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  1. fedafa

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/09/14 in Risposte

  1. Ringrazio Amedeo per la fiducia ma sinceramente, pur trovando estremamente affascinante questa monetazione, non credo di essere in grado di poter affermare nulla di più di quanto finora detto. Magari posso cercare di riportare quanto finora scritto su questa particolare moneta, sperando di non dimenticare nulla e con la speranza possa essere di spunto per qualche nuova ipotesi a riguardo una sua corretta lettura. Iniziamo con indicare chi per primo credo scrisse su questa moneta. Si tratta di A. Engel che in suo articolo “Monnaie inedite d’Anfuse” in Mélange de Numismatique (1878) riportò questa moneta attribuendola ad Anfuso. Questo il disegno della stessa e la lettura dell’autore che doveva essere anche il possessore della moneta (cosa che conferma che anche con il tondello in mano la lettura non appare scontata). L’autore esordisce affermando che la moneta è frutto di un suo soggiorno a Napoli (sic!) quindi indicandone indirettamente anche la provenienza e descrivendola in questa maniera (traduco dal francese) D/ AN (le due lettere legate) P – Anfusus Princeps, busto frontale ornato di mantello R/ CAPVA, vessillo frontale sul quale si distingue un piccolo personaggio in posizione orizzontale. Bronzo – 12 mm – 2 grammi. Sempre l’Engel poi nel suo Recherches sur la Numismatique et la Sigillographie des Normandes de Sicile et d’Italie (1882) descrive al n°175 p. 59 nuovamente la moneta aggiungendo che il vessillo al R/ probabilmente rappresenta l’investitura di Anfuso come principe di Capua nell'ottobre del 1135. Sarà Sambon a mettere per primo in discussione l’attribuzione dell’Engel. Infatti nel suo Repertorio generale delle monete… n°834 pp. 146-147 da una lettura diversa della moneta attribuendola, seppur dubitativamente, a Roberto II. Questa la sua descrizione: D/ RO(?) P ; busto del principe di prospetto R/ Vessillo e figura in piedi (Engel vi lesse AN-P ma la seconda lettera è chiaramente una O) Quanto scritto dal Sambon viene poi condiviso dagli autori del CNI. Saltiamo ora a quanto scritto dalla Travaini nel suo La monetazione nell'Italia normanna, p. 330. Cito testualmente: Questa moneta è nota in due esemplari, uno nella collezione di Vittorio Emanuele III (probabile refuso come appurato in questa discussione), ed un altro al Cabinet des Médailles di Parigi, proveniente dalla collezione Engel. Engel vi lesse AN P, e la attribuì ad Anfuso, ma Sambon vi lesse, con buone ragioni ()O P, per Roberto. Potrebbe essere datata ipoteticamente al 1128, per l'investitura di Roberto da parte di Onorio II, come ha suggerito Deér; non può essere però escluso un riferimento alla reinvestitura che Roberto II ottenne da papa Innocenzo II nel 1137: in entrambi i casi il rovescio rappresenterebbe il vexillum dell'investitura. La manus dei, così identificata da Philip Grierson, è stata finora descritta come <figura sdraiata>. Quindi novità rispetto alle precedenti classificazioni è l'individuazione nella rappresentazione al R/ della manus dei. Tesi sostanzialmente sostenuta poi nel MEC ed in D'Andrea-Contreras 2013. Alla luce di quanto credo sia difficile giungere ad una univoca lettura della moneta, specialmente se si tiene conto che anche chi ha avuto il tondello in mano non è riuscito a darne un'interpretazione convincente. Riguardo l'altro quesito cioè se si tratta di Rv o Rx, credo sia da approfondire quanto suggerito da @@carlino al post n°248. Mi permetto poi di complimentarmi con @@oedema per la sua ricerca e per essere riuscito a far vedere a tutti questo particolare tondello, ora forse meno misterioso. Buon proseguimento.
    5 punti
  2. E se fosse R con il simbolo di abbreviazione? @@fedafa ;)
    4 punti
  3. Se mi offri anche una normativa che protegga dagli assegni a vuoto e dalle truffe varie, mi sta bene anche a me. Essendo così come è la legislazione relativa, viva il contante e aboliamo il limite dei 1000 euro. Almeno sono sicuro che quando riscuoto ,riscuoto sul serio, altro che assegni cabriolet, chargeback e giochetti vari!
    4 punti
  4. Mi inserisco nuovamente per un aneddoto che riguarda il Toson d’oro di Andrea Doria. Riguarda il più celebre ritratto di Andrea Doria, alcuni dissero che non fosse lui (infatti sul quadro a Palazzo Bianco cambiarono addirittura la targhetta scrivendo “Anziano gentiluomo”) questa la nota di stampa: Alla base dell'attuale non identificazione in Andrea Doria, viene indicato un piccolo ma rilevante particolare storico. "Un dato storico incontrovertibile": Andrea Doria apparteneva, per concessione di Carlo V°, all'Ordine Cavalleresco del Toson d'Oro e perciò era obbligatoriamente vincolato ad esporre l'insegna dell'Ordine in tutti i propri ritratti. Il fatto rilevante è proprio che il Toson d'Oro non compare. Il Direttore (ndr di Palazzo Bianco) sottolinea anche: "questo dettaglio compare in tutte le altre immagini note di Andrea Doria, anche se di modestissima qualità pittorica, ma non nel ritratto in questione e questo fatto, dunque, esclude che il personaggio effigiato sia il grande ammiraglio". A mio modesto parere, molto banale, è che il ritratto sia stato eseguito prima di ottenere l’ambita insegna (la ricevette a 65 anni) e quindi è ovvio, secondo me, che il collare non ci fosse. Andrea Doria nacque nel 1466 e nel 1531 ricevette il titolo di principe del feudo di Melfi in Basilicata, che rendeva 40.000 scudi d’oro annui, nonché altri 25.000 scudi d’oro quale speciale ricompensa ed il conferimento dell’ambita onorificenza del Toson d’oro, la più alta del tempo. Stessa cosa accadde alla famosissima medaglia, gli esemplari coniati prima del 1531 non avevano il collare mentre in quelli successivi il collare è stato aggiunto.
    4 punti
  5. Per concludere allego il confronto tra D/ e R/ dell'originale e dei disegni riportati rispettivamente dall'Engel e dal Sambon.
    3 punti
  6. Questa sera vi vorrei presentare una moneta piuttosto particolare da poco entrata in collezione: si tratta del 2 e 1/2 centesimi coniato negli Stati Uniti per la Repubblica di Panama nel 1904. Emessa in soltanto 400.000 esemplari esclusivamente nel 1904, tale moneta è famosa fra i collezionisti di tutto il mondo per le sue ridottissime dimensioni: soltanto 10 millimetri di diametro per 1,25 grammi in argento '900...quanto basta per farne la moneta più piccola mai emessa dalle varie zecche degli Stati Uniti ed una delle più piccole al mondo. Soprannominata "Panama Pill" o "Panama Pearl" proprio per le sue lillipuziane dimensioni, questa monetina presenta al diritto un ritratto di Vasco Nunez de Balboa, esploratore noto per essere stato il primo ad attraversare l'istmo di Panama ed avvistare l'Oceano Pacifico. Al rovescio è invece raffigurato lo stemma nazionale della Repubblica di Panama con l'indicazione del valore, del peso e della finezza del metallo. Questa foto rende molto bene l'idea...;) Cosa ne dite? Qualunque commento sulla moneta o sullo stato di conservazione è ovviamente molto gradito.
    2 punti
  7. prezzi conservazione, conservazione prezzi... cambiamo argomento parliamo del PISIS che compare sui cinque paoli e sui francesconi da Francesco Stefano in poi spesso trae in inganno, si pensa che la moneta sia coniata a Pisa ma non è così. le ragioni vanno cercate nell'aumentato prezzo dell'argento che non permetteva di battere moneta con il consueto titolo della zecca fiorentina. Galeotti ci dice che: " ...il titolo antico d'argento popolino venne ridotto a once 11 di fino per libbra, il che determinò l'indicazione della parola PISIS sulle monete a denotarne l'inferiorità" si scelse così di distinguere le nuove emissioni con il riferimento a Pisa per: "..ragioni soltanto di convenienza, e ad evitare dannose confusioni avevano determinato [la zecca di Firenze] ad adottare uno stampo diverso per le monete a titolo inferiore a quello consueto, e venne prescelto quello di Pisa semplicemente per il particolare carattere delle nuove monete istituite"..
    2 punti
  8. Qui però intervengo più da moderatore che curatore, un po' le ho seguite queste diatribe su conservazioni, stime, prezzi, ma poi bisogna veramente darci un taglio, credo interessino veramente poco....anche perché poi si va sul personale e ognuno ritiene di avere ragione. io inviterei a spostare l'attenzione sempre su altri aspetti delle monete, abbiamo una bella discussione su iconografie, sui simboli, sull'arte nelle monete......parliamo di questi aspetti, le conservazioni, non parliamo le stime sono elementi troppo soggettivi, lo dicono gli stessi autori dei MIR, io credo che se vi piace una moneta e la avete comprata va bene, l''importante e' che vi appaghi e vi gratifichino, questo e' quello che conta, il resto sono solo opinioni.....la bellezza di una moneta rimane . Intervengo in questa discussione ma potrei replicare sulle altre, vi pregherei di auto moderarvi un attimo e puntare su considerazioni di altro tipo.....oggi e domani per motivi di lavoro non posso seguirvi, non fatemi ricevere altri MP domani.......mi raccomando e buona serata, Mario
    2 punti
  9. Buona serata Già ... il Toson d'oro; non credo ci sia una onorificenza più "trasversale" di questa; ha accompagnato tante Case regnanti europee, da est ad ovest, da nord a sud e chi ne era insignito, spessissimo, lo ritroviamo anche sulle monete. Altre onorificenze sono più "casalinghe" (scusate il termine) legate alle persone appartenenti ad una sola Casa regnante ed ai pochi altri beneficiati da quest'ultima. Penso al Collare dell'Annunziata e all'ordine dei SS Maurizio e Lazzaro dei Savoia; oppure all'Ordine della Giarrettiera del Regno Unito. Per non parlare dei tanti ordini equestri/ospitalieri e delle loro insegne delle quali si potevano fregiare tanti nobili che parteciparono alle crociate e che, spesso, accompagnavano sulle monete le proprie insegne "familiari". Assolutamente a digiuno di tutto ciò (e abbastanza ignorante), trovo però che l'onorificenza coniata sulle monete, potrebbe essere un bel "fil rouge" che potrebbe riservare qualche sorpresa. Saluti luciano
    2 punti
  10. Forse sarà più comodo riesaminare accostando vicini i due esemplari noti: Si vede chiaramente che provengono da una stessa coppia di conii e che uno non è clone dell'altro…. Il pezzo NAC sembra autentico, mentre il secondo, di conservazione più modesta e un poco usurato, potrebbe sembrare a prima vista un fuso e quindi un falso (non recente), ma potrebbe anche essere semplicemente un pezzo spatinato e usurato in oricalco. Ma servirebbe un esame diretto delle monete per un giudizio più sicuro. Al momento questi due semplari sono gli unici finora noti, ma non mi stupirei che col tempo possano saltare fuori altri dupondi con MACELLVS AVGVSTI. Confermo che non è la prima volta che ricompaiano a distanza di tempo (anche due secoli) esemplari che sembravano perduti se non addirittura inventati….
    2 punti
  11. Credo ne abbiate abbastanza ... roth37
    2 punti
  12. 2 € Città del Vaticano Sede vacante 2013 TAGLIO : 2 euro STATO : Città del Vaticano ANNO : 2013 AUTORE : Scultore Patrizio Daniele e incisore Maria Carmela Colaneri indicati con le sigle “P. DANIELE” “M.C.C. INC” intervallate da una croce e poste sotto lo stemma del Camerlengo ad arco al bordo interno del cerchio interno TEMA : Stemma del Cardinale Camerlengo sormontato dallo stemma della Camera Apostolica (chiavi decussate sormontate da un padiglione) DATA DI EMISSIONE : 3 Giugno 2013 MATERIALE : Bimetallica: corona esterna: rame-nichel (rame 75% - nichel 25%); cerchio interno: tre strati, dal più esterno all’interno: nichel-ottone, nichel, nichel-ottone DIAMETRO : 25,75 mm SPESSORE : 2,20 mm PESO : 8,5 g. CONTORNO : Finemente zigrinato in verticale rispetto allo spessore con inciso una successione che si ripete 6 volte di stelle a cinque punte alternate al numero 2 che rispetto alla stella frapposta si trova una nel verso giusto e poi capovolto: NOTE : La tiratura è 125000, così ripartita 6000 per la circolazione, 111000 in folder blu e 8000 in busta filatelico-numismatica Nella faccia nazionale, nel cerchio interno è raffigurato lo stemma del Cardinale camerlengo, Tarcisio Bertone, e il Gonfalone della Camera Apostolica (chiavi decussate sormontate da un padiglione); a destra sotto la chiave il segno di zecca “R” ad indicare Roma; ponendosi di fronte alla moneta, ad arco a sinistra vi è la scritta "CITTA’ DEL VATICANO” e sempre ad arco a destra la scritta “SEDE VACANTE MMXIII"; le due scritte ad ore 12 sono interrotte da una croce; sotto lo stemma del Camerlengo le sigle “P.DANIELE” e “M.C.C. INC” separate ad ore 6 da una croce. Le sigle indicano rispettivamente lo scultore Patrizio Daniele e l’incisore Maria Carmela Colaneri. Nella corona esterna sono riprodotte 12 stelle a cinque punte per rappresentare l'Unione Europea. Le armi sono composte dallo stemma proprio del Cardinale Tarcisio Bertone: scudo a mò di rettangolo nella parte superiore, in cui si aprono a mò di tenda due pezzi semicircolari di colore rosso con nelle rispettive parti centrali un Chrismon (in quello di sinistra rispetto all’osservatore) e una M sormontata da una stella a otto raggi (in quello di destra rispetto all’osservatore) e semicircolare nella parte inferiore; nella parte centrale vi è una torre a tronco di cono leggermente più largo alla base, con portone nella parte centrale e cinque finestre disposte due al primo livello e tre al secondo livello; la parte alta della torre è costituita da un tronco di cono molto schiacciato e con la base stretta verso il basso e la base larga verso l’alto e sui cui poggia una struttura cilindrica merlata; La torre, il Chrismon, la M e la stella sono color oro; la torre poggia su un colle mentre lo sfondo della scena è azzurro. Accollato alla croce doppia della dignità di arcivescovo di color oro e sovrastato dal galero rosso dal cui interno partono due corde rosse, variamente annodate, ma simmetricamente rispetto alla mediana, e terminanti con quindici fiocchi rossi sia a destra che a sinistra dello scudo. Il motto in latino è “Fidem custodire” a sinistra e “concordiam servare” a destra che si traduce: “custodire la fede e conservare la concordia”. La torre simboleggia la Vergine come “Turris Eburnea” e la saldezza della fede. Il “Chrismon” è il termine greco che indica il monogramma formato dalle lettere X (chi) e P (ro), con la X accollata al piede della P, ritenuto monogramma di Cristo. La M sovrastata dalla stella a otto punte è un altro simbolo mariano, e simboleggia le “stella maris” ossia la Madonna, che venne designata formalmente come “regina” dalla Repubblica di Genova, città della quale Bertone è stato arcivescovo. Il disegno “mantellato” è stato adottato dal cardinale come omaggio a Papa Benedetto XVI, il cui stemma appare appunto in quella foggia, del quale Bertone è stato Segretario di Stato. Sopra lo stemma cardinalizio sta l’insegna propria della dignità di Camerlengo ossia il Gonfalone papale, un ombrello parasole decorato a gheroni alternati rossi e oro, coi pendenti tagliati a vaio; con l’asta d’oro in forma di lancia e con l’arresto attraversato dalle chiavi pontificie. Lo stemma compare anche sulle monete emesse durante la Sede Vacante dallo Stato della Città del Vaticano; sui francobolli è rappresentato solo il Gonfalone con le chiavi pontificie sorrette da un angelo. Per approfondire il ruolo e i compiti del Cardinale Camerlengo si veda il post 50 o 1€ serie 2005 SV Il Papa Benedetto XVI, “Papa abdicante”, alle ore 17:00 del 28 febbraio 2013 lasciò il Vaticano in elicottero e giunse a Castel Gandolfo alle 17,30, dove salutò per l'ultima volta la folla con un breve intervento, parlando a braccio. Allo scoccare delle ore 20.00 del 28 febbraio 2013 aveva inizio la Sede Vacante: gli atti che hanno formalmente segnato l'avvio della sede vacante sono stati la chiusura del portone di accesso al Palazzo Pontificio, il passaggio di consegne tra la Guardia svizzera pontificia e la Gendarmeria Vaticana che ha assunto i compiti di protezione dell'ormai pontefice emerito, l'ammainabandiera al Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, la sigillatura dell'appartamento papale del Palazzo Apostolico, la dismissione degli abiti pontifici da parte del “Papa abdicante”. L'annullamento dell'anello piscatorio è avvenuto il 5 marzo tramite rigatura. Questa Sede Vacante durò 13 giorni, dal 28 febbraio al 13 marzo 2013, e si concluse con la salita al “Trono petrino” di Papa Francesco. Durante questo periodo si alzano nello Stato le insegne del Cardinale Camerlengo in carica, in luogo di quelle del pontefice. Il 1º marzo 2013 la Camera apostolica si è riunita al completo a seguito della rinuncia al ministero petrino di Papa Benedetto XVI. Dall’abdicazione di Papa Benedetto XVI, avvenuta il 28 febbraio 2013 e fino all'elezione di Papa Francesco, proclamata il 13 marzo 2013, ha presieduto la sede vacante, nella veste di Camerlengo, il Cardinale Tarcisio Bertone. Il Cardinale Tarcisio Bertone è nato il 2 dicembre 1934 a Romano Canavese, provincia di Torino. Ha frequentato gli studi medi nell'oratorio di Valdocco a Torino, poi il Liceo Salesiano Valsalice, nel frattempo gioca a calcio nel ruolo di terzino, e poi ha frequentato il noviziato presso la Società salesiana di San Giovanni Bosco a Monte Oliveto (Pinerolo). Ha emesso la prima professione religiosa il 3 dicembre 1950, ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale, dalle mani di Monsignor Albino Mensa, Vescovo di Ivrea, il 1° luglio 1960. Ha perfezionato gli studi teologici alla Facoltà Teologica Salesiana di Torino, dove ottiene la licenza in teologia con una dissertazione sulla tolleranza e la libertà religiosa, per continuare gli studi a Roma, dove ottiene la licenza e il dottorato in diritto canonico con una ricerca su “Il governo della Chiesa nel pensiero di Benedetto XIV - Papa Lambertini (1740-1758)”. A partire dal 1967 insegna teologia morale speciale all'ateneo salesiano di Roma, che nel 1973 diventa Università Pontificia Salesiana; insegna anche diritto internazionale e diritto dei minori. Nel 1976 è stato chiamato a dirigere la Facoltà di Diritto Canonico, ove ha insegnato fino al 1991 «Diritto Pubblico Ecclesiastico», diventando Professore Ordinario di cattedra ed è stato dal 1978 Docente di «Diritto Pubblico Ecclesiastico» presso l'Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense. È stato Direttore dei Teologi (1974-1976), Decano della Facoltà di Diritto Canonico (1979-1985), Vice Rettore (1987-1989) e poi Rettore Magnifico (1989-1991) dell'Università Salesiana, ha collaborato a Roma anche con diverse parrocchie ed ha contribuito alla promozione dei laici (Centri di Formazione teologica e apostolica). Ha collaborato all'ultima fase della revisione del Codice di Diritto Canonico. Ha diretto il gruppo di lavoro che ha tradotto il Codice in italiano, con l'approvazione della Conferenza Episcopale Italiana. Dagli anni '80 ha esercitato un qualificato servizio alla Santa Sede, come Consultore in diversi Dicasteri della Curia Romana, collaborando attivamente soprattutto con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 1988 fa parte del gruppo di sacerdoti che accompagnano l'allora cardinale Joseph Ratzinger nelle trattative per la riconciliazione con monsignor Marcel Lefebvre. Il 4 giugno 1991 papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo metropolita di Vercelli, la più antica diocesi del Piemonte e il 28 gennaio 1993 è nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana presidente della Commissione ecclesiale giustizia e pace. Il 13 giugno 1995 Papa Giovanni Paolo II lo nomina Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 1997 controfirma la notificazione con la quale veniva annunciata la scomunica "latae sententiae" per il teologo cingalese Tissa Balasuriya, scomunica decaduta l'anno successivo a seguito della ritrattazione del teologo, e successivamente collabora alla stesura della dichiarazione Dominus Iesus; durante il Giubileo del 2000 è incaricato da papa Giovanni Paolo II di curare la pubblicazione della terza parte del "segreto" di Fatima; da allora ha avuto modo di parlare direttamente con la veggente Suor Lucia di Fatima diverse volte. Nel 2001 gli viene affidato il caso del ritorno alla Chiesa cattolica dell'arcivescovo Emmanuel Milingo, che si era sposato con Maria Sung, un'adepta della Chiesa dell'unificazione del reverendo Sun Myung Moon. Il 10 dicembre 2002 Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Arcivescovo di Genova. È stato anche Presidente della Conferenza Episcopale Ligure. Il 21 ottobre 2003 Papa Giovanni Paolo II lo nomina cardinale presbitero di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana, diaconia elevata pro hac vice a titolo presbiterale. Il 22 giugno 2006 Papa Benedetto XVI lo nomina Segretario di Stato (così il Cardinale Tarcisio Bertone succede al Cardinale Angelo Sodano, dimissionario per raggiunti limiti d'età come prescritto dal canone 354 del Codice di Diritto Canonico) e il 4 aprile 2007 lo nomina anche Camerlengo di Santa Romana Chiesa. Il 10 maggio 2008 papa Benedetto XVI lo promuove all'ordine dei cardinali vescovi con il titolo della sede suburbicaria di Frascati; succede così a Alfonso López Trujillo, deceduto 20 giorni prima. Al compimento del settantacinquesimo anno di età presenta le sue dimissioni per raggiunti limiti d'età al papa, il quale il 15 gennaio 2010 gli comunica per iscritto di non voler rinunciare alla sua "preziosa collaborazione". Il 28 febbraio 2013, a seguito della rinuncia all'ufficio di romano pontefice di papa Benedetto XVI[1], cessa dall'ufficio di Segretario di Stato, in conformità ai canoni del Codice di Diritto Canonico ma assume, in qualità di Camerlengo, la funzione di governo ordinario della Chiesa fino all'elezione del nuovo papa, avvenuta il 13 marzo. Il 16 marzo papa Francesco lo conferma nell'ufficio di segretario di Stato donec aliter provideatur, cioè: "fino a che non venga disposto diversamente", ovvero fino alla nomina di un successore. Il 31 agosto 2013 Papa Francesco ha accettato la sua rinuncia a Segretario di Stato per raggiunti limiti di età, secondo il canone 354 del Codice di Diritto Canonico, ma gli chiede di rimanere fino al 15 ottobre, giorno in cui gli succede il Cardinale Pietro Parolin. Il 2 dicembre 2014, il Cardinale Tarcisio Bertone, compiendo ottant'anni, ha perso il diritto di entrare in conclave.
    2 punti
  13. 1O minuti se parcheggi nel parcheggio preposto, io la macchina l ho lasciata 20 minuti prima del parcheggio.... Poi dopo 3 ore sotto uno splendido sole fa 40 gradi, ti assicuro che farti la salita è stata molto dura....e te lo dico io che la montagna la vivo anche per lavoro.... Cmq ne vale Tremendamente la pena!!! Ciao Skuby
    2 punti
  14. ultima arrivata! Carlo V Carlino: D/ CALOLVS ° IIIII ° RO ° IM Busto dell'imperatore a destra R/ °REX °/ ° ARAGO° / °VTRIVS° / °SI ° ET ° Nel campo una corona di quercia Che ne pensate? Ciao Mauro
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  15. Ciao Pino Grazie per le tue canzoni che hanno accompagnato la mia gioventù. Che la terra ti sia lieve...e che tu possa finalmente cantare libero tra gli angeli!
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  16. 2 punti
  17. Costantino fu avvertito durante il sonno, affinché marchiasse sugli scudi il celeste segno di Dio, e che attaccasse battaglia. Fece come era stato ordinato, e iscrive sugli scudi Cristo, una X attraversata da un lettera, con una curva in cima.
    2 punti
  18. Una lettera del Direttore Generale dell’Amministrazione delle Monete al Ministro delle Finanze del 15 luglio 1859 ci fa sapere che l’incisore D. Luigi Arnaud ha già presentato al Ministro il “modello” in cera del ritratto del Re la cui effige al contrario dei due sovrani precedenti è rivolta verso sinistra; questo cambiamento non è stato fatto per un capriccio dell’incisore, ma .......... :whome: :lollarge: perché l’artista ha tenuto presente come originale un ritratto in fotografia eseguito da S.A.R. il D. Sebastiano che l’aveva dato all’incisore (Infante Sebastiano Gabriele Maria di Borbone che aveva sposato la principessa Maria Amalia figlia di Francesco I). D’altra parte l’Arnaud (Luigi) trova che artisticamente la situazione dell’effige sia consona alle prescrizioni dell’arte che, dice il Direttore Generale, la legge del 1818 (fondamento del nostro sistema monetario) non prende in considerazione la direzione della testa del Sovrano sulle monete, quindi non ha grande importanza detta direzione ed il Re potrà decidere in proposito; se il Re però volesse l’effige verso destra occorrerebbe che il nuovo modello venisse fatto direttamente dall’originale e quindi sua Maestà dovrebbe concedere una seduta di posa che sarebbe utile anche se il Re accettasse il modello precedente.
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  19. Bello anche questo post, Eros parla di codici universali che ci sono nelle monete, e' così, certamente adesso scherzo ......vedo nei ritratti folte capigliature, giovani già con la gotta e malaticci, ma poi ci sono i riferimenti universali delle monete, pensate in quanti ritratti di regnanti si vede l'onorificienza del collare del Toson d'oro, già questo unisce tante monete, e cosa potrebbe uscire su una discussione di condivisione sotto il Toson d'oro, ovviamente sempre disponibile se ci fosse la volontà comune...... Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App
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  20. Buonasera a tutti, desideravo informare l'utenza che noi del Circolo Numismatico Partenopeo stiamo organizzando il SECONDO CONVEGNO NUMISMATICO PARTENOPEO. Nei prossimi giorni sottoscriveremo il contratto con la struttura che ospiterà l'evento e per tanto nel giro di una decina di giorni (massimo due settimane) saremo in grado di ufficializzare location e data. Ho deciso di scrivere questo post perchè ci stiamo muovendo anche a livello scientifico e non solo commerciale per poter offrire a tutti gli studiosi qualche ora di relax numismatico da trascorrere nell'ambito di conferenze e mostre tematiche su cartofilia, monete e medaglie che verranno improntate sui seguenti argomenti: IL CONGRESSO DI VIENNA ATTRAVERSO LA NUMISMATICA DISFATTA DI RE GIOACCHINO MURAT E RITORNO DEI BORBONE A NAPOLI LA RESTAURAZIONE ATTRAVERSO LA NUMISMATICA Avvenimenti storici di rilevanza europea che il prossimo anno compiranno ben due secoli (1815-2015) Il convegno commerciale avrà luogo in una location con superficie espositiva molto ma molto più grande di quella della sala che ci ha ospitato a fine settembre, centinaia di posti auto custoditi, fermata della metropolitana a poche decine di metri e numerose strutture alberghiere adiacenti. Ci saranno per tanto molti più espositori numismatici e non mancheranno quelli della filatelia e della militaria (questi ultimi verranno ospitati nella stessa struttura ma evidenziati con la dovuta cartellonistica e pannelli separatori). Pubblicheremo il nostro secondo bollettino che molto probabilmente sarà di 300 pagine a colori, e tante, tante altre novità. Sarà mio dovere aggiornarvi e mi scuso se vi ho comunicato il tutto con un certo anticipo ma in questi giorni siamo stati letteralmente sommersi da messaggi di curiosi che chiedevano info sul secondo convegno, onde evitare di rispondere ad ognuno ho pensato di rendere pubbliche le nostre intenzioni e di tenervi costantemente aggiornati. Si accettano suggerimenti di ogni tipo, anche tramite e-mail. Un caro saluto a tutti.
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  21. Ciao a tutti, In questa ultima settimana ho creato un catalogo di monete 2 euro commemorative, dopo averlo stampato si può catalogare le proprie monete con una propria valutazione da MB al FDC... ha le stesse dimensioni dell'unificato quindi sfogliabile come un classico catalogo. si puo scaricare dal mio sito EUROCOLLECTION nella sezione download. Sono graditi opinioni e suggerimenti di errori per migliorarlo. Grazie
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  22. Volevo presentarvi l'ultima arrivata...Pareri? :hi:
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  23. Buongiorno , ho vinto all'asta questa moneta con patina iridescente. Mi piaceva il rovescio perché rappresenta una scena forse di guerra con un cavallo che sembra uscire dalla moneta. Che ne pensate? Nomisma la classifica SPL+. Quante ne hanno coniate? L'ho pagata 37 Euro, che ne dite? Saluti e grazie Silver
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  24. Buona serata @@oldgold e @@mikigenius92 Tutti i volumi consigliati sono ottimi. Dipende anche dall'uso che se ne vuole fare, per uno studio più o meno approfondito dell'argomento; da annoverare tra i prontuari-prezziari, c'è anche il volumetto di Attilio Manzoni. Sono più che altro delle tavole sinottiche limitate alla monetazione in argento e oro (non ci sono monete in rame o lega di rame; così come non ci sono le varianti). Ci sono le Oselle e c'è anche qualche medaglia, queste ultime giusto per introdurre l'argomento, ma per approfondirlo bisogna rivolgersi ad altre pubblicazioni (Voltolina soprattutto). Il costo è molto contenuto. Allego il link dove ho visto che è reperibile, certamente l'hanno anche altri commercianti e talora l'ho visto anche su eBay. (Così almeno vedete come si presenta) :pardon: http://www.medagliemonete.it/product.php?id_product=381 Saluti luciano
    1 punto
  25. @@fofo, concordo, questa è inferiore come conservazione, rispetto alla tua.
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  26. non vi preoccupate che anche se le utilizzo come permute con i prezzi che ci sono a giro conviene star fermi!! ma avete visto le monete dei medici e del 700 dei Lorena da 7-8 anni fa ad adesso come sono rincarate?? non lo notate?? per non parlare delle monete eccezionali che prima potevano essere acquistate anche se alte di prezzo ma ora tirano dei fiocchi che neanche Babbo Natale si immaginava. se il M.I.R. valuta da MB 300 sino a 2000 per un SPL di questa credo che osservando le aste sono stato no basso veramente basso ...un vero BB/SPL di questa per il M.IR: sarebbe a 1000 e io ho detto 600/700.. quello che invece dovete tener conto meglio voi apparte la conoscenza sul libro della moneta in questione sono le diverse case d'asta e i loro parametri per le valutazioni e prezzature. ci sono aste minori dove vediamo monete con forti difetti o con appiccagnoli manco segnalate sulle informazioni della moneta. i prezzi lì sono ridicoli e non dar tener conto. ma se ci fate caso appena gli capita per le mani una moneta in spl vera per le mani il prezzo da 100 euro si trosforma magicamente in 1600... mi riferisco a "...asta" mi riferisco a aste minori ecc... se ci fate caso un BB su Nomisma o sul Negrini o sul Varesi o su Ars classica costa già tanto. altra cosa invece è sul Crippa, Bolaffi la casa tedesca che comincia con la R... non ricordo il nome invece partono con cifre bassissime e i lotti se ci partecipate non ve li portate certo via così..anzi non vi portate (io compreso) via un bel niente! quindi passano monete in spl (sottostimate ma superiori allo SPL, SPL/FDC) a cifre 3/4 volte meno, un esempio il caso del luigino di Mario in BB , di piastre per la Toscana dell esempio del mezzo giulio del Cellini, dei testoni come alcuni che ho ecc.. io credo che aldilà delle aste una persona deve farsi una propria opinione e crederci.. un MB sarà sempre una moneta da studio, un BB sarà una moneta da studio ma anche bella da vedersi, un SPl una moneta a seconda del periodo 500/600/700 molto bella e da collezione e FDC da grande collezione e ultimamente investimento. aggiungo infondo che come dicevo le monete del 800 e parlo per esempio dei francesconi hanno molo meno mercato dei francesconi del 700. un esempio della mia attuale e poi smetto! guardate su ebay adesso: http://www.ebay.it/itm/TOSCANA-Francescone-10-Paoli-1762-FRANCESCO-III-argento-BB-83236-/311040453742 chiede 325 euro e non è manco BB sarà un MB/BB e secondo voi una moneta in BB/SPL con fondi lisci e nitidi del 700 rara che di solito si trova in conservazione molto minore ne valeva idem... io certe volte non ho parole... saluti Rodolfo
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  27. Caro Skuby, mi hai fatto rivangare ricordi ormai sepolti. Perciò beccati questa ... con mini spiegazioni e qualche foto ripetuta dalle precedenti. Solo che qui siamo attorno agli anni 1975 .... Un tramonto greco ..... vicino a Knossos La gloriosa nave oceanografica R/V Bannock (per chi non lo sapesse Bannock era un capo indiano e la nave un rimorchiatore d'altomare americano ceduta all'Italia per un dollaro e trasformata all'uopo) con la quale in quegli anni, fra l'altro aveva il compito di studiare i fondali del Mediterraneo orientale E finalmente in un giorno di riposo una gita a Knossos del Comandante della nave e del Capo della missione ( a vedermi ieri e oggi, un fremito...) e finalmente le foto della cultura minoica (segue)
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  28. Ciao @@globsa, è un gigliato di Roberto D'Angiò, per ulteriori notizie Ti consiglio la lettura del seguente link: http://www.ilportaledelsud.org/gigliato.htm L'autore è @@francesco77 Saluti Eliodoro
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  29. Come promesso, appena arrivata, posto la foto del Penny in rame del 1841. E' la varietà senza "comma" dopo Reg in legenda. Acquistata online in U.K. dopo una discreta lotta al rialzo. Cordialità. Renzo @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
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  30. E' stato aggiornato il sito UFN la parte riguardante programma filatelico numismatico 2015 e sia prodotti disponibili
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  31. Non si finisce mai di imparare!!Grazie a te.
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  32. Ciao Riccardo!! Bella moneta, a che ne dicano Q.fdc. Complimenti!!
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  33. Ti seguo a ruota... sempre più convinto che l'unica cosa da fare con questo paese sia LASCIARLO... ed al più presto!
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  34. Questa qua ha tutti gli attributi per asserlo.@@fofo
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  35. Amici, Vi chiedo di esaminare il dritto della moneta di Ruggero II, Capua, 1135-1154 - Coll.ne reale, gia' postata da @@vox79. @angel, @ appah, @dareios it, @@claudio470, @@dux-sab, @eliodoro, @@fedafa, @Follis Anonimo, @@fra crasellame, @francesco77, @@Giuseppe, @@Layer1986, @Liutprand, @numma numma, @@odjob, @@Rex Neap, @rockjaw, @@santone, @@sforza, @vox79, quali lettere vedete? Desidero sapere solo questo. Non esprimo la mia opinione per non influenzarvi. E' di una importanza fondamentale, come vi spieghero' in base ai vostri pareri. Vi ringrazio tanto.
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  36. Come ho detto prima si leggerebbe TAPUA o ATAPUA, parole che non hanno nessun significato. Ciao
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  37. grazie nikita e matteo io ho solo il 25 centesimi della seria turistica http://www.lamoneta.it/topic/113799-le-monete-di-oggi/page-8 al primo post della pagina
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  38. Sono contento che sia autentica anche perchè è una delle monete che a me piace di più. Stimo Vittorio Emanuele III per aver dedicato tanto tempo e aver messo tanta passione nello scegliere i disegni delle monete..ci ha regalato una collezione (a mio modesto parere)tra le più belle del mondo!
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  39. Bella domanda, #Magdi! Effettivamente nel pezzo di Arezzo sembra che i segni corrispondano sia nella faccia incusa che in quella in rilievo, come dimostra la lettera T (ad ore 1 nella faccia incusa), che si trova esattamente tra le due tacche più piccole sul bordo, come nella faccia in rilievo (ad ore 9). Lo stesso credo si possa dire per la crazia fiorentina. Ma c'è un spiegazione abbastanza plausibile: i coniatori, andando evidentemente così di fretta da non accorgersi che il pezzo precedente non si era staccato dal torsello (ritardo sui 'tempi e metodi' fissati dai capitolari di zecca?), hanno battuto la moneta successiva senza staccare la mano dal conio di martello e quindi questo non è ruotato rispetto alla mano. Di conseguenza la posizione del tipo della pila è risultata pressoché identica sia nella prima che nella seconda battitura. A me sembra verosimile, o no? Chissà quale era la decurtazione del salario per questi errori, poveri cristi. Saluti, A.
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  40. TAGLIO : 1 Cent STATO : Irlanda TIRATURA 2002 : 404.339.788 AUTORE : Jarlath Hayes TEMA : Arpa celtica DATA DI EMISSIONE : 01/01/2002 MATERIALE : Acciaio placcato con rame (acciaio 94,35% - rame 5,65%) DIAMETRO : 16,25 mm SPESSORE : 1,67 mm PESO : 2,3 gr. CONTORNO : Liscio (Per la scritta Eire sulla moneta è stato usato il tradizionale alfabeto gaelico) L'arpa celtica è emblema tradizionale dell'Irlanda. Sulle monete fa la sua apparizione nel XV-XVI sec. (Henry VIII). L'arpa celtica, o arpa gaelica, è uno strumento a corde tipico del folklore dei paesi europei di area celtica. Proviene dalla Scozia, dove compare durante il VIII sec. d.C. e successivamente, dal XII sec, si è diffusa in Irlanda, Galles e Bretagna. Arma di famiglia di Riccardo III d'Inghilterra (1452-1485 - personaggio del racconto drammatico di Shakespeare). Giacomo I d'Inghilterra fu Re di Scozia e per primo regnò su tutte le isole britanniche. Avendo unificato le corone d'Inghilterra, Scozia e Irlanda, l'arpa entrò a far parte dell'emblema del casato. Quando tre arpe sono messe insieme stanno a rappresentare tre corone. Appare anche nelle Colonie americane di fine '600. [ Come strumento musicale è più piccola dall'arpa classica usata nelle orchestre sinfoniche, l'arpa celtica non ha i pedali, ma ha le chiavi (tipo una chitarra) con cui si ottengono i semitoni. (in foto: Arpa classica a sinistra e celtica a destra)
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  41. @@numa numa: ti confermo che la citazione di Podemenius viene dal Pedrusi (ho il testo e sono andato subito a controllarlo: per questo ho postato il seguito). @@maurizio7751: non esistono monete di serie A o di serie B, nobili o plebee, interessanti o banali. Tutte le monete antiche sono dei documenti storici preziosi. Ovviamente, c'è chi s'interessa a un periodo storico piuttosto che a un altro. E' colui che la studia che rende interessante qualunque moneta, dal più prezioso sesterzio al più umile centennionale. Ovviamente chi ritiene che solo alcune monete come i sesterzi alto impero o i denarini di Augusto siano davvero degni di studio mentre le piccole monete della fine dell'impero siano vile "paccottaglia", dà solamente dimostrazione della limitatezza del suo pensiero.
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  42. Non ho parlato nel dettaglio delle monetazioni tresvirali emesse dai magistrati monetali nel primo periodo augusteo. Si tratta di monete caratterizzate dalla continuità della tradizione repubblicana resa evidente per l’appunto dall’opera del magistrato monetale che era deputato responsabile verso lo Stato della vigilanza sulle emissioni di monete e sulle quali verificava la corretta corrispondenza di peso e lega. Nella monetazione bronzea augustea il loro operato è attestato dalla presenza di rovesci “standardizzati” recanti la sigla S C e legenda TRESVIR AAAFF completata dal nome del magistrato. Augustus. 27 BC-AD 14. Æ As (28mm, 11.48 g, 5h). Rome mint; M. Salvius Otho, moneyer. Struck 7 BC. Bare head left / Large S·C. RIC I 432. VF, attractive chestnut brown patina. https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=183409# Classificate cronologicamente in base appunto al nome dell’ufficiale incaricato, le emissioni coprono un lasso temporale che va dal 23-22 a.C. fino al 15-14 a.C., salvo riprendere dopo cinque anni di inattività limitandosi ai quadranti; se ci limitiamo al periodo 23-14 a.C. possiamo seriare le emissioni in quattro fasi e sulla base dei volumi di monete prodotte si nota che le prime due sono più rappresentate per poi calare come quantitativi. Questo dato (e il fatto che alla ripresa dell’attività si siano occupati solo della produzione di quadrans) ha portato a formulare l’ipotesi che questo decremento produttivo sia legato agli effetti della riforma monetale augustea e allo scadimento dei poteri senatoriali in favore di quelli imperiali. Ringrazio quanti hanno avuto la costanza di seguire quanto ho scritto in questa discussione, fatta di molti dati e di poche immagini; sono estremamente curioso di verificare se l’argomento abbia riscontrato un buon riscontro e spero che stimoli la partecipazione di vari forumisti. Invito, oltre agli amici della Sezione Romane Imperiali interessati al periodo, ce ne sono vari ma evito di fare nomi per… evitare di dimenticare qualcuno (mea culpa) e far torto a qualcuno! ;) per alimentare un dibattito e mi permetto di allargare l’invito anche gli amici della Sezione Romane Repubblicane e ai Curatori di sezione @g.Aulisio e @L. Licinio Lucullo che hanno notevoli conoscenze specifiche del periodo a cavallo tra Tardo-Repubblica e Principato e a buon conto ritengo abbiano pieno titolo per poter dire la loro (cosa comunque non esclusa a priori a nessuno). Ciao e grazie Illyricum :) PS: per evitare di allargare troppo il tema da un punto di vista temporale, in seguito posterò una sorta di “addenda” collegata alla presente discussione con alcuni temi ad essa inerenti. II PS: scusate se alcune parti del testo non rispecchiano la formattazione originale ma il copia/incolla del testo in Word inevitabilmente porta a qualche refuso.
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  43. Qual è l’idea che nel mio piccolo mi son fatto? Difficile proporre nuove ipotesi … ma la mia condizione di umile appassionato mi permette di farlo senza rimetterci la faccia più di tanto e magari stimolare una discussione sul Forum ;) . Quindi… Il buon Ottaviano era erede di quel Giulio Cesare che tanto fece per lo Stato Romano ma che con le sue imprese e mosse politiche innescò una serie di eventi che portarono al crollo della Repubblica (che già egli stesso avrebbe potuto far decadere ma per quanto vicino ci passò rifiutò sempre di arrivare al punto di non ritorno). Ben presto il giovane conquistò il popolo in qualità di figlio adottivo dello stesso condottiero e, tra triumvirati e scontri vari, assunse alla fine una posizione preminente anche rispetto allo stesso Senato. In pratica raggiunse l’apice toccato da suo zio (ovvero padre putativo) e lo superò, raccogliendo nelle sue mani in pratica il Potere assoluto divenendo Augusto. Ma cogliere in mano il Potere e divenire Imperatore non vuol dire essere per forza un rivoluzionario: restava comunque un uomo giunto al potere come uno dei capi-parte della parte finale della Repubblica romana. I suoi appelli ai valori della famiglia latina e in genere alle usanze romane e italiche erano frequenti nella parte finale del suo regno quando si occupò di organizzare il nuovo sistema. Da qui lo vedo, personalmente, combattuto in una specie di lotta interiore tra il mantenimento del Comando (pressochè assoluto) raggiunto e mantenere comunque vivo un richiamo alle tradizioni repubblicane, specie nella visione del popolo. Livia e Augusto con la loro educazione frugale ed austera fungevano da esempi viventi di propaganda del richiamo ai costumi tradizionali e quando la figlia Giulia trasgredì le regole (benchè vada tenuto in debito conto la condizione in cui dovette vivere, imponendole regole molto ferree e imposizioni di matrimoni “politici”) alla fine ne pagò pesantemente le conseguenze. Un altro richiamo alla sobrietà di costumi è costituito dall’abitazione augustea (Domus Augustea) sul Palatino, modesta e priva di lusso (portici bassi in pietra del Monte Albano, assenza di marmo di pregio e mosaici…), quando avrebbe potuto permettersi ben altre residenze di lusso care a suoi successori. « Instrumenti eius et supellectilis parsimonia apparet etiam nunc residuis lectis atque mensis, quorum pleraquc vix privatae elegantiae sint. Ne toro quidem cubuisse aiunt nisi humili et modice instrato. » « Le suppellettili e l'arredamento [della casa di Augusto] erano semplicissimi, come si può vedere dai letti e dai tavoli rimasti ancora oggi, la maggior parte dei quali a stento appartengono ad una eleganza privata. Dicono che dormisse su un letto con modeste coperte. » Svetonio, Augustus, 73 E l’apparente contrasto con la cerimonia rappresentata sull’Ara Pacis si stempera se osserviamo che in realtà Augusto vi compare come Pontefice Massimo con la famiglia e celebrante le tradizioni religiose romane. Infine un ultimo tratto caratterizza la monetazione augustea: la presenza del ritratto che rompe la tradizione repubblicana ma in realtà allude a Giulio Cesare (unico ad avere l’onore di veder il suo ritratto coniato sulle monete). Quindi un particolare che richiama Cesare onorato come capiparte repubblicano di grande levatura, al quale Ottaviano Augusto si rifà: un segno che rompe la tradizione repubblicana ma nel contempo evoca e si riflette nel periodo tardorepubblicano, rimarcando una certa continuità.
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  44. Non sono il Bayern Monaco come credevano , prestazione imbarazzante , potevano anche stare 0-3 0-4 . Però la reazione di rabbia li ha portati a pareggiare . Ma mi va bene, gli scricchiolii romanisti già da un pò si vedevano, e credo sempre di più nella nostra Vecchia Signora :good:
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  45. ma perche allora vi sbilanciate a dare gradi di giudizio se poi riconoscete di non esser stati precisi causa foto sfocate?.....mah
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  46. Ciao, l'edizione originale, se si ha un po' di pazienza, si trova a molto molto meno. All'ultima asta INASTA, se mal non ricordo, ha ricevuto una sola offerta ed è stato aggiudicato a 90 euro. Ripeto, vado a memoria, quindi le cifre potrebbero essere diverse. Anche nell'ultima recente asta Varesi era un presente un esemplare, ma non so quanto abbia fatto. Saluti, Matteo Sforza
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  47. I motivi per cui questa (e anche altre magari già note in antico) non sono finite nel RIC o nel Cohen possono essere molteplici. Dalla semplice volontà di inserire solo monete di cui si è presa visione diretta e si è quindi certi dell'esistenza (ecco che monete rare, conosciute perché apparse nel mercato e finite in collezioni private e quindi rimaste nell'oblio per anni, se non per secoli, non sono state inserite) alla più banale mancanza (è tipico dell'essere umano non conoscere qualcosa o dimenticarsene perché se ne son visionate altre migliaia) a tutta una serie di altre motivazioni di varia natura e sfumatura. Io cercherei di non prendere il tutto come una sorta di attacco o di critica personale, mi raccomando! Questa discussione, che vedeva (e mi par di capire vede!) due teorie interpretative contrapposte, ha dato modo di sviscerare un rovescio di una moneta a fondo. Il porre in dubbio anche una cosa certa, personalmente, non lo vedo come un male ma come uno spunto per indagare meglio, per cogliere e apprezzare magari dettagli che altrimenti si davano per scontati. Personalmente non conoscevo questa moneta di Nerone, e non avevo idea di questo edificio, del suo utilizzo in antico, della sua storia reale e supposta. Questa discussione articolata è stata, per me, una bella pagina di storia. Da assoluto non conoscitore ritengo altamente probabile se non certo che si tratti del Macello (inteso come mercato alimentare) l'edificio raffigurato nella moneta anche se appare suggestiva l'ipotesi della Domus Aurea. Mi sembra sussistano diversi dettagli e prove che portano esclusivamente in questa direzione, tuttavia, mi ripeto, confutare il certo può essere molto utile sia per scoprire che certo non era come per rafforzarlo ulteriormente. Non inquiniamo questa discussione con parapiglia vari! Ve ne prego, mi sembra una discussione di grande interesse che dimostra come storia, archeologia, architettura e numismatica siano discipline tra loro connesse. :)
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  48. @odiob , ti conviene sbrigarti ad ordinare questo volume Entro novembre sconto del 15 % su tutti i volumi in vendita nel sito del Centro Italiano di Studi sull'alto medioevo Spoleto
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  49. "Certamente che parlo da cittadino-collezionista, che notoriamente non ha, in quanto "collezionista", più privilegi del cittadino "qualunque". Dismettere qualcosa dei beni dello stato è cosa buona (anzi ottima) se serve a finanziare situazioni di palese difficoltà. Tuttavia se il criterio è quello di far cassa ma senza attuare una azione mirata alla giusta valorizzazione di ciò che vien posto sul mercato (ed è un discorso generale che va dai beni immobili a quelli mobili di ogni specie), succederà che inevitabilmente andrà tutto all'ammasso, e saranno le solite jene (che mai mancano) quelle che faranno il vero affare. Non certo lo stato, che finirà per ricavare solo il valore dell'oro. Su questo son pronto a metterci la mano sul fuoco... ;) ;) ;) ;) ;) e mi stupirebbe non poco sentire che qualcuno possa ragionevolmente sperare il contrario. Se nei vari barili predominano monete di tipo "bullion", ben venga liquidarle al valore dell'oro... ma per le altre..." Il principio che la dismissione vada attuata con raziocinio è sacrosanto. E' però altrettanto evidente che l'eventuale immissione sul mercato di quel materiale provocherà delle scontate ripercussioni al ribasso dei prezzi di quei nominali, magari anche in termini di quasi azzeramento del valore numismatico che finora li ha caratterizzati. Ma questo, evidentemente rientra nella legge della domanda e dell'offerta. Però, scusami, lo scopo principale della vendita statale deve avere l'obbiettivo di fare cassa per la Collettività, e non quello di salvaguardare il valore numismatico di quei nominali, i cui esemplari in circolazione sono poi nelle mani di qualche migliaio di persone. Altrimenti, se si paventa il rischio che la vendita dello Stato, pur graduale, può portare ad una discesa dei prezzi (e questa conseguenza mi pare inevitabile, dati i quantitativi di alcune tipologie rinvenute nei "barili") arriveremo all'assurdo che lo Stato non dovrebbe vendere per non far scendere il prezzo (attuale) delle monete. Diciamola tutta (sebbene a denti stretti, perchè anch'io mi trovo ad avere acquistato qualcuna di quelle monete trovate nei barili ai vecchi prezzi di mercato...): anche al peso del metallo, lo Stato ricaverebbe dall'operazione molti milioni di euro che altrimenti non introiterebbe se lasciasse quelle monete dove sono adesso. E dove sta scritto che vendere anche 5.000 fascioni a peso d'oro o poco di più sia un cattivo affare per lo Stato (e per i cittadini non collezionisti), se l'alternativa fosse quella di lasciarli dove sono e non ricavare nulla? Poi è ovvio che se i soldi che si ricavano dall'operazione venissero sperperati, allora tanto varrebbe lasciare le monete dove sono adesso per un altro secolo. Ma questo, evidentemente, è un altro discorso.. Saluti. :hi: Michele
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