiti con le grandi potenze amiche (l’Inghilterra e la Francia), basti pensare, ad esempio, che il debito per la spedizione di Crimea del 1855 fu estinto addirittura nel 1902. Tav. 1 - 1860: raffronto del debito pubblico (in milioni di lire dell’epoca) [3] ________________________ Debito pubblico consolidato NAPOLI = 441,23 PIEMONTE = 1.271,43 _________________________ Interessi annui NAPOLI = 25,181 PIEMONTE = 75,474 _________________________ “Ci fu un indebitamento colossale, coprire un debito con un altro debito, pagare una rata d'interessi facendo ancora un debito era diventato il sistema di governo: tra il 1849 e il 1858 il Piemonte contrasse all'estero, principalmente con il banchiere James Rothschild, debiti per 522 milioni - quattro annate di entrate fiscali. Si sostiene che lo Stato sabaudo si piegò alla necessità della unità nazionale e si aggiunge che è doveroso essere grati ai Savoia; di certo - di storico - c'è solo il fatto che il Regno di Sardegna se la cavò riversando i suoi debiti sul resto dell'Italia autoannessasi.” [4]. Tav. 2 - Andamento del debito pubblico nel Regno di Napoli e in Piemonte (in lire dell’epoca) [5] _______________________________ Debito a tutto il 1847 REGNO DI NAPOLI = 317.475.000 PIEMONTE = 168.530.000 _______________________________ Debito a tutto il 1859 Regno di Napoli = 411.475.000 Piemonte = 1.121.430.000 _______________________________ Incremento nel periodo % Regno di Napoli = 29,61% Piemonte = 565,42% _______________________________ Interessi sul D.P. (Lire) Regno di Napoli = 22.847.628 Piemonte = 67.974.177 _______________________________ Popolazione residente Regno di Napoli = 6.970.018 Piemonte = 4.282.553 _______________________________ Debito pro-capite (Lire) Regno di Napoli = 59,03 Piemonte = 261,86 _______________________________ PIL (Lire) Regno Di Napoli = 2.620.860.700 Piemonte = 1.610.322.220 ________________________________ Rapporto D.P./PIL % Regno di Napoli = 16,57% Piemonte = 73,86% ________________________________ Interessi D.B./PIL % Regno di Napoli = 0,87% Piemonte = 4,22% ________________________________ “Dal 1830 al 1845 la quota delle spese militari [piemontesi] non fu mai inferiore al 40% della spesa statale complessiva. Con la prima guerra di indipendenza l’incidenza delle spese militari su quelle totali raggiunse nel 1848 e nel 1849 rispettivamente il 59.4% e il 50.8% ... con la guerra del 1859 e 1860....raggiunse rispettivamente il 55.5% e il 61,6% …. mentre per l’assistenza sociale, l’igiene e la sanità, la pubblica istruzione e le belle arti, raramente nell’insieme si destinò annualmente più del 2% della spesa totale”[6] Per quanto riguarda il Tesoro il contributo più alto lo pagò il Sud che, al momento della annessione, partecipò per i 2/3 alla sua costituzione e mentre la moneta delle Due Sicilie era garantita interamente in oro, quella piemontese lo era solo per una lira su tre. Tav. 3 - Riserva aurea a garanzia della moneta circolante degli antichi stati italiani al momento delle annessioni (espresse in lire dell’epoca) [7] _____________________________________ Stati Italiani preunitari - Milioni di lire Due Sicilie - 443,2 Lombardia - 8,1 Ducato di Modena - 0,4 Parma e Piacenza - 1,2 Roma (1870) - 35,3 Romagna, Marche e Umbria - 55,3 Piemonte - 27,0 Toscana - 85,2 Venezia (1866) - 12,7 TOTALE = 670,4 __________________________________ Le Due Sicilie “scoppiavano” di salute come metallo monetato, integralmente garantito in oro, tanto che le riserve auree erano, per abitante, il doppio di quelle degli altri stati europei ma, anche a questo proposito, il Corano-Donvito critica la “staticità” del credito meridionale che concedeva prestiti a tasso troppo alto e “conforme del tutto a questa dei privati [che preferivano risparmiare piuttosto che investire] era la condotta del Banco di Napoli, il quale dava altresì prova, esempio di inerzia dei capitali, tenendo in semplice deposito ordinariamente l’enorme somma -per quei tempi- di 120 a 130 milioni di lire….. bisogna concludere che nell’ex Regno delle Due Sicilie si perdevano annualmente i profitti che si sarebbero potuti ricavare dalla somma [nel complesso] di 300 milioni, se questa fosse stata investita in speculazioni agricole, industriali e commerciali con l’aiuto del credito…invece quel valore marcisce negli scrigni dei proprietari”[8] La gestione della nuova finanza pubblica del regno d’Italia, invece di farsi carico di programmi di sviluppo economico del nuovo Stato, rincorse illusori obiettivi di “pareggio del bilancio”. Per ottenere ciò si imposero nuovi tributi, ci si affrettò a svendere sottocosto i beni demaniali e quelli ecclesiastici con colossali profitti per gli acquirenti e cattivi affari per lo Stato. Giuseppe Ressa [1] dati tratti da Nicola Zitara “La gran cuccagna dei fratelli d’Italia”, Riv. Due Sicilie 2-2004. [2] i dati successivi sono tratti da “l’Italia economica nel 1873, Pubblicazione Ufficiale”, Roma, Barbera, 1874 (II ed.riveduta) che ripercorre tutto il cammino del bilancio dello Stato dall’Unità in poi; riportata da Aldo Alessandro Mola in “L’economia italiana dopo l’unità”, Paravia, Torino, 1971, pagg. 12 e segg. [3] Le finanze napoletane e le finanze piemontesi dal 1848 al 1860, Giacomo Savarese, Napoli - tipografia Gaetano Cardamone - 1862 [4] Nicola Zitara, “L’unità truffaldina”, op. cit. [5] Giacomo Savarese, op. cit.,modif. [6] Anteo d’Angio, La situazione finanziaria italiana dal 1796 al 1870” in Storia d’Italia De Agostini. 1973, vol.VI, pag. 241 riportata da Antonio Socci, La dittatura anticattolica, Sugarco, 2004 [7] Francesco Saverio Nitti, Scienze delle Finanze, Pierro, 1903, p.292. [8] op.cit. pag.65-107 Giuseppe Ressa fonte ilportaledelsud
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