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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/08/14 in Risposte
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un ritrovamento D.O.C +++ Taglio : 1 euro Nazione : Monaco Anno : 2007 Tiratura : 100.000 Condizione : BB/SPL Città : Bereguardo note : :pleasantry: :pleasantry: :pleasantry:9 punti
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Tanti segnetti che saltano subito all'occhio, ma metallo fresco e brillante sotto una patina antica. Peccato non riesca a far rendere il lustro che conserva questo esemplare. Questa patina può non piacere ma, a mio avviso, è frutto di tanti anni di riposo.3 punti
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La cosa interessante di questa enorme scienza, è l'analogia e la sinergia che viene a crearsi fra le varie zecche, le varie iconografie riflettono sempre alcuni valori e simboli che possiamo ritrovare in ogni ambito, i codici erano universali e servivano a comunicare e a trasmettere emozioni, come quelle che provo ogni volta, che vedo e sogno in certi in certi tondelli... ALPH IV MV RE E C DVX IX Busto corazzato e togato a destra; sul petto il Collare del Toson d’Oro Alfonso IV D’Este duca di Modena e Reggio (1658-1662 ). Ducatone 1659. AR 31,46 g. – ø 45,1 mm. e sullo spallaccio della corazza, maschera leonina. Sotto, nel giro, I659 E T (Elia Teseo, zecchiere). Rv. AL TERVTRVM NEV – TRVM VTRVMQVE Spada sguainata intersecata in palo con corona d’alloro. Asse a 180°. CNI 2. Ravegnani M. 4 (R4). MIR 809 (R5). Davenport 4040. Alfonso IV nacque da Francesco I d’Este e Maria Farnese. La politica del padre, sempre tesa a riavere Ferrara o quanto meno a risolvere i problemi per i beni feudali del Ferrarese, orientò anche la scelta della donna che il figlio avrebbe dovuto sposare. Prima si pensò a un matrimonio con Costanza Pamphilj, poi a nozze spagnole ed infine fu decisa l’unione con una nipote del Cardinale Mazzarino, mossa questa che avrebbe cementato i rapporti con la Francia. Difatti, alla morte del padre, Alfonso ricevette da Luigi XIV la patente di generalissimo delle armi francesi in Italia e la facoltà di concludere lega con Venezia. Il prolungarsi del conflitto tra Francia e Spagna vide Alfonso spostarsi progressivamente su posizioni di neutralità. Protettore delle arti, il duca arricchì la Galleria Estense iniziata dal padre e curò l’ampliamento di Modena. Morì di gotta, appena ventottenne, nel 1662, lasciando la tutela dei figli Francesco e Maria Beatrice, che fu poi regina d’Inghilterra, alla moglie Laura. La spada raffigurata al rovescio allude senza dubbio alla tradizione militare della famiglia.3 punti
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I’ll just make a few observations, and leave it in English-only to limit any misunderstandings…please no one take this as a serious dissection of American law on this subject….. The older coins are plentiful in the U.S. and there is no problem with them, of course. The post-revolutionary coins are also okay to buy—if they are not in Cuba! Which means there has been no legal large-scale importing of these coins into the U.S. They pass hand-to-hand without much, if any, comment, but (with the partial exception of the modern tourist currency), they are relatively tough to get. Cuban coins in the U.S., then, are something like the American cars in Cuba—mostly pre-1961, give or take. (One of my purposes in beginning this thread was exactly the hope I might see some of these more modern, and somewhat--for Americans anyway--exotic creatures.) And just for fun, please let me mention that when I was a boy, more or less the same situation obtained for the People’s Republic of China—then often called “Red China.” Living in Italia as we did I was able to buy a packet of PRC postage stamps. Common elsewhere, but relatively tough to get for Americans. Some I traded to one of my teachers for coins, and finally, after about 40 years of looking at it, I sold the “big” stamp from that 1000-lire packet for US$90 to a stamp dealer. Funny thing is, although we’re talking of U.S. restrictions here, that $90 price was almost entirely a function a relaxation in Chinese society. One other quick note: I was planning to mention the Cuban “Patria O Muerte” in connection with some Nicaraguan coins….thanks, petronius, for giving me a quick illustration to link to! :) v.3 punti
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In ogni caso escluderei di parlate di "prove e progetti" di monete medioevali Gli 'antichi' erano persone serie e non coniavano quella pletora di oggetti monetiformi che avrebbero fatto , dal Regno in poi la felicita' di numismatici e indotto qualcuno a scriverci sopra ipotizzando delle 'prove e progetti dal V secolo ....' Chissa' perche' poi dal V secolo ... mah3 punti
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inviterei tutti..i presenti.... a uno sguardo approfondito tra i capelli del sovrano.....mamma mia che viola! ! questa è patina!...non semplice "ossidazione"2 punti
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Una lettera del Direttore Generale dell’Amministrazione delle Monete al Ministro delle Finanze del 15 luglio 1859 ci fa sapere che l’incisore D. Luigi Arnaud ha già presentato al Ministro il “modello” in cera del ritratto del Re la cui effige al contrario dei due sovrani precedenti è rivolta verso sinistra; questo cambiamento non è stato fatto per un capriccio dell’incisore, ma .......... :whome: :lollarge: perché l’artista ha tenuto presente come originale un ritratto in fotografia eseguito da S.A.R. il D. Sebastiano che l’aveva dato all’incisore (Infante Sebastiano Gabriele Maria di Borbone che aveva sposato la principessa Maria Amalia figlia di Francesco I). D’altra parte l’Arnaud (Luigi) trova che artisticamente la situazione dell’effige sia consona alle prescrizioni dell’arte che, dice il Direttore Generale, la legge del 1818 (fondamento del nostro sistema monetario) non prende in considerazione la direzione della testa del Sovrano sulle monete, quindi non ha grande importanza detta direzione ed il Re potrà decidere in proposito; se il Re però volesse l’effige verso destra occorrerebbe che il nuovo modello venisse fatto direttamente dall’originale e quindi sua Maestà dovrebbe concedere una seduta di posa che sarebbe utile anche se il Re accettasse il modello precedente.2 punti
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Bella domanda, #Magdi! Effettivamente nel pezzo di Arezzo sembra che i segni corrispondano sia nella faccia incusa che in quella in rilievo, come dimostra la lettera T (ad ore 1 nella faccia incusa), che si trova esattamente tra le due tacche più piccole sul bordo, come nella faccia in rilievo (ad ore 9). Lo stesso credo si possa dire per la crazia fiorentina. Ma c'è un spiegazione abbastanza plausibile: i coniatori, andando evidentemente così di fretta da non accorgersi che il pezzo precedente non si era staccato dal torsello (ritardo sui 'tempi e metodi' fissati dai capitolari di zecca?), hanno battuto la moneta successiva senza staccare la mano dal conio di martello e quindi questo non è ruotato rispetto alla mano. Di conseguenza la posizione del tipo della pila è risultata pressoché identica sia nella prima che nella seconda battitura. A me sembra verosimile, o no? Chissà quale era la decurtazione del salario per questi errori, poveri cristi. Saluti, A.2 punti
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@@renato la lega di questa moneta è composta solo dal 25% di nickel, mentre il 75% è rame. E' dunque ragionevole pensare che la patina verdastra e le macchioline verdi pure, siano da attribuirsi solo all'ossidazione (o peggio alla corrosione) del rame...2 punti
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Buongiorno Andreas, scusa la mia ignoranza e la mia pedanteria, ma essendo impossibilitato a fare pressoché tutto praticamente resto collegato al forum con il telefonino tutto il giorno a rompere le scatole alla gente. Mi chiedo: ma se la moneta battuta in precedenza è rimasta attaccata al conio di martello e per tale motivo non è vista dall'addetto alla coniazione, non è quello di incudine ad aver avuto inciso croce e scritta? Oppure sono io che mi sbaglio? Buona giornata, Teofrasto2 punti
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TAGLIO : 1 Cent STATO : Irlanda TIRATURA 2002 : 404.339.788 AUTORE : Jarlath Hayes TEMA : Arpa celtica DATA DI EMISSIONE : 01/01/2002 MATERIALE : Acciaio placcato con rame (acciaio 94,35% - rame 5,65%) DIAMETRO : 16,25 mm SPESSORE : 1,67 mm PESO : 2,3 gr. CONTORNO : Liscio (Per la scritta Eire sulla moneta è stato usato il tradizionale alfabeto gaelico) L'arpa celtica è emblema tradizionale dell'Irlanda. Sulle monete fa la sua apparizione nel XV-XVI sec. (Henry VIII). L'arpa celtica, o arpa gaelica, è uno strumento a corde tipico del folklore dei paesi europei di area celtica. Proviene dalla Scozia, dove compare durante il VIII sec. d.C. e successivamente, dal XII sec, si è diffusa in Irlanda, Galles e Bretagna. Arma di famiglia di Riccardo III d'Inghilterra (1452-1485 - personaggio del racconto drammatico di Shakespeare). Giacomo I d'Inghilterra fu Re di Scozia e per primo regnò su tutte le isole britanniche. Avendo unificato le corone d'Inghilterra, Scozia e Irlanda, l'arpa entrò a far parte dell'emblema del casato. Quando tre arpe sono messe insieme stanno a rappresentare tre corone. Appare anche nelle Colonie americane di fine '600. [ Come strumento musicale è più piccola dall'arpa classica usata nelle orchestre sinfoniche, l'arpa celtica non ha i pedali, ma ha le chiavi (tipo una chitarra) con cui si ottengono i semitoni. (in foto: Arpa classica a sinistra e celtica a destra)2 punti
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Credo che qualcosa si possa ancora vedere, per esempio Napoli, monetazione importante, affascinante, pezzi incredibili, vediamo di offrirne almeno uno ancora e scusatemi se magari non sarò preciso.... Carlo V ha una monetazione straordinariamente artistica sia a Milano che a Napoli, l'iconografia del busto ha ispirato grandi coniatori, ma spesso anche i rovesci portano grandi messaggi, allegorie, spesso con scene che richiamano il periodo classico. Siamo in un R4, passato da Cronos lotto 328, Cronos 3 del 2009, è una moneta d'oro, un 4 scudi, al rovescio abbiamo la Pace in piedi che tiene una cornucopia piena di frutti e con l'altra mano una fiaccola con cui dà fuoco a un libro e a un mucchio di armi. Importante è la leggenda del rovescio MAGNA OPERA DOMINI ( grandi opere del Signore ) che si riferisce al ritorno alla pace a Napoli dopo la ribellione scoppiata nel 1547 in seguito al tentativo da parte di Carlo V di reintrodurre in città il Tribunale dell'Inquisizione. Il Sovrano desistette poi dal proposito e accettò la richiesta dei napoletani in cambio di un pagamento di 100.000 ducati d'oro. Anche qui abbiamo un pò tutto, l'arte incisoria, l'allegoria, il messaggio, ilracconto di un accadimento storico, anche la morale se vogliamo vedere, morale spicciola di vita, in fondo anche un Tribunale dell'Inquisizione, se in cambio di una massa di monete d'oro, può aspettare...... :blum:2 punti
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Caro Caesar ci siamo, oggi ti faccio rivivere la grande fiammata del popolo Parto ad opera di un altro “Magno” che conosceremo, dopo Alessandro3° ed Antioco 3°…il suo nome: Mitridate 1° Mitridate era fratello di Phraate 1° che lo scelse come succesore e lo favorì nell’ascesa al trono, rispetto ai figli; già in vita aveva mostrato questa sua predilezione facendo incidere sulle monete la scritta “Philadelfo” Mitridate era indubbiamente nato: uomo regale, favorito dalla natura per ricoprire questo ruolo, più di ogni altro contemporaneo. (Dracma in Argento di Mitridate 1°) Era nel contempo: intelligente, forte e nobile; fu ambizioso ma non tanto per sé stesso quanto per la sua gente, non crudeltà fu la sua; ma vigorosa energia di un buon generale; amministratore eccellente e deciso, sotto il suo governo, sia pure tra alti e bassi, il potere del suo popolo aumentò. Al suo insediamento aveva ricevuto un regno di dimensione contenuta, apparentemente chiuso tra la città di Charax, da una parte ed il fiume Arius, ovvero Heri-Rud dall’altra che, nel giro di trentasette anni, trasformò in impero: grande e prospero. Se non fosse stato per Mitridate la Partia sarebbe rimasta uno staterello, satellite del regno della Siria invece di diventare in breve tempo la principale rivale di Roma. Per spiegare come tutto ciò sia stato possibile occorre rivisitare il panorama politico dell’Asia Occidentale all’inizio del secondo secolo prima dell’era Cristiana e soprattutto porre l’accento sul corso degli eventi che si susseguirono nei due principali regni che in un qualche modo ebbero a che fare con la Partia: la Bactria e la Siria. La Bactria, striscia di terra posta a Nord del Paropamisus, nella vasta e lunga valle dell’Oxus, dalla sua sorgente nel Pamir sino al suo ingresso nel deserto Khorasmiano, era in origine governata da Diodoto, Re di origini greche, che già abbiamo avuto modo di incontrare. Anche i paesi a Sud di questa fascia erano di dipendenza siriana e quindi teoricamente greca tanto che Seleuco Nicatore riteneva compresi nei confini del suo dominio. Non molto tempo dopo la morte di Alessandro Magno questa zona dell’Asia entrò in piena decadenza e principi indiani, come Sandrocotto ( Chandragupta) e Sophagasenus attestarono il loro regno nella regione detta dei cinque fiumi (Punjab) oltre che su gran parte dell’attuale Agfanistan sì che il dominio greco venne spazzato via per sempre. (Aureo di Chandragupta alias Sandrocotto) La Bactria, ottenuto il riconoscimento all’indipendenza da parte di Antioco il Grande si spinse verso progetti ambiziosi e per prima cosa, come in Partia, la componente Greco- Macedone della popolazione venne cacciata dal territorio ed i pochi che rimasero furono praticamente ridotti all’impotenza, successivamente Eutidemo, il terzo Re della Bactria, non si fece scrupoli nel provocare l’ostilità della Siria che nel 205 A.Ch. si trovò ad affrontare anche questa aggressione. Sotto Eutidemo e suo figlio Demetrio, che lo sostituì al trono, nei venti anni compresi tra il 205 A.Ch. ed il 185 A.Ch. le conquiste della Bactria si spinsero sino alla regione del PunJab; Cabul e Candahar vennero distrutte e la parte Sud del paese occupata: dall’Heri-Rud sino all’Indo. (Tetradracma d’Argento di Eutidemo di Bactria) Il successore di Demetrio ( 180 A.Ch.): Eucratide estese ulteriormente la conquista all’interno del Punjab; ma non riuscì ad affermarsi sul paese tanto che dovette successivamente ritirarsi dai territori occupati che abbandonati a sé stessi e praticamente privi di milizia, svincolati dal potere della Bactria finirono per attrarre le mire dei popoli delle steppe. (Tetradracma d’Argento di Eucratide 1° di Bactria) Furono gli Scythi che colsero l’opportunità per invaderne il territorio, metterlo a ferro e fuoco ed occuparlo sino ad insediarsi nella valle dell’Oxus. Mentre questi avvenimenti, nell’Est asiatico, esaurivano le forze della Bactria, spinte dall’ambizione dei Principi regnanti, i monarchi Seleucidi andavano incontro a difficoltà vieppiù crescenti, in parte dovute a loro stessi, in parte all’ambizione dei vari pretendenti. Antioco il Grande, poco dopo il suo ritiro dalle province dell’Est era entrato in rotta di collisione con l’Impero Romano ( 196 A.Ch.) che inflisse una solenne sconfitta all’esercito siriano (190 A.Ch.) nei pressi di Magnesia. Alla disfatta dell’esercito dovette sommarsi l’ulteriore indebolimento del potere per il fatto che i Romani avevano optato per dare supporto al Re di Pergamo che di fatto diveniva così il principale stato dell’Asia Minore. La debolezza di Antioco incoraggiò l’Armenia alla rivolta e la Siria, nel 189 A.Ch. perdette altra provincia. Torbidi scoppiarono anche in Elymais, come conseguenza dell’eccessiva imposizione dei Seleucidi ( 187 A.Ch.) ne fece le spese Antioco 3° il grande cui successe il figlio ed undici anni dopo ( 176 A.Ch.) la rivolta assurse carattere generale e la Siria potè salvarsi solo grazie al coraggio ed all’energia di Antioco 4° Epiphane; ma le speranze di riconquista dopo i successi in Egitto (171 – 168 A.Ch.) ed Armenia (165 A.Ch.) vennero frustrate dall’insensata condotta adottata contro i Giudei; la permanente politica di persecuzione perpetrata dal 168 A.Ch. al 160 A.Ch. gli rese ostile il paese. (Tetradracma d’Argento di Antioco 4° epiphane) Epiphane non solo aveva profanato e saccheggiato il tempio; ma anche cercato di sradicare la religione giudea ellenizzando completamente il popolo. La resistenza dei Giudei fu ampia e determinata, il partito dei patrioti riuscì a sollevare oltre la metà della popolazione che sotto la guida di capi spirituali devoti e fedeli, rivendicò ed alla fine ottenne l’indipendenza del paese. La lotta non si limitò agli ultimi anni di regno di Epiphane; ma proseguì per oltre mezzo secolo dopo la sua morte ed interessò i successivi sette regni. La Giudea sfruttò tutte le possibilità che gli venivano offerte dalle difficoltà che la Siria, di volta in volta incontrava, per liberarsi dal suo giogo ed alla fine divenne una spina nel fianco, una costante fonte di contrasto che acuì la debolezza della Siria sino ad ostacolarne, più di ogni altra, il recupero del potere perduto. Il trionfo che Epiphane aveva ottenuto nella lontana Armenia cui aveva disfatto l’esercito e catturato il Re: Artaxia, fu ben poca cosa al confronto dell’inimicizia che era riuscito a collezionare in patria attraverso l’intolleranza e la crudeltà. La morte di Epiphane non migliorò gli affari della Siria dato che il figlio, asceso al trono: Antioco 5° Eupatore era un ragazzo, secondo alcuni di nove, secondo altri di dodici anni. (Tetradracma in argento di Antioco 5° Eupatore) Il reggente: Lysia esercitò il potere in modo assoluto e fu presto inviso ai Giudei che nella morte dell’oppressore avevano intravisto uno spiraglio di libertà, oltretutto l’autorità di Lysia venne ulteriormente messa in discussione da un certo Filippo a cui Epiphane, poco prima della morte, aveva affidato la tutela del giovane figlio. La rivendicazione di questo tutore ad imporsi come reggente, era supportata dalla maggioranza dell’esercito sì che tra lui e Lysia scoppiò una guerra civile che si protrasse per due anni terminando con la disfatta e la caduta di Filippo ( 162 A.Ch) La fine del contrasto interno non riuscì ad acquietare gli animi in casa Siriana, un principe Seleucide di nome Demetrio, figlio di Seleuco 4° e conseguentemente cugino di primo grado di Eupatore, era da tempo detenuto in Roma come ostaggio, quivi inviato da suo padre a garanzia della sua fedeltà. (Tetradracma in Argento di Demetrio 1° - figlio di Seleuco 4°) Demetrio, a buon diritto, reclamava il trono della Siria al posto del più giovane cugino ed essendo nel pieno vigore dell’età si propose come pretendente alla corona. Il Senato Romano gli negò l’assenso a rientrare in patria tanto che fu giocoforza abbandonare l’Italia, di nascosto e su nave cartaginese attraversare il Mediterraneo per approdare in Asia dove, in pochi mesi, riuscì ad insediarsi e farsi riconoscere come Re della Siria. Da questo più che breve spartito si vedono chiaramente le condizioni in cui si dibattevano, nella prima metà del secondo secolo A.Ch., Bactria e Siria. In entrambe i paesi lo stato delle cose era favorevole all’avvento di chi fosse stato in grado di esercitare al meglio l’esercizio del potere. I Re dei due paesi, al tempo in cui Mitridate ascese al trono della Partia ( 174 A.Ch.) erano entrambe persone energiche ed abili principi, tuttavia il monarca Siriano aveva in patria non poche difficoltà che assorbivano completamente la sua attenzione mentre il Re della Bactria si era impegnato in una impresa bellica che, come il suo rivale, lo teneva fortemente impegnato; Mitridate avrebbe potuto attaccare l’uno e l’altro principe con buone possibilità di successo. Personalmente era equiparabile ad entrambe anche se militarmente inferiore ai due; ma aveva il grande vantaggio di poter scegliere liberamente sia il tempo che il luogo e questo gli consentì di cogliere il momento propizio e portare il suo attacco nel sito dove sapeva essere meno atteso e quando il nemico meno se lo aspettava. Circostanze di cui adesso non siamo in grado di apprezzare la portata, lo indussero a portare il suo attacco al Re della Bactria: Eucratide, al confine orientale del suo territorio Questi, come abbiamo visto aveva il lato sinistro completamente sguarnito per aver spostato le milizie sul fronte indiano a premere verso Cabul e la regione del Punjab nel tentativo di estendere i propri domini sino al fiume Sutley ed al Gange. Naturalmente Mitridate ebbe buon gioco ed unendo i territori occupati della Bactria a quelli della Partia divenne, senza troppe difficoltà, a capo di due province quali: Turiua ed Aspionus. Turiua è il grande e vago nome di “Turanian” zona difficilmente localizzabile, Aspionus invece è stato individuato nel distretto di Aspiasiace ed anche se le due parole sembrano non coincidere perfettamente, dovremmo tutto sommato accontentarci, non potendo localizzarla con precisione, riteniamo tuttavia di poterla individuare la zona nelle vicinanze di Tejend e dell’Heri – Rud tra il Parapamisus e la grande città di Balkh. Non risulta che Eucratide abbia tentato di riprendersi il territorio perduto, proteso com’era verso la conquista dell’India lasciò che le province andassero per la loro strada cercando una compensazione nel lontano Est. Un antico adagio recita: la fame viene mangiando e Mitridate incassato il successo in Bactria si preparò ad attaccare la Siria; attese qualche anno sin quando Epiphanes non fosse uscito di scena ed il suo posto occupato dal giovane figlio: Eupatore e mentre i due aspiranti alla reggenza: Lysias e Filippo si contendevano con le armi la suprema carica, marciò improvvisamente, con un grosso esercito, verso Occidente e s’impadronì della Grande Media, provincia che sebbene ancora nominalmente sotto il dominio Siriano era governata da un Re e praticamente, se non legalmente, poteva considerarsi indipendente. La Media era il paese più potente ed esteso dell’area e Polibio dice che “…era il più potente fra tutti i paesi dell’Asia, sia per estensione del territorio che per numero e qualità delle persone, oltre che per la bontà dei cavalli qui allevati a proposito dei quali dice che erano così abbondanti che questa provincia, da sola, riforniva tutto il resto dell’Asia e riporta anche il fatto che i cavalli reali erano alimentati con le pasture migliori.” La capitale della provincia, ora come in passato, era Ecbactana città posta sul declivio del Monte Oronte (Elward) e sebbene decaduta, era ancora una città molto importante, in tutta l’Asia Occidentale, seconda solo ad Antiochia e forse anche a Babilonia. I Medi avevano contrastato con ogni mezzo l’invasione di Mitridate tanto che in più di una occasione le loro armi avevano avuto la meglio su quelle Partiche; ma in definitiva furono quest’ultimi a prevalere. Mitridate prese ed occupò Ecbactana che all’epoca era città priva di mura, tanto era sicura della sua integrità e vi stabilì il suo quartier generale per l’intera regione. Poco dopo fu però costretto a tornare in patria per sedare una rivolta che nel frattempo era scoppiata ed in quell’occasione pose la Media sotto il governo del Satrapo Bacans. La rivolta era scoppiata in Hicarnia, il cui popolo marcatamente ariano, sin dalla prima occupazione dei Parti ne aveva patito in modo particolare il giogo e non appena Mitridate, con il suo esercito erano migrati verso il fronte della Media, colsero l’opportunità per ribellarsi e riconquistare la libertà perduta. Non siamo in grado di affermare che fossero trattati con particolare pesantezza; ma sappiamo che erano un popolo di valorosi e coraggiosi guerrieri che sotto i precedenti regnanti della Persia avevano goduto di privilegi ed è forse per questo che ritenevano il dominio dei Turaniani pesante ed offensivo. Nel loro tentativo di rivolta pensavano di poter ricevere supporto ed assistenza dalle altre popolazioni della Siria loro confinanti quali i: Mardi, i Sagardiani, gli Ariani dell’Heri- Rud ecc… e speravano che Mitridate, impegnato com’era nella campagna contro la Media, avesse loro lasciato il tempo di consolidarsi prima di marciagli contro… avevano fatto male i loro calcoli. I Medi una volta sottomessi non diedero avvio ad una resistenza efficace, protratta nel tempo e Mitridate, con perfetto tempismo, lasciata la Media, piombò in Hicarnia senza perdere un minuto; le tribù ariane vicine all’Hicarnia si dimostrarono apatiche o timorose di portare aiuto al vicino e l’insurrezione venne stroncata sul nascere, il paese sottomesso e per i secoli a venire si dimostrò obbediente vassallo del potente vicino. La conquista della Media aveva portato i Parti a contatto con gli importanti paesi della Susiana od Elimais, un antico centro di potere emerso durante l’intero periodo Persiano, tanto importante da contenere sul suo territorio la capitale stessa della Persia: la città di Susa. La vicinanza di questi paesi esercitava sul conquistatore una forte attrazione e la loro conquista, dopo il ristabilito ordine nell’Hicarnia, appariva a Mitridate a portata di mano. Ancora una volta spostò l’esercito sul fronte Occidentale e dalla posizione vantaggiosa che il territorio della Media offriva, partì alla conquista delle ricche e prosperose province del Sud. Sembra che Elymais, come la Media, pure essendo dipendente dall’Impero Seleudide avesse un proprio Re che era libero di governare e difendere il paese a sua assoluta discrezione. Non risulta che nell’occasione Elymais abbia ricevuto aiuti o che Mitridate si sia trovato di fronte ad altri antagonisti, nel corso di questa operazione. Sconfisse il Re senza soverchie difficoltà e conquistato il paese, praticamente con una singola campagna militare, aggiunse questo nuovo territorio ai suoi già vasti domini. Elymais era interposta tra due regioni di primaria importanza: Babilonia e la Persia e l’intero comando di queste tre regioni, in antico, era concentrato nella sola Elymais. Dai pochi documenti in nostro possesso, relativi a quel periodo, sappiamo che dopo la conquista di Elymais seguì quasi subito la sottomissione anche di Babilonia e della Persia. Media ed Elymais conquistate portarono al riconoscimento di Mitridate il Grande quale capo supremo di tutto il territorio e dei paesi compresi tra il Parapamisus ed il Basso Eufrate. Dopo tante fatiche e gloriosi successi Mitridate si concesse qualche anno di riposo dopo di chè, vista la facilità con cui era riuscito ad aver ragione delle terre ad Occidente, giudicò fosse venuto il tempo di estendere ulteriormente i suoi domini verso l’Oriente: Riprese a guardare verso la Bactria. Eucratide che aveva profuso il meglio del suo esercito nella guerra contro l’India, era rimasto vittima di una imboscata tesagli dal figlio Heliocle, che lo aveva definito, al ritorno dalla campagna militare: “Nemico Pubblico” Heliocle passò con il suo carro sul corpo del padre ed ordinò che fosse lasciato insepolto; fu questo l’inizio di un regno sfortunato. (Tetradracma d’Argtento di Eliocle 1° di Bactria) Attaccato dagli Scizi a Nord, dagli Indiani Sarangiano ad Est e Sud-Est Heliocle era rimasto con un esercito oramai ridotto a ben poca cosa quando Mitridate, dopo avergli dichiarato guerra mosse contro di lui ( 150 A.Ch.) Le sue forze esauste da anni di guerre sin qui sostenute, non furono in grado di opporre una resistenza efficace e Mitridate occupò con rapidità la maggior parte del territorio Bactriano. Secondo alcuni autori non si fermò a questo; ma si spinse ulteriormente verso Est invadendo l’India e portando le sue armi verso il Punjab, sino alle sponde dell’Hidapses; ma quest’ultima avanzata, se mai ebbe luogo, la si deve considerare più come una scorribanda che non un tentativo di conquista vera e propria. Anche se non abbiamo validi riscontri c’è tuttavia da credere che i regni Indo – Bactriani continuarono ad esistere sino all’ottanta A.Ch. quando l’ellenismo venne definitivamente cancellato dagli Yue-Chi e da altre tribù Scizie. L’impero dei Parti mai incluse nel suo territorio regioni dell’India; quelle più ad Est rimasero: Bactria, Aria, Sarangia, Aracrosia e Sacastana. L’enorme sviluppo di potere che Mitridate aveva ottenuto con le sue conquiste non poteva lasciare indifferente il governo della Siria che tuttavia inviluppato nei contenziosi che durarono ben venti anni ( 162 – 142 A.Ch.) tra: Filippo e Lysias, tra Lysias e Demetrio Sotere, tra Sotere ed Alessandro Balas, tra Balas e Demetrio 2° tra quest’ultimo e Thyfone non fu in grado di allestire una spedizione militare verso Est per tentare il recupero delle province perdute e Mitridate, di fatto era riconosciuto dai Siriani un conquistatore senza oppositori che estendeva i suoi domini dall’Hindu Kush sino all’Eufrate. Nel tempo tuttavia, le condizioni del paese cambiarono, le controversie interne si acquietarono e Demetrio 2° ebbe la meglio su Thryfone; ma anche in questo caso non prese iniziative neanche quando Mitridate, perduta la pace familiare con la moglie Cleopatra, entrò in conflitto con il comandante in capo del suo esercito. (Tetradracma in Argento di Trifone) Anche il panorama dell’Est era mutato; Mitridate regnava sulle nuove conquiste con severità, timoroso e sospettoso della loro lealtà, nel continuo pensiero di una loro probabile ribellione al suo potere. I nativi certamente non nutrivano simpatie verso i Siro-Macedoni che sicuramente non li avevano trattati meglio di Mitridate, ma il possesso dell’Est per 190 anni conferivano loro prestigio ed autorevolezza ed una imposizione nuova è sempre meno sopportata di quella a cui un popolo si è oramai abituato, inoltre tutte le province dell’Est che i Parti avevano strappato alla Siria avevano al loro interno città fondate dai Greci ed abitate dai discendenti dei Greci sempre pronti a difenderle dall’influenza degli Asiatici. Da non sottovalutare l’accrescimento di insofferenza dovuto ai Bactriani, di recente soggiogati da Mitridate che bramavano di recuperare la perduta libertà. Finalmente Demetrio 2° si decise all’azione, anche per togliersi di dosso i rimproveri di inerzia che da ogni parte del paese non gli erano lesinati; mise assieme un poderoso esercito e marciò verso il grande monarca dei Parti. (Tetradracma in Argento di Demetrio 2°) Forse con sua stessa sorpresa, si trovò accolto, da molti che consideravano insopportabili le gravose condizioni imposte dai Parti, come un liberatore. Forze locali si univano al suo esercito man, mano che avanzava nel territorio e supportato da contingenti Persiani, Elinaeuti e Bactriani si scontrò alla fine con l’esercito dei Parti che in più di una occasione mise in rotta. Mitridate, resosi conto della propria inferiorità militare, per aver ragione del nemico ricorse ad uno strattagemma; invitò Demetrio 2° con proposte di pace, fuori del suo quartier militare e con un attacco subdolo mise in rotta la scorta che lo accompagnava e lo fece prigioniero. Il Re prigioniero fu inizialmente trattato con molta durezza, ritenuto colpevole di aver istigato alla rivolta i paesi che si erano ribellati al suo potere, fece sfilare i loro rappresentanti davanti al Demetrio 2° per far toccare loro con mano la condizione in cui si sarebbero venuti a trovare se ancora gli avessero dato appoggio; ma una volta raggiunto lo scopo, Mitridate si mostrò magnanimo con il Re e gli riservò gli onori che il rango gli comportava; gli assegnò una residenza nell’Hicarnia e gli offrì anche il braccio della figlia Rhodegune: era la politica piuttosto che la clemenza quella che guidava la sua condotta. A Mitridate interessava il regno siriano e si rese conto che gli sarebbe tornato di grande vantaggio avere dalla sua parte un principe Siriano, a lui legato attraverso il matrimonio con la figlia e che un domani, aiutato a risalire sul trono della Siria, come monarca tributario, avrebbe potuto ottenere il governo del paese. Il piano era di per sé realistico ed avrebbe potuto realizzarsi, compresa l’eliminazione di Demetrio, ovviamente non palesata; ma che era nelle sue intenzioni, se non chè il destino volle che le cose non andassero per questa strada. Mitridate aveva oramai raggiunto una età avanzata e poco dopo la cattura di Demetrio 2° cadde malato; nel 136 A.Ch. morì dopo aver dato vita a 38 anni di glorioso regno.2 punti
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ti allego il pdf, fatto da me tempo fa, spero possa esserti utile TIPOLOGIE DELLE MONETE ROMANE IMPERIALI 2.pdf2 punti
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Non è ben chiaro, ma sicuramente è PIENA di valore storico. E' una moneta contromarcata per fare propaganda del paese occupante...più storia di così2 punti
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Bella bella. E' il piccolo di Ludovico di Tech, ultimo patriarca di Aquileia.2 punti
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Ciao, stamani al rientro da alcune commissioni familiari ho avuto la fortuna di “intercettare” casualmente il programma Time Team su Focus TV (canale 56 D.T.) incentrato su Cunetio, la città romano-britannica di cui si erano perse le tracce e venne alla ribalta dopo la scoperta del cosiddetto “Cunetio Hoard”, 55.000 monete della seconda metà del III secolo. Di Cunetio ne avevo già parlato nella scheda relativa presente nella disussione “Britain Hoards” (che mi son permesso di rinominare con un più corretto “Roman-Britain Hoards”) http://www.lamoneta.it/topic/72935-roman-britain-hoards/?hl=%2Bcunetio#entry777366 Purtroppo era al termine e così ho cercato il programma sul web, trovandolo caricato su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=1hdPPgae84o Il programma è in lingua originale (inglese).1 punto
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Di prossima Pubblicazione :clapping: La collezione di Vittorio Emanuele III: La Zecca di Gorizia (serie monografica del Bollettino di Numismatica on line, Numero 17-2014) di Lorenzo Passera1 punto
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Credo che un forum come questo debba divulgare e permettere di vedere belle monete.....leggere storie numismatiche e commentare monete, credo che tutto questo possa attrarre nuovi appassionati e incuriosire nuovi utenti, magari anche giovani. Ho sempre guardato più l'iconografia, il simbolismo della moneta, cosa rappresentava ai tempi, il messaggio che portava, piuttosto che le conservazioni e i valori commerciali, è una caratteristica personale sicuramente che non vuole escudere le altre, anzi, ma certamente una moneta in mano mi deve dare anche una emozione per il messaggio che trasmette. E allora iconografie e sogno, sogno....perchè spesso queste sono anche monete da sogni impossibili, o comunque monete non per tutti e allora l'idea.....pensiamo alla moneta che voi ritenete quella che iconograficamente vi ha sempre colpito di più, per gli aspetti artistici, per il messaggio, per quello che vogliono comunicarci, spesso è poi anche un sogno....che vi auguro però di raggiungere nel tempo. Non è un sondaggio, anche se potrebbe anche diventarlo, darei la precedenza alle monete di questa sezione, le moderne, ma certamente ci potranno stare anche monete dell'epoca moderna delle sezioni speciali. Oltre ad indicare la moneta, sarebbe bello anche postare una immagine, se riuscite, e magari dire il perchè vi ha colpito una moneta così.... Inizio io, e onestamente devo dire che la scelta è difficile ma forse anche facile, quando iniziai a collezionare, a vedere monete, e vedevo un pò di tutto, di ogni zecca o periodo, ricordo che quando vidi la pezza della rosa rimasi stupito, incredulo che ci potesse essere una moneta così bella, una piccola opera d'arte, le rose intrecciate, le spine, la rappresentazione di tutto questo, la precisione estrema del particolare, una moneta che mi lasciò sbalordito.... Nel tempo riuscii ad averne poi una e averla in mano è qualcosa di fantastico che auguro prima o poi a ogni collezionista, ma il messaggio che vuole trasmettere conta anche di più, le rose che rappresentano la grazia e la bellezza, le spine che la proteggono da chi vuole rovinarle, un Granduca, di animo buono, che però non avrebbe esitato a rispondere a delle offese. Il motto in leggenda ideato pare dal bibliotecario del Granduca amplifica tutto questo. Per me è lei....quella che mi ha stupito di più per la sua bellezza e per l'energia che comunica, ma sicuramente tante possono essere le scelte, il periodo dell'età moderna non ha che l'imbarazzo della scelta.....a voi se vorrete....1 punto
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Buonasera, ho preso questa moneta, ma non riesco a classificarla; mi date un pò di info a riguardo? :)1 punto
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Bella discussione Illy, ottimi spunti. Trovo i tuoi ragionamenti corretti, sono anche io dell'opinione che il Senato non aveva nessun tipo di controllo sulle coniazioni in bronzo, così come non ne aveva in nessun altro campo. Trovo però anche corretto il semplicistico "S C = moneta coniata con l'approvazione del Senato o richiesta dal Senato"...in quanto la teoria, in realtà, sarebbe quella. Riguardo a quello che voglio esporre tra poco, non posso non tralasciare qualche informazione sulla vita di Augusto, tale da rendere più chiaro il suo rapporto con Senato e Popolo. Ottaviano, seguendo le orme del "padre" non fece altro che ritrovarsi nel posto giusto al momento giusto...e a fianco alle persone giuste. Trovo Augusto uno dei miei personaggi preferiti e non voglio assolutamente sminuire i suoi traguardi...ma diciamo che ebbe una spinta e un aiuto niente male. Si parla spesso della sua inettitudine al comando militare, ecco perché solo grazie ad Agrippa egli abbia realmente e definitivamente sconfitto i suoi nemici...ed è proprio per questo che ha inviato sempre "parenti" a combattere nelle Germanie e in Asia. La sua amministrazione fu impeccabile: riuscì a conquistare il popolo facendogli credere che sarebbe stato al potere solo il tempo per "restaurare la repubblica", quella Repubblica che oramai era realmente corrotta da tutti quei Senatori inetti che poco altro avevano da dire e fare se non parlottare e arricchirsi alle spalle del popolo. Ebbene, Augusto si ritrovò a capo di tutto...e per non essere linciato immediatamente e per farsi acclamare dal popolo, iniziò una serie di riforme atte a far dimenticare la sua nascosta ma evidente tendenza al potere assoluto. La corruzione non si attenuò neanche sotto il suo principato, infatti, anch'egli era solito pagare i Senatori per portarli dalla sua parte o per far spostare l'ago della bilancia a favore suo durante le sedute in Senato che prevedevano nuove leggi o altro. Si venne a creare così un effetto "cane che si morde la coda" per il Senato, in quanto non approvavano l'assoluzione perpetua a imperatore di Augusto però si facevano facilmente corrompere sperando poi di poter rientrare fra le future grazie. Parlando del principato di Augusto non si può non menzionare l'importanza di Livia nella coppia, che mossa dagli stessi avidi principi di supremazia fece di tutto per assicurarsi la successione dei Claudi, prima o poi. Che comunque siano stati degli innamorati devoti è risaputo...ma comunque ella stessa approvava l'adulterio di Augusto a fini "politici" (andare a letto con le mogli dei Senatori poteva portare a numerosi pettegolezzi). Tutto questo in contraddizione con i principi repubblicani che lo stesso Augusto proclamava a gran voce al popolo (e qui ritorna il famoso e già detto discorso di Giulia esiliata). Insomma, tutto questo discorso, per confermare, almeno da parte mia, la totale auctoritas di Augusto nello stato romano. Facendo un discorso realistico e pragmatico dobbiamo anche immaginarci come avveniva il tutto, tornando alle monete in bronzo e argento. Di sicuro, Augusto, non si svegliava la mattina e diceva che nell'anno successivo si sarebbero coniati 1000000 di quadranti con l'altare e il S C. E' molto probabile, invece, che il Senato o più precisamente l'amministratore statale, ne facesse richiesta in Senato, a quel punto, durante la seduta, si approvava o meno la coniazione. Va detto anche che non per forza il Senato doveva decidere la rappresentazione della moneta, per quanto mi riguarda, S C, infatti, vuol dire proprio approvata dal Senato ma intesa come tiratura, come emissione e infine come approvazione dell'eventuale disegno. Si crea così un disegno dove l'immagine delle monete era affidata a dei consiglieri, probabilmente proprio gli stessi monetieri, che per crearsi una nomea, per iniziare il loro cursus, o per ricevere l'approvazione dell'Imperatore, promuovevano dei bozzetti, che ne caso dell'argento e dell'oro venivano approvati da Augusto o dai suoi più stretti consiglieri e nel caso dei bronzi, dal Senato, appunto. Come però giustamente ci ha fatto notare Illy, i bronzi di Augusto, almeno sin dall'inizio della riforma, saranno molto sistematici, i Sesterzi con il OB CIVES SERVATOS, i Dupondi con AVGVSTVS TRIBVN POT e gli Assi con la testa e il S C. E qui secondo me c'è stato un compromesso tra Augusto e Senato, una sorta di contentino dove l'autorità imperiale, sulla moneta del popolo (il Sesterzio, il Dupondio e il Quadrante), evitava di auto-rappresentarsi a favore di messaggi civici, cosa non accaduta, per qualche motivo nell'Asse. L'importanza dei monetieri, che probabilmente svolgevano anche il ruolo di disegnatori dei bozzetti (o comunque mandatari delle richieste di bozzetto) e le relative testimonianze le troviamo in alcune monete delle serie di Augusto. Fonte Cataloghi Online In questa famosa moneta, Aquillius Florus, rappresenta un bellissimo fiore, a commemorazione, ovviamente, del proprio cognomen. Questo secondo me è un palese caso che ci dimostra come Augusto, promuovesse gli "spot" dei vari monetieri, sia a favore di loro stessi, sia a favore suo, come per esempio l'altrettanto famosa moneta con la riconsegna delle insegne partiche fatta coniare da Turpilianus. Fonte Cataloghi Online Ma fin qui, avevamo detto che a tutti tornava il fatto che il Senato non mettesse bocca sulle monete in metallo nobile. Andiamo a fare riscontro a quelle in bronzo adesso. Nello stilare il Catalogo di monete romane imperiali del Forum, mi sono soffermato in particolare su due emissioni enee di Augusto: le "teste di Numa" e le "Medaglie del Trionfo". Sono entrambe a mio avviso delle testimonianze dirette di quanto i monetieri stessi avessero del potere diretto sulle coniazioni bronzee, tali da valicare sicuramente il Senato e molto probabilmente, almeno nel caso delle teste di Numa, anche l'Imperatore (un po' come dire "io ci metto il nome ma voi fate un bel lavoro"). Non starò a ripetere le mie tesi perché ci sono due discussioni ad hoc ad implementare le informazioni in questo bellissimo topic: Teste di Numa (spero presto un articolo completo sui Quaderni lamoneta) Medaglie del Trionfo (pubblicato interamente su Monete Antiche di Luglio 2013) Questi i link ai cataloghi: http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AUGM15 http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AUGTRC Spero di non avervi annoiato... :D Che ne pensi llly?1 punto
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Secondo me è un falso d'epoca. So che per evitare pene pesanti i falsari commettevano apposta errori...1 punto
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Ciao Andrea So che indicatori del casting possono essere sia piccole cavità (small pits) sia piccoli rigonfiamenti (small bumps) alla superficie della moneta, causati entrambi da bolle d’aria che si creano nel processo di fusione. Da notare che tali fenomeni possono non manifestarsi se si opera sotto pressione, sotto vuoto o in centrifuga. Però le monete autentiche presentano spesso qualche piccola cavità, o porosità, causata dalla corrosione, per quanto queste cavità siano tipicamente più nette ai bordi, più larghe all’apertura e meno arrotondate di quelle causate dalla fusione. Le monete autentiche possono anche avere delle bollicine causate dai conii arrugginiti o consumati. Un’altra causa delle bollicine o del rigonfiamento del metallo possono essere i depositi superficiali che però si sfaldano facilmente con un bisturi, mentre se sono parte integrante della moneta, ne indicano il casting. Ricordo d’aver letto sul forum di bronzi antichi prodotti per fusione, come rivelato da uno sperone o protuberanza in un punto del contorno, dove il metallo era posto nello stampo. Osservando bene le fotografie di questi bronzi uno si può fare l’occhio per poter individuare un eventuale ‘cast counterfeit’, per quanto il compito non sia facile come ribadito dagli interventi di cliff e di skubydu. apollonia1 punto
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Exercus buona sera.... siamo sugli 80 -100 € a botta, almeno per chia ama collezionare quasi al top...e con i chiari di luna che stiamo vivendo buon per te se riesci a raggranellare questi pochi spiccioli ( si parla di milioni fatti sparire nelle pieghe del mal governo) Ciao ed un a risentirci, intanto se ti piace, segui con me un pò di questa storia orientale.1 punto
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Se non sbaglio quella sezione è sotto pre-moderazione ma non so chi la segue, vediamo se @@incuso può fare e/o dirci qualcosa in merito. Ciao1 punto
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L'arpa Celtica è riprodotta su tutte le monete dell'Irlanda (Le tirature non sono menzionate) ___________________________ La moneta da 2 Cent. (come 1 Cent. tranne) DIAMETRO : 18,75 mm SPESSORE : 1,67 mm PESO : 3,06 gr. CONTORNO : Filetto orizzontale in incuso ___________________________ La moneta da 5 Cent. DIAMETRO : 21,25 mm SPESSORE : 1,67 mm PESO : 3,92 gr. CONTORNO : Liscio ___________________________ La moneta da 10 Cent. MATERIALE: Nordic Gold (rame 89% - alluminio 5% - zinco 5% - stagno 1%) DIAMETRO : 19,75 mm SPESSORE : 1,93 mm PESO : 4,10 gr. CONTORNO : Rigato con zigrinatura spessa ___________________________ La moneta da 20 Cent. MATERIALE: Nordic Gold DIAMETRO : 22,25 mm SPESSORE : 2,14 mm PESO : 5,74 gr. CONTORNO : Godronatura larga ___________________________ La moneta da 50 Cent. MATERIALE: Nordic Gold DIAMETRO : 24,25 mm SPESSORE : 2,38 mm PESO : 7,80 gr. CONTORNO : Rigato con zigrinatura spessa ___________________________ La moneta da 1 Euro MATERIALE Parte esterna: nichel-ottone (rame 75% - zinco 20% - nichel 5%) MATERIALE Parte interna : rame-nichel (rame 75% - nichel 25%) DIAMETRO : 23,25 mm SPESSORE : 2,33 mm PESO : 7,50 gr. CONTORNO : Rigato discontinuo ___________________________ La moneta da 2 Euro MATERIALE Parte esterna: rame-nichel (rame 75% - nichel 25%) MATERIALE Parte interna : nichel-ottone (rame 75% - zinco 20% - nichel 5%) DIAMETRO : 25,55 mm SPESSORE : 2,20 mm PESO : 8,50 gr. CONTORNO : Zigrinato con il motivo “2” in incuso e stelle a cinque punte.1 punto
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@@frisax Peso monetale bizantino per un "nomisma" (solido d'oro c. 4,55 gr.) Simon Bendall, Byzantine weights, n. 1031 punto
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...il MIR è come tutti i cataloghi, uno strumento prezioso ma i prezzi... di solito bisogna fare un po' di tara..1 punto
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Forse hanno messo un 1 in piu' secondo me volevano scrivere 350, che per uno spl e' gia' troppo. Comunque per questa moneta qfdc il massimo da spendere sono 300 euro. Ciao1 punto
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su ac search info ho trovato questa moneta, tallero per il levante identica alla mia considerata BB ma secondo me superiore alla grande..invenduta a 1200, forse per l'escrescenza di metallo nel rovescio. come dicevo, come diceva informandomi @@dabbene questo Tallero risulta di fattura molto più basso di conio, rilievi molto più bassi e fini dei francesconi di Francesco che invece hanno rilievi forti e pronunciati, forse per questo l'asta ars l'ha declassata a un BB ma se notate anche la spalla del Francesco che dovrebbe essere la più esposta a usura sia sulla mia che su questa è intatta... è di fattura così... http://www.acsearch.info/search.html?term=tallero+per+il+levante+francesco&category=1-2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1¤cy=usd&order=0&company= riportato dalla descrizione della casa d'aste : Tallero per il Levante 1763. AR 27,96 g. – ø 40,5. FRANC·D·G·R·I·S·- A·GE·IER·R·LO·B·M·H·D Busto. laureato e corazzato, a d.; sul taglio del braccio, I·Z·V · (Giovanni Zanobio Weber, incisore). Rv. IN·TE·DOMINE· - SPERAVI·1763· croce di Borgogna. Stemma di Lorena caricato su aquila bicipite coronata; sul taglio, ™ PRO ™ ·DEO· ™ ·ET · ™ IMPERIO. CNI -. Galeotti XIX/1. Pellegrini 10. Davenport -. Molto raro. bhè a me piace molto..non ne ero a conoscenza..1 punto
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La fattura della moneta appare assai grossolana Alcuni elementi indurrebbero a pensare ad una fusione La provenienza infine dalla naia non depone come garanzia La porterei dallo Studio Crippa a milano per un buon esame de visu1 punto
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Le 500 lire di San Marino valgono davvero poco...quelle che valgono sono quelle del 97 come detto in precedenza, ma anche 2000 e 2001 Queste tre fanno il valore della tua collezione...1 punto
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Concordo, ignoranza al quadrato, sia del venditore che dell'eventuale compratore. Il fatto di definire "rara" un esemplare di 2 euro di Verdi deriva solo dal fatto che non si conoscono e che non ne hanno viste personalmente in giro. C'è ancora chi vende 1.000 lire confini della Germania errati a 10 euro perché "introvabili"... non è ingordigia, è ignoranza galoppante allo stato puro. Ieri ho pagato il caffè con un 2 euro di Pascoli, il barista se l'è conservato subito con cura perché (parole sue) "molto rara".... praticamente l'aveva visto per la prima volta, quindi ne deduco che gli è bastato solo questo per definirla molto rara... non gli ho detto nulla naturalmente, magari qualche volta gli chiedo quanto vuole per disfarsi di questo 2 euro Pascoli conosciuto in un solo esemplare :lol: ..... o magari gliene porto una ventina di pezzi e gli propongo di cedermi il 50% dell'attività :rofl:1 punto
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Buonasera a tutti, vi sottopongo le immagini di un nuovo denaro di Corrado II. Il diametro della moneta è 16-17 mm, il peso 1.15 g, la rotazione dritto/rovescio 45°. Un caro saluto, Valerio1 punto
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Non ho parlato nel dettaglio delle monetazioni tresvirali emesse dai magistrati monetali nel primo periodo augusteo. Si tratta di monete caratterizzate dalla continuità della tradizione repubblicana resa evidente per l’appunto dall’opera del magistrato monetale che era deputato responsabile verso lo Stato della vigilanza sulle emissioni di monete e sulle quali verificava la corretta corrispondenza di peso e lega. Nella monetazione bronzea augustea il loro operato è attestato dalla presenza di rovesci “standardizzati” recanti la sigla S C e legenda TRESVIR AAAFF completata dal nome del magistrato. Augustus. 27 BC-AD 14. Æ As (28mm, 11.48 g, 5h). Rome mint; M. Salvius Otho, moneyer. Struck 7 BC. Bare head left / Large S·C. RIC I 432. VF, attractive chestnut brown patina. https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=183409# Classificate cronologicamente in base appunto al nome dell’ufficiale incaricato, le emissioni coprono un lasso temporale che va dal 23-22 a.C. fino al 15-14 a.C., salvo riprendere dopo cinque anni di inattività limitandosi ai quadranti; se ci limitiamo al periodo 23-14 a.C. possiamo seriare le emissioni in quattro fasi e sulla base dei volumi di monete prodotte si nota che le prime due sono più rappresentate per poi calare come quantitativi. Questo dato (e il fatto che alla ripresa dell’attività si siano occupati solo della produzione di quadrans) ha portato a formulare l’ipotesi che questo decremento produttivo sia legato agli effetti della riforma monetale augustea e allo scadimento dei poteri senatoriali in favore di quelli imperiali. Ringrazio quanti hanno avuto la costanza di seguire quanto ho scritto in questa discussione, fatta di molti dati e di poche immagini; sono estremamente curioso di verificare se l’argomento abbia riscontrato un buon riscontro e spero che stimoli la partecipazione di vari forumisti. Invito, oltre agli amici della Sezione Romane Imperiali interessati al periodo, ce ne sono vari ma evito di fare nomi per… evitare di dimenticare qualcuno (mea culpa) e far torto a qualcuno! ;) per alimentare un dibattito e mi permetto di allargare l’invito anche gli amici della Sezione Romane Repubblicane e ai Curatori di sezione @g.Aulisio e @L. Licinio Lucullo che hanno notevoli conoscenze specifiche del periodo a cavallo tra Tardo-Repubblica e Principato e a buon conto ritengo abbiano pieno titolo per poter dire la loro (cosa comunque non esclusa a priori a nessuno). Ciao e grazie Illyricum :) PS: per evitare di allargare troppo il tema da un punto di vista temporale, in seguito posterò una sorta di “addenda” collegata alla presente discussione con alcuni temi ad essa inerenti. II PS: scusate se alcune parti del testo non rispecchiano la formattazione originale ma il copia/incolla del testo in Word inevitabilmente porta a qualche refuso.1 punto
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Il limite di uso dei contanti entro 1000 euro è un pesantissimo vincolo alle libertà individuali, una cosa grave che in un paese civile non dovrebbe accadere. Inoltre ha un effetto depressivo sull'economia. L'effetto sulla lotta all'evasione fiscale è molto piccolo, non nascondiamocelo, si tratta solo di un clamoroso regalo alle banche, le stesse banche (BCE in testa) che per mezzo dell'euro ci stanno comandando e vampirizzando.1 punto
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Secondo me questa moneta farebbe cambiare idea a tanti dal vivo. Sicuramente sbaglio io ma satinatura e fondi sono da altissima conservazione...avrà anche dei segni ma qspl addirittura? Mah1 punto
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@@Silver70 non è usura, ma è il tipo conio basso che dà quella sensazione. Un pò di usura c'è ma minimale anche perché altrimenti i campi sarebbero molto più segnati. A tale proposito ieri sera dietro al cartellino che accompagnava la moneta, ho ritrovato il cartellino originale del negoziante un certo..............'DE FALCO' di Napoli! Guardate un pò che giudizio dava! Fra l'altro dava un grado di rarità ben diversa da quella attuale.1 punto
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Quando vedo questa piastra ... chissàpperchè ...mi viene in mente la sua metà. La piastra celebra il Battesimo di Gesù e ricorda la "figliolanza prediletta" del Padre divino mentre la mezza piastra ricorda San Giovanni Battista e la sua "figliolanza terrena" (figlio di Zaccaria). Io la interpreto come un "omaggio" ai "padri" e mi piace pensare che quando il figlio "è un po' speciale" qualche merito deve pur averlo il padre che lo ha educato... Ovviamente è una mia liberissima interpretazione che non ha nulla di teologico ma questo accostamento tre mezza piastra e piastra mi scatena questa fantasia ...anche se, all'epoca, quel povero "padre terreno" deve aver sofferto parecchio per "la carriera" intrapresa da suo figlio ...ma anche qui si può pensare che "i propri meriti" prima o poi vengono sempre riconosciuti ...ma ho l'impressione di filosofeggiare un po' troppo ... Saluti1 punto
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UMBERTO II DI SAVOIA, Medaglie di Casa Savoia, edito a Roma nel 1980 da P. & P. Santamaria Un libro raro: @@Pierpaopiras651 punto
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Andiamo avanti; vi pesento (dal codice Cremosano conservato presso l'archivio di stato di Milano, secolo XVII) una carrellata degli emblemi della città di Milano, al centro spicca lo stemma del comune sopra domina Sant'Ambrogio con staffile e pastorale (come nel mezzo bianco postato precedentemente) sotto la scrofa seminaluta e ai lati gli stemmi delle porte delle mura antiche; in senso orario partendo da in alto a destra troviamo: porta romana ,vercellina, nuova,comasina, ticinese e orientale. Nella monetazione medioevale di periodo spagnolo, lo scudo compare spesso, ma sempre caricato nei suoi quarti di biscione ed aquile ( e qui chiedo aiuto a @@dabbene per una foto decente che al momento non ho sottomano, per esempio di un bello scudo di Filippo II). PS: amo questa discussione.1 punto
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Ancora un esempio....ma che esempio milanese ! E' la copertina del nuovo MIR Milano, è sulla copertina del catalogo della Cronos 6, del 2012, è un pò in bella mostra in tutti i testi dove si parla di monetazione milanese, stiamo parlando di un altro must numismatico, qui siamo nel simbolismo, nel bello e purtroppo anche nel sogno....c'è un pò tutto qui.... Siamo al periodo di Gian Galeazzo Maria Sforza con la reggenza di Bona di Savoia ( 1476 - 1480 ), la moneta è un rarissimo testone che al diritto mostra il busto velato di Bona di Savoia, e al rovescio abbiamo lei....la fenice ad ali spiegate sul rogo..... La fenice, uccello favoloso dell'Arabia, qui mostrato sul rogo rappresenterebbe l'immortalità, in quanto rinasce dalle proprie ceneri. Il messaggio che porta la moneta sembrerebbe un buon auspicio, una speranza, in realtà gli accadimenti non saranno molto favorevoli sia a Gian Galeazzo Maria che a Bona, ma a volte anche le monete non è detto che portino bene.... :blum: Io personalmente mi fermerei qui, lascio a voi, se ritenete, di aggiungere altro, se no passeremo poi ai ringraziamenti verso chi ha partecipato attivamente con i vari @, mi sembra giusto e dovuto, oltre i mi piace e un ringraziamento non posso fare....però rimane anche molta stima per voi perchè sicuramente siete da annoverare nel gruppo dei divulgatori, una razza un pò in estinzione, continueremo a divulgare comunque tra una conservazione e anche una stima..... Dalla copertina di Cronos 6, primavera 20121 punto
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Caro Mario penso che ognuno di noi abbia sognato attraverso le incredibili iconografie che la Numismatica ci ha donato nel tempo, ma sono convinto che il rito si ripeta e si ripeterà per sempre, difficile rimanere impassibili dinnanzi certe opere incisorie, anche i più scettici e i meno sensibili qualcosa proveranno. Per la monetazione moderna posso donarvi uno dei tanti amori che continua a farmi ancora sognare... Francesco I D’Este duca di Modena e Reggio (1629-1658 ). Doppio Ducatone. AR 62,95 g. – ø 46,3 mm. FR û I û MVT û REG û – û ET û DVX û VIII Busto corazzato a sinistra, con volto umano sullo spallaccio della corazza; sotto, nel giro in basso a destra, G F M (Gian Francesco Manfredi, impresario di zecca). Rv. _ NON _ ALIO _ SIDERE _ Vascello sui flutti; in alto a destra, costellazione dell’Orsa Minore. Asse a 180°. CNI 210. Ravegnani M. 28 (R3, questo esemplare illustrato). MIR 755/3 (R3). Davenport 4035. L’immagine del vascello tra le onde è la preferita di Francesco I. Le sigle, che appaiono nei ducatoni e nei doppi ducatoni senza data, sono quelle di Gian Francesco Manfredi, impresario attivo tra il 1646 ed il 1651. L’incisore dei conî dovrebbe essere Giovanni Valdisola. L’impresa della nave sbattuta dai flutti, simbolo di animo forte che affronta le avversità con estrema fiducia nei propri mezzi, fu prediletta da Francesco I che in ogni evento ostentò orgoglio e fiera decisione. Divenuto duca nel 1629 a seguito dell’abdicazione del padre Alfonso III d’Este, fu certamente il più grande dei principi estensi. Grande e audace condottiero, mantenne però una dirittura morale ed una religiosità rara fra i prìncipi di quei tempi; amava donare senza farlo pesare o conoscere da coloro che gratificava e nonostante tutto amava più la pace della guerra; Modena divenne una vera capitale grazie alla sua opera. Protettore di artisti e letterati, Francesco arricchì la Galleria estense portandola al livello delle più ricche collezioni d’Europa con l’acquisizione di opere dei maggiori artisti del suo tempo.1 punto
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Credo che oggi più di prima, con il divulgare informazioni a tempo reale in Web e sicuramente un valore aggiunto per collezionisti e commercianti. Oggi con i vari motori di ricerca , accessibili a tutti e molto più semplice e veloce classificare e verificare se sono stati pubblicati similitudini , copie, cloni o coniazioni della stessa matrice. Basta farle queste ricerche mentre si classifica il lotto. Qualche ditta .... Comincia a consultare qualche esperto in più con umiltà e so per certo che chiedere non è umiliante, anzi molti lotti vengono scartati prima di essere pubblicati e riconsegnati ai proprietari. Non è la soluzione ma è già qualcosa per non incorrere a pubblicare monete false. Aiutare i nuovi collezionisti giovani e un dovere , in molti mi chiedono pareri ,opinioni su dubbi nei lori acquisti. Non è vero che un collezionista giovane ,dopo aver acquistato una moneta ed è entusiasta , alla scoperta che quella moneta non è buona abbandoni deluso. Ho avuto prova in diversi casi , si va avanti restituendo a chi ha garantito. È sbagliando si impara con maggiore tenacia. Ho sempre sostenuto che acquistare su E bey è Molto rischioso, meglio acquistare con ditte serie che garantiscono il ritiro in caso di controversie. E al minimo dubbio contattare anche in privato ,esperti che sul forum ci sono e come se ci sono.1 punto
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