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  1. cembruno5500

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/20/15 in Risposte

  1. Salve a tutti, il 2015 per me è iniziato con queste due monetine acquistate pochi giorni fa...Il primo coronato è del tipo con busto e croce, senza sigla con ritratto giovanile, riportato nel PR al numero 13. Il secondo invece è con l'arcangelo e con sigla T dietro il busto, PR 17b anche se con l'angelo inciso non di prospetto ma in "movimento"...ecco le foto...cosa ne pensate? il primo il secondo Gaetano
    6 punti
  2. Posto le foto della divisionale che mi e' stata consegnata oggi.Molto bella anche questa.Speriamo che si organizzino bene per dare l'oppurtunita' a molti di poterla avere. Un saluto
    5 punti
  3. Gentili amici, mi scuso se m'inserisco sol'ora in questo forum dedicato, ma diversi contrattempi mi hanno impedito di farlo prima. Sono un giornalista cultore di storia napoletana, ed ho per amore della mia adorata Napoli, realizzato una raccolta di documenti, oggetti e testimonianze riconducibili a Napoli, che è mia intenzione poter esporre quanto prima, si spera, in maniera permanente istituendo il Museo di Napoli per il quale ho anche aperto un'omonima pagina facebook alla quale vi invito di aderire. Detto questo, nel ringraziare il nostro comune amico Francesco Di rauso per avermi invitato a dare la mia testimonianza in questo forum, vi comunico che ho fatto uscire sulla stampa cittadina, cartacea e on line diversi articoli volti a denunciare il vergognoso epilogo che ha coinvolto la celebre collezione Bovi. Auspico un vostro fattivo intervento, magari da realizzare in maniera sinergica, affinchè quest'ennesima vergogna non cada nell'oblio e non resti impunita. Con viva cordialità, Gaetano Bonelli
    5 punti
  4. PDF del libro Bernardi Giulio Monetazione del Patriarcato di Aquileia http://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/10342
    4 punti
  5. @@dabbene Per il pedigree e le storie che nascondono di questi grandi collezionisti....forse anche la collezione Trivulzio esitata da Baranowsky : Antica e Nobile Famiglia dell'Italia Settentrionale dal 1931 al 1932. Aneddoto: Pietro Accorsi (uno dei più grandi antiquari italiani) acquistó per intero la collezione dalla famiglia Trivulzio. L'Accorsi la pago' 50000 lire, facendo un'offerta a busta chiusa e con il monetiere ancora chiuso. I Trivulzio non sapevano cosa celava il monetiere , non erano interessati, ritenevano le monete un collezionismo noioso. L'Accorsi, come già' detto, lo pago' 50000 lire mentre il venditore ne richiedeva solo 25000 lire. Erano storie di altri tempi con due veri signori, la discreppanza derivava dal fatto che l'offerta e la richiesta furono fatte, per diletto, a buste chiuse....... la storia raccontata risale al periodo fascista e prima della guerra. Il testo riportava solo che fu venduta successivamente a Roma sotto un altro nome. inoltre L 'Accorsi per 9 milioni di lire aveva acquistato gran parte della collezione Trivulzio (disegni di Michelangelo, un Mantegna, una divina commedia del 1338, 10 mila volumi, opere di Cellini ect...) ma il podestà di Milano, per volontà' di Mussolini, volle subito ricevere l' antiquario facendogli capire che la collezione non poteva abbandonare la Lombardia......Allora fu raggiunto un accordo: il comune di Milano acquistava tutta la collezione alla stessa cifra pagata dall' Accorsi, pero' il ritratto di Antonello da Messina insieme al libro d'oro con le 27 miniature di Van Heick andavano donati a Torino, citta' natale dell'Accorsi. Ora nell'affare sfumato non so se era compresa anche la collezione numismatica (con la storia descritta precedentemente), in ogni modo la collezione, come riportato dal testo, fu venduta a Roma prima della guerra.
    4 punti
  6. Eccooommmmiiii ...... Scusate per il ritardo ma, pure io mi stavo dimenticando di questa moneta .... :) :) :) Australia Sidney Queen Victoria 1864 Sovereign Tiratura : 2.698.500 Mi scuso per le foto ma al momento ho la macchina fotografica in riparazione e quindi come foto vi dovrete accontentare di quelle del cellulare
    4 punti
  7. Vediamo se riesco a chiudere questo veloce excursus sulle attività mercantili di Ancona nel periodo considerato. Ancona è stata sempre in ottimi rapporti con le città della costa Dalmata, la parte orientale dell'Adriatico. Ma anche se più lontana rispetto a Segna, Zara, Sebenico, Traù, Spalato, i migliori rapporti furono intrattenuti con la città di Ragusa che divenne nel tempo il nodo cruciale per tutti gli scambi commerciali verso la Grecia e l'oriente. Molti furono gli anconetani che vi acquistarono abitazioni e vi installarono imprese. E molte furono le transazioni di acquisto di immobili e terreni, di noli di navi verso l'oriente e contratti di servizi. Molte furono le prospettive di guadagno, con scambi di lana, pellami, lino, spezie, vino e generi alimentari. Ma ciò che maggiormente interessava Ancona e molte delle altre città italiane ed europee erano i prodotti del sottosuolo sia della Dalmazia che della vicina Bosnia, quali argento, rame e piombo, utilizzati nell'industria civile (il piombo), ma anche per la produzione di monete. Ragusa importava principalmente cereali dalla Puglia e dal centro Italia, e vino dalle Marche. Di questo commercio si interessavano mercanti anconetani. Ragusa diveniva sempre più uno scalo verso la Grecia, le isole dell'Egeo, Cipro e Costantinopoli. Quest'ultima gradualmente, da tappa finale divenne il centro nevralgico degli scambi commerciali di tutto l'oriente, da cui si importava principalmente spezie, cotone, lino , zucchero. Importante per l'industria della Marca, e non solo, il cotone che veniva lavorato e riesportato verso altre regioni italiane e d'Europa. Tra i prodotti esportati, anche carta e sapone, molto ricercato. I traffici si svilupparono in tutta l'area del mediterraneo, e principali porti di arrivo erano Tripoli, Alessandria, S. Giovanni d'Acri, Famagosta, Costanza (nel mar Nero), Trebisonda,….. In molte di queste località venivano istituiti dei centri di riferimento, con uffici, magazzini, chiese, ecc. gestiti da "consoli" che a volte erano di diretta provenienza di Ancona, ma che spesso erano gestiti di comune accordo con le altre città più importanti italiane, come Venezia, Genova, Pisa, …. Ecco quindi spiegato perché in tali località erano accettate le monete delle città italiane, dal momento che venivano costituite delle vere e proprie comunità che erano di supporto in tutte le attività mercantili. Senza entrare troppo nei dettagli ho messo molta carne sul fuoco, forse troppa. Vediamo magari come si svilupperà, con gli interventi anche degli altri utenti. Intanto mi sembra che si sia iniziato anche a parlare di monete.
    4 punti
  8. Quando un collezionista scrive "Finalmente mia" vuole dire che la moneta che desiderava è arrivata in collezione dopo agognate ricerche e esborso economico, perciò, a prescindere dalla moneta e in quale conservazione sia, meriti il mio plauso, Bravo con la B Maiuscola.
    3 punti
  9. Visto che abbiamo in discussione esperti della monetazione di Napoli e Sicilia, e magari altri potrebbero ancora arrivare, posso finalmente tentare di entrare in un ambito più globale e complesso e vedere cosa succedeva in questi due ambiti, uno direi del Centro - Nord riconducibile all'Europa e uno direi di area Mediterranea. I movimenti monetari sono diversi, in particolare per i metalli, anzi sembrano andare in controtendenza. Importante per chi volesse ampliare l'argomento è il lavoro di Roberto Sabatino Lopez " Il ritorno all'oro nell'Occidente duecentesco ", ma anche Lucia Travaini parla molto di quello che cercherò di dire. A metà del XIII secolo sembrano esserci due Italie che si muovono in modo opposto per quanto riguarda le coniazioni in oro e argento, è ovviamente un po' una schematizzazione, ma certamente riprendono le coniazioni d'oro nel 1252 a Genova e Firenze, seguono Roma, Venezia, Milano, l'Europa in genere, il tutto poi fu aiutato dall'oro proveniente dall'Ungheria che fece aumentare la quantità di queste e anche le imitazioni sempre in oro. Quindi si coniava in oro, arrivavano in oro, e si tendeva ad esportare l'argento in Oriente dove era valutato bene. Napoli e la Sicilia sembrano seguire l'inverso, loro che coniavano molto in oro, riducono questo fino a interromperlo a un certo punto e si inseriscono in un quadro che riguarda più i paesi del Mediterraneo. Ci furono anche altri aspetti da valutare, la difficoltà di tenere i rapporti tra i due metalli abbastanza fissi nel mercato e le carestie dell'argento in Europa che incisero sicuramente su tutto questo. Credo di avere buttato tanti sassolini, importanti ritengo su una valutazione globale del mercato nel tempo, sui metalli utilizzati, sulle macro zone presenti nel mondo dei traffici mercantili.....
    3 punti
  10. Il problema è solo uno... Nel 2017 questa discussione sarà in 5° o 6° pagina, se va bene, e nel frattempo ci sarà qualcuno che di discussioni con lo stesso titolo ne avrà create altre due o tre, con conseguente dispersione di informazioni e elementi utili per gli altri utenti. Non ho niente contro le discussioni di pubblica utilità, ma credo occorra rispettare le tempistiche. A volte ho come l'impressione che ci sia una corsa all'apertura della nuova discussione "ad ogni costo", chissà per quale motivo... Non voglio offendere nessuno, né creare polemiche, né urtare la sensibilità degli altri amici del forum, ma credo che questo tipo di discussioni anacronistiche generino più confusione e disordine che effettivi benefici al forum.
    2 punti
  11. Buona serata Curioso il fatto che Venezia sia arrivata tardi, rispetto ad altre città, a coniare una moneta d'oro? Nemmeno tanto. Diciamo che la causa è da ascriversi soprattutto alla sana opportunità commerciale e politica che Venezia ha sempre privilegiato (quando ha potuto). Venezia era "legata" da vincoli politici e commerciali con Bisanzio e, ovviamente, commerciava soprattutto in quell'area, dove le monete preferite erano l'iperpero in oro di 21 carati e l'aspron trachy di elettro di 7 carati; fino a quando Bisanzio ha conservato la propria credibilità politica e finanziaria e le sue valute hanno retto alla svalutazione, non c'è stata alcuna necessità di rimpiazzarle con una moneta propria, tanto più che il grosso .... "andava alla grande"; tutti lo cercavano per commerciare nel levante (e poi non solo) e lo accettavano. Solo quando Venezia si accorse che le monete in oro che fino ad allora aveva utilizzato, cominciavano a "perdere colpi", si è decisa a coniarne una propria C'è un aspetto, inoltre, da considerare; già espresso dal Cessi e ribadita da Saccocci. Merano cominciò ad emettere, nel periodo antecedente l'emissione del ducato d'oro, una sua moneta basata sui grossi da 20 denari come quella di Verona, usando l'argento che proveniva dalle aree dalle quali sia Verona, sia Venezia si rifornivano. Stava maturando un grosso pericolo per Venezia e bisognava immediatamente controbattere con delle riforme monetarie per resistere a questa concorrenza. In primis, sotto il dogato di Lorenzo Tiepolo (1268-1275), la Serenissima svalutò il denaro piccolo e successivamente coniò il ducato d'oro a protezione della circolazione del grosso. Non c'è però da pensare che fu subito un successo, anzi. Nei primi tempi tanti veneziani preferivano l'argento (in grossi e lingotti) oppure dirottavano la richiesta sui fiorini fiorentini; la zecca ebbe non pochi problemi per incentivare i mercanti tedeschi a portare l'oro necessario alla coniazione, e soprattuto a portarlo con continuità e a venderlo a costi vantaggiosi che permettessero a Venezia di avere un aggio; .... ma questa è un'altra storia che ci porterebbe molto lontano :pleasantry: saluti luciano
    2 punti
  12. Lo confesso, sono entrato in fissa, la notte non ci dormo più e se è vero che la notte porta consiglio mi è venuto in mente di effettuare un piccolo, semplice, esperimento. Ho preso in prestito da mio nipote :ph34r: un blocchetto di plastilina vergine nota marca. Per simulare l'opera di un punzone convesso ho da prima utilizzato la lama di un giravite praticando una pressione sul "punzone" posto in orizzontale.Ho praticato così un'impronta alla quale ho poi sovrapposto leggermente una seconda impronta (prima foto fig B) Ho ritentato l'esperimento questa volta sovrapponendo un po' di più le impronte (prima foto fig C) Non pago ho pensato di simulare l'uso di un punzone piatto (il bordo della scala graduata di un calibro) stessa procedura salvo per il fatto che questa volta le due impronte sono leggermente convergenti, non sovrapposte nel punto X1 (prima foto fig A) per divenire sovrapposte nel punto X2.(ibidem) Le tracce delle sovrapposizioni ottenute non vi sembrano compatibili con gli spazi tra le impronte dei denti del provisino che ho indicato nella seconda foto? Non ho provato ad utilizzare un simil bulino ma non credo di riuscire mai ad ottenere un risultato paragonabile Cosa ne pensate?
    2 punti
  13. Certamente qui ci sono tanti fattori che si incrociano, Venezia...Venezia con le sue monete è protagonista senza dubbi, inizia per prima il grosso d'argento, quindi sente forte questa esigenza di avere una moneta per transazioni maggiori e che andasse oltre il denaro ormai svalutato però....però con l'oro arriva dopo altre zecche arriva nel 1284 quando ormai il fenomeno oro si stava diffondendo in Europa. Da Venezia a Napoli... ( ovviamente qui mi improvviso tuttologo ora e se sbaglio intervenite mi raccomando :blum:), Napoli con la riforma monetaria del 1278 non conia più i tarì d'oro, anche se il tarì rimane però come moneta di conto. E qui abbiamo una contemporaneità incredibile Venezia inizia con l'oro, Napoli invece finisce.... Però non finisce qui....se il grosso d'argento di Venezia fu la moneta più richiesta nell'Impero Bizantino, quando questo declinerà, sarà poi il gigliato napoletano ad inserirsi e prendere posizione al suo posto. Quindi argento sostituito da altro argento, oro sostituito da altro oro.... Quindi quando a Bisanzio nel 1376 non si conia più in oro è il ducato d'oro veneziano che diventa la moneta d'oro del Mediterraneo Orientale, mentre il gigliato d'argento diventa quella più diffusa d'argento. Una inversione delle parti emblematica che troverà altri riscontri in Sicilia dove anche qui le monete d'oro rallenteranno e invece quelle dei grossi d'argento registreranno grosse produzioni. E le monete direi che le abbiamo messe in campo ora..., oro e argento..., certamente chi vorrà scavare su tutto questo lo potrà fare :blum: e spero anche continuare il quadro che si presentava nel Mediterraneo....discussione indubbiamente interessante, sempre più interessante di quelle che vogliono raccontare e cercare di far divulgazione per tutti e dove tutti in realtà potrebbero veramente intervenire.....
    2 punti
  14. E' molto bello ma 300 euro è fuori dal mondo per quella moneta, la deformazione è molto pronunciata, la conservazione è buona ma è un Dante ordinario, io starei sui 100 come cifra massima.
    2 punti
  15. Non vorrei sbagliarmi ma penso che a quella di fabrizio gli abbiano offerto molto di più, rifiutando. Comunque sarà eventualmente lo stesso Fabrizio a confermarlo. Stiamo parlando di VERI FDC e per il 2 Lire Cinquantenario, in 55 anni, ne ho visti veramente pochini, si possono contare sul palmo di una mano. Questi FDC vanno pagati, se si vogliono in collezione, e sempre che si trovano.
    2 punti
  16. Grazie ad Andrea, 1000Coins, Littore e Giovanna apollonia
    2 punti
  17. con molta fortuna sono riuscito a reperire già da un po di tempo un'altro esemplare in conservazione decisamente migliore...ecco le foto...a voi i pareri @@Giuseppe @@cippiri76 @@Marfir @@italpen e a tutti gli altri amici del forum :hi:
    2 punti
  18. Dovete andare qui https://www.lb.lt/uzsakymai/Pagrindinis/logon.aspx?ReturnUrl=%2fuzsakymai%2fUzsakymai%2fUzsakymai.aspx una volta entrati cliccare su " My former reservation list"
    2 punti
  19. Ma dai, sarà una dimenticanza , ok l'essere sprovveduti e conoscere poco lo Stato pirenaico , però non a questi livelli . E comunque, non dimentichiamoci che Andorra usava già l'€ come moneta , anche se non monete proprie , mentre per la Lituania è stata una novità assoluta, come lo fu per noi nel 2002 .
    2 punti
  20. caro @@vv64, grazie di essere intervenuto con i tuoi dubbi e la tua bella prova grafica. Il dente C non fa testo perché non impresso bene (in questo caso cosa non possibile con il bulino...) o con segno intercettato da altro elemento su altro conio, ma non ho fatto la prova con la sovrapposizione dell'altra faccia per ciò non saprei. Per quanto riguarda l'A e il B io avevo fatto la prova sovrapponendo il punzone A-A1 al dente B ruotandolo e alzandolo un leggermente in alto, anche perché mi pareva più vicino alla tecnica che avrebbero potuto adottare e quindi più corretta, e mi pareva tornare. Prova anche tu e dimmi se così coincide o meno. Anche nella tua prova del resto non vi è grande differenza a parte la lunghezza ed un minimo di rotazione, mentre in altre prove fatte nei tipi con i denti dritti la differenza era anche nello spessore e non alla punta ma alla base vicino alla schiena del pettine. Grazie al tuo ingrandimento comunque ho notato un particolare curioso che vi evidenzio, anche se si vede bene solo su due denti. Allo stesso modo ho visto che la punta di B potrebbe essere un poco più lunga di come l'hai disegnata e se confermata l'ombra che ho visto la coincidenza sarebbe ancora maggiore. Teniamo conto comunque che stiamo lavorando su esemplari non del tutto ben leggibili, e con fotografie con ombre non sempre desiderabili o che potrebbero falsare le letture anche grafiche se misurate al minimo dettaglio, e che facciamo soprattutto per evidenziare delle possibili tendenze. Una cosa che mi ha anche convinto che in molti di questi tipi tardi potessero essere stati usati dei punzoni è che spesso in essi si vedono i denti con le punte "tagliate" dal cerchio o ancora di più che vi si sovrappongono (vedi immagini qui sotto), cosa che di norma non mi pare che invece accada nei tipi con i denti dritti e più sottili che si arrestano abbastanza al cerchio, con punte più o meno aguzze. Vi dico però ad esempio che i tipi con i chiodi nei due quarti, sempre tardi, non sono affatto certa che siano stati usati i punzoni (avevo già messo un punto interrogativo all'esemplare del test, che ora rafforzo un poco in favore del bulino), come anche mi pare che ci sia qualche serie tra le ultime della prima emissione con denti dritti che ha i denti in numero inferiore e a tratti più spessi, per i quali i punzoni potrebbero essere anche compatibili (una sorta di transizione?). La tendenza generale mi parrebbe ancora quella che ho già detto ieri, dunque, ma con alcune emissioni particolari che andrebbero viste bene facendo un lavoro sistematico dall'inizio alla fine delle coniazioni di questi nominali. Ma anche per questo parlo sulla base di osservazioni fatte in questi giorni sulle foto (poco più di un centinaio) che ho e quindi con tutti i limiti del caso. Magari avete ragione voi sebbene mi pare di capire che vi siano idee diverse. Se però un domani dovessi proprio cambiare idea, propenderei senza dubbio più per il bulino per tutte le emissioni come dici tu, piuttosto che per il punzone per tutte le emissioni. Anche la proposta del sistema misto di @@adolfos non riesce a convincermi. Vediamo anche cosa ne pensano gli altri utenti e anche gli orefici, che senz'altro mi smentiranno alla grande! :D. Con questo post devo sospendere un poco i miei interventi, almeno fino al fine settimana per varie scadenze di lavoro. Ma appena posso vi leggerò volentieri :hi:. Buona notte e buona prosecuzione MB
    2 punti
  21. Ho letto attentamente, quando sarà tutto pronto e definito valuterò e darò il mio modesto parere! Effettivamente credo che avere visibilità verso altri utenti che collezionano altre monete e medaglie non produca benefici ne a noi "borbonici" ne agli altri in quanto io personalmente ( ma è un mio problema) non mi interesso di altri tipi di monete e medaglie e credo anche per altri sia la stessa cosa!!! Comunque staremo a vedere.......cosa succederà e come ci troveremo con questa nuova impostazione del forum!!! Un saluto e grazie.
    2 punti
  22. Carissimi, a completamento del mio intervento precedente posto un dettaglio dell'esemplare E in cui ho provato ad evidenziare quelle che a me sembrano diverse forme dei denti e che mi hanno fatto propendere per l’uso, anche in questo caso, del bulino. Le curve dello stesso colore sono uguali a parte traslazioni e rotazioni. Mi rendo conto che l’analisi grafica proposta è molto approssimativa, anche perché non è facile dalla foto evidenziare in maniera accurata il profilo dei denti, tuttavia almeno il dente C mi sembra diverso dagli altri, e qualche dubbio mi nasce anche il confronto tra il dente A’ ed il dente B. Un caro saluto, Valerio
    2 punti
  23. ______________ 1864 New Brunswick Vittoria (1819-1901) 1 Cent - Rame
    2 punti
  24. secondo me non ti converrebbe farla periziare, a meno che tu non volessi venderla, io consiglierei una conservazione più appropriata per quella moneta che una bustina chiusa, poi a te la decisione.
    2 punti
  25. Buonasera a tutti, è da quando ho iniziato a collezionare che sento, giustamente, sottolineare l'importanza di un adeguata raccolta cartacea di cataloghi d'aste. Ed è da quando ho iniziato a pensare ''e si, dovrei comprarne qualcuno'' che ho avuto dei dubbi e dei problemi: - Quali compro? - Quali saranno le aste in cui sono passate monete importanti per la monetazione che seguo? - Quanto materiale ci sarà in quel catalogo che effettivamente mi può interessare? Certo, se il budgtet fosse illimitato, la soluzione sarebbe comprare tutto quello che passa sotto mano e valutarne dopo la pertinenza con i propri interessi....... purtroppo questa soluzione non è al momento fattibile, quindi l'alternativa potrebbe essere questa: utilizzare questa discussione per fornire (grazie al buon cuore di chi ha già' i cataloghi ) una recensione a cui fare riferimento. Schematizzando le informazioni fornite, la rilevanza del catalogo emergerebbe poi da se, senza bisogno di giudizi personali. Sarebbe interessante sviluppare i post in questo modo: - Casa d'asta - Data dell'asta e luogo - Numero di lotti totali descritti nel catalogo - Numero di lotti della zecca di Milano - Periodo storico meglio rappresentato dai lotti offerti. - Indicazioni di almeno 3 lotti tra i più significativi. Io qui ho aperto la discussione per la zecca di Milano, ma nulla vieta di ripetere l'esperienza per altre zecche. Nel tempo, grazie alla pazienza di chi vorra' inserire nuovi post, si potrà creare una raccolta di immediata fruibilità per poter creare la propria lista di desiderata e per conoscere in quali occasioni sarebbe davvero valsa la pena di essere in sala ad ammirare una 'sfilata' difficilmente ripetibile di tondelli Meneghini. Nel post successivo inserirò il primo catalogo. Grazie a tutti quelli che vorranno intervenire-
    1 punto
  26. Buongiorno a tutti...sono entrato in possesso di questa monetina che a me personalmente piace davvero tanto, vi assicuro che in mano è praticamente perfetta. I segnetti che si vedono al R/ non sono graffi ma semplicemente una sorta di screpolatura nella patina...volevo gentilmente qualche vostro parere e quanto valore può avere in questa conservazione...grazie mille a tutti anticipatamente...
    1 punto
  27. Si Bruno, confermo l'offerta "pazza" che mi hanno fatto (più di una) e che ho declinato. Ecchì à molla!!! ;)
    1 punto
  28. Ma quindi si potrebbe dire che il Grosso veneziano perde la sua importanza a favore del Ducato? ... semplicisticamente, direi di si, anche se la cosa è durata decenni; d'altra parte, ad un certo punto, Venezia si è trovata a gestire un pericoloso trimetallismo. Pensa che tra il 1300 ed il 1330 il valore del ducato, in grossi, fluttuò tra i 18 1/2 e i 28 grossi a ducato!
    1 punto
  29. Interessanti considerazioni @@dabbene! Mi pare di capire quindi che la prima moneta ad essere utilizzata ampiamente in tutto il Mediterraneo (o solo in quello orientale?) fu l'Hyperpyron bizantino, di cui allego una foto: MICHAEL VIII PALAEOLOGOS (1261-1282). GOLD Hyperpyron. Constantinople. Obv: Bust of the Virgin orans within city walls. Rev: St. Michael standing right behind Michael kneeling right, facing Christ enthroned left. Sear 2242; PCPC Sigla 40. Weight: 4.13 g. Diameter: 27 mm. Per l'argento invece la moneta più richiesta a Costantinopoli era il Grosso veneziano, come abbiamo già avuto modo di dire. Quando i bizantini si avviavano all'abbandono della moneta in oro (uno dei motivi che spinse le zecche italiane a coniare moneta in oro) cominciarono a coniare il Basilikon, in argento: in pratica i bizantini imitano una moneta di ispirazione bizantina? Andronikos II. Palaiologos (1282-1328), Basilikon (2,06g), Constantinopolis, 1304-1320 n. Chr. Av.: Christus im Benediktionsgestus mit Evangelium auf Thron v.v. Rv.: Zwei Kaiser nebeneinander v.v. halten gemeinsam Labarum. Sear 2402, DOC 517-524, Sommer 80.3. Sempre per quel che riguarda l'argento, al Grosso veneziano si va a sostituire il gigliato napoletano già mostratoci da @ (a proposito, davvero molto bello il tuo :)). Ma quindi si potrebbe dire che il Grosso veneziano perde la sua importanza a favore del Ducato?
    1 punto
  30. Complimenti.. Un bel pezzo è una bella soddisfazione. A questo punto prepariamo il velluto e adagiamola sopra delicatamente. Nel tempo ti ringrazierà con un bel colorito.. ;)
    1 punto
  31. grazie cembruno5500 lei ha capito esattamente quello che volevo trasmettere... :) io prima di usare ebay l'ho cercata per ben tre anni in vari mercatini in giro per la zona.. l'ho trovata solo 3 volte e tutte le volte prezzi fuori catalogo e conservazioni bb=spl e spl=fdc ho avuto fortuna a non cascarci devo anche dire :) poi negli ultimi 4 mesi l'ho cercata online e finalmente scovata e a prezzo onesto a mio parere :) basta dire che a Ravenna nel mercatino sotto i portici volevano 100 euro per una moneta al massimo bb/spl con un graffio sul volto. ..
    1 punto
  32. @@marco91, complimenti per la new entry, ti vedo compiaciuto per l'acquisto, forse non hai fatto l'affare ma sicuramente avrai speso moolto di meno.
    1 punto
  33. Dici bene Luca, qui abbiamo dei fuoriclasse del campo :blum:, non a caso li ho evocati, ma sicuramente anche @@numa numa potrebbe dirci molto ma non solo....io penso, qui stiamo parlando di Milano ma sicuramente il prototipo potrebbe essere esteso ad altre zecche, che il catalogo, e in particolare certi cataloghi di aste leggendarie di un tempo che fu, stiano diventando sempre più apprezzati e richiesti, per le informazioni e le immagini che forniscono, per i ritorni di pezzi sul mercato, per il fascino di averli e certamente oltre al libro anche il catalogo " d'autore " diciamo così ha i suoi grandi estimatori e qui ne abbiamo già visti diversi per Milano veramente importanti....
    1 punto
  34. Ciao, è un asse o dupondio di Augusto per il monetiere Salvius Otho.
    1 punto
  35. Effettivamente l'argomento è alquanto ostico. Io ce l'ho messa tutta a spiegare per iscritto cose che andrebbero viste dal vivo ma è come insegnare a fare il nodo della cravatta solo a parole e senza dimostrazioni pratiche!!!
    1 punto
  36. Caro silver70, non voglio prendere le parti di nessuno, però mi dispiace dirtelo ma il pensiero di Veridio, ha ragione da vendere, mi permetto di fare alcune obiezioni al tuo sopracitato post: Troppo pulita, non mi piace, il rovescio è lucido come un parafango appena cromato ed il diritto ha una lievissima patina a chiazze, chiaro segno di pulitura che deprezza la medaglia. dalle foto di Moruzzi, penso sia molto difficile stabilire se è stata pulita, è una medaglia che un po' più di 50 anni, e se fosse stata conservata nella sua scatola, non penso possa aver accumulato una grossa patina.... i 20 euro, in meno non giustificano "l'affare" anzi..... valuti la differenza tra i due coni ( il tuo e quello di Moruzzi) solo sulla patina, ma la tua accusa colpi ad ore 9/14/15/ ed uno importante ad 16, di una cosa siamo sicuri, la patina con gli anni arriva..... ma i colpi restano. saluti TIBERIVS
    1 punto
  37. Littore ti ha risposto in modo esaustivo. Infatti che io sappia oltre a questi mostrati non ci sono altri decreti ufficiali che riportano le percentuali precise della composizione di queste monete. Forse giusto a livello di Zecca si potrebbe/poteva trovare qualche documento operativo... Inoltre più che la necessità secondo me in questo caso non c'era proprio la volontà di comunicare precisamente le percentuali in quanto trattandosi di misure di necessità/emergenza indicare eventuali misure precise sarebbe stato troppo vincolante a livello operativo. (Infatti se ci fai caso da un anno all'altro i colori di queste monete cambiano parecchio) C'è da dire poi che nel tempo la lega formante il bronzital non è mai stata costante. Così scrive @@elledi in un suo vecchio intervento: "BRONZITAL: Bronzo Italiano per monetazione; è un metallo costituito da una lega di rame, alluminio e zinco.Le monete coniate su tondelli di detto metallo presentano una colorazione giallo oro. Utilizzato per la prima volta nel 1939 per la coniazione di monete da centesimi 10 e centesimi 5 durante il Regno di Vittorio Emanuele III. Dal 1968 alla lega di Bronzital è stato aggiunto anche nichelio per renderla maggiormente splendente e meno soggetta ad ossidazione. La percentuale dei vari componenti metallici del Bronzital è variabile, in Italia l'ultima lega utilizzata era così composta: Rame 82% , Alluminio 16% , Nichelio 2% ." Per quanto riguarda lo spessore della moneta non viene mai indicato in nessun decreto che io sappia. (E se ci pensi è anche difficile stabilire in quale punto della moneta misurarlo: al bordo? sui campi? sui rilievi? Ci vorrebbe un punto convenzionale... e poi a che pro?) @@bizerba62 qualche altra informazione che non ricordo? Saluti Simone
    1 punto
  38. Ciao, Taglio: 50c Nazione: San Marino Anno: 2014 Tiratura: 762.275 Conservazione: SPL Località: Ge/Voltri 20/01/2015
    1 punto
  39. si esatto Sergio, anche la mia manca solo della prima cedola ed ha ancora tutte le altre :)
    1 punto
  40. ciao ti posto per confronto sui dettagli la mia (presa FDC all ultima asta ranieri).
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  41. concordo con elmetto...se non è difficilissimo non sarà difficile trovare almeno un altro paio di pezzi in vendita così...ma almeno linkateli.
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  42. Questo è un problema nazionale purtroppo. L'Italia già fa poco per la valorizzazione del patrimonio artistico culturale e come se non bastasse, in questo triste contesto, la numismatica continua ad essere vista come figlia di un Dio minore. Come prima cosa sposterei questo appello/discussione in piazzetta per coordinare un'azione congiunta con tutti gli utenti di questo forum.
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  43. @@AndreaMCMLXXVIII hai perfettamente ragione . Ma qui non c'è purtroppo niente in palio per chi posta o monete da prendere tramite razzia ........ un pò come l'iconografia del'euro , o lo scorso euro Oscar del resto ......
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  44. boh io non capisco questo superintasamento d emissioni 201X ... per tutti gli stati .. 20 dicsusioni degli stati emissioni per il 2015 + 20 stati per il 2016 piu tutto il resto etcc ma chi volete che legga piu questa sezione ? sono piu le discussioni degli interventi degli utenti
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  45. In questa sede volevo vagliare l’ipotesi che mi sembra più ragionevole per spiegare la coniazione di questa moneta, e per introdurla è sufficiente commentare il rovescio: “Et dominus Romanie” Cos’era la “Romania” ai tempi di Manfredi? Ricordiamo che ai tempi dell’impero bizantino, l'impero veniva chiamato dai Bizantini stessi Romania, Basileia Romaion o Pragmata Romaion, mentre i cittadini bizantini chiamavano se stessi come “romei” http://it.wikipedia.org/wiki/Romei E perché mai Manfredi avrebbe dovuto fregiarsi del titolo di signore di Romania, ossia signore orientale? La risposta è presto data: Nel il 2 giugno 1259, Manfredi sposa nel Castello di Trani, la figlia del despota d’Epiro, che gli porta in dote la signoria su parte della Grecia settentrionale e dell’attuale Albania, come mostrato nella sottostante cartina. La cartina rappresenta i territori del despotato d'Epiro sotto Michele II .La signoria di Manfredi è quella dal contorno in giallo, portata in dote al re Siciliano dalla figlia Elena d'Epiro. Occorreva quindi una moneta da far circolare nei suoi nuovi domini greci, moneta similare il più è possibile a quelle che circolavano in quei territori, ossia gli “trachy “ emessi dall’impero di Thessalonica e dall’Epiro e circolanti negli anni della sua signoria nei territori da lui controllati, monete originariamente in biglione che andavano sempre più svilendosi, e del peso variabile di 1 -3 grammi. http://www.acsearch.info/search.html?term=trachy+thessalonica+&category=1-2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1&currency=usd&order=0&company= http://www.acsearch.info/search.html?term=trachy+epirus&category=1-2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1&currency=usd&order=0&company= La moneta oggetto di questa discussione sembrerebbe quindi avere tutte le carte in regola per essere una moneta circolante in quei territori, sia come peso, variabile come gli esemplari sopra listati, inoltre la leggenda sebbene non in greco ben si adatta al titolo che assumeva Manfredi con la signoria sull’Epiro. Anche se si accetta quest’ipotesi, rimane aperto la questione della zecca di emissione. Parrebbe ragionevole che tali monete siano state battute da zecchieri di cultura latina, in quanto in Epiro, essendo di lingua greca, si sarebbe avuto qualche difficoltà con una legenda in latino. Ma anche ammettendo questo la moneta potrebbe essere stata battuta nel regno di Sicilia (Manfredonia?) e trasportata per mare nei domini epiroti di Manfredi, o battuta in loco, magari al seguito dell’esercito. Ricordiamoci che nonostante il matrimonio, Manfredi non ebbe poi vita così facile in Epiro e dovette ricorrere all’uso delle armi più volte.
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  46. Titolo: Conio Variato nella Moneta 2 Lire 1815 Maria Luigia per Parma Autore: Marco Bianchi Data Pubblicazione: 12/01/2015 Incipit Di seguito una breve trattazione riguardante una variazione di conio, riscontrata al rovescio, nella moneta da 2 lire 1815 per Parma. Link: http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/conio-variato-nella-moneta-2-lire-1815-maria-luigia-per-parma
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  47. Il libro è recensito da Roberto Ganganelli su "Il giornale della numismatica": http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=3705
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  48. Pagina 241 esemplare n°514 ''Grosso da 5 soldi e 6 Denari'' D/ + SENA VETVS CIVITAS VIRGN3 - nel campo S fogliata entro cornice di otto archi doppi con stellette negli angoli. R/ ALFA . Z . O . PRINCIRV . Z . FINIS - Croce con estremita' fogliate in cornice come al D/; intorno cerchio perlinato che si apre e corconda il segno La moneta e' in argento e va' da 2.11grammi a 2.52 e dai 22 ai 24 MM. Mi sembra che ci siamo con tutti i dettagli. Ci sono alcune cose che non mi tornano. - La prima e' che, secondo la cirazione che riporto qui' sotto (presa dal MIR toscana zecche minori pagina 241 esemplare n°514) attribuisce questa moneta alla delibera della repubblica di Siena 1404 - 1423. ''... Questo grosso e' coevo, per ragioni stilistiche e per la presenza dei medesimi segni di zecca, al Sanese d'oro n°513. L'inaccettabilita' della datazione proposta dal Promis, e di conseguenza del CNI, e' stata avanzata in precedenza da Luigi Tondo, il quale, rifacendosi ad un ripostiglio rinvenuto in Valdambra nel 1898 contenente argentei prevalentemente di Firenze e Siena, i primi dei quali datati 1403 al 1430, ha asserito ''....C'erano, fatto che qui' piu' interessa, una trentina di 'grossi' di Siena, tutti assegnati dal Cini sulla base del Promis, ai cinquant'anni che precedevano il piu' antico dei 'grossi' di Firenze: osserviamo cioe' una sfasatura cronologica tra le monete d'argento di Firenze e Siena...'' L'autore, quindi, riferendosi alla varieta' monetale qui' rappresentata, ha aggiunto: ''... sembra difficilmente databile al '1376 - 1391', in assoluta discordanza con tutti i grossi di Firenze dello stesso tesoretto. E puo' essere forse utile ricordare che nello stesso periodo in atti ufficiali, per esempio nello stato di Milano, i grossi di Siena compaiono con lo stesso valore di quelli di Firenze, come ben difficilmente sarebbe avvenuto se la maggior parte degli esemplari Senesi in normale circolazione alla meta' del Quattrocento fosse stata costituita da monete piu' vecchie delle analoghe fiorentine, per la naturale svalutazione che segue all'usura del tempo dsulle monete'' (cfr. Tondo 1988. p. 20) - Il secondo problema, che e' quello piu' grande e' che nell' esemplare riportato vedo l'armetta n°51 (cerchio con croce pomata) che non e' tutt'oggi attribuibile a nessuno zecchiere. Questa armetta non e' indicata su questo genere di esemplari, ma nel fratello d'oro; Mi spiego meglio. L'armetta n°51 e' riportata dal ''Sanese D'Oro'' che differisce da questa moneta, chiamata //Grosso da 5 soldi e 6 Denari'' solo per alcuni dettagli (peso grammi 3.48/3.55 - e millimetri 18/20) mentre per i dettagli del conio e' esattamente uguale. La moneta del nostro forummista Lamonetiano ''Mario42'' presenta tutti i dettagli della moneta ''Grosso da 5 Soldi e 6 Denari'' ma l'armetta su quella moneta e' sconosciuta; Si presenta invece nel fratello che e' pero' d'oro, di grammatura maggiore e diametro minore. Secondo me ci sono 4 possibili spiegazioni; - E' un Falso ricreato sulla base del ''Sanese d'Oro'' ma riprodotto in argento. - E' un ''Grosso da 5 Soldi e 6 Denari'' con una armetta sconosciuta per questo esemplare. - C'e' stato un problema nella riproduzione di questa armetta nel libro. - Ho preso un granchio colossale. Che ne pensate? Enrico
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